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Autore: Starnie    24/01/2015    1 recensioni
- Ricordati di scrivere qualche lettera.-
- Andiamo Makoto! Non comportarti come se fossi mia mamma!-
- Ti vorremo sempre bene, Rin-chan! -
- Ehi... Mica non tornerò mai più! Su, smettila di piangere... Del resto sei un uomo e i veri uomini non piangono! Piuttosto la persona che dovrebbe piangere è la mia così detta "migliore amica".-
- ... Non serve. Saremo unite dall'acqua. -
- ... Sai, alle volte credo che tu abbia l'acqua nel cervello. La tua assenza di sensibilità mi lascia senza parole.-

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Pairings : Nagisa/Fem!Rei | Fem!Rin/Makoto/Fem!Haruka | Sousuke/Fem!Rin/Aichirou
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Gender Bender, Triangolo
Capitoli:
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"Di quei violini suonati dal vento, 
l'ultimo bacio mia dolce bambina, 
brucia sul viso come gocce di limone, 

l'eroico coraggio di un feroce addio." 
Carmen Consoli - L'Ultimo bacio

 
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L’acqua scorreva inesorabile, mentre con l’ennesima bracciata Sousuke cercava disperatamente di arrivare il prima possibile al bordo della vasca.
Uno.
Due.
Tre.
Ansimava, facendo fatica, mentre sentì la povera spalla mal ridotta fargli terribilmente male.
Così male da farlo bloccare.
Eppure, lui voleva nuotare.
Quella sarebbe stata la sua ultima gara.
Voleva farlo per lei.
Voleva completare quella staffetta per lei.
Per comprenderla meglio, per esserle più vicino e per poter finalmente dire di conoscerla e di essere suo degno amico.
Almeno quella era la sua intenzione iniziale, fin quando non era subentrato l’amore.
Amore che aveva reso ancor più disperati quei sentimenti, quella lotta interiore e allo stesso tempo fisica, visto che le sue braccia non rispondevano più ai suoi comandi.
“Sousuke!”
Un urlo interruppe i suoi pensieri e, per un attimo, quella caduta in quell’oscuro blu, blu come gli occhi della persona che odiava di più al mondo e che sembrava comprendere meglio di lui la sua amata amica di infanzia.
“Sousuke!”
L’urlo fu ancora più straziante, più vero.
Per un attimo si era convinto che Rin lo stesse seriamente chiamando.
Aprì gli occhi lentamente, cercando di concentrarsi meglio su quella voce.
-Sousuke, sei uno scemo! Muoviti a finire questa dannata gara!... Fallo per me!-
Il moro si trovò a sorridere, carico di una nuova energia, quella Rin disperata che aveva sentito pochi istanti prima, non poteva essere la sua Rin. Al contrario, solo quest’ultima, così arrogante e presuntuosa, poteva essere la Rin che conosceva. E lui, da bravo suddito, ritrovò energia, seguendo i capricci della principessa che lo guidarono al bordo come un fascio di luce di un faro guida le navi nella notte.
Fu così che riprese a nuotare velocemente, lottando contro il dolore e arrivando in pari alla nuotatrice del suo stesso stile dell’Iwatobi.
Arrivato al bordo, gli sembrò di scorgere un sorriso di Rin, concentrata più che mai mentre si preparò a saltare e tuffarsi in acqua per una lotta all’ultimo sangue con la sua acerrima rivale. Fu uno scontro combattuto che si concluse con la vittoria dell’Iwatobi.
La rossa uscì dalla piscina, fissando il pavimento, quasi in trance.
Sousuke, Momo e Aichirou si guardarono tra di loro, per poi avvicinarsi a lei e vederla improvvisamente saltar loro addosso - Grazie, grazie, grazie!- fece piangendo lacrime di felicità, accompagnate dal solito sorrisino furbo - Siete il miglior team che avessi mai potuto desiderare! -
I tre si fissarono nuovamente, sorridendo, e stringendosi in quell’abbraccio.
E solo in quel momento, Sousuke aveva capito seriamente cosa significasse far parte di una squadra, godendosi quell’abbraccio con un bel sorriso, fino a quando la più piccola del team interruppe il tutto esordendo mentre metteva una mano su un avambraccio del moro con un - Yamaman-, cioè Yamazaki-senpai. Come sta la spall-!? - per poi venire interrotta da un gesto che per i presenti era inspiegabile: Rin attirò a sé Sousuke, stringendo come meglio potè l’altro braccio. Così il capitano fissando malissimo Momoka - Se gli tocchi il braccio in quel modo rischi di fargli male! Già è abbastanza scemo da correre certi rischi mettendosi a nuotare nelle sue condizioni. Non voglio che abbandoni il nuoto solo perché è uno stupido che non sa prendersi cura di sé quando non ci sono! - esclamò frettolosamente, con la solita aria dura, per poi posare per un attimo gli occhi su Sousuke come per ribadire il concetto del “Curati scemo, non voglio vederti sprecare il tuo potenziale!”.
L’amico si limitò a fissarla col più dolce dei sorrisi, replicando con un - Mocciosa... Pensa ad asciugare le tue lacrime. Sei proprio senza speranze.-.
Queste parole fecero sì che il ricordo del bacio che le aveva dato prima della gara tornasse nella mente della ragazza, facendola arrossire violentemente, tanto da spostare gli occhi velocemente dall’amico, e staccarsi da lui limitandosi ad un - Idiota pervertito. - causando le risa dei presenti.
Un occhio della ragazza andò al team dell’Iwatobi che, ovviamente, stava festeggiando.
Distolse lo sguardo da questi, mettendo avvolgendo con le sue braccia le spalle di Momoka e Aichirou:- Su andiamo a cambiarci! - e sorrise piena di energia.
Non era invidiosa per la vittoria.
Aveva semplicemente paura di vedere adesso con che occhi l’avrebbe guardata Makoto e, soprattutto, non voleva piangere a causa della sua amica e del suo voler gettare via un talento naturale.

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- Nanase, posso parlarti un attimo da solo? - fece Sousuke cercando di essere calmo e pacato, per quanto la faccia di quella ragazza lo irritasse da morire.
Di suo, Haruka, meravigliatasi di trovarlo fuori ai cancelli della scuola, abbassò la testa da un lato e lo osservò, per poi con la solita flemma dirgli - Va bene. Puoi farlo qui. - non esprimendo, ovviamente, il minimo entusiasmo.
- Senti, io... -
- Mi dispiace, apprezzo il gesto e il coraggio, ma non sono interessata. -
- Potresti farmi finire di parlare? -
- Se ti respingessi dopo una dichiarazione, ci saresti ancora peggio, no? Anche se sei un ragazzo “piacevole” da guarda, hai lo sguardo di uno squalo affamato. Perciò se hai intenzione di tentare di importi su di me, chiamerò la polizia. - fece con tono assolutamente serio e calmo.
Sousuke, di suo, scoppiò a riderle in faccia - Sei pazza? Io dichiararmi a te? Neanche se fossi l’unica donna sulla faccia della terra. -
- Oh, bè buono a sapersi, lo stesso vale per me. - asserì seriamente per poi continuare - Cosa vuoi da me? -
- Volevo darti queste. - e le porse delle lettere.
- Allora non ci avevo visto male, sono lettere d’amore? -
- Sono lettere che mi ha spedito Rin quando era in Australia. -
- Rin ti mandava le lettere d’amore quando era in Australia? -
- Piantala. Smettila di ricordarmi perché odio parlare con te... Ad ogni modo leggile e cerca di comprende di più Rin, il suo sogno e l’affetto che inspiegabilmente prova per te e che la sta limitando tantissimo nelle sue scelte. -
- Io non c’entro nulla con lei. Il mio futuro è mio soltanto e di nessun altro. -
- Peccato che per colpa del vostro litigio non si stia allenando seriamente. -
- Non è colpa mia se Rin è una principessa che vuole tutto e tutti ai suoi piedi. -
- Su questo concordo, per una volta. Ma alla fine, se lei si comporta così, è solo ed esclusivamente perché ti vuole bene. - detto questo Sousuke le fece un segno di saluto.
- Tutto qui? -
- Ho respirato per troppo tempo la tua aria. -
- Lo stesso vale per me. -
E i due si divisero, andando ognuno verso la propria direzione.
 
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- Senpai! Bel lavoro oggi! - fece Aichirou con un bellissimo sorriso.
- Anche tu hai fatto un buon lavoro! - rispose la rossa, sorridendogli.
- Ahhh, sono stanca morta! - esclamò Momoka.
- Oh davvero? Peccato perché stasera c’è... -
Il ragazzo venne interrotto da Sousuke - Yo! Avete già finito? - chiese facendo il finto tonto.
Rin replicò - Il fatto che tu, per ora, non possa allenarti non significa che tu debba saltarti gli allenamenti! Quando vuoi sai essere un ottimo allenatore, perciò cerca di alzare il sedere e presentarti qui in orario, capito? - il tono di voce era stanco, quasi rassegnato.
- Avevo una cosa da fare, mi dispiace... E poi tu non sei il mio allenatore. -
- Dettagli!... S-se no sono costretta a sorbirmi io il capitano del team maschile! E poi le tue competenze sono utili anche per il mio team. -
- Ok, ok. - concluse fintamente dispiaciuto, per poi scompigliare i capelli dell’amica di infanzia, facendola arrossire leggermente.
- Ad ogni modo... - riprese Nitori - Stavo dicendo prima che stasera c’è un Obon, perché non ci andiamo insieme? -
- Oh, che idea magnifica, senpai! - esclamò Momo aggrappandosi al suo braccio destro - Grazie per l’invito, vengo con piacere! Ovviamente indosserò il mio yukata più bello!-
- Senpai, voi venite? - chiese il kohai.
- Io non ho nulla da fare, ci sto. - fece Rin con un sorriso.
- Perché no? - rispose a sua volta Sousuke.
- Perfetto, allora ci vediamo per le nove davanti all’ingresso? - chiese Aichirou.
- Va bene!- replicarono gli altri, per poi correre a cambiarsi nelle rispettive camere.
 
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- Allora vediamo! Questo va bene, quell’altro pure e queste decorazioni sono adorabili! Amo gli yukata! E gli Obon! Ci si diverte, si gioca, si mangiano tante cose buone e si incontra gente... - fece Momoka con un sorriso dolcissimo, stringendo a sé lo Yukata arancione decorato con fantasie bianche e rosse, pensando, ovviamente, alla possibilità di poter incontrare il suo adorato Kou. Aperti gli occhi, notò il capitano del team femminile della Samezuka intenta ad osservare il contenuto del suo armadio, così le si avvicinò e chiese - Non sai cosa metterti? -
- Già... Anche se alla fine penso che opterò per questo. - e mostrò alla più piccola un paio di shorts e una felpa.
- Cosa? Che diamine stai facendo? -
- ... Mi sto scegliendo i vestiti, no? -
- Appunto senpai, stiamo per andare ad un Obon! Dovresti metterti uno yukata! È la regola! E poi è così femminile! -
- Si lo so, però non mi va. -
- Perché? -
- Insomma, è un’uscita tra amici... Ok truccarsi e vestersi con stile, cosa che faccio già, ma non mi va di mettermi uno yukata. Mica è un’uscita a quattro! -
- Oh. - fece la più piccola con un sorrisino malizioso.
- Momo? -
- Oh oh oh oh. -
- Piantala con questi “oh” e dì chiaramente cosa vuoi dire! -
- Senpai, condivido la camera con te da un annetto e credo di conoscerti abbastanza bene per poter dire ciò che vorrei. -
- Dillo. -
- Solo se mi giuri che non mi picchi. -
- Ti picchio se non lo dici. -
- Bene... Rin-senpai, hai semplicemente l’ansia da prestazione! - esclamò la più piccola col viso sorridente, beccandosi un’occhiataccia dalla più grande.
- Cosa? Che ti salta in mente! - fece per afferarle il colletto della maglietta, ma la ragazza fu abbastanza veloce da schivarla.
- Senpai, hai detto che non mi avresti picchiata. -
- No, non l’ho detto! -
- Era implicito. Ad ogni modo non serve che tu ti agiti in questo modo solo perché è un’uscita formale con Yamamanzo! -
- Cos-?! - farfugliò rossa - Non è come pensi! E smettila di chiamarlo Yamamanzo! -
“Colpita e affondata” pensò Momoka ridacchiando - Su su, non fare così! Non devi vergognarti se sei tesa. -
- Non sono tesa per lui. Figurati, è il mio migliore amico. -
- Non sapevo che i migliori amici si baciassero tra di loro. - replicò con sguardo malizioso.
Rin in tilt divenne paonazza - C-che diamine dici! -
- Andiamo senpai, vi ho semplicemente visti. Il giorno della staffetta mista, quando stavamo tornando tutti insieme in piscina, non vedendovi arrivare, mi sono girata e ho visto te e il senpai scambiarvi un bacio. Eravate molto carini. -
La rossa più grande si sentì sprofondare al solo pensiero che lei e Sousuke fossero stati visti, così impallidì e chiese - L’hai detto a nessuno? -
- Ovvio che no. - del resto non le andava di ferire Aichirou, per quanto, da quel che le aveva detto, si era messo l’anima in pace con Rin.
- Grazie al cielo. - tirò un sospiro di sollievo.
- Allora come bacia Yamamanzo? È bravo? Ti fa battere il cuore? Ti fa sentire protetta e preziosa? Come è stare tra le sue braccia, eh, eh, eh? - chiese Momoka curiosa, avvicinandosi al suo viso mentre la fissava con gli occhi brillanti per la curiosità.
- Momoka Mikoshiba, smettila! - fece più rossa che mai.
E Momoka, di suo, capì che quella risposta stava per un “si” a tutte le sue domande, perciò non rincarò la dose - Senpai, ti sei per caso accorta che hai una cotta per Yamazaki, vero? -
- Io non ho una cotta per nessuno. - replicò fermamente.
- Ah, nessuno? Quindi questo significa che non ti piace più neanche Tachibana? -
- Dannazione, smettila con queste domande imbarazzanti! - e chiuse l’armadio - Basta, ho deciso! Non vengo più. Dillo tu hai ragazzi. -
- No, non puoi. Hai preso un impegno! E per di più non vorrai fare un dispiacere a Nitori-senpai e Yamaman- ... Scusa, Yamazaki-senpai. Immagina i loro visi tristi e dispiaciuti... Soprattutto quello di quest’ultimo. - e ridacchiò, allontanandosi prontamente da Rin che stava per gettarsi su di lei per farla tacere - Ad ogni modo senpai, se non verrai la cosa sarà ancora più palese! Già è un periodo che ho notato che tenti di stare meno tempo possibile da sola con Yamazaki, nonostante tu sia il ritratto della felicità al suo fianco. Alle volte sembrate così marito e moglie che sono gelosa.-
- Gelosa perché... Ti piace Sousuke? - chiese fissandola seriamente.
Momoka scoppiò a ridere - Assolutamente no. Sono innamorata di un’altra persona, ma con questo non significa che non abbia gli occhi funzionanti e che non riconosca che Yamazaki-senpai sia un bel ragazzo... E poi a me sembra palesemente innamorato di te. -
Rin si irrigidì - Ma che sciocchezze vai dicendo... - fece ridacchiando - Andiamo, non fa altro che prendermi in giro. -
- È un suo modo di mascherare la sua timidezza e i suoi sentimenti per te. Del resto quale persona correrebbe il rischio di rovinarsi il futuro perché vuole poter mantenere una promessa fatta sin da piccola alla propria “migliore amica”? -
- Sousuke è uno stupido, se si affeziona a qualcuno fa le migliori sciocchezze. -
- No, Yamazaki perde la sua compostezza solo quando si tratta di te. -
Rin tacque, per poi scuotere la testa - Non mettermi strane idee in testa. -
- È la verità. È così palese che tutti nel club di nuoto hanno notato la vostra intesa... Ad ogni modo, cosa hai intenzione di fare con lui e Tachibana? -
- Nulla, non vedo cosa dovrei fare. -
- Andiamo senpai, in genere non fai che essere uno squalo che prende a morsi i propri obiettivi, non vedo perché non dovresti fare nulla. -
- Non posso e non voglio fare nulla... - distolse lo sguardo - Ho già distrutto troppe cose. - riferendosi al litigio con Haruka e al bacio dato a Makoto per rabbia, con i quali non aveva ancora avuto modo di chiarirsi. Non se la sentiva di perdere anche Sousuke solo perché aveva capito che se gli piacevano così tanto i suoi baci e che aveva iniziato a sviluppare con lui un atteggiamento possessivo tanto a portarla a dubitare di Momoka per gelosia più di una volta, doveva darsi una calmata. Non sapeva se ne era innamorata o no, perché era convinta che le piacesse Makoto. Peccato che dal giorno della staffetta nel rapportarsi con lui, per quanto si sforzasse di essere sempre la solita persona, era diventata altamente impacciata.
- Le cose distrutte molto spesso si possono riparare... Perciò... - fece la kohai mentre l’abbracciò - Apri questo armadio e vediamo il tuo yukata! Pensa soltanto a divertirti, nulla di più. E prendi questa uscita come un mezzo per poter capire meglio chi ti interessa.-
Rin sospirò, sorridendo - E va bene... Vediamo un po’. - e prese il suo yukata nero con delle fantasie rosse - Eccolo. -
- Oh, ma è carinissimo. Ed è anche corto, ohohoh. Così stendi Yamazaki. - asserì Momoka con un sorriso, facendo sì che la rossa facesse per rimetterlo a posto - Dai, scherzavo! La smetto, va bene!... Ad ogni modo visto che devi ancora prepararti, vado in bagno a vestirmi io per prima!-  e prese le sue cose, iniziò a prepararsi.
Rin sorrise, per poi, rimasta sola, fissare il suo yukata e pensare “Andiamo, mettermi uno yukata non equivale ad una dichiarazione d’amore per Sousuke... Del resto non lo amo, no... Ma non mi è indifferente... Quella che ho per lui è una cottarella? Argh, non ci capisco nulla. Maledetto lui, il suo spirito di sacrificio e quegli occhi gentili che sembrano scrutarti nel profondo!” e strinse tutta rossa lo yukata a sé. Uscita l’amica vestita di tutto punto, la ragazza non potè che dirle - Stai benissimo. -
- Grazie! Mi sono conciata al meglio! Del resto oggi potrei incontrare l’uomo della mia vita. - sorrise, per poi spingere Rin in bagno - Adesso tocca a te, su. Muoviti! -
- Ok, ok! - e la rossa iniziò a prepararsi con perizia, per poi uscire e trovare la stanza vuota con un messaggio sul suo letto: 

“Senpai, sei troppo lenta, perciò stanchi di aspettarti io e Nitori ci siamo già avviati. Yamazaki ti sta aspettando al cancello, non tardare troppo!
Ps. Se non ti presenti Yamazaki ci resta male.
Ps.2 Lasciati trasportare dalle onde dell’amore ♥ “

- Maledetta! Appena la trovo devo farle una tirata di orecchie! - sbuffò, per poi prendere la borsetta e darsi un’occhiata allo specchio - Andiamo, cosa controllo? Sono sempre bellissima, non serve che controlli. E poi per cosa? Per uscire con Sousuke, andiamo! - sbuffò, per poi finalmente uscire e chiudere la porta della sua camera.

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- Sou! Scusa il ritardo! -
- Tranquilla, nessun problema. - si limitò a replicare il ragazzo, fissandola attentamente.
- Questa non sarebbe la parte in cui dovresti farmi i complimenti e dirmi che questo yukata mi dona tantissimo? - chiese Rin per distruggere la tensione che provava a causa dello sguardo indagatore dell’altro.
- Più che altro, mi fa impressione vederti vestita... Per bene.- replicò prontamente l’altro che, ovviamente, non avrebbe mai esplicitamente ammesso che quella sera era più bella del solito, anche perché conoscendola scommetteva che l’avrebbe preso come un insulto visto che avrebbe sicuramente pensato che solitamente non fosse bella.
- Se uno ti sentisse parlare penserebbe che girerei nuda. -
- Considerando le fantasie che usi per i vestiti... Tutto quel leopardato... -
- Andiamo, è bellissimo! E poi mi dona!... Ma di cosa mi lamento con te, tu non capisci nulla di moda! Oh e noto che grazie al cielo hai messo i vestiti che comprammo l’altra volta insieme, bravo! - gli diede una pacca amichevole sulla schiena. Per quanto ci fosse leggermente rimasta male per non aver ricevuto alcun complimento da lui, da una parte era contenta: almeno così sarebbe stata meno tesa.
Continuarono a camminare tranquillamente, fin quando giunsero all’Obon: c’era così tanta gente che era difficile camminare.
- Rin, dammi la mano. -
- C-c-cosa? -
- Andiamo, dammi la mano. -
- Perché così, all’improvviso? -
- C’è un sacco di gente e rischiamo di perderci. Già dobbiamo ritrovare Mikoshiba e Nitori, non mi va di cercare anche te nella folla! - e le tese la mano.
Rin l’afferrò palesemente imbarazzata - Idiota, chi ti dice che non debba essere io a cercare te? -
- Hai sempre la risposta pronta? -
- Zitto. -
Mentre camminavano, la stretta vicinanza con Sousuke la mandò in panico: sentiva il cuore batterle all’impazzata e il viso andare in fiamme, visto che mentre gli parlava le veniva in mente quei baci rubati e, ovviamente, le parole di Momoka. Per di più temeva che la sua mano iniziasse a sudare e che Sousuke la trovasse sgradevole.
Scosse la testa mentre per allontanare queste preoccupazioni stupidi, per poi sentire su di sé gli occhi dell’altro - Rin, ti senti bene? Vuoi prendere un po’ d’aria? - le chiese, visto che la vedeva al quanto strana.
- Oh, si... L’Obi mi sta uccidendo. - sussurrò immediatamente, trovandola come unica scusa plausibile.
Così si allontanarono dalle bancarelle, per raggiungere un posto libero, vicino ad una staccionata che dava la possibilità di poter fissare il mare sotto di sé.
Sousuke continuò a tenerle la mano - Sai, in questo periodo ho notato che non sei più te stessa... Da quando c’è stata la staffetta sei diventata strana... Almeno con me... Sai, alle volte ho la sensazione che tu non mi voglia intorno a te. - il suo sguardo era serio e indagatore.
- Ma cosa dici? Sono sempre la solita!-
- C’è qualcosa che ho fatto che ti ha dato fastidio?.. Non sarà forse che ce l’hai con me per quei baci? -
La parola “baci” mandò la ragazza in tilt, facendola arrossire mentre sosteneva lo sguardo dell’altro - Non ce l’ho con te, anche se devi smetterla di baciare chiunque tu abbia sottotiro.-
- Non bacio chiunque... -
- A me sembra di si, come se ti divertissi quasi a mandare le persone in confusione. -
- Ti sbagli. - sospirò - Alle volte mi chiedo come tu possa essere così tonta. -
- Ehi, offendi? -
- Non riesci mai ad accorgerti dei sentimenti che le persone nutrono per te. Prima quelli di Nitori... Poi i miei... - le prese il viso con la mano libera, fissandole gli occhi con più totale devozione, per poi chiuderli e a sussurrarle sulle labbra - Scusa il mio egoismo, ma non riesco più a trattenermi. Fare troppo il bravo ragazzo non fa per me. - per poi baciarla, senza alcuna scusa. L’attirò al suo corpo, mentre nel cielo iniziarono a scoppiare i fuochi d’artificio; la ragazza restò inizialmente inerme, per poi chiudere gli occhi mentre veniva trascinata di nuovo via da quelle sensazioni che non capiva, assecondando Sousuke che, notando come era mansueta, le diede un morsetto al labbro inferiore prima di staccarsi da lei.
I due, staccatosi, si fissarono e non dissero nulla, mentre le loro mani rimasero congiunte.
A quanto pare Momoka aveva ragione, aveva terribilmente ragione.
Sousuke era innamorato di lei.
   
 
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