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Autore: kiara_star    22/11/2008    8 recensioni
I nostri eroi come ragazzi comuni in una realtà contemporanea. Fra cellulari, sbronze e tradimenti, affronteranno le piccole sfide di ogni giorno. (Pairing principale ZoroxSanji ma ci sono anche altri pairing) spero vi piaccia ^__^
Storia Incompleta
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Salve gente, questa volta voglio proporvi una fic diversa, anzi “alternativa” sarebbe il termine adatto, perché è un Alternate Universe (AU). Non ne ho mai scritte però quest’idea mi saltellava nella testa già da un po’  ^__^

Come già annunciato nell’introduzione, il pairing principale sarà il solito cioè ZoroxSanji, però avrà a contorno una bella serie di coppiette ;D

Non so quanto sarà lunga perché voglio vedere se vi piacerà. Perché il piacere dei lettori è primo! (dopo il mio ovviamente XD)... 

Ecco il primo capitolo, alcuni personaggi entreranno più avanti nella storia.

Ho cercato di mantenere i loro caratteri originali, ma per alcuni è stato inevitabile cambiarli un pochino (chiedo scusa già da ora ç__ç)

Fatemi sapere se vi piace o è meglio cestinarlo subito

Kiss kiss    Chiara

 

 

Rock n’ love

 

 

La sveglia stava suonando già da un quarto d’ora ma evidentemente Sanji non aveva intenzione di starla a sentire, oppure quella mattina aveva voglia di un concertino “squillante”. Il caro Pauly della stanza accanto non era dello stesso parere, e ci impiegò poco prima di iniziare a prendere a pugni la parete che divideva le loro stanze.

-Maledetto spegni quell’affare! – continuava a sbraitare, ma quel fastidioso ticchettio non smetteva. La sera prima aveva lavorato fino a tardi e ora aveva voglia di dormire! Continuò a battere il pugno contro la parete nella speranza di farla crollare. Così ci avrebbe messo due secondi per strangolare quel odioso vicino! Ma nulla.

Che quel maledetto rompiscatole fosse morto? Sarebbe stata una manna dal cielo, non lo sopportava più! Non sapeva se odiasse più lui o quella stupida sveglia.

Dopo alcuni minuti, un braccio stanco si sollevò da sotto le coperte mentre la mano tentava di trovare la sveglia sul comodino. Dopo aver scaraventato a terra le sigarette, e anche una lattina vuota di birra, finalmente le lunghe dita raggiunsero il pulsante dell’off, così da mettere fine a quel casino mattutino. Un ringhiato “grazie” si udì dalla stanza accanto.

- Uffa che palle questo – mormorava Sanji rigirandosi fra le coperte. Stava ancora maledicendo suo zio per avergli trovato quella stanza, quando si ricordò che però non doveva pagare l’affitto. Era logico se non col cavolo che avrebbe resistito in quella topaia...

Sbadigliando sollevò il lenzuolo mettendosi a sedere. Grattandosi i capelli in disordine, guardò svogliatamente l’ora. Erano le otto passate. Ecco un altro motivo per odiare quel vecchiaccio...

Continuando a borbottare contro lo zio, si diresse in bagno e si mise sotto la doccia. Prima però, dovette spostare dal pavimento svariate lattine di birra. Quel casinista di Rufy gli aveva di nuovo messo sottosopra la casa. Ogni volta che aveva dei problemi con la sua ragazza finiva per riempirlo di chiacchiere. Si lamentava in continuazione perché era troppo gelosa e perché gli stava sempre col fiato sul collo, e quando Sanji gli suggeriva un efficace “mollala” lui si infuriava dicendo che era la donna della sua vita. Infatti alla fine facevano sempre pace e quello che restava a Sanji era una notte insonne e decine di lattine vuote. Sperava solo che stavolta non avesse fatto casini quando era ritornato a casa sua. L’ultima volta si era schiantato con la macchina contro un palo, perché era ubriaco perso... nel dubbio sarebbe stato meglio fargli uno squillo, ma non aveva neanche un centesimo nel cellulare. Vabbè, chi se ne fregava, se gli era successo qualcosa sicuramente lo avrebbe già saputo.

Finito di lavarsi si vestì alla svelta senza badare a quello che indossava, infondo stava andando a lavoro in un merdoso locale... Prese le chiavi dell’auto e uscì di casa. Quando passò accanto alla porta di Pauly, non poté che regalargli un bel dito medio, accompagnato da un caloroso “vaffanculo stronzo” .

Odiava quel vicino tanto quanto lo odiava lui.

Scese le scale e si infilò in macchina. Al primo semaforo il cellulare squillò. Guardò il nome sul display... sorrise sollevato.

- Ehi allora sei vivo – dall’altro capo una risata gli fece capire di sì

- Certo amico! Scusa se sono scappato ieri ,e che sono passato da Nami, sai abbiamo fatto pace... –

- Ma và? Sono contento – come se non lo sapesse già

- Ehi stai andando a lavoro ? –

- Secondo te? Quel coglione di mio zio mi uccide se tardo ancora... Tu invece –

- Io oggi c’ho lezione. Mi sa che abbiamo un compito di storia o matematica, non c’ho capito nulla perché ieri mi sono addormentato in classe –

- Che bella cosa... senti Rufy sono contento che sei tutto intero, ma ora ti devo lasciare. In bocca al lupo per il tuo possibile-compito -

- Grazie amico... Oh Sanji, magari dopo passo al locale. Salutami Zeff –

- Va bene –

Ma figurati se gli andava di salutare quel vecchiaccio...

Si infilò in cellulare nella tasca e scese dalla macchina (parcheggiata rigorosamente un metro fuori dalla linea).

Solo alla vista dell’insegna del locale mandò giù una bella imprecazione.

Svogliatamente entrò dentro. Dopo il tintinnio della porta una voce rude gli giunse alle orecchie.

- Brutto scansafatiche a quest’ora si arriva? – era il saluto gentile dello zio Zeff.

- Smettila di rompere vecchio. Già è tanto se sono qua – Sanji non gliele mandava certo a dire. Snobbando palesemente i richiami del “capo” si diresse nel retro. Indossò il solito grembiule e il cappellino e si mise subito dietro il bancone sbuffando sonoramente. Vendere hamburger e patatine non era l’aspirazione della sua vita, ma se voleva fare domanda per quello stage presso quella prestigiosa scuola per chef, era meglio mettere qualche soldo da parte.

Per fortuna quella mattina non c’era un gran viavai di gente, e l’unica cosa che gli allietava la giornata erano tutte quelle studentesse che lui si divertiva a punzecchiare. Sapeva di avere un certo ascendente sulle ragazzine, e questo lo divertiva.

- Allora Sanji... che ne dici se qualche sera di queste... beh, insomma... Ti andrebbe di uscire con me? – chiese timidamente una moretta. Sanji le strizzò l’occhio promettendole una fantomatica serata insieme.

- Smettila di perdere tempo e lavora! – il caro Zeff non perdeva mai occasione per richiamarlo.

Infastidito salutò la bella ragazza scusandosi per i modi poco cortesi dello zio. Che palle che era... Ogni giorno odiava di più sia quel posto, sia quel lavoro, sia quel vecchiaccio.

Fra un panino e l’altro intanto si erano quasi fatte le dodici, era tempo di una sigaretta. Quando stava per andarsi a prendere una pausa, il campanello sulla porta cigolò ancora.

- Buongiorno a tutti! – un sorridente Rufy entrò nel locale. Si diresse fischiettando verso il bancone e si sedette lanciando sullo sgabello accanto lo zaino.

- E tu non dovresti essere a fare un compito? – chiese poco sorpreso Sanji.

- Non mi andava...poi ho incontrato Usopp e ci siamo andati  a fare un giro – rispose scrollando le spalle Rufy. Poi su allentò la cravatta della divisa.

- Ancora con quel tipo... non mi sorprende che poi ti riduci così – mormorò poggiandosi con un gomito del bancone il biondo.

- Guarda che Usopp è un tipo a posto! Non capisco perché lo giudichiate tutti male... ho litigato pure con Nami per questo motivo – sospirò il ragazzo. Poi fece segno all’amico di dargli una cola e un sandwich.

- Io non lo giudico male, so solo quello che si dice in giro su di lui – rispose Sanji mentre gli preparava un panino.

- La gente non si fa mai i cazzi propri e sparla di tutto e di tutti – ringhiò Rufy bevendo la sua bibita.

- E poi non dirmi che tu credi a tutto quello che si dice... non sai quello che dicono di te... – ridacchiò ancora il moro. Sanji storse il naso porgendogli anche il sandwich

- E la maionese? – notò alzando un sopracciglio l’altro. Irritato Sanji aggiunse anche la maionese

- E comunque sentiamo... che dicono di me...- chiese il biondo porgendogli nuovamente il panino. Stavolta Rufy lo prese senza fare obiezioni.

- Beh... che sei uno che se la fa un po’ con tutti... donne, uomini... Aspetta come ti ha chiamato quello.. ah sì, un “promiscuo” – ridacchiò Rufy addentando il sandwich. Sanji rise

- Beh, non è poi una cazzata tutto sommato – scherzò. Naturalmente non era così, non era uno che andava a letto con tutti, però che aveva tendenze bisex non era un mistero.

- Eh già... sei un promiscuo... che cazzo di parola! – continuò a ridersela Rufy mentre continuava a mangiare. Sanji si guardò attorno. Non c’era quasi nessuno. Ne approfittò per accendersi una sigaretta. Quel vecchio non si vedeva da un po’, forse era andato a fare qualche commissione. Meglio così, averlo fra i piedi era davvero seccante. Mentre stava raccontando altre “dicerie” sul suo conto, il cellulare di Rufy squillò.

- Cazzo è Nami... – mormorò il moro.

- E allora? Rispondi – esclamò fumando Sanji. Rufy non pareva dello stesso avviso. Di sicuro non le aveva detto che aveva fatto sega a scuola.

- Questa adesso mi rompe sul fatto che non devo fare troppe assenze. Che palle... – sbuffando il moro spense il cellulare gettandolo nello zaino.

- Guarda che la colpa è la tua. Se non ti facevi seccare due volte a quest’ora eri già diplomato... non capisco come una come Nami possa stare con uno come te – sentenziò Sanji sornione.

- Non è colpa mia... comunque stavolta devo farcela per forza! Mio nonno m’ha detto che se mi seccano ancora mi manda in accademia da lui! Meglio la morte... – sospirò avvilito Rufy poggiando la testa sul bancone. Sanji rise di gusto! Il vecchio generale Garp! Era una leggenda! Un rompipalle come lui batteva anche quel vecchiaccio di suo zio Zeff.

- Allora mettiti sotto  e lascia stare quel Usopp – gli consigliò Sanji

- Ancora? Usopp è un mio amico! Ma si può sapere che c’avete contro di lui? Che ha di così terribile? – sbuffò spazientito Rufy.

- Cos’ha? Allora, prima di tutto è un rasta che sta sempre fumato. L’altro giorno l’ho visto che parlava da solo con un cartellone della pubblicità... – affermò spegnendo la sigaretta Sanji.

- Seconda cosa, è uno che spara un sacco di cazzate! Ti farà trovare nei guai – aggiunse vedendo l’ultimo cliente uscire. Guardò l’ora. Era quasi tempo di chiudere.

- Sono solo cazzate. Se lo conoscessi meglio capiresti – esclamò Rufy mettendo qualche soldo sul bancone. Poi prese la cartella e se la mise su una spalla.

- Ci vediamo oggi Sanji – salutò l’amico ed uscì. Sanji scosse la testa. Rufy era come un fratello, ma aveva davvero poco criterio nel scegliersi le amicizie.

Mah, alla fine erano fatti suoi, non voleva dargli anche lui addosso, per questo ci pensava già Nami ...

Intanto una bestemmia si udì dalla cucina, e Sanji capì che Zeff era rientrato, chissà che cavolo aveva da lamentarsi ora... prima di sentirlo sbraitare contro di lui, si decise a chiudere.

Il tintinnio del campanello sulla porta lo avvisò dell’arrivo di due clienti.

- Mi spiace stiamo chiudendo – sospirò senza dar loro troppa attenzione, mentre alzava le sedie sul tavolo.

- Ehi amico. Voglio solo una coca. Una per me e una per il mio amico – esclamò un ragazzo. Sanji alzò lo sguardo verso di loro. Erano due tipi abbastanza “originali” con degli strani capelli colorati.

Uno abbastanza grosso, aveva un ciuffo terribile azzurro, mentre l’altro più magro, portava dei capelli di un verde inguardabile.

“I classici punkettoni sfigati” pensò fra sé e sé Sanji.

- Ok. Allora accomodatevi – non voleva che combinassero qualche casino nel locale. Li vide sedersi ad un tavolo e iniziare a parlare animatamente. Anzi solo quello con i capelli azzurri parlava, l’altro stava in silenzio e pareva ascoltarlo a malapena. Mentre preparava le due bibite non smise di fissare quei due. Soprattutto quel tipo dai capelli verdi.

Il giacchetto di pelle nera, lasciava intravedere una maglietta bianca stropicciata, mentre sotto i jeans strappati portava degli anfibi abbastanza rovinati. Quasi come era vestito l’altro grosso, però in più aveva tre orecchini all’orecchio sinistro, mentre il tizio con il ciuffo blu indossava degli occhiali neri. Non si poteva certo dire che passassero inosservati.

Forse li fissò un po’ troppo, fatto sta che il tipo dai capelli verdi si girò in malo modo verso di lui

- Ehi tu, si può sapere che cavolo hai da guardare? –

Sanji pensò che se voleva intimidirlo non c’era riuscito, però non gli andava di litigare sapendo che quel rompipalle di Zeff era di là. Così si limitò a scrollare le spalle.

- Io? Nulla – rispose tranquillamente. Poi si avvicinò a loro e gli porse le  due bibite dicendogli quanto era il conto. Il tipo dai capelli blu pagò con una banconota di taglio grosso.

- Bel cappellino amico! – ridacchiò. Il compagno dai capelli verdi sorrise e Sanji lo guardò infastidito con la coda dell’occhio.

- Devo vedere se ho il resto – rispose senza dar peso alla presa in giro del tizio grosso. Si diresse verso la cassa sentendosi osservato. Si voltò e non poté non incrociale lo sguardo del ragazzo dai capelli verdi. Sembrava volesse ucciderlo con gli occhi.

Senza dargli troppa importanza fece due conti alla cassa prendendo il resto che gli doveva, e tornò da quei due.

- Ecco a voi. Non vorrei mettervi fretta ma fra un po’ dovrei chiudere – li informò dopo avergli dato i soldi e se ne tornò dietro al bancone. Quei due però non parevano volersene andare.

Sanji si diede dieci minuti di tempo, dopo di che li avrebbe fatti schiodare con le cattive. Nel frattempo si accese un’altra sigaretta, poggiandosi con i gomiti sul bancone senza perdere d’occhio quei due.

Quello grosso continuava a parlare mentre l’altro ancora non aveva spiccicato mezza parola ma continuava ad annuire svogliatamente. Di tanto in tanto, però, Sanji notò che lo guardava di sottecchi.  Poco dopo si avvicinò all’orecchio di quello grosso e gli disse qualcosa. Questo rise girandosi a guardare anche lui Sanji.

Il biondo sentì di essere sul punto di scoppiare. Va bene fare una battuta sul quell’orribile cappellino, ma ora stavano proprio esagerando.

Prima che potesse dirgliene quattro li vide alzarsi.

- Grazie amico! Magari torneremo un’altra volta – e ridacchiando uscirono dal locale. Prima di varcare la soglia il ragazzo dai capelli verdi lanciò un’ultima occhiata a Sanji. Quest’ultimo sbuffò tirando un'altra boccata alla sigaretta. Che tipi odiosi... per fortuna se n’erano andati altrimenti non avrebbe frenato le mani.

- Ehi che cavolo stai facendo! Muoviti a chiudere idiota!– lo zio Zeff urlò dalla cucina. Sanji gettò la sigaretta a terra andando a finire il suo lavoro e maledicendo fra i denti quell’odioso vecchiaccio.

 

 

TO BE CONTINUED...

 

 

 

Allora come vi sembra? Una cazzata colossale?

Spero di no  ^__^ 

 

Comunque confido nel vostro supporto anche questa volta e vi do appuntamento al prossimo capitolo!

xxx

  
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