- Ascoltami senza interrompere – ringhiò Kankuro, tirandola per un gomito.
Lei inarcò le sopracciglia chiare, guardandolo torva.
- Non abbiamo più niente da dividere. Ora che hai compiuto la tua vendetta, che ragione c’è di stare insieme? – .
Ino si dimenò dalla sua stretta, incrociando le braccia sul camice aperto. – Sei stato tu il primo a mentire fra noi – .
- Tecnicamente non ho mentito, ho omesso – rettificò l’altro, digrignando i denti. – E almeno non ho mentito sui miei sentimenti, io – sottolineò impettito.
- Tsk! Non mi hai detto di essere il fratello della puttana che si è portata via il mio fidanzato, come puoi proprio tu parlare di sentimenti – inveì la bionda, sprezzante.
- Se ti avessi detto di essere il fratello di Temari Sabaku non saresti mai uscita con me – .
- Esattamente – gridò Ino, puntandogli un dito contro – tu. Tu hai pensato solo a te stesso. Ti sei mai soffermato cinque minuti a chiederti cosa avrebbe significato questo per me? – .
Kankuro abbassò lo sguardo. – No, e mi spiace. Ma tu sei venuta a letto con me solo per vendicarti di Temari. Mi hai ingannato, a letto hai finto. Io ti ho dato tutto, e ne ho ricavato solo male – .
Ino deglutì a vuoto, sul viso un’aria colpevole.
Per difendere se stessa, aveva procurato sofferenza a un’altra persona.
A un uomo che l’aveva amata più di quanto avessero mai fatto tutti gli altri.
- Mi rimpiangerai, Ino – affermò Kankuro, e le girò le spalle.
- Aspetta – le uscì in un rantolo asciutto.
- Ormai questo treno è partito, è andato – sbottò lui, gli occhi verdi sinceri e offuscati. – Nella tua trappola non ci casco più – .
Ma mi mancherai.
- Kankuro – sussurrò Ino, mordendosi le labbra rosse.
Paura.
Paura di perderlo.
Paura di perdere tutto questo.
- Fermati – gridò, gettando via la cartella clinica.
- Buona vita, stronza – berciò il ragazzo, marciando svelto sotto al portico dell’ospedale.
Chiedo soltanto di non incrociare più i tuoi occhi.
- Kankuro… Kankuro… – .
Ino accennò una corsa leggera sui tacchi a spillo, lasciando cadere il camice da infermiera a terra.
- Ehi, sto parlando con te – tuonò aspra.
Kankuro scese di corsa i gradini e montò sulla moto, il giubbotto di pelle sulle spalle larghe.
- Sabaku, quella notte non ho finto – .
Ma l’altro riscaldò il motore, sovrastando le sue parole. – Cosa? – ribatté beffardo, porgendo l’orecchio.
Ino sbuffò, roteando gli occhi.
Detestava doverlo ripetere.
- Ho detto che quella notte non ho finto – .
Un rombo di motore più intenso.
- Non riesco a sentire – la schernì Kankuro, infilando il casco.
E l’Honda sfrecciò via, velocissima.
Ino lasciò che una lacrima le percorresse lo zigomo liscio.
Aveva perso. Di nuovo.
E stavolta la colpa era solo sua.
Perdono.
Chiedo umilmente e immenso perdono - sono bambi -
Dovevo pubblicare io, ma dato che io sono quella svampita tra le due..e l'università, Lucca, i cosplay e tutto il resto mi hanno portato via un bel pò di tempo!
Perdono (_ _)
Cmq il capitolo era di Sara...e come avete visto kankuro ha scoperto.
E non è certo una cosa positiva. O forse si, vedrete, vedrete...
Questo è il penultimo capitolo, manca pochissimo alla conclusione.
Un bacio a tutte coloro che hanno recensito lo scorso capitolo:
Sky_Shindou
Valy88
Saffo
SangoChan88
Talpina Pensierosa
Mokkori
Shatzy
Terrastoria
Kaho_chan
arwen5786
Un bacio, fateci sapere che ne pensate!
Roberta