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Autore: Sora_D_Aoi    23/01/2015    4 recensioni
Marineford: l'imminente esecuzione del prigioniero Portgas D. Ace ha portato l'Imperatore Edward Newgate a intervenire con tutte le sue flotte per salvarlo. La battaglia si dimostra fin da subito violenta e senza esclusione di colpi. Inoltre, l'intervento di una delle Undici Supernove Monkey D. Rufy complica ulteriormente la situazione. Tuttavia, nello scontro fra Marina e pirati, una terza persona si unisce segretamente, nascosta da un cappuccio nero, e inizia a fare strage di marines. Il suo scopo? Liberare il condannato. Perché? Semplice, se proprio quell'idiota deve morire lo farà per mano sua, quando lo prenderà a sberle per il macello combinato. E lo stesso vale per Mugiwara.
[Sì, so che l'ambientazione è stata usata fino allo sfinimento, ma ci sono troppe persone che amano quel fiammifero, e io sono tra loro (perché ci hai fatto questo, Oda ç_ç?!)]
Nient'altro aggiungere... Spero che la storia sia di vostro gradimento!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEL CAPITOLO PRECEDENTE...

I tre fratelli Monkey D. Rufy, Portgas D. Ace e Sora D. Aoi, in conseguenza alla proposta fatta dal Re Oscuro Silvers Rayleigh, decidono di interrompere per due anni la loro avventura in mare e di allenarsi con l’ex braccio destro del Re dei Pirati, al fine di apprendere l’utilizzo dell’Haki ed essere sufficientemente pronti ad affrontare il Nuovo Mondo, finito ormai nel caos in seguito alla morte di uno dei Quattro Imperatori Edward Newgate.

Tuttavia l’allenamento viene posticipato di due settimane, in quanto sia Ace che Rufy necessitano di comunicare in qualche modo la loro decisione ai loro compagni, e quindi si separano temporaneamente.

Rufy, accompagnato da Jinbē e Rayleigh, si reca nuovamente a Marineford per suonare sedici volte la mistica Campana di Ox. Quel gesto, unito alla sua scritta sul braccio, 3D2Y, sono il segnale destinato ai suoi compagni: si dovranno recare all’Arcipelago Sabaody tra due anni anziché dopo i tre giorni stabiliti tempo addietro.

Ace e Aoi invece vengono aiutati da Jinbē e raggiungono Marco e la Prima Divisione sull’Isola degli Uomini-Pesce. Da quest’ultima si dirigono poi sull’isola del Nuovo Mondo in cui il loro Capitano riposerà da quel momento in avanti, e gli porgono un ultimo caloroso omaggio con la promessa di tornare tra due anni.
 
 - RAGGIUNTO IL LUOGO D'ALLENAMENTO!
L'ISOLA A QUARANTOTTO STAGIONI, RUSUKAINA

Aoi inspirò profondamente la frizzante brezza salmastra prima di rivolgere ancora una volta lo sguardo a Jinbē, girato di spalle e in piedi sul parapetto della grande nave di Hancock mentre attendeva la creatura marina che l’avrebbe riportato sulla sua isola.

Ormai le due settimane concesse da Silvers Rayleigh ai tre fratelli per comunicare ai loro compagni le decisioni prese erano terminate, e quello stesso pomeriggio lei, Ace e Rufy avrebbero cominciato il nuovo allenamento pensato dal vecchio pirata per prepararli ai nemici e alle insidie che avrebbero incontrato nel Nuovo Mondo. 

Il piano studiato da Rufy per riferire il suo messaggio si presupponeva aver avuto successo, in quanto non erano giunte fino a quel momento notizie sulla sua ciurma, e Mugiwara confidava fermamente che tutti i suoi compagni avrebbero rispettato la sua decisione e si sarebbero anche loro allenati per poterlo supportare al massimo.

Per quanto riguardava Jinbē, l’uomo-pesce sarebbe tornato sulla sua isola sottomarina e sarebbe risalito in superficie dopo quindici mesi per prendere Aoi e insegnarle a controllare al meglio la pressione e la salinità dell’acqua. La ragazza si sorprese quando si rese conto che le dispiaceva il pensiero di doversi separare da lui per tutto quel tempo: tra loro si era instaurato un forte legame di maestro e allieva, e dopo averlo rivisto a distanza di anni si era illusa che sarebbero rimasti assieme per un po’ più di tempo.

Ovviamente però tenne quelle considerazioni per sé, mentre una specie di squalo-balenottera sorridente emerse a lato dell’imponente imbarcazione capitanata da Hancock.

Jinbē gli montò sul dorso con un balzo, rivolgendosi poi un’ultima volta ai tre fratelli: “E così è giunto il momento di salutarci... Sono certo che al nostro prossimo incontro vi ritroverò molto più forti e maturi, ragazzi!” sorrise sincero l’uomo-pesce.

“Grazie di tutto, Jinbē! Ti dobbiamo davvero tanto!!!” ringraziò Rufy con il suo immancabile tono entusiasta.

“Confermo pienamente! Ti ringrazio per esserti preso cura del mio fratellino sia ad Impel Down sia dopo che sono svenuto, e anche per tutto quello che hai fatto per il Babbo e i miei compagni!” si aggiunse Ace “Non saprò mai come sdebitarmi!”

“Non ditelo nemmeno, ragazzi! Sono io quello che dovrebbe ringraziarvi! Rufy-Kun... ad Impel Down ti ho chiesto di darmi un posto dove morire, ma alla fine sono disonorevolmente sopravvissuto... così come a Marineford, dove forse dando la mia vita quella del Babbo sarebbe stata risparmiata, Ace-San...” ammise tristemente l’ex Shichibukai chinando con forza il capo “Perdonatemi!”

“Ma che cosa vai blaterando?!” chiese allibito Ace “Dopo tutto quello che hai fatto dovresti soltanto chiederci di ricambiare!”

Rufy annuì con una piccola smorfia di disappunto sul volto: “Infatti! Ti ho già detto di non dire queste cose, Jinbē! Se non fosse stato per te non soltanto non avrei mai raggiunto Marineford e salvato Ace, ma probabilmente non sarei nemmeno riuscito a scappare dopo essere svenuto! Su, alza la faccia!”

L’uomo-pesce obbedì lentamente, incontrando così lo sguardo severo di Aoi: “... Qualcosa non va, Aoi-San...?”

Di tutta risposta la ragazza sibilò, piccata: “E me lo chiedi?! Possibile che ultimamente i vostri discorsi finiscano sempre sul non essere morti al posto di qualcun altro?! Certo, magari se qualcuno di noi avesse protetto il Babbo dando la sua vita lui sarebbe ancora qui con noi... Ma in ogni caso avremmo comunque sofferto, quindi ormai è inutile rimpiangere il passato! Dobbiamo andare avanti e pensare a quanto siamo fortunati ad essere ancora in questo mondo! Lo dobbiamo a tutti quelli che hanno dato la loro vita per noi, compreso il Babbo!” asserì decisa, prima di girare la testa di lato e arrossire appena “E poi... e-e poi io non vorrei mai un altro maestro per imparare a usare l’acqua, Jinbē! Tienilo bene a mente!” concluse sforzandosi per mantenere un’espressione indignata e per non sbirciare la reazione shockata e quasi commossa dell’ex Shichibukai.

“Ah... Quanto sei dolce, sorellina!” commentò dopo qualche secondo Pugno di Fuoco scompigliandole affettuosamente i capelli.

“Toccami ancora i capelli e giuro che finirai in compagnia dei pesci, faccia da schiaffi!” lo minacciò ancora rossa in viso “E-e comunque non fraintendere, Jinbē! Stavo solo dicendo che se proprio vuoi morire potrai farlo solo dopo che avrò terminato il mio allenamento con te!”

L’uomo-pesce sorrise, divertito dalla goffaggine della sua allieva: “Naturalmente, Aoi-San... Grazie di tutto, ragazzi! Sono certo che potrò aiutarvi ancora in futuro! Ci vediamo tra due anni sull’Isola degli Uomini-Pesce, Rufy-Kun! Aspetterò con ansia il giorno in cui tu e i tuoi compagni arriverete!”

“Contaci!”

“Alla prossima, Jinbē! Stammi bene!”

“E non scordarti: tra quindici mesi devi venire a prendermi per l’allenamento!”

“Non me ne dimenticherò di certo! A presto!”

La creatura marina e Jinbē sparirono rapidamente nelle profondità del mare, lasciando Aoi con lo sguardo fisso nel punto in cui fino a pochi istanti prima era stato il suo maestro. Con un piccolo sospiro si girò verso i suoi fratelli e gli altri, beccando in pieno la Principessa Serpente caduta in ginocchio mentre contemplava ammirata e imbarazzata Rufy e Ace, per poi riprendersi quando Rayleigh entrò nel suo campo visivo e le domandò: “Ti senti bene, Hancock?”

“B-bada ai fatti tuoi!” rispose sprezzante la donna distogliendo lo sguardo e rialzandosi come se nulla fosse “Con chi credi di avere a che fare?!”

L’anziano la guardò leggermente perplesso, probabilmente cercando di capire cosa avesse detto di male, per poi andare oltre e asserire: “Avremmo bisogno di andare in un certo posto, per la precisione su quell’isola... Potresti portarci laggiù con la tua nave?”

A quell’affermazione la donna sgranò appena i grandi occhi azzurri, per poi ricomporsi rapidamente: “Ho capito...! Forza, allora: si salpa per Rusukaina!”

“Agli ordini, Hebihime-Sama!!!” annuì in coro l’intero equipaggio delle Kuja, mentre la nave venne orientata verso la meta stabilita e prese rapidamente velocità.

§

Il viaggio durò per circa un’ora, e quando la nave si fermò e i tre fratelli uscirono da sottocoperta si trovarono davanti una grossa isola, sulla quale si stagliavano tre grosse montagne, probabilmente vulcani viste le chiare colonne di fumo che vi uscivano, e alberi dalle strane forme e particolari. Aoi osservò con cura ogni più piccola caratteristica del paesaggio a lei visibile, conscia che la prima cosa che lei e i suoi fratelli avrebbero dovuto imparare sarebbe stata orientarsi in mezzo alla fitta selva che ricopriva quasi totalmente quel luogo selvaggio e incontaminato.

La nave venne ancorata nella costa meridionale dell’isola, proprio all’entrata della foresta, e ai tre pirati saltò subito all’occhio l’incredibile varietà di vegetazione presente: piante rampicanti, fiori giganti dall’odore strano, enormi funghi variopinti e cespugli con bacche strane e quasi sicuramente velenose. A fatica poterono immaginare quali specie animali potessero vivere in quell’ambiente bizzarro e tutto fuorché sicuro.

“Questo posto sarà perfetto.” commentò soddisfatto il Re Oscuro, mentre anche le Kuja e la loro sovrana li raggiungevano a terra “Questa è Rusukaina, una cosiddetta isola a ‘quarantotto stagioni’, un territorio aspro e selvaggio che cambia stagione ogni settimana.”

“Ah... Ora capisco perché ci hai portati qui, Ossan! Sembra un posto davvero divertente!” ridacchiò divertito Rufy non riuscendo a scorgere tutti i pericoli e le insidie che sicuramente si celavano laggiù. Il semplice fatto di riuscire ad abituarsi a un determinato clima ogni settimana avrebbe comportato una grande capacità adattamento e sopportazione, e certamente il loro allenamento non si sarebbe limitato a quello!

Tuttavia Aoi si limitò a sospirare, sapendo fin troppo bene che quel babbeo del suo fratellino non avrebbe compreso il pericolo nemmeno se gli avesse fatto un disegno. Confidava che si sarebbe presto reso conto che quell’allenamento non era un gioco.

“Rufy... ♥!” intervenne Hancock con le guance appena imporporate e i grandi occhi colmi di devozione “Vi porterò ogni giorno le specialità culinarie dell’Isola delle Donne! Mi assicurerò solo il meglio per garantirvi le energie necessarie per allenarvi!”

“EH?! Dici sul serio, Hancock?!” fremette subito il moro con la bava alla bocca, mentre la donna indietreggiava rapidamente e si nascondeva dietro una roccia per il batticuore “Allora mi porterai quella ‘gorgocosa’ per cui la tua isola è così famosa, vero?! Quella roba era deliziosa!!!”

“C-certamente... ♥!”

“Ah, Hebihime-Sama!!!” esultarono in coro tutte le Kuja per il successo conseguito dalla loro Principessa, mentre Ace e Aoi si scambiarono due sguardi estremamente perplessi.

“Ma fanno sempre così...?”

“E lo chiedi a me...?”

“Beh, sei tu figlia di una Kuja, mica io...!”

“L-lo so! Anche se per certi versi mi sento fortunata ad essere cresciuta con delle presenze maschili... Se penso che sarei potuta essere come loro...”

Ace alzò lo sguardo, cercando di immaginarsi Aoi come una ‘Kuja purosangue’, per poi sgranare gli occhi d’ossidiana e scuotere violentemente la testa, mettendo infine una mano sulla spalla della sorella e annuendo col capo con l’espressione di chi la sa lunga: “Già... Sei stata proprio fortunata, sorellina.”

“Ohi... Che cosa accidenti ti sei immaginato per fare quest’affermazione...?!”

“Ti porterò tutto quello che vuoi in grande quantità, Rufy... ♥! E anche voi potete chiedermi ciò che volete, Aoi-Neesama e Ace-Niisama...!” continuò nel frattempo l’Imperatrice Pirata puntando lo sguardo su di loro, che risposero la prima con un debole sorriso e il secondo con una risata forzata.

“E questa è stata la decima volta che Rufy mi ha chiamata per nome...” mormorò la Shichibukai, prima di avvampare a tal punto da emettere un getto di vapore dal viso “È-è questo... quello che si chiama ‘fidanzamento’...?!”

“No!” protestò la vecchia Nyon sbattendosi una mano in fronte “Ti ho già spiegato in cosa consistono il fidanzamento e il matrimonio! E poi perché continui ad indietreggiare...?!”

“Hancock... Non puoi viziarli così!” s’intromise serio Rayleigh “Durante il loro allenamento nessuna donna potrà mettere piede su quest’isola!” stabilì con tono irremovibile.

“EH...?!”

Fu questione di un attimo, prima che l'ex pirata si trovasse davanti la Principessa Serpente, la quale prese a tirargli insistentemente il naso con un’espressione indemoniata sul viso angelico: “Che cos’hai appena detto?! Chi ti ha dato il diritto di prendere simili decisioni, Rayleigh?! Dammi una risposta sbagliata e giuro che ti tramuto in pietra!!!”

“N-non per il naso! Smettila, Hebihime!” cercò di calmarla la vecchia Nyon seppur tenendosi a distanza per paura di venire calciata via.

“Qui c’è cibo a sufficienza...! Sugli alberi, sulle montagne, nei fiumi e nel mare, senza dimenticare tutti gli animali che vivono qui! Se non sono in grado di sopravvivere non possono nemmeno considerarsi pirati!” protestò l’anziano cercando di liberare il suo povero naso dalla presa della piratessa “Se lo faccio è unicamente per il loro bene!”

“Per il loro bene...?” ripeté Hancock dopo aver apparentemente ritrovato la lucidità, mollando per la gioia del Re Oscuro il suo naso.

“Esatto, per il loro bene!” ribadì lui massaggiandosi la povera appendice strapazzata “Non farei mai qualcosa che possa nuocere loro! Ci tengo che questi ragazzi continuino la strada che hanno scelto e che siano pronti a tutto pur di realizzare i loro sogni!”

“Per il loro bene...” meditò nuovamente la Shichibukai, facendosi scura in volto. Rimase in silenzio per qualche attimo, prima di rialzare il capo con espressione raggiante e imbarazzata e affermare “Allora, se è per il bene di Rufy e dei suoi fratelli sopporterò... ♥!”

“Ah... Che tipa strana...” commentò soltanto Pugno di Fuoco sottovoce, sbirciando per pochi istanti il suo fratellino che sembrava totalmente immune alle eloquenti dichiarazioni d’amore fatte dalla donna “Però è davvero innamorata... Mi chiedo cosa pensi Rufy di tutto ciò...”

“Te lo dico io: un accidenti di niente.” rispose Aoi agitando la mano rassegnata “Non sa nemmeno come cazzo è venuto al mondo, quel babbeo.”

La Principessa Serpente riprese la parola facendosi seria: “Però, Rayleigh... Quest’isola è molto pericolosa! Se succedesse loro qualcosa...”-

“Se così non fosse che allenamento sarebbe?” ribatté l’ex pirata leggermente spazientito, iniziando a incamminarsi nella foresta “Se sei tanto preoccupata prega per loro. Non puoi fare altro. Coraggio, ragazzi. Andiamo!”

“Sì!” annuì entusiasta Rufy andandogli subito dietro.

“Arrivo...!” si unì Ace sistemandosi il cappello sulla testa “Allora ci si vede, ragazze!”

Aoi fece per seguirli, ma prima tornò indietro e fece un profondo inchino, sinceramente grata per tutto quello che quelle ragazze e soprattutto Hancock avevano fatto per loro: “Grazie di tutto, Hancock-San! Un giorno mi sdebiterò! E non preoccuparti, terrò d’occhio io quel babbeo del mio fratellino! Non gli accadrà niente, quindi stai tranquilla!” le sorrise fiduciosa.

Hancock la guardò stupita, prima di sorriderle sinceramente come poche altre volte aveva fatto in vita sua e stringerle riconoscente le mani: “Grazie, Aoi-Neesama! Mi raccomando, abbi cura di te e della tua bellezza! Faremo tutte il tifo per voi!”

“Contaci! A presto, Nyon-Baa! Per favore, custodisci ciò che volevi darmi ancora per un po’...!”

L’anziana ricambiò subito sollevando sincera le labbra verso l’alto: “Certamente, figliola! Fai onore alla nostra tribù e soprattutto alla tua cara madre!”

“Sarà fatto!”

“Aoiii! Allora vieni o no...?!” la richiamò Rufy a un centinaio di metri più in là “Dai, sbrigati!”

“Arrivo, arrivo! Non essere impaziente, Moccioso di Gomma!” sbuffò la biondina riprendendo subito il suo solito tono scocciato “Hai così tanta fretta di farti male?!”

“Buona fortuna!”

“Abbiate cura di voi, ragazzi!”

“Ciao!!!”

Tutti e tre i giovani pirati ricambiarono i molteplici saluti delle Kuja con i sorrisi sulle labbra, prima di riprendere in silenzio il cammino guidati dal vecchio Rayleigh e ancora inconsapevoli di che cosa li avrebbe attesi.
 
§

Dopo circa mezz’ora Rayleigh riprese a parlare, indicando con un braccio un ampio spazio erboso poco più avanti: “Memorizzate bene quell’albero. Nemmeno le bestie più feroci osano avvicinarsi. Questa è l’unica area sicura dell’isola.”

“Davvero?! Che forma strana che ha!” constatò Mugiwara correndo vicino al grosso albero bianco “Sembra una rapa!”

“E ti pareva se non lo collegava a qualcosa da mangiare...”

“Però effettivamente ci somiglia.”

Il Re Oscurò deviò poi a sinistra, rallentando il passo per permettere ai tre fratelli di raggiungerlo: “Bene... Noi siamo gli unici quattro esseri umani sull’isola. Osservate la natura in tutta la sua magnificenza!” esclamò con una nota vagamente teatrale volgendo lo sguardo al paesaggio. A troneggiare in quel panorama mozzafiato c’era uno dei tre vulcani che avevano scorto dalla nave, separato da un’altra zona di fitta vegetazione, mentre vari alberi campeggiavano nell’erba ispida dall’odore pungente. Puntando lo sguardo all’orizzonte, però, i tre ragazzi si accorsero dell’insolita presenza di alcuni resti di edifici ormai in rovina.

La spiegazione dell’ex pirata arrivò puntuale come sempre: “Pare che su quest’isola molto tempo fa vi fosse una Nazione, ma che gli abitanti non siano riusciti a vincere la lotta per la sopravvivenza... Le rovine che vedete sono il simbolo della loro sconfitta contro la natura. Questo è un ambiente rigido e pieno di pericoli! Vi converrà fare molta attenzione, se volete sopravvivere.”

“WOW! Sento che questa sarà un’avventura incredibile!” gridò Rufy senza riuscire a trattenere l’emozione “Magari anche meglio di quelle che abbiamo vissuto sul Monte Corbo dieci anni fa!”

“Come al solito non sai mai prendere le cose sul serio! Rayleigh ha appena detto che sopravvivere su quest’isola non è uno scherzo e tu pensi all’avventura?!” lo rimproverò subito la sorella “Sei il solito moccioso, Rufy! Quasi mi pento di aver promesso ad Hancock di tenerti d’occhio!”

Ace rise divertito, cingendo con un braccio la neo-ricercata e poggiando una guancia sulla sua testa: “Non c’è bisogno che tu nasconda il tuo adorabile istinto di sorella maggiore, sorellina! Però spero che riserverai le stesse premure anche a me!”

Di tutta risposta Aoi arrossì, ringhiando innervosita e scacciando il fratello maggiore con una spinta: “C-con chi credi di avere a che fare, Succo di Frutta?! Non sono mica la vostra balia! E-e non verrei a salvarvi nemmeno se mi imploraste in ginocchio!”

“Bugiarda...”

“Taci!”

A interrompere la discussione furono i molteplici versi delle bestie che abitavano l’isola, che fecero sobbalzare i giovani e sorridere divertito il loro maestro: “Quest’isola pullula di bestie fameliche, così tante che sarebbe praticamente impossibile contarle!” asserì convinto accarezzandosi la candida barba “Sono certo che ce ne siano almeno cinquecento contro le quali non avresti la benché minima speranza, Rufy-Kun... E almeno duecentocinquanta che al momento non potresti nemmeno sfiorare, Ace-Kun. Se non diventerete più forti rapidamente non potrete nemmeno superare la notte.”

“EH?! Con che coraggio osi fare queste stime, vecchio?!” ringhiò innervosito Pugno di Fuoco “Ti ricordo che sono il Comandante della Seconda Divisione di Barbabianca! Non hai idea di che cosa sono capace! E poi perché non hai fatto un confronto anche per Aoi?!”

“Perché lei è la più abituata agli ambienti ostili, essendo stata cresciuta e addestrata da mercenari professionisti. Anche se sono certo che lei sappia valutare da sé contro quante specie non può ancora competere.”

La biondina sbuffò, arrossendo appena: “Cosi mi sopravvaluti, vecchio! Comunque credo non molto meno di Ace... diciamo sulle duecentotrenta, non di meno. Ho ancora molto lavoro da fare prima di potermi permettere di stare tranquilla.” 

“Ben detto, Aoi-Chan! Mi aspetto il massimo impegno da tutti e tre!”

“Però... Come fai a sapere cosa vive o cosa non vive qui e anche il loro numero?” domandò pensieroso il ragazzo di gomma.

“Non crediate che questa mia abilità non c’entri con voi.” chiarì il maestro facendosi serio “L’obbiettivo principale di questo allenamento è proprio quello di farvi acquisire il controllo di questo potere... Il potere conosciuto come Haki.”

Quella frase rappresentò per loro il segnale: l’allenamento aveva ufficialmente inizio.

Angolo Autrice:
*sospira profondamente* Immagino che sia inutile implorare perdono in ginocchio per i 2 MESI E 4 GIORNI di ritardo, vero...? Non esistono parole che esprimano quanto mi senta uno schifo ad avere il coraggio di aggiornare dopo così tanti mesi... è il più grande ritardo nella storia degli aggiornamenti, e non ci sono giustificazioni che tengano ç_ç!
A parte il mio indicibile imbarazzo per questo fattore, confido che questo capitolo possa essere considerato più o meno al livello degli altri nonostante mi renda conto che non è accaduto quasi praticamente niente (giusto per rimanere nel tema "aggiungere la beffa al danno" -_-")...
Nonostante ciò ho il piacere d'informare che il prossimo capitolo sarà l'ultimo di questa FF, e che in pratica è già stato scritto (anche se ovviamente vi apporterò le dovute modifiche e correzioni prima di pubblicarlo), ma lo pubblicherò tra un po' perché vorrei inserirvi un disegno "degno" del finale, ovviamente con i dovuti ringraziamenti a tutti i lettori che mi hanno seguito e soupportato.
Per ora ringrazio tutti coloro che hanno comunque letto queste righe nonostante la mia vigliaccheria... GRAZIE MILLE >.< !!!
Alla prossima (e ultima)!
Sora_D_Aoi
  
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