Aveva acquistato quella piccola gemma incastonata nell'anello più importante di tutta la vita con il suo primo stipendio da calciatore.
Non aveva voluto prestiti, non aveva voluto coinvolgere i soldi della famiglia.
Quello era il primo passo del distacco, dell'indipendenza, la prima pietra di una nuova vita.
Julian aveva scelto proprio un diamante per la sua indistruttibilità, per il suo significato di indomabilità.
"Sappiamo benissimo di non essere eterni ma questo è un pezzettino di eternità che ci portiamo al dito!"
L'orefice che glielo aveva venduto lo aveva convinto con quella spiegazione semplice e vera e, magari, sarebbe stata una bella dichiarazione d'amore da fare ad Amy quando avrebbe aperto la scatola e ricevuto quella promessa.
Julian aveva richiuso con cura la custodia, dopo l'ennesima occhiata a quell'anello, e si era dedicato a quel benedetto nodo da fare alla cravatta.
Voleva essere impeccabile.
All'ennesimo intoppo era pronto a rinunciare ma Gregory vedendolo in difficoltà gli si era avvicinato.
"Non vorrai strangolarti con una cravatta firmata?"
Ci aveva scherzato su, parandoglisi davanti per aiutarlo. Sapeva che quella sarebbe stata una serata speciale per suo figlio.
Come alla ricerca di un suggerimento, Julian lo squadrò serio.
"Papà pensi che siamo troppo giovani per un passo così importante?"
Gregory sorrise.
"Tu la ami?"
"Più della mia stessa vita!"
Aveva risposto Julian senza esitazioni.
"Ti sei risposto da solo. Non c'è età per amare Julian. Su vai dalla tua fidanzata, quasi ufficiale, e togli questa cravatta. Amy ti amerà in ogni caso, anche senza troppi imbellettamenti!"