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Autore: Silhouette    21/01/2015    2 recensioni
Una giovane ragazza che scopre di avere qualcosa di speciale, qualcosa di magico, che giunge a Camelot per scoprire il suo destino..
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Writer’s corner: Dopo secoli e secoli ecco un nuovo capitolo!! Mi scuso enormemente ma tra una cosa e l’altra non ho trovato né il tempo né l’ispirazione per andare avanti con la storia. Con questo capitolo ricomincio con la storia e cercherò di aggiornare almeno due volte al mese; quando lo pubblicherò sarò a buon punto col capitolo successivo, così da non rischiare di restare indietro. Spero che la storia possa continuare a piacervi e accetto ogni recensione J fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto
Silhouette
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Merlino aveva ormai finito quella che sembrava una giornata estenuate. Artù era stato più esigente del solito e lo aveva fatto andare su e giù per tutto il castello in cerca di quel particolare alimento o di quell’indumento che non sapeva dove aveva lasciato, a Merlino sembrava che lo facesse apposta. Durante gli allenamenti di combattimento aveva dovuto correre da una parte all’altra del parco per raccogliere lance e frecce.
L’unica cosa che voleva Merlino era andare a letto dopo aver riempito il suo stomaco che non la smetteva di gorgogliare, ma non sapeva che era ancora ben lontana dal termine quella giornata.
Raggiunse la porta della stanza che divideva con Gaius e si pregustava già la cena che avrebbe mangiato, ma quando aprì la porta non sentì alcun profumo. Aperta completamente la porta, vide Gaius che tagliava freneticamente varie erbe sul tagliere e aveva un’aria piuttosto nervosa. Gaius si girò di scatto verso la porta e il suo sguardo si fece cupo in un istante.
- Sei tu Merlino… - disse con un tono un po’ cupo
- Che cosa succede? –
- Violet non è ancora tornata – disse Gaius in un sussurro
Merlino non credeva a quello che aveva appena sentito – COSA?! –
- E’ uscita nel primo pomeriggio per raccogliere delle erbe, doveva essere di ritorno prima del calare della sera ma non è ancora tornata –
- Che cosa pensi che le sia successo? – Merlino iniziava a essere molto preoccupato per Violet, quello non era il luogo in cui era cresciuta e temeva che si fosse persa per il bosco o che le fosse successo qualcosa ma cercò di accantonare quel pensiero ricordandosi che era riuscita a giungere fino a Camelot da sola.
- Non lo so proprio Merlino… - l’espressione di Gaius cambio in un lampo e lo sconcerto preso posto sul suo viso – No, non può essere – disse l’uomo appoggiandosi al tavolo e portandosi una mano sulla fronte
- Cosa? Di cosa stai parlando? – Merlino cercava di capire quella situazione ma non riusciva a comprendere Gaius
- E’ una lunga storia e sarà meglio che te la spieghi quando avremo ritrovato Violet – Gaius cercò di distogliere l’attenzione dal suo brutto presentimento, non voleva che Merlino scoprisse così le nobili origini di Violet, anche se aveva davvero paura che Richard l’avesse trovata e riportata a Edoras.
- Allora sarà meglio andare a cercarla prima che faccia troppo buio – disse Merlino, era troppo preoccupato per insistere con Gaius
Uscirono insieme nel cortile posteriore del castello e furono accolti da un cielo che ormai aveva preso il colore rosato del sole al tramonto. Si erano incamminati verso il piazzale del castello quando Merlino vide qualcosa che lo fece rimanere a bocca aperta e immobile sul posto. Gaius si girò nella direzione dove stava guardando il giovane mago ma non vide nulla di insolito, solo le poche persone che ancora giravano per la città. Voltandosi verso Merlino lo vide ancora imbambolato a osservare il nulla senza riuscire a dire una parola e quindi si decise lui a parlare per chiarire quella strana situazione.
- Che ti prende Merlino? Perché sta fissando il vuoto? –
Merlino fece quasi fatica a pronunciare due semplici parole perché stentava davvero a credere ai suoi occhi – Un… unicorno –
Gaius spalancò gli occhi esterrefatto e non si capacitava di ciò che aveva udito – Che cosa dici Merlino, un unicorno a Camelot. E’ impossibile! Non si aggirano mai vicino all’uomo e solo poche persone possono avere il privilegio di vederli, sono creature schive e permettono la loro vista solo alle persone che ritengono speciali e dall’animo nobile – ma dall’espressione che aveva Merlino capì che era proprio quello che stava vedendo il giovane mago.
Merlino era così stupito che restò a fissare l’unicorno, che solo lui era in grado di vedere, e si chiedeva come mai proprio lui poteva vedere quella stupenda creatura. Il suo stupore aumentò quando capì che l’unicorno era diretto verso di lui e una volta vicino al mago, senza timore alcuno, abbassò le zampe anteriori come se volesse che il giovane gli salisse in groppa.
- Gaius… s-sembra che voglia che io lo cavalchi – Merlino non sapeva bene come comportarsi in quel caso perché mai si sarebbe aspettato di essere vicino ad un unicorno
- Dovresti salire Merlino. Gli unicorni sono delle creature molto intelligenti, conoscono ogni cosa che accade nel luogo in cui si trovano e credo che possa sapere cosa sia successo a Violet. Non abbiamo comunque nessun’altra scelta quindi sarà meglio che tu ti lasci condurre da lui – Gaius parlò in modo serio con lo sguardo rivolto al nulla e sperava che quell’unicorno sapesse davvero cosa era accaduto alla giovane – Non dimenticare però che l’unicorno non può estendere la sua magia a te e dunque dovrai renderti invisibile –
- D’accordo – Merlino si guardò intorno per cercare un luogo nascosto dove diventare invisibile. Si nascose tra dei cespugli alla base di un albero nelle vicinanze e, dopo pochi secondi, era di nuovo vicino a Gaius senza che nessuno lo potesse più vedere
- Quando sarò di ritorno mi manterrò invisibile per non far vedere Violet e quindi sarà meglio incantarti gli occhi Gaius, solo in questo modo potrai vederci ed aiutarci a rientrare al sicuro – detto questo Merlino passò con un gesto rapido le mani davanti agli occhi di Gaius in modo che lui potesse vedere ciò che era stato reso invisibile all’occhio
- Ora sarà meglio che tu vada Merlino. Mi raccomando… fai attenzione – le ultime parole uscirono dalla bocca del vecchio medico con un tono molto preoccupato, come di un padre che teme per la salute dei propri figli. Dopotutto era così che Gaius li vedeva, come due giovani alle prese con un mondo a loro nuovo e con dei poteri con cui convivere senza venire scoperti.
- Troverò Violet e la riporterò sana e salva. E’ una promessa – Merlino appoggiò la mano sulla spalla di Gaius prima di salire sul dorso dell’unicorno.
L’anziano medico restò a osservare la figura di Merlino scomparire mentre un flebile sussurro gli usciva dalle labbra – Lo spero proprio Merlino. Lo spero proprio –
 
 
 
L’unicorno era partito al galoppo appena Merlino si era posto sul suo dorso. Il giovane doveva tenersi saldamente alla criniera e al collo della creatura per non finire disarcionato. Il vento gli sferzava la faccia e il freddo iniziava lentamente a penetrare nelle sue ossa, dalla preoccupazione era uscito senza niente con cui ripararsi e l’aria della sera era sempre più fredda. Quello che sentiva Merlino, però, era solo un’oppressione nel petto, non riusciva a distogliere i suoi pensieri dalla scomparsa di Violet e l’unica cosa che voleva era ritrovarla e portarla al sicuro nel castello. Merlino si sentiva strano a quei pensieri, non aveva mai provato qualcosa per una ragazza e forse Violet era riuscita a fare breccia nel suo cuore. Non sapeva di preciso cosa lo legasse alla giovane ragazza ma per il momento la sua sola preoccupazione era ritrovala, avrebbe lascito per dopo i suoi sentimenti.
Dopo alcuni minuti raggiunsero il limitare della foresta e l’unicorno vi si buttò dentro senza esitazione, muovendosi in modo sinuoso tra rami e alberi che sembravano aprirgli un passaggio facilitato nella boscaglia. Merlino dal canto suo doveva stare attento a non sbattere contro i rami più bassi e perciò si appoggiò al collo della creatura. Procedettero con un passo più leggero per pochi minuti e, prima ancora che l’unicorno rallentasse ulteriormente il suo andamento, Merlino aveva già individuato Violet distesa a terra.
- Violet! -
Senza aspettare che l’unicorno si fermasse, Merlino saltò giù e si mise a correre verso la ragazza gridando il suo nome. Atterrò sulle ginocchia e prese la testa della giovane sulle sue gambe – Violet! Ti prego rispondimi! – non sapeva cosa le fosse successo ma la paura che le fosse successo qualcosa era aumentata in un istante. Fu sollevato quando sentì il battito del suo cuore e gli sembrò come se anche il suo avesse ripreso a battere in quell’istante, troppo in ansia per lei per preoccuparsi anche di se stesso.
L’unicorno si era avvicinato ai due ragazzi e si era inginocchiato per permettere a Merlino di trasportare Violet fino a Camelot. Merlino non aspettò un secondo di più e, con cautela, sistemò il corpo esanime di Violet sul dorso della creatura. Prima di salire anche lui vide il cestino con le erbe che giaceva per terra, questa voleva dire che Violet era stata aggredita quando ormai stava per tornare indietro. Afferrato il cestino, Merlino salì a sua volta sull’unicorno, che senza una parola ripartì al galoppo verso le mura di Camelot. Il giovane mago era contento di aver ritrovato Violet ma era ancora preoccupato per quello che le era potuto accadere, doveva portarla subito da Gaius per farla visitare.
Il tragitto di ritorno fu più semplice di quello dell’andata perché l’unicorno teneva conto del corpo di Violet consentendo a Merlino di tenerla senza fare troppa fatica ed evitando di cadere a sua volta. Merlino avvolse Violet nel mantello che indossava per non farle prendere troppo freddo e sperava di essere il più velocemente possibile di ritorno. Quando le mura di Camelot apparvero con la loro imponenza, l’unicorno rallentò per non far percepire la loro presenza alle guardie al cancello. Il cuore di Merlino batteva all’impazzata in vicinanza delle guardie ma, appena vide la figura di Gaius che li attendeva, emise un sospiro di sollievo.
 
 
Il vecchio mago era rimasto in attesa del ritorno di Merlino con molta trepidazione. Quando finalmente vide l’unicorno con Merlino e Violet fu finalmente sollevato da un peso, ma questo sembrò ritornare non appena capì che Violet era priva di conoscenza.
L’unicorno si fermò e permise con tranquillità a Merlino di scendere e prendere tra le braccia il corpo di Violet. Una volta che si fu assicurato che tutto era apposto si girò e se ne andò al galoppo verso la foresta.
- Scortaci dentro – sussurrò Merlino a Gaius per evitare di farsi sentire
Gaius non esitò un solo secondo e aprì la via a Merlino, chiudendosi le porte molto lentamente alle spalle per permettergli il passaggio. Raggiunsero molto rapidamente la loro stanza e, appena varcata la soglia della porta, Gaius sembrò ritrovare la parola – Cosa gli è successo Merlino? Dov’era? –
Merlino ritornò visibile in un battito di ciglia e con lui anche Violet. Si diresse verso la camera della ragazza e ne aprì la porta aiutandosi con i piedi. La distese dolcemente sul letto, le tolse il mantello che indossava e anche gli stivali e la coprì con le lenzuola, togliendole distrattamente una ciocca di capelli dal viso. Solo in quel momento, quando sapeva che lei era al sicuro, fu raggiunto dalle parole di Gaius, che nel frattempo l’aveva seguito e ora sostava alla porta.
- Cosa ti succede Merlino? Ti ho fatto delle domande e mi hai ignorato, ti ho anche chiamato mentre venivi qua, ma non te ne sei accorto. Non è da te questo comportamento… -
- Non so cosa mi sia preso Gaius! Ero talmente in ansia per lei che non riuscivo a pensare ad altro, era come se fossi estraniato completamente dal mondo. Volevo solo saperla al sicuro – Merlino si prese la testa tra le mani non sapendo più cosa pensare. Si sentiva strano e c’era un legame molto forte che si stava creando tra lui e Violet, come se non si sentissero completi senza l’altro. Merlino era quasi spaventato da quei sentimenti, non si era mai legato davvero a nessuno in un modo tanto profondo e non si sarebbe di certo aspettato di legarsi tanto, e così intensamente, a una persona che conosceva da poco tempo. Quel pensiero ne portò con sé un altro che riempì di ansia Merlino “e se questi sentimenti li provo solo io? E se per Violet non sono altro che un semplice amico?”. Stava per farsi prendere dall’ansia quando sentì la mano calda di Gaius che si appoggiava sulla sua spalla, riempiendolo di calore e confortandolo.
- Non preoccuparti Merlino, col tempo capirai meglio i tuoi sentimenti – il sorriso di Gaius fu un ulteriore conforto – e adesso dimmi cosa è successo –
Merlino iniziò con calma a raccontare dove e come aveva trovato Violet, il cestino pieno delle erbe raccolte e il fatto che lei fosse ancora invisibile.
- Questo vuol dire che chi l’ha attaccata deve possedere dei poteri magici, altrimenti non sarebbe riuscito a vederla. Per il momento non possiamo essere certi di ciò che le è capitato e, poiché sembra non avere complicazioni, sarà meglio lasciarla riposare finché non si riprenderà – detto questo Gaius si avviò verso la stanza principale e Merlino lo seguì, dando un ultimo sguardo a Violet mentre chiudeva la porta.
 
 
 
Violet si ritrovò nel nulla, era completamente avvolta nell’oscurità e non riusciva a capire dove fosse e cosa le fosse capitato. La testa le doleva e lentamente si ricordò l’ombra nera che le veniva addosso nella foresta e poi il buio. Il suo unico desiderio era uscire da quell’incubo e tornare al castello, non voleva che Gaius e Merlino stessero in pensiero per lei. Appena pensò al giovane mago, apparvero i due enormi occhi gialli che aveva già sognato mentre era in viaggio verso Camelot e si girò, sperando di vedere la figura del giovane che sembrava proprio Merlino. Quella volta, però, non c’era nessuno alle sue spalle e un senso di solitudine s’insinuò in lei mentre gli occhi continuavano a fissarla senza dire nulla. L’incubo la stava opprimendo sempre di più e ben presto si ritrovò rannicchiata su se stessa, avvolta dall’oscurità.
Il tempo non sembrava per niente passare e Violet pensava che non sarebbe mai più riuscita a ritornare indietro, tornare da Merlino e dalla sua famiglia. Secondo quanto le avevano detto gli occhi la prima volta, lei e Merlino erano uno la forza dell’altro e in lui risiedeva il suo destino e questo non fece che aumentare in lei il desiderio di rivederlo. Era la sola cosa cui riusciva a pensare ed era sul punto di gettare ogni speranza quando una fievole luce iniziò a risplendere nel buio. Violet non sapeva cosa potesse essere, se per lei rappresentava la vita o la morte, se l’avrebbe riportata da Merlino o se l’avrebbe strappata via dal mondo. L’unica sicurezza che aveva era di non voler restare un secondo di più nell’ombra, voleva tornare alla luce. Iniziò a correre verso la luce. Corse per un tempo che le sembrò infinito e, più si avvicinava, più pensava a Merlino, a Gaius e alla sua famiglia. Con un ultimo sforzo saltò nella luce, lasciandosi il buio alle spalle.
  
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