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Autore: _thekill_    20/01/2015    1 recensioni
Un terribile conflitto sta per abbattersi tra il regno di Menfest e quello di Vahalon. Un conflitto che sarà destinato a durare... a meno che Arandel non riesca a trovare una soluzione... Dolore, rabbia, amore e magia si uniscono per difendere l'unica cosa per cui valga davvero la pena di lottare. La libertà!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partì all’inseguimento e con con agilità saltò sopra un tronco caduto. Il cavallo entrò nella prima via della città e costrinse alcuni lavoratori a scansarsi. Lo straniero continuava a girarsi a guardare Arandel che acquistava sempre più velocità. A un certo punto lei cambiò strategia. Invece di continuare dritta a inseguire lo straniero si arrampicò su delle collinette e svoltò verso una scorciatoia che aveva scoperto da bambina che la portava direttamente nella seconda via della città, dove probabilmente era diretto il cavaliere. Come previsto lei arrivò prima e non appena il cavallo bianco guidato dallo straniero passò sotto di lei, gli si buttò addosso facendolo cadere da cavallo. Con l’agilità di un elfo lo straniero si divincolò da lei e tirò fuori la sua spada. Era una spada con ghirigori e dai finimenti eleganti. Arandel fece lo stesso e tirò fuori la sua. Si sentirono le urla delle persone che stavano li intorno quando capirono che stava per scoppiare un duello. Lo straniero fece il primo passo tirando un fendente che Arandel parò senza alcun problema. Adesso era il turno di lei che fece una stoccata cosi forte da far quasi rompere la lama della spada avversaria. Continuarono così per diversi minuti, fin quando lo straniero fece una mossa falsa e diede ad Arandel l’opportunità di disarmarlo e di metterlo a terra, così lei salì cavalcioni sul suo addome tenendogli ferme le braccia con le ginocchia e gli puntò la spada alla gola. Tutte le persone che erano rimaste a guardare acclamarono.
“Chi sei?”, chiese.
“Arandel lascialo andare, è un mio amico”, udì dire a suo cugino che stava correndo nella loro direzione.
“COME?”, urlò lei di rimando “E perché se è un tuo amico se ne va in giro per Menfest incappucciato come se fosse un ladro? E come ha fatto ad entrare a Menfest poi?”, continuò
“Hey calma cugina, hai ragione, ma non farà del male a nessuno, lascialo adesso”
Con un po’ di riluttanza si spostò lasciando libero il forestiero e rimise la spada nel fodero. Lui si alzò e Darren andò ad abbracciarlo. Lo sconosciuto si tolse il cappuccio rivelando dei biondi capelli lunghi e due orecchie a punta. Dunque era un elfo.. Arandel aveva visto giusto allora. Li seguì fino al castello dove il padre lo accolse con un caldo benvenuto. Suo padre era così caloroso e sorrideva sempre, era molto diverso da lei. Chissà se avevo ereditato la mia diffidenza da mia madre… pensò
“Zio, ti presento Aaron”, disse Darren al re sorridendo
“Buonasera sire, sono il principe dell’est”, Aaron si inchinò
“oh, suvvia, non devi inchinarti a me. Hai già conosciuto mia figlia?” disse indicando Arandel “ti presento la principessa Arandel di Menfest”
“Buonasera principessa”, disse Aaron avvicinandosi e baciandole la mano
“Piacere mio”, rispose con espressione dura
“Come mai sei qui principe degli elfi?”, domandò Edgar
“In realtà sarei dovuto andare da re Barahir per informarlo di alcuni avvenimenti, ma poi ho incontrato suo nipote che mi ha portato qui”
“D’accordo, Arandel lo andresti a chiamare?”
Arandel si incamminò in una piccola stradina dietro il castello illuminata da mille lucciole. Alla fine della strada trovò degli scalini in marmo che portavano al terrazzo del palazzo elfico. Due guardie la fecero entrare e le dissero di attendere. Guardò in alto e rimase sbalordita. Dall’esterno il palazzo non sembrava così grande. Era pieno di colonne e archi che salivano su fin quando non si riusciva più a vederli. Il tutto fatto di marmo e d’argento. Adesso capiva tutta la bellezza che Darren aveva raccontato di aver visto.
“Arandel”. Una voce di uomo la chiamò e lei si voltò. In abito blu notte e con la corona regale sulla fronte Barahir andò verso di lei.
“Barahir, mio padre ti manda a chiamare. È arrivato Aaron che deve comunicarti alcuni avvenimenti appena accaduti”
Si incamminarono verso il castello di re Edgar che adesso era illuminato da mille lanterne e candele dall’interno. Aprii il portone e Barahir andò verso Aaron ad abbracciarlo.
“Barahir, l’esercito di Angur sta avanzando. Adesso si trova ad est”, Aaron pronunciò queste parole con una strana espressione sul volto
“Come?”. Poi guardò Edgar. “Sono più vicini di quanto pensassimo”, disse Barahir con un’espressione preoccupata sul volto
“Ma di cosa state parlando?”, chiesi impaziente di tutti quei misteri che aleggiavano su Menfest da due giorni
“Di guerra”, rispose Edgar
“Chi dobbiamo combattere?”
“Angur”.
Non pensavo che avrei sentito ancora quel nome, pensò Arandel. Quando era piccola, Angur cercò di sconfiggere l’esercito di Menfest, ed è inutile dire come sia finita. Menfest ha la fortuna di avere l’esercito più grande di tutto il regno e l’armata di Angur fu costretta a ritirarsi. In quei giorni di guerra, lei e sua madre stavano scappando verso un rifugio tra le montagne dietro il castello, quando si trovarono davanti un enorme drago nero e a cavalcarlo Angur che allungò il braccio con la sua lunga spada uccidendo sua madre. Da allora Arandel aveva sperato di non doverlo più incontrare o tantomeno dover risentire il suo nome.
“D’accordo”, disse. E si voltò andandosene dalla stanza. 
   
 
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