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Autore: Shannara_810    06/02/2005    6 recensioni
La verità dietro il cuore di ghiaccio di Draco Malfoy.(Nuova versione. è iniziata la revisione di questa fic. alcuni cap saranno semplicemente ritoccati ad altri aggiunte nuove sezioni e tante altre emozioni. Via via che modoficherò i cap li indicherò accanto al loro titolo. Date uno sguardo alle modifiche e buona lettura)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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The Truth Behind His Frozen Hearth

The Truth Behind His Frozen Hearth

Parte I: Il segreto di Draco

Capitolo 5: Lost Paradise

Tremava. Il sudore gli imperlava la fronte mentre con fatica tentava di liberarsi da incubi orribili. Memorie insostenibili che non erano sue. Non aveva mai avuto una vita facile, di orrori era pieno il suo passato questo Harry Potter lo sapeva bene, ma le immagini che affollavano la sua mente quasi febbricitante erano impossibili da sostenere anche per il Bambino - che - era - sopravvissuto ... Si girava e rigirava fra le coperte scarlatte senza trovare una via di fuga. Più tentava di liberarsi dalle braccia di Morfeo più ne veniva risucchiato.  Perché? Perché doveva assistere a tutto ciò?

"Occhi grigi fecero capolino dalla massiccia porta di legno della stanza dei suoi genitori. Non gli era permesso entrare ma lo aveva fatto. Piccole dita spinsero ancora un pò il pesante pannello. Non poteva farne a meno, lei... lei era lì.

Bella, come un regina delle fate, come quei personaggi eterei delle favole che la sua nutrice gli leggeva da piccolo. Era seduta innanzi a un grande specchio, spazzolandosi i soffici e lucenti capelli biondi che sembravano un meraviglioso mantello di seta.

Era bella. Era sempre bella.

"Madre". Un sussurro, timidamente restando sulla soglia per uscire, svanire nuovamente se gli fosse stato chiesto.

"Draco". Il quiete eco di una singola parola lo aveva fatto tremare. Ma lo aveva chiamato, si era accorta di lui...poteva sperare. Le si avvicinò lentamente, piccoli passi sull'immenso tappeto verde che copriva il pavimento. Non aveva nemmeno fatto caso alla maestosità della stanza: l'immenso letto a baldacchino, le pregiate stoffe delle trapunte, le scure pietre del pavimento. Voleva solo vederla ed adorarla. 

Vedeva solo lei.

Ma lei non si era mai accorta di lui, perché lui non era niente per lei.

Una piccola mano sfiorò un orlo del vestito. Soffice. Di seta.

Lei si ritrasse, rivolgendo il suo sguardo su di lui.

"Potrei" Sapeva di non doverlo chiedere, Sapeva che non avrebbe mai acconsentito, come tante volte aveva fatto prima. Lo sapeva, eppure voleva chiederlo anche solo per sentirsi ridere in faccia. "Potrei abbracciarti, madre?"

Rise.

"Lo sai che hai la nutrice per abbracciarti, Draco". La sua risata argentina assomigliava al tintinnio di tanti piccoli campanelli.

"Lo so madre." Non poteva più sopportare la freddezza del suo sguardo. "Ma vorrei abbracciarti ugualmente madre".

"Perché, ragazzo?" Sottili pugnali di ghiaccio erano quelle parole. Draco osservava il pavimento, freddo e scivoloso sotto i suoi piedi scalzi. Tentava di formare delle parole ma queste gli morivano in gola. Sollevò lo sguardo su di lei, le labbra tremanti.

Ragazzo, lo aveva chiamato. Non era più nemmeno Draco per lei ora.

"Perché sei bella madre". Era tutto ciò che era riuscito a sussurrarle. Gli occhi gli bruciavano per le lacrime che tentava di trattenere. Non si azzardava a piangere. Era un segno di debolezza al Maniero Malfoy.

"Si" Sembrava che un pò di quel gelo si fosse ritirato dagli occhi della donna. "Lo sono".

Lo desiderava ardentemente, sognava, sperava che un giorno, magari, lei lo avrebbe accolto tra le sue braccia. Magari un giorno lei gli avrebbe scostato i capelli dal viso e persino anche baciato la fronte.

"Ragazzo". Il ghiaccio era tornato. "Trovati qualcosa da fare, devo prepararmi!".

Il bambino annuì tristemente. Si voltò e lentamente scomparve nell'immensità dei corridoi del maniero. Avrebbe dato tutto per un solo bacio e una parola dolce. Tornò nella sua stanza, piena di tutti i giochi che un bambino avrebbe potuto desiderare. Ma a lui non importava. Non gliene era mai importato

Non è che non li apprezzasse. Ma non aveva nessuno con cui condividerli...solo...solo...solo...

Sua madre lo aveva dimenticato. Come avrebbe potuto ricordarsene. Per colpa di sua padre non aveva più una nutrice e a Dobby non era più permesso fargli compagnia.

Si accucciò in un angolo della stanza, un vecchio libro di fiabe sulle ginocchia.

Sapeva leggere, la sua nutrice glielo aveva insegnato quando era divenuto troppo grande per ingannare la solitudine con i giochi.

Si sarebbe trovato qualcosa da fare come sua madre aveva chiesto. Faceva sempre ciò che lei gli chiedeva.

*****

WROSH

"Uno". Rivedeva la palla che rimbalzava lungo l'immenso corridoio. Fra i suoi giochi era quello che preferiva perché gli dava l'impressione che giocasse con lui, anche se era solo un incantesimo. Draco sapeva di non avere amici. Non avrebbe mai avuto amici. Dei seguaci come suo padre, ma mai amici.

WROSH

"D-due". La palla cadeva lungo le scale. Cercava di afferrarla ma era troppo tardi. Cadeva...continuava a cadere. Ai piedi della scala un uomo vestito di nero lo osservava con occhi gelidi. Suo padre lo aveva visto. "Faremo i conti dopo, ragazzo".

WROSH

"T-tre", Lucius era entrato in camera nel cuore della notte... Non stava dormendo, sapeva che sarebbe venuto.

Il dorso della mano di suo padre lo aveva colpito violentemente sul viso. Un rivolo di sangue era uscito dalle piccole labbra rosse.

"Che cosa hai da dire ragazzo!"

Il colpo si era ripetuto, più forte, mentre poteva sentire l'aspro sapore del sangue in bocca. "M-mi d-dispiace padre".

"Per cosa, ragazzo?" La voce era dura. Un altro colpo sempre più duro.Tentava di rispondere ma le sue labbra non volevano cooperare. "Per cosa, ragazzo?!"

"T-Ti h-ho disobbedito, padre". Cercava di non piangere ma gli occhi non facevano che bruciargli ancora di più.

"Lo sai che detesto la disubbidienza. "

"M-mi d-dispiace, padre". Sapeva che nulla avrebbe potuto calmare suo padre. Tutto tranne...

"Q-quattro". Le frustate continuavano a susseguirsi sulla sua povera schiena, una schiena coperta di sangue e lividi. I sensi lo stavano lentamente abbandonando ma doveva resistere. Se ne avesse saltata anche una sola sarebbero ricominciate.

Voleva essere... essere amato...voleva essere visto...voleva non essere più solo un ragazzo...

******

"Allora questo è un addio, mia cara. Davvero è stato un piacere conoscerti. " La bacchetta di Malfoy si alzò lentamente verso la donna inerme, mentre una luce omicida gli illuminava ora il volto. "AVADA KEDAVRA!!!"

"Noooo!!" Un urlo disperato. Un ragazzo dagli sporchi capelli biondi incatenato ad una parete di pietra, una luce demoniaca e una donna che veniva consumata da un'orrida fiamma verde. Ti voglio bene era riuscita a mormorare prima che tutto finisse.

*****

"NO!!!!!"

Una luce bianca aveva avvolto Harry. Gli orrori di quella segreta erano spariti così come erano comparsi. Ora un'atmosfera calda regnava intorno a lui. Pace, calore...non si era mai sentito così bene.

Si era risvegliato su qualcosa di soffice...una nuvola...Tutto intorno a lui era bianco ma non si sentiva spaventato: era come trovarsi tra le braccia di una mamma.

Una luce dorata gli apparve d'improvviso innanzi. Cercò di farsi scudo con un braccio, proteggendosi gli occhi per capire. Non era una semplice luce...C'era...c'era una donna in quella luce.

Bella. Non sapeva come altro descriverla se non bella. Bella come un angelo dagli occhi caldi, rassicuranti. Quegli occhi gli sorridevano mentre la donna si chinava accanto a lui. La conosceva...si la conosceva. Era la donna che aveva visto in uno di quei ricordi ma allo stesso tempo era diversa. Non riusciva a capire in cosa...

Gli occhi...sì gli occhi...erano così diversi... avrebbe potuto perdere la testa per quegli occhi...

"Questo è un sogno non è vero?" lo aveva detto quasi a se stesso ma la donna aveva riso. Una risata argentina come il tintinnio di tanti campanellini.

"No" La donna gli aveva risposto mentre il bianco cedeva il posto ai mille colori di un giardino fiorito.

"Questo è il Paradiso, allora?"

Lei aveva scosso lentamente la testa. "Somnium Eternum" lo aveva chiamato. Dove la vita e la morte sono separate da una sottile linea indistinta, dove non vi è differenza tra esse. Per le anime morte nel rimpianto che le tiene legate su questa terra senza permettere loro di andare avanti.

"Perché sono qui?" Voleva sapere, doveva sapere il perché di quelle orribili visioni.

L'angelo gli aveva sorriso tristemente. "Perché la vita di tuo fratello dipende dal ruolo che deciderai di giocare in questa partita".

"Fratello?! Io non ho mai avuto un fratello. I miei sono morti prima che potessero darmi un fratello". Non bastava Silente a ingarbugliargli le idee. Ora anche questa donna sembrava voler giocare con la sua mente.

"Oh, ci sono così tante cose in cielo e in terra inspiegabili e con tutte le tue avventure credevo che avessi più fiducia in ciò che non puoi vedere con i tuoi occhi". Una mano gentile gli aveva accarezzato una guancia ma non aveva sentito calore. Era come se fosse stato il vento a sfiorarlo. "I tuoi occhi...verdi come quelli di Lily, per la quale non mi è stato concesso di piangere..."

"Mia madre! Conoscevi mia madre!" Harry aveva tentato di afferrare la mano che gli carezzava il viso ma era stato impossibile. Non era reale, quell'angelo non era reale.

"Era mia amica...mia sorella nel potere della luna...Era la persona più preziosa per me insieme a lui".

"Sorella nel potere della luna?" Ora Harry era davvero confuso. Voleva andare via, svegliarsi ma al tempo stesso non poteva fare a meno di udire tutto ciò che quell'angelo poteva dirgli. Non poteva staccarsene.

"Avrai del tempo per capire. Tutto ti sarà più chiaro, non temere. Ma ora ti prego...ti prego... sta vicino a tuo fratello...non abbandonarlo mai! Avete lo stesso potere nelle vene, lo stesso destino. Quando dovrai affrontare il Signore delle Ombre lui sarà al tuo fianco. E allora nemmeno il sangue sarà a separarvi. Come per me e per Lily, per te e mio figlio".

"Chi? Chi devo proteggere?"

"L'amore della leonessa non è ancora forte abbastanza. Lei ancora non si è accorta di ciò che ha nel cuore. Sta loro vicino. Una fenice non può sopravvivere fra le serpi senza una luce amica. Lui lo troverà a allora sarà perduto per sempre!" Disperazione...dolore in quella voce...

L'angelo stava lentamente svanendo senza che il Grifondoro potesse fare nulla. Ora tutto ciò che era rimasto era un sussurro nel chiarore del mattino.

"Proteggi il mio Drago. Ti prego. Un giorno, un giorno potrete essere una vera famiglia insieme. Un giorno, insieme a suo padre, a colui che per te è stato un padre..."

"Aspetta!!! Chi sei? Dimmi almeno chi sei!!!"

"Narcissa." La brezza del mattino aveva bisbigliato. Un'altra voce aveva sostituito d'improvviso quella dell'angelo che tanto lo aveva affascinato. La stessa voce che sei anni prima aveva cercato di convincerlo che si sarebbe trovato bene a Serpeverde...

"Ve lo dirò una volta, ma mai due volte,

quest'anno sarà diverso come mai dai precedenti.

Le quattro Case unite come non mai,

come una corda a quattro capi, contro il pericolo più grande.

Uno troverà la sua redenzione, un altro un fratello sconosciuto

un amore così forte ci unirà tutti

e spazzerà finalmente le tenebre.

Tutti voi riceverete una seconda possibilità:

a colui che fu proibito piangere le sue lacrime,

a colei il cui cuore è stato diviso, l'altra metà di se stessa,

al padre che mai ha dimenticato l'amore perduto

l'amore di un figlio mai conosciuto.

Che Hogwarts si prepari

perché i Malandrini sono tornati,

con alla testa ancora un Black e un Potter

fratelli una volta, fratelli per sempre".

*****

"Aspetta". Si era svegliato di colpo, il pugno che tentava di afferrare l'aria inconsistente.  

"Narcissa...Narcissa..."

Narcissa Malfoy aveva implorato l'aiuto di Harry Potter per salvare suo figlio Draco. Narcissa che era amica e sorella di sua madre. Draco che era suo nemico eppure fratello...

Il potere della luna...

Harry si portò le mani ai capelli in un disperato tentativo di riordinare le idee. Che confusione!!!Doveva vedere Silente. Sì, doveva vedere Silente...

Si alzò dal letto con un balzo, rovistando nell'armadio alla ricerca di qualche vestito pulito. Silente avrebbe saputo cosa diavolo stava succedendo e cosa fare. Guardò fuori la piccola finestra della sua stanza di prefetto. Aveva smesso di piovere ma il cielo era ancora molto scuro. Strano come, anche se mancasse un'ora all'alba, il cielo era d'ebano. Come si dice: l'ora che precede il sorgere del sole è sempre la più oscura...

Non riusciva più a ragionare...Malfoy...suo fratello! Assurdo, impossibile, completamente insensato!!! Ma allora perché non riusciva a dubitare delle parole della signora Malfoy? Forse perché gli aveva detto di essere stata amica di sua madre? No, non era solo questo, avrebbe potuto aver mentito... No, c'era qualcos'altro, qualcosa di più profondo, istintivo, che sapeva poter accettare anche senza riuscire a capire...Stava diventando pazzo!!!

Eppure dal giorno in cui si erano incontrati aveva sempre percepito uno strano legame con il giovane Serpeverde. Una sorta di brivido gelido. Cielo, lo aveva sempre considerato un idiota figlio di papà, arrogante, bastardo e con la puzza sotto il naso ma da quando erano scesi dal treno quella mattina sembrava averlo incontrato per la prima volta.

Proprio come quando Ron lo aveva aggredito nel corridoio della Grande Statua. Era rimasto impietrito innanzi a quegli occhi di tempesta, come se in lui si fosse risvegliato qualcosa di primordiale. Una sorta di richiamo per il suo spirito...ma cosa andava a pensare?! Cercava forse di suggestionarsi da solo? E se fosse stata una manovra di Voldemort? Non poteva aspettare: era il momento di rispolverare il vecchio mantello dell'invisibilità di suo padre.

*****
Era uscito dalla stanza il più silenziosamente possibile, cercando di non svegliare Cho. Aveva pensato di andare a chiamare Ron, ma era così tardi da poter essere quasi presto e aveva, infine, preferito non preoccuparlo inutilmente. Il portiere Grifondoro, poi, era già piuttosto livido sull'argomento "Draco" e presentarsi da lui dicendogli: "Sai, Ron, ho appena sognato che la madre morta di Malfoy mi ha chiesto di aiutare quella serpe che per sei anni ci ha torturato, non è buffo? Oh, ti ho detto che con tutta probabilità, per qualche strana congiunzione astrale come direbbe la Cooman, io e lui siamo fratelli?". Se non l'avesse fatto rinchiudere a San Mungo ora...

Aveva anche considerato di chiedere aiuto ad Hermione per qualche informazione sul potere della luna, insomma quella ragazza conosceva ogni libro della biblioteca a memoria, ma lei ci viveva con il diavolo in questione...

Correva a perdifiato lungo i corridoi silenziosi, sperando con tutto se stesso di non imbattersi in Gazza, quando andò a sbattere violentemente contro qualcuno ritrovandosi d'improvviso per terra in un ammasso di gambe e braccia.

"Harry!" Fortunatamente era Remus Lupin in cui si era imbattuto o meglio contro cui era sbattuto... L'Auror l'aiutò ad alzarsi, chiedendogli perplesso perché fosse ancora in giro a quell'ora tarda. Mooney era strano, quasi preoccupato. Il viso era più pallido del solito e segnato da profonde occhiaie. Sembrava dovergli rivelare qualcosa d'importante, qualcosa di cui aveva l'urgente bisogno di confidarsi ma che, proprio per la gravità di quella rivelazione, gli mancassero le parole...

"Harry devo parlarti..." le parole gli uscivano a fatica, quasi avesse paura della reazione che avrebbero suscitato.

"Scusa, Mooney ,ma devo vedere Silente è import..." Vedere Silente. Questo era l'unico pensiero che occupava la mente del giovane Potter. Tutto il resto avrebbe dovuto aspettare. Stava per riprendere la sua corsa verso l'ufficio del preside, quando la mano del professore contro le Arti Oscure gli afferrò il polso. Si voltò lentamente, il suo sguardo stupito in quello serio del Licantropo.

"Riguarda Sirius, Harry." Sirius. La mente del Grifondoro si svuotò di colpo. Sirius... il suo padrino... la persona che per lui era stato quasi un padre e che gli era stata barbaramente strappata via...Sirius...

"Cosa, Mooney?" La gola gli era diventata secca all'improvviso. Non riusciva più a parlare.

"Sirius aveva un figlio, Harry. " In quel momento sembrò per entrambi che il tempo si fosse fermato...

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Note: ecco il cap 5, spero vi sia piaciuto. Nonostante domani abbia un'interrogazione su Verga sono riuscita a terminarlo. Martedì sarò in vacanza da scuola quindi tenterò di scriverne un altro, e se mi metto di buona lena anche due.

OK, passiamo alle spiegazioni, perché me le hanno chieste in tanti e credo che questo capitolo abbia bisogno di essere commentato. Vediamo da dove cominciare.

Anche se avrei preferito mantenere ancora un pò di suspance ecco alcune delle risposte che stavate cercando.Come molti di voi hanno indovinato Draco e Ryu sono due nome che hanno lo stesso significato, anche se uno in latino e l'altro in giapponese: Drago. Quindi il bel principe azzurro di Hermione è proprio il nostro Malfoy. Se avete notato i sogni della Grifondoro sono molto simili a quelli che Harry ha sperimentato in questo cap: si svolgono entrambi nel Somnium Eternum, anche se per motivi diversi.

Quando l'anima di Draco è imprigionata nel limbo, mentre il suo lato oscuro prende il sopravvento, è in grado, anche se per poco, di uscire da quella prigione per entrare nei sogni di Hermione. Tutto quello che ha sempre voluto era starle accanto e in questo modo è in grado di farlo. Tuttavia questo avviene a livello inconscio cosicché, quando è libero dall'Amitte Animum, non ne ha memoria. Sono sensazioni, deja vù, come quando ci si sforza di ricordare un sogno. Per questo sembra quasi che il Draco reale e Ryu siano due persone distinte: essi sono il conscio e il subconscio della stessa persona.

In qualche fiction in inglese che ho letto, Mya era una vezzeggiativo di Hermione e se devo essere sincera lo trovo più affettuoso di 'Mione. Inoltre volevo dare a Draco ed Hermione una maggiore intimità, nonché qualche dritta per risolvere il mistero dei sogni della ragazza. Per sei anni Ryu ha utilizzato il nome Mya, un nome con la quale non era mai stata chiamata fino ad ora, così d'improvviso, dal bel Serpeverde...

Il fantasma di Narcissa è costretta nel Somnium Eternum perché deve indicare la strada verso il destino che hanno in comune Harry e Draco. In questo cap ha mostrato alcuni frammenti del passato del Serpeverde al nostro caro Potter per spingerlo a cercare la verità dietro la maschera di ghiaccio di Malfoy, così come ha già fatto Hermione. Quindi tornerà ancora a far visita i sogni del Grifondoro. Cosa sarà il potere della Luna (ho pensato a Sailor Moon)? E che vuol dire che Lily e Narcissa erano sorelle?

Devo ancora decidere il da farsi ma credetemi, ho qualche idea davvero niente male per i prossimi capitoli. Spero che continuerete a recensire. Alla prossima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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