Il marchio
del drago
-Prologo-
Occhi color nocciola scrutavano con
curiosità crescente quella distesa di alberi avvolti dall’oscurità. Un
espressione calma sul volto e una tempesta nella mente.
Avete presente quella sensazione,
quella sensazione di vuoto e di smarrimento che un luogo come quello,
circondato solo da alberi, poteva causare sulla mente di una persona normale
causandole confusione.
“Perfetto, sono capitata in un
episodio di ai confini della realtà … “ pensò sconsolata mentre valutava il da
farsi. “Oppure … “ dalla tasca dei jeans estrasse un piccolo pacchetto di
sigarette, certo, nell’oscurità non poteva vedere bene e dopo aver sospirato
delusa li rimise nella tasca di prima. “Il pacchetto mi sembra normale e quindi
non sono drogata. Bene, un passo avanti ma che non mi aiuta a uscire da questa
situazione”.
Accanto a lei vedeva solo oscurità e
nient’altro. Una bella luna piena illuminava il cielo coperto di stelle e
quando le guardò rimase sconcertata da quanto fosse luminoso, senza segni
d’inquinamento atmosferico e anche l’aria sembrava più limpida e pura.
Indossava una giacchetto Denim e da
esso estrasse un telefono cellulare abbastanza moderno, non era uno di quelli
dell’ultima generazione, certo, ma se non altro aveva incorporata dentro di se
un’applicazione “torcia”. Consumava la batteria, certo, ma dato che non c’era
campo poteva anche usarlo così per il momento.
Questo pensava mentre cominciò a
camminare in quell’intricato groviglio di alberi.
Una mano sul cellulare, l’altra
stretta attorno alle spalline di pelle scura che appartenevano a una custodia
per chitarra sulla schiena.
“Come ci sono finita qui?” continuò a
pensare sempre più preoccupata “Ricordo che stavo correndo in un vicolo
inseguita da alcuni tirapiedi, ho girato in un vicolo e ho tagliato per un
tempio abbandonato e poi … “
Nulla.
Si sforzava di ricordare cosa fosse
accaduto, ma senza il minimo risultato. Era come se avesse una sorta di
black-out, come dopo una sbornia pesante, non riusciva a focalizzare niente a
parte la certezza di aver visto una figura nascosta nel tempio.
“Mi avranno drogata e trascinata
fuori dalla città. Non c’è altra spiegazione”.
Annuì con il capo cercando di
convincersi; la logica era la sola cosa che le impediva di avere un attacco di
panico proprio in quel momento.
“Concentrati … Stai calma … Lo zio
non ci metterà molto a scoprire che sei sparita e a mandare qualcuno a cercarti”.
Si fermo un istante prendendo un
profondo respiro e placando l’ansia che sentiva salire dentro di sé.
Nell’oscurità più fitta rischiarata
solo dalla luce delle stelle e della luna non vi era nessun rumore particolare,
solo il vento che accarezzava debolmente i ciuffi d’erba e il ronzio di qualche
insetto potevano essere definiti come rumori ma a parte lei, in quel momento,
sembrava non ci fosse nessuno.
“Certo che per essere un rapimento si
sono dati molto da fare. Perché diavolo portarmi in una montagna e mollarmi qui
da sola? E’ forse un nuovo gioco perverso o cosa?!”
Non riusciva a venire a capo di
quella situazione. Pensava, pensava e ancora pensava ma non sembrava esserci
una spiegazione e lei aveva bisogno di una logica per restare calma.
Fu allora che sentì dei rumori più
chiari.
Qualcosa si stava avvicinando a lei,
spense la torcia al vedere una luce avanzare nella sua direzione e mentalmente
ringraziò ogni divinità conosciuta. Era salva. Finalmente era salva.
Dalle tenebre emersero alcuni uomini,
sei per la precisione, vestiti con delle armature tipiche di un epoca remota e con
delle katane posizionate saldamente ai loro fianchi.
Due di loro avevano in mano delle
torce e i loro sguardi non promettevano niente di buono. Lentamente mise le
mani nella tasca della giacchetta, in una di esse teneva un piccolo coltello a
serramanico, niente di eccezionale, ma sapeva usarlo bene e se qualcuno si
fosse avvicinato ci avrebbe ben pensato a fargli cambiare idea.
« Guardate … sembra che abbiamo
trovato qualcuno con cui passare questa splendida serata, non trovate? »
Esordì uno di loro mentre gli altri
annuivano.
“Bene, almeno so chi è il capo della
banda” pensò con freddezza mentre la luce di quelle torce delineavano i suoi
lineamenti.
Era abbastanza alta per i suoi
diciotto anni e i capelli scuri erano corti e decisamente fuori controllo,
sulla guancia sinistra c’era una voglia a forma di drago che risaliva verso l’occhio
donandole un aspetto quasi misterioso.
« Ma siamo sicuri che è una donna,
capo? Indossa uno stranissimo kimono … sembra più un ragazzino. »
Uno degli uomini che reggevano la
strana fiaccola parlò esprimendo quel suo pensiero mentre gli occhi nocciola
della loro “preda” li studiavano con attenzione. Quelle parole non erano
lusinghiere, nessuno l’aveva mai scambiata per un ragazzo e la cosa non le
piacque ma non era il momento, pensò, per preoccuparsi di questi dettagli.
Quei tizi erano veramente strani.
Il loro capo, nel frattempo, si era
avvicinato ancora di più alla ragazza e la guardava con una strana luce in
quegli occhi scuri.
« I vestiti sono l’ultima cosa di cui
mi preoccuperei, ragazzi, quando avremo finito … sarà un miracolo se riuscirà
ad alzarsi ancora in piedi. »
La mano di quell’uomo si avvicinò a
lei ma prima che potesse anche solo pensare di toccarla la ritrasse dolorante
mentre alcune gocce di sangue macchiavano il terreno sottostante, al riflesso
della luna piena brillava una piccola la argentea ora coperta di sangue.
« Dannata … » mugugnò dolorante il
capo mentre si ritraeva e i suoi uomini avanzavano verso di lei.
“Ci mancavano solo gli ubriachi usciti
da una fiera del fumetto” pensò mordendosi piano le labbra e tenendo ben in
vista il coltello mentre quegli uomini cominciavano ad estrarre le loro armi
dai foderi.
“E’ meglio scappare prima di
scoprirlo!”
Era una follia, lo sapeva bene, ma
non aveva nessuna intenzione di farsi “prendere” da quei tizi e correre nell’oscurità
non era di certo una cosa furba.
“Ma cosa posso fare?! Non posso certo
sperare che qualcuno venga a salvarmi. Se la situazione diventa pericolosa,
allora … “
Aumentò la stretta attorno alla
spallina che reggeva al corpo la custodia della chitarra. In quel momento si
spostò di lato e veloce cominciò a correre in direzione del bosco.
« Bastarda! Inseguitela, presto! »
Cercava di correre più diritta
possibile e mettere maggiore distanza dai suoi inseguitori, fortunatamente a
piedi come lei, dalla sua parte aveva il peso della chitarra sulle spalle a
rallentare la sua corsa.
Era la serata delle corse, pensò
amaramente, correndo ora in direzione di una luce poco più distante da lei. Una
strada? Qualunque cosa fosse, pensò, era la sua salvezza e con un movimento
preciso richiuse il coltello per nasconderlo in tasca.
Nel correre si sbilanciò in avanti
alcune volte a causa del peso della chitarra, le dita sfioravano il terreno
morbido sotto di se per un leggero istante prima di rialzarsi e riprendere così
la sua folle corsa verso la salvezza.
Era vicina, vicinissima al pari delle
voci degli uomini alla sua schiena. Li sentiva, vedeva proiettarsi la propria
ombra sul terreno.
Era arrivata e davanti a se non vide
una strada, come sperò, ma bensì quello che sembrava un accampamento con dei
cavalli. Si guardava attorno, spaventata e stavolta seriamente preoccupata. Il petto
si alzava e abbassava ritmicamente mentre la mente si svuotava.
Fu in quel momento, quando girandosi
di lato per cercare un'altra via di fuga, il suo corpo sbatté contro qualcosa
di resistente ma anche soffice.
L’impatto fu immediato e atterrò
malamente con il fondoschiena sul terreno, alzò lo sguardo, spaventata e
davanti a se trovò il muso di una creatura che non aveva mai visto prima. Era
un gatto, ma molto più grande, dal pelo color crema con qualche striatura nera
e denti a sciabola come le tigri dell’era preistorica. La sua mente non poteva
credere a quello che i suoi occhi stavano vedendo, una certezza aumentata
quando vide scendere da quella creatura un giovane ragazzo che non doveva avere
altro che la sua età. Indossava una veste scura con delle protezioni di un
leggero colore ambrato, legata alla schiena vi era un arma davvero strana e
molto grande.
« … Va tutto bene? » Domandò il
giovane ma lei non aveva nemmeno la forza di rispondere in quel momento, per
sua fortuna il ringhiare di quella creatura demoniaca
attirò la loro attenzione sugli inseguitori della ragazza.
Il misterioso ragazzo, l’unico finora
con un aspetto vagamente normale, sembrava guardarli con una calma pacata ma
senza cedere di fronte al loro sguardo minaccioso.
« Ragazzino fatti da parte e
consegnaci quella puttanella! »
A parlare non fu altro che l’uomo
ferito da lei stessa, il capo a quanto sembrava, lei si limitò a guardare il
giovane davanti a lei chiedendosi quali potevano essere le sue intenzioni.
L’avrebbe salvata? Oppure no?
Salve a tutti!
Sì, sono proprio una pessima persona.
Sebbene io abbia una storia in corso in un altro fandom
mi sono buttata a capofitto in questa mia nuova idea. Tuttavia, essendo lo
sprazzo di un momento, non so bene se vale la pena continuarla oppure no. Devo
decidere.
In ogni caso mi rimetto alle vostre critiche e ai vostri commenti. Ditemi
quello che pensate e quello che vi aspettereste di vedere perché le ritengo le
recensioni migliori ♫
Un grazie di cuore in anticipo a
tutti coloro che sono arrivati fino in fondo.