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Autore: Fujiko_Matsui97    23/01/2015    8 recensioni
“...o per meglio dire da una meteora! Sono Matt, capelli mai pettinati e tra le dita il biglietto di un concerto a cui non voglio assolutamente andare. Ma sto ancora ringraziando la mia migliore amica Misa per quello.”
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Dal prologo:
"-VUOI FORSE DIRMI CHE NON CONOSCI MIHAEL KEEHL?!?-
-M-Mihael... chi-che??- balbettai con un certo sconcerto nel vedere la ragazza dei miei sogni maneggiare la mia persona come una vecchietta a cui è stato appena soffiato il posto nella fila del supermercato."
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Un'idea un po' diversa e affatto deprimente su Death Note che ho partorito mentre ascoltavo la fantastica canzone dei 3OH!3 (si, avete capito bene, non c'entra il film della Disney ^^''), se vi ho incuriosito buona lettura! :P
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Un po' tutti | Coppie: Matt/Mello
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'atmosfera era cupa e bisbigliante, ombre che si affaccendavano a rendere i sonni meno tranquilli, la sala immersa nella più angosciante penombra.

Una figura scura sovrastava la comoda struttura in legno e piume d'oca, il ticchettio degli stivali in cuoio che batteva ritmicamente per terra dall'impazienza.

-Ehi, bella addormentata nel bosco!- chiamò sarcastico, mordendosi un labbro per non ridere dinanzi alla scena che gli si prostrava davanti agli occhi sporgenti: -Che dici, ti levi dal mio letto o devo chiamare Elle per farti sculacciare?-

L'idea era totalmente spaventosa nella sua perversione, ma voleva solo provocarlo, dopotutto: sapeva quanto ce la mettesse l'amico per entrare sempre di più nelle grazie di Elle, anche se il produttore sembrava avere Near su un gradino più alto nel suo cuore rispetto a lui, ogni volta.

L'accusa avrebbe sortito il suo effetto, ne era certo... e infatti, dopo qualche secondo, qualcosa di indefinito si mosse sotto le lenzuola scure, rivelando un ammasso informe biondo e mugugnante; Mihael, il trucco nero sbavato sotto gli occhi e una smorfia scazzata, si voltò con lentezza fino ad incontrare la faccia del suo amico Ryuk.

Quest'ultimo, prima che potesse impedirselo, scoppiò in una fragorosa risata per quello spettacolo osceno di un Mihael disfatto dopo una delle sbronze del secolo, cosa che irritò il cantante non poco: -Ryuk, se non la pianti immediatamente prendo la tua chitarra e te la ficco su per il...-

-Ok, ok, resa l'idea.- tossì di sbieco l'altro, cercando di contenersi per evitare risse: e poi, la sua bambina non si toccava, né ora né mai!

-Ma voglio che tu sappia che la minaccia su Elle è ancora valida: tempo tre secondi, e poi lo vado a chiamare.- sorrise malizioso, allontanandosi mentre raccoglieva per terra vestiti sparsi qua e là.

Una volta nel salone, si godette l'espressione seccata di Near che, una brioche in una mano, armeggiava con l'aspirapolvere, facendo un casino indescrivibile:

-Quel pazzo fa mambassa ogni sera... e a chi tocca pulire ogni volta? Ma a me, ovviamente..!- lo udì borbottare come una casalinga insoddisfatta una volta spento l'arnese.

-Chi è che farebbe mambassa, nano bianco?- entrò Mihael, l'espressione ancora torva dal sonno, avvolto nelle coperte come un fagotto dal ripieno interessante; Ryuk alzò gli occhi al cielo, sconsolato, mentre si accomodava sul divano pronto a osservare il seguito, passivamente e con sarcasmo:

Ecco che ci risiamo!”

-Tu, Mello, vedi altri pazzi qui dentro?-

-Senti, se tu non sai divertirti non è mica colpa mia!-

-Se per 'divertirti' intendi limonare con un fan, scusa ma passo!- commentò sarcastico il ragazzo dai bianchi capelli in una chiara frecciatina rivolta alla sera precedente, in piedi davanti al biondo, le braccia conserte.

Passarono secondi di silenzio e la bocca aperta del cantante che, con l'indice sollevato, pareva voler dire qualcosa: cosa che, tuttavia, rinunciò ad esporre, voltandosi invece con gli occhi chiusi e il mento alto in un chiaro segno di offesa, proprio come le femmine.

-Sai bene che l'ho fatto per Elle...- sostenne acido, e quando si voltò vide Near che lo fissava eloquente, un sorrisetto divertito sul volto come a dire 'Maddai..?':

-Mio caro, ti ricordo che Elle non ha chiesto esattamente questo...-

 

 

 

-Elle sta per venire qui.- avvisò Light, chiudendo il cellulare mentre, davanti allo specchio, si pettinava quasi convulsamente anche se le sue ciocche castane erano pressocchè perfette, come sempre dopotutto;

-Come mai?- ostentò Near, leggermente preoccupato: era risaputo che Elle, essendo così indaffarato, veniva a trovare privatamente le band solo per comunicazioni importanti o addirittura estreme. Sapeva quindi per certo, ovviamente, che la notizia non sarebbe rimasta nell'indifferenza.

E infatti...

-COSA?!- con uno sbattimento di porta degno di Hulk, Mello fece la sua entrata discreta nell'appartamento, le crepe sul muro ormai non più invisibili: -Elle? Qui?...PERCHÈ?!-

-È quello che stavo cercando di capire prima che mi distruggessi la casa.- ribattè seccato Near, correndo ad esaminare le povere mura che, ne era sicuro, avrebbe dovuto pagare lui per aggiustare.

-Probabilmente vuole congratularsi con te per la degna conclusione della serata di ieri.- ribattè ironico Ryuk, ricordando a tutti di come Mihael aveva letteralmente ballato sui tavoli del soggiorno di Elle con i suoi ospiti durante la festa, mentre diffondeva lo champagne delle bottiglie ovunque tranne che nei bicchieri di cristallo gentilmente proposti, fra le urla entusiaste delle modelle.

La cosa bella è che non era nemmeno ubriaco.

Mentre Mello lo fulminava con lo sguardo Light, che non coglieva delle battute nemmeno se servite su un piatto d'argento, si apprestava a rispondere, preciso:

-No, non penso. Non vorrei allarmarvi, ma sembrava parecchio nervoso.-

Il biondo si morse un labbro, preoccupato, mentre Near scuoteva il capo, conciliatore, rassicurandolo con lo sguardo: sicuramente doveva trattarsi di problemi risolvibili... bhe, a meno che Mihael non gli avesse davvero distrutto il servizio di cristalli, ovvio!

Immersi nei loro pensieri, quasi saltarono dallo spavento quando il campanello suonò insistentemente. Il cantante, in pura tensione, afferrò Ryuk per il bavero della giacca in pelle, gli occhi così dilatati da sembrare finti:

-Presto, è arrivato, và a prendere la tequila!-

-No, la teiera.- ordinò invece Near, prendendo le tazze dalla credenza: -Dopo quello che hai combinato ieri, non penso proprio sia il caso di offrirgli dell'alcool!-

-Ma che hai capito...- sbottò il biondo, accingendosi ad aprire la porta con una smorfia insofferente:

-...Quella è per me!- concluse, rabbrividendo al pensiero di dover sostenere un Elle furioso... completamente sobrio!

Elle, profonde occhiaie per intere giornate trascorse a lavorare e capelli spettinati, alzò perplesso un sopracciglio quando si trovò di fronte il sorriso angelico di Mihael Keehl, uno dei suoi pupilli, che faceva da sfondo al fracasso proveniente dalla cucina.

Dopo la precedente affermazione del biondo, infatti, l'albino aveva fatto cadere due delle tazze per terra.

-Benvenuto!- cinguettò Mello, i denti scoperti nella più allegra delle espressioni, lasciando il produttore tutto fuorchè rassicurato: -Ehm... giorno..?- entrò cauto, salutando cordiale i membri della band e accomodandosi quasi in ginocchio sulla poltrona scura, nella solita posizione stramba.

Osservò sveglio i suoi prediletti, tentando di comprendere il loro stato d'animo: si andava da Light, composto come sempre, le braccia incrociate in uno stato di pura noia, a Ryuk, gli anfibi dall'aria vissuta appoggiati maleducatamente sul tavolino di fronte; Mello, invece, sembrava quasi radioattivo: non riusciva a stare fermo un attimo, il busto ritto come un fuso mentre cercava in tutti i modi di risultare educato ai suoi occhi, le labbra serrate e gli occhi spalancati.

Near entrò silenzioso come sempre, porgendo all'uomo la sua tazza, un mezzo sorriso sul volto che lui ricambiò, affettuoso.

-Chiedo scusa per la visita improvvisa...- asserì, e Mello subito saltò in piedi, scioccato, affrettandosi a ribadire che lui era sempre il benvenuto, anche alle cinque del mattino.

Ryuk roteò gli occhi a palla, trovando un complice nell'albino: che razza di esaltato.

-...Ma dovevo parlarvi prima del concerto.- concluse, ignorando palesemente il biondo che, corrucciato, si risedette con forza incrociando le braccia e (si sperava) pronto ad ascoltare.

-Sapete bene che stasera si esibiranno nell'altra arena anche i Best Prospective, vero?-

Quasi in simultaneo, tutti i membri trattennero uno sbuffo: e come dimenticarlo! Dopotutto erano stati quegli arrivisti dai denti perfetti a fare il massimo degli incassi nel centro di Hollywood nemmeno un mese prima! Era loro incubo costante che Elle li abbandonasse per seguire il loro successo.

-Come sempre, voglio ribadire che è in voi che risiedono le mie speranze per il mondo della musica... tuttavia, io come produttore non posso e non voglio abbandonare altri talenti, e voi siete stati in netto calo ultimamente.- fu glaciale, diretto, talmente tanto da suscitare panico persino nel calmo e aristocratico Light Yagami:

-Cosa stai cercando di dirci, Elle? Insomma, è vero che abbiamo guadagnato di meno nelle ultime tappe, però...-

Il produttore lo studiò serio, mentre svuotava la sua tazza con un rumoroso risucchio: -Sto cercando di dire, Yagami, che se non trovate il modo di attirare nuovamente a voi il pubblico, di conquistarlo... potrebbe essere la fine per gli Above First.-

 

-Non capisco dove tu voglia andare a parare, Near.- ribattè scocciato Mello, ricordando con i brividi nelle ossa quell'ultimatum: l'albino sorrise furbo, andandosi a sedere al tavolo per prelevare, delicato, un'altra briosche.

-Oh, lo sai bene invece... ti dice nulla il “Ci penso io, ragazzi!” e “Ho già un'idea grandiosa, ragazzi!”- imitò la voce del biondo, suscitando degli sghignazzamenti poco graditi da parte di Ryuk.

-Baciare un fan è un'idea grandiosa, infatti! È il modo migliore per essere sulla bocca di tutti.- ribattè piccato il biondo, sorbendosi un'occhiata eloquente di Light:

-Proprio sulla bocca di tutti, infatti...-

-Il punto è...- intervenne Near, prima che Mello decidesse che la prospettiva di passare parecchi anni in prigione non era nulla se la ricompensa era quella di poter liberamente strangolare l'amico: -... che penso che adesso tu ti trovi in un mare di guai. Hai pensato alle conseguenze?-

La sala venne immersa in uno strano silenzio, che accompagnò il corrugamento della fronte di Mihael: -Uhm... più soldi e successo per me?-

Mentre Near iniziava esasperato a battere ripetutamente la candida fronte contro il tavolo, un dark Ryuk riprendeva a sghignazzare, sarcastico: -Direi proprio che non ci ha pensato.-

-Oh, insomma, spiegatevi! Di cosa dovrei preoccuparmi?!-

Di fronte al suo tono stizzito, il chitarrista sorrise, sbilenco:

-Mello... quel tipo potrebbe essersi innamorato di te, ci hai mai pensato?-

 

Ci fu un momento di pausa carica di tensione, solo il ticchettio fastidioso della sveglia a fare da sfondo, prima che il biondo sollevasse un sopracciglio, perplesso:

-Bhe, tenendo conto che tutti si innamorano di me, dove sta il problema? Un fan in più, uno in meno...- ribattè scocciato, allontanando il discorso con un gesto stizzito della mano, facendo quasi imbestialire Near.

Come sempre, la superficialità di Ryuk non aveva colto il problema più grande.

-No, no, NO! Il punto non è questo e tu, Mihael, lo sai bene.- lo fulminò con lo sguardo, accusatorio: con la sua intelligenza, l'unica a lui simile, era impossibile che non ci fosse arrivato, se per l'albino il passaggio mentale era stato pressocchè immediato!

-No, credo proprio di non saperlo. Illuminami, Near.- calcò con scherno sulle ultime parole, mentre con un sorrisetto lo studiava, sarcastico.

L'azzurro cielo incontrò il grigio nuvoloso senza timore né attesa, sancendo una volta ancora quell'antica rivalità che, nonostante gli anni di conoscenza, mai avrebbero abbandonato, nemmeno alla fine della loro vita.

 

 

 

 

 

Ero immerso in un mondo meraviglioso, di sabbia dorata e venticello fresco che, come rigeneratore, scuoteva le fronde delle palme, donandomi sollievo.

Che goduria il sole caldo, cocente, il cielo e il mare limpidi! Una figura mi dava le spalle, controluce... non riuscivo a scorgerla, ma la musica era così melodiosa che...

DRIIIINNN!!!

-Ma porca merda!- esclamo svegliandomi di botto, tirando malamente una cuscinata all'arnese che cade in un suono squillante, spaccandosi dopo un volo fino al pavimento: ma chi diavolo ha impostato la sveglia?!

Mi risistemo alla bell'e meglio sotto le coperte, il cuscino che mi avvolge la testa, il sorrisone di aspettativa nel continuare il meraviglioso sogno... quando segnali di aria pressocchè calda sulla pelle mi fanno aggrottare la fronte, infastidito:

-Misa, levati da lì.- ordino perentorio e, contemporaneamente, avverto uno sbuffo infantile e il materasso cigolare per il corpo di Misa Amane che si toglie dal mio letto.

-Uffa, volevo spaventarti!- ribatte, squillante, prima di sollevarmi cauta il cuscino dalla testa: apro un occhio cisposo, l'espressione omicida: -Sai che siamo in ritardo e devi alzarti, vero Matt?- sussurra invitante, avvicinando il viso al mio in un sorriso.

Nonostante l'odio profondo, non posso fare a meno di arrossire leggermente a quel quasi-contatto, notando preoccupato il fatto che a quell'ora sia già truccata e sistemata al meglio.

Ma che impegni abbiamo..?

-Oh, è vero!- trillo, improvvisamente felice a quel ricordo, alzandomi di botto e quasi dandole una testata (per sbaglio, giuro), mentre mi affretto a togliermi la maglietta per infilarne una pulita:

-Tra poco dobbiamo lasciare la stanza, devo ancora chiudere i bagagli!- mi frego le mani, soddisfatto: non ho mai desiderato tanto poter riaccendere la mia amata playstation.

-Si torna a casa!-

In un primo momento non noto l'espressione perplessa della mia migliore amica, dato che sono troppo impegnato a canticchiare a voce alta mentre, l'entusiasmo in corpo, afferro i pochi vestiti pronto a gettarli nel trolley e chiudere la valigia. Definitivamente.

-Non ti userò mai più... mai più, lo giuro!- annuisco solenne a quest'ultima, strusciando ripetutamente la guancia contro la stoffa ruvida, come se le stessi facendo le fusa: dopo questa permanenza orribile, col cavolo che partirò di nuovo, in futuro, fosse anche per le spiagge hawaiane!

Stavo quasi per ritrattare la precedente dichiarazione, quando, fra uno sclero e l'altro, vedo Misa che mi osserva a dir poco perplessa, la bocca aperta per il mio comportamento al limite del normale.

-Ehm... Matt..?-

-Non ora Misa, ho quasi finito! Tranquilla, arriveremo nella hall prima che arrivino i prossimi ospiti.- annuncio con un occhiolino sicuro, mentre saltello qua e là tentando di afferrarmi le pantofole e chiuderle in quella disgustosa... scatola di pezza.

-Matt.- afferma decisa e un po' seccata, ma sono irremovibile nel mio andare di fretta:

-Uffa, ho detto aspetta! Lo so, anche io sono impaziente di lasciare questo posto... questo orribile postaccio pieno di maniaci gotici, però ti prego, solo un seco..!-

-MATT!- grida lei, quasi esasperata dalla mia scarsa attenzione, probabilmente svegliando mezzo hotel. Mi immobilizzo, un paio di boxer sulla testa e una nike in mano, fissandola sconvolto.

La osservo mentre, tentando di non ridere (dato che ho delle mutande fra i capelli mi chiedo perchè, a questo punto), sospira sfinita, come se fosse stata lei ad affrettarsi a preparare la valigia sudando come un maiale e non io:

-Prima di partire, vorrei andare a salutare un'amica... le avevo promesso di passare da lei ieri, ma dati gli avvenimenti non sono riuscita a vederla.- tossicchia, leggermente imbarazzata, non suscitando (ovviamente) in me alcun sospetto.

-Ehm...- boccheggio, perplesso: da quando in qua Misa mi chiede il permesso di fare qualcosa? Solitamente si limita a spingermi fuori dalla porta e a trascinarmi in capo al mondo... che questa intensa seppur breve permanenza l'abbia fatta crescere un po'..?

Sono tentatissimo di dirle di no, ma qualcosa di fastidioso preme sulla mia coscienza: dopotutto, quello che è successo la sera prima non è di certo colpa sua, anzi! Con un pizzico di dispiacere, la mia mente vola alla sua cotta per Mihael: di certo deve aver sofferto molto quando lo ha visto baciarmi, avrà sicuramente pianto tutta la notte in preda al mal d'amore e...

-...Si, certo. Dove abita?- rispondo infine con un sorriso rassicurante, tentando di calmare i miei frettolosi e bollenti spiriti mentre mi avvio, dietro di lei, fuori la porta della camera:

-A quest'ora è al lavoro: hai presente il Dolby? Si, quel teatro sulla Boulevard...- cinguetta nuovamente allegra, distraendomi e rendendomi ignaro di tutti i voli mentali che stanno attraversando la sua testolina fino al momento cruciale.

E, ovviamente, tenendosi abbastanza distante da non farmi riuscire a vedere né il sorrisino che le illumina il volto né il pass che stringe fra le dita smaltate.

 

 

 

 

 

Il silenzio aleggiò, pesante ed estremo, nella camera per qualche secondo, prima che venisse spezzato violentemente dalla più lunga delle interruzioni.

Mihael Keehl, un braccio a tenersi lo stomaco e una mano che si copriva parte del volto, il corpo curvo in avanti, rideva talmente forte da far pensare al resto del team che non ci fosse un domani: erano colpi rochi che uscivano direttamente dalla gola, genuini, liberatori.

Ryuk e Near, in piedi davanti al biondo, si guardarono di sottecchi, perplessi mentre il cantante si passava un dito sotto gli occhi per asciugare le ultime lacrime divertite.

Quando finalmente finì, Mello si dovette appoggiare sul tavolo della cucina, stremato e sconfitto dalle sue stesse reazioni, perchè le ginocchia non gli cedessero: -Mio Dio, Near, sei uno spasso!- esclamò evidentemente sarcastico, ottenendo la piacevole reazione dell'albino di guance spruzzate di rosa, più colorate per la rabbia e l'imbarazzo.

Lo sguardo truce che gli rivolse gli diede la conferma che voleva.

Era arrabbiato, oh che goduria..!

-Fà come ti pare, Mihael, ma non mi dire che non ti avevo avvertito!- sbottò il piccolo, prima di voltarsi risentito e infilarsi la giacca chiara, uscendo dalla porta tentando di trattenere insulti.

Dopotutto, Mello era l'unico che fosse mai riuscito a fargli saltare i nervi, durante la sua vita razionale e ordinaria, basata sull'autocontrollo: -Ci vediamo al Dolby.-

Light osservò pensoso la scena e, una volta appreso il tono freddo con cui Near aveva proferito le ultime parole, chiuse gli occhi e avvicinò la tazza alle labbra, tentando di rilassarsi:

-Stavolta hai davvero esagerato, Keehl.-

Non si stupì affatto quando un forte scossone al tavolo fece muovere tutte le stoviglie; con studiata calma aprì gli occhi, dapprima adocchiando i palmi che erano stati fortemente sbattuti sulla superficie liscia e avevano provocato quello spiacevole tintinnio, poi incontrando il volto di Mihael a pochi centimetri dal suo.

-Come hai detto, scusa..?!- sibilò minaccioso, un guizzo di follia attraversò rapido le iridi dilatate color del ghiaccio prima che si decidesse a ricomporre i tratti armoniosi del suo viso e iniziasse ad abbandonare quell'espressione, i denti non più digrignati: -Lui dice cose assurde e io dovrei stare zitto ad ascoltare certe stronzate?!-

-Non mi sembra che le sue teorie siano così fuori dal comune, però...- uscì spontaneo a Ryuk, che ad un'occhiataccia del biondo abbassò lo sguardo, grattandosi pensosamente la nuca con le lunghe unghie laccate di nero: -Insomma Mello, io sono d'accordo con Near, il problema non è che un fan si innamori di te... ma tu potresti innamorarti di lui e...-

Un'altra risata lo interruppe, stavolta breve ma molto, molto stridula: come isterica.

-Ryuk.- sillabò Mello con voce fredda, tanto che Ryuk pensò ce l'avesse con lui, almeno prima che alzasse lo sguardo per vedere uno strano sorriso serpeggiare sul suo volto.

I suoi lineamenti erano pressocchè distesi, lo sguardo ammaliatore e le labbra incurvate in modo incredibilmente seducente: -Dì un po', mi sono mai innamorato di qualcuno io..?-

Il chitarrista sbattè un paio di volte le palpebre sulle pupille grandi e scure, frastornato da quella visione, prima di balbettare sottovoce, confuso: -Ehm...n-no, ma...-

-E allora non c'è niente su cui discutere.- tagliò corto il biondo, l'espressione nuovamente seccata e smaniosa di voler chiudere l'argomento a tutti i costi.

Afferrando la giacca scura, si allontanò verso la porta d'ingresso, dando le spalle ai suoi amici:

-L'amore è per smidollati. Io non mi innamorerò di quel ragazzo, lui non si innamorerà di me e saremo tutti felici e contenti ma, soprattutto, famosi.- concluse con un sorrisetto divertito dall'idea, infilando le braccia magre nella stoffa scura e coperta di pelliccia, un calcio che andava ad aprire la porta.

Si fermò all'ingresso, notando che i suoi amici continuavano ad osservarsi con una certa preoccupazione; spazientito, alzò gli occhi al cielo: -Vi muovete o no? Non abbiamo tutto il giorno!-

Uscì per strada seguito -era ora!- dai due, i pugni ostinatamente tenuti lungo i fianchi mentre li distanziava con la fronte corrugata, la mente che inspiegabilmente vagava alla sera del concerto e a quegli occhiali ridicoli da aviatore che gli avevano impedito di vedere il vero colore dei suoi occhi:

-Io che mi innamoro...- borbottò compunto, le labbra serrate per la stizza mentre il passo si faceva sempre più veloce: -...che sciocchezza!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_________________________________________

 

Note dell'Autrice

Eccomi qui, bella pimpante (no, bluff, sono esausta) con il secondo capitolo di questa storia!

Lo so, lo so, non mi vorrete più guardare in faccia dopo tutto questo tempo di assenza (*piange disperatamente*) ma purtroppo questo è un periodaccio: chiamatelo blocco dello scrittore, scuola a tutto spiano oppure inferno, le situazioni sono sempre quelle! ^^''

Tornando a noi, vorrei inchinarmi e strisciare per terra fino a ridurmi ad un invertebrato per la gioia, dico sul serio! Perchè, vi chiedete? Ve lo spiegherò con un flashback...

 

  • me annoiata apre il computer e bazzica su efp, poi con la faccia noncurante va a vedere 'ultime recensioni ricevute'.

  • Mamma simpatica -ahehm- dalla cucina: Vieni a cena prima che ti confischi la nutellaaa °/\/\° (salvo poi accorgersi che passano le ore e la situazione non si muove)

  • pensa: Mmh... ma com'è possibile, di solito quando nomino la nutella salta su come se avesse uno spillo sotto al c*lo... andiamo a vedere O.o

  • entra nella mia stanza e mi trova tipo poker face ---> O_____O (la mia faccia era tipo questa, più o meno) “Ehi, ma che ti prende?” -grilli cantano- “Ehi?!” -si uniscono i passerotti- “SVEGLIATIIIII O TI STACCO LA SPINA! >-<”

  • *me si risveglia dal coma e inizia a fissare mia mamma con un sorrisone inquietante prima di iniziare a ballare e a saltare sulla sedia gridando “Quante recensioni!”

 

No, dai, sul serio. Ho iniziato questa storia per gioco e voglia di commedie, mi aspettavo tutto tranne che tanto successo -bhe, ok ci sono scrittrici che ne hanno sempre tante ad ogni capitolo (si, ShinigamiGirl, parlo di te XD) ma non mi aspettavo capitasse anche a me-!

Per cui grazie, grazie, grazie, vorrei piangere! *^* Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto come il precedente e che continuerete a seguirmi e a recensire i capitoli che posto: so che è praticamente impossibile che le prossime recensioni siano dello stesso numero dello scorso capitolo ma, bhe, la speranza c'è sempre, no? -faccia carina e coccolosa-

Alla prossima!

 

 

 

-FM.

 

 

   
 
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