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Autore: Prince Lev Swann    18/01/2015    1 recensioni
Vi siete mai chiesti quali siano le origini di alcuni protagonisti che tutti conosciamo? Ma, effettivamente, quanto li conosciamo? Dove inizia la loro storia? Come -e quando- Eraqus ha preso Terra e Aqua con sè? Come sono cresciuti insieme questi ultimi? Cosa ha spinto Xehanort ad agire come ha agito?
Per risolvere questi misteri, vi propongo una fanfiction che racconta la storia d'amore tra un'abitante di Atlantica, Reina, e un commerciante, Shin, sovrapponendola alla vita (prima di Birth By Sleep) di Terra e Aqua, e alle avventure di un bambino delle Isole del Destino, Soyo, la cui vita sarà cambiata per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aqua, Nuovo personaggio, Terra, Un po' tutti, Xehanort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, KH Birth by Sleep
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Una leggera brezza marina colpiva il volto scarno di Master Xehanort, mentre questi camminava lungo la riva del mare di quel mondo così insignificante. O, almeno, così lo considerava prima di venire a conoscenza della Profezia dei due Opposti.
Era semplicemente un mondo marino, Atlantica, sul cui mare si affacciava la costa deserta e priva di vita.
Gli abitanti di Atlantica, poco astuti a giudizio di Xehanort, non si erano mai chiesti cosa ci fosse al di fuori del loro mare; e ovviamente non avevano neanche mai messo in dubbio che la loro fosse solo una piccola frazione di una distesa di acqua molto più grande e ricca di altre creature come loro, perché ne erano convinti, e questo bastava. 
Naturalmente, come per quasi tutti i mondi e i poveri illusi che li abitavano, non era affatto così. Anche se ne erano a conoscenza solo pochi eletti in quel vasto universo chiamato Regno della Luce, faceva tutto parte di un enorme sistema creato quando ci fu, ai tempi, la Guerra dei Keyblade, quando il Mondo, unico e compatto, fu sommerso dall’Oscurità e diviso in piccoli frammenti sparpagliati in quel vasto universo dimensionale. Questi frammenti, i mondi, erano divisi fin dal principio dal punta di vista fisico, e nel tempo diminuirono, quasi fino a sparire, anche i Custodi, non solo del Keyblade, ma del sapere. Quasi tutti gli esseri viventi, nell’epoca ricorrente alla nostra storia, vivono nell’illusione creata dal loro mondo, come se fosse unico, come se costituisse ogni cosa, ignorando che si tratta solo di una dimensione, ristretta e limitata. Questo sistema, infatti, implica che nessuno si faccia domande su quello che ci dovrebbe essere al di fuori del luogo in cui vive. Tutto ciò faceva infuriare Xehanort, il cui principale scopo era, infatti, cambiare le cose, stravolgere di nuovo ogni esistenza e regola con una nuova Guerra del Keyblade.
Ecco perché, da sempre, il vecchio maestro aveva dedicato ogni sua ricerca e ogni suo gesto a questa causa, d’importanza superiore a ogni altra. Xehanort aveva scoperto delle profezie leggendarie e, nonostante non ritenesse molto importante capirne le origini e il significato più insito, il suo piano era assicurarsi che si avverassero per portare a compimento i suoi piani. Cosciente di quanto la faccenda fosse complicata e delicata, sapeva che il tutto avrebbe potuto richiedere del tempo.
Per quanto riguarda i suoi metodi, Xehanort aveva imparato ad agire nell’ombra e quindi quasi mai direttamente, ma attraverso delle pedine da adulare o controllare in altri modi.
In questo caso, il suo obiettivo era una creatura facilmente ingannabile…
Nel frattempo, da tutt’altra parte, l’altro Maestro chiamato Eraqus si svegliava.

*

Topolino aveva usato la magia di guarigione per far riacquisire i sensi all’uomo. Questi brandiva un Keyblade grigio e nero, dalle forme semplici e compatte. Sembrava piuttosto avanti con l’età, ma Topolino l’aveva visto combattere con molta agilità.
«Attento! Mi ha tolto i poteri in poco tempo, sono debole» disse il Custode a Topolino, che intanto l’aveva raggiunto e lo stava aiutando ad alzarsi.
«Non preoccuparti, insieme possiamo sconfiggerlo. Tutto bene?»
«Sì, grazie a te. Ora combattiamo!»
E così i due Custodi si rimisero all’attacco. La bestia fatta di tenebre era ormai enorme, per ogni salto che faceva c’era una scossa di terremoto.
Eraqus riprese ad attaccare il mostro, ma questo si mostrava invulnerabile e, anzi, era il custode stesso che si sentiva investito da un gas insano e terribile. Intanto il suo piccolo nuovo amico, Topolino, attaccava il mostro da lontano con varie magie e palle di luce, più efficaci di tutto il resto.
Presto si resero conto che l’unica parte vulnerabile della creatura erano gli occhi (adesso più grandi e visibili) del serpente attorcigliato, perché le palle di luce si dirigevano direttamente lì e ogni volta che centravano il bersaglio il mostro sembra indebolirsi e rimpicciolire un po’. 
Fu così che i due iniziarono a generare sempre più sfere luminose e a spedirle contro gli occhi del serpente, fino a che il Leone Oscuro raggiunse finalmente le sue dimensioni originali. Al che, Eraqus urlò al compagno «Proviamo insieme!» e questi rispose con un cenno d’intesa.
I due si avvicinarono e puntarono i Keyblade contro il mostro; un immenso raggio di luce fuoriuscì dalle armi, trafiggendo per l’ultima volta l’essere. Il felino cadde con un tonfo lieve e scomparve, mentre il serpente rimase a contorcersi in aria per qualche secondo, quando d’un tratto gli occhi luminosi si spensero e anche questo si dissolse.
Fu a questo punto che Eraqus sentì di aver riacquistato la sua sovraumana resistenza fisica. Con un sospiro di sollievo, evocò un corridoio luminoso, che li avrebbe condotti di nuovo in superficie, e guidò Topolino all’interno.

*
«Ursula, fattucchiera di Atlantica, t’invoco».
La voce vibrò silenziosa nell’acqua, facendosi sentire solo una volta giunta a destinazione, nel covo di Ursula.
La reazione immediata della donna-polpo fu un sobbalzo unito a un verso di stupore. Per un attimo, infatti, aveva pensato che si trattasse di Re Tritone o di qualche altro scocciatore mandato da lei per accusarla di truffa contro qualche insignificante abitante di Atlantica, ma poi si rese conto che la voce non le era affatto familiare e che intorno a lei non c’era nessuno. Dev’essere magia, vera magia! Non c’è altra spiegazione! pensò Ursula, con un ghigno pieno di eccitazione.
«Chi sei, tu che mi chiami? » disse la strega. «Come osi disturbarmi senza neanche mostrati a me? » continuò con fare superiore.
Una risata roca risuonò intorno a lei. «Voglio proporti un accordo, amica mia, se naturalmente accetti di vedermi. » A queste parole l’aria di Ursula cambiò e da insolente si fece curiosa.
«Molto bene, se vuoi parlare di accordi dimmi dove ti posso vedere, amico mio»
Passò qualche secondo prima che la voce di Master Xehanort rispose, di nuovo: «Segui queste due anguille, saranno tuoi servitori da questo momento in poi, e mi troverai.
«Se acconsentirai, ti darò quello che brami di più: poteri magici, veri e speciali».

Note di fine capitolo: il motivo per cui nel mondo di Atlantica non c’è (ancora) il regno di Eric è spiegato nella mia fanfiction “
Il Viaggio del Genio”.

 

SCUSATE PER IL RITARDO NELLA PUBBLICAZIONE DEL CAPITOLO, MI SI È ROTTA LA BATTERIA DEL COMPUTER E HO DOVUTO USARNE UN ALTRO!

   
 
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