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Autore: Blueorchid31    14/01/2015    9 recensioni
Doveva essere una one, ma sarebbe uscita un papiro, quindi è diventata una mini long. Sasusaku. Sbrocco Natalizio Non è per cuori deboli. Dovrebbe far ridere e anche un po' piangere. Con questa introduzione entro di diritto tra le introduzioni scelte del sito , quelle più brutte. Buon Natale!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie ''' Il secondo tragico Sasuke '''
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3.Futuro





Era rimasto disteso sul letto a guardare il soffitto con il gatto sopra lo stomaco per un lasso di tempo molto lungo lambiccandosi il cervello su quello che stava accadendo e che sua madre e poi Obito gli avevano fatto vedere.

Ciò che lo aveva maggiormente scioccato non era stato tanto ascoltare le parole dei suoi amici, o di quelli che reputava tali, ma constatare con i suoi stessi occhi quanto la sua vita fosse vuota e deprimente. Aveva sempre creduto di bastare a se stesso, di non aver bisogno di nessuno, eppure la sola vicinanza di quel gatto riusciva a farlo sentire più sereno. Il problema più grande risiedeva nel fatto che non avesse la più pallida idea di come cambiare quella condizione. Il suo orgoglio, ma soprattutto la sua incapacità a relazionarsi con gli altri, erano due ostacoli molto ardui da superare. Preferiva di gran lunga combattere cento battaglie, perdere qualche altro arto magari, ma l'idea di dover esternare dei sentimenti, di affrontare una qualsivoglia conversazione che girasse intorno a essi, lo atterriva. Possibile che fosse diventato arido a tal punto? Quello che aveva provato rivedendo sua madre era solo un ricordo di quel potenziale affettivo che con il tempo era andato sempre più scemando?

Dopo lo scontro con Naruto aveva pensato che ci potesse essere un nuovo inizio anche per lui, che gli fosse stata donata un'altra possibilità per rimediare a tutti i casini che aveva fatto, ma soprattutto per creare una nuova versione di se stesso più simile a quella di quando era bambino, ingenuo, ma desideroso di dare e ricevere amore incondizionato. Tuttavia durante il suo lungo viaggio ciò che aveva visto del mondo lo aveva portato a essere nuovamente anaffettivo. Aveva conosciuto persone buone e altre che non sapevano neanche dove abitasse l'umanità. Si era quindi persuaso che per quanti sforzi si potessero fare, non fosse possibile eliminare del tutto il male. Ci sarebbero sempre state persone bugiarde, opportuniste, crudeli, per le quali il valore della vita era così basso da riuscire addirittura a giocare con essa per denaro, per fama o per un misero momento di protagonismo. La conclusione a cui era arrivato lo aveva portato a dimenticare quel senso di speranza che aveva provato dopo la guerra, si era rinchiuso nuovamente in se stesso, ricominciando a diffidare di tutti, anche delle persone che gli avevano dimostrato da sempre di volergli bene.

Era bloccato in un limbo in cui una parte di sé desiderava essere appena meno riflessiva, meno prudente e meno autoprotettiva tanto da essere in grado di mettere due prosciutti davanti agli occhi, far finta di niente e vivere un'esistenza pressoché normale e l'altra che invece non riusciva ad accettare che al mondo ci fosse così tanto marciume e che preferiva una vita di solitudine a una di delusioni. Queste due facce del suo essere avevano avuto un ruolo fondamentale anche nella questione inerente la restaurazione del Clan.

Come poteva mettere al mondo un figlio in un mondo del genere?

Avrebbe condannato il sangue del suo sangue all'infelicità?

La porta d'ingresso cigolò. Non sapeva precisamente da quanto tempo fosse su quel letto e pensò che probabilmente fossero Naruto e Sakura e che doveva iniziare a prendere in considerazione l'ipotesi di chiudere la porta a chiave. Tese l'orecchio ma non riuscì a udire i rumori inconsulti, le grida o le minacce di morte, tipiche dei suoi compagni. Era tutto molto silenzioso.

Scostò delicatamente il gatto e si alzò senza fare alcun rumore, muovendosi lungo il corridoio fino al salone come un fantasma - era un ninja dopotutto.

Si fermò, aspettandosi da un momento all'altro che qualche entità soprannaturale o qualsiasi altra diavoleria, comparisse all'improvviso, quando udì dei rumori provenire dalla cucina.

"Che cosa stai facendo?"

Sakura sussultò - Sasuke gli era comparso alle spalle.

"Mi hai fatto prendere un colpo" confessò, portandosi una mano sul petto dove il cuore stava per esplodere per lo spavento "Credevo che stessi dormendo allora ho pensato di lavarti i piatti della colazione"

"Non é necessario" le disse lapidario.

"Sono pochi, faccio in fretta"

"Ho detto che non è necessario" ribadì, scandendo bene le parole.

"O-ok" sussurrò la ragazza, togliendosi mestamente il grembiule mentre si malediceva per aver avuto per l'ennesima volta un pensiero gentile nei suoi confronti che non era stato apprezzato - ovviamente.

Sasuke provò una strana sensazione, forse vergogna, per averla trattata male, di nuovo e senza motivo. Dopotutto voleva solo lavare i piatti, mica gli aveva chiesto di sposarlo.

"Naruto?" le chiese, cercando di superare l'imbarazzo.

"L'ho spedito a comprare un regalo a Hinata. Quella testa quadra se n'era dimenticato" gli aveva risposto, fingendo naturalezza, con un sorriso forzato dipinto sul viso.

C'era rimasta male, era evidente e lui si sentiva un verme, ma ormai era fatta.

Non era certo quello il miglior punto di partenza per cercare di instaurare un rapporto civile.

"Scusami, inizio a mettere i regali nei sacchi"

La ragazza gli passò accanto, uscendo dalla cucina dove improvvisamente sembrava che mancasse l'aria.

Sasuke la seguì con lo sguardo fino al ridicolo cumulo di cianfrusaglie che avevano raccattato in giro.

"Kakashi vi ha dato una mano?" Le chiese, anche se in fondo non gli interessava così tanto saperlo, ma sentiva come il bisogno di "recuperare".

"No. Non ci sono abbastanza soldi per comprarne di nuovi".

Non aveva dubbi e provò un sadico gusto nel constatare che ci avesse preso in pieno.

"Ma per fortuna é intervenuto il Kazekage"

Gaara? Cosa c'entrava adesso Gaara?

"Ah sì?" le chiese, cercando di non apparire irritato - com'era.

"Gli ho mandato una missiva per invitarlo alla cena della vigilia e gli ho spiegato il problema"

L'aveva invitato alla cena della vigilia?

"Ha bisogno di divagarsi un po', ha sempre molto da fare" aveva aggiunto Sakura che per fortuna gli stava dando le spalle e quindi non era in grado di vedere la colorazione azzurrognola che aveva assunto il suo viso.

Non aveva nessuna gara di castelli di sabbia a cui partecipare? Nessuno spettacolo di marionette? Da quando Gaara era diventato uno a cui piacevano le feste?

"Penso proprio che sarà una serata divertente"

Oh sì, come andare a cena con Orochimaru.

"E i regali?"

Era proprio curioso di sapere cosa si fosse inventato.

"Ha chiesto a Kankuro di creare delle marionette e ad alcuni artigiani del villaggio ha commissionato dei giocattoli di legno. Ha detto che per loro farne qualcuno in piú non era un problema"

Ha schiavizzato la sua popolazione e il suo stesso fratello per fare bella figura, razza di despota!

"Meglio così" le aveva detto con sufficienza.

"Giá. Appena mi é arrivata la sua risposta ho tirato un sospiro di sollievo. Spero solo che arrivino in tempo"

Sasuke iniziò a fantasticare su una serie di spiacevoli – sicuramente casuali - incidenti che potessero accadere al Kazekage durante il viaggio - l'ottanta per cento orchestrati da lui – ma, non avendo mai fallito una missione in vita sua, non poteva rischiare di rovinarsi la media proprio con una delle più stupide che gli erano mai state affidate.

Sakura si alzò dall'angolo nel quale si era accovacciata per raccogliere i regali e dopo essersi messa la sacca - che a guardarsi doveva essere abbastanza pesante - su una spalla, si era diretta verso l'ingresso.

"Ci vediamo" gli aveva detto, prima di andar via, senza guardarlo in faccia.

Non aveva specificato "stasera" perché già sapeva che lui non si sarebbe mai presentato.

Quel "ci vediamo" era quindi sembrato una specie di addio - un amaro addio.

Lei sarebbe ritornata a Suna con il Kazekage e lui forse non l'avrebbe mai più rivista.

Mai più rivista.

Mai più rivista.

Mai più rivista.

No, un attimo. Perché gli dava cosi fastidio l'idea di non rivederla più? Ma soprattutto perché gli dava ancora più fastidio l'ipotesi che potesse rifarsi una vita senza si lui?

La stava perdendo.

Sul serio?

No, non era possibile, non Sakura. Lo aveva cercato per tre anni per riportarlo a Konoha, gli aveva perdonato ogni singola cazzata che aveva fatto e aveva aspettato il suo ritorno per altri due anni o poco più, era impensabile che potesse abbandonarlo per sempre.

Lei c'era sempre stata!

Si massaggiò le tempie, sentendo la testa in procinto di scoppiare e non si accorse del gatto che dal divano aveva spiccato un balzo verso di lui.

Quando se lo vide arrivare addosso era ormai troppo tardi.

Cadde all'indietro, sbattendo violentemente la testa contro il muro della stanza perdendo i sensi.



-§-





"Secondo te é vivo?"

"Miao"

"Grazie per il tuo aiuto, senza di te non avrei saputo come fare."

"Miao, miao"

"Guarda... sta aprendo gli occhi"

Sasuke si risvegliò con un emicrania spaventosa e la prima cosa che vide fu una piccola figura un po' sfocata e una macchia nera che doveva essere il diabolico gatto che l'aveva fatto cadere all'indietro.

"Ti sei svegliato finalmente"

Una voce femminile. Cercò di identificarla ma proprio non ne fu capace e non riusciva ancora a mettere bene a fuoco - doveva averla presa forte la botta in testa.

"Il gatto ti chiede scusa, ma non sapevo proprio come fare a farti passare di qua"

"Di qua dove?" le chiese.

"Nel mio mondo"

"E cosa dovrei fare nel tuo mondo? Sentiamo."

"Seguirmi. Devo farti vedere il futuro."

Sasuke ebbe come la sensazione che qualcuno gli stesse stringendo il collo tanto da farlo soffocare. Il futuro? No, non voleva vederlo.

Riuscì finalmente a mettere a fuoco e rimase alquanto perplesso nel constatare che la figura che aveva davanti fosse una bambina; una bambina che non aveva mai visto tra l'altro, con degli strani occhiali sul naso, capelli e occhi color pece e alta come una soldo di cacio.

"Ma tu chi sei?" le chiese sconcertato, sentendo come uno strano legame con lei.

"Andiamo" gli rispose, tendendogli la mano e glissando momentaneamente la domanda.

Sasuke afferrò la piccola manina per poi ritrovarsi un attimo dopo dentro casa Hyuga.

Un gran baccano proveniva dal secondo piano. Urla, tonfi, risate, pianti... era più rumorosa di quanto ricordasse.

Hinata era appena scesa dal piano superiore con i capelli scompigliati, visibilmente distrutta e Sasuke iniziò a temere che la prima visione del futuro fosse il... dell'Uzumaki, pertanto coprì gli occhi della bambina con una mano per evitarle il trauma.

La bambina gliela scacciò alquanto seccata per poi fulminarlo con uno sguardo che Sasuke catalogò inquietante al pari di quello di un Uchiha. Ma non fece in tempo a rifletterci su: un gran fracasso proveniente dalle scale aveva attirato la sua attenzione.

La prima visione non era il... della testa quadra, bensì il risultato del suo operato - anzi due.

"Boruto e Himawari"

Boruto? Ma che razza di nome é Boruto?

"Lo chiamano tutti Bolt. Io lo chiamo baka"

Ottima scelta, per il figlio di Naruto non c'è nomignolo migliore.

"Grazie, lo so" gli aveva risposto.

Anche lei riusciva a leggere i suoi pensieri, doveva stare molto attento.

"Ma quanti anni hanno?" le chiese per farsi un'idea di quanto tempo fosse passato.

"Sette anni il baka, Himawary é più piccola"

Sette anni? Allora... Naruto ha iniziato a restaurare il suo di Clan, che furbetto!

"Loro non sono gli unici però" gli disse e riafferrando la sua mano lo condusse in un'altra casa.

Un bambino dai capelli biondi e la pelle diafana era intento a disegnare su una tela mentre l'altro, con i capelli raccolti ad ananas, se ne stava in panciolle su un divano.

"Inojin e Shikadai"

"Uno é il figlio di Shikamaru e l'altro?" domandò per poi non riuscire a credere ai suoi occhi vedendo Sai entrare nella stanza e inginocchiarsi vicino a...

"É suo figlio???"

"Io non mi stupirei così tanto" gli rispose la ragazzina con impertinenza "Anche Choji ha una figlia"

"Stai scherzando?"

Sasuke non riusciva a crederci.

"Tutti i tuoi amici hanno avuto dei figli, si sono sposati e vivono felici"

"E io?" ebbe il terrore di chiederglielo.

"Tsk"

Si voltò verso la bambina con il sopracciglio destro visibilmente alzato e uno sguardo carico di stupore.

"Ma... tu chi..."

Non fece in tempo a terminare la domanda: la bambina gli aveva riafferrato la mano e lo aveva condotto...

"Alla bottega del Villaggio?"

"Eccoti"

Un uomo, avvolto in un mantello blu, con i capelli neri un po' più lunghi e... lisci?

Da quando aveva cominciato a pettinarsi? E soprattutto... perché assomigliava a suo padre? Dov'erano finiti i lineamenti dolci di sua madre?

"In effetti visto così sei più belloccio" sbottò la bambina, scrutandolo attentamente con una mano poggiata sotto il mento e un dito sulla guancia "Adesso ho capito perché la mamma..."

Sasuke spalancò gli occhi.

Mamma?

Ma la bambina si era già morsa la lingua e aveva preso a indicare verso un altro uomo che si stava avvicinando al "lui" cresciuto.

"Sasuke"

Era Gaara.

"Cosa ci fai qui?" gli aveva chiesto.

"Stiamo facendo un po' di spesa, passiamo la vigilia da Temari" gli aveva risposto il Kazekage che non sembrava affatto invecchiato - misteri della sabbia - " Come stai? Mi ha detto Naruto che sei sempre in missione. Pensavo che una volta diventato Hokage ti avrebbe voluto sempre al suo fianco"

Quindi Naruto era riuscito a diventare Hokage. Che assurdità!

"Preferisco così"

Notò che con il passare degli anni non fosse diventato più loquace.

"Papà, papà!"

Sasuke incrociò mentalmente le dita, sperando che quei bambini che erano sbucati dalla corsia dei dolci stessero chiamando lui e ci rimase molto male constatando che, invece, si erano diretti verso Gaara.

"Ti ricordi di Chiyo e Sasori? Li hai visti quando erano molto piccoli."

Due gemelli, entrambi con i capelli rossi come il fuoco e gli occhi... verdi.

"Bambini!"

Una voce femminile fin troppo nota richiamò all'ordine le due pesti.

Portava i capelli rosa lunghi fino a metà schiena e un completo bordeaux riportante il simbolo della sabbia e del Kazekage. Appena lo aveva visto si era bloccata per un istante, per poi raggiungere la sua famiglia.

Aveva sposato Gaara...

"C-ciao Sasuke-kun"

Lo sguardo che il "lui" del futuro aveva rivolto alla ragazza, anzi alla donna, che sembrava ancora più bella se possibile, fu di una tale intensità che Sasuke sentì un brivido scorrergli lungo la schiena.

Cosa significava quello sguardo? Che ne avesse memoria non aveva mai guardato Sakura in quel modo, così... così...

"Scusate, vado a recuperare i bambini. Sasuke, perché non ti unisci a noi stasera?" Gaara si era allontanato rincorrendo i due marmocchi che avevano ricominciato a correre per la bottega lasciandoli soli.

"Sì, Sasuke-kun, perché non ti unisci a noi?" aveva ripetuto Sakura con un sorriso.

Lui aveva riportato lo sguardo sui pomodori e aveva iniziato a sceglierne alcuni tastandoli con la mano destra.

"Domani riparto. Preferisco riposare." le aveva risposto con la solita freddezza.

"O-ok. Ma dimmi, come stai? É un po' che non ci vediamo, in realtà sembra passata una vita."

"Una vita..." aveva sussurrato per poi rispondere un lapidario "Bene" senza aggiungere altro.

Sakura aveva abbassato lo sguardo e aveva portato il pugno chiuso davanti al petto.

"Ottimo."

Che altro avrebbe dovuto dire visto che lui non si era scomodato neanche di chiederle a sua volta come stesse. Erano solo anni che non si vedevano.

"Devo proprio andare. Buon Natale Sasuke-kun"

E se n'era andata, aveva raggiunto Gaara e i due mostriciattoli alla casa e dopo aver incontrato per l'ultima volta il suo sguardo, era scomparsa.

"Buon Natale" aveva sussurrato lui, spappolando con la mano destra un pomodoro.

"Mi spieghi cosa sta succedendo?" chiese Sasuke alla bambina, visibilmente alterato.

"Lei ha sposato lui, semplice!" gli rispose con sufficienza - più ovvio di così.

Quella bambina era un po' troppo impertinente.

Avevano seguito il suo "lui" del futuro fino a casa dove un vecchio gatto nero attendeva il suo ritorno.

Aveva posato le sporte sul tavolo e ne aveva tirato fuori una scatoletta di caviale.

"Buon Natale, Katon" aveva detto al felino porgendogli la scatoletta e il gatto gli aveva risposto con un debole miagolio.

É assurdo!

"No, non lo é" gli rispose la bambina e prendendolo di nuovo per mano lo condusse all'ultima tappa del suo viaggio.

"Dove siamo?" le chiese.

Intorno a loro c'era solo erba, alta e incolta.

La bambina si diresse verso una specie di sasso che si intravedeva in quella folta sterpaglia e lui la seguì senza fiatare – con un brutto presentimento.

"Qui giace Sasuke Uchiha. L'ultimo erede del Clan Uchiha"

Sono morto?

"Penso di sì"

La bambina iniziò a dubitare della sua intelligenza.

"E come?" chiese allarmato.

La bambina scostò un po' di erba alla base della lapide.

"Alla veneranda età di centocinque anni. Mi sa che sei morto di vecchiaia" gli fece notare con tono saccente.

Morto, di vecchiaia e solo. Che finaccia!

"Concordo" annuì la bambina.

Un fruscio li fece voltare verso una vecchietta che si trascinava per la radura con un bastone in una mano e un fiore di ciliegio nell'altra. I capelli erano tutti bianchi raccolti in uno chignon, il suo viso rugoso e la schiena curva, ma i suoi occhi... i suoi occhi erano sempre gli stessi.

"Ciao Sasuke-kun" aveva detto con voce sottile, appena percettibile, ma sempre dolce e aveva posato il fiore in cima alla lapide "Presto ti raggiungerò e chissà che questa volta non riusciremo a stare insieme per sempre... mio unico amore."

Dopo tutti quegli anni lei lo amava ancora... lo aveva sempre amato. Tutti si erano dimenticati di lui, tranne lei.

Intorno alla sua lapide c'erano molti fiori di ciliegio secchi, sintomo che periodicamente lei si recava sulla sua tomba.

"Se solo" riprese a parlare "se solo tu non fossi stato così idiota!" la voce sembrò improvvisamente meno flebile "se mi avessi dato una possibilità" sempre meno flebile, mentre la mano destra sollevava il bastone in aria con una forza inaudita per una vecchietta di cento e passa anni e iniziava a percuotere la lapide che guardandola meglio sembrava infatti scalfita in molti punti "Tu, orgoglioso, stupido, Uchiha. Tu, maledetto psicopatico asociale. Tu, hai rovinato tutto!!! Mi hai spezzato il cuore e io ti ho sempre perdonato e amato come una povera sfigata!"

"Ah! Ah! Ah! Shannaroo mami!" esclamò la bambina.

Mami?

Adesso quella piccola peste si era davvero tradita.

Sasuke l'aveva guardata più attentamente, sfruttando il fatto che lei fosse troppo impegnata a ridere per accorgersene.

Occhi neri, capelli neri: tratti inconfondibili degli Uchiha.

Tagliente come un rasoio, impertinente e incline all'utilizzo di esclamazioni insensate volte ad accorciare discorsi inutili o a dimostrare dissenso: lui.

Quella bambina gli assomigliava molto – occhiali a parte.

Che fosse Karin sua madre? Come poteva essere morto da solo, “unico erede degli Uchiha”, se lei era...?

Aveva sentito una forza incredibile nella sua mano quando l'aveva stretta e la forma del viso e il taglio degli occhi gli ricordavano... no, non era possibile.

"Torniamo a casa" le ordinò, facendola smettere di ridere di colpo.

"Ok. Sei noioso, sai?"

Noioso...

Appena tornati a casa, Sasuke non attese oltre e si inginocchiò davanti alla bambina e le tolse gli occhiali.

"Ma che..."



"Stai tranquilla piccola mia,

il tuo papà sarà qui tra poco

e appena arriverà la tua mamma andrà a uccidere Kakashi-sensei

per averlo mandato in missione due giorni prima del parto"



"Ho fatto il prima possibile"

"Sasuke-kun, questa é tua figlia"



La guardi per la prima volta...



"Sasuke-kun, come la chiamiamo? Io avevo pensato... Sarada"

"Sarada va benissimo"



... e ogni cellula del tuo essere si riempie di amore...



"Che cosa sono questi?"

"Occhiali, Sasuke-kun. Non vorrai mica che rimanga ceca appena attiva lo sharingan!"

"Ma non é detto che riesca ad attivarlo"

"Lo farà"



... la vedi crescere

e sai che la proteggerai da tutto e da tutti perché è parte di te e lo sarà sempre...



"Mamma, perché i ragazzi sono cosi stupidi?"

"Ancora Bolt?"



... e la terrai lontana dai figli delle teste quadre...



"Chi sei tu?" le chiese, con una lacrima che gli scorreva lungo la guancia.

"Sono una bambina mai nata"

"Tu... tu sei mia... figlia?" un groppo in gola non gli consentiva di parlare proprio nell'unica occasione in cui desiderava tanto farlo.

"No, se non fai qualcosa e... subito! Shannaroo!"

La bambina cominciò a dissolversi e Sasuke istintivamente tese una mano per afferrare la sua, ma inutilmente.

"Aspetta. Ma io... ma cosa dovrei fare?"

"Buon Natale papà"






Angolo Autrice


Con mezza giornata di ritardo, ma ho aggiornato!

Siamo agli sgoccioli, manca solo l'ultimo capitolo. :-(


Ho scelto Sarada perché secondo me era l'unica che potesse davvero smuovere qualcosa nel cuore granitico dell'Uchiha e speriamo che ci sia riuscita, ma questo lo scopriremo solo nel prossimo chappy.

Come sempre vi ringrazio di cuore per le recensioni, senza di voi non so come farei! :-)

Mi auguro che anche questo capitolo vi sia piaciuto e vi dò appuntamento - spero - a domani per l'epilogo.

Un bacione.

   
 
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