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Autore: Craggy    20/01/2015    6 recensioni
“Se solo Malfoy potesse giocare ancora …” sussurrò Harry, più a se stesso che a qualcuno in particolare, mentre la ragazza si avviava verso la Sala Comune.
E proprio mentre si apprestava a prepararsi, un lampo di genio le attraversò la sua brillante mente.
Malfoy doveva tornare a volare, giusto? Giusto.
Questo voleva dire migliorare i suoi voti, esatto? Esatto.
E chi, nella scuola, aveva un elevato spirito di sacrificio, unito alla perfetta padronanza di quelle tre meravigliose quanto complicate materie?
Hermione Granger, ovviamente.
Lì per lì sorrise raggiante, e se avesse avuto un’altra se stessa si sarebbe volentieri data un cinque.
Era un genio.
Un genio.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Cap. 12

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“Signor Malfoy, non tutta questa fretta, prego. Desidero scambiare due parole con lei, se non le dispiace”.

Il tono di Minerva McGranitt, che guardava il biondo in modo indecifrabile, non ammetteva repliche.

Tiger e Goyle guardarono il loro principino confusi, non sapendo cosa fare: la lezione di Trasfigurazione era terminata, e come al solito Draco si stava apprestando a raggiungere la Sala Grande per il pranzo, seguito dalla sua corte, quando l’altera professoressa aveva richiamato la sua attenzione.

I due bodyguard non sapevano cosa fare delle loro vite, in quanto nessuno aveva detto loro come comportarsi nell’eventualità di dover lasciare solo il giovane rampollo; il ragazzo li liquidò con una mano.

“Sono certa che il signor Malfoy sopravvivrà anche senza la vostra compagnia. In caso contrario, mi assicurerò personalmente che vi pervengano gli inviti alla sua veglia funebre. E ora andate, su” ordinò perentoria l’insegnante.

La porta dell’aula si chiuse con un tonfo, lasciandola immersa in un silenzio più profondo del normale.

“La tratterrò solo per pochi minuti, signor Malfoy. Come lei può immaginare, credo, le devo parlare del recente compito di Trasfigurazione che ha svolto” spiegò la donna, sempre senza la minima inflessione emotiva nella voce.

Che si esercitasse davanti allo specchio?

Ma soprattutto, Draco era preoccupato per il test: era andato davvero così male? Le volte precedenti, persino quando aveva preso una rovinosa T, la professoressa si era limitata ad un’occhiata scettica, senza mai un discorso faccia a faccia.

Cos’era dunque dovuto succedere per convincerla ad una chiacchierata con uno degli studenti meno brillanti della sua classe?

“Credo che sia il caso lei scriva ai suoi genitori, in quanto …” continuò lei, sebbene il cervello del ragazzo fosse ormai perso in mille elucubrazioni.

Scrivere ai suoi? Allora la cosa era seria.

In fondo, finché prendeva brutti voti nel primo semestre, non era poi tanto grave; ma era ormai iniziata la seconda parte dell’anno, e ogni insufficienza poteva essere quella decisiva alla sua bocciatura.

D’altra parte, Minerva McGranitt era rimasta negativamente colpita dagli insuccessi scolastici di quel ragazzo: come il professor Piton non lesinava a ricordarle, Draco Malfoy era il miglior pozionista che avesse mai incontrato dai tempi in cui lui era stato studente.

L’insegnante non poteva fare a meno di credere che, in parte, potesse essere anche colpa sua: parteggiando, seppur con discrezione,  per i Grifondoro, i Serpeverde aveva deciso di far guerra a Trasfigurazione.

Eppure Hermione Granger, Grifodoro e fiera di esserlo, eccelleva anche nella materia del direttore Serpeverde.

Ma c’era, in effetti, qualcosa in cui quella ragazza non eccellesse?

“Un’ultima cosa e la lascio andare. Ecco, qui c’è la sua verifica. In via del tutto eccezionale, solo per questa volta, vorrei che la spedisse via gufo ai suoi genitori” concluse, porgendo al ragazzo un foglio.

Draco, con il cuore che batteva a mille, prese titubante la pergamena.

La fissò come incantato, senza decidersi a guardare il voto.

Poi sospirò, tanto ci avrebbe pensato sua madre a fargli una bella lavata di capo.

Uscì dalla classe, salutando atono la professoressa, che lo seguì con lo sguardo fino alla sua scomparsa dietro al massiccio portone di legno.

Camminando nel corridoio ormai vuoto, e rassegnato ad un pessimo pranzo, in ragazzo girò il foglio; i suoi occhi si spalancarono all’istante, e perse quel poco colorito che faceva capolino sulla sua pelle diafana.

Ai suoi genitori sarebbe venuto un colpo, poco ma sicuro.

Quella era proprio una … ?

 

 

*

 

 

“Una O, Malfoy! Oh, lo sapevo che non potevi essere così stupido!” urlò Hermione, che preda ad un attacco di gioia gli si era lanciata addosso.

Fortunatamente erano sulle rive del Lago Nero, così nessuno sarebbe morto d’infarto allo spettacolo; vedere Hermione Granger abbracciare Draco Malfoy non era una cosa di routine, dopotutto.

Schiarendosi la gola, a metà tra l’imbarazzato e il sorpreso, Draco ripetè che non stava scherzando, aveva davvero preso Oltre Ogni Previsione.

“Anche se probabilmente la McGranitt me lo ha dato perché era oltre ogni previsione che superassi questo test. Ma comunque, non mi lamento”.

Hermione si era staccata dal collo del ragazzo, come se ad un tratto si fosse resa conto di quello che stava facendo, ma continuò a sorridergli radiosa: ce l’aveva fatta! Nonostante i lamenti, le imprecazioni e tutto il resto, il ripasso di qualche giorno prima era servito effettivamente a qualcosa.

“Sono davvero contenta per te. Immagino che i tuoi genitori saranno molto orgogliosi, sei stato bravo” si congratulò – per la trentesima volta – la ragazza, come se fosse stato San Potter o il gemello Weasley a prendere un bel voto.

Cosa improbabile, tra l’altro.

Ma comunque, era a lui che la Granger stava facendo i complimenti.

Non ad uno dei suoi amici di Grifondoro.

Doveva sentirsi lusingato? Probabilmente sì.

“Beh, per sdebitarmi, potrei anche aspettare qualche minuto in più prima di soffiare il Boccino allo Sfregiato, te lo devo. Certo, settimana prossima subirete comunque un’umiliante sconfitta, ma almeno l’autostima di Potterino non ne uscirà troppo ammaccata” disse il biondo con nonchalance, in modo da mettere ben in chiaro quale sarebbe stato l’esito della partita, programmata per il sabato successivo.

“Oh, questo è da vedere. Non mi pare che tu gli abbia mai soffiato niente, sopra un manico di scopa” rispose con tranquillità la ragazza: non era una fan sfegatata del Quidditch, quei commenti non la toccavano neanche più di tanto.

Ma ogni occasione era valida per dimostrare a Malfoy quanto Grifondoro fosse migliore di Serpeverde.

“A proposito, so che Piton non è riuscito a prenotarvi il campo per oggi, che peccato. Certo, voi avreste molto più bisogno di noi di allenarvi, soprattutto tu, Malfoy” aggiunse Hermione, calcando il riferimento al neo (anche se non proprio) arruolamento nel ruolo di Cercatore.

Punto nell’orgoglio, il ragazzo chiese con voce indignata cosa intendesse dire: non era lui la schiappa del Quidditch, non si sarebbe mai permesso di rubare quel titolo a Weasley.

Di re ne bastava uno solo.

La riccia si apprestò a spiegargli, come se stesse parlando ad un bambino piccolo che non riesce a capire una cosa ovvia.

“Beh, mi sembra chiaro. Le uniche partite in cui hai preso il Boccino sono state contro Tassorosso o Corvonero, ma mai contro di noi. Da questo deduco che Harry, lo Sfregiato come lo chiami tu, sia decisamente più abile di te. Mi spiace, non faccio io le statistiche”.

In tutta risposta, il biondo inarcò un sopracciglio in modo eloquente, come a sottolineare che la cosa non lo toccasse minimamente.

Allo sguardo interrogativo della Grifondoro, lui la liquidò con un: “L'indifferenza è la miglior arma e la da utilizzare  verso chi cerca in ogni modo di causare il tuo disagio, Granger, ed io sono pienamente convinto nel persistere nella mia indifferenza verso i tuoi attacchi di mera invidia”.

Colpita da una tale eloquenza, Hermione vacillò, e dovette pensare un po’ di più alla sua risposta; risposta che però non riuscì a dare, in quanto Draco girò i tacchi e tornò verso il castello: il sole stava iniziando la sua discesa verso l’orizzonte, tingendo il cielo di sfumature rosa pesca e arancione.

Gli alberi si stagliavano contro quel gioco di colori, e con i loro profili scuri creavano un bizzarro gioco di chiaroscuri.

La figura del Serpeverde era quasi arrivata alla grande porta d’ingresso, ma questo non impedì alla ragazza di urlare : “Malfoy, sei una prima donna!”.

Un frustrato “Ah!” da parte del giovane pose fine alla prima, vera conversazione pacifica che i due facevano da quando avevano litigato: che il sottile equilibrio primario si stesse ristabilendo?

 

 

*

 

 

La settimana passò, per alcuni troppo velocemente: Ron aveva iniziato ad accusare i primi sintomi del nervosismo pre partita, sebbene mancassero ancora tre giorni, e le statistiche fossero tutte dalla parte dei Grifondoro.

La Casa di Godric primeggiava indisturbata sopra Tassorosso, che a sorpresa deteneva il secondo posto, anche se con un centinaio di punti in meno, e Corvonero, i cui giocatori sembravano aver dimenticato come si giocasse a Quidditch.

A prova di ciò, durante la partita precedente, gli studenti dall’ingegno smisurato erano riusciti a farsi ben cinque auto goal.

Gli allenamenti erano sempre più sfiancanti, e spesso Harry si era trovato nella sgradevole posizione di dover rimproverare uno dei Weasley (la squadra ne aveva ben quattro, dopotutto. Due dei quali era piuttosto inclini al ritardo), sfiorando tragedie e scenate in Sala Comune.

Era il primo vero scontro con Serpeverde, e pur non ammettendolo, tutti erano preoccupati per l’inaspettato ritorno di Malfoy, il quale, in pieno spirito sportivo, aveva già distribuito diversi volantini raffiguranti una vipera che azzannava un pollo.

E la cosa lo aveva divertito parecchio.

Gli scontri nei corridoi ripreso, mentre i membri delle due fazioni si insultavano cordialmente; da entrambe le parti però, come per un tacito accordo, si evitavano con accuratezza fatture e incantesimi, limitandosi alle dispute verbali: nessuno voleva rovinare il momento di complicità (un termine azzardato, ma non per questo meno vero) che la prospettiva di una partita finalmente movimentata aveva portato.

A sbalordire tutti, però, furono Hermione Granger e Draco Malfoy.

Come al solito.

Durante uno dei tanti litigi (che erano entrati a far parte della routine quotidiana), erano volati commenti non propriamente simpatici rivolti alle madri di Montague da una parte, e di Seamus dall’altra.

Dunque, se su una cosa le due Case rivali parevano d’accordo, era l’onore.

Potevi affatturare il tuo peggior nemico in ogni modo esistente, ma non era permesso insultare la sua famiglia.

Harry, Ron, Tiger e Zabini avevano già sguainato le bacchette, pronti a rendere giustizia ai rispettivi comagni, quando due singolari figuri avevano tuonai di fermarsi.

Draco Malfoy ed Hermione Granger uscivano dalla classe di Incantesimi, dove Vitius li aveva trattenuti per complimentarsi del notevole miglioramento del biondo; in quei giorni avevano evitato l’argomento partita, in quanto erano rispettivamente Cercatore di Serpeverde e amica del Capitano, del Portiere, dei Battitori e della Cacciatrice di Grifondoro.

D’altro canto, seppur con tutte le battutine del caso, avevano trovato molti altri argomenti, quando non si davano ripetizioni a vicenda.

Tornando al corridoio del secondo piano, quattro teste incuriosite si girarono nella direzione della coppia più chiacchierata del momento: che fossero appena arrivati allo stadio di “amicizia in bilico” era totalmente indifferente.

“Hermione, che ci fai con un Serpeverde? Con il Cercatore dei Serpeverde, per l’esattezza” chiese basito Seamus, che era ignaro dell’accordo tra i due.

Contemporaneamente, Montague fissava basito il suo giocatore migliore, interrogandosi sul perché un Malfoy fosse in compagnia di un’indegna Mezzosangue.

“Questo non ti riguarda, Finnigan” lo liquidò il ragazzo, provvedendo a calcare il tono arrogante della frase.

“Andiamo ragazzi, dopo pranzo avete gli allenamenti, non perdete tempo con stupidi litigi. Sono sicura che entrambe la Case – sì, Ron, anche voi – abbiano esagerato, ma per favore, mettete via le bacchette. Non vogliamo feriti prima della partita, dico bene Malfoy?”-

La riccia aveva usato il suo tono dolce ma fermo, e quello che aveva detto era così sensato che tutti, persino Montague, avevano riposto borbottando le armi, dileguandosi poi con qualche “Stupidi Polli” o “Stupide Serpi” di repertorio.

Con un leggero cenno del capo Hermione si accomiatò dal biondo, che per tutta risposta le sorrise sarcastico, come a ricordarle che nonostante tutto era pur sempre guerra aperta.

Ma lei non si soffermò troppo su quel dettaglio, presa com’era a rassicurare Seamus sulla sua non relazione con Malfoy.

Un ultimo pensiero le sfiorò la mente, prima di lasciar cadere l’argomento Quidditch per passare ad uno che certamente sarebbe stato più ameno: se Grifondoro avesse perso, le conversazioni con quel dannato furetto sarebbero state alquanto imbarazzanti.

 

 

 

*

 

 

“Salve, Granger”.

“Zabini”.

Il moro si era annunciato pomposamente, come suo solito.

Con aria da cospiratore chiese alla ragazza se era riuscita a rimediare l’abito griffato che le aveva chiesto prima delle vacanze natalizie, ma la risposta fu negativa.

“Comunque non ti preoccupare, appena avrò un attimo libero scriverò ai miei genitori” lo tranquillizzò Hermione.

Anche se vedere un ragazzo così in pena per un po’ di tessuto era a dir poco esilarante.

I due si erano trovati nella Stanza delle Necessità, come ogni terzo giovedì del mese, per discutere dell’abbigliamento della ragazza.

Inizialmente le sedute di stile si erano rivelate più come campi di battaglia, con Blaise che gridava da una parte, dicendo che “felpa e jeans” non erano abiti considerati adatti ad un appuntamento, ed Hermione dall’altra, che asseriva di stare benissimo anche senza quell’orribile gonna a volant.

Quel capo d’abbigliamento era un elemento ricorrente dei più oscuri incubi della ragazza.

Dopo qualche settimana, però, i due si erano accordati per una tregua. Momentanea, ovviamente.

Il problema principale consisteva nel carattere dominante di entrambi i ragazzi: la riccia si rifiutava di accorciare l’orlo della gonna oltre la mezza coscia (anche se aveva usato termini più coloriti), Zabini non perdeva occasione per sottolineare il pessimo gusto della ragazza.

Eppure ce l’avevano fatta, a trovare un compromesso; e vedersi una volta al mese era più che sufficiente.

“Dunque, Granger, noto con piacere che la tua camicia non è di tre taglia più grande: a cosa devo questo inaspettato miglioramento? Hai forse adocchiato qualcuno?” chiese curioso il Serpeverde, che aveva preso a cuore quel caso umano, facendosi coinvolgere più di quanto necessario.

La sua missione però era portare il buon gusto ovunque nel mondo, senza distinzione di Casa, classe sociale o altro.

E sì che la Granger sarebbe stata anche una ragazza graziosa, se solo gli avesse consentito di occuparsi del suo guardaroba; ma era un’inguaribile testarda.

Sbuffando leggermente, la giovane ripeté quello che diceva ogni volta: nel remoto caso in cui si fosse innamorata di qualcuno, non sarebbe certo cambiata per lui.

Liquidandola con un gesto stizzito, Blaise annunciò l’argomento di quella seduta: Trucco e Parrucco.

Di fronte alla faccia sbigottita della ragazza, si affrettò a spiegare: per flirtare con un ragazzo, la prima cosa da fare era un contatto visivo.

E quale occasione migliore per applicare un po’ di trucco?

“Vedi, Granger, il trucco è messo bene quando non si nota. Niente rossetto dai colori sgargianti, strati di fondotinta, mascara a litri. Non devi sembrare un clown ubriaco. Devi trovare i punti forti del tuo viso, e pensare a valorizzarli. Ad esempio, hai degli occhi molto grandi: un filo di matita nera all’interno della palpebra, ed otterrai uno sguardo dolce e magnetico allo stesso tempo. Inoltre, hai le labbra abbastanza scure, quindi puoi evitare tranquillamente il rossetto. Non sai cosa farebbero certe mie compagne per avere quella tonalità!”

Hermione aveva assistito in religioso silenzio a quella lezione di trucco, e non sapeva se un suo eventuale commento sarebbe stato ben accetto o no.

Si era attenuta al piano Stai attenta e annuisci.

“Ora, i capelli” continuò imperterrito Blaise, che sembrava essersi preparato il discorso per poi impararlo a memoria.

“Sono piacevolmente sorpreso nel constatare che, rispetto ai primi anni, la maggior parte del crespo è sparita. Hai una considerevole massa di ricci, ma ti sconsiglio di ricorrere ai prodotti magici per fissarli: lascia che siano naturali. Che balsamo usi quando li lavi?”.

La ragazza, che era persa nei suoi pensieri, si limitò ad annuire meccanicamente.

“Granger, mi hai sentito? Hey!” aveva esclamato indispettito lui, dopo essersi reso conto che tutta la sua interessantissima dissertazione era stata ignorata. Poi scosse la testa: quella poteva anche essere la strega più brillante della sua età, prendere tutti gli Eccezionale del caso, ma la sua capacità di concentrazione su questioni che andassero oltre lo studio era a dir poco instabile.

“Scusami Zabini, stavo pensando ai fatti miei. Hai detto qualcosa su dei ricci, per caso?” chiese Hermione, riscuotendosi dalle sue riflessioni sulla vita ed il suo significato.

“Non gli animali, Granger, ti ho chiesto se usi un balsamo in particolare per i tuoi capelli, ma a quanto pare non sono abbastanza biondo, pallido e magro per ricevere la tua attenzione!” esclamò il ragazzo in modo svenevole, portandosi una mano alla fronte ed accasciandosi teatralmente su un divanetto che era comparso per l’occasione.

E per fortuna che di Malfoy ce n’è solo uno, o il mio sistema nervoso salterebbe in poco tempo, pensò lei, mentre si apprestava a scusarsi per la sua distrazione e ad assicurare il ragazzo che era un insegnante bravissimo.

“Comunque no, non ho mai usato il balsamo. Sinceramente, è già difficile lavare la mia chioma così, figurati se sto a perdere tempo dietro prodotti che vadano oltre al sapone”.

L’espressione di Blaise passò da incredula a sconvolta nel profondo in pochissimi secondi, prima che il Serpeverde si portasse le mani tra i capelli, iniziando a lamentarsi di quanto inefficienti fossero le ragazze (anche se probabilmente si stava riferendo solo a quella ragazza), e di come lui non potesse lavorare in quello stato.

“Ci vedremo presto Granger, e aspettati di ricevere un gufo da Jean – Paul Gautier prima di domani sera. E mi raccomando, la matita nera!” e, conducendola fuori dalla Stanza, le sbatté la porta in faccia.

Probabilmente per poi ritirarsi in un angolino a piangere sulla totale mancanza di cura in Hermione, che dal canto suo  era rimasta spiazzata: chi diavolo era quel Jean Coso Gautier? Si doveva preoccupare?

Poi scosse la testa, ridendo tra sé e sé: quando mai non si preoccupava, lei?

 

 

*

 

 

Gli ultimi giorni della settimana volarono, arrivando al giorno prima della partita, sabato.            

La McGranitt si era casualmente dimenticata di assegnare le tre pergamene sulla Trasfigurazione Umana ai giocatori Grifondoro, ma si era puntualmente ricordata di darle ai Serpeverde.

Piton non aveva smesso di far paragoni tra l’incapacità di Harry come Pozionista e giocatore di Quidditch, togliendo punti come coriandoli.

Eppure, di tacito accordo, i due professori più temuti di Hogwarts avevano deciso di non affibbiare punizioni ai membri delle due squadre; certo, le clessidre delle Case in questione si svuotarono notevolmente in quei giorni di attesa, ma nessuno se ne curò particolarmente.

Hermione era appunto intenta a rimuginare su quanto una semplice partita, che non era neanche decisiva, potesse sconvolgere i cervelli maschili (e femminili. Ginny non dormiva da quasi una settimana), quando una testa rossa la riscosse dai suoi pensieri.

Fred Weasley, in tutta il suo baldanzoso egocentrismo, aveva deciso di costringere la studentessa più secchiona di Hogwarts ad approfittare della bella giornata per godersi il sole.

E guardarti mentre ti alleni a Quidditch, ammettilo.

Ma la parte razionale del cervello di Fred si assicurò che nessuno di quegli strambi pensieri uscissero dalla sua mente.

“Sorgi e splendi Granger, oggi avrai l’occasione più unica che rara di essere invitata dal Battitore più bello di Grifondoro per assistere alle sue prodezze.” E sorridendo incoraggiante porse la mano alla ragazza, che dal canto suo lo fissava incuriosita: Fred Ego Infinito Weasley non era esattamente il tipo che invitava in modo cavalleresco giovani pulzelle, decisamente no.

E forse fu quello, o forse il raggio di sole che, colpendo i capelli fulvi del ragazzo, aveva creato un’aura color rame attorno alla sua figura, come se fosse un’apparizione celeste, ad accettare l’invito.

Afferrata una sciarpa ed un maglione, i due si diressero mano nella mano verso il campo, attirando gli sguardi curiosi di perditempo e pettegole, tra le quali l’immancabile Pansy Parkinson: non era una cattiva ragazza (insomma, non tanto peggio di una qualsiasi altra Serpeverde), semplicemente era incredibilmente attratta dai gossip.

Ed Hermione Granger era uno dei suoi argomenti di discussione preferito.

“Ma guarda un po’, la nostra secchiona con il baldo Weasley. Che succede Granger, il fratello minore non ti bastava più?” esclamò infatti la bruna, suscitando risolini corali dalle altre tre ragazze che le stavano attorno, e che sembravano avere l’indispensabile compito di ridere ad ogni battuta di Pansy.

C’era una ragazza dai tratti orientali, con i lunghi capelli neri legati in un’ordinata coda, che la fissava impassibile: probabilmente non sapeva nemmeno chi la Grifondoro fosse, ma la Parkinson dettava legge, nella scala gerarchica di Serpeverde.

Una ragazzina, probabilmente più piccola, osservava Fred con gli occhi, azzurri come il cielo, spalancati: probabilmente la vista di uno studente più grande, seppur della Casa “rivale”, aveva suscitato in lei una sorta di reverenza.

A guardarla, con i boccoli biondi che le sfioravano la pelle candida, sembrava proprio una bambola.

Un momento, pensò Hermione, dopo averla attentamente osservata.

“Per caso tu sei Astoria? Astoria Greengrass?” chiese poco dopo. Per quante scarse fossero le probabilità di aver beccato la ragazza giusta, era sicura che fosse lei.

Chissà, magari quel giorno avrebbe fatto anche da Cupido.

“Sì, sono io, perché … ?“ iniziò balbettando lei, abbassando lo sguardo di colpo; probabilmente lo sguardo confuso di Fred l’aveva messa in imbarazzo.

Al suo posto intervenne la terza Serpeverde, una ragazza di colore dalla chioma indomata, chiedendole cosa volesse da Ria.

Caspita, il gruppetto di vipere più politicamente corretto che sia mai esistito.

“Hermione, farò tardi all’allenamento, ed Harry stavolta mi userà per fare scarpe. Se devi parlare con questa ragazzina, fai in fretta. Io intanto mi avvio, eh” la salutò Fred, prima di avviarsi verso gli spogliatoi.

“Ehm, ecco, non so se sia il caso che anche voi sentiate. È una cosa che riguarda solo Astoria e … beh … un mio amico. Però sei tu che devi decidere”, e guardò incoraggiante la biondina, come ad assicurarle che non ci fosse bisogno di aver paura, sebbene le loro divise avessero colori diversi.

“Per me va bene se restano. Sono le mie migliori amiche” sussurrò lei, probabilmente più per la fulminata che Pansy le aveva rivolto che per altro.

“Vedi, c’è questo mio amico che vorrebbe … conoscerti meglio, ma a quanto mi ha raccontato il suo primo approccio non è stato dei più adeguati” iniziò, ed il colore purpureo che andava tingendo le candide gote di Astoria la convinse di aver fatto centro.

“Dopo una bella lavata di capo, mi sono assicurata che capisse quanto idiota sia, e lui mi ha assicurato di voler cercare un altro modo per conoscerti. Ora, da solo non combinerà mai niente di buono, così lo faccio io: ti andrebbe di accompagnarlo durante la prossima uscita ad Hogsmeade?” propose Hermione raggiante.

Aveva infatti pensato che il miglior modo per iniziare un’eventuale relazione fosse una semplice uscita al villaggio, che non per forza doveva essere vista come un appuntamento romantico; poteva essere un’occasione perché i due si conoscessero meglio, scoprissero passioni comuni – oltre a quello per il verde e l’argento – e perché no, provare a stare insieme.

Astoria spostava lo sguardo da Hermione, che si era subito conquistata la sua simpatia, a Pansy, che era stata sua mentore durante il primo anno, e senza la cui approvazione non avrebbe mosso un dito.

“Si può sapere di che Casa è questo idiota?” chiese stizzita la brunetta, probabilmente già immaginandosi un Harry Potter innamorato.

“Oh, tranquillizzati Parkinson, è – sfortunatamente – dalla vostra parte. Che dire, anche i migliori hanno crolli di stile. Insomma, Astoria, pensaci quanto vuoi, hai ancora un po’ di tempo. Se poi ti andrà di fare un tentativo, fammelo sapere. In ogni caso, hai la mia solenne promessa che questo mio amico non farà assolutamente nulla di stupido. In caso contrario, puoi venire al suo funerale” e congedandosi con un cenno del capo, si apprestò a raggiunger il povero Fred, che probabilmente ormai la dava per dispersa.

Pansy seguì con lo sguardo la riccia, notando come avesse accuratamente evitato ogni commento sarcastico, anche quando era stata proprio le a stuzzicarla: era andata da loro per uno scopo preciso, e non si era lasciata distrarre dalle solite faide.

Ben fatto, Granger. Che Astoria riesca finalmente ad uscire un po’ dal suo guscio, grazie a questo misterioso ammiratore?  Pensò la ragazza, passandosi una mano tra il caschetto che le cadeva ordinato sopra le spalle.

Trisha e Lyn, le altre due Serpeverde,  iniziarono a cantilenare un “Ria ha un appuntamentooo”, provocando l’imbarazzo più completo della biondina, che avrebbe solo desiderato tenere la sua vita privata al sicura da quelle pettegole.

“Beh, ci dirai chi è quando vorrai, direi che ne abbiamo già parlato abbastanza. Come vi stavo dicendo prima che quella Grifondoro ci interrompesse in una maniera così ineducata, ho sentito da Clarissa che Steve stava uscendo sia con Jane che con Lorise, solo che Jane intanto si era messa con Mat, che era innamorato di Lorise, e quindi quando Summer mi ha confidato di essere innamorata di Chase …” iniziò Pansy, chiudendo il discorso ammiratore segreto, e guadagnandosi per questo uno sguardo pieno di gratitudine dalla piccola Greengrass.

L’ultima cosa che Hermione Granger, ormai sulla porta del Castello, fu l’urlo di Trisha, che sconvolta chiese come fosse possibile che a Chase piacesse Summer.

Insomma, lo sapevano tutti che il vero amore di Chase Underwood era Steve Dawson!

 

 

 

*

 

 

Hermione riuscì ad accomodarsi – finalmente – sugli spalti, ed il suo sguardo cercò inconsapevolmente (o forse era molto consapevole, ma cercava di non pensarci) la testa rossa del più fastidioso tra i Weasley.

Trovò l’oggetto del suo interesse intento ad inveire contro Ron, che svolazzava a casaccio tra la porta centrale e quella di destra, lasciando così completamente libera quella di sinistra.

Fred era dunque girato di schiena, mentre Harry, che si era schierato dalla parte di Ron, continuava a sostenere che Ronald era solo un po’ fuori allenamento, e qualche altro tiro sarebbe bastato per fargli riprendere la mano.

Poi, accorgendosi di Hermione, il Sopravvissuto si era avvicinato alla ragazza, sorpreso della sua inaspettata visita: non era un’amante del Quidditch, lo sapevano anche i muri, ed era molto raro vederla assistere a degli allenamenti.

“Ero venuta su specifica richiesta di Fred, ma al momento mi sembra impegnato” rispose lei allo sguardo interrogativo del moro, indicando il siparietto, che si era spostato a terra.

Fred, con la faccia rossa di rabbia, stava riversando una serie di improperi contro il fratello minore, che dal canto suo aveva la testa bassa, consapevole di essersi in parte meritato quella lavata di capo, ma molto più probabilmente per la paura che aveva del maggiore.

“Su, Harry, ti conviene separarli. Non vogliamo feriti prima di domani, giusto?” disse sorridendo la giovane, che ben conosceva la tempra dei suoi amici.

A seguito di un fischio di rimprovero di Harry, i due Weasley tornarono in aria, guardandosi in cagnesco; neanche la raccomandazione del Capitano di comportarsi bene sortì alcun effetto.

Se Harry fosse stato un po’ più autorevole, o una spanna più alto, probabilmente gli avrebbero dato retta, e sarebbero tornati a giocare.

Se Ron non avesse covato un gran rancore contro Fred, per la sola rivalità fraterna, magari la cosa sarebbe finita lì.

Se Fred non avesse dato le spalle a Ron mentre raggiungeva il resto della squadra, magari al fratello minore non sarebbe venuto l’impulso di afferrare un Bolide e tirarglielo addosso con un incantesimo.

Ma se potessimo sapere in anticipo le conseguenze delle nostre azioni, probabilmente ci chiuderemmo in casa blindando la porta.

Così Ronald Weasley, preso dalla rabbia verso quel fratello che sembrava oscurarlo sempre ed in tutto, scagliò contro Fred la palla, con una forza dettata solo dall’impulso del momento.

L’ultima cosa che Hermione vide, prima di precipitarsi nel campo, fu il corpo privo di sensi di Fred cadere dalla scopa.

 

 

 

 

CRAGGY'S  NOTES

Heylaaaa!

Che dire? Avevo intenzione di postare il nuovo capitolo il 24, in quanto sarebbe il mio secondo "compleanno" su Efp, ma io sono una persona terribilmente impaziente, oltre al fatto che non riesco ad iniziare un capitolo nuovo se prima non ho pubblicato quello vecchio.

Eh.

Coma al solito divago, ma è colpa mia se ho dei bellissimi lettori?

Vediamo un riavvicinamento dei nostri due casi umani, che pian piano stanno iniziando a mettere da parte l'orgoglio, nonostante Draco rimarrà per sempre una Drama Queen.

Chi sarà mai il misterioso Jean Paul Gautier? Lo scoprirete solo leggendo, ma come vedete le "lezioni di flirt" non sono finite nel dimenticatoio, semplicemente erano lì, ad aspettare un buon momento per venire fuori.

Premetto: non ho la minima idea se i consigli di Blaise abbiano un senso oppure no, ho preso quello che faccio io e (con moooolta fantasia) ho reso il tutto molto professionale.

La matita nera è l'unica cosa che è autorizzata a sfiorarmi prima delle nove di mattina, nonostante mi conferisca spesso e volentieri l'aspetto di un panda a cui sia colato il mascara (?); i capelli, poi.

Già, oltre a tutto il resto, ho una massa di ricci dal colore indefinito, che spazia dal biondo al blu (sono una tVù Vibbel, ve l'ho detto), ma a differenza di Hermione consumo una quantità industriale di balsamo, in quanto altrimenti sarei piena di dread, e a mia madre verrebbe un infarto.

Poi poi poi, la nostra Astoria uscirò con il cavaliere senza macchia e senza paura? Chissà.

Sappiate però che ho cercato di rendere Pansy un po' più "umana": se leggo un'altra fanfiction in cui fa la parte della sciacquetta giuro che vomito arcobaleni.

Che ne pensate del gruppo politicamente corretto? Io ho fissato per dieci minuti lo schermo, incerta se fosse una battuta squallida o meno, ma ormai mi conoscete.

Ah già, Fred è caduto.

Sarà morto?

O forse no?

Solo la fantastica Arya00 può saperlo, in quanto ho deciso dche la sua idea è fantastica. Non posso fare molto per ringraziarti, ma sappi che sei molto preziosa ^^

Come dimenticare la sempre presente ladyathena , o la cara Fred6, a cui posso solo dire una cosa: credo che troverai di tuo gusto il prossimo capitolo, nonostante sia ancora indecisa su quale coppia portare avanti. Un po' di ambiguità non fa mai male (credo).

Passiamo alle cose serie: lo so che è noioso ripeterlo, ma vorrei davvero che qualcuno dei 61 seguiti, 6 ricordati e 25 preferiti mi dessero cenni di vita, in quanto una persona (non ho l'arroganza di definirmi scrittrice) è molto più motivata se qualcuno apprezza il lavoro che svolge.

Ed io sono infinitamente grata alle persone che recensiscono, ma qualche voce nuova mi manderebbe al settimo cielo ^^

Vi lascio con il mio Tumblr ------> http://malfoy-do-it-better.tumblr.com/

E con una cosa un po' particolare. Ho scritto un paio di "articoli" sulla Dramione, e se dopo averli letti voli voleste visitare il blog, mi fareste davvero piacere.

Andiamo, ci sono i DRAGHI!

Comunque, qui ci sono io con un po' del sarcasmo che non posso esprimere in una fanfiction (anche se mi piacerebbe):

http://raggywords.blogspot.it/2014/10/world-is-weird-place-2.html (prima parte)

http://raggywords.blogspot.it/2015/01/world-is-weird-place-21.html (seconda parte)

Ci sarà anche una terza parte, se a qualcuno potesse interessare.

Welly, non mi resta che abbracciarvi ancora, ringraziandomi di tutto quello che fate per me. Non arriverò mai a minacciare (sapere no, "continuo a tot recensioni"), perchè ognuno è libero di fare quello che vuole.

Ma se volete farmi sapere che cosa pensate, non mi offendo mica eh ^^

Mi raccomando il blog, è importante.

Alla prossima,

Craggy (che oggi è incredibilmente petulante) :3

 

 

  
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