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Autore: tassa_mangiona    19/01/2015    0 recensioni
Xena è una ragazza normale, con una famiglia normale, degli amici normali.
Insomma una vita normale.
Da quando arriva Dylan sogni strani la tormentano e lei dovrà scoprire la sua vera identità.
Chi è Xena?
Chi è in realtà?
E perché fa quei sogni?
PS Se trovate qualche accenno a libri o film è perché mi sono ispirata. Ma le idee sono principalmente di mia invenzione.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rimasta sola, mi persi nei miei pensieri. Avevo una madre. Naturalmente ce l'avevo sempre avuta ma non l'avevo mai vista di persona. Hazel era il nome di mia madre, della donna che conoscevo. Eva era un'altra persona. Avrei dovuto parlarle? Il nostro incontro sarebbe stato come nei film in cui madre e figlia si abbracciano piangendo? Avevo seri dubbi su questa cosa. Sentii qualcuno tossire e mi distrassi dal vuoto che avevo dentro. "Qualcosa é cambiato Xena. Cosa é successo? Ti hanno fatto qualcosa?" il tono di Dylan era preoccupato. Sorrisi debolmente "nulla di questo Dyl, nulla di questo. É solo che..." sospirai "ho scoperto chi é mia madre". Feci dei grossi respiri e raccontai della visione, omettendo le scene con il Drago. Dylan ascoltò con attenzione tutto il racconto poi sbottò "ma non é giusto! Ti hanno tolto tua madre per un capriccio" io annuì. "Però devo rimettermi in sesto, devo allenarmi e combattere, credo sia la cosa giusta da fare" man mano che parlavo la voce si affievolì fino a diventura quasi inudibile "oh ma io che ne so di cos'é la cosa giusta da fare?!" mi gettai sul letto "ho solo 14 anni santo cielo!". "14 anni e una grande responsabilità, comunque non ti preoccuppare, saprai cos'é la cosa giusta da fare al momento giusto" disse quelle parole guardandomi negli occhi e diffondendo una sensazione di serenità con il suo potere. Mi sentii subito un pò meglio. Lo ringraziai poi mi alzai. "Ehi Xena, dov'eri?" mi salutò Fenix, Sharon mi guardò con i suoi occhi penetranti. "Ero... A farmi un giro..." mormorai con l'intento di cambiare discorso. Sharon sbiancò, le erano bastati due secondi per scoprire cos'era accaduto nelle ore precedenti. "Colonnello" sospirò "erano anni che speravo di attirare la sua attenzione..." il suo sguardo si fece distante. "Sa il mio nome" esultò saltellando. "Andiamo al Gioco?" ridacchiò sognante, Fenix anche se stupita la seguì. Dylan invece disse di dover andare ad un allenamento e si diresse verso una ragazza da i capelli rossi. Le mie amiche mi portarono in uno spiazzo dove un grosso attrezzo di legno era circondato da ragazzi. Lo etichettai come mezzo di tortura, sentendo le urla che facevano i ragazzi all'interno non poteva essere altro (nota autrice: che sadica sono XD?!). Poi facendo più attenzione notai che le urla provenivano dalle ragazze che, terrorizzate dall'attrezzo cacciavano urletti da galline. Inoltre il mezzo serviva come allenamento, in pratica quattro assi di legno sostenevano la struttura. Poi degli ostacoli, pesanti e duri oscillavano da una parte all'altra impedendo un passaggio liscio e tranquillo. Il disgraziato all'interno -bendato, probabilmente per affinare i sensi- doveva camminare sull'asta di legno (in pratica sospeso a un metro da terra) ed evitare gli ostacoli. Man mano che riflettevo capii un particolare. Sarei stata io la prossima disgraziata di turno. "Cosa?! Eh? Io? No no no. Non lo farò mai" dissi allontandomi. Fenix e Sharon non mi filarono, continuando a fissare il poveretto che si era appeso ad un martello capovolto ondeggiante, che fungeva da ostacolo. "Così non si fa" sbottò improvvisamente Sharon, si avvicinò al Gioco, tirò una leva, fermò i movimenti degli ostacoli e fece scendere il poveretto. Azionò il meccanismo e saltando sull'asta come un'acrobata iniziò il percorso. A occhi bendati superò i primi due ostacoli, feci una ruota sull'asta evitando il terzo. Saltò sul quarto come nel gioco 'la cavallina' e con una giravolta evitò il fantoccio armato che l'aspettava. Superato gli ostacoli saltò giù dal Gioco, si tolse una benda e mi sorrise. "Ora tocca a te" mi indicò. Quello che feci dopo, mi mise in ridicolo davanti a tutti. Mi tirai sull'asta e l'abbracciai, come un koala abbraccia un albero, per alzarmi in piedi impiegai 5 minuti. E camminai con lentezza, in quel momento non ero bendata per cui... Non fu più facile. Superai tutti gli ostacoli dopo la quarantacinquesima volta che ci provai, fatto ciò oltre a numerosi lividi non migliorai i miei sensi. Quando sentii una canzone notai che tutti i ragazzi smisero di fare ciò che stavano facendo e che si radunarono in quella chiamata 'Piazza'. Sopra una roccia, Dylan era fermo e immobile e fissava tutti quelli arrivati. "Ho un annuncio da fare" la sua voce si sentì forte e chiaro. "A causa dell'Allarme Drago, il Consiglio predice guerra!" mormorii si diffusero tra la folla. "Per cui i primi dieci classificati della Classifica riceveranno la nomina di Cavalieri" tra la folla si levarono grida d'esultanza. "Questo perchè l'esercito ha bisogno di nuove reclute" finì quindi il discorso. "Gli altri devono allenarsi ancora, perchè il Consiglio si affida a noi!" la gente iniziò ad esultare e ad applaudire. Rhyse, accanto a me, sorrideva felice. "Emh..." mormorai imbarazzata, non volevo farle una domanda impertinente "tu sei una di quei dieci? Cioè devi diventare Cavaliere?". Lei mi fissò "io sono già Cavaliere dei Cieli da anni ormai Xena" sorrise. Fenix, alla mia destra, quasi piangeva. Lacrime di felicità naturalmente. "Io sono tra quelle dieci" esultò Fenix stringendomi le mani tra le sue. Poi corse in giro iniziando ad abbracciare tutti quelli che le capitavano fra le mani. Da quello che dedussi, molti di quelli che stava abbracciando, non li conosceva neanche. Ma loro ricambiavano lo stesso gli abbracci, felici per Fenixia. In lontananza notai che Sebastian mi guardava, sorrideva -probabilmente per Fenix- ma il suo era un sorriso triste. Con lo sguardo mi indicò la ragazza che ancora distribuiva abbracci a destra e a manca, la ragazza vicino a lui cercò di attirare la sua attenzione ma lui la ignorò. Capii che era triste perchè nessuno di quegli abbracci era diretto a lui. Feci un sorriso di incoraggiamento e gli feci capire di andare da lei. Lui ci pensò un secondo e poi si diresse verso la ragazza. Da dietro le toccò la spalla e sorridendo lei si girò, vedendolo fece una reazione strana. Lui la prese per i fianchi e sollevandola la fece girare. Lei rise mentre lui la faceva girare. Poi poggiandola a terra le disse qualcosa all'orecchio che la fece arrossire. Lei rispose e infine i due si baciarono con passione. Applaudii felice per loro e ben presto tutto il Campo, anche le persone che non li conoscevano, iniziarono ad applaudire. Finito il loro bacio, notando che tutti li stavano applaudendo tornarono a baciarsi, presi dall'euforia. Poi se ne andarono abbracciati, a parlare più tranquillamente. Sebastian mi fece i pollici in su, i suoi occhi brillavano mentre teneva fra le braccia la ragazza che amava. "Finalmente si é deciso" mormorò Dylan, alle mie spalle. Per un istante immaginai come sarebbe stato essere baciata da lui. Poi innervosita da quel pensiero, scacciai l'idea. "Tu sei già Cavaliere?" chiesi curiosa, lui annuì. "Ho anche un Drago, sai?" io sorrisi "com'è? Come si chiama?" i draghi erano creature che mi incuriosivano molto "si chiama Valkyria" rispose "e se vuoi sapere com'è, te la mostro". Mi feci accompagnare lungo un sentiero in salita. "Alcuni draghi vivono nel Campo, in apposite case, altri vivono sulle Montagne Fluttuanti, dove siamo diretti ora". "Le Montagne Fluttuanti?" come potevano delle montagne fluttuare?, era questa la domanda che mi premeva. Non rispose e mi lasciò ai miei dubbi, intanto la salita si fece più ripida, fino a quando non giungemmo a un dirupo. Lo spettacolo che mi si presentò davanti fu mozzafiato. Sopra la mia testa, che oscuravano alcune zone -come nuvole- fluttuavano grossi massi su cui chiaramente c'era vita. Alberi, animali -soprattutto uccelli- parevano vivere in quel bellissimo habitat. Quando notai che gli uccelli erano troppo grandi da vederli così chiaramente anche da lontano, capii: draghi. Quando parlai la voce mi uscì a fatica "ora capisco perchè si chiamano Montagne Fluttuanti". Dylan mi lasciò osservare quei massi qualche minuto, smisi quando mi venne il torcicollo e persi l'uso della vista a causa del sole ormai alto. "Come ci saliamo?" chiesi preoccupata. Lui mi fissò altrettanto preoccupato "non ci saliremo, potremmo perdere la vita lì sopra!" il suo tono non ammetteva repliche. "Sulle Montagne Fluttuanti ci vivono i Predator, i draghi senza domatore. Loro sono piuttosto pericolosi, dovrai andare lì a cercare il tuo Drago, ma tutto questo quando sarai pronta a difenderti e sarai Cavaliere". "Non ho capito" ammisi, lui spiegava come se fosse la cosa più normale del mondo, ma per me non lo era. "Quando sarai Cavaliere, dovrai venire qui" indicò le Montagne Fluttuanti "e fare l'imprinting con un Predator, drago senza padrone. Quando farai l'imprinting il drago ti darà una perla, segno che ti ha accettata come padrona. In quel momento diventerà un Domato. Capito?" annuii convinta. "Se tu andassi lì senza motivo e con il tuo allenamento verresti uccisa" (nota autrice: che truce questo ragazzo ). "Per ricevere l'imprinting il drago tenterà di ucciderti" detto questo prese la rincorsa e saltò giù dal dirupo. Cacciai un urlo mentre lo rincorrevo impedendogli di saltare, non ce la feci così lo vidi cadere tra le nuvole -che si trovavo in basso. Chiamai il suo nome, sconvolta mentre il mio cervello cercava di assorbire la notizia. Iniziò a sfuocarmi la vista, le lacrime stavano arrivando. Dylan, dove sei? Gridai disperata. Poi si fece tutto buio e io mi accasciai sul bordo del dirupo, svenendo dal dolore. Mi sentivo galleggiare, galleggiavo nel buio. Sentivo una voce chiamarmi... Era Dylan? Lacrime mi solcavano il viso. Perchè? Non ricordavo. Poi vidi i ricordi balenarmi nella mente. Era caduto. Mi vidi cadere vicino a lui. Dylan guardava me, l'altra me, quella del ricordo che dal dirupo lo guardava cadere inerme. Urlando. Io ero come uno spirito che galleggiava nell'aria in quel momento. Non potevo interferire con ciò che stava accadendo, che era accaduto. Dylan sorrise all'altra me. Era un sorriso del genere 'so cosa sto facendo'. Un sentimento di calma si diffuse in me, Dylan aveva tentato di trasmettermelo quando cadeva, ma io troppo terrorizzata non ero riusciva a tranquillizzarmi. Dylan fu inghiottito dalla nuvole e io mi svegliai. "Xena... Xena!" qualcuno mi stava chiamando. Aprii gli occhi riconoscendo la voce familiare. "Dylan" la voce mi si strozzò mentre parlavo. I suoi occhi verdi presero a scrutarmi mentre il suo sorriso si allargava. "Credevo fossi morto" singhiozzai tirandogli la maglietta fra i pugni stretti. Lui mi coccolò fra le sue braccia mentre lo stringevo "ho avuto così paura!" gridai. Lui mi tirò a se "non credevo di essere così importante per te" mormorò. "Si che lo sei" risposi di slancio "tu sei importante per me! E lo sarai per sempre". "Per sempre?" "Always" lui mi guardò, non capendo la mia risposta "scusa" ridacchiai "ma ci stava troppo rispondere Always" la mia risata si fece più forte tanto che contagiai Dylan. Poi mi fermai di botto. "Ma come ti sei permesso eh? Buttarti senza dirmi niente?!" iniziai a picchiarlo, lui si difese "sei uno sconsiderato, egoista, insensibile, babbano!" lui ridacchiò. "Che offesa é babbano?". "É un offesa, non discutere" continua a tirargli calci e pugni finchè non sbollii. "Finito?" mi chiese. "Finito." risposi soddisfatta. Sentii qualcuno ridere nella mia mente e solo allora notai la presenza di un enorme drago rosso vicino a noi. Siete buffi voi umani, cambiate umore in breve tempo. "Xena questa é Valkyria, il mio Drago". Piacere di conoscerti disse educatamente la creatura. Il piacere é mio risposi a modo. Hai già parlato con Draghi tu? Non é la prima volta, percepisco. Quella dragonessa era troppo sveglia "sono nei guai" pensai "scoprirà che parlo con il Drago". Ma con quelle parole si spense il discorso. "Vuoi fare un volo su Valkyria?" domandò Dylan, mettendosi in groppa all'animale e porgendomi la mano. Io la afferrai e mi issai sul dorso della draghessa. Quella spiccò il volo e si diresse verso il Campo, riportandomi a casa. Per tutto il tempo rimasi stretta a Dylan, per paura di cadere. Il suo volto sferzato dal vento era rosso, probabilmente per lo sforzo. Ma un dubbio mi venne lo stesso "che sia rosso per un altro motivo". Cullata dal vento mi appisolai sulla schiena del ragazzo. Cinque minuti dopo -o così mi parve- fui svegliata da alcuni rumori. "Tu sai vero?" era stata una donna a parlare, ci misi un po a riconoscerla -non ancora abituata alla sua voce- ma ci arrivai. Era mia madre. Ero ancora sul Drago, e ancora appoggiata a Dylan. "Io so" rispose a bassa voce Dylan "come ha reagito? Hai percepito qualcosa?" il suo tono era preoccupato. "É a pezzi, é difficile per lei sopportare tutte queste notizie, ma ce la farà. Non ti aspettare, Eva che ti ami fin dal principio. É un'esperienza nuova per lei..." aveva percepito tutti i miei sentimenti in così poco tempo? "Si é svegliata" percepì anche quello. Aprii gli occhi e vidi il buio, era calata la sera. "Ben svegliata figliola" mi salutò la donna. Dylan saltò giù dalla Draghessa e mi porse le braccia invitandomi a saltare. Lo feci e atterrai abbracciata a lui. "Buona sera" risposi semplice. E facendo capire il mio disagio me ne andai. Camminammo per un pò, quando fui sicura di aver smaltito la preoccupazione, Dylan era di fianco a me. "Ne vuoi parlare?" "No" risposi secca. Una musica melodiosa risuonò nel Campo, non proveniva dai megafoni invisibili ma c'erano delle persone che cantavano. "Cos'é questa musica?" chiesi, era triste e malinconica ma bellissima. "É la musica di un funerale, vieni. Dobbiamo essere presenti" e correndo ci dirigemmo verso il luogo da cui proveniva la musica. Riuscii ad assistere al funerale e potei direi di non aver mai visto una cosa così tragica e affascinante allo stesso tempo. Su una barca, circondato da lanterne luminose e coperto da un telo c'era il cadavere. La barca prese il largo e quando fu abbastanza lontana, una decina di arcieri scagliò una freccia -tra loro c'erano i familiari- e la barca prese fuoco. Ma al posto di bruciare il tutto si trasformò in un gruppo di bellissime farfalle bianche che volarono via verso il cielo. Rimasi lì ad osservare la scena fino a quando il coro non smise di cantare. "Cos'erano quelle farfalle?" chiesi "anima" rispose Dylan. "É stato un momento emozionante non credi?" cercai di sviare il discorso "si, é una bella cerimonia dopotutto" sospirò. "Ma sicuramente non sarà l'ultimo funerale che vedrai. Con il risveglio di Alucard molte creature oscure attaccheranno questo posto uccidendo molti di noi" sospirò. E io capii che aveva ragione, molti innocenti sarebbero morti a causa di quel drago. Bisognava distruggerlo. Ma qualcosa dentro di me mi diceva "non é Alucard il vero nemico". Finito con i miei impegni da sbrigare andai nel mio appartamento zucca con l'intento di tornare nel mio mondo. Indossare gli stessi vestiti brucciacchiati, sudati e sporchi non era molto igenico. Sdraiata sul mio letto mi concentrai sul Dormitorio 1, dove il mio corpo si era addormentato e così fui risucchiata. Sbattei le palpebre qualche volta e stiracchiai le braccia intirizzite come se avessi dormito per ore in una brutta posizione. E infatti era vero, ero seduta per terra con la schiena indolenzita e il sedere addormentato. Mi alzai con fatica e raccolsi la mia borsa, frugai all'interno cercando il cellulare ma quando lo sbloccai per controllare l'ora e notai che era morto -si era scaricato completamente. Cercai quindi un orologio che segnasse l'ora, ne trovai uno in un corridoio, erano le 5:12. Presi un foglietto e con una penna -trovati su una scrivania- scrissi due parole e lasciai il biglietto vicino al corpo addormentato di Dylan. Mi chinai vicino a lui e lo guardai dormire, non era il vero corpo, era un'illusione. Il vero corpo era a Pandora in quel momento. Allungai la mano verso il suo viso assopito e con il dito lo accarezzai delicatamente, lui si mosse un poco. Mi alzai e me ne andai in fretta, facendo attenzione a non sbattere la porta. Ci misi 20 minuti a raggiungere casa mia, nell'appuntamento con Noah non sembrava distare così tanto. Entrai a casa e con passo felpato salii le scale. Entrata in camera vidi subito mio fratello e Miles che ronfavano beatamente. Sgattaiolai fino al comodino e misi sotto carica il cellulare, poi in punta di piedi andai nella cabina armadio presi il pigiama e infine mi diressi verso il bagno dove mi feci una doccia calda rilassando i muscoli tesi e contratti. Pronta per un sonno ristoratore mi infilai nel letto e ben presto mi addormentai, non prima di aver preso la pozione rivitalizzante. Mi trovavo nel corpo di qualcuno, non lo possedevo, ero solo lì, dentro la sua mente e guardavo attraverso i suoi occhi e mi muovevo attraverso il suo corpo. E tutto quello che vidi e feci non mi piacque, mi disgustò. Ero in un campo di battaglia, l'aria puzzava di sangue e la terra era piena di cadaveri. Persone squartate, senza arti, con armi conficcate nel petto e occhi privi di vita. C'erano anche bambini, morti. Tutti morti. Tranne qualche guerriero in armatura che in groppa ad un cavallo -come lo ero io- che vagava sperduto in quelle lande. D'un tratto il cavallo calpestò qualcosa, che gridò di dolore. Era un uomo. Ferito allo stomaco a causa di un colpa di spada, gli si potevano vedere le interiora. Un conato di vomito si fece strada dentro di me mentre l'uomo in cui ero "dentro" rimase impassibile. Con occhi supplicanti l'uomo cercò di parlare ma dalla sua bocca non ne uscì alcun suono, solo sangue. Era grave. Io e l'uomo fissammo il poveretto, poi estraemmo la Spada, Brisingr. Scendemmo dal cavallo e con un colpo netto tagliammo la testa all'uomo a terra. Gridai di terrore e mi risvegliai, continuando a gridare. Miles e Sean si svegliarono di soprassalto anch'essi urlando frasi tipo "chi va là?" o "ciambelle!" (nota autrice: ahahah ciambelle! Chissà che sogni facevano). Mio padre entrò in camera correndo affannato, io smisi di urlare. Improvvisamente iniziai a piangere. "Ho ucciso una persona" singhiozzai, tenendomi la testa fra le mani. Mio padre mi guardò con occhi dolci "é stato un brutto sogno" mormorò "solo un brutto sogno". Mi abbracciò in modo consolatorio mentre mio fratello e il mio migliore amico si sedevano sul letto vicino a me, il letto si abbassò sotto il peso di quattro persone. "Era così... reale!" le lacrime scendevano calde rigando le mie guance. "Era solo un sogno, adesso ti preparo una camomilla così ti tranquillizzi okay?" mio padre era così dolce in quel momento, cercava di consolarmi ma non sapeva che quel sogno era realmente accaduto. Uscì di stanza e lo sentii scendere le scale. "Non era un sogno" mormorai, alcuni pezzi si stavano incastrando nel puzzle e stava venendo fuori qualcosa. Poi capii, un'ipotesi oltremodo corretta. Quello era il ricordo che Brisingr, la Spada Maledetta mi aveva fatto vedere durante il duello con Sharon. Quello che mi avevano tolto perchè non ero pronta. Quello che mi aveva fatto urlare durante il duello. Quel ricordo cancellato era tornato a galla. Mio padre tornò su con la camomilla e bevendola mi sentii più tranquilla. Rassicurato che fosse tutto a posto mio padre tornò a dormire e lo stesso fecero Miles e Sean. "Non sei stata tu" mi dissi "era quel tizio, io non ho fatto nulla" ripetendomi queste frasi riuscii finalmente a convincermi. Non riuscivo però a prendere sonno, terrorizzata da altre visioni raccapriccianti. Dopo mezz'ora sentii mio fratello iniziare a dormire, dal suo letto provenivano suoni di respiri rumorosi -segno che si era addormentato. "Pssss" sentii "sei sveglia Xe?" era Miles a parlare, dal suo letto in basso proveniva la voce. "Sono sveglia" risposi. "Hai paura di fare un altro incubo?" mi stupii di quella domanda "si ho paura" ammisi. Sentii Miles muoversi, lo vidi alzarsi e infine entrare nel mio letto. "Non voglio che tu faccia un brutto sogno" sussurrò. "Sembriamo Peeta e Katniss cavolo! É la stessa scena!" borbottai, lui ridacchiò "ne sono al corrente. Speravo che te lo ricordassi, dopotutto... Abbiamo visto il film assieme". "E tu hai aspettato tuuuutto questo tempo per fare la stessa scena?" ridacchiai divertita. Iniziai a sbadigliare, le palpebre mi si fecero pesanti e crollai addormentata. "Forse si Xena, forse si" fu la sua risposta prima che sprofondassi in un sonno senza sogni. Quando riaprii gli occhi mi sentivo intontita ma anche più riposata, la testa si mosse senza che lo volessi, così mi resi conto che il mio cuscino respirava. Questo perchè mi ero addormentata sul petto di Miles, ricordai la sua battuta su Hunger Games e non potei fare a meno di ringraziarlo mentalmente. L'orologio segnava le 08:03 ma a quanto pare nessuno dei miei familiari aveva intenzione di alzarsi presto il sabato. Mi stiracchiai e con passo felpato presi il cellulare. Lo accesi e aspettai che si connettesse alla Wi-Fi. Mentre aspettavo ricevetti la notifica di una chiamata persa e di tre messaggi ricevuti. Erano tutti di Noah: Ti avevo chiamato per darti la buonanotte ma non hai risposto :( ... Fa niente. Buona Notte Piccola Xena. M'intenerii a leggere quel messaggio. "Esistono davvero ragazzi così?" mi chiesi "oppure é un'illusione?" optai per godermi Noah, che mi trattava con tanta gentilezza e riguardo. Iniziai con il secondo messaggio. Senti... Sono stato troppo possessivo chiamandoti? Non é che ho fatto male? É la prima volta che corteggio una ragazza☺. Sentii le guance diventare rosse, "mi sta corteggiando!" mi sventolai in faccia un foglio per ricevere un pò d'aria fresca ma il piano ebbe il risultato di farmi sembrare una bambina alle prese con la prima cotta. Sempre più lusingata dalla corte di Noah lessi anche il terzo. Xena ultimo messaggio, tanto stai dormendo quindi li leggerai domani mattina... Ma fa niente, devo scriverti. In effetti erano le 23:04 quando mi aveva inviato il messaggio. Probabilmente te l'ho già detto per cui... Te lo ripeto. Mi sono divertito oggi e mi piacerebbe riorganizzare qualcosa assieme. Tipo andare al cinema... O da qualche altra parte... Come vuoi tu. Fammi sapere. "Chi ti scrive?" chiese Miles, sdraiato nel mio letto mi fissava malizioso "hai un sorriso ebete stampato in faccia" ridacchiò. Guardai il mio riflesso nello schermo del cellulare, in effetti era vero. "Nessuno che ti possa interessare" risposi con finta cattiveria. "Torna a dormire" gli ordinai, avevo intenzione di rispondere ai messaggi. Lui sbadigliò e si coprì la testa con le mie coperte. Ehilà Noah! Grazie per i messaggi, in effetti é vero... Dormivo. Per me va bene, hai detto cinema perchè c'é qualche film che ti interessa? Non feci tempo a premere invio che mi si oscurò lo schermo. Segno di una chiamata in arrivo. Sullo schermo apparve il nome di Dylan, ma non c'era la foto. Risposi incerta trascinando il tasto verde. "Pronto?" "Xena!" "Dylan chi ti ha dato il mio numero?" "Alaska" "Alaska maledetta" borbottai. "Cosa? Non ti sento" "Niente niente" negai. Evitai di dirgli che escogitavo una vendetta nei confronti della mia amica. Lei sapeva. Bisogna precisare che io ho il bisogno di fare una foto assieme alla persona e poi inserirla come foto profilo della rubrica, ciò -pur non volendolo- mi avrebbe portato a fare una foto con Dylan, cosa -che non so perchè- mi irritava. E non avrei potuto non farci la foto, per motivi fisiologici. Mi venivano i crampi allo stomaco, strano ma vero. "Come niente niente?" mi gridò quasi nell'orecchio. "Te ne sei andata in giro a quell'ora del mattino?! E se ti succedeva qualcosa?" "Dylan non ho 3 anni" sentenziai. "E ormai so difendermi, al Campo mi hanno insegnato le basi della difesa". "Ero solo preoccupato per te" borbottò. "Grazie Dylan ma ho imparato a badare a me stessa da un po". "Lo so! Solo che ultimamente stanno succedendo cose assurde che ti stanno scombussolando la vita e... Fa niente. Fatti trovare in soggiorno fra 30 secondi okay?". "Okay... Ma perchè?" non capivo come avrebbe potuto essere a casa in così poco tempo. "FENIX!! VIENI Q.." e la conversazione terminò. "Ora capisco" sussurrai. Vedendo che sembravo una vagabonda con quel pigiama, corsi nella cabina armadio per infilarmi dei morbidi pantaloni della tuta che si stringevano alla caviglia e poi infilai una maglietta pulita. Scesi in fretta le scale cercando di cancellare la paura di quella visione, volevo evitare che Dylan la percepisse. A fine delle scale vidi Dylan seduto sul divano, Fenix invece era intenta a coccolare il mio Loof. Mentre mettevo il piede sull'ultimo gradino ebbi l'orrenda sensazione di aver calpestato qualcosa di viscido e scivoloso. Con occhi colmi di consapevolezza, volli lo stesso controllare che avessi ragione. Una sostanza vischiosa e di un colore tra il rosso e il nero. Impallidii riconoscendolo. Sangue. Saltai indietro dal terrore e lanciai un urletto terrorizzato. Dylan si alzò e mi raggiunse in fretta "cosa c'é?" mi chiese. "Sa-sangue" balbettai indicando ai miei piedi, sbirciando con occhi socchiusi notai però che il sangue era sparito. Un senso di terrore mi attanagliò le stomaco. Stavo impazzendo? "Xena non c'é sangue qui. Che stai dicendo?" mi chiese Dylan guardandomi negli occhi e sorprendendosi della quantità di paura che percepì in me a causa di quell'unica macchia. "Tranquilla Xena. Ci sono io" sussurrò con calma, facendomi sedere sul divano. Fenixia che non aveva notato nulla mi sorrise con enfasi. "Novità?" chiesi curiosa cercando di dimenticare tutto ciò che mi era accaduto. "Si, novità. Ma Dylan... Vai a farti un giro" ordinò al fratello, ridacchiai del suo tono autoritario. Dylan alzò le mani in segno di resa e se ne andò in cucina, probabilmente con l'intento di prepararmi la colazione. Dopo dobbiamo parlare Xe. Okay. "Mi sono fidanzata!" quasi gridò dalla gioia. "Con Sebastian?" annuì. "Finalmente!" esclamai. "Finalmente?" mi domandò stortando la testa incuriosita. "É da quando sono qui che ho notato che ti ama alla follia" le raccontai e lei reagì con stupore. "Non dirmi che non lo sapevi!" sbottai esasperata. Lei negò "corteggiava talmente tante ragazze che l'unica cosa che provavo era disprezzo... Ma poi lui si é confessato e mi sono sentita... Amata. Ed é una bella sensazione! Sono innamorata" parlò tutto d'un fiato continuando a sorridere. "Felice per te" ricambiai il sorriso. "Dovresti trovarti pure tu un ragazzo" sospirò "sai ha Pandora ho perso il conto dei ragazzi che si sono innamorati di te" scoppiai a ridere. "Di me? Ahahahah! Ma chi?" "Preferirei non dirtelo" mi rispose. "Comunque ho già qualcuno in mente" dissi pensando a Noah. "Davvero?? Che bello. Chi é?" "Già chi é?" s'intromise Dylan poggiando sul tavolino la mia colazione: brioches e spremuta d'arancia. Ringraziai Dylan e mi misi a banchettare. "É quel ragazzo dai capelli biondi?" "Come sei generico! Anche Miles é biondo" "Hai capito chi intendo e io ho capito chi intendi tu" finì il discorso Dylan. "Comunque fra un mese verrò nominata Cavaliere e per cui devi esserci alla mia festa. Mi faresti felice" cambiò argomento Fenixia. "Festa? Okay... Ma come lo spiego a mio padre il motivo per cui ho comprato un vestito?" chiesi, naturalmente il vestito era d'obbligo per le feste. "Pago io" disse semplicemente Dylan. "Ehi ehi ehi coosa? Se ne voglio uno costoso?" non mi andava di far spendere soldi a qualcun'altro per una cosa mia. "I nostri zii sono rinomati avvocati per cui non é un problema. Ci hanno dato soldi da mettere da parte ma a noi non servono per cui... Sommati sono parecchi" spiegò Fenix, fu dura convincermi ma i due fratelli -abili a convincere le persone- ci riuscirono. (Nota autrice: potevano vendere ghiaccio agli eschimesi, per così dire) "Fenix, io e Xena dobbiamo discutere di alcune cose... Puoi lasciarci soli?" mormorò e detto questa la sorella scomparì, utilizzando la sua abilità. "Di cosa volevi parlarmi?" domandai. "Ultimalmente stai facendo incubi? Simili a visioni? Molto reali?" come faceva a sapere ciò che sognavo? "Cyrus mi ha riferito che dopo aver impugnato di nuovo Brisingr, il ricordo che ti era stato oscurato poteva riafforare facendoti avere allucinazioni e incubi. Prima hai visto del sangue vero?" il suo sguardo era colmo di preoccupazione per me. "Non é nulla, non ti preoccupare" non mi andava di preoccuparlo ulteriormente. Aveva già le sue cose da gestire. "Non mentirmi Xena. Sai che posso leggerti dentro" sentii un'improvvisa voglia di raccontargli tutto e capii che era lui la sua abilità. Voleva che mi confidassi. "Starò meglio se lo faccio" sospirai e gli raccontai tutto. Alla fine mi sentii un pò meglio, anche se dover ricordare quel massacro era stato uno shock. "Sei una ragazza estremamente forte" constatò Dylan "la gente normale non sarebbe ancora sana di mente" non capii se dovessi prenderlo come un complimento quindi mi limitai ad annuire. "Senti Xena. Fenix ti ha detto della festa... Ma dato che a Pandora non vendono una vasta gamma di vestiti eleganti , la gente tende a venire qui. Pensavo... Dato che tu sei la più esperta del luogo... Possiamo affidarci a te? Ci porterai a fare un giro per cercare i vestiti?" mi chiese, per un attimo avevo pensato che mi avrebbe invitata ma dato che ciò non era accaduto cercai di non sentirmi troppo intristita. Apprezzai però il fatto che avessimo cambiato argomento. "Verrà Rhyse, Fenix, Sharon, Sol e Cat" mentre parlava contò con le dita le partecipanti, io lo interruppi bruscamente. "Ferma ferma ferma! Ma loro non sono di qui" intendevo la Terra "come fanno a venire?" c'era qualcosa che non quadrava. "Se accompagnati -gli abitanti di Pandora- possono venire in questo mondo" mi assicurò Dylan. "Secondo punto" elencai "chi sono le due tizie? Quelle che hai nominato" ero un misto fra la gelosa e la incuriosita e le due emozioni erano così forti che non potei sperare che Dylan non le avesse percepite. "Sol e Cat sono due giocatrici della mia squadra" spiegò. "Squadra? Fate dei giochi?" chiesi "oh si! Facciamo partite e giochi con i draghi. Sono uno spasso! Fra qualche giorno c'è la partita di Dragon Fly potresti venire a guardarci. Giochiamo noi" il suo entusiasmo era palpabile. "Okay" accettai l'invito. "Comunque é strano che Sharon abbia accettato... Di solito non viene mai sulla Terra, men che meno per fare compere" mormorò Dylan "credo sia a causa mia, probabilmente vuole tenermi d'occhio" sospirai. "Be in fondo é un bene" sospirò "non si é mai aperta con nessuno. Magari con te lo farà". "Stasera ti dovrai allenare con Colonnello e Skull sei pronta?" Domandò, annuì con foga. "Meglio che vada..." mormorò ad un certo punto Dylan. Lo lasciai andare e mi lasciai andare sul divano. Era così strano ma senza di lui nel mio cuore si formò un vuoto quasi incolmabile. Ansimai spaventata dalla mancanza d'aria, non era una sensazione. Qualcuno mi stava strozzando, una mano invisibile premeva sul mio collo. Vidi un'ombra oltre la porta finestra, il volto era nascosto dalla tenda che la oscurava, era l'ombra che mi aveva fatto fare l'incidente e che mi aveva seguita all'appuntamento con Noah. Stramazzai a terra e sentii dei passi pesanti rimbombare sul pavimento. "Xena!" Il tono di voce non era alto ma nelle mie orecchie suonò come se stesse gridando. La morsa soffocante lasciò la presa e io rimasi a boccheggiare sul pavimento come un pesce fuor d'acqua. Quando incontrai gli occhi azzurri della persona accanto a me ebbi l'illusione che Logan Lerman si mosse smaterializzato di fianco a me. Mettendo a fuoco però notai che era soltanto mio fratello. Sbuffai io e poi sbuffò lui. "Mi hai di nuovo scambiato per Logan Lerman? Xena mi farai impazzire! Sono solo tuo fratello caspio!" Ridacchiai per la parola caspio che mi ricordava che mio fratello non diceva parolacce quindi se le inventava. Inoltre caspio era la parola più spesso usata nel libro The Maze Runner che avevo letto tempo fa. "Xena chi era? Cosa è successo?" Mio fratello si fece improvvisamente premuroso. "Non lo so" mormorai, non era una bugia. "Pensi venga da Pandora?" "Non credo" risposi "aspetta?! Cosa?!" Mi cadde la mascella e lo guardai come se fosse un alieno. Poi iniziai a ridacchiare nervosa "Pandora? Cos'è? Un video game?" Se è uno scherzo divento una iena veramente. "Sorellina, conosco Pandora da molto più tempo di te" mi sorrise tranquillo mio fratello. Pur essendo un mio parente ero piuttosto diffidente. "Però non ci sono mai stato" sospirò e io potei leggere della frustazione nei suoi occhi. "Tutto è inizio quando eravamo piccoli" iniziò a raccontare ( nota autrice: ma chi te l'ha chiesto?)"quando la mattina ti svegliavi mi raccontavi sempre di essere stata in un altro mondo dove c'erano i draghi. Fino a lì tutto normale, stavi sognando. È normale fare sogni così" in effetti era piuttosto normale "poi quando ti svegliavi eri sempre sporca di terriccio. Mi venne così il dubbio che tu la sera uscissi, a 5 anni era piuttosto pericoloso... non trovi?" Annuii, aveva ragione. Quel racconto iniziava ad incuriosirmi sempre di più. "Così rimanevo sveglio le notti per controllare che tu non uscissi" quella frase mi fece provare un moto di tenerezza nei suoi confronti "poi dato che non uscivi e la mattina eri sempre sporca di terra decisi di dormire assieme a te". "Quell'episodio mi permise di poter accedere a Pandora. All'inizio ero solo un'ombra. Nessuno poteva vedermi. Mi limitavo a seguirti mentre giocavi con un drago viola" alla parola viola sbiancai. Era lo stesso che conoscevo ora? Però non parlai e non dissi nulla. Lasciai che Sean continuasse a parlare. "Poi un giorno un uomo è venuto a parlarmi. A me. Che non potevo essere visto. Il suo nome era Samuel. Era un mago piuttosto potente che mi aveva percepito e con un incantesimo mi aveva permesso di poter accedere a Pandora. Da allora sono suo discepolo e mi alleno ogni volta che vado lì". La notizia che mi aveva dato era uno shock piuttosto pesante da sostenere da sola ma sicuramente ero felice di poter condividere l'esistenza di quel mondo con mio fratello. "Domande?" Mi chiese "oh si. Molte" affermai. "Come mai non ricordo di averti detto nulla?" "Eri troppo piccola e anche allora avevi una memoria terribile" in effetti la mia memoria va a farsi desiderare. "Come mai nessuno sa che vai a Pandora? E io non ti ho mai visto?" "Il luogo dove mi alleno è molto lontano dal Campo. E nessuno sa di me perché è stato vietato. Tecnicamente non potrei andare a Pandora. Non ero Predestinato. Quindi abbiamo cercato di non far trapelare la notizia." La sua risposta aveva senso.. e sicuramente io non potevo arrabbiarmi per una sciocchezza del genere, oltre al fatto che avrei dato fuoco a tutto se mi fossi arrabbiata. "Giusto il fuoco" mi si accese una lampadina. "Sei al corrente che le persone a Pandora hanno della Abilità?" Volevo essere cauta, il fuoco può spaventare le persone. "Oh si. So anche la tua. Non ti preoccupare" rimasi in una fase del tipo "cosa stai dicendo?!" Probabilmemte offesa che lui sapesse già tutto. Rispetto a me lui era un genio e il fatto che io potessi sapere qualcosa più di lui era quasi impossibile, infatti lui era anche a conoscenza del Nuovo Mondo. Sospirai rassegnata. "Cosa sai...?" Volevo essere sicura che avesse detto il vero. "La tua Abilità c'entra con il fuoco ma non so bene come funziona" spiegò tranquillamente Sean, gesticolando. "Come lo sai?" A scoppio ritardato mi venne il dubbio. "Be vedi da piccola.." iniziò la storia "avevi messo la mano sul fornello del gas. Acceso. Naturalmente avevo tentato di impedirtelo ma dopo che tu tolsi la mano, non ti era fatta nulla. Così iniziai ad avere qualche idea e... non ti arrabbiare" mi supplicò. Avevo quasi paura di scoprire cosa era successo. "Ho testato questa tua Abilità. E mentre eravamo al campeggio con papà e lui non c'era ti ho gettato in mezzo alle fiamme del focolare." Si mise le mani sopra la testa come a proteggerle da eventuali schiaffi. Ci misi qualche secondo per comprendere ciò che aveva fatto "hai quindi... TENTATO DI UCCIDERMI?!" Riuscii a strillare con moderazione, per non svegliare nostro padre che pur essendo le 10:00 non si era ancora alzato. Mio fratello -seppur con malovoglia- annuii. Mi misi a respirare in modo pesante come quando un toro si prepara a caricare con le corna. "Hai fatto altri test oltre a questo che mi hai raccontato?" Domandai. Lui tentennò e io riuscii a malapena a trattenermi dal picchiarlo. Aveva tentato di uccidermi dopotutto (nota autrice: che bel rapporto tra fratelli). "Non li voglio sapere" lo precedetti, non volevo che si mettesse a raccontare quando aveva tentato di uccidermi. "Sai anche evocare il fuoco" parlava piano e tenendo lo sguardo basso. Con un gesto della mano accantonai il discorso e correndo in camera mia presi velocemente vestiti per correre e dopo essermi cambiata uscii. Con l'Mp3 infilato in tasca feci partire la musica a un livello talmente assordante da zittire pure i miei pensieri e fatto ciò presi a correre. Iniziai con una corsa piuttosto lenta per riscaldarmi i muscoli, poi quando raggiunsi la pista ciclabile -deserta- cercai nella playlist una canzone che mi facesse tenere un ritmo serrato e veloce. Scelta la canzone misi le ali ai piedi e corsi come il vento. Ero talmente veloce che il paesaggio intorno a me era confuso e la musica veniva sopraffatta dal vento. Mi sentivo volare in quel momento, altro che draghi. Io riuscivo a volare anche con i piedi per terra. Arrivai fino alla fermata dell'autobus, avevo fatto un bel po di strada. Rallentai il passo a ritmo di Animals dei Maroon 5. Cambiai direzione e trotterellai fino al parco. Ansimando per lo sforzo notai con gioia che dalla mia bocca provenivano sbuffi di aria calda. Io adoravo gli sbuffi d'aria calda. Saltellando qua e la come una persona sotto l'effetto del siero dei Pacifici espiravo con la bocca provocando nuvolette d'aria calda che mi mandarono ancora più su di giri. "Xena?" Anche se la musica era a palla, qualcuno aveva detto il mio nome. Girai su me stessa per cercare la persona che aveva parlato. Facendo ciò intrecciai le gambe e inciampai sui miei stessi piedi, tipico. Vidi il cemento avvicinarsi al mio viso mentre cadevo. Una mano mi afferrò il braccio e mi tirò su prima che raggiungessi il terreno. La persona che mi aveva sollevata doveva essere dotata di molta forza, poiché sollevare una ragazza -e tutto il suo (leggiadro) peso- senza sbilanciarsi, doveva essere molto difficile. Vidi Noah, era lui a tenermi tra le braccia. Mosse la bocca per parlare ma non sentivo nulla. Poi ebbi la geniale idea di togliere le cuffie. "Scusa Noah... cos'hai detto?" Non mi dispiaceva stare tra le sue braccia quindi non mi tolsi ma per non far sembrare che ero cotta di lui cercai di mantenere un'aria distaccata. Non doveva sentire le mie farfalle nello stomaco. "Ho detto: sei proprio bella quando corri" mi sorrise. Quando mi stava corteggiando diceva sul serio... sentii la terra mancarmi sotto i piedi. Quel sorriso che poteva mandarmi in Paradiso e allo stesso tempo mi faceva stare con i piedi per terra. Cercai di ricambiare "grazie, scommetto che pure tu sei molto bello quando corri, probabilmente" lui scoppiò a ridere, probabilmente era il complimento più strano che gli avessero fatto. Noah inclinò la testa e mi sorrise "grazie". Ci sedemmo entrambi sulla panchina, vicini ma non troppo. Io rabbrividii, non avevo la giacca -non avevo previsto che mi sarei dovuta fermare. Noah con un gesto mi mise la sua giacca addosso, il calore che emanava mi scaldò subito. "Ma... e tu?" Gli sarebbe venuto un raffreddore se non si fosse coperto, pur essendo ottobre faceva freddo al mattino. Scosse la testa e da un sacchetto tirò fuori un altro giaccone "ero andato a prenderne un altro, più pesante -quest'inverno farà freddo. Intanto tu usa quello lì che è già caldo!" Abituata al calore del giaccone, smisi di tremare e iniziai a annusare. Il suo odore era delicato e inebriante e rimasi qualche secondo a inspirarne il profumo. Noah sorrise divertito ma non disse nulla sul fatto che sembravo una psicopatica poiché annusavo il giaccone. "Ti ho mandato dei messaggi ieri..." parlò piano "vero!" Esclamai "ti stavo rispondendo poi Dylan mi ha chiamata e... sono accadute un po di cose e poi mi sono dimenticata del messaggio" raccontai agitando le braccia. "Comunque se vuoi possiamo uscire... oggi non ho nulla da fare". E così fu. Fianco a fianco girammo per la città e più volte ci ritrovammo a rincorrerci per le strade silenziose. Quando raggiungemmo il piccolo bosco vicino a parco iniziò un vero e proprio inseguimento. Come una bambina ridevo e scappavo, inseguita da Noah che sfrecciava tra gli alberi senza però riuscire a prendermi, anche se secondo me lo faceva apposta. Ansimando mi fermai, mi appoggiai al tronco di un albero e presi ampie di boccate d'aria. Qualche secondo dopo -rinvogorita- presi a camminare in cerca di Noah, non lo vedevo più. Una sensazione di panico mi attanagliò le viscere "e se gli fosse accaduto qualcosa?" Mi chiesi preoccupata. "Eccoti" sentì una voce parlare. Vidi Noah a qualche metro da me, il sollievo si fece largo dentro di me. Ridacchiando presi a correre via "ah! E così scappi?" Rise lui "non mi scappi dolcezza" e iniziò a correre pure lui. In men che non si dica mi raggiunse e prendendomi per i fianchi mi fece cadere a terra, lo trascinai con me a terra. Le foglie cadute attutirono la caduta. Noah si inginocchiò su di me per non pesarmi. Scoppiammo entrambi a ridere "ti ho presa" esultò. Ansimando un poco per la corsa il suo viso si fece più vicino al mio, i suoi occhi mi scrutarono dentro e io scrutai dentro i suoi. Improvvisamente il suo sguardo cambiò direzione, guardava le mie labbra e io non potei fare a meno di guardare le sue. Il suo viso si avvicinò traballante al mio ma poi si bloccò, con uno scatto mi allungai verso di lui e unii le mie labbra alle sue. Prima con timidezza poi con passione ci stringemmo l'uno all'altra rotolando tra le foglie. Quando ci staccammo ne volevo sempre di più ma Noah come stordito si staccò. Non ci rimasi male, di Niah avevo capito una cosa... e cioè che non era abituato ad aprirsi con la gente. Alzandomi lo seguii e mano nella mano tornammo a casa. Era ora di pranzo quando tornai a casa e mio padre aveva preparato una deliziosa carbonara, come solo lui sapeva fare. Nel pomeriggil uscii con Alaska e le raccontai tutto su ciò che era accaduto con Noah e lei ricambiò raccontandomi dei progressi con Evan, il misterioso ragazzo -amico di Noah- per cui lei si era presa una cotta. Felici dei nostri progressi in amore ci prendemmo delle crêpes al cioccolato. La sera andai a letto presto e così potei subito iniziare l'allenamento con Skull e Colonnello. Furono le tre ore più difficili della mia vita, dopo avermi fatto fare 50 giri di corsa intorno all'Istituto mi insegnarono mosse della lotta corpo a corpo e mi fecero combattere contro decine di ragazzi, i quali mi sconfissero. Dopo le tre ore di combattimento, Sharon -che si era segnata tutto il programma della mia giornata- mi accompagnò a lezione, dove con Shamal feci un'altra lezione di combattimento. Dopo di essa imparai la semplice pozione rivitalizzante e infine feci una lezione sulla storia di Pandora, nella lezione fu raccontata la guerra elfo gnomica che era avvenuta secoli fa. Dopo le lezioni era prevista un'ora di pausa in cui era incluso il pasto, sfinita pranzai con tutti i miei amici e potei ammirare di nuovo il canto d'inizio pasto. Le fate quel giorno si era sbizzarrite cucinando piatti deliziosi e abbondanti. Dopo il pasto Sharon mi inculcò in testa altri tipi di attacchi con la spada e mi rifece fare il Gioco -mezzo di tortura utilizzato negli allenamenti che consiste in ostacoli dondolanti e letali che ti passano davanti alla faccia e ti colpiscono (se non li eviti), il tutto con l'aggiunta del fatto che sei bendato- sapevo che Sharon lo faceva per il mio bene e per la sua reputazione ma era sfiancante. Dopo l'ora di "riposo" dovetti continuare ad allenarmi con Colonnello. Però cambiai arma, mi fece esercitare prima con il tiro con l'arco, poi con la balestra, ma anche con la sciabola, le mazze ferrate e con i tonfa ( nota autrice: i tonfa sono armi giapponesi simili ai manganelli che hanno i poliziotti, se volete approfondire cercate su internet) di cui mi innamorai -erano armi bellissime. Infine mi fece fare arrampicata, in cui mi trovai a mio agio -poiché facevo arrampicata nel mio mondo- apparte le poche volte che caddi schiantandomi a terra come un budino. Dopo l'allenamento Sharon e Rhyse (che parevano essere diventate amiche) mi trascinarono verso la partita di Dylan. Mi spiegarono in modo semplice le regole. Lo scopo del gioco è entrare nel cerchio di fuoco senza venire sbalzati via, tutto ciò su un drago mentre altri giocatori cercano di colpirti. Inoltre per vincere la partita bisogna trovare 10 gemme nascoste in giro per il campo. Sette giocatori: -un Alzatore, colui che a terra impedisce che la palla tocchi il suolo (si perdono punti se cade); -due Bruciatori, che cercano di bruciare gli avversari; -un Falco; che deve individuare le gemme; -un Invisibile; che ruba le gemme agli avversari; -due Giocatori che devono fare tutto ciò che possono (fare punti, rubare gemme, trovare gemme), in pratica una gran faticaccia. La partita fu emozionante anche per me che non capisco nulla di ciò che stava accadendo, inoltre Dylan aveva detto "vieni a guardarmi alla partita" cosa impossibile dato che lui era l'invisibile e nessuno lo vedeva. Nella squadra di Dylan c'erano molte persone che non conoscevo mentre la squadra avversaria mi era totalmente sconosciuta. Avrei fatto amicizia con il passare del tempo, dopotutto ero lì da neanche una settimana. La sera fui completamente libera dai miei impegni e assieme a Sharon e Rhyse facemmo un pic-nic in un campo fiorito. Naturalmente era una trappola. Sharon e Rhyse mi avevano allontanata dal Campo per addestrarmi con i draghi. Loro -essendo Cavalieri- ne avevano già uno, Rhyse aveva Arrow mentre Sharon aveva Titan. Mi insegnarono varie cose tra cui come fare amicizia -i Draghi tendono a uccidere chi non rispetta certe regole-, come cavalcare un Drago -e mi fecero anche provare seppure fosse vietato- inoltre imparai alcune delle molte razze e mi mostrarono le loro perle. Sharon ce l'aveva blu mentre Rhyse aveva una bellissima perla azzurra. La giornata finì in fretta e senza troppi intoppi e così furono le giornate seguenti. Passò un mese in cui io mi allenavo di notte e studiavo di giorno, sicuramente non potevo permettere che Pandora mi abbassasse la media. Gli allenamenti con Skull e Colonnnello si fecero sempre piu intensi e qualche volta la mia determinazione si fece meno ma Sharon era sempre lì a sostenermi. A proposito di Sharon... io, Rhyse e lei diventammo inseparabili e dopo gli allenamenti loro mi aiutavano con lo studio. Dylan era sempre pronto ad aiutarmi e senza di lui non ce l'avrei fatta. Anche Sean si allenava per diventare Mago e quando tornavamo sul nostro Mondo mi insegnava qualche trucchetto. Il mio rapporto con Miles migliorò, era lui che mi faceva ripetizioni di matematica quando ne avevo bisogno. Ma la cosa più bella, quella che mi faceva svegliare con il sorriso era Noah. Dopo una settimana che uscivamo si era confessato nel bosco vicino al pic nic che aveva preparato e insieme avevamo guardato le stelle. Passò un mese e il giorno del mio compleanno si avvicinava ma ciò che aspettavo con ansia era la festa per la nomina di Cavaliere che si sarebbe tenuta il giorno dopo del mio compleanno, l'1 novembre. Eh già il mio compleanno era il 31 ottobre. Non potevo immaginare del terribile incidente che mi avrebbe colpita. Ero ignara di ciò che accadeva intorno a me, della guerra che stava nascendo e delle terribili creature che si stavano risvegliando.
   
 
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