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Autore: Scarl_Bloom 94    20/01/2015    5 recensioni
Una bambina viene trovata a Bosco Atro da Legolas e da suo padre Thranduil. Le viene dato il nome di Lùthien e successivamente portata a Reame Boscoso. Lùthien cresce insieme al figlio del sovrano e col tempo il loro legame si rafforzerà. Quello che ha sempre visto come un fratello maggiore si rivelerà essere qualcosa di più.
Nessuno però conosce la sua vera identità. Passo dopo passo tutti i segreti verranno svelati.
In questa Fan Fiction ripercorreremo i fatti narrati ne "Lo Hobbit" e ne "Il Signore degli Anelli", dal punto di vista degli Elfi.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Light into Darkness'
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Capitolo 11 : Amare qualcuno è una scelta, una promessa, un impegno
 


Lùthien e Legolas continuarono il loro inseguimento per ore e ore. L’Elfo era molto preoccupato per la ragazza, correvano da troppo tempo e sapeva che lei non poteva continuare ancora per molto. Temeva, però, di fare qualcosa di sbagliato. Ora che le cose erano state chiarite, non sapeva come comportarsi.  Aveva bisogno di parlarle, di dirle ciò che provava. Erano tantissimi secoli che si portava quel sentimento dentro di sé, non riusciva più a controllarsi.
Quando la ragazza perdette l’equilibrio, Legolas fu abbastanza veloce ad afferrarla in tempo. Era stanca, troppo stanca.
<< Lasciami >> si ribellò subito lei << non possiamo indugiare. Rischiamo di perderli. >>
 
<< No, ferma >> la trattenne l’Elfo << sei stremata. Se continui ancora, finirai per farti del male. >>
 
<< Tu non devi dirmi cosa devo o non devo fare, va bene? >> replicò Lùthien dandogli un colpo sul petto.
 
Lui però non mollò l’impresa, la trattenne ancora << Io ci tengo a te … e non voglio che ti accada nulla di male >> le confessò, stringendola di più tra le sue braccia.
Erano incredibilmente vicini. Troppo vicini, pensò Lùthien. Gli occhi di Legolas caddero sulle labbra della ragazza. Quella sua bocca riusciva a stordirlo. Moriva dalla voglia di baciarla, oramai era da troppo tempo che aspettava. Voleva sapere quale sapore avesse. Ma solo al pensiero, sentiva una strana sensazione allo stomaco.
 
<< Smettila di respirarmi sulla bocca >> si lamentò debolmente la ragazza << mi fa star male. >>
 
Legolas dapprima non capì. In seguito si rese conto che le faceva star male perché provava le stesse emozioni che sentiva lui. E riflettendo, era proprio vero, tutto quello era così bello da far star male.  L’Elfo sorrise malizioso, e prese lentamente ad accarezzarle i capelli. Lùthien chiuse gli occhi e pregò i Valar affinché le dessero la forza di resistere a quelle carezze.
 
<< Allora? Mi darai ascolto? Riposerai? >> le chiese Legolas, continuando a toccarle il viso << non voglio ostacolarti Lùthien. Voglio solo che tu stia bene. >>
 
La ragazza annuì leggermente << va bene … farò come dici tu. Ma solo un paio d’ore, va bene? Dopo continueremo la nostra caccia. >>
 
Legolas ne fu felice. Era riuscito a convincerla, da non credere. Forse poteva tenerla a bada, non era poi così  difficile da domare. Si era accorto di avere un potere speciale su di lei, riusciva a renderla vulnerabile solo toccandola. E allora dentro di sé, piano piano si fece strada una piccola speranza. Sì, probabilmente Lùthien provava i suoi stessi sentimenti. Avevano cercato di trasformare quell’amore in odio, senza riuscirci. Comunque non ne era del tutto certo, quella ragazza lo mandava in confusione come nessun altro al mondo.
Dopo la piccola pausa, ripartirono.  Lùthien cercava di stargli il più lontano possibile.  Non voleva ricadere nella trappola. Ogni volta che quell’Elfo le stava accanto, lei perdeva subito le forze. Non riusciva a spiegarselo, ma era esattamente così.  Inoltre non poteva permettersi di pensare a lui, doveva scoprire chi era veramente. L’unica cosa veramente importante in quel momento era solo la sua vera identità.
 
<< Lùthien! >> la chiamò Legolas durante la corsa << per me tu sei speciale così come sei. >>
 
La ragazza si voltò leggermente verso l’Elfo << che cosa intendi dire? >>
 
Lui sorrise dolcemente << non ha importanza chi sei veramente o a quale razza appartieni. Tu … sarai sempre la mia Lùthien. >>
 
La ragazza strinse lo sguardo << tutti hanno sempre avuto paura di me. Anche tuo padre … e questo è stato uno dei motivi del mio allontanamento. E anche Sire Elrond ha avuto dubbi sulla mia pericolosità, l’ho sempre saputo.  Non sai che bello sapere che tutti ti temono, che ti considerino un mostro. >>
 
Lùthien rallentò, man mano che raccontava a Legolas tutto quello che aveva passato. Sapeva di essere diversa e che, quella diversità, spaventasse gli altri. Doveva sapere una volta per tutte la sua storia. Anche se, a dirla tutta, aveva tantissima paura di conoscere la verità. E se era davvero un mostro? Non l’avrebbe accettato mai e poi mai. Gandalf le aveva sempre detto, durante gli anni dell’addestramento, che forse era meglio così, era più saggio non sapere e continuare a vivere rimanendo all’oscuro di tutto.
 
<< E non t’importa cos’è che penso io? >> le domandò l’Elfo.
 
<< E’ impossibile che tu non abbia paura di me >> replicò la ragazza incredula << potrei essere qualcosa di malvagio. >>
 
Ma l’Elfo le sorrise ancora una volta << tu non potresti mai rappresentare il male …  sei così … bella. >>
 
Lùthien arrossì violentemente e volse immediatamente lo sguardo davanti a sé, lungo la strada << smettila, Legolas. Non è il momento. >>
 
<< Ah no? E quando, allora? >>
 
L’Elfo decise di fermarla. Ormai erano a pochi metri da Pontelagolungo, non c’era nessuna fretta.
 
<< Dobbiamo andare, non essere testardo >> proseguì Lùthien.
 
<< Ti prego, ascoltami: noi due abbiamo una faccenda irrisolta ormai da … troppi secoli. >>
 
<< E’ troppo tardi, mi dispiace … adesso è tutto diverso, noi siamo diversi. >>
 
Legolas cercò di avvicinarsi, non appena si rese conto dell’agitazione della ragazza. In quel preciso istante però, udirono delle urla provenire dalla città. Lùthien si voltò di scatto e, subito, capì che c’erano gli Orchi di mezzo.
 
<< Andiamo! >> disse all’Elfo.
 
Insieme ripresero a correre più velocemente possibile. Man mano che si avvicinavano, riuscirono ad avere una visione più esatta della situazione. Videro gli Orchi, sul tetto di una casa. La ragazza afferrò il proprio arco. Scoccò una freccia e riuscì a ucciderne uno.  Appena raggiunse l’abitazione che quei mostri stavano attaccando, notò la presenza di alcuni suoi amici. Vi erano tre Nani, tra cui il suo caro amico Kili, ancora ferito. Con loro c’erano anche tre umani, due ragazze e un ragazzo. Stavano cercando di affrontare gli Orchi da soli ma chiaramente avevano bisogno d’aiuto. Lùthien mandò fuori combattimento un paio di quei mostri, grazie alla sua spada. Nel frattempo anche Legolas l’aveva raggiunta. La ragazza rimase colpita dall’indiscutibile destrezza dell’Elfo. Uccideva quegli esseri immondi come se fosse una cosa naturale. Per un secondo, Lùthien, perse la concentrazione. Un Orco aveva attaccato Kili, e il poveretto non era in grado di difendersi da solo. Raggiunge immediatamente l’amico e, estraendo uno dei suoi pugnali, colpì il mostro dritto al cuore. Il Nano cadde a terra, fortemente provato per il dolore.
 
<< Kili! >> lo chiamò lei << stai bene? >> domandò preoccupata.
 
Legolas nel frattempo era riuscito a far scappare gli Orchi superstiti al loro massacro.
 
<< Li avete uccisi tutti >> disse il ragazzo incredulo.
 
<< Ce ne sono degli altri >> replicò l’Elfo, incamminandosi verso l’uscita << Lùthien, vieni. >>
 
La ragazza però non poteva abbandonare il proprio amico. Guardò Legolas per qualche secondo. Quest’ultimo guardò sprezzante il Nano. Era geloso, non poteva nasconderlo.
 
<< Lùthien >> la richiamò nuovamente per poi uscire e riprendere la caccia.
 
La ragazza fece qualche passo verso la porta. Non sapeva cosa fare. Da una parte non poteva lasciare che Kili morisse, non se lo sarebbe mai perdonato, e dall’altra temeva che potesse succedere qualcosa all’Elfo.  Non poteva lasciarlo da solo a combattere tutti quegli Orchi.
 
<< Lo stiamo perdendo! >> esclamò uno dei Nani disperato.
 
Kili gemeva dal dolore. Lùthien si sporse quel tanto che bastava per seguire con lo sguardo Legolas. Lo vide saltare da una parte all’altra, con un’abilità e destrezza fuori dal comune. L’Elfo afferrò il suo arco e uccise uno di quei mostri, colpendolo con una freccia.  Forse poteva cavarsela da solo, pensò la ragazza. Ma non riusciva a decidere.
D un tratto sentì dei passi provenire verso di lei. Si trattava di Bofur.
 
<< Lùthien! >> esclamò sorpreso il Nano << che ci fai qui? >>
 
<< Che cos’hai in mano? >> domandò la ragazza << Athelas >> pronunciò, prendendo le erbe dalle mani di Bofur.
 
<< Puoi curarlo? >> chiese lui.
 
<< Potrei … farlo. Sì, potrei salvarlo. >>
 
Lùthien ordinò agli altri di stendere Kili sul tavolo. Una delle ragazze le porse un contenitore, in cui spezzettare le erbe magiche. Le prese nelle mani e chiuse gli occhi. Iniziò a pronunciare delle parole in elfico mentre lentamente portava le erbe sulla ferita. Kili iniziò a contorcersi mentre suo fratello e gli altri Nani cercavano di tenerlo fermo. La ragazza proseguì nel pronunciare quelle parole magiche e a guardare preoccupata il suo amico. Kili ricambiò lo sguardo, non appena notò qualcosa di strano intorno a lei. Lùthien era completamente avvolta da una luce speciale che la faceva brillare. Il Nano riuscì a calmarsi, lentamente, e più guardava la ragazza e più … se ne innamorava.
 
Nel frattempo Legolas stava combattendo da solo contro gli Orchi rimasti. Si era reso conto che Lùthien non lo avesse seguito. Era arrabbiato, deluso e incredulo. Aveva preferito stare a occuparsi di quel Nano piuttosto che andare ad aiutarlo a combattere. Uccideva quei mostri senza pietà, così sfogava tutta la rabbia che aveva in corpo. A un certo punto avvistò quello che sicuramente era il Capo di quella banda di Orchi. L’Elfo tirò fuori la spada, preparandosi allo scontro. All’improvviso apparvero altri due mostri a intralciare il suo cammino. Legolas li affrontò coraggiosamente, riuscendo a sconfiggerli in pochi minuti. Nel frattempo, il loro Capo avanzava verso di lui. L’Elfo riprese la spada e lo attaccò. Il mostro con abilità riuscì a bloccare l’arma con le sue mani. Pochi secondi dopo scaraventò Legolas contro una parete.  L’Elfo però non si arrese, immediatamente si rimise in piedi per affrontarlo.  Si scaraventò addosso al mostro, per poi sbatterlo ripetutamente contro un asse di legno. L’Orco si riprese subito e afferrò Legolas per le spalle, stringendogliele con forza.  Con una testata, l’Elfo, riuscì a liberarsi e a riprendere la lotta contro il proprio nemico. Spuntarono altri due Orchi, e il mostro spinse l’Elfo contro di loro. Riuscì, ancora una volta, a sbarazzarsi di loro. Nel frattempo il Capo, approfittò per fuggire via, salendo sopra a un mannaro. Legolas, stremato, si appoggiò per riprendere le forze. Si rese conto, incredulo, che stesse sanguinando. Prese il proprio sangue in mano e sgranò gli occhi. Lui non aveva mai sanguinato e non aveva mai visto il proprio sangue. Abbastanza arrabbiato, decise di salire in groppa al cavallo per andare dietro all’Orco e riprendere lo scontro da dove l’avevano lasciato.
 
Intanto Lùthien aveva appena finito di medicare Kili. Quest’ultimo la guardava sognante, ancora molto provato per la fatica.
 
<< Lùthien >> sussurrò per richiamare la sua attenzione.
 
<< Sta fermo >> disse lei sorridendo per la gioia di averlo salvato.
 
<< Tu non puoi essere lei >> proseguì il Nano << lei è molto lontana. Lei è molto … molto lontana da me. Lei cammina … nella luce delle stelle in un altro mondo. E’ stato un sogno e basta. >>
 
Il piccolo Nano avvicinò lentamente la sua mano a quella della ragazza. Lùthien lo guardava senza saper cosa dire. Quelle parole l’avevano colpita, e molto.
 
<< Credi che avrebbe potuto amarmi? >> domandò infine Kili.
 
La ragazza sospirò e chiuse gli occhi. Allontano la mano da quella del Nano. Non voleva spezzargli il cuore. Teneva molto a quel caro amico ma non in quel modo. No, non lo amava. Lei sapeva bene chi faceva battere il suo cuore. E proprio in quel momento, si rese conto di averlo lasciato da solo.
 
<< Legolas! >> pronunciò a voce alta dirigendosi verso la porta.
 
Gettò un'ultima occhiata a Kili. Lui le sorrise, come se avesse compreso. La ragazza ricambiò e corse subito alla ricerca del suo Elfo.
Prese a correre come non mai, sperava solo che non gli fosse successo nulla di male. E nel frattempo vide qualcosa di enorme in cielo. Lei era ormai lontana dalla città mentre qualcosa si avvicinava a Pontelagolungo. Non badò alla strana creatura, in quel momento le importava solo di trovare Legolas.
D’improvviso sentì qualcuno galoppare nella sua direzione. Si fermò non appena si rese conto che si trattava proprio dell’Elfo. Quest’ultimo scese da cavallo immediatamente e le andò incontro.
 
<< Legolas! >> esclamò felice la ragazza << stai bene? >>
 
L’Elfo le si avvicinò freddo << t’importa per caso? Non hai esitato a … restare con quel Nano! Hai preferito aiutare lui, piuttosto che venire con me. >>
 
<< Stava per morire >> si giustificò subito Lùthien.
 
<< Potevano uccidermi, no? Potevo morire anch’io >> replicò Legolas.
 
<<  Sei davvero uno stupido. Proprio non capisci? >>
 
<< No! Spiegamelo tu. Sei innamorata di lui, non è vero? >>
 
<< Cosa? >> Lùthien rise << tu non hai capito un bel niente, allora. >>
 
<< Tu lo ami, è così? Rispondimi! >>
 
L’Elfo aveva perso completamente il lume della ragione.  Era tremendamente e stupidamente geloso. Lùthien si sentì bruciare gli occhi.
 
<< No, stupido … non amo Kili. >>
 
<< Non ci credo >> proseguì rassegnato << avanti, dillo … ammettilo una volta per tutte! >>
 
<< No >> rispose scuotendo la testa << non amo lui. >>
 
<< E allora chi è che ami? Si può sapere? >>
 
Lùthien piangeva. Voleva morire, stava piangendo davanti a lui. Legolas se ne rese conto e cambiò di colpo espressione. La ragazza sospirò e puntò gli occhi sull’Elfo.
 
<< Io amo te, stupido! >> ammise, urlandolo a squarciagola.
 
A Legolas tremò il cuore. Prese a camminare a passo veloce verso la ragazza e, in due secondi, la raggiunse. Afferrò il suo viso tra le mani e la baciò. Iniziò a muovere le sue labbra contro quelle della ragazza velocemente e con desiderio.
 
<< Anch’io ti amo … da sempre … da secoli …. >>
 
Lambì le sue labbra dolcemente. Piano piano si fece strada nella bocca di Lùthien, e in quel momento sentì un groviglio di emozioni dentro lo stomaco. La ragazza si lasciò baciare, accarezzare e toccare. Le loro lingue presero a danzare eroticamente da una bocca all’altra. E i loro cuori battevano più forte che mai.
Finalmente dopo secoli e secoli d’attesa … erano riusciti a darsi un maledetto bacio e ad ammettere i propri sentimenti.

 

 

Spazio *Autrice*

Salve a tutti ^^
Spero che questo chapy vi piaccia :D
Ho avuto tantissime visualizzazioni al precedente capitolo *-* ma nemmeno un commento :/
Vorrei sapere cosa ne pensate ^^
Ringrazio tutte per aver letto :) ho apprezzato davvero tantissimo l'elevato numero di visualizzazioni ^^

A presto
Bye
Scarl.
   
 
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