Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Diomache    18/01/2015    1 recensioni
"Ti amo non per chi sei ma per chi sono io quando sono con te." Gabriel García Márquez
---------------------------------------------------------------------------------------
Astoria Greengrass e Draco Malfoy sono promessi.
Ma non si vogliono.
Si detestano e la loro convivenza a Malfoy Manor è difficile e spigolosa, emergono gelosie, rancori e più il matrimonio si avvicina, più loro sono distanti.
Sullo sfondo, tutta la loro reciproca rabbia, la sofferenza mentre cercano di... redimersi o di trovare un nuovo posto nel Mondo Magico, di riadattarsi ad una società che li disprezza.
E non più perchè malvagi.
Perchè deboli.
Perchè è questo che accade a chi perde la guerra.
------------------------------------------------------------------------------------
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Astoria
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un grazie di cuore a tutti coloro che seguono la mia storia e in particolare a echo_42 per la sua recensione. Un abbraccio! Buona lettura, Diomache.

 

 

ACQUAMARINA

 

 

 

4. Dinosauri da compagnia.

 

 

Premessa fondamentale: Ginny Weasley non mi piace.

 

Ma è grazie a lei che ho conosciuto Dean.

 

Ritornando alla Weasley, abbiamo la stessa età. Abbiamo iniziato Hogwarts insieme, nel 92, e il giorno in cui siamo state smistate è stata casualmente la prima persona che mi ha rivolto parola, nella Sala Comune. Io ero minuscola per la mia età e cercavo disperatamente di incontrare lo sguardo di Dafne tra i Serpeverde, lei assomigliava al gatto rosso di mia nonna, arruffatina, un po’ stropicciata, e questo me la rese familiare, credo.

 

“Tu dove vorresti andare?”

 

Io già all’epoca ero poco incline a farmi amicizie e ad iniziare conversazioni spontanee come quella ma ero troppo spaventata e sola per sottrarmi. “Serpeverde.”

“I miei fratelli odiano Serpeverde, sono tutti Grifondoro. Anche io voglio essere Grifondoro.”

“Mia sorella è Serpeverde.”

La nanerottola Weasley aveva spalancato gli occhi: “Io e te siamo uguali al contrario!”

Mi sembrava una grande verità.

“Facciamo un patto.- continuò- se io vengo mandata a Serpeverde e tu a Grifondoro, ci scambiamo”

La sola idea di essere separata da Dafne mi atterriva. “Ci scambiamo!” esclamai.

Lei mi porse la sua mano paffuta, con le unghie un po’ smangiucchiate, e io, dopo una breve ritrosia, gliela strinsi. Ovviamente tutto andò come doveva andare e anche se così non fosse stato nessuna legge di Hogwarts avrebbe sostenuto il nostro tacito accordo.

 

Nonostante tutto ricordo con piacere quella piccola promessa. E anche la stessa Weasley…. Insomma c’era di peggio e mi capitò spesso di avere con lei piccoli contatti: lei che mi raccoglieva un libro scivolatomi per caso dalla borsa e nonostante io non le dicessi nemmeno un grazie sul momento, poi non avevo voglia di unirmi a chi la prendeva in giro e spesso li ammonivo di smetterla.

 

In realtà non avevamo bisogno l’una dell’altra ma in qualche modo ci rispettavamo vicendevolmente, forse in nome di quel piccolo patto che avevamo stretto, nel nostro primo giorno di magia.

Sicuramente aveva una buona testa. Cotta per Potter a parte, aveva dei buoni voti ed un’intelligenza brillante, un vero miracolo se la rapportiamo al resto della sua famiglia.

Di nuovo Potter a parte, notavo continuamente che avevamo più o meno gli stessi gusti in fatto di ragazzi, ad esempio Michael Corner era stato un mio ex prima che loro due si mettessero insieme.

 

Notai Dean quando lo vidi con lei. Prima di allora non ci avevo mai fatto troppo caso, lo ammetto, e non è così strano per una ragazza Serpeverde non interessarsi ai maschi di Grifondoro.

Dean Thomas mi piaceva però, con quel suo fisico asciutto e scuro, i capelli riccissimi.

Non avevo voglia di ragionare sul fatto che fosse Mezzosangue, Grifondoro, amico di Potter… mi piaceva e basta e quando la Weasley lo mollò per seguire il suo eterno amore, trovai il modo di avvicinarlo e baciarlo nella stessa giornata.

 

“E questo che cos’è? Il tuo suicidio sociale?”

 

Ovviamente Dafne aveva scoperto quel bacio quasi prima di Dean stesso. Non aveva tutti i torti, una storia con lui mi avrebbe isolato parecchio all’interno dei Serpeverde, ma a me anche già il termine storia sembrava troppo grande.

 

Non avevo una particolare necessità di sentimenti.

 

Ero sensibile ma piuttosto introversa e mi trovavo molto più a mio agio a cominciare la conoscenza con un ragazzo partendo dal contatto fisico di un bacio piuttosto che da un appuntamento standard.

Questo atteggiamento destabilizzava spesso i ragazzi delle altre casate ma ricordo che Dean ne rimase davvero esterrefatto: la mia audacia lo fece arrossire come un bambino.

 

Ma se da una parte era inorridito dalla mia schiettezza emotiva, dall’altra ne era indiscutibilmente attratto.

Dopo il nostro primo incontro e le nostre uniche tre parole “ehi. Come. Va.”ne seguirono molti altri, quasi tutti organizzati da lui.

Ci incontravano nei luoghi comuni a tarda notte inventandoci mille scuse con tutti e una volta lì ci abbracciavamo forte per primi venti-venticinque minuti, poi, trovato il coraggio di guardarci in faccia, ci baciavamo per il resto del tempo.  Quando eravamo stanchi rimanevamo in silenzio a tenerci per mano o facevamo piccoli discorsi, scambiandoci rare occhiate.

Evitavamo di parlare di tutto quello che poteva dividerci.

Nonostante le nostre precauzioni alla fine lo sapevano tutti, ma quanto è chiacchierona Hogwarts? Ripensandoci forse abbiamo sostato un po’ troppo davanti a certi quadri.

 

Ad ogni modo non durò il tempo necessario perché avvenisse un qualche salto di qualità né sul piano fisico né su quello emotivo.

Quando Dafne giudicò che il mio suicidio sociale presso i Serpeverde stava diventando anche il suo mi trascinò nel bagno di Mirtilla Malcontenta e mi riempì la testa di stronzate sul Sangue Puro, la Famiglia, il Signore Oscuro e poiché vide che non ero ragionevole a quello che diceva minacciò di far intervenire gli scagnozzi di Draco. Già, Draco.

Sapevo che lui e la sua piccola banda paventavano tanto di esercitarsi con il crucio.

 

“Li ho tenuti a bada fino a questo momento ma non intendo farlo oltre se non mi ascolti. Lo sai che ci vanno giù pesante, no?”

“Ma tu te lo ricordi che siamo sorelle io e te?”

“Non essere sciocca, Astoria. Tutto questo è molto più grande di me e di te”

 

 

 

Sì, il ragazzo misterioso di cui si vocifera a Malfoy Manor è proprio lui, Dean Thomas.

 

In questo momento mi trovo in bagno, in una delle tre lussuose sale da bagno della casa, immersa fino al collo di un’acqua calda rilassante aromatizzata alla rosa e cannella, i capelli legati in una cipolla alta, per non farli bagnare. È un’acqua speciale: non ha proprietà solo rilassanti (stesso effetto di una dose di benzodiazepine, pare) ma sta anche facendo effetto sulle mie ferite fisiche e non mi dispiace affatto.

Beh, aveva ragione Dafne: Draco Malfoy non ci va giù leggero. Abbiamo combattuto in maniera estenuante per quasi tutto il pomeriggio quando la stanchezza, maledetta, ha prevalso su di me, ho mostrato il fianco e la sua maledizione è arrivata puntualissima.

Credo di essermi schiantata sul muro di cinta.

Dico credo perché l ‘ultima cosa che ricordo dello scontro è un dolore fortissimo impossibile da localizzare, un grosso fischio risuonarmi in testa e poi nient’altro. Sono svenuta e qualcuno deve avermi portato a letto; quando ho riaperto gli occhi c’era una nuova vestaglia di seta per me e un piccolo bigliettino con su scritto: fai il bagno. Erba medicamentosa.

Ed eccomi qua tra la schiuma, mezza addormentata, drogata (sicuramente sarà molto di più di una dose), stordita dal caldo e dalla voglia di dormire, a ripensare a Dean e a quello che sarà di lui.

 

 

Ci siamo incontrati per caso, io uscivo da un negozio, lui ci entrava.

La sorpresa di rivederci è stata tale che lui mi ha offerto una burrobirra.

Io ero già promessa a Draco. Quando glielo dissi, lui mi baciò.

Sono certa che parte di quel bacio e del resto che seguì fu per Dean una piccola vendetta personale: tutti sanno che fu torturato, a Malfoy Manor; pensava di ripagare Draco con la stessa moneta offrendogli una piccola, personale tortura?

 

La cosa fa solo ridere se consideriamo che proprio Draco ha appena tentato di uccidermi.

 

 

“Non devi farlo, sai.”

 

Complessivamente io e Dean siamo stati insieme solo tre volte, anche se ci vedevamo quasi tutti i giorni. Io non ero convinta di quello che stavamo facendo ma quando insisteva per vederci, domani e il giorno dopo e quello seguente, la sua allegria era tremendamente convincente e la mia voglia di evasione dalle grigie stanze di Malfoy Manor fece il resto.

Inoltre scoprii quasi subito che stare con lui all’aria aperta e alla luce del sole era molto più divertente che frequentarlo di notte, nei corridoi di Hogwarts.

Ma per quanto fosse magnifico, lui non mi riuscì mai a raggiungermi.

La sua vicinanza mi regalava calore e affetto nello stordimento del mio imminente matrimonio, come un dolce anestetico che ti allontana ma non ti guarisce, neanche un po’.

 

“Sposare Draco, intendo.”

 

“Perché non dovrei?”

 

Avevamo appena fatto l’amore. Io fissavo il soffitto con i capelli sparpagliati e il volto pallido, lui sembrava un Bronzo di Riace tra le coperte di seta.

 

“Perché…. Meriti di meglio. Draco è un buco nero, Astoria. È una persona incompiuta e profondamente egoista, non sarà capace di starti accanto né di renderti felice. Puoi ricominciare, se vuoi. Tu sei diversa.”

 

“Invece no.”

 

 

Forse mi sono leggermente addormentata perché quando sento bussare forte alla porta del bagno, sussulto, nella vasca. “è occupato!” rispondo, ma la porta si apre ugualmente. “Ma che …!”

“Stai tranquilla non sono venuto per darti il colpo di grazia, se è quello che pensi.”

Si tratta di Draco, ovviamente.

“Non te l’ha insegnato nessuno che è maleducazione entrare quando qualcuno risponde occupato?”

Sogghigna e si siede sul water, con noncuranza. Noto con piacere che anche lui ha dipinto in faccia qualche ricordino del nostro recente scontro: una leggera bruciatura proprio sopra il sopracciglio destro.

Vorrei fargli una sagace battuta su quanto assomigli a Potter, in questo momento, ma la ricaccio velocemente in gola: non so quanto possa essere saggio provocarlo adesso che sono solo una testa che emerge da un mare di densa schiuma bianca.

“Ti prendo qualche minuto solo per comunicarti le ultime news.” Rilancia lui abboccando da una sigaretta che poco fa non avevo notato. Nell’altra mano, ha una bottiglia di vino rosso, appena aperta.

“Fai in fretta, sono occupata

“Ho parlato con mio padre… il contratto prematrimoniale che hai firmato è abbastanza chiaro in fatto di tradimenti. Cara, stupida Astoria, visto che ci sono diversi testimoni che possono dichiarare di averti vista con quello stronzo di Dean Thomas…”

“Ti assicuro che quando scopavamo eravamo soli. Dubito che i tuoi testimoni possano dire qualcosa in merito.”

Lo vedo irrigidirsi e ammetto di sentire un brivido arrampicarsi sulla mia schiena. Improvvisamente l’acqua del bagno mi sembra così fredda e malsana che vorrei solo scappare dalla sua morsa gelida.

Perché lo sto provocando di nuovo? Mi ha quasi rotto l’osso del collo ed ero armata, cosa può farmi ora che sono inerme?

 

Draco posiziona rumorosamente la bottiglia di vino per terra e fa un altro paio di tiri. È vestito con dei jeans e una camicia nera, i biondissimi capelli spettinati sulla fronte.

“Non è corretto. La locandiera che vi ha accompagnato verso la stanza dell’ultima sveltina avvalorerà la mia ipotesi, tu che dici?” Non posso che restare in silenzio “Dunque, ritornando al nostro contratto, se io denuncio il tuo tradimento alle nostre famiglie rendendo ufficiale la rottura dell’accordo da parte tua… con tutti i testimoni del caso, ovviamente, io ho diritto ad intascare la tua dote senza doverti più sposare.”

È finita.

Il cuore manca di un battito e sono sicura di stare praticamente a bocca aperta. È finita. Sono libera?

“Voglio… voglio uscire dall’acqua.”

 

Stranamente, Draco mi accontenta. Con un gesto scattoso tira la tendina per lasciarmi la mia privacy e quando intuisce che sono in piedi mi porge un accappatoio color glicine per coprirmi.

I miei movimenti sono afinalistici. Non riesco a pensare.

La tendina si apre nuovamente.

Draco fuma ancora ma ogni tanto intervalla con un sorso di vino. È ancora seduto sul water, con le gambe leggermente aperte.

Io appoggio il sedere al bordo della vasca. “Passami la bottiglia.”

Lui ghigna. “Non c’è nulla da festeggiare. Non ho intenzione di scindere il contratto.”

Non so perché ma mi esce una delle mie risate isteriche da stress. “Oh questa è bella. Cos’è, sei impaurito dalla reazione di mamma e papà? Ti vergogni troppo ad ammettere che non sei stato in grado di tenerti una donna in casa? Non c’è problema! Lo farò io, Malfoy! Denuncerò io la cosa ai nostri genitori.”

“E poi che farai? Scapperai con quello stronzo di Dean Thomas per riabilitarti al mondo?”

 

Onestamente ci ho pensato tante volte: Dean non sarebbe mai stato l’amore ma è nello schieramento giusto, con lui potevo ricominciare. Ha dei sentimenti sinceri per me, niente del dominio e possesso coniugale di Draco e io col tempo avrei imparato ad apprezzare la sua gentilezza e il nuovo slancio sociale che sposare un vincitore mi avrebbe portato.

Ma adesso che sento il mio progetto uscire dalla sua bocca, mi rendo conto di quanto sia assurdo.

“Non è questo.” Mento. “È che… non dobbiamo farlo, sai? Non dobbiamo sposarci per forza. Abbiamo l’opportunità di rompere tutto... Dai, che senso ha sposarsi? Noi ci odiamo!”

Scrolla le spalle. “Sei tu che mi disprezzi”

Mi fissa con i suoi occhi grigi, cupi, alla ricerca di una risposta che mi muore in gola. Lo odio? Lo disprezzo davvero?

Fa un nuovo sorso di vino e io lo imito.

So a che si riferisce. Durante lo scontro gli ho gridato che nella vita non ha mai onorato nessuno, nemmeno se stesso.

Non posso negare di pensarlo ma nemmeno posso negare che non sia un’affermazione che non si addica anche a me. O alla maggiorparte dei Serpeverde che conosco.

Improvvisamente mi sento tremendamente in colpa per quelle parole.

“Non rompiamo niente.” Dice infine. “Ci sposiamo e basta. Dimentica di Dean Thomas o anche il mondo si dimenticherà di lui.”

È una minaccia. “Che gli hai fatto?”

“Io niente, ma tuo padre ha trovato il modo di fare pressioni affinché venga trasferito come Auror di frontiera. Non c’è bisogno che lo saluti, mi sono assicurato che sapesse che gli dicevi ciao

Chissà quale reazione si aspettava da me.

Torna a scrutarmi con i il suo sguardo progressivamente meno lucido alla ricerca di ogni più piccolo indizio sui miei pensieri.

“Okay.”

È l’unica cosa che riesco a dire.

“E adesso basta con tutte queste stronzate.”

Con un gesto iracondo, Draco mette mano alla cinta del mio accappatoio, disfà velocemente il nodo e, violentemente, lo spinge all’indietro, facendolo cadere sul freddo pavimento di marmo.  Io resto di nuovo inerme sotto il suo sguardo, con il cuore che martella ad un ritmo inquietante nella testa, così forte che potrei svenire di nuovo.

Fa l’ultimo tiro alla sua sigaretta, la spegne alla bell’e meglio e mette mano ai suoi vestiti, slacciando velocemente la camicia nera. È abbastanza ubriaco, lo capisco da come fatica a passare da un bottone all’altro.

Rotto per rotto, penso che tutto sommato non farà male nemmeno a me un po’ di vino e seppur temendo un effetto additivo con i tranquillanti, mi attacco alla bottiglia ingurgitando sorsi abbondanti dell’aspro liquido scuro. Quando mi stacco, Draco mi è già addosso.

Non faccio quasi in tempo a rendermi conto che sia nudo visivamente, ma lo sento al tatto e la cosa mi fa tremare. È ben diverso da quella sera in cucina, quando avevamo solo voglia di fare un po’ di sesso per allentare la crescente tensione tra di noi, questa volta è un incontro più amaro, tra due persone volutamente stordite che fanno appello alla fisicità per trovare un appiglio, un punto di partenza.

 

Draco vuole farmi sua ed è arrabbiato perché pur potendo, pur avendomi lì da un mese non l’ha mai fatto (e nel frattempo qualcun altro è arrivato a me) e pure io ce l’ho con lui, forse proprio perché ha aspettato così tanto.

Pensava di lasciarmi a digiuno per sempre? Di sposarmi e farlo solo dopo? Che non fossi abbastanza donna per lui?

È chiaro che l’ebbrezza e la passione stordiscono i miei ragionamenti. Mi stupisco quasi che sia ancora possibile per il mio cervello formularne, mentre la bocca di Draco imprime violenti marchi sul mio collo.

Lo sento premere sul mio ventre e la lucidità scompare del tutto dalla mia mente.

Mi stringo forte a lui premendo i miei seni arrossati dalle sue mani al suo torace, lui mi solleva, prova a prendermi, in piedi, ma l’alcool lo rende incerto sulle gambe, così mi sposta a terra, sul marmo color ghiaccio del suo lussuosissimo bagno e finalmente accade.

Finalmente sono sua. Non so dire se mi piace o no. È un incontro strano, abbiamo tutti e due il sensorio alterato ma l’alcool non può nulla sua virilità, Draco sembra confermare la sua fama di amatore ma in realtà posso dire solo sembra perché mi gira forte la testa e quasi non riesco a reggere il piacere che mi procura.

Penso che a breve si staccherà ma mi sbaglio perché quando arriva al culmine lui stringe forte le sue mani intorno ai miei fianchi e resta dentro di me, fino alla fine. È una cosa nuova per entrambi, questa, e leggo anche nei suoi occhi che non si aspettava che fosse così totalizzante.

Siamo sfiniti. Ansima ma noto che sta riacquistando lucidità perché è in imbarazzo e cerca con lo sguardo la bottiglia di vino, per allontanarla di nuovo.

No.

Questa volta no.

Faticosamente mi tiro su a sedere e gli blocco la mano prima che la raggiunga. Lui mi guarda ed ha un’espressione che non ho mai e, giuro, dico mai visto sul suo viso. Quel genere di espressioni che ti sciolgono dentro e da cui diventerei dipendente.  “Voglio bere.” Mi dice ma io accorcio le distanze e lo bacio.

Mi allontana.

Lo immaginavo.

Un bacio al di fuori della passione per lui non ha modo di esistere. Cerca di allontanarmi di nuovo ma io, seppur delusa, non mollo. Lo prendo per mano e gli faccio cenno di entrare in vasca. Cambio l’acqua (quella mia, con il tranquillante infuso, scende lungo lo scarico) e di nuovo lo invito ad entrare, senza pronunciare parole.

Sento che ormai siamo entrambi a pieno contatto con la realtà e la cosa rende l’aria veramente imbarazzante. Ma se lo lascio andare adesso, sento che non lo recupererò più. Non posso puntare sulla tenerezza (per ora), allora ritorno sul sesso. È ora che anche io dimostri qualcosa.

Nonostante tutto, vuole sposarmi. Potevamo recidere tutto, poteva riprendersi con un soffio la sua vita e la sua casa, tutta per sé, eppure non lo vuole.

Quasi non riesco a capirlo e non capisco nemmeno me stessa, che mi sento sollevata dalla sua decisione.

Una volta in vasca, siamo molto distanti. L’imbarazzo è palpabile ed io cerco di accorciare le distanze con un piccolo massaggio sul suo torace, con una delle magnifiche spugnette che ho scovato durante questo mese, e mentre le mie mani viaggiano delicate lungo il suo corpo tornito, sento la tensione sciogliersi e la sua muscolatura rilassarsi.

Io non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, invece sento il suo sguardo che mi fissa intensamente.

Alla fine, quand’è il momento, ci amiamo di nuovo. Sono io a condurre, seduta sopra di lui, lo sento gemere sotto di me e le sue mani stringono rabbiosamente il mio corpo ancora una volta.

 

 

 

È mattina.

Il sole illumina la mia stanza e il mio corpo nudo stretto tra lenzuola color lavanda. No, io e Draco non abbiamo passato la notte insieme. Ci siamo amati di nuovo, però, nel mio letto e lui deve aver aspettato che io m’addormentassi prima di ritornare nel suo, perché l’ultima cosa che ricordo è proprio il suo viso, schiacciato al mio cuscino.

Mi sento completamente distrutta, non c’è un muscolo che non reclami una di quelle pozioni magiche che ci davano ad Hogwarts quando l’attività fisica ci spezzava le gambe.

Improvvisamente noto qualcosa vicino a me.

Sobbalzo.

Sembra un uovo, è grande almeno quanto uno di struzzo ma color cremisi. “Ma che diavolo….”

C’è un biglietto.

 

“è un Compsognathus, un piccolo dinosauro, viene dalla Romania. Ti ho lasciato in cucina tutta la documentazione per allevarlo. È domestico. Per te. ”

 

Sorrido.

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Diomache