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Autore: sihu    24/11/2008    10 recensioni
il Vice Ammiraglio Monkey D. Garp si prende cura dei suoi nipoti alla sua maniera. il piccolo Rufy si caccia nei guai e tocca al fratello Ace dargli una mano ad uscirne.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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AVVENTURA NELLA FORESTA

Ormai il sole era calato già da un bel po’ e la foresta era buia e oscura. Gli animali più piccoli tremavano nascosti nelle loro tane mentre quelli più grossi si aggiravano minacciosi alla ricerca della loro cena.

In mezzo a tutto questo un bambino di poco più di quattro anni si aggirava solo, cercando la via per tornare a casa. Era tutto il giorno che vagava solo ma non riusciva ad orientarsi. Non aveva mangiato niente, tranne qualche frutto selvatico ed aveva molta sete. Non sapeva più che fare, tutto sembrava buio e cattivo. Una grossa lacrima prese a scorrergli sul viso ma lui la ricacciò indietro. Doveva essere forte e non doveva piangere. Se avrebbe tenuto duro sarebbe uscito di lì.
[in una sede della marina]
“Ace! Vuoi muoverti a venire a tavola? Se non ti sbrighi salterai la cena!”
Tuonò un ufficiale della marina con un tono autoritario che fece tremare le reclute sedute a pochi passi da lui.
“Non urlare vecchio, non sono sordo!”
Rispose tranquillo e per nulla spaventato un ragazzino dai capelli neri. Aveva all’incirca sette anni ed il suo viso era punteggiato da lentiggini. Le reclute lo guardarono stupite dalla sua strafottenza nei confronti del Vice Ammiraglio Garp. Ace non ci badò. Era abituato al comportamento rude del nonno.
“Tieni, mangia e sta zitto.”
Disse il Vice Ammiraglio Garp appoggiando con malagrazia un piatto di fronte al bambino.
“Ma Rufy?”
Chiese Ace guardandosi intorno stupito alla ricerca di qualcuno. Era davvero strano che il suo fratellino non fosse già lì.
“Non è un problema mio.”
Rispose Garp sedendosi e iniziando a mangiare senza prestare attenzione al nipote seduto di fronte a lui.
“È strano che non sia qui. Di solito è già qui ancora prima che sia pronto.. Spero non si sia cacciato in nessun guaio.”
Osservò Ace leggermente preoccupato. Il suo fratellino Rufy era fin troppo bravo a cacciarsi nei guai, e di solito toccava a lui tirarlo fuori.
“Se quel moccioso non è capace di badare a se stesso non diventerà mai un marine. Rimarrà una pappa molle per tutta la sua vita!”
Ruggì l’ufficiale fissando Ace arrabbiato. Era molto infastidito dal fatto che quel ragazzino non provasse alcuna paura nei suoi confronti. Era esattamente come suo padre. Quando lo guardava negli occhi rivedeva lo stesso sguardo di quell’insolente.
“Che stai dicendo vecchiaccio? “
Lo aggredì il ragazzino, per nulla intimorito.
“Niente che ti interessi. Fatti gli affari tuoi!”
Disse il Vice Ammiraglio per chiudere quella conversazione. I due ripresero a mangiare quando ad un tratto un marine si avvicino timidamente a Garp.
“Vice Ammiraglio Garp, si tratta di suo nipote. Non è ancora tornato. Mando una squadra a cercarlo?”
Chiese con timore, temendo la reazione dell’ufficiale. Era una recluta, doveva essere molto giovane e si vedeva lontano un miglio che era molto impaurito dal suo superiore. Ace sentendo le parole del ragazzo cominciò a preoccuparsi.
“No, che si arrangi.”
Rispose il Vice Ammiraglio guardandolo con odio.
“Ma signore..”
Disse il ragazzo con un tono indeciso, subito interrotto da Garp.
“Ho detto che se la deve cavare da solo.”
Ruggì Garp, facendo scappare la recluta. Fece per rimettersi a mangiare ma venne assalito da Ace.
“Che diamine hai fatto?”
Urlò il ragazzino, attirando l’attenzione di tutti i presenti che fissavano la scena increduli.
“Sto temprando il suo carattere e la sua resistenza fisica.”
Rispose tranquillo l’ufficiale, per nulla intenzionato a discutere il suo operato con un moccioso di sette anni.
“Hai di nuovo cercato di ucciderlo? Sei un vecchio pazzo!”
Gli urlò contro Ace completamente fuori di sé. Era in piedi sulla sedia e il suo viso era paonazzo per la rabbia.
“Lo sto mettendo alla prova, deve dimostrare di essere un uomo!”
Disse Garp guardando Ace negli occhi. Ace non fu per nulla intimorito da quello sguardo e rispose con un occhiata carica di odio.
“Ha solo quattro anni! Che gli hai fatto?”
Chiese furente, deciso a sapere cosa avesse fatto questa volta il nonno al suo fratellino.
“Non è un tuo problema. Se la deve cavare da solo.”
Gli rispose il Vice Ammiraglio, riprendendo a mangiare come se niente fosse. Tutti nella sala li stavano fissando ma a lui sembrava non importasse.
“Ti ho chiesto cosa gli hai fatto!”
Sibilò Ace con rabbia, scandendo le parole con una calma innaturale.
“Beh, se sei così curioso te lo dico. L’ho buttato giù dal dirupo, nella foresta.Se ci tieni tanto puoi sempre andarlo a cercare.”
Disse il Vice Ammiraglio Garp con un sorriso strano, senza smettere di mangiare. Ormai però stava parlando da solo. Ace era già corso via come una furia, maledicendo il nonno e sperando di riuscire a trovare il fratellino al più presto. Il vecchio pazzo doveva averlo lasciato nella foresta subito dopo colazione. Gli era sembrato molto strano non vedere il piccolo Rufy in circolazione tutto il giorno ma aveva pensato che si fosse cacciato in qualcuna delle sue avventure e aveva preferito non indagare. Stava correndo più veloce che poteva ma gli sembrava di non arrivare mai. Rufy era solo nella foresta da tutto il giorno, solo, affamato e forse anche spaventato. Cercò di scacciare l’immagine del fratellino dalla sua mente, sperando che non gli fosse successo nulla. Non avrebbe mai perdonato suo nonno se fosse successo qualcosa a Rufy. Doveva trovarlo al più presto. Non era la prima volta che il nonno metteva il pericolo la vita del piccolo, del resto lo aveva fatto molte volte anche con lui. Diceva che lo faceva per loro, per renderli più forti. A Ace non importava del perché lo facesse, riusciva a pensare solo che quel vecchio pazzo provasse piacere nel metterli costantemente in pericolo di vita. Forse si voleva solo sbarazzare di loro come aveva fatto loro padre. Arrivato sul limitare della foresta Ace non ci pensò un attimo e si lanciò a capofitto tra gli alberi.
“Rufy! Sono io, Ace. Rispondimi!“
Urlò Ace con tutto il fiato che aveva in corpo. Rufy era tutto quello che aveva, tutta la sua famiglia. Non poteva perderlo per nessuna ragione. Lui era il suo fratello maggiore, doveva aiutarlo e proteggerlo. Ace si guardò intorno e attesa una risposta che non arrivò.
“Rufy, dimmi dove sei. Ti sono venuto a prendere! Ti supplico dimmi qualcosa!”
Urlò di nuovo Ace, in preda al panico. Nella sua mente si fecero largo mille ragioni per cui il fratellino non rispondeva, tutte una più improbabile e terrificante dell’altra. Ad un certo punto gli sembrò di sentire un rumore.
“Ace..”
Una vocina lo stava chiamando. Sembrava molto lontano, Ace non capiva dove fosse.
“Rufy! Dove sei? Rufy non ti vedo..”
Disse Ace, cercando di capire da che parte arrivasse la voce del fratello. Sentirlo lo aveva fatto calmare un po’. Ora doveva solo trovarlo e poi riportarlo a casa.
“Ace! Sono qui”
Disse ancora Rufy. Ace alzò gli occhi e sbiancò. Il suo fratellino si era arrampicato su un albero, forse per sfuggire a qualche animale feroce e ora non riusciva a scendere. Il ramo su cui si trovava era molto in alto e sembrava fosse molto vicino a spezzarsi. Cadendo da un altezza del genere si sarebbe di sicuro fatto molto male, doveva fare qualcosa ma non riusciva a pensare a nulla. Rufy sembrava spaventato ma cercava di non darlo a vedere.
“Fratellone, ti prego aiutami!”
Strillò il piccolo, tenendosi con tutte le sue forze al ramo che si stava per spezzare.
“Sta tranquillo, sono qui apposta. Ci penso io! Fammi pensare un attimo a come tirarti giù da lì..”
Rispose Ace fingendosi tranquillo e lucido. Non doveva fare percepire la sua paura al fratellino o si sarebbe spaventato ancora di più. Il ramo era molto danneggiato, bastava un movimento azzardato perché cedesse e Rufy cadesse.
“Ho tanto freddo! Sono salito qui per vedere dove sono e come tornare a casa. Ho fatto come mi hai insegnato tu ma poi non sono più riuscito a scendere..”
Disse Rufy improvvisamente più calmo. Suo fratello era lì, sarebbe andato tutto a posto. Aveva piena fiducia in lui. Ace diede un’altra occhiata al ramo, preoccupato. Non aveva la minima idea di come fare. Non poteva arrampicarsi e andarlo a prendere, il ramo non li avrebbe retti tutti e due. Doveva essere Rufy a scendere.
“Ehy Rufy, ascoltami bene. Sei stato davvero bravo ad arrampicarti lì tutto da solo. Sono sicuro che puoi anche scendere.”
Disse Ace per incoraggiare il fratellino. Doveva scendere in fretta, prima che il ramo cedesse.
“Ma Ace..”
Protestò Rufy leggermente spaventato.
“Fidati di me e fai come ti dico. Appoggia il piede su quella sporgenza, quella sotto il ramo. Riesci a vederla?”
Lo incoraggiò Ace. Era sicuro che ce la poteva fare. Suo fratello era davvero in gamba, più di qualsiasi altro bambino della sua età.
“Qu.. Questa?”
Chiese Rufy scacciando la paura. Doveva essere forte, suo fratello credeva in lui. Non poteva deluderlo.
“Si, bravissimo. Fa piano però mi raccomando..”
Rispose Ace, preoccupato che un brusco movimento del bambino provocasse un crollo improvviso. Piano piano guidò Rufy via da quel ramo pericoloso e gli diedi indicazioni per scendere. In pochi minuti fu di nuovo sulla terra ferma, in tempo per vedere il ramo su cui era stato crollare con un pesante tonfò. Il rumore spaventò Rufy che si lanciò tra le braccia del fratello maggiore. Ace si accorse che il piccolo tremava ed era congelato. Lo strinse forte a sé. Aveva avuto così tanta paura di perderlo.
“Ehy Rufy, va tutto bene?”
Chiese Ace preoccupato. Il suo fratellino era la persona più importante della sua vita. L’unica che gli volesse veramente bene e che si preoccupasse per lui.
“Si fratellone, ora si. Grazie per essere venuto ad aiutarmi.”
Disse Rufy guardando il fratello maggiore con riconoscenza e venerazione. Era il suo mito, il migliore fratello del mondo.
“Non dirlo nemmeno. Sono il tuo fratellone, no? Sei stato coraggioso, hai avuto tanta paura?”
Chiese Ace sorridendo, felice che il pericolo fosse passato.
“No, non tanta. Solo un pochino, poi quando sei arrivato è passata..”
Rispose Rufy con un grande sorriso dipinto sulla faccia. Ormai la paura era passata, specie perché il suo fratellone era lì con lui.
“Dai, torniamo a  casa.”
Disse Ace, togliendosi la sua felpa e facendola indossare al fratellino mezzo congelato. A Rufy la felpa di Ace andava molto grande, sembrava quasi un vestito.
“Ma tu non hai freddo?”
Chiese Rufy preoccupato per il fratello. Era molto tardi, si sarebbe preso la febbre.
“Non ti preoccupare.”
Rispose Ace sorridendo e prendendolo per mano.
Una volta arrivati nella sede della marina trovarono Sehila, la ragazza che si prendeva cura di loro preoccupata ad aspettarli sulla porta. Stava mormorando qualcosa su quanto gli ufficiali fossero inumani e spietati con i bambini piccoli. Appena li vide corse loro incontro e li guidò nelle cucine dove si assicurò che si rifocillassero.
Qualche ora più tardi erano nella loro stanza ma Rufy non riusciva a prendere sonno, si era svegliato a causa di un brutto sogno e non riusciva ad addormentarsi di nuovo, pensava all’avventura di quel giorno. Ace era nel letto vicino e sentiva il fratellino agitarsi nel letto. Stava per andare da lui per vedere se stesse bene quando sentì dei passi leggeri avvicinarsi. Il ragazzo sorrise e alzò le coperte per fare entrare il fratellino. Probabilmente aveva fatto un brutto sogno.
“Posso dormire con te? Ho fatto un incubo e non riesco a dormire..”
Chiese Rufy accoccolandosi vicino al fratello. Ace si intenerì a vedere il piccolo spaventato e annuì, lasciando che si avvicinasse ancora di più.
Rufy si addormentò in poco tempo, rassicurato dalla presenza del fratello più grande. Ace invece rimase un po’ a guardarlo dormire.
“Ace..”
Mormorò Rufy nel sonno. Era incredibile come il suo fratellino non riuscisse a stare zitto nemmeno nel sonno.
“Ti voglio bene fratellone..”
Disse il piccolo senza svegliarsi. Ace sorrise e accarezzo i capelli del fratellino.
“Anche io piccolo, tanto. Ma lo sai di già, vero?”
Sussurrò Ace a bassa voce per non svegliare Rufy.

grazie a tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui. lo so che dovrei pensare alle storie che ho già iniziato ma è stato più forte di me. sono stata colta da un ispirazione improvvisa e ho deciso di non perdere tempo.
è la seconda storia che scrivo su Rufy ed Ace e il loro rapporto, che vi devo dire.. adoro questa coppia di fratelli e c'è così poco su di loro..
la storia prende spunto dalla puntata in cui Rufy incontra il nonno a Water Seven e dice agli amici che quando era piccolo il nonno cercava di "ucciderlo" per temprare il suo carattere e fare di lui un marine. nella mia storia mi sono presa la libertà di considerare Ace e Rufy fratelli a tutti gli effetti, anche se non lo si sa con certezza (oda è parecchio misterioso e vago, non ci spiega perchè hanno due cognomi diversi).
spero la storia vi piaccia!
grazie per essere arrivati a leggere fino a qui. se volete rendermi la scrittrice più felice di questo sito non dovete fare altro che lasciarmi due righe, un commento, una critica.. quello che vi pare!
GRAZIE MILLE!

  
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