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Autore: Altair13Sirio    24/01/2015    1 recensioni
STORIA IN STATO DI MANUTENZIONE - CAPITOLI CORRETTI AD ORA: 7
"Sono passati tre anni da quando Pitch e Jack Frost hanno avvolto il mondo con la paura e il freddo. Da allora, la Terra è avvolta in un perenne inverno e tutti hanno paura. I Guardiani sono scomparsi. Nessuno crede più in loro. Questo perché bisogna vedere per credere, e nessuno li ha mai visti, a parte me!"
Un ragazzo viaggia attraverso il suo paese. Non sa dove va, né quando ci arriverà. Con lui la sua sorellina che cerca di educare e convincere del fatto che la paura non esiste. Vuole porre fine a tutto ciò. Questo vortice di paura deve finire! Sembrerebbe un'impresa impossibile, se non fosse per il fatto che lui ha un asso nella manica...
Genere: Avventura, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Jamie, Nuovo personaggio, Pitch, Sophie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Luna era distesa per terra. Non sentiva niente, se non qualche raro suono di pietrisco che si scontrava. Aveva male alla schiena, sentiva bruciare la fronte sopra all’occhio destro, quello sano, e aveva il sospetto che le stesse uscendo sangue. Aprì gli occhi e sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di vedere attraverso l’oscurità. Girò la testa di lato e si guardò il braccio. Cercò di muoverlo e scoprì così di essere ancora tutta intera. Sospirò sollevata e alzò la mano sinistra per tastarsi la fronte. Era come pensava; c’era un taglio largo e bagnato sopra il suo occhio destro. Strinse i denti quando sentì la carne bruciare al contatto con la pelle sporca delle sue dita. Gemette e allontanò la mano dalla ferita, cercando di sopportare il bruciore. Cercò di concentrarsi su qualcos’altro, e si guardò intorno. Dove diavolo sono? Pensò intontita.
Quando Jamie le era saltato addosso le aveva coperto la visuale, Luna non aveva visto le rocce cadere, neanche la gabbia. Jamie l’aveva stretta con forza e l’aveva quasi soffocata. Si era fatta male, ma doveva a lui la vita, sicuramente. Si chiese che cosa le fosse saltato in mente. Lanciarsi in mezzo a quel modo… Jamie sarebbe potuto scappare facilmente, se non l’avesse intralciato. Si demoralizzò, pensando di non sapere fare altro se non rallentare le persone.
Era in una specie di grotta, ma forse la risposta era un’altra. Cadendo, le macerie della caverna si erano ammassate una sopra l’altra e l’avevano rinchiusa lì. Era stata fortunata se non era stata schiacciata. Guardò a destra. Probabilmente doveva essere stato grazie alla gabbia, che aveva bloccato delle rocce. La riusciva a vedere abbastanza bene, dopo che i suoi occhi si erano abituati all’oscurità, ed era in posizione obliqua, poggiata su delle rocce ammassate ai lati, mentre sopra di essa c’erano altre rocce in posizione precaria. La gabbia poggiava solo con una parte della base, non sembrava molto stabile.
Fu mentre abbassava lo sguardo verso la gabbia che vide Jamie disteso accanto a lei, con la gamba sinistra intrappolata sotto alla base della gabbia e una marea di sangue che ne usciva. Non si accorse subito di ciò che aveva visto, ma sentì comunque un brivido lungo la schiena e il collo, e dopo qualche secondo urlò atterrita:<< JAMIE! >>
Il ragazzo era disteso a terra, le braccia larghe e una gamba piegata, diversamente dall’altra che era distesa e schiacciata dalla gabbia. Tossì quando ebbe sentito la voce di Luna e girò lentamente la testa. Aveva il sangue che gli copriva metà volto, era colato dalla ferita che gli aveva procurato Jack Frost precedentemente, e lo sguardo esausto. << Luna… >> Dietro la sua schiena, a terra, c’erano degli schizzi di sangue; Luna pensò che si fosse ferito alla schiena.
<< Oh mio Dio, Jamie… Perché lo hai fatto? >> Chiese mettendosi una mano alla bocca e avvicinandosi con cautela.
Jamie respirò lentamente. << Perché non volevo vederti in questo stato… >> Rispose con calma. Vide le sue sopracciglia aggrottarsi e strinse i denti. Trattenne un gemito. Luna scattò con una mano quando vide che cercava di alzare la testa; gli mise la mano sotto alla nuca aiutandolo a tenersi, quindi il ragazzo poté guardarsi la gamba; il piede era bloccato in mezzo alle rocce, poco sopra la sua caviglia era poggiata la base della gabbia, che adesso continuava a schiacciare. Sembrò spaventato da quella vista, ma cercò di non cambiare il suo giudizio.
<< E’ tutto a posto. >> Disse Luna usando le stesse parole del ragazzo. << Adesso creo un varco e ce ne andiamo da qui. >> Disse in tono rassicurante, ma la sua voce tremava, come il resto del suo corpo.
Jamie scosse la testa. << Non riusciremo ad uscire senza portarci dietro quel coso… >> Disse disfattista. << Potremmo peggiorare la situazione… >> Jamie aveva ragione. Luna lo fissò con la bocca spalancata. Il ragazzo trasse un profondo sospiro e guardò prima la sua gamba, poi la ragazza. << Ora devi aiutarmi. >> Mormorò guardandola con serietà. Luna annuì. << Vai là dove c’è quella gabbia che mi blocca la gamba e quando te lo dico io comincia a sollevare. >>
Luna si diresse alla gabbia, nonostante sapesse che la sua forza non sarebbe bastata a sollevare quella cosa. Voleva aiutare Jamie, anche sapendo di non poter fare nulla. In fondo non poteva sapere se era realmente così difficile come pensava, se prima non ci provava…
Si avvicinò riluttante alla caviglia di Jamie; dovette trattenersi dal sentirsi male, quando vide la ferita e il sangue che ne usciva fuori. Cominciò a tirare quando ebbe sentito la voce del ragazzo, mentre Jamie cercava di tirare via la gamba da lì sotto, ma senza risultati. Il dolore alla caviglia si acuiva a ogni movimento, e Luna non era abbastanza forte per sollevare quella enorme gabbia. Le disse di fermarsi in tono frettoloso, stringendo i denti quando sentì una fitta alla caviglia e Luna tornò indietro. Jamie si sdraiò a terra e si spinse una mano contro la fronte, cercando di non pensare al dolore. Il suo sguardo girò per le macerie e si posò su un o strano scintillio. Allungò il braccio e riconobbe l’elsa della spada che aveva creato tempo addietro per Luna, e che la ragazza aveva portato con sé fino a quel momento; era rimasta sotto il crollo come loro. La afferrò e tirò con debolezza, riuscendo comunque a sfilarla dalle macerie. La lama era in buono stato. Sentì un’altra fitta alla caviglia e per poco la spada non gli cadde dalle mani. La passò a Luna. << Prova con questa… >> Disse. << Fai leva. >>
Luna sapeva già che quella spada sottile non sarebbe bastata a sollevare la gabbia, ma la prese comunque e andò a tentare. Jamie non sentì nessuna differenza nella forza che la gabbia esercitava sulla sua gamba, quindi avvertì Luna e la fece tornare da lui.
Aveva esaurito le idee. Non ne aveva avute molte, in realtà, ma si sentiva davvero impotente adesso che aveva capito che sollevare quella gabbia era inutile. Non c’era modo di tirare fuori di lì la sua gamba, e se avessero provato ad aprire un varco con lui in quello stato si sarebbero sicuramente portati dietro le macerie.
La scelta era una sola, ma Jamie esitò molto, prima di prenderla.
Mise la sua mano su quella di Luna, lasciata cadere con la spada sulle sue ginocchia; la ragazza che teneva lo sguardo basso si sorprese a vedersi comparire di fronte la mano del ragazzo. Ancora di più, la sua espressione seria e provata.
<< E’ stato un viaggio lungo… >> Disse Jamie.
Luna annuì, sentendo che quello era un momento drammatico; uno di quei momenti in cui Jamie si metteva a parlare con l’intento di colpire qualcuno al cuore. << Lunghissimo… >> Lo assecondò.
<< E’ stato bello… >> Mormorò Jamie addolcendo la sua espressione.
Stava delirando?
<< E credo proprio che sia giunto al termine… >> Mormorò continuando a fissare Luna, adesso sorridendo.
<< Torneremo a casa insieme, Jamie! Non ti lascerò qui! >> Puntualizzò lei stringendogli la mano con forza, cercando così di trasmettergli un po’ di vitalità in corpo e avvicinando il viso al suo.
Jamie chiuse gli occhi e si abbandonò a un sorriso. Non gli avrebbe lasciato il tempo di dirle di abbandonarlo. Ma lui non lo avrebbe detto. << Sì, Luna. >> Disse con calma. << Voglio tornare a casa con te, con Sophie e con tutti gli altri… >> Mormorò esausto.
Jamie alzò lo sguardo, e questa volta i suoi occhi arsero talmente tanto da far sentire a Luna una strana sensazione. Le strinse le mani a sua volta con più forza di prima. << Luna. >> Disse con fermezza. Non sorrideva più. Sembrava trattenere un urlo di dolore. Non disse niente. Alzò lentamente la sua mano con la spada, così che la ragazza potesse capire.
Ma Luna non voleva capire. Scosse leggermente la testa. << No… >> Sussurrò sul punto di svenire. Jamie le allungò la spada, guardandola con serietà. << No, Jamie… >> Lo pregò.
<< Luna. >> Disse di nuovo Jamie con più forza. << Se vuoi tornare a casa, devi tagliarmi la gamba! >> Scandì con forza. Non riuscì a credere di averlo detto per davvero. Luna adesso era sicura di quello che Jamie volesse, e scosse la testa con vigore più e più volte, sentendo il cuore battere con più forza e i polmoni richiedere più aria del normale. << Devi farlo, Luna! >> Le disse Jamie continuando a fissarla negli occhi. << Sai bene anche tu che è la nostra unica via di uscita da qui, e sei l’unica persona a cui posso chiedere una cosa del genere… >>
<< Jamie… No… >> Mormorò Luna in preda a una crisi emotiva. Cominciò a piangere. << Non farmi fare questo… >> Lo supplicò in lacrime.
<< Luna, ti prego! >> La supplicò in risposta lui.
I loro occhi si scontrarono per alcuni istanti. Jamie stava pregando la ragazza di tagliargli la gamba intrappolata per poter scappare, prima che qualche ulteriore crollo li uccidesse, mentre Luna voleva solo non doverlo fare. Si sentì una vigliacca, si sentì inutile per l’ennesima volta, ma questa volta non le importava: non voleva fare una cosa simile a Jamie. Gli avrebbe rovinato la vita, e non se lo sarebbe mai potuto perdonare.
<< Non voglio ucciderti… >> Pianse Luna.
<< Non mi ucciderai, ma mi salverai! >> Ribatté prontamente Jamie in tono rassicurante. << Potremo uscire di qui e tornare a casa. >>
<< Non voglio uccidere il Jamie che conosco! >> Esclamò Luna zittendolo. Il ragazzo la fissò confuso. Quindi lei aveva paura che un gesto simile potesse cambiare radicalmente non solo la loro vita, ma l’anima e il pensiero di Jamie, tutte le sue speranze e i suoi sogni.
<< Luna… >> Mormorò Jamie comprendendo la sua preoccupazione. Allungò una mano e le fece alzare lo sguardo verso di lui. << Le nostre vite sono cambiate dal momento in cui è cominciato tutto questo. Un giorno ti dissi che per te ci sarei sempre stato, e credo di aver mantenuto la parola… Ora ti chiedo di esserci per me… Ora sei tu che puoi porre la parola fine a tutto quanto con le tue mani. >> Lei continuava a piangere. << Non ucciderai il Jamie che conosci. >> Si mise una mano al petto. << Se dovesse sparire sarà perché mi sono arreso, e sarà solo colpa mia. >> La ragazza annuì incerta. << Ti prego, andiamo via. >> Le chiese con gentilezza.
Luna fissò intensamente la spada che teneva nelle mani, guardò la mano di Jamie che stringeva le sue con nostalgia. Tirò su col naso e annuì. << D’accordo Jamie. >> Disse. << Posso farcela. >> Aggiunse per darsi forza. Jamie sorrise e si sdraiò, preparandosi. Luna lo baciò sulla fronte, prima di spostarsi lentamente verso la gamba di Jamie.
Era lì davanti alla gamba sinistra del ragazzo. Voleva che tutto quello finisse più in fretta possibile. Fissò di nuovo la lama, specchiandosi in essa e vedendo la sua espressione. Era terribile. Il suo viso sembrava aver passato così tanti dolori, così tante tristezze che era un perenne tormento. Non sorrideva più, per quello che aveva passato. Non voleva che fosse più così. Voleva tornare a vivere spensierata, felice, con suo fratello e con Jamie e con Sophie e tutti gli altri.
Allungò piano la lama, facendole sfiorare i pantaloni di Jamie per capire bene dove colpire. Alzò piano la spada e la abbassò di nuovo con leggerezza. Sospirò, cercando di riacquistare la calma, ma era impossibile: le sue mani continuavano a tremare, impedendole di tenere saldamente la spada, e le sue gambe fremevano senza lasciarla ferma un solo istante, nonostante fosse inginocchiata.
Luna trasse un lungo sospiro e trattenne l’aria, strinse i denti, avrebbe voluto chiudere gli occhi, ma non poteva. Doveva restare concentrata. Alzò la spada e rivolse un ultimo sguardo dispiaciuto a Jamie.
 
*
 
Bruto tirò via un altro masso dalla montagna di macerie che si era formata quando la gabbia era caduta addosso a Nightmare e Luna. Tutti quanti stavano aiutando a scavare; solo Fearless era rimasta indietro con Segugio che abbaiava isterico. Era terrorizzata da quella situazione orribile, ma era riuscita almeno a fermare temporaneamente il crollo, per permettere alla Squadra di andare ad aiutare Nightmare e Luna.
<< Continuate a cercare! >> Urlava Coniglietto di Pasqua. Purtroppo i massi che erano crollati addosso ai ragazzi erano molto grandi e sarebbe stato difficile spostarli, e se fossero crollati del tutto i due ragazzi lì sotto sarebbero stati schiacciati.
All’improvviso una luce accecante illuminò la caverna. Tutti si voltarono a guardare la luce che era comparsa in mezzo alla caverna dal nulla. Da lì vennero scagliati fuori Nightmare e Luna. Caddero a terra uno addosso all’altra e lei cercò di aiutare il ragazzo a rialzarsi con cautela. L’intera Squadra corse verso di loro, per accertarsi che stessero bene. Quando videro lo strato di bende sporco di rosso sangue sulla gamba di Jamie, dove avrebbe dovuto esserci il suo piede, ammutolirono tutti quanti. Fu l’urlo terrorizzato della piccola Sophie a destare la Squadra. Subito cominciarono le domande.
<< Che diavolo è successo? >>
<< State bene? >>
<< Che hai fatto?! >>
Ognuno aveva una domanda, ma ogni quesito era in realtà la stessa domanda, e Jamie rispose a tutte quante con:<< Andiamo… Via. >>
Si teneva a Luna, che gli offriva la spalla, e aveva lo sguardo basso ed esausto. A ogni movimento sembrava avere una fitta di dolore; tutte le smorfie che assumeva lo confermavano.
Coniglietto di Pasqua, dopo un attimo di esitazione, riassunse il sangue freddo e cominciò a impartire ordini:<< Torniamo alle macchine! In fretta! >> Abbaiò a tutti, poi cominciò a dare indicazioni, mentre Luna, Jamie e Sophie si avviavano. << Giuda e Runner, precedeteci e avviate i motori. Siaiei e Occhio di Falco si occuperanno di eventuali pericoli nella galleria, e Bruto, Thor e Rage ci copriranno da quella marea di Incubi fuori controllo. >> Giuda e Runner annuirono e scattarono di corsa, precedendo tutti e inoltrandosi in una galleria che avevano aperto precedentemente. Siaiei e Occhio di Falco imbracciarono i fucili e si prepararono a coprire la Squadra durante la trasferta, mentre Thor, Bruto e Rage restarono indietro, con sempre vicino il fedele Segugio, per sparare agli Incubi e accertarsi che non li seguissero. Tutti gli altri si incamminarono verso l’uscita.
Jamie si fermò, costringendo anche Luna e Sophie a fare lo stesso. Si voltò e guardò nella grotta. Quel bambino che era Pitch Black era ancora lì, immobile e indifeso, come addormentato, nonostante avesse gli occhi aperti e fosse seduto in posizione eretta. << Prendiamo Pitch! >> Urlò con sforzo.
<< Cosa? >> Chiese incredulo Coniglietto di Pasqua. Jamie ripeté la sua richiesta.
<< Portiamo con noi Pitch! >>
Lupo Solitario lo guardò confuso, poi si voltò e avvistò il bambino in mezzo alla confusione. La grotta stava crollando, non potevano rischiare per lui. Coniglietto di Pasqua stava cercando di dirglielo, ma Lupo Solitario scattò, puntando contro il bambino, mentre il leader gli urlava dietro di fermarsi. Superò le macerie del crollo e schivò delle rocce che stavano per cadergli addosso. Raggiunse Pitch e lo afferrò in corsa, prendendolo in braccio e compiendo un’inversione per tornare indietro. Sentì un forte frastuono e capì che la grotta stava crollando. Saltò su una roccia sporgente e si diresse a tutta velocità verso il gruppo, seguito da Bruto, Thor, Rage e Segugio in fuga dal crollo.
I cinque arrivarono nella grotta sicura poco prima che l’intera caverna di Pitch crollasse e il passaggio per quella galleria si chiudesse completamente. Lupo Solitario si piegò a riprendere fiato, per una volta senza nascondere la stanchezza e la paura che aveva provato durante la corsa. Sul suo viso si poteva vedere l’effetto dell’adrenalina che gli aveva dato uno strano sorriso isterico.
Coniglietto di Pasqua sospirò frustrato. Si avvicinò e gli puntò un dito al petto. << Non farlo mai più! >> Scandì minaccioso, ma con un mezzo sorriso sconvolto sul viso. Gli diede un colpo dietro alla testa per fargli intendere che aveva fatto una mossa avventata, e cominciò a camminare. << Andiamo. >> Disse finalmente, senza più voltarsi indietro.
Jamie rivolse uno sguardo di gratitudine al ragazzo, che ansimava ancora con in braccio il bambino stralunato, poi si voltò e si fece aiutare da Luna e Sophie ad andare avanti.
La galleria portava all’aperto, lontano dal lago ghiacciato dove era la caverna, dall’altro lato della montagna che si stagliava sopra di esso. Stava nevicando, si era fatta sera; quanto tempo era passato? C’erano il vecchio furgone della Squadra, la moto di Lupo Solitario e il fuoristrada di Jamie parcheggiati proprio davanti all’uscita, i motori erano già bollenti, e Runner e Giuda erano là davanti ad aspettare il loro arrivo. Non appena li videro aprirono le portiere del fuoristrada e aiutarono Jamie a prendere posto in esso; il suo posto. Luna e Sophie si sedettero accanto a lui e gli rimasero molto vicine. Coniglietto di Pasqua andò davanti alla sua portiera, ma non salì. Si mise a guardare il resto della Squadra mentre saliva sul furgone: Giuda, Occhio di Falco, Siaiei, Thor, Runner, Segugio si posizionarono dietro, mentre Bruto e Rage salirono nella cabina del guidatore; Topo di Fogna e Cane Pezzato aprirono il bagagliaio del fuoristrada e ci si infilarono dentro, chiudendolo subito dopo; Lupo Solitario aprì lo sportello del fuoristrada che portava nel sedile del passeggero e legò il bambino alla cintura, alzando lo sguardo verso Coniglietto di Pasqua, come per chiedergli il permesso; il leader annuì piano e subito Lupo Solitario chiuse lo sportello e corse saltando in sella alla sua moto e agganciando la sua spada al lato sinistro di quella, facendo sporgere l’impugnatura leggermente accanto al suo braccio sinistro.
Il leader distolse lo sguardo da Lupo Solitario che faceva rombare il motore della sua moto e alzò lo sguardo verso la montagna, fino a fissare la Luna, nascosta in parte dalle nubi. << E’ fatta. >> Mormorò. << Grazie. >>
Poi entrò nel fuoristrada e partì seguito dal furgone e dalla moto.
Jamie era in stato catatonico. Sophie e Luna erano vicino a lui, pronte ad aiutarlo nel caso avesse bisogno di qualcosa. << Stiamo andando a casa, Jamie. >> Sussurrava Luna, mentre Sophie rimaneva attaccata al braccio inerte del fratello con espressione addolorata.
Nonostante il dolore e la stanchezza, Jamie riuscì a sorridere a quella frase, rincuorando in parte Luna e Sophie, che così si rilassarono un po’, e si addormentarono con lui, senza più incubi.
   
 
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