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Autore: amberxtomlinson    22/01/2015    5 recensioni
Dal testo:
"Eppure Ben lo sapeva che non sarebbe dovuto andare a quella stupida festa.
Lo sapeva benissimo, ma c'era andato lo stesso, da perfetto rincretinito qual'era.
Però, sul momento l'idea non gli era sembrata così malsana, soprattutto di fronte all'alternativa di dover passare la serata col suo "fratello prodigio".
Adesso invece capì quanto fosse stato incommensurabilmente idiota. Ma certo, Ben, perché non passare una serata chiuso nella stessa casa con adolescenti sballati e ubriachi? A dover, magari, prestare continua attenzione affinché qualche imbecille non ti vomiti addosso?
E, soprattutto, a dover avere continuamente davanti gli occhi la visione raccapricciante della tua cotta ossessiva dai tempi del primo anno a sbaciucchiarsi e toccarsi con la sua fantomatica ragazza dalle gambe lunghe?
Davvero, non si poteva essere più idioti"
Una festa deprimente per il povero Ben.
Almeno finché il destino (o quale dio per esso) non si è mostrato nel momento in cui, al tanto imbarazzante quanto scontato gioco della bottiglia, questa non avesse deciso di regalare quei sette minuti nello stanzino proprio a lui e alla sua irraggiungibile cotta.
Sette minuti in grado di cambiare tutto.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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~~Angoletto della ritardataria cronica:
*riemerge dalla valanga di libri di latino e greco (esatto, faccio il classico)*
Sono vivaaaaa! Mi dispiace così tanto per questo oltraggio oltremodo oltraggioso! Che ritardo, sono imperdonabile ç.ç Vi prego, perdonatemi! Mi dispiace così tanto, soprattutto perché non vorrei che qualcuno adesso smettesse di seguire questo primo tentativo di storia in cui mi sto cimentando.
Beh, se ci siete ancora, e se mi perdonate (ho giusto un pacco di biscotti al cioccolato qui… no, non vi sto ricattando!) ecco a voi il capitolo che mi ha fatto dannare! >.<
Bye bye


Ben era totalmente, inconfutabilmente, agitato.
Era da circa un ora e mezza che si agitava per tutta la stanza, cambiandosi totalmente gli abiti a ogni minimo dubbio, per poi ritornare a quelli originali. Per tenersi impegnato e non pensare assolutamente alla serata imminente mise a posto la stanza cinque volte, fece il giro del quartiere quattro e portò il cane fuori ben tre volte.
- Tesoro, stai uccidendo il nostro povero cane -  lo supplicò sua madre quando lo vide di nuovo col guinzaglio alla mano.
- Ma no! -  Ben ridacchiò nervosamente, il corpo che si agitava iperattivo come se avesse bevuto un numero indefinibile di lattine Sprite - A Terminator piace andare a passeggio! Vero, Terminator? -
Il cane non diede segni di vita.
- Guardalo! -  esclamò Lucy - Ha la lingua penzoloni! -
Ben sbuffò.
- Vuoi venire tu con me? -  chiese a Lucy.
La ragazza non diede segni di vita.
- Certo, rimani pure spalmata sul divano a vederti per la quindicesima volta Teen Wolf, tanto non sarò io quello circondato da 72 gatti quando la vecchiaia si farà sentire! -
- 72 cani, vorrai dire -  disse Lucy - Si chiameranno tutti Terminator, così non li confonderò! Contento, Terminator? -
Il cane gemette, rotolando di lato, la lingua effettivamente penzoloni.
- Povero cucciolo, è ancora stremato! -  sua madre gli lanciò un’occhiata di rimprovero.
- Mamma, al nostro bassotto di 500 chili farà solo bene un po’ di allenamento -
- Non osare insultare Terry! -
Alla fine Ben decise di lasciar perdere il bassotto obeso e di prendere il basso per suonare un po’. Aveva iniziato da qualche anno, ma gli piaceva e suonare riusciva a farlo calmare e rilassare.
- Incredibile, ma allora davvero suoni uno strumento. E io che credevo lo dicessi solo per rimorchiare.
Ben digrignò i denti al sentire quella voce e si girò verso Ryan, appoggiato allo stipite della porta con un ghigno. Il suo cavolo di fratello prodigio.
- Ciao Ryan, finalmente ti sei ripreso dalla sbronza dell’altro giorno. Hai dormito fino alle quattro del pomeriggio, speravo fossi rimasto schiattato, e invece…- sospirò afflitto.
- Non sono affari tuoi quello che faccio-  disse, duro. Ben alzò gli occhi al cielo.
- Non mi serve la morte, basta il coma irreversibile. Ora, se non ti dispiace… - fece un cenno verso il basso.
- Beh, allora sarai interessato di sapere che anche oggi esco, anche se in più piacevole compagnia - un altro ghigno gli si aprì sul volto - Due ragazze niente male, ma sono sicuro non siano il tuo tipo.
- Cosa non hai capito quando ti ho detto che non mi…? Aspetta, che significa che non sono il “mio tipo”? Che “tipo” sarebbe il mio? E soprattutto, che ne sai tu di quale sia il “mio tipo”?
Ryan sorrise soddisfatto e inclinò un po’ la testa.
Dio, non lo sopportava proprio! Davvero non capiva come avesse fatto a farsi ammettere a un college di Londra un tipo come quello. E la cosa peggiore era come i suoi genitori non smettessero mai di parlare di lui anche quando non era a casa. Qualcosa da diventare pazzi!
- Oh, andiamo, è così ovvio! - il tono di Ryan lo fece ritornare alla realtà. Ben alzò un sopracciglio, interrogativo. Quanto amava farlo. Si sentiva molto tipo “Fuck the rules, io so alzare il sopracciglio”.
- Forse proprio perché sono stato lontano parecchio mi sono subito accorto del cambiamento, e negli ultimi anni direi che questo “cambiamento” si è evoluto sempre di più, fino a essere evidente!
- Che stai dicendo, Ryan? - Ben assottigliò lo sguardo, ma Ryan fece un’espressione di superiorità, chinandosi un po’ verso di lui e abbassando la voce.
- Dei tuoi gusti, fratellino.
- Stai parlando del gusto puffo? Lo so che lo detesti, ma sono anni che tiri fuori questa storia e ormai non ne posso più! - esclamò Ben esasperato e confuso.
- Di sicuro il puffo ti piace -  Ryan rise a crepapelle, tenendosi lo stomaco, poi scosse la testa e uscì, lasciando Ben ancora più confuso e irritato.
- E comunque il gusto puffo fa cagare! - gridò Ryan da fuori il corridoio. Ben sbuffò e riprese a concentrarsi sul suo amato strumento.
Dopo aver suonato, suonò la sveglia che annunciava che mancava un’ora all’incontro. Avrebbe dovuto effettivamente iniziare a prepararsi al suonare di quella sveglia, ma lui era già pronto due ore prima.
Okay, forse era un po’ nervoso.
Mise il basso nella custodia e scattò allo specchio, arrossendo subito per il gesto e sentendosi ridicolo, ma si diede comunque una controllata.
Non voleva essere elegante, ma nemmeno aveva voglia di fare la figura dello sciattone con le sue solite felpe anonime. Si era quindi messo una camicia bianca molto semplice, con jeans e le sue inseparabili converse ormai distrutte. Poi aveva una sciarpa azzurra, semplice, niente di che. Deglutì, immaginando come sarebbe apparso agli occhi di Mark
Si passò una mano tra i capelli e afferrò il giubbino, catapultandosi fuori con un “ciao torno tardi non aspettatemi non mi ubriacherò né metterò incinta le sedicenni” generale.
- Sarà meglio per te! -  gli gridò a sua volta sua madre mentre si chiudeva la porta alle spalle.
“E poi c’è già Ryan per quello”, pensò.
Si impose di non correre. Dopotutto era in anticipo di un bel po’.
Inutile dire che arrivò al luogo dell’appuntamento col fiatone e le gambe doloranti. Si sedette cercando di calmare gli ansiti, e l’ansia, soprattutto l’ansia.
Poi il belloccio della situazione fece la sua comparsa, con tutta la figaggine che lo circondava come un’aura e il vento che sembrava alzargli i capelli giusto per dare un ultimo tocco a quella perfezione.
Ben se lo mangiò con gli occhi, mordendosi distrattamente il labbro, mentre quello si girava intorno, cercandolo.
Poi lo vide e il sorriso che gli increspò le labbra fu qualcosa di assolutamente stupendo, gli occhi azzurri che brillavano come diamanti.
- Ciao bel fusto – disse Mark, ridendo, mentre si avvicinava.
- Mpf – borbottò Ben, cercando di mascherare la felicità che lo stava pervadendo a quell’uscita con lui.
Mark sorrise, avvicinandosi un po’ di più.
- Tutto qui? Mi aspettavo un saluto un po’ più caloroso – il tono della sua voce si abbassò, e il cuore di Ben accelerò oltre il limite consentito.
Deglutì, nel disperato tentativo di non incrociare i suoi occhi.
- E io non mi aspettavo di dover aspettare mezz’ora un ritardatario cronico! -  esclamò, allontanandosi e cercando di tornare calmo. Capito ormoni in subbuglio? CALMO!
- Come? Ma non sono in ritardo! – disse Mark, sinceramente sorpreso.
Ben si rese improvvisamente conto dell’errore commesso e girò sul posto, avviandosi lungo la strada.
- Hai già deciso dove andare? – chiese.
- Scusa, ma non dovevamo vederci alle sei e mezza?
- Io stavo pensando che magari potevamo andare al cinema, o qualcosa del genere.
- Sono sicuro di essere arrivato in orario! Ho preparato tre sveglie per ricordarmelo!
Ben arrossì, lusingato a quell’eccessività, ma continuò a far finta di niente.
- Poi, se hai voglia di mangiare qualcosa… - balbettò.
- Aspetta… non dirmi che sei arrivato con mezz’ora di anticipo!
Ben si sentì andare a fuoco per la vergogna quando Mark fece un sorriso e iniziò a ridere.
- NO! Sono arrivato poco prima di te! Giusto qualche secondo!
Si voltò a fulminarlo con gli occhi, ma doveva sembrare piuttosto ridicolo perché Mark rise più forte. Si girò, offeso e umiliato, e avanzò a passo di marcia.
Poi si ritrovò Mark improvvisamente al fianco, che ancora ridacchiava. Stava per insultarlo con qualcosa del tipo “stupido primate maledettamente attraente!”, quando la sua mano afferrò quasi distrattamente la sua, stringendola, e Ben si sentì il cuore andare in gola.
- Come si fa a resisterti? – disse, continuando a guardare in avanti. Ben rimase imbambolato mentre lo seguiva, incapace di intendere e di volere, ma, benché si sentisse tremendamente in imbarazzo, non staccò la propria mano. La mano di Mark era morbida ma decisa.
- Che mano fredda – commentò Mark con un sorriso.
- Sono un tipo freddoloso – si imbronciò Ben. Il sorriso di sbieco che gli lanciò Mark lo preoccupò alquanto.
- Beh, ma allora… - improvvisamente, si avvicinò pericolosamente al viso di Ben, che strabuzzo gli occhi, incredulo - …ci penso io a riscaldarti.
E lì, in mezzo alla strada piena di gente, sotto gli occhi di tutti, mentre si tenevano per mano, lo baciò, posando delicatamente le labbra sulle sue, con gentilezza e insistenza. A quel contatto Ben si sentì andare in iperventilazione. Avrebbe voluto spostarsi, scansarsi, scappare e sotterrarsi in un fosso, ma le labbra di Mark erano così morbide e irresistibili, il suo viso così caldo mentre era vicino al suo, la punta del suo naso a sfiorargli il viso, la sua mano a stringere la sua, il suo cuore che batteva all’impazzata. E non si mosse, ma rispose timidamente al bacio. Tutto questo aveva un sapore così diverso ora che i loro occhi erano aperti e puntati in quelli dell’altro, come se fosse qualcosa di molto più intimo di un bacio…
Si sentiva così emozionato, felice, scombussolato…
Poi, un’esclamazione, a rovinare quel momento così intenso e semplice allo stesso tempo.
- Froci! -  gridò qualcuno, e delle risatine si sentirono per la strada.
Ben impallidì e si allontanò di scatto da Mark. Con dolenza separò la mano dalla sua e ricominciò a camminare.
- Chiudi quel cesso, bastardo! – gridò Mark contro il ragazzo che li aveva insultati, poi gli si affiancò.
- Hey… lo sai che le persone sono stupide. Non prendertela, non abbiamo fatto assolutamente niente di male. Dopotutto i rapporti gay non sono più illegali, no? – ridacchiò, in un chiaro tentativo di alleggerire l’atmosfera che fece sciogliere il cuore a Ben, poi cercò di riprendere la sua mano, ma lui la mise nel giubbotto, abbassando lo sguardo.
Sapeva che era incredibilmente stupido sentirsi ferito per l’insulto di chissà quale deficiente, ma…
Ma era umiliante.
Mark rimase in silenzio per un po’, affiancandolo, mentre Ben si sentiva incredibilmente in colpa e pensava a come spiegargli tutte quelle emozioni e pensieri che non riusciva a esprimere, poi Mark disse solo un secco:- Ok – e non parlò più.
Ben si sentiva tremendamente in colpa nei suoi confronti, ma non sapeva cosa dire, perciò continuò a tirare dritto a sguardo basso, fino all’arrivo al cinema.
- Cosa ti va di vedere? – chiese con timidezza, preoccupato che l’altro potesse essere arrabbiato con lui. Mark alzò le spalle e fece passare lo sguardo sulle locandine.
Ben deglutì. Era la prima volta che si sentiva a disagio con Mark. Certo, era stato molte volte imbarazzato in sua presenza, ma a disagio mai e questa cosa lo intristiva, soprattutto perché sapeva benissimo che era soltanto colpa sua.
Cercò di spremersi le meningi alla ricerca di un modo per farsi perdonare.
Prima opzione, parlargli.
Gli lanciò una rapida occhiata.
Ehm, no. Passo.
Diamine, Ben, pensa! Allora, spiegarsi era fuori discussione almeno per il momento. Aveva bisogno che ritornasse il Mark di sempre per farlo, non certo quel tipo freddo e distaccato!
Quindi, per farsi perdonare, avrebbe dovuto fare qualcosa che gli facesse piacere… Ma cosa?! Erano in un dannato cinema, maledizione!
Rifletti Ben.
Cosa diamine fanno due ragazzi al cinema oltre a vedersi un maledetto film?!

Oh.
Appena gli si accese la lampadina in testa si sentì andare a fuoco il viso. Mark gli lanciò uno sguardo interrogativo e Ben si morse il labbro, cercando di controllarsi. Beh, di sicuro si sarebbe fatto perdonare…
- S… senti, perché non… ehm, vediamo quel film lì? – chiese, indicando la locandina col film più squallido. “Il ritorno dei conigli assassini”. Mark la guardò e strabuzzò gli occhi.
- Davvero ti piace quel genere di film…? – chiese, perplesso.
- Oh, sì, tantissimo! – mentì Ben. Si fece forza e afferrò la mano di Mark, tirandolo verso la biglietteria.
Mentre era in fila si sentiva tremendamente agitato. Erano solo una sua impressione tutti quegli sguardi su di loro? Si costrinse però a non lasciare la mano del ragazzo, facendo uno sforzo di volontà che gli costò non poco.
Dopo aver pagato il biglietto si diressero verso la sala, vuota oltre altre tre persone. Ben sospirò di sollievo. Era proprio perché sperava ci sarebbe stata pochissima gente che aveva scelto il film più squallido.
Non lasciò la mano del ragazzo nemmeno quando si sedettero e le luci si spensero.
Durante l’iniziò del film cercò di pensare razionalmente a come agire. Iniziò a sudare freddo. Non aveva la più pallida idea di come comportarsi.
Solo quando avvertì la mano di Mark scivolare dalla sua presa si riscosse.
Lo vide alzarsi e preso dal panico afferrò il suo polso.
- Aspetta! Dove vai?
- A prendere i pop corn, vorrei almeno mangiare qualcosa – il suo atteggiamento freddo gli fece più male di una coltellata al petto. Mark puntò i suoi occhi azzurri nei suoi, ben visibili nonostante il buio.
- E poi credevo che non volessi essere toccato -  sibilò.
Ben sgranò gli occhi. Cosa?! E questa da dove usciva?!
Ma che razza di ragionamenti si era fatto quell’idiota?!
Mark cercò di liberarsi dalla sua presa, ma Ben lo tirò verso di sé e si alzò di scatto.
- Credevi… cosa?! – esclamò, incredulo.
- Mi pare ovvio che ti dia fastidio essere toccato da me in pubblico -  fece Mark, senza riuscire a trattenere la rabbia dietro l’espressione fredda – Quindi sta tranquillo che non proverò nemmeno più a sfiorarti, ovviamente finché non siamo chiusi in uno stanzino o in qualche cazzo di ripostiglio polveroso!
Adesso la rabbia nella sua voce era più che evidente, e la cosa sconcertava Ben non poco. E meno male che non c’era quasi nessuno, altrimenti li avrebbero già sbattuti fuori per il casino che stavano facendo.
Si sentiva veramente ferito e sentì gli occhi pizzicare.
- Ma io… io credevo che tu ti fossi arrabbiato per come avevo reagito a quel cavolo di insulto! A me… a me piace se ci prendiamo per mano, se mi baci, se mi… beh, fino a qui se non vogliamo essere denunciati per atti osceni in pubblico! E cosa… cosa cacchio centra il fatto che dobbiamo essere per forza chiusi in uno sgabuzzino o stanzino o quello che è! Tu non hai… capito proprio… niente!
Fu scosso dai singhiozzi e lasciò di scatto la presa dal polso di Mark, deciso ad allontanarsi da lui e uscire da quel cinema, ma fu il sussurro di Mark a bloccarlo.
- Cosa non ho capito? – chiese. Ben lo fulminò, gli occhi appannati.
- Che tu mi piaci davvero, cavolo! – sbottò, dimentico di ogni inibizione – io pensavo fossi arrabbiato perché sono così debole da non saper reagire a un cacchio di insulto, invece… ma come ti viene in mente?! Come puoi aver pensato che mi desse fastidio toccarti?! Mi danno fastidio le occhiate, le frecciatine, ma non TU!
Rimasero a guardarsi in silenzio, ancora in piedi, ma per fortuna non c’era nessuno dietro di loro.
Poi Mark gli si avvicinò di scatto e mise un braccio intorno al suo busto, avvicinandolo a sé. Abbassò il viso verso di lui e lo baciò. Ben rispose al bacio con forza, cercando di trasmettergli così tutti i pensieri che non riusciva a comunicargli, sentendosi stupido per la litigata su una cosa tanto insensata.
Gli circondò il collo con le braccia tirandosi verso di lui, mentre Mark gli accarezzava la schiena e premeva le labbra sulle sue in un modo stranamente possessivo che però gli fece agitare lo stomaco. Le labbra di Ben tremarono quando Mark cominciò ad insinuare la lingua, ma furono bruscamente interrotti da una voce.
- Così si fa, bravo ragazzo! – si girarono di scatto, separandosi di malavoglia, e scoprirono che quei tre individui che condividevano con loro la sala erano girati a guardarli, probabilmente avendo udito buona parte della conversazione.
La voce apparteneva a un’anziana signora, che sorrideva nella loro direzione.
Se Ben arrossì, estremamente imbarazzato (ma anche sollevato per la riappacificazione), Mark rise, attirandolo ancora più vicino a sé e subito lui si separò con forza. Vide uno degli altri spettatori alzarsi e uscire con la faccia disgustata, ma sorprendentemente la cosa non lo toccò. Non era affar suo cosa la gente pensasse: avevano il diritto di vivere come preferivano, loro!
- Oh, continuate pure -  disse la vecchietta – Tanto io sono mezza sorda, potete fare quanto rumore volete!
Mark rise ancora più forte e Ben balbettò parole incomprensibili, ancora più imbarazzato.
Fece per sedersi, ma Mark lo afferrò e lo fece sedere sulle sue gambe, poi gli circondò la vita da dietro e appoggiò il mento sulla sua spalla.
Il cuore di Ben fece il convenzionale triplo salto mortale, con ruota, avvitamento a mezz’aria e spaccata finale.
- Mark…? – balbettò.
- Dai Ben, quella simpatica vecchietta ha detto che possiamo fare tutto il rumore che vogliamo. Non credi sia il caso di approfittarne?
Ben si strozzò con la propria saliva.
- Mark!
Sentì il petto del ragazzo scosso da una risatina contro la sua schiena. Gli dava calore, così come le sue braccia che lo circondavano. L’unico problema erano quelle dannate labbra che adesso gli stavano baciando il collo.
- Lo sai, -  sussurrò sulla sua pelle, facendolo rabbrividire – i tuoi “cacchio” e “cavolo” erano assolutamente adorabili.
Ben arrossì furiosamente, agitandosi sul posto, ovvero sulle gambe di Mark.
- Mmmh, aspetta mi fai male, proviamo a fare così…
Aprì le gambe e Ben ci finì seduto in mezzo, con queste ai suoi lati.
- E comunque… - continuò Mark, riprendendo a lasciare piccoli baci sul collo – davvero, chi è che dice “cacchio”?
- Mark – fece Ben, sforzandosi di avere un tono serio.
- Mmmh? – Mark infilò delle dita sotto la maglia di Ben, che sussultò.
- Credo che la vecchia ci stia ancora guardando – sussurrò, preoccupato.
Mark si fermò per lanciare un’occhiata alla signora in questione, poi rise.
- Che vecchietta maniaca. Probabilmente sta sperando di assistere a qualche scena spinta…
- Mark! -  esclamò Ben, sottovoce per non farsi sentire dalle altre due persone.
- Ultimamente ripeti molto spesso il mio nome – Ben avvertì distintamente la mano di questo farsi strada sotto la maglietta, alzandola un po’, e rabbrividì a quel tocco.
- Piuttosto, mi spieghi per quale motivo hai scelto questo orribile film? Non ci credo che ti piace.
Ben si morse il labbro, sentendo le guance imporporarsi.
- Io… non importa, è imbarazzante.
Mark lo morse leggermente e Ben sussultò, eccitato suo malgrado. Okay, malgrado non tanto.
- A me puoi dire tutto, piccolo Ben… - mormorò a voce ancora più bassa.
- Ecco io… volevo… beh, te l’ho detto, o forse no, volevo solo farmi perdonare… quindi ho pensato…
- Mh? – insistette Mark passando la punta della lingua sulla sua pelle, mentre la mano che non era sul petto si posava sulla gamba per accarezzarla. Ben deglutì.
- Beh… oh, andiamo Mark non farmelo dire! Cosa fanno due ragazzi che hanno un appuntamento al cinema?
Mark continuò per un po’ a baciarlo e accarezzarlo (accarezzarlo piuttosto pericolosamente, soprattutto quella mano sulla sua gamba che era scesa verso l’interno coscia), poi ad un tratto si bloccò di colpo, e Ben non seppe se esserne deluso o sollevato.
- Aspetta – disse – Tu… volevi farti perdonare pomiciando nel cinema?
Ben arrossì.
- Per questo non mi hai fatto prendere i pop corn prima di entrare – ridacchiò – Eri così impaziente? Tu sei davvero un piccolo genietto del male…
Ridacchiò ancora e Ben sussultò e trattenne il respiro quando la sua mano arrivò fin sopra la gamba, accarezzando con le dita la cerniera dei jeans.
- …un genietto del male terribilmente sexy.
A quel punto Ben perse totalmente la testa. Si staccò dalla sua presa, si girò e si sedette in braccio a lui, avvicinando subito le labbra alle sue mentre gli afferrava la nuca e lo avvicinava a sé.
- E la vecchia? – mormorò Mark con respiro affannoso sulle sue labbra.
- Si fotta la vecchia -  brontolò Ben – Che guardi pure.
La risata di Mark fu subito stroncata dalle labbra di Ben che si precipitarono sulle sue e dalle loro lingue che si cercarono possessivamente e fameliche.

- Dovremmo farlo più spesso – Mark si stiracchiò mentre uscivano dal cinema. Ben lo guardò interrogativo.
- Ma come, non avevi detto che il film faceva schifo?
Gli lanciò uno sguardo malizioso.
- Infatti non parlavo del film. In realtà non l’ho nemmeno guardato, ero impegnato da altro…
Mark gli si avvicinò e gli circondò il busto con un braccio, mordicchiandogli gentilmente il lobo dell’orecchio, in un chiaro segno di cosa si stesse riferendo.
Ben arrossì ma lo fulminò con un’occhiataccia. Poi però si sorprese piacevolmente alla vista dei suoi capelli del tutto arruffati, ovviamente merito suo. In quanto a lui, si sentiva ancora il viso a fuoco, la maglietta era storta e le labbra erano un po’ doloranti per i baci intensi. Ci passò distrattamente la lingua sopra, avvertendo il sapore delle labbra di Mark. Un sapore a dir poco afrodisiaco.
Mark spalancò gli occhi a quel gesto.
- Mi stai provocando, genietto sexy?
Ben andò in autocombustione istantanea e cercò di divincolarsi dalla sua presa, ma Mark lo strinse maggiormente, petto contro petto, e Ben, forse per caso, forse no, strusciò il bacino contro quello di Mark.
Alzò gli occhi verso di lui, ancora più rosso di prima.
- Adesso ti sto provocando – mormorò. Oh mio Dio. Non lo aveva fatto davvero, giusto?
Lo sguardo di Mark si illuminò con un sorrisetto, socchiudendo gli occhi mentre lo guardava. Ben si morse il labbro, facendo finta di scostarsi da lui per posare le mani sul suo petto.
Si sentiva immensamente ridicolo, solo che quel gioco di provocazioni era così dannatamente eccitante che davvero con riusciva a fermarsi.
Cristo, prima di conoscere Mark non si sarebbe mai nemmeno sognato di potersi comportare in quel modo… Che poi, come l’altra volta, era sempre lui quello che cercava di arrivare al solo! Quando erano nello sgabuzzino polveroso, era stato lui a cercare di strappare i pantaloni di dosso a Mark e anche adesso era lui che stava facendo il provocante. Ma che cazzo…?!
- Adoro quando diventi un piccolo maniaco eccitato – disse Mark, alzando l’angolo della bocca dove c’era il neo color caffè – Però, se davvero non vogliamo essere denunciati per atti osceni in pubblico, sarebbe meglio andarcene.
Fece per allontanarsi, ma Ben lo trattenne afferrandolo per la maglietta. Aveva il cuore accelerato e il viso rosso, ma non si fermò. Puntò lo sguardo sul suo petto, dove stava facendo scorrere le dita al di sopra della maglia e avvicinandosi un po’ di più disse, con un finto broncio:- Ma come, non mi dai nemmeno un bacio?
Alzò gli occhi verso di lui, arrossendo ancora di più, conscio del proprio comportamento maldestro.
Mark per una volta non sorrideva, ma aveva gli occhi azzurri liquidi e avvertiva il suo respiro accelerato. Lo circondò con un braccio e lo avvicinò a sé. Spalancò gli occhi nell’avvertire la sua eccitazione contro il proprio bacino, e anche per lui i pantaloni stavano diventando decisamente stretti.
- Ben, -  disse – credimi, per me è già abbastanza difficile cercare di non saltarti addosso ogni volta che ti vedo respirare, perché, davvero, anche il tuo modo di respirare mi fa eccitare, ma se… se mi provochi così, io seriamente rischio di perdere il controllo e fottermene degli atti osceni in pubblico. Comprendi?
- Ehm… non del tutto – balbettò Ben, sempre più imbarazzato ed eccitato.
Mark sospirò, con espressione affranta.
- Credo che mi accontenterò di prendere solo la tua bocca. Per adesso.
- MAR…! – iniziò Ben, scandalizzato, ma fu bruscamente interrotto dal bacio pieno di desiderio in cui si ritrovò. Il cuore gli batteva dolorosamente mentre le loro lingue si incrociavano e il bacio diventava ancora più travolgente, come se fossero appena stati investiti da un’onda.
Solo quando si ritrovarono senza fiato si separarono, per poi riprendere da dove si erano interrotti, senza il minimo pudore. Mark lo sbatté contro il muro senza granché gentilezza e Ben annaspò per un attimo, per poi ritornare alla realtà quando Mark si avvicinò a lui, appoggiando le mani sui suoi fianchi e stringendoli. Fece scendere una mano fino al suo sedere, cosa che fece ridere Ben, ripensando a quando erano stati chiusi nello stanzino per quei sette minuti.
Per fortuna non c’era quasi nessuno per strada a quell’ora, altrimenti…
- MA CHE CAZZO…?! MARK?!
Si separarono di scatto, stupiti e spaventati, individuando un gruppo di ragazzi poco lontano da loro. Mark impallidì. Ben li scrutò, viso per viso. Avevano un’aria familiare, ma non capiva dove…
Lily. C’era Lily.
Si immobilizzò completamente quando capì che quello era il gruppo degli amici di Mark. Amici che avevano, nessuno escluso, un’espressione sconvolta, più qualcuno disgustato.
Solo Lily non sembrava sconvolta, ma più… spaventata.
- Mark! – gridò uno del gruppo, probabilmente quello che aveva fatto il primo urlo – Che cazzo stavi facendo?!
Mark non rispose. Ben lo guardò: non lo aveva mai visto così spaventato. Era del tutto impietrito, col petto che si muoveva affannosamente e negli occhi un’espressione colpevole. Gli si avvicinò inconsciamente, per rassicurarlo con la propria presenza.
- Vuoi rispondere, porca puttana?! – gridò ancora quello.
- Da quando sei diventato frocio?! – esclamò un altro.
La situazione era orribile e la cosa peggiore era che Ben non aveva la più pallida idea di come aiutare Mark. Si sentiva orribilmente impotente.
- Non ci posso credere! Credevo fossi mio amico, invece sei solo uno schifoso finocchio! – il primo ragazzo si avvicinò a Mark stringendo i pugni, visibilmente incazzato e disgustato. Ben entrò nel panico, ma prima che potesse fare qualcosa, una figura si interpose tra il ragazzo e Mark.
- Non ti azzardare ad insultare con questi termini Mark – sibilò Lily, assottigliando gli occhi. A Ben non era mai sembrata così minacciosa, aveva un portamento regale che la rendeva davvero fredda e spaventosa, come quello di una regina implacabile.
- Ma Lily ti rendi conto?! – strillò una tra le ragazze, con capelli palesemente ossigenati – Lui ti ha tradita, e nemmeno con una ragazza!
- In questo caso, anche io l’ho tradito, e nemmeno con un ragazzo – alle loro espressioni confuse rise, poi tornò di botto seria – Ero perfettamente a conoscenza dei gusti di Mark, così come lui era a conoscenza dei miei.
Momento di silenzio.
Ben avrebbe giurato di sentire i loro cervellini far girare gli ingranaggi, mentre Lily aspettava pazientemente una reazione, sbuffando ogni tanto. Mark sembrava aver ripreso coscienza di sé, e guardava Lily come se fosse stato un dono piovuto dal cielo, con occhi traboccanti di gratitudine.
- OH MIO DIO! – esclamò infine un’altra ragazza – ANCHE TU!
- Alleluja – commentò Lily, sbuffando sonoramente e levandosi così una ciocca dal viso.
- Ma cos’è, la combriccola dei gay o cosa?! – gridò il ragazzo che prima aveva insultato Mark.
- Beh, questo dipende dai tuoi gusti, Steven – disse Lily calma.
Quello di nome Steven diventò rosso di rabbia.
- Cristo santo, MI HAI VISTA NUDA! – gridò la prima ragazza che aveva parlato, quella con i capelli ossigenati, e dall’espressione sembrava che stesse per svenire.
- Non era questa grande cosa, credimi – commentò Lily.
La ragazza li guardò dall’alto in basso, trattenendo a stento un’espressione schifata, poi si girò elegantemente e afferrò Ben e Mark per un braccio.
- Ora, se volete scusarmi, me ne vado con un vero amico e un piacevole conoscente, che sicuramente stimo più di voi trogloditi omofobi.
E così la grande Lily uscì di scena.


I’m back!
Allora, volevo solo informarvi che a questo punto mi sembra doveroso fare un altro capitolo, il conclusivo. E io… ç.ç sono triste. Però devo davvero concluderla qui, anche perché non ho idee XD e poi STAREI lavorando ad una storia, che pubblicherò quando arriverò ad almeno dieci capitoli (attualmente quattro), per evitare di rischiare di morire come in questa storia nel tentativo di scrivere in tempo.
Comunque… che ve n’è parso del capitolo? *^* L’ho fatto un po’ più lunghetto per farmi perdonare. Mah, a me sembra incasinato, anche perché ho scritto in fretta per non farvi aspettare oltre >.<  Che ve n’è parso di Lily??? Io la amo *^* okay che non conto perché sono l’autrice, però PERCHè IO PUO’. Nel prossimo capitolo si saprà come va a finire con la fantomatica ragazza della festa (a proposito, è per Lily che ho aggiunto tra “tipo di coppie” anche shoujo-ai).
Okay e… niente, le mie note spuntano tipo funghi XD
Mi piacerebbe TANTISSIMO leggere le vostre recensioni, anche le prime cose che vi vengono in mente, tipo “uh ah ho fatto una recensione, dammi un biscotto donna”.
Perché i biscotti ce li ho.
E per tutti.
Bye bye! ;3

   
 
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