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Autore: ketyblack    21/01/2015    1 recensioni
La periferia di Tokyo non era mai stata un quartiere allegro, anzi, il più delle volte diventava un covo di barboni e di mafiosi che abitavano però nei quartieri alti e che facevano ronde per controllare il lavoro delle proprie ragazze, il centro del traffico della prostituzione, talvolta anche minorile. C’erano poche giapponesi che battevano, la maggior parte erano russe, polacche, tutte alte flessuose e bionde, un genere non molto frequente nella popolazione del Sol Levante…
In questo ambiente, non molto favorevole all’allevamento di figli, erano cresciuti, insieme, sempre, essendo uno la famiglia degli altri un gruppo di ragazzi, un po’ strani per certi versi, ma sicuramente amici fraterni.
Il sole stava facendo capolino tra le colline in campagna, le sveglie suonavano, spaccavano i timpani e rompevano decisamente le scatole alle anime assopite, soprattutto all’unica donna del gruppo, Konan, peccato che a lei il campanello che spaccava i timpani…
Rieccomi dopo quasi un anno di assenza, è la prima ff che scrivo sull'Akatsuki e l'ho voluta rendere a modo mio, spero vi piaccia e che recensirete in molti! Un bacione!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Six guys and thier band: Akatsuki.

 

Capitolo 9: With or without you.

 

Tremante e piangente la blu tornò in casa, non ebbe il coraggio di tornare in camera, come se nulla fosse successo, si sedette sul divano, abbracciandosi le ginocchia al petto, poggiandoci il capo sopra e piangendo in silenzio tutte le sue lacrime. Pain. Se n’era andato, aveva mandato a puttane la band, era tutta colpa sua, in fondo l’arancione aveva sempre avuto ragione sul fatto che le donne portassero solo problemi. Non pensò minimamente al fatto che l’esibizione di fine anno, senza il loro bassista, sarebbe stata uno schifo. Improvvisamente si rese conto di quanto fosse importante la sua presenza all’interno di quella casa, le sue litigate continue con lei, il suo fare da spaccone, le stupide scommesse maschiliste con Deidara e Sasori, le trovate folli di Itachi che venivano sempre sostenute da lui.

Poco dopo udì la porta della camera aprirsi, ne uscirono gli altri quattro, piuttosto scarmigliati, probabilmente Itachi si era appena addormentato a giudicare dai capelli corvini che ricadevano spettinati sulle spalle. La guardarono e, senza dire una parola, si sedettero accanto a lei, abbracciandola, dandole pacche sulle spalle, mormorando che sarebbe andato tutto bene e che Pain sarebbe tornato sicuramente.

  • È stato un coglione, sai bene come sono i suoi scatti d’ira, e anche Hidan ha esagerato ad appenderlo al muro, sì.- le disse Sasori nel vano tentativo di consolarla in qualche modo, ma le lacrime non la smettevano di sgorgare copiose.

  • È tutta colpa mia. Se solo non avessi scelto di non dormire accanto a lui…- mormorò lei alzando il viso dalle sue ginocchia. Deidara le passò un braccio attorno alle spalle, sorridendole debolmente.

  • La deve smettere di fare il geloso, abbiamo chiarito milioni di volte questo punto. E poi perché cazzo ti sei dovuta mettere vicino a me, me lo spieghi?- incominciò il biondo incrociando le braccia al petto.

  • Dovevo parlarti di una ragazza che ha una cotta per te e che mi ha chiesto aiuto.- sbottò la blu appoggiandosi alla spalla dell’amico.

  • È un bel casino, però, se ci pensate…- la voce di Itachi sembrava provenisse dall’oltretomba, da quando era stato buttato giù dal letto non aveva ancora proferito parola, mentre adesso con quel fare accigliato era decisamente inquietante.

  • Come la mettiamo con l’esibizione? Senza Pain non si può fare…- l’Uchiha era riuscito a dar voce a quei pensieri che avevano tutti in testa da quando l’arancione se n’era andato sbattendo violentemente la porta. Gli altri non ebbero il coraggio di commentare quell’affermazione. Avrebbero dovuto cercare una soluzione valida o, in alternativa, rinunciare alla performance provata così a lungo.

  • Troveremo una soluzione, ‘Tachi, non ti preoccupare…- borbottò Konan alzandosi e dirigendosi in cucina per scoppiare nuovamente in lacrime vedendo nel lavandino la tazza di Pain della colazione. Non pensava davvero che le sarebbe mancato così tanto, stargli lontano anche solo per poco la faceva stare male.

 

La mattina dopo ognuno si era addormentato ovunque tranne che nel letto. Konan era seduta in cucina, con la tazza di Pain tra le mani ed era crollata sopra il tavolo.

  • Oggi gli parleremo e andrà tutto a posto, gli chiarirò per l’ennesima volta che per me sei come una sorella…- disse Deidara addentando un croissant.

  • E io gli racconterò di Karin.- rispose la blu convinta bevendo il suo caffelatte.

  • …cosa? Karin? E chi diavolo è?- chiese il biondo curioso, anche se quel nome gli suonava alquanto famigliare. La blu strabuzzò gli occhi e ringraziò che la rossa non dovesse assistere a quella scena decisamente imbarazzante.

  • La rossa di ieri sera, Dedi. Non ricordi nulla della festa di Ino?- fece lei squadrandolo con fare truce. Il biondo si fece piccolo piccolo e allargò con aria falsamente innocente gli occhi azzurri.

  • Beh, te la sei scopata a quella festa, adesso ti ricordi pure come si chiama, contento? Morale della storia, ieri sera volevo stare vicina a te per parlarti di lei!- esclamò la blu puntandogli addosso un dito con fare accusatorio. Ad un certo punto il viso del ragazzo si illuminò.

  • Cazzo, è vero! Ecco dove l’avevo già vista, detto tra noi ha due…- la ragazza lo interruppe facendo una smorfia di disappunto verso l’amico. La reazione del biondo non era stata poi così entusiasta come la blu si era immaginata, era calma piatta, continuò a fare colazione come se nulla fosse successo.

  • Beh? Non dici niente? Non fare il timido con me!- gli diede una spallata facendolo quasi cadere per terra. Gli occhi azzurri del ragazzo si erano rabbuiati, non ricordava davvero nulla di quella notte e non poteva negare a sé stesso che quella Karin non fosse niente male.

  • Konnie, non ricordo nulla, ero ubriaco perso! Ti ricordi le stupide canzoncine che intonavamo io e Sasori?- esclamò il biondo poggiando la tazza nel lavandino con un lieve tonfo. Alzò lo sguardo sull’amica, capì che quello non era il momento opportuno per discutere della sua vita sentimentale, doveva prima concentrarsi su Konan, che stava soffrendo moltissimo la reazione di Pain e la sua mancanza. Pensava che non sarebbe più tornato.

  • Dai, tesoro, andrà tutto bene, non ti preoccupare…- l’abbracciò il biondo forte facendo cenno agli altri di intervenire e di darle il loro affetto. Sembrava un’atmosfera surreale, nessuno che discuteva o che si picchiava, tutti abbracciati a Konan che piangeva tutte le sue lacrime.

 

La strada per la scuola non le era mai sembrata più lunga, contava con il cuore in gola ogni metro che mancava al cortile, dove avrebbe trovato Pain, il suo sguardo imbronciato, la sua sigaretta accesa…

Quando varcarono i cancelli non c’era nessun ragazzo dai capelli arancioni seduto sui gradini, nessun sorriso imbronciato. Konan era distrutta, si sentì mancare…

 

La blu si svegliò in un letto bianco, tutto era terribilmente bianco intorno a lei, non sapeva dove fosse, sicuramente non era a scuola, quell’edificio fatiscente non era decisamente dotato di infermeria. Era sola, nessuno era intorno al suo letto, si accorse di essere in ospedale. Si chiese il perché, non aveva niente di particolare, era solamente svenuta, sarà stato sicuramente un calo di pressione, uno stupido mancamento, lei non aveva bisogno di stare lì. Fece per alzarsi.

  • Ehi, non puoi alzarti, devi riposare…- una voce calma e ferma la destò dai suoi mille interrogativi. Si voltò dall’altra parte e finalmente lo vide, sorridente, forse ancora un po’ scosso, accanto a lui tutti gli altri, le sorridevano e sembrava che la discussione della sera prima fosse ormai roba vecchia.

  • Non fare quella faccia, siamo Akatsuki, no? Amici per sempre…- aggiunse Sasori varcando la soglia della stanza con un caffè in mano.

A Konan bastava poco per essere felice. In quel momento lo era, finalmente.

 

Il temuto giorno dell’esibizione arrivò come un fulmine a ciel sereno. Quel pomeriggio stavano montando i fili degli amplificatori sul piccolo palco che era stato allestito nel cortile della scuola, l’edificio era deserto eccezion fatta per qualche curioso che ogni tanto sbucava dal nulla per dare un’occhiata ai preparativi. C’erano solamente loro della band e alcuni rappresentanti del consiglio studentesco, tra cui anche Ino e Kiba Inuzuka.

  • Mi chiedo che cosa serva quel coglione dell’Inuzuka al consiglio studentesco, ha due neuroni in tutto!- sbottò Pain mentre cercava di accordare il proprio basso in modo da essere in armonia con le chitarre. Konan alzò le spalle e notò che il bruno le stava sorridendo di soppiatto, guardando prima che Pain fosse distratto da qualcosa. La blu, stranamente, ricambiò e lo salutò con la mano, non sapendo nemmeno lei che cosa stesse facendo. Una pacca sulla spalla ben piazzata la fece quasi cadere di testa dal palco, si girò furiosa verso il colpevole: Hidan..

  • Sei un imbecille! Potevo farmi male e poi modera la forza, sono delicata, io!- esclamò la blu guardandolo con sdegno e piantandogli un pugno in pieno petto, facendolo ridere.

  • Donnetta! Non mi fai male, sono il triplo di te, baby!- le fece l’occhiolino scompigliandole i capelli per poi tornare alla sua postazione, dietro alla tastiera che era stata tirata a lucido per l’occasione, non c’era più neanche la minima traccia di cibo in mezzo ai tasti, stavano prendendo sul serio quella performance, manco fosse un concerto mondiale.

  • Hidan! Basta fare il coglione! Proviamo il suono, poi una doccia veloce e poi qui per le prove finali con anche quel pezzo d’idiota del tecnico delle luci che oggi ha pensato bene di darci buca!- disse Sasori completamente in preda al panico, era da quella mattina prestissimo che si aggirava come un avvoltoio su una carcassa con un mano un blocnotes con su scritti tutti gli impegni della giornata calcolando i tempi al secondo. Era maniacale quando si trattava della musica, alcuni dicevano che la prendesse troppo sul serio, per l’occasione la sua batteria era stata pulita per bene ed era stato sostituito il pezzo centrale con il logo degli Akatsuki, quella famosa nuvoletta rossa che ognuno di loro portava tatuata addosso.

  • Sasori, se non la smetti di dare ordini a tutti quanti ti ficco quel blocnotes su per…- tuttavia nessuno seppe con certezza dove Itachi avrebbe ficcato il blocnotes di Sasori, proprio in quel momento arrivò la preside, l’Uchiha volle seppellirsi, sperando di non essere stato sentito. La bionda Tsunade stava osservando compiaciuta i preparativi per la serata.

  • Mi raccomando, ragazzi, contiamo su di voi, provate e stasera farete un figurone! Buona fortuna!- esclamò la donna gioviale ritornando nel suo ufficio, forse a flirtare con il professor Jiraya. Itachi tirò un sospiro di sollievo, doveva smetterla di essere sempre il solito volgare.

  • Ben ti sta, Uchiha! Così impari a minacciarmi!- gongolò Sasori agitando ancora il blocnotes e alzando in sua direzione il terzo dito facendogli una linguaccia. Itachi posò la chitarra con un tonfo sordo. I suoi occhi brillarono di rosso, brutto segno.

  • Maledetto! Come osi!- presero a rincorrersi intorno al palco urlando i peggiori improperi, dimenticando che fossero quasi fratelli. Gli altri scoppiarono a ridere, non sarebbero mai cambiati.

  • E così, stasera suonerete, complimenti, hai una voce davvero stupenda dal poco che sono riuscito a sentire…- una voce destò Konan dai suoi pensieri, precisamente stava fissando Pain che strimpellava brani a caso seduto sul bordo del palco.

  • Ehi, Kiba, giusto?- esclamò lei facendo un piccolo balzo per allontanarsi dall’Inuzuka. Era bello, provocante e si chiese come mai ultimamente avesse cominciato a parlarle, dato che fino a pochi giorni prima non conosceva neanche il suo nome.

  • Mi ferisci se non ti ricordi nemmeno il mio nome, dolcezza… Pain non si rende conto di quello che si sta perdendo, io non ti lascerei da sola neanche un secondo…- sussurrò attaccato al suo orecchio facendola avvampare di colpo.

  • Non capisco di che cosa tu stia parlando, Inuzuka. Ora, scusami, ma devo ancora sistemare…ehm… le cose, per stasera…- balbettò lei presa di sorpresa da quella vicinanza inaspettata. Si alzò come se si fosse appena ustionata e inciampò in un filo cadendo rovinosamente di faccia sul palco, prendendosi una chitarra in testa.

  • Ahia!- si lamentò lei massaggiandosi il bernoccolo che le era spuntato all’istante sulla nuca. Gli altri stavano ridendo da cinque minuti di fila, al posto di aiutarla ad alzarsi e chiederle se si era fatta male. Era davvero il pagliaccio del gruppo quando si metteva, era troppo sbadata.

  • Konnie, sei un pericolo pubblico, lasciatelo dire!- esclamò Deidara porgendole del ghiaccio che aveva appena trafugato dalla palestra. Il biondo le sorrideva amichevolmente, come sempre, però non le aveva ancora chiarito com’era la situazione tra lui e Karin e lei voleva saperlo.

  • Hai pensato a quello che ti ho detto l’altro giorno? Su Karin, intendo…- cominciò la blu appoggiandosi con una smorfia il ghiaccio sulla parte indolenzita.

  • Che palle, Konan! Se dovrà succedere qualcosa succederà, non assillarmi con quella ragazza, però, insomma, abbiamo solamente scopato, non ci siamo mica sposati e sai benissimo come la penso io sulle avventure di una notte!- iniziò il biondo con fare da esperto donnaiolo, quale era. La blu non avrebbe mai avuto cuore di raccontare alla rossa i reali pensieri di Deidara.

  • Vedi, sei un essere insensibile, e poi dici a Pain e Sasori! Sei un cazzo di ipocrita!- sbottò lei non guardandolo in faccia. Sentì accanto a sé il biondo che trasse un profondo respiro.

  • Non ho mai avuto una ragazza fissa, penso che questo tu lo sappia, mi spaventa terribilmente legarmi a qualcuno per tanto tempo, dopo la perdita dei miei genitori la paura di soffrire è troppa.- confessò lui, Konan non sentì nulla di nuovo, era palese che il biondo non avesse mai avuto una ragazza fissa, anche perché ogni weekend se ne faceva una diversa, così come il suo compare Sasori.

  • Sì ma se non ti butti mai non vivrai mai una storia, magari potrebbe anche rivelarsi una bella esperienza…- ribatté la blu, testarda, ormai far mettere Deidara con Karin stava diventando una delle sue maggiori priorità.

  • Non funziona così, Konnie, quando mi piacerà sul serio una te lo dirò, sarai la prima a saperlo…- sorrise lui facendo per alzarsi. La blu lo trattenne per un braccio, anche lei aveva un tremendo bisogno di confidarsi.

  • Dei, sono confusa, non so che pensare, Pain continua a fare il cretino con me, mi bacia, cerca di venire a letto con me e poi si incazza se solo ti parlo, dall’altra parte c’è l’Inuzuka che, non so come mai, ultimamente mi assilla…- confessò lei all’amico che non ne fu affatto sorpreso.

  • È normale, non hai mai avuto a che fare con i ragazzi e adesso sei confusa perché te ne ritrovi due nello stesso momento…- rispose lui accendendosi una sigaretta e fumandole addosso.

  • No, non è questo il punto… ho paura che se un giorno uscirò con un ragazzo, quando arriveremo…insomma, a quel punto… mi riderà in faccia.- sussurrò lei non guardandolo e facendo attenzione che nessun altro li stesse ascoltando, fortunatamente erano tutti in giro per la scuola per fare una specie di pausa pranzo tra una prova e l’altra. Sul palco erano rimasti solo lei e Deidara. Il biondo si voltò lentamente verso di lei, la sua espressione era indecifrabile.

  • Mi stai dicendo che non…tu…insomma…sei vergine?- esclamò spalancando gli occhi azzurri per la sorpresa inaspettata. Konan si fissava le mani, era imbarazzata, però sapeva che condividere quella sua insicurezza con lui le avrebbe fatto solo bene. La blu annuì in silenzio, rubandogli la sigaretta e facendo un tiro.

  • Ma hai sempre detto che l’avevi fatto due anni fa in campeggio!- la rimbeccò lui, ferito dalla menzogna che aveva sempre sostenuto.

  • Dei, ti bastava fare due più due! Ti ho già detto che non ho mai avuto un ragazzo, non sono una di quelle che vanno a letto con qualcuno così, tanto per fare qualcosa!- esclamò lei esasperata. Lui annuì borbottando qualcosa che suonò come “scusa”.

 

Il loro discorso cadde quando tornarono gli altri, carichi di snack per tutti, affiancati dai membri del consiglio studentesco che stavano facendo un sopralluogo sul palco e sui fili dell’alimentazione. La blu guardava con una punta d’invidia Hidan e Ino che pranzavano seduti vicini, e ogni tanto si baciavano, si accarezzavano, non aveva mai visto l’amico più felice di così, nonostante Ino fosse esattamente il contrario suo. Hidan aveva smesso di essere il solito violento di periferia, si poteva dire che aveva messo la testa a posto.

Mentre fissava la coppietta una mano si poggiò sulla sua spalla. Si girò e vide Pain che le porgeva una barretta al cioccolato con un mezzo sorriso, l’accettò con piacere, forse anche loro sarebbero diventati come Hidan e Ino, o forse non si sarebbero mai messi insieme e avrebbero continuato a stuzzicarsi all’infinito senza concludere mai nulla. Ma la blu era rimasta colpita dal discorso che aveva appena fatto con Deidara, non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe confessato la propria verginità proprio a lui.

  • Carica per stasera, eh, Konnie?- le chiese l’arancione passando con naturalezza un braccio intorno alle sue spalle. Da lontano forse sarebbero sembrati una vera coppia.

  • Un po’ nervosa ma dall’altra parte anche felice perché finalmente Sasori la smetterà di fare il capo e di dare ordini su qualsiasi cosa!- esclamò lei indicando il rosso che stava ancora assillando Itachi per la sistemazione delle casse e imprecando contro il tecnico delle luci che era in netto ritardo secondo il suo programma stilato attentamente in una notte insonne.

  • Lo sai che diventa nevrotico quando è sotto pressione, ti ricordi quando era stato interrogato su tutto il programma di filosofia? Sembrava un cazzo di isterico!- rise il ragazzo scatenando l’ilarità anche in Konan che per un attimo dimenticò le sue preoccupazioni.

  • Mi stupisco del fatto che né Itachi né Hidan non l’abbiano ancora attaccato al muro! Si vede che dopo anni e anni di convivenza si sono abituati a lui o meglio, hanno imparato a isolare la sua voce!- rispose la blu vedendo che la carnagione diafana dell’Uchiha stava diventando di tutte le sfumature di viola e rosso mentre Sasori gli stava spiegando come posizionare dei cavi per migliorare la qualità del suono. Quando il moro se ne accorse alzò il terzo dito in loro direzione e mandando a quel paese anche il rosso che non la smetteva di parlare a mitraglietta, dicendo per la maggior parte delle volte delle complete cazzate.

 

Ed ecco un nuovo capitolo fresco fresco per voi! Sono fiera di riuscire a continuare questa storia, scusate per il solito ritardo, che però è mooooolto meno rispetto ai miei consueti record di attesa, lo so! Con questo capitolo vi auguro anche un buon 2015 e spero che vi piaccia, scusate davvero ma questo mese ho avuto gli esami e quindi mettevo anima e corpo nel giapponese! Ma chi me l'ha fatto fare?? どうして?

Grazie a tutti per aver anche solo letto e magari apprezzato minimamente il mio lavoro. Ma soprattutto grazie a chi commenta, mette la storia nei preferiti, la segue e altre cose del genere, vi amo davvero, grazie di cuore!!

 

KURAMA DI SAGITTER: grazie grazie grazie!! Mi fai sempre commuovere con le tue recensioni, mi fa piacere che continui a seguire la mia storia, nonostante il fatto che io sia una sfaticata! Comunque anche a me Karin è sempre stata sui maroni, non lo so perché, a pelle, diciamo! Ahahah! Beh alla fine diciamo che i ragazzi hanno trovato una soluzione per il gruppo e sono tornati tuuuuutti amiconi come prima, nono basta un litigio idiota per spezzare i Akatsuki! Detto questo ti mando un bacione e alla prossima!!

 

Becca_Manga: ciao! Che piacere che tu abbia recensito la mia storia! Definirla bellissima mi riempie il cuore di gioia, davvero grazie! Sono felice che tu la consideri una bella storia e spero che mi dirai che ne pensi anche di questo nuovo capitolo, mi farebbe molto piacere! Un abbraccio enorme e alla prossima!!

 

blackcatMiao: ma ciao! Ehehe stavolta ti ho colta alla sprovvista eh? Lo so, non è da me aggiornare così velocemente, però ho stupito tutti, anche me stessa! Veniamo ai nostri eroi: Pain non poteva rimanere escluso da questo grande evento e soprattutto deve assolutamente chiarire la questione con Deidara, la devono smettere di essere cane e gatto! Per Karin mi dicono tutti la stessa cosa e ti posso dire che sta sulle balle anche a me, ma in questa storia mi fa anche un po' pena, poverina! Adesso goditi questo nuovo capitolo e spero che mi recensirai in merito! Un bacione grosso grosso!

 

E anche questo nono capitolo è stato compiuto, fiuuu, ce l'ho fatta e non credevo fosse possibile, credevo che questa storia sarebbe rimasta lì a marcire nel dimenticatoio e invece, grazie a voi, la sto continuando con solerzia, più o meno! Un bacione ragazzi, alla prossima!

 

ketyblack

  
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