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Autore: rocchi68    15/01/2015    1 recensioni
In questa storia l'ispettore Shikamaru Nara dovrà risolvere un caso complicato riguardante un killer che ha ucciso molte persone, tra le quali anche due amici del protagonista.
Sono alla prima fanfiction per questo vi chiedo di non andarci pesanti con le critiche.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Quel posto era grandissimo, del resto cosa potevo aspettarmi da un killer spietato?
Dopo pochi passi mi ritrovai in un grande salone dove Orochimaru mi aspettava con aria di sfida: eravamo giunti allo scontro finale.
“Buon pomeriggio ispettore Nara, la stavo aspettando con ansia.”
“Orochimaru sai benissimo perché sono qui. Non ho voglia di scherzare.”
“È questo il suo errore. Prende tutto troppo sul serio come me del resto.”
“Cosa vuoi insinuare?”
“Come sta il suo collega?”
“Sai benissimo che è morto a causa tua.”
“E il suo maestro sta bene con una pallottola in mezzo al cuore?”
“Smettila.”
“Lo sai che non posso. Sono il tuo peggiore incubo. Cosa vuoi mai aspettarti da un uomo come me?”
“Tu non sei un uomo, sei solo un viscido serpente.”
“Definizione azzeccata ispettore.”
 
L’aria era carica di tensione e Orochimaru fece la prima mossa
“Nara sei il mio avversario più temibile, cosa ne dici se noi due ci alleassimo? Con la tua intelligenza e il mio sangue freddo questa città sarebbe nostra. Questa città merita dei criminali di classe e noi potremmo essere i primi della lista. Pensa ricchezza, potere e fama sarebbero nelle nostre mani.”
“Se lo facessi che coraggio avrei di guardare in faccia i miei amici. Mi farei schifo da solo.”
“Sa ispettore lei ed io siamo abbastanza simili. Tutte e due lottiamo per qualcosa e tutti e due resteremmo disgustati di noi stessi se accettassimo una proposta del genere. Io se fossi ispettore avrei fatto come lei, non accetterei mai di scendere a patti con nessuno. Su questo campo lei ha il mio profondo rispetto.”
“Non mi interessa nulla del tuo rispetto. Orochimaru ti ordino di seguirmi in centrale. Sei in arresto.”
“Non così in fretta Nara. Non verrò mai con te in carcere, preferirei andarmene all’Inferno. Del resto arrestando me, è come se chiudessi un animale libero e selvatico in una gabbia. Come credi che si senta?”
“Impazzirebbe, farebbe di tutto per fuggire e probabilmente si farebbe del male fisico.”
“Esatto, se lei mi arrestasse tenterei il suicidio. Per tutti i crimini commessi non rivedrei mai più la luce del giorno. Colui che ha perso è sempre lei ispettore. L’unica soluzione è che lei mi uccida, se vuole avere un minimo di pace sulla coscienza.”
“Non mi piace uccidere e tu lo sai.”
“Vedo già i titoli delle testate giornalistiche. Nara non salva la città perché è un codardo. È il disonore della polizia. Choji e Asuma si stanno rivoltando nella tomba vedendo la tua inadeguatezza.”
“Smettila.”
“È questa la rabbia che voglio vedere in lei. Facciamo un bel giochino. Comportiamoci come i vecchi pistoleri nei film western: dieci passi e poi ci giriamo di colpo. Vince chi resta in piedi. Cosa ne pensa ispettore?”
“Non ho voglia di giocare lurido ratto.”
“Si ricordi di Asuma e Choji, le direbbero di accettare. Del resto avrei già potuto ucciderla un milione di volte da quando è entrato. Consideri questo una sorta di premio prima della sua morte.”
“Se non ho altre via di uscita credo che accetterò la sua proposta, purché le pistole siano caricate con un solo proiettile.”
“Finalmente sta parlando la mia lingua ispettore. 10 passi ne uno di più ne uno di meno.”
 
Cosa sto facendo? Mi sono abbassato al suo livello, ma tanto che differenza può mai fare.
Cosa cambia a morire giocando come i pistoleri o come un eroe? Nulla solo che probabilmente perderò io. Non sono in grado di uccidere e sto giocando sul suo terreno. Ecco il terzo errore che ho fatto, devo essere proprio un’idiota ad aver accettato tutto questo.
 
“Prima di cominciare, Orochimaru promettimi che non farai del male ai miei colleghi.”
“Ha la mia parola d’onore. Ora cominciamo.”
 
“1”
Addio amici mi mancherete. Choji, Asuma sto per raggiungervi.
“2”
Quanto avrei voluto diventare Capitano, ma ho perso tutto. Il mio ipotetico Vice è morto e io sono qui che sto per fare la stessa fine.
“3,4,5”
Altri 5 passi e la mia ora sarà giunta. Ho deluso tutti, ma non posso fare questo a Kurenai, Hiruzen, ai miei compagni e a Temari.
“6,7,8”
Ce la posso fare abbiamo solo un colpo a testa, ci giochiamo il tutto con una sola pallottola.
“9”
Concentrati Shikamaru è la tua ultima possibilità.
“10”
Ci girammo tutti e due allo stesso momento e lo colpii in testa.
“Ben fatto Nara, hai vinto, ma non potrai godere di questa gioia.”
L’incubo Orochimaru era finito, ma io lo stavo per raggiungere.
Mi aveva colpito in pieno petto e ormai sentivo le forze venire meno. Stavo per morire, ormai mancava poco, forse altri 10 minuti di agonia e poi sarei finito a far compagnia a Choji e ad Asuma.
Stavo per chiudere gli occhi quando udii il rumore di un’ambulanza. Possibile che qualcuno avesse sentito gli spari? No eravamo troppo lontani perché qualche passante si accorgesse di qualcosa.
Ma come facevano a sapere che ero lì? Non è possibile che Temari si fosse accorta di quel codice ero convinto di essere stato l’unico a vederlo e invece era pure riuscita a decifrarlo.
Insieme all’ambulanza arrivarono anche due pattuglie della polizia dalle quali scesero Temari, Ino, Naruto e Kiba.
“Shikamaru non morire. Non puoi farci questo.”
“Tem… Temari, sei tu? Sputai un filotto di sangue, venni condotto in ospedale e operato ininterrottamente per oltre 3 ore da Kevin.
 
All’ospedale erano giunti proprio tutti: Naruto e Kiba con aria affranta passeggiavano avanti e indietro per il corridoio, innervosendo le altre persone e le infermiere che più volte gli avevano chiesto di stare calmi.
Neij sembrava assente, frastornato e aveva lo sguardo perso nel vuoto. Lee non sopportando la tensione andava avanti e indietro tra il giardino e il corridoio.
Sakura, Ino, Hinata e TenTen stavano piangendo come fontane, del resto ero burbero, ma avevo un buon cuore.
Temari di tanto in tanto parlava con le infermiere per sapere delle mie condizioni.
In quella circostanza persino Jiraya e Tsunade avevano deciso di chiudere gli uffici per controllare il mio stato.
Kurenai era preoccupata, era come una madre per me e non voleva che facessi la fine del marito, mentre il piccolo Hiruzen non capiva il perché tutti fossero tristi.
“Hiruzen lo zio sta poco bene, siamo venuti qui per fargli compagnia.”
“Capito mamma.”
 
Passate le tre ore di operazione il dottor Kevin era uscito dalla stanza e aveva fornito i seguenti particolari:
“L’ispettore è stato molto fortunato, pochi centimetri più in basso e sarebbe morto. L’operazione ha avuto successo, non è in pericolo di vita, ma…”
“Ma?” chiese Tsunade
“Le sue condizioni erano critiche e ora è in coma. Non sappiamo tra quanto tempo si risveglierà. Ci potrebbero volere qualche ora, qualche giorno o peggio potrebbe non risvegliarsi mai più. Monitoreremo continuamente la situazione e vi terremo aggiornati.”
 
In quel frangente giunse anche il sindaco che saputo del gesto compiuto, mi assegnò un riconoscimento, sperando in un qualche buon segno.
 
“Shikamaru svegliati.”
“Choji sei proprio tu?”
“Sì amico, sono io.”
“Dove siamo?”
“Sei nel limbo, sei nello stato tra la morte e la vita e sta a te decidere se tornare indietro.”
“Mi piacerebbe tornare indietro, ma non c’è nessuno che mi voglia bene.”
“Ne sei proprio sicuro? Cosa mi dici di quella ragazza che ti hanno affiancato.”
“Noi due siamo solo amici, ma dopo quello che le ho detto ho qualche dubbio a riguardo.”
“Solo amici? Andiamo Shika si serio per una volta. Non dirmi che quel biglietto lo hai scritto per perdere tempo?”
“No, l’ho scritto perché le pensavo veramente quelle cose, ma dopo quello che le ho fatto e che lo ho detto, ho paura che non mi rivolgerà mai più la parola.”
“Abbi un po’ di fede. Il tuo errore è non avere fiducia nelle tue capacità, avresti potuto ottenere molte gratificazioni e invece ti stai auto commiserando. Il ruolo di Capitano è nelle tue mani basta solo volerlo. Prima di morire avevo ascoltato la nonna Tsunade dire a Jiraya che le sarebbe piaciuto se avessi preso il suo posto.”
“Mi piacerebbe molto avere un po’ della tua sicurezza.”
“Shika sono tutti preoccupati per te perfino la signorina Tsunade, non puoi fare questo ai tuoi amici e poi non ti ricordi del piccolo Hiruzen? Lo sai che rivede in te la figura paterna che non ha mai avuto. Se tu dovessi morire chi mai potrebbe prendere il tuo posto? Te lo dico io nessuno.”
“Lo so Choji, ma non posso continuare a sperare…”
“Sciocchezze. La speranza è l’ultima a morire.”
“Prima di andartene Choji vorrei sapere come si sta da queste parti e vorrei parlare con il maestro Asuma.”
“Questo posto è magnifico, è sempre pieno di belle ragazze, il cibo è gratis e Asuma si sta divertendo ad insegnarmi a giocare a scacchi. Adesso ti chiamo il maestro.”
“Ascolta Choji non è che potrei trasferirmi qui?”
“Non ci pensare nemmeno. Tu hai la tua vita da vivere, non pensare a noi.”
 
Dopo pochi istanti Choji scomparve e il suo posto fu preso dalla sagoma di Asuma.
“Shikamaru sono molto fiero di te, continua a migliorarti e proteggi le persone a te care.”
“Grazie maestro, ma non penso di farcela.”
“Smettila di dire sciocchezze, lo sai anche tu che hai ottime possibilità di farcela.”
“Vedremo.”
“Ciao Shika e divertiti con la tua fidanzata.”
“Temari non è la mia fidanzata.”
“Come vuoi figliolo. Salutami Kurenai e la piccola peste.”
 
 
“Maestro, Choji grazie di tutto. Un giorno ci rincontreremo e staremo insieme per sempre .”
   
 
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