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Autore: melhopes    24/01/2015    1 recensioni
-SEQUEL DI "FOR A LITTLE WHILE"-
Sono passati due anni.
Melania è ormai all'ultimo anno di liceo.
Harry è sempre più incline al vagabondaggio grazie al successo riscosso dalla band.
Lei non l'ha dimenticato.
Hanno avuto il loro "Per un po' ", ma non è bastato.
Cosa accade quando si desidera il "Per sempre"?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Maggio 2014)
 
<< Hai smesso di andare in giro come se non ci fosse un domani? >> la canzonò bonario, Tommy.
 
Sorrise. << Puoi stare tranquillo. Per un po’ sarò tutta tua >>
 
<< Ah, lo spero. Avremmo dovuto avere questo incontro molto tempo fa >> si fece avanti col busto, diminuendo la distanza tra loro.
 
<< Non esagerare. Sono stata via appena un paio di giorni >> si lamentò per la visione tragica del manager, roteando gli occhi e appoggiandosi allo schienale della sedia.
 
<< Devi sempre avere ragione, eh? >>
 
<< Sei sempre intrattabile quando si tratta di lavoro. Dopo che hai risolto le tue cose, torni a parlarmi di nuovo >> constatò, esternando quella che, ormai, per lei era una pratica abituale.
 
Si accigliò. << Cosa intendi? Ti sto parlando anche adesso >>
 
<< Adesso è più un rimprovero, un infondere ansia e farmi pesare il fatto che abbia passato un weekend col mio ragazzo e degli amici piuttosto che pensare, come al solito, al lavoro o alla scuola >>
  
Scoppiò in un risolino. << E’ quello che faccio? >> si informò, coprendosi la bocca con la mano per qualche istante.
 
Lei annuì semplicemente e si guardò intorno. << Tra l’altro – aggiunse dopo istanti silenziosi – cos’è questa nuova fissa di portarmi a pranzo ogni volta che hai brutte notizie o rimproveri da farmi? >> posò il suo sguardo indagatore sul suo interlocutore.
 
Sorrise. << Non trovi sia carino? >>
 
<< Sarà >> si strinse nelle spalle.
 
<< Non sei particolarmente in vena, eh? >>
 
<< Mi fai sentire in colpa per aver visto Harry. Cosa credi? >>
 
<< Hai passato abbastanza tempo con lui di recente, no? >>
 
<< Ma dove? Ma cosa? Non ci vedevamo da settimane e sai perfettamente abbiamo addirittura litigato >>
 
<< Vogliamo parlare di lavoro, o no? >>
 
<< Non finché non la finirai di farmi pesare il fatto di essere innamorata. Sono una persona normale e, come tale, anche io vorrei avere dei giorni di relax lontano da tutto avendo accanto solo il mio ragazzo e altri amici. L’unica differenza sostanziale è che non sono fortunata ad averli dietro l’angolo >>
 
<< Stellina, non è necessario. Abbiamo iniziato col piede sbagliato. Che ne dici di ordinare? >>
 
Annuì. << Non voglio che ci siano attriti tra noi. Non si lavora bene in quel caso e abbiamo un tour da iniziare >> aggiunse.
 
<< A proposito di questo…com’è andato l’incontro con i The Vamps? >> chiese, chiamando distrattamente un cameriere.
 
<< Oh, bene. Mi piacciono molto, hanno talento >> rispose senza troppo entusiasmo.
 
Il suo tono insospettì Tommy. << E cos’altro? >> chiese, scrutandola.
 
<< Mhm…è successo qualcosa di strano, in realtà. Mi piacciono come band ed hanno la loro quantità di talento, non lo metto in dubbio. Come persone, però, beh…Brad non mi sembrava molto entusiasta di me, alle mie spalle >>
 
Il cameriere li affiancò, chiedendo loro di cosa avessero bisogno. Tommy richiese dei menu. Il giovane annuì e si allontanò per recuperarne un paio da una mensola vicina. Glieli porse e, accertandosi non avessero bisogno di altro, li lasciò decidere per conto proprio diretto ad altri tavoli.
 
<< Spiegati meglio >> richiese Tommy, ignorando del tutto quel libro rilegato che reggeva tra le mani.
 
Si rese conto potesse essersi espressa in maniera vaga e, come se non bastasse, confusa. Cercò di mettere insieme le idee per raccontargli al meglio di quella serata.
 
<< In parole povere, dopo lo show sono tornata nel backstage. Ho incontrato uno di loro, Tristan, e abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Mi sono congedata quasi subito per andare a chiamare Harry. Quando sono tornata indietro li ho sentiti parlare di me, alle mie spalle. James e Tristan sono stati carini nei miei confronti. Brad un po’ meno >>
 
<< E li vuoi ancora come tuoi opening acts? >> si stupì.
 
<< Hanno talento! >> esclamò, lasciando emergere la sua frustrazione.
 
<< Cos’ha detto di preciso? >> si ricordò di chiedere.
 
<< Non gli piaccio. E’ convinto che la mia sia solo una facciata per via degli anni che ho trascorso nel mondo dello show business. L’ho sentito chiaramente dire che non avrebbe voluto fare amicizia con me e, qualche minuto dopo, mi ha sorriso e detto cose differenti dall’essere diffidente >>
 
<< Mhm. Possiamo sempre trovare qualcun altro >> convenne.
 
<< Mi piacciono e non ho intenzione di lasciarli andare perché Brad ha un’idea di me totalmente errata, anzi. Sono abbastanza decisa a mostrargli si sbagli >>
 
<< E’ una tua scelta >> portò le mani in avanti.
 
<< Mangiamo, va’ >> decise di concludere il discorso e afferrò il suo menu per dargli un’occhiata.
 
<< Per gli altri, hai già deciso? >> chiese.
 
Lo fulminò con lo sguardo. << Sto ancora aspettando che tu riesca a fissare un appuntamento con Jai >>
 
<< Oh, giusto >> assunse un’espressione colpevole.
 
Aveva intuito immediatamente se ne fosse dimenticato.
 
<< Puoi scriverti un promemoria o qualcosa del genere? >> gli chiese, arrivando alla quarta pagina del menu nonostante avesse già scelto, per pura noia.
 
Annuì. << Ti prometto che me ne ricorderò, adesso >> aggiunse.
 
 
 
 
 
*Harry’s POV*
 
Stava accadendo di nuovo. Twitter era pieno di insulti. Minacce di morte ovunque. Discorsi concitati su quanto la odiassero e la volessero lontana da lui. Ancora una volta non riuscivano a capirlo. Non riuscivano a restare indifferenti davanti alle sue scelte.
 
I suoi occhi caddero su un tweet molto forte. Le lacrime gli pizzicarono gli occhi, immediatamente. Li chiuse per mandarle via. Prese un bel respiro e scosse il capo. Non riuscì a leggere altro. Lasciò il cellulare sul comodino e scese per andare a prendere una boccata d’aria in giardino.
 
Passeggiò per un breve tratto, sovrappensiero. Inciampò in un sasso e perse l’equilibrio, cadendo in avanti. Rimase a faccia in giù nell’erbetta per qualche istante poi si girò, ricadendo sulla schiena. Fissò il cielo senza batter ciglio.
 
Non era cambiato nulla. Loro continuavano a non capire. Lei continuava ad essere l’amore della sua vita. Lui, quello nel mezzo. Sperò lei non avesse letto nulla. Pregò affinché la scuola l’avesse tenuta troppo impegnata per quel giorno per rendersene conto. Non meritava di trovarsi in quella posizione. Non l’aveva mai meritato. Nemmeno due anni prima. Era così gentile, dolce, educata, paziente. Nemmeno volendo sarebbe stato possibile prendersela con una ragazza del genere. Ma, ovviamente, tutte quelle persone che sputavano veleno non la conoscevano né, tantomeno, si erano presi la briga di provare a farlo.
 
Tutto perché lei era venuta alla partita. Tutto solo perché lei l’aveva reso felice. Forse non avrebbe dovuto alzarsi, andare a prenderla di persona e causare tutto quel panico generale. Avrebbe potuto mandare Paul o Ben o, comunque, chiunque altro. Loro le avrebbero detto di raggiungerlo, l’avrebbero scortata e la cosa non sarebbe sembrata sospetta. Tutti sapevano fosse amica di Niall, Liam e Louis. Il problema era stata la sua presenza: il fatto che l’avesse tenuta per mano scendendo i gradini. Avrebbe dovuto pensare più lucidamente, valutando i pro e i contro ma, vederla lì, l’aveva reso completamente e irrimediabilmente pazzo. Non aveva avuto occhi per altro. Non aveva avuto altri pensieri che non riguardassero la bellezza che la caratterizzava insita nella sua semplicità.
 
In quel momento, sdraiato per puro caso nel giardino fuori casa sua, realizzò. Lui era l’unica minaccia. L’unica persona che continuava ad arrecare dolore e odio alla ragazza che amava. Nonostante non fosse intenzionale, lui risultava essere il problema. Non George. Non i membri dei The Vamps. Non qualsiasi altro ragazzo sul pianeta. Solo lui. E, l’ultima cosa che avrebbe voluto, era metterla in una spiacevole posizione.
 
Si maledisse per non aver mantenuto un profilo basso il giorno prima. Aveva alzato un tremendo polverone. Lei poteva anche non esserne cosciente ma lui sapeva e il fatto che sapesse, lo lacerava. Se solo non l’avesse fatto, sarebbero rimasti nell’ombra ancora per un po’. Avrebbero avuto tutto il tempo di sistemare le cose tra loro prima di affrontare il mondo esterno. Sarebbe stato diverso. Era consapevole del fatto che, invece, fosse troppo presto. Era arrivato tutto così in fretta.
 
Si erano ritrovati da poco più di trenta giorni e, nonostante si fossero impegnati e continuassero a farlo, non era facile recuperare venti mesi e ricostruire due cuori infranti affinché battessero nuovamente seguendo lo stesso ritmo.
 
Cosa sarebbe successo se un’altra fan o una persona qualsiasi, le avesse fatto del male? Non pensava di poter reggere, ancora. Non poteva farle una cosa simile. Lei meritava il meglio. Avrebbe voluto essere il suo “meglio” ma era perfettamente a conoscenza del fatto che la realtà fosse ben diversa. Lui poteva amarla, poteva desiderarla, poteva renderla felice ma non poteva proteggerla, non poteva assicurarle serenità.
 
Lanciò un urlo frustrato. Avrebbe dovuto decidere il da farsi. Immediatamente. Non voleva. 
 
 
 
 
 
*Melania’s POV*
 
<< Dimmi chi altro vorresti >> la incitò, Tommy.
 
<< I 5SOS >> esclamò con un risolino.
 
<< Tralasciando tutta la tua lunga lista di amici >> pronunciò con un tono di finto rimprovero.
 
<< Non conosco molti artisti. O, almeno, non molti artisti disposti ad aprire i miei concerti >>
 
<< Beh, ci penseremo con i management allora >> concluse, richiamando il cameriere per poter ordinare.
 
<< Oggi pomeriggio, vero? >> chiese, lanciando un’occhiata alle proprie spalle per accertarsi del fatto che qualcuno stesse realmente arrivando dalla loro parte.
 
<< Ci sono le date da stabilire e rilasciare >> precisò.
 
 
 
 
 
<< Credo dovrei chiamare i The Vamps per avvisarli, no? >> domandò lasciando, dopo ore intense ed estenuanti di pianificazione e tattica, la riunione con la sua etichetta.
 
<< In teoria dovrebbe sbrigarsela l’etichetta ed intercedere ma se tu volessi farlo, non credo ci sarebbero problemi, anzi >>
 
Annuì, intenzionata ad occuparsene personalmente. Prese il cellulare e, camminando al fianco di Tommy verso l’uscita, gli chiese: << Mi riaccompagni? >>
 
<< Vai di fretta? >>
 
Compose il numero di James che George le aveva dato e, portando il telefono all’orecchio, annuì rivolgendosi al proprio manager. << Devo studiare per domani, purtroppo >> spiegò.
 
<< Capisco >> si cimentò in qualche espressione buffa, facendola sorridere.
 
Arrivarono all’auto quando la cornetta, dall’altro capo, si alzò.
 
<< Qui è James! >> esclamò quest’ultimo.
 
<< Hey, James! Sono Melania, come stai? Ti ho disturbato? >> salì in auto.
 
<< Tutto bene, tu? Hai un ottimo tempismo, abbiamo appena finito le prove >> sorrise.
 
<< Tutto bene, ti ringrazio. Sono contenta di averti trovato, allora >> commentò e, prima che potesse spiegarne il motivo, lui prese la parola.
 
<< Devi dirmi qualcosa? >>
 
<< Proprio così. Ho appena finito la prima di una lunga serie di riunioni per il tour e ho qualche data sottomano. Pensavo voleste saperle >>
 
<< Magari solo l’inizio. Non ho buona memoria >> ammise con un risolino.
 
<< Fine Settembre >> rispose alla sua richiesta.
 
<< E’ fantastico. Abbiamo tutto il tempo di fare varie rimpatriate >> esclamò.
 
Il suo entusiasmo era contagioso. Apprezzava moltissimo quell’aspetto della sua persona.
 
<< Non vorrete certo lasciarmi fare le prove da sola? >> scherzò.
 
<< Non voglio perdermi lo spettacolo >>
 
Conversarono ancora per una decina di minuti e lei si sorprese della facilità con cui, nonostante non si conoscessero, riuscissero ad andare d’accordo.
 
 
Prima di tornare a studiare, decise di mandare qualche messaggio alle persone che, per cause di forza maggiore, non aveva sentito da un po’. Cercò di non tralasciare nessuno. Partendo da Ed Sheeran e i 5SOS, passando per Nina Nesbitt e Cher Lloyd e concludendo con George Shelley.
 
 
 
 
*Harry’s POV*
 
<< Non vuoi venire con noi? >> gli chiese.
 
Tacque, sovrappensiero qual era.
 
<< Harry? >> lo richiamò.
 
Silenzio.
 
<< Harry! >>
 
Sussultò, girando il capo di scatto. << Eh? >>
 
<< Ti ho chiesto se vuoi venire con noi >>
 
<< Voi? Dove? >>
 
<< Me e la mamma. Pensavo di far passare anche Ashton >>
 
<< Dove? >> insistette.
 
<< Al centro commerciale. Mi servono delle cose per la stanza >>
 
<< Non ne ho molta voglia. Ti dispiace se passo? >>
 
Lo scrutò qualche istante e, corrugando la fronte, gli chiese: << Cos’hai? >>
 
La fissò, indeciso se parlargliene o meno.
 
<< Intendi rispondermi? >>
 
<< Stanno succedendo un po’ di cose >> disse semplicemente.
 
<< C’entra Melania, per caso? >> si preoccupò, facendo qualche passo in avanti involontario.
 
Si sorprese di una simile reazione ma si limitò ad annuire senza far trasparire nulla.
 
<< Cosa? >>
 
<< Gemma, stai venendo? >> urlò la madre dall’altra stanza.
 
<< Possiamo parlarne anche dopo >> la liquidò.
 
<< Tu, con quella faccia, non rimani da solo a casa >>
 
La guardò stranito. << Perché? >>
 
<< Forza, vieni con noi >> ignorò la domanda e, afferrandolo per un braccio, lo strattonò affinché si alzasse.
 
Si lasciò manipolare come lei meglio preferiva. << Okay, vengo ma non metterti a fare come tuo solito >>
 
 << Cosa stai insinuando? >> finse di offendersi, precedendolo all’ingresso.
 
<< Passi sempre ore davanti ad un solo oggetto. Sei di una lentezza unica ed è irritante >> rispose, finendo col sorriderne sotto i baffi.
 
Gli diede una lieve spinta quando quest’ultimo la raggiunse.
 
 
 
 
 
<< Harry! >> lo richiamò.
 
Sbirciando tra gli spazi vuoti dello scaffale, si rese conto si trovasse esattamente di fronte a lui. << Sono qui >> le disse, cercando di farsi notare.
 
I loro sguardi si incrociarono. << Puoi raggiungermi? >>
 
Tacque, indeciso.
 
<< Mi serve una mano >> aggiunse immediatamente.
 
Senza risponderle, rassegnato, lasciò la propria corsia per affiancarla. << Eccomi >>
 
<< Ho scelto questa lampada. Ti piace? >>
 
Lanciò un’occhiata piuttosto distratta, non essendo particolarmente interessato ad un oggetto del genere. << Sì >> rispose, sapendo contasse poco il suo parere.
 
<< Immagino >> notò sarcastica, conoscendolo fin troppo bene.
 
Sorrise, colto in flagrante. << Ti serviva una mano ma avevi già scelto. Non sei normale >> le rivolse in un secondo momento, riflettendoci.
 
Gli lanciò un’occhiata eloquente. << Era una scusa >>
 
Si sorprese. << Per cosa? >>
 
<< Dobbiamo parlare, ricordi? >>
 
<< Oh >> si ammutolì, valutando mentalmente la situazione.
 
<< Non credere me ne fossi dimenticata >>
     
<< Quando mai ti sfugge qualcosa? >> si lasciò andare ad un sorrisino giungendo alla conclusione che quello non fosse il posto più adatto ma, sicuramente, aveva a che fare con la persona più adatta e con il momento migliore per confidarsi.
 
<< Ti conviene sbrigarti. Se l’hai combinata grossa, ci metteremmo troppo a risolvere >> lo prese in giro.
 
Si concesse un sorrisino. << Non sono io >>
 
Gli lanciò uno sguardo indagatore per accertarsi non stesse mentendo.
 
<< Almeno non direttamente >> aggiunse come una sorta di correzione.
 
Lo guardò confusa. << Cosa diamine vuol dire “non direttamente”? Hai fatto guai o no? >>
 
<< Ehm >> iniziò, incerto su come proseguire.
 
Alzò un sopracciglio, aspettando desse un senso a tutta la faccenda.
 
<< Sta accadendo di nuovo >> tagliò corto.






SPAZIO AUTRICE: Saaalve a tutti! Sono tornata dopo un'assenza indicibile. Mi dispiace tantissimo. Sono stata molto impegnata con l'Università e l'altra fan fiction e non ho pensato minimamente ad aggiornare questa. Spero che questo capitolo cacchetta sia sufficiente per quelle poche persone che ancora attendono una fine di questo sequel. (Non credo arriverà in fretta comunque cwc)  
Fatemi conoscere i vostri pareri. Mi auguro di aggiornare a breve.
A presto :) x
  
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