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Autore: leila91    18/01/2015    16 recensioni
" [...]Bella e fredda, come una mattina di pallida primavera, e non ancora maturata in donna [...]"
Ciao a tutti!
Questo lavoro ripercorre tutta la vita di Dama Eowyn, uno dei personaggi a mio parere più belli che Tolkien abbia mai creato.
Partendo dalla sua infanzia, passando per l'adolescenza trascorsa al palazzo di suo zio Theoden, fino alle vicende narrate nel Signore degli Anelli: l'incontro con Aragorn, lo scontro con il Re Stregone e la sospirata felicità trovata con Faramir.
Per gli avvenimenti pre!LOTR mi baserò quasi esclusivamente sulla mia fantasia, rispettando ovviamente ciò che il Professore narra nelle Appendici.
In alcuni punti si è reso necessario un mix tra movieverse e bookverse... Spero non infastidisca nessuno :)
Vi ho già scocciati anche troppo: spero di riuscire a trasmettere, a chiunque deciderà di seguirmi, il profondo amore che nutro per questo personaggio, e di renderle pienamente giustizia.
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Theoden, Theodred
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'arrivo della Speranza
 


Le cose non potevano andare peggio di così.
Imprigionato per aver cercato di difendere il Regno… poteva esistere qualcosa di più paradossale e ingiusto di questo?
Perché nessuno aveva fatto nulla? Éomer era il loro capitano, il loro futuro Re, ormai! Perché nessuno trovava la forza e il coraggio per fare ciò che era giusto?
Perché…
Éowyn era stanca di domandarsi il perché… stanca di tutto, oramai. L’intera situazione era diventata così tragica e sconvolgente da sembrare irreale, e da lasciarla paradossalmente indifferente. In uno stato di apatia simile a quello di suo zio, come se tutto quello fosse diventato troppo pesante da sopportare.
Le cose non sarebbero mai cambiate e non c’era nulla che lei potesse fare. Perché continuare a tormentarsi, dunque?
Sarebbe fuggita lontano in quello stesso istante, ma l’antica promessa fatta a Thèodred le rodeva l’animo e la coscienza come un tarlo. Non poteva, nel bene e nel male, abbandonare suo zio…
Dormire, tuttavia, le era ancora concesso… Sì, un lungo sonno senza sogni… Niente pensieri, niente parole, niente preoccupazioni… Solo per un po’, solo per poco…

Éowyn appoggiò le mani sul parapetto, sporgendosi lentamente in fuori.
Diverse nuvole oscuravano il cielo, ma l’elemento che più di tutti rifletteva la tempesta nel suo cuore, era il forte vento che soffiava impetuoso. Una delle verdi bandiere, raffiguranti lo stemma dei cavalieri del Mark, venne strappata via con violenza dalla sua asta, e trascinata lontano.
Éowyn la seguì con lo sguardo, la visione lievemente annebbiata dalla nuvola dorata dei suoi capelli, che le danzavano intorno al viso.
Fu allora che si accorse di tre cavalcature, che andavano avvicinandosi rapidamente alla Città.
Il suo cuore perse un battito quando riconobbe quella più chiara e veloce: Ombromanto!
 
* * *
 
Éowyn rientrò velocemente a Palazzo, con un tumulto nell’animo.
Non aveva dimenticato nemmeno un istante del suo incontro con Gandalf il Grigio: ogni parola da lui pronunciata era rimasta marchiata a fuoco nella sua memoria.
 
“Non perdete la speranza, coraggiosa signora. Voi non siete sola… Rohan non è sola”.
 
Ed ora, quando ogni speranza sembrava svanita, quando il mondo non le era mai apparso così buio ed ostile, eccolo ritornare!
Come se in qualche sconosciuta maniera avesse udito il suo silenzioso grido d’aiuto.

Éowyn sentì un improvviso calore invaderle il petto, mescolato allo stesso tempo a uno strano timore: come se avesse paura di illudersi ancora una volta e non osasse davvero sperare che quell’incubo potesse finire.

Ѐ solo un vecchio… Suo zio lo aveva già cacciato una volta: in che modo uno come lui avrebbe mai potuto aiutarla? 
E tuttavia non riusciva a smettere di sorridere.
 
 
Una combinazione di eventi le impedì di raggiungere immediatamente la sala del trono, e così, come l’ultima volta, arrivò quando la conversazione era già entrata nel vivo.
I toni erano parimenti accesi.
“La cortesia è alquanto diminuita nel tuo palazzo, Thèoden, figlio di Thèngel” sentì dire a Gandalf, e non potè che trovarsi d’accordo.
Grima sembrava essere finalmente in seria difficoltà, e la giovane ne gioì alquanto: quel viscido individuo aveva infine trovato pane per i suoi denti!
Gandalf il Grigio ribatteva con secchezza ed arguzia a ogni sua ingiusta argomentazione, e l’uomo pareva addirittura più pallido del solito.
Éowyn non avrebbe saputo dire se il tremore che lo scuoteva fosse dovuto alla rabbia o alla paura.
Probabilmente a entrambe.
La giovane si concentrò poi sui compagni del Grigio Pellegrino: erano in tre. Un Nano, fuor d’ogni dubbio, minuto e fiero, con una lunga e folta barba rossiccia; un Elfo, alto ed etereo, con le caratteristiche orecchie a punta di cui aveva tanto sentito parlare, pur senza averle mai viste, e un uomo.
Pur essendo l’unico appartenente alla sua stessa ‘razza’, fu proprio costui a colpire maggiormente Éowyn, che rimase a fissarlo, piena di meraviglia.
 
Era alto, molto più alto rispetto agli uomini di Rohan.
Éomer, che non era certo minuto, sarebbe quasi potuto passare per un ragazzino al suo confronto.
Éowyn non avrebbe saputo dirne con certezza l’età: doveva certamente aver visto molti più inverni di lei, ma allo stesso tempo pareva nel fiore degli anni, e nel pieno del suo vigore.
Il bel viso era segnato dall’intemperie e dalla stanchezza, come se avesse percorso a piedi decine di miglia.
I capelli erano scuri, come pure la barba che gli ricopriva il mento. Gli occhi invece, severi e penetranti, erano grigi come i suoi, caratteristica che colpì la giovane.
Così come i suoi compagni, indossava un curioso mantello, dal colore non ben definito e di una fattura particolare, che Éowyn non conosceva.
“Dei cenci Elfici” li aveva definiti poco prima Grima.
C’era qualcosa in lui… qualcosa di diverso, che Éowyn non riusciva a spiegarsi, così come le era capitato durante il primo incontro con Gandalf.
Era come se quell’uomo fosse circondato da un alone di mistero e regalità, mischiate tra loro.
Éowyn si rese conto che doveva essere rimasta a fissarlo più di quanto avesse inizialmente intenzione, perché anche lui la stava guardando di rimando, e il suo sopracciglio si era alzato in maniera quasi impercettibile.

Éowyn arrossì lievemente, e distolse immediatamente lo sguardo riportandolo invece verso Gandalf e suo zio.
A quanto pare doveva essere stata persa nei suoi pensieri più di quanto immaginasse, perché la situazione si era alquanto evoluta: Grima giaceva a terra, privo di sensi.
 
 
“Ridestati, Signore del Mark!”
La voce di Gandalf tuonò, sicura e autoritaria: “Troppo a lungo sei rimasto seduto nelle ombre, fidando in racconti contorti e suggerimenti disonesti. Abbandona le tenebre, abbi fede, e respira di nuovo l’aria libera, amico mio!”
Thèoden si alzò lentamente, come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno.
Éowyn gli fu accanto in un battito di ciglia: si fermò poi, incerta su come comportarsi. Fu suo zio a fare la prima mossa: una luce limpida e sincera brillava di nuovo nei suoi occhi, e sulle sue labbra aleggiava un dolce sorriso. Un sorriso che Éowyn aveva quasi scordato, e che temeva di non rivedere mai più.
Thèoden le accarezzò dolcemente una guancia: “Conosco il tuo viso… Éowyn!”

Éowyn riuscì a stento a trattenere le traditrici lacrime di felicità, mentre abbandonata ogni riserva, stringeva forte a sé il sovrano di Rohan.
 
 
Sostenuto dalla nipote, e accompagnato da Gandalf e da i suoi compagni, Thèoden uscì finalmente all’aperto, come non faceva da tanto, tantissimo tempo.
Il Re gettò infine via il bastone, respirando a pieni polmoni.
E la gente che passava lo vide, e le grida di giubilo giunsero fino alle porte di Meduseld, mischiandosi al fragore di alcuni tuoni, provenienti da Ovest.
 
“Cupi sono stati di recente i miei sogni” mormorò
Thèoden, “E ora vorrei che tu fossi giunto prima Gandalf. Ma no! Tu venisti in effetti, ma a quel tempo non ti seppi ascoltare… Mia è la colpa, se non fosse stato per me forse Thèodred…”
Éowyn sentì un groppo stringerle la gola al sentir nominare il cugino, e al pensiero che suo zio potesse ingiustamente ritenersi responsabile di quanto avvenuto.
“Non ha senso recriminare ora su quanto accaduto” lo interruppe Gandalf, “Saruman ha tessuto scaltramente la sua rete, e il suo viscido servo è pienamente riuscito nell’intento di annebbiarti la mente. Ma non tutto è perduto, amico mio. Possiamo ancora onorare tuo figlio, facendo in modo che non sia morto invano” .
Thèoden annuì, deciso.
“E ora mio Signore, credo che le tue dita ricorderebbero più facilmente la loro antica forza, se afferrassero l’elsa di una spada”, continuò Gandalf.
“Prendi la mia, Sire!”, disse una limpida voce, “Ѐ sempre stata al tuo servizio”
Éowyn si girò col cuore in gola, e rapida come un fulmine, corse ad abbracciare il fratello.
 
* * *
 
Era stato Hama, la sentinella che aveva accolto il Grigio Pellegrino a Palazzo, a liberarlo, spiegò Éomer più tardi.
“Westu Thèoden hàl!” esclamò, “Ѐ una grande gioia per noi, vedere che hai ritrovato te stesso”.
“Figli miei…” rispose Thèoden, stringendo il braccio ad entrambi, “Potrete mai perdonarmi?”
“Non c’è nulla da perdonare, zio” replicò Éowyn, e suo fratello assentì, con un cenno del capo.
“Siete una benedizione” mormorò il Sovrano, di modo che solo loro due udissero.

“Temo sia giunto il momento di occuparsi di Grima” sbottò poi, rivolto a tutti gli altri.
 
Il pallido uomo venne condotto al loro cospetto ancora disorientato e tremante.
Le guardie che lo scortavano recavano seco anche Herugrim, la spada del Re, e asserirono di averla trovata nel baule del Vermilinguo, assieme a molti altri oggetti che gli uomini credevano perduti da tempo.
Grima si difese in ogni modo possibile: la parola ‘Menti!” fu quella che più volte scivolò dalle sue labbra.
Per metterlo alla prova Thèoden lo pose di fronte a una scelta: seguire il suo Re nella guerra imminente, dimostrando la sua presunta lealtà, o andarsene per sempre dal Regno, senza amicizia alcuna.
Ancora una volta Grima provò a giocare d’astuzia, e con voce untuosa e suadente si offrì di rimanere ad Edoras in sua assenza, quale amministratore fedele.
 
Fu troppo per Gandalf:
“Giù serpe! Striscia sul ventre!” tuonò con voce terribile,“Da quanto tempo ti sei venduto a Saruman? Qual era la ricompensa promessa? Morti tutti gli uomini avresti preso la tua parte del tesoro, e la donna dei tuoi desideri? Troppo spesso l’hai osservata con gli occhi socchiusi, troppo a lungo hai seguito i suoi passi!”
 
Un rivolo di sudore gelato le corse lungo la schiena, ed Éowyn si rese improvvisamente conto Gandalf che si stava riferendo a lei.
E così tutto ciò che aveva temuto era vero: la giovane trattenne un conato di vomito, e si sentì assalita dalle vertigini, al pensiero del pericolo corso.
Éomer, al suo fianco sembrava sul punto di voler sfoderare la spada da un momento all’altro: “Lo sapevo” sibilò con rabbia, “Mi sarebbe bastato per ucciderlo tempo fa”
“Sono al sicuro adesso” gli bisbigliò Éowyn, cercando di calmarlo.
“Non importa, io lo ammazzo questo disgustos-”
Ma Grima, approfittando della confusione generata da quella rivelazione, non aveva perso tempo, e dopo aver sputato ai piedi del Re, aveva eluso le guardie, balzando giù dalle scale.
 
“Inseguitelo!” disse Thèoden, “Badate che non faccia del male a nessuno, ma non ostacolatelo, e dategli un cavallo, se vuole andarsene”
“E se ve n’è uno disposto a portarlo” soggiunse Éomer.
“E ora venite, ospiti miei!” esclamò il Re, rivolto a Gandalf e agli strani viandanti, “Approfittiamo del poco ristoro che ancora ci è concesso”.
 
 
* * *


 
Éowyn vide suo fratello fermarsi a conversare con i tre compagni dello Stregone.
Sembrava conoscerli piuttosto bene, pensò la giovane, perplessa: com’era possibile?
L’uomo, di cui Eowyn ancora non sapeva il nome, gli stava porgendo il braccio: Éomer lo strinse con entusiasmo, come si faceva tra vecchi amici.
 
Rientrarono tutti insieme poco dopo nel grande salone, dove Thèoden aveva dato ordine di servire un pasto veloce.
Éowyn si avvicinò velocemente ad Eomer, in preda alla curiosità: “Fratello… Tu conosci quegli strani compagni?”
Éomer annuì e le rispose: “Li ho incontrati lo stesso giorno che ho lasciato Meduseld per inseguire gli Orchi. Erano a piedi, e rincorrevano il branco a cui anche noi davamo la caccia. Sostenevano che quelle bestie schifose avessero rapito due loro amici”.
“Ma quali sono i loro nomi?” volle sapere 
Éowyn.
“Il Nano si chiama Gimli, e l’Elfo Legolas” fu la risposta.
“E l’uomo?” Éowyn sperò con tutto il cuore che la voce non l’avesse tradita, mentre poneva l’ultima domanda, perché lei era certa di averla sentita tremare.
Éomer esitò prima di rispondere, come se fosse a conoscenza di un grande segreto, e non sapesse se fosse o meno il momento di rivelarlo.
“Aragorn, figlio di Arathorn. Erede di Elendil e possessore di Anduril, la Lama che fu Spezzata” disse infine, prima di sedersi al tavolo.
 
L’erede di Isildur!
 
Éowyn rimase basita per alcuni secondi, e dimentica del mondo circostante.
Le leggende prendevano vita, proprio davanti ai suoi occhi! Quante volte, durante l’infanzia, suo zio le aveva narrato la storia della caduta di Gondor… Di come la stirpe dei Re venne spezzata! E ora davanti a lei, vestito con i panni più strani e meno regali che si potessero immaginare, stava il legittimo erede di quell’antica e distante dinastia!
Non c’era da stupirsi che le fosse sembrato tanto diverso! Che avesse percepito quell’aura di potere latente, tutto intorno a lui…
 
In neanche mezza giornata la sua vita era di nuovo cambiata completamente.
E mentre osservava Aragorn conversare con Gandalf e suo zio, Éowyn sentì il cuore riempirsi passione e speranza.
 
 

 
 
   
 

 

Benni’s Hole:
Ciaoooooo a tutti! E buona Domenica =)
Per la nostra gioia è finalmente arrivata la Compagnia, ziiiii (con un certo Ramingo al seguito…)
Come avrete potuto notare sto continuando a seguire la ‘linea libro’ sebbene abbia mischiato in alcuni punti le battute.
Or dunque che ne pensate? E che mi dite di Aragorn? Lo so, si è visto pochissimo ma vi prometto che troverà presto più spazio…
Bien, vi saluto :*
E come sempre un grazie di cuore a tutti i lettori, alle recensiste (quando ho visto il contatore arrivare a 100 sono andata in iperventilazione *-* grazie grazie grazieeeeeeeeee) e a chi mi preferisce/segue/ricorda.
 
Alla prossima gente, un bacione!
 

Benni

Ps: sì, la banalità del titolo è dovuta all'arrivo di Aragorn -.-... Non sono buona con i titoli, io...
   
 
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