Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Blueorchid31    23/01/2015    11 recensioni
Ritorno allo shippuden, dopo gli avvenimenti degli ultimi due capitoli. La mia personalissima versione circa il buco temporale che intercorre tra il 699 e il 700. Naturalmente ci saranno lacrime, risate e tanto, tanto Sasusaku. Penso che abbiate capito che faccio veramente schifo nelle introduzioni, quindi vi auguro solo una buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



#5 Ad ogni azione corrisponde una reazione pari e contraria.

(Terzo Principio della dinamica)







Erano passati tre giorni, tre lunghi giorni e nessuno si era fatto vivo. Sicuramente tutto quel tempo per decidere cosa fare della vita di Sasuke Uchiha doveva essere stato assolutamente necessario: era un pericoloso nukenin, una mina vagante – un mezzo psicopatico. Come minimo meritava di marcire a vita nelle segrete di Konoha o di essere lanciato con una corda al collo dal Monte degli Hokage o , nella migliore delle ipotesi, spedito a Kumo a fare da pungiball per il Raikage. Sicuramente il destino di Sasuke Uchiha poteva considerarsi segnato.



- § -



"Quindi sei stato prosciolto da tutte le accuse"

Sasuke, seduto finalmente su un vero letto, in una stanza singola dell'ospedale di Konoha, alzò lo sguardo verso il suo sensei che quella mattina, tre giorni dopo il processo - giusto il tempo che la vecchia si riprendesse dal mangekyou - si era recato da lui per dargli quella che, a suo dire, era una bella notizia. Appena entrato, aveva poggiato le spalle al muro, incrociato le braccia e chiuso gli occhi. Sasuke non aveva capito se quell'atteggiamento fosse stato studiato per creare suspense o per farlo sentire in colpa, un altro po'. Fatto sta che il neo Hokage era rimasto in quella posizione, in silenzio, per alcuni minuti e Sasuke aveva concentrato lo sguardo fuori dalla finestra non mostrando alcun tipo di emozione - come sempre. In fondo non gli interessava se la sua vita da quel momento in poi sarebbe cambiata: se fosse stato rinchiuso a vita in una prigione o addirittura giustiziato; ciò che gli premeva di sapere sopra ogni cosa era la decisione che i Kage avessero preso in merito ai consiglieri.

Quando Kakashi aveva iniziato a parlare, rifilandogli una concisa quanto sentita ramanzina sulla fiducia, sul Team e su quanto fosse stato imbecille - aveva anche lui qualche sassolino dal calzare da togliersi - lui aveva continuato a tenere lo sguardo fisso verso la finestra, ascoltando ogni singola parola anche se in apparenza sembrava come se fosse in un mondo tutto suo. Kakashi interpretò - o meglio decise di interpretare - quell'atteggiamento come prova che fosse pentito o che comunque il suo discorso avesse stimolato in lui una profonda riflessione.

"I consiglieri sono stati mandati in esilio." gli aveva comunicato, sperando che almeno quella notizia provocasse una qualsivoglia reazione. Sasuke aveva stretto appena il lenzuolo con la mano destra, probabilmente deluso. Kakashi non si dilungò sui particolari della diatriba da cui era scaturita quella decisione: la mancanza di prove effettive e l'età avanzata dei due erano state le attenuanti che avevano ridotto la pena da "condanna a morte per alto tradimento" a "esilio". Veder rotolare le teste di quei due cospiratori sarebbe stata una soddisfazione anche per lui, dato che la loro pessima gestione della "situazione Uchiha" aveva portato allo scioglimento del suo Team e a tutta la sofferenza che ne era conseguita per ogni singolo membro.

"Il luogo abbiamo deciso di tenerlo segreto, tante volte ti venisse la brillante idea di farti giustizia da solo" tenne a precisare.

Sasuke sperò di non venire mai a conoscenza di dove fossero i due consiglieri perché anche se aveva capito che la vendetta non portava mai a felici conseguenze, era perfettamente cosciente del fatto che se per adesso potesse quasi affermare con sicurezza di riuscire a tenerla a bada, non era certo che sarebbe stato così anche in futuro.

Ma fu la conclusione del discorso, la decisione dei Kage, che lo scosse da quel torpore autoindotto.

Non aveva preso in considerazione l'ipotesi che potessero riservargli un simile trattamento di favore. Addirittura "prosciolto da tutte le accuse". A cosa doveva una simile clemenza?

"So cosa ti stai chiedendo, Sasuke. Francamente anch'io non pensavo che l'avresti passata liscia" confessò l'Hokage, sorridendo sornione.

"Cosa è successo?" chiese, quindi, l'Uchiha, incredulo e frastornato.

"A quanto pare qualcuno deve aver messo una buona parola, assicurando che nel caso in cui dovessi nuovamente perdere la retta via, riuscirebbe a fermarti"

Il baka.

" e qualcun'altro deve aver fatto da garante data la sua posizione."

Lui.

"per non parlare di qualcun'altro che ha addirittura mentito per darti una chance"

... Sakura...

"Anche lo stratagemma del mangekyou é stato una bella trovata, ma penso che sulla decisione finale abbiano avuto un ruolo importante i tuoi legami"

Legami...

Kakashi non aveva scelto a caso quel termine.

"Vi ringrazio e vi chiedo scusa per il fastidio che ho arrecato" disse l'Uchiha, abbassando lo sguardo, sinceramente dispiaciuto, mentre nella sua mente continuava a rimbombare quella parola alla quale non riusciva ancora a dare una definizione.

"Avrai modo di sdebitarti." ribatté l'Hatake staccandosi dal muro e avvicinandosi al letto "Penso che sia prematuro chiederti cosa hai intenzione di fare adesso. Per qualsiasi cosa sappi che puoi rivolgerti a me." concluse, incurvando le labbra sotto la maschera in un sorriso rassicurante.

"Lo farò. Grazie." e abbozzò a sua volta un sorriso incerto.

"Adesso scusami, devo proprio andare. La Mizukage ha convocato Sakura e ha chiesto che io sia presente" un colpo basso, molto basso. Avrebbe potuto tranquillamente evitare di dirglielo, ma voleva dimostrargli che ogni decisione giusta o sbagliata portava a delle conseguenze e che, quindi, da quel momento in poi, il suo allievo avrebbe dovuto imparare ad agire diversamente.

"Aspetta!"

Kakashi ghignò sotto la maschera e lo accontentò.

"Cosa c'è, Sasuke?" gli chiese con sadica curiosità, voltando appena il capo sopra la spalla nella sua direzione.

"Perché la Mizukage vuole parlare con lei?"

Gli porse la domanda con urgenza, preoccupazione, sentendo lo stomaco attorcigliarsi su se stesso.

"Davvero non lo sai?" si stupì Kakashi, voltandosi di quarantacinque gradi per scrutare meglio il ragazzo che aveva preso di nuovo a stringere il lenzuolo con la mano destra. Era teso, agitato: sapeva benissimo quale fosse il motivo per il quale la donna aveva convocato Sakura, ma forse, in cuor suo, sperava di non essere stato di nuovo la causa dei problemi della ragazza.

"Ha mentito, Sasuke. La Mizukage ha fatto finta di niente quel giorno; il motivo per cui l'ha fatto mi è oscuro e anche se il rapporto di quella missione è misteriosamente scomparso, le versioni di Inuzuka e della Uzumaki non combaciavano con quella di Sakura." gli spiegò con calma.

"Tsk! Quella stupida" sibilò Sasuke con rabbia.

"Già" convenne l'Hatake "É stata davvero una stupida a cercare di farti sembrare migliore di quello che eri e non aggravare ulteriormente la tua posizione" argomentò ironico, riprendendo a camminare verso la porta con le mani in tasca.

"Che cosa le può accadere?" chiese ancora l'Uchiha, colpito in pieno dalle parole del sensei che evidentemente aveva poco gradito l'epiteto utilizzato nei confronti di Sakura. In realtà Sasuke non voleva essere offensivo, anzi, ma come sempre si era espresso nel peggiore dei modi. L'Hatake aveva finto di fraintendere le sue parole: sapeva che la stupidità a cui si riferiva Sasuke risiedesse nel fatto che si fosse esposta per dargli una mano.

"Penso che al massimo la Mizukage possa chiedermi di degradarla." gli rispose, impugnando la maniglia.

"Non lo farai, vero?" domandò l'Uchiha, allarmato.

Kakashi si strinse nelle spalle, varcando la soglia della porta.

"Gli sbagli si pagano, Sasuke" concluse, lanciandogli un eloquente sguardo prima di sparire nel corridoio, lasciando il ragazzo a cuocere nel suo brodo di rimpianti e sensi di colpa.

"Dannazione!" ringhiò, gettandosi a peso morto sul letto.



- § -



"É permesso?"

"Prego, Haruno. Accomodati pure. L'Hokage non è ancora arrivato, ma penso che possiamo cominciare anche senza di lui" le disse la Mizukage, seduta alla scrivania di Kakashi con le mani incrociate, poggiate davanti a lei. Il viso era serio e Sakura iniziò a temere il peggio.

Non rimpiangeva nulla di quello che aveva fatto, né di aver mentito, né di aver creato il diversivo per consentire a Sasuke di utilizzare lo sharingan sull'Utatane e se la Mizukage e Kakashi avessero deciso di punirla lo avrebbe accettato senza fiatare.

"Perché mi ha convocata Mizukage-sama?"

Meglio arrivare subito al sodo.

"Hai mentito" rispose la donna, fondendo il verde dei loro occhi.

"Sì, è vero, è così" confessò, mestamente.

La Mizukage rimase un attimo spiazzata: non si aspettava una confessione immediata. La guardò abbassare gli occhi e il capo, in attesa forse di una punizione.

"Non preoccuparti" la rassicurò "lo sapevo. E ho molto apprezzato che tu abbia subito ammesso la tua colpa."

Questa volta fu Sakura a mostrarsi sorpresa: se la Mizukage era al corrente del fatto che lei avesse mentito, perché non l'aveva sbugiardata davanti a tutti?

"M-ma..."

"Ma non ho detto nulla perché Tsunade-sama mi aveva messo al corrente di alcune cose." e le sorrise con complicità.

Cosa Tsunade-sama le avesse raccontato, Sakura preferì non saperlo perché era più che sicura che sarebbe stato per lei un argomento imbarazzante e umiliante da affrontare.

"Resta comunque il fatto che hai mentito" si affrettò a sottolineare Mei "anche se per una buona causa"

"Ha perfettamente ragione Mizukage-sama e sono pronta a qualsiasi punizione lei voglia infliggermi"

La donna scoppiò a ridere sguaiatamente, portandosi una mano davanti alle labbra.

"Ma quale punizione? Non essere sciocca!"

Non voleva punirla? Allora cosa voleva?

Sakura iniziò ad avere un terrificante sospetto.

"Ti ho convocata, Haruno, perché vorrei che mi raccontassi per filo e per segno la tua turbolenta storia con l'Uchiha. Non si parla di altro nel Villaggio, persino i tuoi compagni di Accademia mi hanno raccontato dei retroscena molto interessanti. Io sono una patita di storie d'amore travagliate. Vedi, anch'io vorrei trovare l'amore."

Sakura non riusciva a credere alle sue orecchie: in pratica era lo zimbello, anzi no, il fenomeno da baraccone del Villaggio, un'attrazione autoctona. Inoltre, vedere gli occhi della Mizukage diventare improvvisamente a cuoricino le aveva creato una profonda sensazione di nausea.

Ma non aveva faccende più importanti di cui occuparsi?

"Inuzuka..."

Cane maledetto!

"Inuzuka, mi ha accennato che ti sei innamorata dell'Uchiha quando eri molto piccola..."

Sakura sarebbe voluta sprofondare fino al centro della terra e poi più giù all'inferno, casomai, dove nessuno avrebbe potuto più trovarla.

Che vergogna!

"Scusate il ritardo!"

La voce di Kakashi. Era salva! Il suo sensei non avrebbe mai acconsentito a quell'assurditá.

"Oh, Hokage!" esclamò Mei che sembrava in preda a una furente crisi ormonale.

"Tutto apposto, Sakura?" chiese alla sua allieva che nicchiò un "Credo" non molto convinto.

"Oh, sì, sì, Hokage, va tutto benissimo. Io e la sua allieva ci siamo capite alla perfezione" cinguettò la Mizukage che non vedeva l'ora di toglierselo di torno.

"Allora, se non avete bisogno di me, mi dedico a qualcos'altro"

Kakashi non riuscì a interpretare lo sguardo terrorizzato di Sakura che cercava di dirgli "No, ti prego, non lasciarmi con questa pazza!" , pensando che fosse dovuto alla tensione accumulata in quei giorni e a Sakura non rimase altro che vederlo andar via e abbassare il capo in segno di resa incondizionata.

Non aveva più scampo.



- § -



Alcune ore e molte umiliazioni dopo, Sakura uscì dal palazzo dell'Hokage totalmente svuotata, come dopo una seduta dallo psicologo. Era stata costretta a ripercorrere nei minimi particolari - perché la Mizukage era ben informata - tutta la sua tragica e turbolenta "non storia" con Sasuke Uchiha che non solo aveva riaperto vecchie ferite, ma spalancato nuovi crateri una volta che la donna, capita la situazione, aveva iniziato a darle dei consigli e soprattutto dei giudizi assolutamente non richiesti.

Quindi Sakura si sentiva, sì svuotata, ma anche di merda.

Aveva bisogno di spaccare qualcosa: sentiva quel dolce formicolio nelle mani che le consentiva di passare da zero a "devastazione" in un millesimo di secondo.

Caso volle che lungo il percorso che dal Palazzo dell'Hokage conduceva all'ospedale, Sakura incontrò l'unica persona che avrebbe fatto meglio a starle almeno a duecento chilometri di distanza

Il pentito, lo spifferone...

"Kiba Inuzuka!" tuonò, facendo girare tutti i presenti verso di lei "Tu, cane pulcioso!"



- § -



Un gran baccano proveniente dal corridoio fece sobbalzare Sasuke che intento a scoprire i meandri della sua mente, si era addormentato.

Poco dopo udì la porta aprirsi e vide Naruto entrare di soppiatto.

"Ciao, teme!" lo salutò, avvicinandosi al letto "Come ti senti?"

"Bene, tu?" rispose brevemente - i convenevoli non erano la parte che preferiva dei discorsi e neanche le altre parti in verità.

"In formissima" rispose Naruto, alzando appena il braccio sinistro, diventando bordeaux in viso.

Il solito buffone.

"Vedo" constatò sarcastico l'Uchiha.

Un'altra serie di rumori inconsulti li fece girare verso la porta della stanza.

Sasuke la indicò all'amico con un cenno della testa. Troppo stancante chiedere:" Cosa sta succedendo?"

"Ah!" Naruto iniziò a grattarsi la testa "Sakura-chan ha pestato a sangue Kiba. L'hanno ricoverato con tre costole rotte e un trauma cranico. Poi è arrivata sua sorella Hana e adesso lei e Sakura-chan se le stanno dando di brutto. Mi sono rintanato nella tua stanza perché Sakura-chan ha scaraventato uno dei cani di Hana contro la porta della mia, facendo un buco enooorme!" e amplificò il concetto facendo roteare contemporaneamente occhi e testa e spalancando la bocca così tanto che Sasuke riuscì a vedergli le adenoidi.

Strinse le labbra per soffocare una spontanea risata che stava quasi per esplodere sia per il modo in cui Naruto aveva raccontato l'episodio, facendo trasparire tutto il suo terrore verso Sakura, sia perché quel chiacchierone dell'Inuzuka aveva avuto quello che si meritava.

"Sakura-chan a volte è... terrificante!" esclamò Naruto, rabbrividendo.

"Ho notato" convenne Sasuke, sinceramente divertito - solo dentro di sé naturalmente.

Tuttavia, si rabbuiò in fretta, collegando la "vendetta" di Sakura a un certo incontro con la Mizukage.

"Che ti prende, teme?" gli chiese il biondo, notando immediatamente il cambiamento di espressione del viso dell'amico. Sembrava preoccupato.

"Sai niente dell'incontro con la Mizukage?"

"Ah, sì. Kakashi-sensei mi ha accennato qualcosa"

Sasuke rimase in attesa, pensando che ne sapesse più di lui.

"Quindi?" fu costretto a incitarlo, dato che lui non accennava a voler parlare e lo fissava con gli occhioni azzurri sgranati come sotto l'effetto di un genjutsu.

"Quindi?" ribatté Naruto che, per l'appunto, non stava seguendo più il discorso.

"Ha detto che può essere degradata" e digrignò i denti per la rabbia.

" Sakura-chan sapeva a cosa poteva andare incontro e lo ha fatto lo stesso, ma figurati se Kakashi-sensei la fa punire!" tentò di rassicurarlo.

"Non è più Kakashi-sensei, ora è l'Hokage e per mantenere buoni rapporti con gli altri Paesi deve arrivare a compromessi" gli fece presente.

"Puah! Devi fidarti di più degli altri, stupido teme! É vero Kakashi-sensei ora è l'Hokage ma se la tua teoria fosse giusta a quest'ora la tua testa penzolerebbe dal naso di Hashirama Senju,

invece sei qui davanti a me a sparare cazzate!" sbraitò l'Uzumaki che al contrario di lui non sembrava affatto preoccupato.

Forse Naruto aveva ragione. Forse era lui ad avere una visione distorta delle cose, tuttavia non riusciva a farsi passare quel mal di stomaco che gli era scoppiato quando Kakashi gli aveva comunicato dell'incontro tra Sakura e la Mizukage. Francamente non riusciva a capire bene neanche perché si preoccupasse per lei - probabilmente durante lo scontro con Naruto doveva aver preso parecchie botte in testa.

La porta della stanza si aprì violentemente e comparve Sakura, con il fiatone, gli occhi iniettati di sangue, la casacca rossa strappata in più punti, il viso sporco e le parti esposte del corpo, in alcuni punti, mostravano delle escoriazioni; per non parlare dei capelli che erano un vero disastro.

"Baka!" tuonò "Che diavolo ci fai in piedi?"

Naruto divenne viola in viso e cominciò a tremare.

"Scusa, Sakura-chan, ma hai distrutto la porta della mia camera e poi da solo io... io mi annoio!" piagnucolò - come un poppante, osservò l'Uchiha.

"Fila immediatamente a letto, prima che ti ci rispedisca a suon di cazzotti!" lo minacciò la rosa, sventolandogli davanti alla faccia il suo famigerato pugno con il quale solo pochi istanti prima aveva steso Hana Inuzuka e i suoi tre cani.

"Ciao, teme" mormorò il biondo, a testa bassa.

"Passo dopo a controllare anche te!" si rivolse, infine, all'Uchiha, minacciosamente.

Sasuke raddrizzò la colonna vertebrale, non aspettandosi minimamente quel tono da lei. Forse Naruto ci era abituato, ma lui in tutto quel tempo si era perso così tante cose - come Sakura che pestava la gente - che rimettersi a pari non sarebbe stato facile.



- § -



Sasuke attese tutto il pomeriggio, invano, che Sakura passasse per il controllo di routine.

In realtà non era passata un anima viva, neanche a controllare che non fosse scappato di nuovo... neanche il dobe – i piaceri dell'uomo libero. Non che avesse voglia di vedere nessuno, men che meno Sakura, ma era curioso di sapere com'era andato il colloquio con la Mizukage, così, per puro spirito di partecipazione e non perché la sua coscienza continuava a ripetergli che se Sakura era stata degradata la colpa fosse solo sua. No, quello era un problema del suo stomaco che imperterrito non accennava a smettere di contorcersi.

Era giunta la sera e finalmente qualcuno si era degnato di presentarsi al suo cospetto: la Yamanaka.

Gli aveva portato la cena ed era rimasta a fissarlo per un buon quarto d'ora mentre lui con la perizia di un chirurgo divideva i pomodori dal resto della sbobba ospedaliera. Si aspettava qualche convenevole o non aveva nient'altro da fare? Si chiese Sasuke, che se possibile detestava essere fissato anche più della Yamanaka stessa. Il connubio delle due cose era un vero inno alla strage.

A un certo punto, con suo sommo sollievo, l'aveva vista alzarsi dalla sedia posta di fianco al letto e uscire dalla stanza, senza dire una parola - evento storico trattandosi di lei.

Aveva mangiato i pomodori e posato il piatto sul comodino: qualcuno sarebbe passato a riprenderlo prima o poi.

Di Sakura neanche l'ombra.

Pensò che avrebbe potuto chiedere alla Yamanaka dove fosse finita, ma preferiva di gran lunga rimanere nell'ignoranza che dare alla bionda materiale per spettegolare.

Rimase un po' a guardarsi in giro; tese l'orecchio per cercare di sentire qualcosa al di là della porta - si ricordava che Sakura fosse molto rumorosa - ; si passò la mano destra tra i capelli scoprendo di avere necessità di una doccia, una vera, non l'acqua scrosciante di una cascata che per quanto tonificasse il corpo e risvegliasse la mente rimaneva pur sempre gelida.

Prese una decisione; scostò le coperte e scese dal letto. Dopo tre giorni di riposo forzato si sentiva decisamente meglio: nessuna vertigine, qualche doloretto sparso tollerabilissimo e soprattutto riusciva ad alzare il braccio destro senza diventare bordeaux.

Capito dobe?

Dovette ammettere che le cure di Sakura e Tsunade avevano fatto miracoli.

Percorse il corridoio semibuio seguendo l'unica fonte di luce più intensa che proveniva da una stanza in fondo. Le altre, come la sua e quella dove Naruto stava rumorosamente russando, erano illuminate da lampade da notte.

Fece capolino in quello che sembrava un ambulatorio dato che vi era un lettino, un separé e una scrivania piena di scartoffie e cartelle cliniche, dietro le quali spuntavano dei ciuffi rosa molto famigliari.

Mosse un piede per ritornarsene a letto - con tutto quel lavoro in arretrato il controllino alle sue ferite in via di guarigione passava nettamente in secondo piano - quando sentì lo stridere di una sedia sul pavimento e dei passi concitati.

Sgattaiolò di corsa dentro la sua stanza e si rimise a letto, chiudendo anche gli occhi, memore della ramanzina che la rosa aveva fatto a Naruto quella mattina - non lo chiamavano genio a caso. Qualche secondo dopo, Sakura aveva aperto la porta , in punta di piedi, per non svegliarlo, si era avvicinata al letto e aveva iniziato a passare il chakra sul suo corpo, sostando nei punti dove ricordava ci fossero le ferite più gravi.

Sasuke, intanto, stava combattendo una guerra interiore per decidere se continuare a far finta di essere in fase rem o aprire gli occhi e chiederle quello che voleva sapere. Perché doveva essere così dannatamente difficile per lui comportarsi da persona normale?

Lei poteva definirla una sua amica (?), come il dobe, allora perché non riusciva a trattarla allo stesso modo? Forse erano state le sue ripetute dichiarazioni d'amore a creare quella barriera di costante imbarazzo. Naaa! Non si era creato quel problema quando le aveva chiesto scusa e le aveva sorriso con lo sguardo languido - a causa dell'emorragia, ovvio. Eppure si sentiva come bloccato con lei, non riusciva a creare un dialogo - senza ferirla - o a trattarla come un tempo - e meno male. Lei era Sakura, per tutti i Kami, la noiosa, insopportabile Sakura.

Doveva essere sicuramente un problema di coscienza: lui era consapevole di averla fatta soffrire ergo non poteva non essere gentile nei suoi confronti, ma siccome aveva dimenticato cosa significasse la gentilezza non sapeva proprio come prenderla. Era sempre stato un genio nell'analizzare le situazioni e non poteva assolutamente sbagliarsi.

Socchiuse impercettibilmente l'occhio sinistro - sentiva Sakura da quel lato del letto. Aveva il viso stanco e i capelli ancora arruffati dalla rissa con i fratelli Inuzuka, ma teneva lo sguardo fisso su di lui, sul suo corpo, seguendo la scia di chakra che lasciavano le sue mani. Delicatamente, dopo aver terminato di guarire il tronco, aveva scostato le coperte per passare alle gambe che non stavano messe poi tanto male e Sasuke approfittò del momento per spalancare entrambi gli occhi.

"Scusa, Sasuke-kun, non era mia intenzione svegliarti. Purtroppo mi era rimasto del lavoro in arretrato e sono potuta passare solo ora. Come ti senti, va meglio?"

Parlava sempre troppo.

"Mmh" annuì - giusto per rimanere fedele al discorso di prima.

"Bene, sono contenta! Kakashi mi ha detto che sei stato scagionato da tutte le accuse. É una splendida notizia, non trovi?"

Sì, parlava decisamente troppo - almeno in quello non era cambiata.

"Mmh"

E lui sempre meno - anche quello non era cambiato.

"Ho quasi finito, così puoi tornare a dormire. Un altro paio di giorni e poi potrete tornare... " Sakura stava per dire " a casa" , ma si era morsa la lingua: Sasuke non aveva più una casa. Il quartiere Uchiha era un ammasso di rovine e l'appartamento che il terzo gli aveva assegnato era stato dato a un altro ninja un anno dopo la sua fuga. Lei e Naruto si erano molto arrabbiati con Tsunade-sama per quella decisione.

"Potrete uscire da qui" si corresse, mordendosi il labbro inferiore per l'imbarazzo. Dopo la seduta con la Mizukage, il combattimento con gli Inuzuka e le cartelle cliniche, non riusciva più a essere molto lucida. Inoltre, curare Naruto e Sasuke richiedeva una grande quantità di chakra.

"Mmh"

Mr. Loquacità era proprio in vena di chiacchiere a quanto pareva. Quel suo "non parlare" creava in Sakura un tale stato di agitazione che persino il suo chakra aveva iniziato a risentirne.

"Com'è andata con la Mizukage?"

Le aveva fatto una domanda? Bontà divina, quello sì che era un evento!

"B-bene" balbettò, totalmente impreparata a quell'improbabile evenienza, ripercorrendo le tappe di quel calvario che aveva dovuto subire quella mattina.

"Ti hanno punita?"

Detto da Sasuke Uchiha, con la voce di Sasuke Uchiha, poteva anche sembrare sexy e quasi, quasi, Sakura rimpianse di non avere ricevuto alcuna punizione se non quella di essere stata costretta a raccontare la loro "non storia" a una perfetta sconosciuta, patita del drama e tendenzialmente ninfomane - ma questo si guardò bene dal raccontarglielo.

"No, mi hanno solo rifilato una bella ramanzina"

Bugiarda, ancora, ma sempre a fin di bene - stavolta il suo personale.

"Capisco."

Sakura pensò che la loro conversazione fosse terminata e dopo aver tirato nuovamente su le coperte, passò a togliere le fasce dal moncherino che aveva l'abitudine di lasciare sempre per ultimo.

A differenza delle altre ferite alle quali applicava il chakra per farle rimarginare, il moncherino esigeva un trattamento diverso volto a mantenere il punto in cui il braccio era stato amputato mediamente umido al fine di agevolare l'impianto che Tsunade-sama stava preparando. Quindi, ciò che Sakura solitamente somministrava era più un antidolorifico che un vero e proprio medicamento.

"Non avresti dovuto"

Sasuke aveva parlato, di nuovo, stando bene attento a mantenere lo sguardo puntato verso il muro e non verso di lei che gli era a pochi centimetri.

Per la seconda volta in quella assurda notte, Sasuke le aveva rivolto la parola. Se non fosse stata al limite delle forze, sarebbe corsa da Ino e l'avrebbe tenuta sveglia fino all'alba per raccontarglielo a random.

"Era necessario"

Non capì come le fosse venuta in mente una risposta del genere e men che meno capì la successiva reazione di Sasuke.

"Tu sai quello che è accaduto quel giorno, su quel ponte!" aveva ringhiato l'Uchiha, facendo scintillare l'occhio destro che ora era piantato in quelli di Sakura. La stava rimproverando? O semplicemente aveva voglia di rivangare quell'episodio che Sakura aveva strenuamente tentato di gettare nel dimenticatoio insieme alla panchina e al suo braccio conficcato nello sterno? Possibile che per lui fosse cosi difficile dare un taglio con il passato?

Ai suoi occhi doveva sembrare davvero una povera stupida visto che per lui portare rancore o meditare vendetta per un torto subito erano atteggiamenti più che normali. Lei non lo aveva perdonato, certo che no, quelle immagini sarebbero rimaste impresse nella sua memoria per sempre perché è nell'indole umana ricordare più facilmente ciò che ha provocato sofferenza piuttosto che gioia, ma aveva deciso di guardare avanti, di avere fiducia - per l'ennesima volta - nel futuro, che doveva per forza essere migliore. Era impensabile spiegare a Sasuke quel concetto perché era certa che non lo avrebbe compreso, non adesso: l'onta del fallimento bruciava ancora dentro di lui. Per quanto fosse stata felice di sentire la parola "scusa" fuoriuscire dalle sue labbra e vedere un sorriso sincero sul suo viso, Sakura sapeva che presto il subconscio di Sasuke si sarebbe nuovamente affollato di pensieri negativi, di fantasmi e di sensi di colpa e quella conversazione ne era la prova.

Non era né il momento, né il luogo per il chiarimento del secolo. Avevano cercato di uccidersi a vicenda e allora? Lui e Naruto si erano amputati un braccio, per tutti i Kami! Qual era la differenza?

Sakura era riuscita a coglierla, ma una parte di lei preferiva far finta di niente. La consapevolezza di non essere mai stata importante come Naruto per Sasuke, che non l'avesse mai considerata poco più di una compagna di team, portava inevitabilmente a un'unica devastante domanda: "Cosa rappresentava davvero lei per lui?" ; alla quale, ne era certa, non avrebbe ottenuto risposta e forse era meglio così. Si era illusa così tante volte di contare qualcosa per lui e puntualmente le sue aspettative erano state deluse. Sin dai tempi dell'accademia l'aveva considerata un impiastro, una piagnucolona appiccicosa, alla quale interessavano solo i capelli e i sentimentalismi; l'aveva accusata di essere una persona insopportabile e insensibile quando si era permessa di criticare Naruto, come se fosse stata una colpa quella di avere ancora i genitori.

Quel giorno, sul ponte nel Paese del Ferro, aveva creduto davvero di riuscire a fermarlo. Aveva sperato, ingenuamente, che fingersi decisa a tradire il Villaggio per seguirlo, sarebbe bastato per conquistare la sua fiducia e mille volte si era chiesta come sarebbero andate le cose se lui non avesse tentato di ucciderla. Sarebbe stata lei a ucciderlo? L'idea iniziale era quella, ma si era subito resa conto, appena lo aveva visto, che non fosse attuabile. Lo avrebbe seguito? Molto più plausibile. Sì, lei lo avrebbe seguito in capo al mondo, avrebbe mollato tutto per lui e non per una stupida infatuazione adolescenziale, ma perché lo amava, davvero, e sapeva che dietro a tutta quell'oscurità, c'era ancora il ragazzino imbronciato che passava il suo tempo sulla sponda del fiume o ad allenarsi con gli shuriken. Riusciva a scorgerlo nonostante il rivolo di sangue che scorreva dai suoi occhi assassini e anche dietro quella insana risata con la quale aveva sbeffeggiato Kakashi. Ed era proprio davanti ai suoi occhi, in quel momento, in attesa di una risposta.


"Ognuno di noi ha compiuto delle azioni giuste o sbagliate in base alle proprie emozioni."


Fu quella la sua risposta, a voce bassa, strozzata, con lo sguardo rivolto al moncherino che era la prova inconfutabile di quanto detto, consapevole che lui non l'avrebbe trovata soddisfacente.


"Un po' troppo diplomatica, non credi?"


"Forse" tagliò corto, ridestandosi da quel groviglio di pensieri e sentimenti che riaffioravano ogni qual volta lui le era vicino – e anche quando non lo era, in verità.

Sasuke non disse più una parola e lei ne fu quasi sollevata. Avrebbero avuto modo di parlare di tutto, ma in un secondo momento, quando le ferite non sarebbero più state così fresche e gli animi, ancora così dannatamente inquieti.

Gli fasciò il braccio e dopo aver raccolto le garze vecchie, uscì silenziosamente dalla stanza, lasciando Sasuke in un confuso stato emotivo – più del solito.

Appena fu di nuovo nel corridoio semibuio, Sakura si portò una mano al petto, il suo cuore sembrava in procinto di esplodere: non era pronta, non lo era per niente.




....... § .......



Angolo Autrice

Ringrazio l'influenza per avermi consentito di aggiornare anche questa fan! :-)

Detto tra noi, la adoro, sia perché è ambientata nel post-shippuden e nonostante io ami molto scrivere anche le au questo contesto rimane sempre il mio preferito, sia per i film mentali che mi porta a fare. Ho un'idea molto chiara su come evolverà questa storia, tuttavia sto riscontrando parecchie difficoltà perché colmare il buco temporale tra il 699 e il 700 non è affatto semplice. Si rischia di cadere nel fangirlaggio puro e non è questo il mio scopo. La difficoltà nasce dalla mia volontà di creare una storia verosimile che tuttavia realizzi i miei sogni da fangirl. Potete essere solo voi a dirmi se sto procedendo sulla strada giusta, in caso contrario vi prego di farmelo notare e di darmi dei consigli. In un certo qual modo questa storia è anche vostra. :-)

Un bacione



   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Blueorchid31