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Autore: Switch    18/01/2015    1 recensioni
Quattro OS sulla Raphibel che si collocano tra la seconda storia e la terza, solo piccoli momenti dolciosi per allietarvi dopo che vi ho fatto dannare e in vista di nuove avventure che chissà cosa porteranno!
Enjoy!
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
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Dicembre, con la sua aria frizzante e gelida era infine arrivato, carico di promesse come di regali. Il rifugio era un fermento di preparativi, Isabel non si era risparmiata un secondo ad addobbare e canticchiare, abbellire e preparare, nei tempi vuoti tra le lezioni, coinvolgendoli tutti, in un clima che sapeva tanto di cartone animato della Disney. A volte Mikey scherzava che prima o poi si sarebbe messa a cantare e qualche scoiattolo e cerbiatto sarebbe sceso fin laggiù per aiutarla coi lavori.
Lei rideva delle sue battute. Ma in effetti, quando non rideva, ormai? Era completamente euforica per le imminenti festività e la prospettiva di passarle assieme a loro, come una vera famiglia.

Solo una cosa sembrava adombrare la sua felicità: la neve, o meglio la sua mancanza. Ogni notte Raphael la trovava sul tetto della rimessa per auto che nascondeva l'ingresso all'ascensore, col naso per aria e gli occhi pieni di attesa.
La neve, diceva, doveva cadere, perché lei doveva rispettare una promessa.
Ma natale si avvicinava a grandi passi e di fiocchi di neve non ce n'era nemmeno l'ombra e nelle previsioni meteo niente faceva supporre che ci sarebbe stato un cambiamento in tal senso.

Comunque, Isabel aspettava, pazientemente.
Aspettava, aspettava, aspettava.


Il rifugio era ingombro di scatole e valigie, nemmeno fosse diventato d'un tratto uno scalo di aeroporto: c'era Donnie che di tanto in tanto controllava nei lati le scritte che indicavano cosa contenessero e poi passava a leggere con scrupolo una lista ben compilata e ordinata, dove annotava in fondo ciò che si ricordava all'ultimo secondo.
Mikey” chiamava poi, “hai preso gli ingredienti per la torta?” domandava, per esempio.
La voce del fratello arrivava dalla cucina, indaffarata e distratta, attenta solo per metà.

Raphael si chiedeva come fosse possibile, ogni anno, ripetere sempre lo stesso scenario: in vista della loro permanenza alla fattoria Jones, tutti impazzivano per fare pacchi e pacchettini e non dimenticare nulla di ciò che servisse.
Donnie doveva assolutamente portare le sue ultime invenzioni per lavorarci come un matto anche mentre erano in vacanza; Mikey non poteva lasciare a casa i suoi fumetti preferiti, almeno una cinquantina, da rileggere fino alla nausea nei tempi morti, che per lui era praticamente sempre; perfino Leo non era immune, con il suo valigione di prodotti per l'affilatura e la manutenzione delle spade, cosa che faceva praticamente di continuo, dato il periodo di calma delle feste.

Lui, Raph, doveva in genere portare solo i regali e il suo bagaglio di brontolii per tutti. In genere era quello che faceva, anche se quell'anno, in vista del suo primo natale con Isabel, anche lui si era un po' fatto prendere la mano.
Ma comunque nulla in confronto a loro.
Perciò, mentre tutti andavano e venivano con i loro bagagli, lui ne approfittava per allenarsi nel dojo, in silenzio e pace, finché non fosse arrivato il momento di partire.

Su. Con un grugnito per lo sforzo. E poi giù, trattenendo il fiato nel momento di massima trazione, di bruciore nella tenuta, nel muscolo che si tendeva.
Su e poi ancora giù.
A quanto era arrivato? Trecentonovantadu... tre... aveva perso il conto, dannazione. Pompò ancora una volta verso l'alto i bicipiti, ricontando le flessioni da uno, con rassegnazione.
Su, e poi giù.

Era talmente concentrato che quasi non udì la porta del dojo che si apriva, col suo flebile cigolio. Di certo l'assenza di alcun rumore di passi lo convinse che se l'era solo immaginato e la mente ritornò a contare le flessioni a terra, assorta.
Sei, giù, sette, giù, otto, giù, i muscoli chiedevano pietà ma non poteva fermarsi, dieci, giù.
Su, il viso di Isabel al contrario, che lo guardava con gli occhioni trepidanti.
Quasi perse la presa e il conto, sorpreso.

Cosa stai facendo?” la apostrofò, fermandosi e sollevando il viso verso di lei, che fluttuava a mezz'aria a testa in giù. Il suo sorriso sornione era davvero buffo, ma stranamente inquietante.
Sta per nevicare!” annunciò, la voce euforica che rimbalzò ovunque nel dojo vuoto.

Raphael ridiscese giù, continuando le flessioni, lasciandola lì a galleggiare pigramente in attesa di una sua reazione.
Il meteo dice che non nevicherà” rispose alla terza risalita, guardando nel suo viso pieno di disappunto.
E invece nevicherà. Sta per nevicare. Andiamo a vedere” incalzò Isabel ostinata, mettendo le mani sotto il suo mento e tirando verso l'alto, rischiando di strozzarlo.

Non nevicherà. Il tempo è troppo caldo e instabile per nevicare” esalò senza voce Raph, facendo forza per contrastare la sua presa.
E vieni a controllare allora!” si impuntò lei, decisa.

Non posso. Devo finire l'allenamento e poi andare ad aiutare Casey col motore del furgone, è già tardi. E tu dovresti andare a studiare, invece” la rimproverò, continuando nel suo esercizio, senza prestarle troppa attenzione.
Sapeva che Isabel non aveva avuto alcuna possibilità di svago nei mesi precedenti, troppo concentrata sulle lezioni di medicina che diventavano sempre più complesse e stancanti, -passava le serate a guardarla studiare mentre ne approfittava per allenarsi, pur di stare un po' assieme,- ma anche se avrebbe voluto lasciare tutto e accontentarla, doveva in realtà uscire per cercare il suo regalo, come faceva ormai ogni giorno dicendole che andava da Casey.

Domani andremo a giocare con la neve, se davvero avrà nevicato.”
Ma domani dobbiamo andare alla fattoria” ribatté lei imbronciata.
Meglio. Sai quanta neve c'è laggiù ogni anno? Nevica sempre, per quasi tutto l'inverno. Ti potrai sbizzarrire, fino alla nausea. E il laghetto ghiaccia e puoi pattinarci sopra.”
Ma non è lo stesso! È qui... è qui che... oh, lascia perdere” pigolò Isabel, con un tono deluso, poggiandosi sul suo guscio, di colpo.

Le braccia di Raphael quasi si piegarono per l'improvviso aumento di peso, rischiando di mandarlo a sbattere col mento al suolo, e fece molta più fatica a tirarsi su.
Sei uno stupido, Raffaello” mormorò triste lei, sdraiandosi su di lui che ancora continuava a fare le flessioni, fino ad addormentarsi.


Isabel? Isabel! Svegliati! Se il sensei mi trova qui mi uccide!” esalò sottovoce Raphael, provando a svegliarla.
Era tornato dal giro di ronda tardissimo, intirizzito dal freddo, e stanco, e si era infilato nella stanza di lei di soppiatto, con la dannata paura che il maestro potesse scoprirlo. Oh, non lo avrebbe davvero ucciso, in quel caso, lo sapeva: lo avrebbe solo costretto ad una ramanzina di ore, forse anche giorni, senza possibilità di scampo, con qualche bella punizione per condire il tutto.
Ma per quello che voleva fare, si disse che ne valeva la pena.

Isabel!” sussurrò strozzato, provando a scuoterla.
Lei mugugnò qualcosa che suonava come “sei uno stupido, Raffaello”, poi si voltò dall'altra parte, abbracciando il cuscino.
Con uno sbuffo esasperato, Raph si fece coraggio e forza e, afferratele le braccia, la tirò su, mettendola seduta.

Dobbiamo uscire! Metti il giubbotto!” mormorò, ottenendo solo altri mugugni in risposta, piuttosto contrari. Insieme al tentativo di risdraiarsi, intercettato da lui.
Sì che vuoi uscire! Forza!”

Se la issò in spalla e prese con una mano sola quello che le serviva, sperando ci fosse tutto. Poi, furtivo come sperava di essere, scivolò fuori dalla stanza, con la ragazza a mo' di sacco di patate e il braccio libero ingombro di roba, mentre Isabel, biascicando nel sonno, parlava a voce decisamente troppo alta.
Dove mi stai portando? Non ci voglio andare, stupido d'un Raphael!”
Abbassa la voce! Ti sto portando in un bel posto!”
Un corno! Sei uno stupido! Non ci vengo!”
Ti dico che ti piacerà! Fidati! E stai zitta!”
Ho i piedi gelati! Mettimi giù, idiota!”
Vuoi piantarla?”

La mise giù con delicatezza, poi, combattendo contro il suo precario equilibrio da mezza addormentata e i suoi scatti sonnambuli, cercò di metterle il cappotto sopra il pigiama, i calzini e gli stivaletti, imbacuccandola per bene con sciarpa e cuffia alla fine.
Sembrava un enorme involtino dalle tonalità rossicce, in varie sfumature. Trattenne una risata, nel guardarla, giusto per non svegliarla davvero.

La riprese in braccio, e facendo orecchie da mercante alle sue lamentele, ai suoi “sei uno stupido” e ai suoi tentativi di scendere dalle sue braccia, Raphael uscì dal rifugio e percorse velocemente canali sicuri e in disuso delle fogne, per non dover essere costretto a percorrere la stessa strada al freddo e al gelo di Dicembre.
Arrivarono, infine, all'uscita che aveva in mente fin dall'inizio, e passandosi Isabel sulla spalla, issò entrambi su per la scaletta, spostando con cautela il tombino sulle loro teste: una folata glaciale li colpì entrambi, talmente fredda da fare male quasi a respirarla.

L'intenso e improvviso freddo sembrò riuscire dove lui aveva fallito: con un rantolo arrabbiato Isabel mugugnò qualcosa e poi starnutì, di colpo sveglia.
La sentì muoversi a destra e sinistra, come se stesse cercando di capire, poi il respiro brusco di meraviglia.
Central Park era una distesa completamente bianca, immersa nelle tenui luci dei lampioni, di un lucore quasi soprannaturale, etereo come il paradiso.
Cumuli bianchi che adornavano gli alberi spogli, -donandogli quasi una nuova chioma, dall'aspetto soffice come nuvole,- e che coprivano ogni superficie lì attorno, congelando l'acqua della fontana , come vetro gelido.

Poteva quasi giurare di aver sentito il momento esatto in cui sorrise, fisicamente.
Isabel mandò uno strillo emozionato e si divincolò sulla sua spalla e lui, delicatamente, la mise giù, trattenendola però vicino, tanto da poterla abbracciare.

Ha nevicato! Mi hai portato dalla neve!” esclamò euforica, allargando le braccia come se volesse stringere tutto il parco.
Poi, senza perdere un attimo, lo afferrò e lo tirò verso la fontana, completamente congelata, lì dove la neve era più candida e bianca.

Iniziò a formare una palla, prima una piccola pallina compatta, che poi fece rotolare per terra per farla ingrandire con pazienza; Raphael capì al volo e inginocchiatosi al suo fianco, cominciò a fare una sua sfera, dalle proporzioni enormi.
Isabel gli tirò una palla di neve dritta in faccia, poi rise e scappò a gambe levate quando lui si alzò per vendicarsi, con le braccia piene di sfere compatte e ghiacciate.
La battaglia durò un po', nessuno dei due voleva cedere, con un pareggio e i cappotti completamente bianchi. Alla fine Raph la bloccò tra le sue braccia e si prese un bacio, come risarcimento per il suo agguato, poi tornarono a dedicarsi al pupazzo di neve, lasciato a metà per la battaglia.

Iniziò a nevicare, mentre lo assemblavano, piccoli fiocchi lievi e teneri che danzavano nell'aria attorno a loro, ma niente che potesse farli desistere dal loro proposito: il pupazzo di neve finito li guardò col suo viso folle, il sorriso sghembo e gli occhi fatti di sassi nella piccola testa fatta da Isabel; le braccia due grossi rami nodosi e grotteschi infilati nell'enorme corpo fatto da Raphael.
È un nuovo Gilbert” soffiò esasperato lui, guardandolo da una certa distanza con lei, accorgendosi solo in quel momento che lo avevano fatto nello stesso posto del suo predecessore; sentì che non era un caso, che era quello che lei voleva.

Isabel sorrise, guardando emozionata la loro creatura bianca e folle, pensando che finalmente aveva mantenuto fede ad un desiderio espresso mentre creavano il primo Gilbert: se mai fosse rimasta lì, con loro, con lui, avrebbero dovuto fare un nuovo Gilbert ogni anno, in ricordo di quel primo natale in cui si era sentita felice, per la prima volta in decenni.
Il nostro Gilbert” ripeté lei, girandosi a guardarlo.

C'è ancora una cosa da fare” disse, prendendolo per mano.
Si incamminarono poco distante, verso il limitare degli alberi scuri con le loro chiome bianchicce e soffici.

Verso Shadow.
Ciao Miciomiao” disse Isabel con affetto, inchinandosi davanti alla sua tomba, al piccolo arbusto ghiacciato dal freddo che in Settembre avrebbe rifiorito con i suoi splendidi fiori arancioni.
Prese due manciate di neve e le pressò nelle mani, mettendo la prima palla al suolo e la seconda, più piccola, proprio sopra.
Raph la guardò un po' confuso mentre abbelliva la sua piccola opera con rametti e sassi ancora più piccoli, finché non ci fu un minuscolo Gilbert proprio di fianco alla tomba.

Isabel si tirò su e si pulì i guanti innevati contro il cappotto, con tutta la calma del mondo.
E uno tutto per il nostro Shadow” esclamò davanti alla sua espressione confusa.

Raphael capì e sorrise, dolcemente.
Grazie” la sentì dire, mentre lo guardava. Raphael lesse nei suoi occhi un'infinita gioia e gratitudine e si sentì in difetto, nonostante tutto.
Non sono potuto uscire con te, oggi, perché dovevo uscire per cercare il tuo regalo. Ma non ho trovato nulla di adatto, niente che potesse essere perfetto per te, che ti stesse bene, che ti esprimesse, che...”

Le braccia di Isabel lo circondarono, in un attimo, e il passo successivo fu trovarsi completamente avvolto nel suo abbraccio, così totale e sentito.
Mi hai appena fatto il regalo più bello, perfetto e adatto a me” lo interruppe, tendendo la testa verso l'alto, il naso ghiacciato che toccava il suo mento.
Inchinò appena la testa e baciò la punta del naso, mentre lei ridacchiava.

Rimasero stretti nel loro caldo abbraccio in mezzo alla romantica nevicata, dimentichi di tutto il resto.
Adesso cosa ne dici se baciassi Gilbert e lo facessi diventare vivo? Potrebbe venire con noi alla fattoria” disse Isabel all'improvviso, facendolo inorridire.
Mentre lei rideva di gusto, Raphael se la issò in spalla e la portò via, sorridendo senza farsi vedere, felice, schifosamente felice.



Note:

Perdono! Dovevo mettere i capitoli ieri, ma se un'amica chiama perché ha bisogno di parlare, io mi fiondo come Batman al vedere il batsegnale e il resto deve attendere.
Ma mi scuso davvero!
Comunque ecco gli ultimi due capitoli e sì, come promesso, avrete anche il primo di “Don't let me go!” Abbiate solo un paio d'ore di pazienza! Please!
Abbracci affettuosi!


  
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