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Autore: tassa_mangiona    19/01/2015    0 recensioni
Xena è una ragazza normale, con una famiglia normale, degli amici normali.
Insomma una vita normale.
Da quando arriva Dylan sogni strani la tormentano e lei dovrà scoprire la sua vera identità.
Chi è Xena?
Chi è in realtà?
E perché fa quei sogni?
PS Se trovate qualche accenno a libri o film è perché mi sono ispirata. Ma le idee sono principalmente di mia invenzione.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Consiglio ti ha richiamata, devi seguirmi. É grave?, domandai ansiosa. Credo di si, Geronimo era piuttosto fuori di se. Continuammo a camminare in silenzio fino a quando non ci trovammo di fronte ad un grosso albero. Le foglie erano rosa, colore insolito sulla Terra e le radici erano grosse e alte quasi il doppio di me. Superammo qualche radice e ci ritrovammo di fronte ad una apertura, un'ingresso. Dylan mi prese la mano e io andai a fuoco, non avere pensieri strani. É solo che ti perderesti. É buio li dentro. Annuii e una sensazione di delusione si fece largo nel mio cuore. Scacciai il pensiero e mi lasciai guidare da Dylan, continuavo però a inciampare nelle radici. Non vedevo nulla. Era completamente buio. Dylan però sembrava riuscire ad orientarsi bene. In quel momento desiderai di avere una vista notturna perchè non riuscire a capire cosa mi circondava era spiacevole. Piano piano però la mia vista migliorò, riuscivo a vedere intorno a me. Le piante che spuntavano nel tunnel riuscivo a identificarle. Capii di essere entrata nella Modalità Iron-Man. Dylan attento!Non feci in tempo a fargli notare che una radice sporgente gli sbarrava il cammino che lui ci inciampò e cadde. Trascinandomi a terra con se. Con uno scatto si girò di schiena circondandomi con le braccia e attutendo la caduta. Riflessi. "Scusa" mormorò senza lasciarmi, io ero rossa come un pomodoro "ehi perché hai gli occhi rossi?" la sua voce era neutra, cercava di nascondere il terrore di fronte al mostro, cioè a me. "Oh nulla sono andata in Modalità Iron-Man" sorrisi e lui si rilassò percependo che non avevo cattive intenzioni, tipo ucciderlo o torturalo (nota autrice: chiaro che a tutti vengono queste idee no?) poi ripensando a ciò che avevo detto scoppiò a ridere. Io riuscivo a vedere il suo volto grazie alla mia 'super vista' ma lui riusciva a percepire le mie emozioni, cosa che mi metteva in svantaggio. Ero piuttosto imbarazzata dall'essere inginocchiata in mezzo alle sue gambe mentre lui mi fissava da sdraiato con i gomiti che sorreggevano il corpo, quindi cercai di sopprimere le emozioni che stavano spuntando come lumache dopo la pioggia (nota autrice: che metafora schifosa). Continuando a sghignazzare come se avessi detto la cosa più divertente del mondo chiese "cos'é la Modalità Iron-Man?". Era quella la battuta che lo faceva piegare in due dalle risate, scoprii e gli spiegai cos'era la Modalità Fiamma e alla fine il suo commento fu "mi piace più il nome Modalità Iron-Man" percepii che era turbato e mi sentii male, pure una persona a me fidata aveva paura. "Oh no Xena... Perdonami" Dylan aveva notato che stavo soffrendo, la sua abilità lo aveva percepito. Lo sentii cercare qualcosa nella tasca e poi tutto si illuminò, in aria vagava della polvere che portava luce a quel luogo buio. Notò solo allora che gli occhi mi si stavano riempiendo di lacrime, come era normale che fosse mi aspettavo che se ne rimasse lì imbambolato a fissarmi senza sapere cosa fare, ma non fu così. Mi strinse in un dolce abbraccio mormorandomi delle scuse mentre mi accarezzava i capelli con gesti lenti e gentili. Sfogai tutte le mie emozioni in quelle lacrime che stavo versando sul suo petto. Tutto lo stress, l'agitazione e il dolore provocati da quei cambienti nella mia vita e Dylan rimase lì in silenzio ad ascoltare le mie emozioni. Non avevo bisogno di parlare, lui mi capiva anche se non avesse avuto quel dono, mi avrebbe sempre capita. Capii che su di lui potevo sempre contare. Finito di sfogarmi, Dylan mi prese la testa fra le mani e disse deciso "tu sei una combattente Xena, per cui combatti, non far prevalere il dolore. Tu puoi superare ogni avversità e io sarò assieme a te intesi?" il timido sorriso che abbozzò mi tolse ogni dubbio. Potevo farcela. Ci alzammo in piedi e anche se c'era luce lui continuò a tenermi la mano. Dopo qualche minuto sentimmo dei rumori, un brusio. Un ronzio fastidioso mi risuonava nelle orecchie. Api. Quando svoltammo l'angolo capii da dove proveniva il rumore. Ma non erano più api era una sola ape, grande quanto me. Il terrore si fece posto dentro di me immobilizzandomi. Non avere paura Dylan aveva percepito la paura. "Fuffi lei è amica" dette queste semplici parole mi trascinò verso la bestia ronzante. Quella ci lasciò passare continuando però a tenere lo sguardo su di me. Era inquietante. Arrivammo al centro dell'albero e mi stupii, c'era il cielo sopra di me, un cielo sereno interrotto da qualche nuvola. "Com'è possibile?" il mio stupore era a mille. Dov'evamo essere in un albero invece eravamo all'aria aperta. Dylan disegno con le mani un arcobaleno (nota autrice: stile it's a rainbow) dicendo "magia". Scoppiai a ridere della sua stupidità poi mi feci spiegare meglio. L'Albero era un portale e in quel momento ci aveva portato in quello spiazzo erboso in cui si teneva la riunione del Consiglio. Camminammo un altro pò e io potei notare che un'altro Albero si stagliava dietro di noi. Eravamo usciti da lì. Non fu difficile vedere la sede del Consiglio poichè spiccava come una macchia bianca su sfondo nero, era un enorme tempio stile greco con alte colonne di granito bianco. Era stupefacente e molto grande. Intorno al Tempio pascolavano indisturbati diversi pegasi. "Ora basta non ne posso più di creature strane, ora cosa compare una fenice? E poi? Scopro che esistono i grifoni?" sbottai innervosita. Lui mi guardò "odio dovertelo dire ma esistono entrambi, strano che non li abbia visti sono sempre in giro a svolazzare, a darsi fuoco e ad attaccar briga" usò un tono basso mentre parlava, quasi avesse paura di una mia reazione da sclerata. "Dovrei dirlo alla Rowling, ne sarebbe contenta" borbottai fra me e me. Dylan mi sentii perchè rispose, ancora più cauto di prima "emh... A dir la verità la Rowling viene spesso a Pandora..." la mascella cascò a terra mentre ascoltavo quelle parole. "I libri che ha scritto però sono più incentrati sul punto di vista dei maghi, ai quali lei era più interessata" questa fu la spiegazione più insensata che io avessi mai sentito. Ma lasciai correre assimilando l'informazione mentre percorrevamo il tratto di strada che ci divideva dal Tempio. Entrammo, numerosi uomini e donne vestiti di bianco giravano per i corridoi indaffarati. Oltrepassammo stanze, sale e corridoi fino a giungere in una stanza circolare, dove al grosso tavolo di mogano sedevano undici uomini -e una donna- dai cinquant'anni in su vestiti con una semplice tunica -bianca- legata ala vita con una corda. Una sola persona giovane era presente nella sala, avrà avuto 17 anni e quando entrai mi fissò negli occhi mentre tutti gli altri ammutolivano. Il tono di voce alterato che avevo sentito prima di entrare tacque. "É lei" a parlare fu una voce burbera. Doveva essere lui Geronimo, l'uomo che ce l'aveva con me, bastava guardare lo sguardo che mi lanciava per capirlo. Il discorso che avevano iniziato prima che arrivassi, continuò e io potei ascoltare cosa stavano dicendo. Iniziò così un lungo discorso sull'accaduto e su come il Drago delle Tenebre se ne fosse andato appena scoperto che avevo una delle Spadi Maggiori e soprattutto sul fatto che avevo evocato una barriera che proteggesse dal fuoco. Mentre Geronimo esponeva le sue idee, certe volte dandomi del 'mostro' e della 'pericolosa', sentì un'improvvisa tristezza invadermi. Seduta su una sedia messa da parte, iniziai davvero a credere di essere pericolosa per il campo. Dylan avvicinò piano la sedia alla mia e con le gambe che si sfioravano mi avvolse le spalle con il suo caldo braccio. Appoggiai la testa nell'incavo della spalla e lasciai che la sua abilità prendesse il sopravvento, lasciandomi tranquillizare. Sto calmando il tuo spirito inquieto, mi devi un grooosso favore, é una faticaccia. Sei piena di dubbi, pensieri confusi e immagini di lui. All'inizio della frase ridacchiava, man mano però che continuò ad indurire il tono fino ad essere quasi arrabbiato mentre diceva lui. Troppo rilassata per ribattere feci finta di non aver sentito nulla. Diversi minuti dopo, preoccupata da tanto silenzio, aprii gli occhi e vidi i membri del Consigliofissarci. Tolsi la testa dall'incavo della spalla e velocemente mi ricomposi, sedendomi dritta e aggiustandomi i capelli. Arrossendo per essere stata colta mentre dormivo su Dylan. Perchè hanno smesso di parlare? Oh non hanno smesso. Devi sapere che il Consiglio é formato da maghi per eccellenza, per cui hanno il potere di comunicare telepaticamente, come facciamo noi. Annuii convinta, mentre i membri del Consiglio tornava a guardarsi negli occhi. Uno ancora però mi guardava, percepivo uno sguardo indagatore su di me. Guardandomi intorno notai che nessuno mi stava guardando. Qualcosa scattò nella mia testa, non seppi spiegarmi cosa accadde, capii solo che sapevo cosa fare. Mi alzai e in un attimo tutti gli sguardi furono su di me. Camminai silenziosa verso un punto preciso della stanza, la colonna. Non c'era nessuno lì. Eppure io percepivo una presenza nascosta. Poi qualcosa si mosse e sbucando dal nulla comparve una figura. Shamal -insegnante di duelli- era nulla di fronte all'imponenza di quell'uomo. I muscoli imponenti si potevano notare anche da sotto quel mantello nero. Aveva capelli biondo cenere e occhi luminosi come diamanti ma la prima cosa che notai fu la tristezza. Tutto nel corpo dimostrava tristezza, anche se il portamente era fiero e robusto le spalle sembravano aver portato pesi troppo pesanti e gli occhi erano la finestra della solitudine. Guardandomi però i suoi occhi brillavano, come se avessero trovato qualcosa di interessante con cui 'giocare'. "Chiedo il permesso di poterla allenare Cyrus, questa ragazza é stata la prima a percepirmi nascosto nell'ombra, nessuno dopo di te c'era mai riuscito. Io e mio fratello siamo idonei per essere i suoi insegnanti. Detto questo scoppiò il putifero. "Chiedo il permesso di poterla allenare Cyrus, questa ragazza é stata la prima a percepirmi nascosto nell'ombra, nessuno dopo di te c'era mai riuscito. Io e mio fratello siamo idonei per essere i suoi insegnanti." Detto questo scoppiò il putifero. In quel momento non capii più niente e crollai a terra priva di sensi. Aprii gli occhi e vidi il Drago sopra la mia testa che volteggiava armonioso. Rimasi a fissarlo estasiata poi dopo minuti sdraiata a guardarlo lui atterrò sollevando molta meno polvere di quanto di aspettassi. Ragazzina, che ci fai qui? "Non lo so, credo di essere svenuta" risposi. Lui scoppiò a ridere, una risata fragorosa anche se osservandolo non si sarebbe mai detto, il suo muso rimaneva invariabile quando rideva e quando era triste. Ragazzina, mi deludi. Svieni dopo un semplice combattimento? Forse non sei degna. Iniziavo ad arrabbiarmi, una furia omicida prese il possesso di me. Come si permetteva quell'essere?! "Come ti permetti?! Sai che cosa? Non me ne frega nulla se sono degna o meno, ma ciò non ti da il permesso di dire quello che vuoi offendendo le persone. Inoltre sai che novità?" Ora il mio tono era ironico "ho un nome. Che non é ragazzina. É Xena! Xena!" gridai e in quel momento notai di essere andata a fuoco, completamente. Le braccia erano in fiamme, però i vestiti non stavano bruciando. Il Drago mi fissò e percepii un forte dolore in lui. La mia reazione doveva averlo ferito in una maniera che non riuscivo a capire. Non mi chiese delle scuse, e io non gli chiesi di farmele. Hai ragione si fermò irritato poi usò un tono quasi piagnucolante non riesco a non chiamarti ragazzina, in confronto a me sei una neonata... Lasciati chiamare 'ragazzina'. Ero piuttosto scioccata, il grande e grosso Drago che piagnucolava, il mio petto si gonfiò d'orgoglio per aver 'sottomesso' il Drago. "Quanti anni hai?" Era quella però la domanda che mi premeva. Quasi 200, giovane Xena "Che cooosa?!?" strillai. "Sei un vecchietto!". Come osi? Sbottò irato l'animale alzandosi -mostrando tutta la sua altezza io sono molto giovane, per essere uno della mia razza. I draghi possono vivere millenni quindi 200 anni sono una bazzecola per noi. "Contento tu" sospirai "comunque giovane Xena é un soprannome carino" ci tenetti a precisare "solo che io non so il tuo nome" in effetti non sapevo il suo nome. Se ti dicessi il mio nome giovane Cavaliere avresti paura di me. Continua a chiamarmi Drago, é il prezzo per evitare terrore nel tuo cuore. "Sinceramente mette più paura tutta questa suspence" borbottai ma lo lasciai fare, se non voleva dirmi il nome aveva le sue ragioni. La vista si oscurò un poco ma io mi sforzai di non abbassare le palpebre. Ti stai svegliando sbuffò il Drago ho ancora molte cose da dirti. "Fai in fretta allora" lo incitai. Lui mi guardò minaccioso osi mettermi fretta ragazzina? "Oh no bello" agitai l'indice di fronte a lui "con me non funziona così, ora spicciati e parla" non seppi dire con quale coraggio parlato ma il Drago sorrise. O almeno mentalmente, il suo muso non cambiò di una virgola (nota autrice: ve lo immaginate un drago che sorride? Metterebbe in mostra i denti e farebbe scappare tutti. Meglio se tiene la bocca chiusa). Una guerra sta prendendo forma a Pandora. E l'esito dipende da te, devi scegliere tra il Male e il Bene. "Ovvio che scelgo il Bene!" sbottai, "perchè tutti devono credere che io sia cattiva?" era irritante come cosa. Perchè forse sei cattiva... Dette queste parole il sogno si dissolse e io mi svegliai. Sudata e accaldata mi sentivo sballottolare da una parte all'altra. Qualcuno mi teneva in braccio mentre camminava. Aprii gli occhi e vidi il mento di qualcuno. Sbattei le palpebre qualche volte, abbagliata dalla luce. Era Dylan colui che mi reggeva e mi stava portando verso l'Albero, la Riunione era finita. Assieme a noi c'era l'uomo dai capelli biondo cenere che si era offerto di addestrarmi e il giovane ragazzo -membro del Consiglio. Dylan l'arrivo del Drago nero é sinonimo di guerra? Il ragazzo si fermò a fissarmi "come ti é venuto in mente?" sussurrò infuriato.Poi dopo essersi conto di aver attirato l'attenzione dei due "ti sei svegliata finalmente" e mi sorrise, un sorriso tirato. Fingeva per non farsi scoprire da i due uomini che stavano camminando con noi. "Posso scendere?" chiesi, essere portata in braccio da Dylan era il sogno di ogni ragazza ma non il mio. "Non credo tu sia in forze" parlò il giovane del Consiglio. I capelli erano marroni e gli occhi erano grigi, in abbinamento strano ma bello. "Okay" sospirai e guardai Dylan, volevo che mi rispondesse ma quello che vidi mi distrasse. Il volto era contratto per la fatica -aveva camminato almeno 15 minuti portandosi me- e il respiro era affannoso. Eravamo quasi arrivati all'Albero quando Dylan quasi inciampò in una radice. Mi aggrappai al suo collo mentre lui perdeva la presa dalle mie gambe, facendole cadere. La presa delle sue mani sulla mia schiena si fece più forte. "Dannazione. Scusa Xena" ansimò. "Dylan lasciala portare a me" chiese gentilmente il ragazzo, Dylan fece una smorfia poi accettò di malovoglia. Mi lasciò la schiena e io feci qualche passo incerta, le gambe non mi ressero e caddi. Il ragazzo mi prese al volo, sorridendomi. "Sono David" si presentò "io sono Xena" ricambiai "lo so, sei famosa". Mi aiutò ad alzarmi in piedi e prendendomi sotto le ginocchia mi sollevò come se fossi una piuma. Ripartimmo. Dylan? Rispondimi! Volevo sapere se ciò che il Drago mi aveva detto era vero. Stava davvero per iniziare una guerra? Vedrò di informarmi, Xena ma ora non ne voglio parlare. Mentre parlava non mi guardava. Come ti é venuto in mente? La curiosità ebbe il sopravvento. Non potevo dirgli del Drago ho avuto una visione, come un presentimento. Mentii. E lui annuì capisco. Chi é lui? Chiesi rivolgendomi all'uomo che con il suo mantello nero camminava a lunghe falcate davanti a noi. Lui é Generale rispose, Generale? É il nome? Che razza di nome é? Si, é il nome. Cioè é come viene chiamato. Nessuno sa il nome. Rivelò Dylan. Non feci in tempo a rispondere che le palpebre mi si abbassarono, "Drago sto tornando" borbottai ironica poi caddi in un sogno profondo. Ero in un sogno ma non nella solita collina erbosa. Ero nella stanza del Consiglio, quella dove si era tenuta la Riunione. Ma non c'erano tutti, solo tre persone. Cyrus, Geronimo e Eva. Quella donna... Quella donna era quella dei miei incubi, quella che mi urlava contro. Solo in quel momento me ne resi conto. Loro stavano parlando in tono concitato ma non riuscivo a sentirli così mi avvicinai. "Non dovrebbe essere qui, é un pericolo" "Neanche a me piace quella ragazza" stavano parlando di me. Mi avvicinai ancora di più, notando che non potevano vedermi. "Geronimo, lasciaci soli" chiese gentilmente l'Anziano. Quello sbuffò e se ne andò ma non sbattè la porta, la chiuse gentilmente. "Forse é ora che ti dica la verità" si sedettero su due sedie e Cyrus raccontò tutta la storia. Tutta la storia. Eva era mia madre, mia e di Sean e ci aveva abbandonato quando avevamo quasi quattro anni, ma quella storia la conoscevo già, era quella che ci raccontò nostro padre. "Ti chiedo scusa Eva ma se non ricordi nulla e non sai perchè hai abbandonato la tua famiglia... É colpa mia" l'uomo sospirò affranto. "A quei tempi stavi sempre nel mondo umano e non passavi più del tempo qui, nel momento in cui avevamo bisogno tu non c'eri. Così abbiamo deciso che fosse meglio farti dimenticare di avere una famiglia. Abbiamo lasciato un biglietto poi ti abbiamo tolto la memoria. Ora che però tua figlia é qui, ho ritenuto giusto dirtelo." dette quelle parole la donna -mia madre- si accasciò a terra piangendo e tirandosi i capelli. Solo in quel momento notai l'incredibile somiglianza con Sean, i capelli neri, gli occhi azzurri... Come avevo fatto a non notarlo prima? "Lei lo sa?" singhiozzò piano mia madre, talmente piano che feci fatica a sentirla. "Lei lo sa?!" gridò disperata. Il suo sguardo era quello di una donna che aveva appena scoperto un pezzo del suo passato che la tormentava. "Si. Lei lo sa" annunciò Cyrus "lo ha scoperto ora assieme a te, é qui in questo momento. Anche se non possiamo vederla, lei ora sa tutto" e i suoi occhi si incrociarono ai miei per un lungo istante poi mentre mia madre si girava verso la mia direzione -senza vedermi- venni risucchiata. Quell'uomo é molto dotato, anche se ho usato un forte incantesimo ti ha percepita. Sembrava quasi che il Drago si stesse complimentando. Ero nella solita collina erbosa. Qualcosa iniziò a sbollire dentro di me. Iniziai a gridare, con tutta la forza che avevo. Gridare, gridare, gridare. Grida di frustazione mi scuotevano le membra. Una rabbia incontrollata prese il possesso del mio corpo. Un odio per Pandora si fece strada nella mia mente. Era stata Pandora a togliermi mia madre. Mia madre mi era stata portata via a causa di quell'uomo. Quell'uomo. Cyrus. E il motivo? Perchè passava del tempo con la famiglia. Vendetta. Volevo vendetta. Vuoi davvero la vendetta? Non capisci ragazzina? Tutto questo é una prova. Ti sta mettendo alla prova! Vuole vedere se stai dalla parte del Bene. Ti ucciderà se diventerai un'Oscura! Riflettici, sciocca. É una prova. Io ridacchiai malevola "io invece voglio proprio vedere quanto a lungo una persona può vivere se torturata" non ero io. Non ero io. Non ero io a parlare. Qualcuno mi stava controllando. Rabbrividì al pensiero di ciò che volevo fare. Cacciai un paio di urli di frustazione, per sbollire la mia rabbia. Ero sempre stata una persona pacifica, niente riusciva a farmi arrabbiare. Invece in quel momento avevo pensato di uccidere una persona. La Spada. Era stata lei a manipolare la mia mente, capì. Hai superato la prova, ragazzina. Complimenti. "Prova? Che prova?" chiesi sbalordita. Non sono in vena di darti risposte replicò il Drago. Feci un verso di stizza e me ne andai, voltandogli le spalle. Se lo meritava, "non sono in vena di darti risposte" scimmiottai imitando la sua voce. Lo sentì ridere, poi lo guardai spiccare il volo e andarsene. Aprì gli occhi, mi trovavo in infermeria, vicino a me dormicchiava Dobby. Più in là Colonnello e Skull chiaccheravano a bassa voce, notando che mi ero svegliata si avvicinarono. "Vedo che conosci già mio fratello" parlò per primo Skull "bè devi sapere che é lui a comandare le truppe di Pandora, per cui non sperare che sia clemente" detto questo lasciò la parola al fratello -che anche se continuamente lodato aveva il volto impassibile. "L'allenamento che abbiamo in programma per te é molto duro, ti spingeremo al limite. Perchè é questo che la Spada vuole, spingerti al limite. Per ora utilizzaremo la Spada solo per poco. Come ti hanno già spiegato la Spada trasferisce i ricordi degli anticedenti possessori a te, essendo brutti ricordi essi potrebbero farti impazzire e portarti alla morte" si fermò un attimo. "Per cui prepareremo il tuo Spirito all'entrata di questi ricordi nella tua mente". L'uomo parlava mantenendo un'espressione fredda e distaccata e i suoi occhi erano gelidi. "Io sono pronta" dissi solennemente, qualcunque cosa fosse accaduta, io sarei stata degna del mio ruolo. "Gli allenamenti inizieranno domani" annunciò Skull, poi girò i tacchi e se ne andò. "Ho saputo che Sharon e la tua amichetta vogliono farti fare il Gioco, se diventerai brava in quello i tuoi sensi si svilupperanno molto" Colonnello mi guardava quasi sorridendo, aveva un sorriso triste. "Cosa le é successo signore?" chiese d'istinto. L'uomo sussultò alla mia domanda "che intendi dire?" chiese, la voce traballò un poco. "Le é accaduto qualcosa che la rende triste, Colonnello, riesco a vederlo dai suoi occhi. Se vuole può sfog..." mi interruppe con un gesto brusco. "Ragazzina non intrometterti in faccende che non ti riguardano" sbottò, dette quelle parole se ne andò. Sbuffando mi gettai all'indietro sul letto, cadendo sul cuscino morbido. "Perchè tutti devono chiamarmi ragazzina?" borbottai irritata.
   
 
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