Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
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Autore: lalluby    25/01/2015    6 recensioni
-'' Io non capisco Addison. Come abbiamo fatto a finire così?'' - Si girò su un fianco verso di me, le sue mani erano tra i capelli - '' Eravamo felici '' -
-'' Sono stata felice fino a quando non me ne sono andata. So che non lo può sembrare, ma è così Luke ''- Ammisi guardando le mie mani. (...)
- ''Allora spiegati, Addison. Sono tornato a casa e tu eri appena andata via dalla mia vita - (...)
- '' Siamo stati insieme quasi due anni, cazzo. Sei andata via senza alcuna spiegazione, come cazzo pensi che sia che giusto, eh? ''- Alzò la voce, facendomi trasalire.
- '' Sono una codarda, Luke! Ti amo troppo, cazzo. Ma non riuscivo più andare avanti dopo quello che avevo scoperto. ''- Gridai di nuovo, mentre le lacrime scorrevano senza sosta.
- '' Anch'io ti amo, ma io meritavo una spiegazione! Ero lì per te. Pronto per fare di tutto e poi vengo a sapere che te ne eri andata. Senza scrivermi un cazzo di messaggio in questi cinque fottutissimi anni ''- (...)
Sequel di Six Degrees Of Separation
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Nothing Will Be Fine







Quel sabato pomeriggio ero nella stanza mia e di Nathan che stavo aggiustando l'armadio. Era già passato un mese da quando mi ero trasferita nuovamente a Sydney. Ed ero felice che Nathan almeno qui avesse trovato un po' di felicità data da Michael e Calum in quei cinque anni in cui io stessa non ero stata capace a dargli.

Mentre stava posando i vestiti piegati all'interno dell'armadio, una maglietta catturò la mia attenzione. Così mi piegai e quando la presi e la guardai il mio cuore venne rotto in minuscoli pezzi, più taglienti e più dolorosi.

Delle lacrime silenziose incominciarono a solcare le mie guance, erano lacrime composte di dolore e ricordi. Il mio respiro si fece breve, così strinsi la maglietta tra le mani e mi sedetti nel letto.

Quando la riguardai nuovamente, mi portai una mano davanti alla bocca per cercare di reprimere quei singhiozzi che stavano riempiendo quella stanza vuota e piena di ricordi dolorosi.

Era la maglia che mi diede Luke, una notte di cinque anni fa'. Era la maglietta che aveva assistito all'ennesima tempesta che si abbatteva sulla nostra relazione così difficile e complicata per noi. I ricordi si fecero vivi, accarezzai il tessuto della maglia con il pollice mentre un sorriso amaro si dipinse sulle mie labbra accompagnato dalle mie lacrime.

 

 

 

 

-Inizio Flashback-

 

 

 

 

Sentivo lo sguardo di Luke addosso per ogni movimento che stavo compiendo nella sua camera,

Quando vide che presi posto nel suo letto, parlò.

<< Piccola ti prendo qualcosa del mio armadio così ti vai a fare una doccia. >> Per poi andare verso l'armadio e aprirlo e incominciare a cercare qualcosa dentro.

Non dissi nulla mi limitai solo a fissare il ragazzo che trafficava dentro a quell'armadio disordinato.

Quando Luke trovò i vestiti si diresse verso di me porgendoli. Li guardai e tra quei vestiti trovai la sua maglietta preferita, sorrisi.

<< Grazie – Dissi prendendo un respiro - Voglio dire , grazie per avermi salvato la vita... >> Balbettai chiedendomi se stava capendo a cosa mi riferissi.

<< Mi hai salvato quando nessuno altro non era in grado di farlo >>

Luke mi guardò rilasciando un sonoro sospiro e si sedette vicino a me, prendendomi delicatamente e facendomi sedere nelle sue gambe.

<< Non hai bisogno di chiederti se io per te ci sarò, Addison! Io mi prenderò sempre cura di te. Devi tenerlo a mente >>

Il mio cuore accelerò facendo una capriola sentendo quelle parole e il mio corpo, ma cercai di ignorarlo , ero confusa da quello che gli aveva detto.

<< Eppure non ci sei, Luke... - Lo allontanai ferita - Sembri così distante >>

<< Cazzo, non lo capisci. Continui a farti male, Addison! E, a quanto pare , sempre quando ci sono io attorno >> Mi disse baciandomi i capelli.

Sentii una dolorosa fitta al cuore.

<< Non è vero , Luke >> Dissi cercando di convincerlo.

Il ragazzo scuoté la testa e fece un sorriso amaro.

<< Si che è vero >> Disse stringendomi a se.

<< Tu non capisci Luke, io.. >> Non finii di parlare che Luke mi interruppe.

<< Lo sai il perchè ? - Chiese con voce cupa , guardando duro davanti a se - Non ci sarò mai Addison, purchè tu sia al sicuro perchè è questo quello che conta >>

<< No , per me non è l'unica! >> Risposi con rabbia.

Dolore e frustrazione apparvero sugli occhi di Luke , mentre con un dito , accarezzava il profilo della mia guancia.

<< Mi dispiace davvero, Addison >> Sospirò Luke, spostandomi dalle sue gambe e alzandosi.

Lo guardai mentre nei mio occhi si fecero liquidi e si velarono di tristezza.

<< Luke – Sussurrai, mentre tutto si rompeva nuovamente - Io ho bisogno di te >>

Lui aveva preso qualcosa di me. Lui aveva portato via dei pezzetti da me. Un pezzetto alla volta. Pezzi così piccoli che non me ne ero neanche accorta. Un giorno era io Addison Evans e all'improvviso mi ero ritrovata a mentire per lui e mettere a rischio la sua vita e acconsentire a salvare la mia. Finché non mi ero trovata là, in quel casino e io non c'ero più. E perfino allora lo avrei rifatto di nuovo. Avevo perso me stessa, per un periodo lunghissimo, e ora, che finalmente era di nuovo me stessa, Luke non parlava .Ma io lo amava, lo amava più di quanto pensassi.

E questo mi faceva paura da morire, perché aveva deciso di non dirglielo , ma Luke, ormai si era preso un pezzo di me. E io le lo lasciai fare. E non doveva accadere mai più.

Ma c'era una ragione per tutto questo? Perché se vi viene in mente una ragione, una qualsiasi per cui l'amore è così... sballato e confuso e perfido... questo sarebbe il momento giusto per dirlo perché avevo bisogno di una risposta.

<< Luke, ti prego... io.. io ho bisogna di una risposta >> Dissi triste, perchè Luke sembrava non aprire bocca.

<< Addison, sei stanca cerca di riposarti >> Sviò l'affermazione Luke.

Lo guardai di nuovo con quei occhi azzurri pieni di tristezza che se avrebbero potuto parlare, forse avrebbero già ammesso il sentimento che provavo per lui. Ma era meglio così, non volevo allontanare ancora di più Luke.

Perchè Luke era essenziale per me: come l'acqua per le piante, come il sole per la vita nella terra e come l'aria per respirare.

<< Luke, stai scappando >> Sussurrai piano, quando lui finalmente mi guardò negli occhi.

<< In un certo senso, forse sì - Sospirò il biondo - Ma è la cosa giusta che posso fare in questo momento. Perchè Addison, sappiamo tutte e due che non possiamo andare avanti così. Ci facciamo del male a noi stessi, e questo è l'unico modo per mettere a posto le cose. Perchè cazzo Addison , non so che cos'altro fare. >> Si portò nervosamente la mano ai capelli e scompigliandoli.

<< Non sai cos'altro fare ? E che ne dici di restare ? Ti sto chiedendo di restare Luke. Insieme sistemeremo tutto questo casino. Dio santo Luke, io ho bisogno di te >> Dissi singhiozzando con lo stomaco sottosopra.

<< Addison riposati >> Mi ordinò Luke.

Mossi la testa in segno di disapprovazione e dipingendo sul mio volto un sorriso privo di felicità.

<< Cosa dovrei fare, Luke? Dimenticarti ? E questo che mi stai chiedendo? >> Chiesilzando la voce.

Luke non rispose, mi guardò senza respirare e si chiuse la porta alle spalle.

 

 

 

 

- Fine Flashback -

 

 

 

 

 

 

 

Guardai nuovamente la maglietta, mentre una lacrima cadde sul tessuto macchiandola. L'amore per lui e la sua assenza mi stavano distruggendo. La testa mi incominciò a girare, forse per dirmi che quei troppi ricordi mi stavano facendo diventare matta. Ma come potevo cacciarli via, dato che servivano a me per nascondermi dietro di questi e facendomi rivivere tutte l'emozioni che avevo provato solamente con lui. Ed era anche l'unico modo per tornare indietro nel tempo e rivivere lui. Perchè da quando lo avevo lasciato la mia vita non era più la stessa.

E' vero era arrivato Nathan, che mi ricordava che la mia relazione che avevo avuto con lui mi aveva lasciato qualcosa di profondo qualcosa che avevamo creato entrambi con il nostro amore.

Ma non sapevo se Luke fosse nella mia stessa condizione. Ma forse era meglio così.

Se questo ritorno a Sydney mi doveva servire per cercare di rendere un po' felice Nathan, invece, stava distruggendo me.

Ma la colpa era solamente mia. Era stata colpa mia di partire così senza prima riflettere, era stata colpa mia a non chiedere nessuna spiegazione a Luke su quello che avevo scoperto, era stata colpa mia se non ero riuscita a mantenere il polso fermo con Ashton ed era stata colpa mia a non dire a niente a Luke che avrebbe avuto un figlio,

di cui adesso per colpa mia non sapeva nulla del padre.

Sapere di essere così vicina a Luke ma così lontana, mi faceva impazzire. Perchè io avevo davvero bisogno di lui e me ne stavo accorgendo adesso che ero ritornata a Sydney.

Ma ero consapevole che se mi fossi nuovamente avvicinata a lui, sarei andata incontro alla mia stessa autodistruzione.

Perchè i ritorni sono fatti così, portano solo alla distruzione perchè devi rimettere a posto tutti quei piccoli problemi di cui si stava scappando. Se poi si parlava di ritorni con dietro questioni di cuore irrisolte la situazione era dannatamente più grave.

In tutti quei cinque anni che avevo vissuto a Perth ero convinta che forse il tempo avrebbe curato tutte quelle ferite che io e Luke ci eravamo procurati con la nostra rottura, ma non era assolutamente vero.

Più il tempo passava, più queste ferite emarginavano e più il dolore si faceva strada. E più cercavo di andare avanti più il passato mi si presentava davanti.

Con ancora le lacrime che mi rigavano il volto mi alzai dal letto e mi diressi in bagno.

Appoggiai le mani ai bordi del lavandino e chinai la testa facendo cadere alcune delle mie lacrime nel lavello, mentre dei singhiozzi rumorosi uscivano dalle mie labbra e il mio petto si abbassava e alzava velocemente.

Quando alzai il mio volto e osservai il mio riflesso allo specchio, la rabbia si fece strada dentro di me espandendosi come un vapore caldo.

Afferrai la boccetta di ceramica del sapone e la lancia contro lo specchio del bagno frantumandolo in mille pezzi che caddero nel pavimento mentre un urlo di rabbia usciva dalle mie labbra.

Indietreggia fino a toccare la mia schiena contro il muro per poi strisciandoci contro,per sedermi per terra.

Raccolsi le ginocchia contro il petto, appoggiandoci sopra la testa e inizia a piangere. Quei tanti cocci di vetro sparsi sul pavimento rappresentavano me. Chiusi gli occhi per un attimo e ho pensato tutte le volte che mi ero ripromessa che tutto sarebbe andato bene, ma invece nulla in quel momento andava bene. Poi presi un coccio di vetro in mano, in quel momento ogni singolo ricordo di quando ero più giovane fino ad ora attraversò la mia mente. Presi un respiro profondo, mentre il mio corpo incominciò a tremare leggermente. Non riuscivo a vedere nulla, avevo la vista annebbiata dalle lacrime. Strinsi la mano, gemendo e sentii il freddo del vetro premere contro il mio palmo caldo. Potevo sentire in ogni centimetro della mia pelle i brividi. Sentivo il mio cuore accelerare e la mia mascella iniziare a stringersi proprio nel momento in cui feci più pressione nella mia mano con il coccio di vetro sentendolo perforarmi il palmo. Mi morsi il labbro, cacciando i gemiti di dolore indietro e sentii le lacrime scendere. Lasciai la presa del coccio insanguinato mettendolo per terra, per poi aprire la mia mano e vedere il palmo ricoperto di sangue.

Espirai.

In quel momento il mio respiro era flebile e freddo e chiusi gli occhi. Mentre sentivo il liquido caldo rosso gocciolarmi dalla mano.

Aprii gli occhi e girai la testa verso la porta.

Il mio cuore si fermò quando vidi Nathan davanti alla porta del bagno mentre il suo sorriso lasciava spazio ad una espressione di dolore. Mentre dei passi si facevano strada.

<< Mamma! >> Urlò Nathan facendo un passo verso di me, per poi essere fermato immediatamente da Calum e quando mi guardò vidi i suoi occhi scuri farsi lucidi, mentre boccheggiava dei flebili no.

<< MICHAEL! >> Urlò Calum cercando aiuto, mentre Nathan iniziò a piangere stringendosi a lui. Quando Micheal arrivò vicino al moro e mi vide sbarrò gli occhi.

<< Porta Nathan in camera tua >> Gli ordinò il mio migliore amico, mentre entrava velocemente in bagno e si inginocchiò di fianco a me, prendendomi il viso tra le mani. Mentre i suoi pollici asciugavano le lacrime dalle mie guance.

<< Addison >> Mi chiamò. Il suo respiro era pesante e traballante.

<< Addison, ti prego dì qualcosa. Qualsiasi cosa >> Mi sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra. Poi sentì Michael portare un braccio dietro alle mie gambe e uno dietro alla mia schiena per poi alzarmi. Misi il braccio attorno al suo collo, per poi sprofondare la testa nell'incavo del suo collo e iniziare a piangere.

<< Mi dispiace, Mikey. Mi dispiace >> Sussurrai contro la sua pelle senza che le lacrime si fermassero.

Michael mi appoggiò delicatamente nel suo letto per poi stringermi nuovamente a se, come se quel contatto fosse ancora l'unica cosa che mi impediva di cadere a pezzi nuovamente.

Eravamo entrambi in silenzio, quel silenzio fatto di tante cose.

In quel momento volevo svegliarmi da quel terribile incubo che stavo vivendo e guardare oltre e vedere Luke sorridermi, mentre io ero appoggiata al suo petto che mi lasciavo cullare dal suo battito cardiaco, mentre lui mi sussurrava che tutto questo che avevo vissuto era un terribile incubo. Ma lui non lo avrebbe mai fatto e mai lo farà. Perchè lui non c'era, non era qui con me. Ed era questa la cosa che mi faceva più male.

In quel momento non riuscivo a trovare le parole giuste da dire, e anche se potessi, sapevo che non appena la prima parola avrebbe lasciato la mia bocca, sarei crollata. Sentii le labbra di Michael sulla mia tempia mentre con una mano mi accarezzava i capelli come per farmi sapere che lui era ancora lì, e lo sarà sempre.

I singhiozzi si fecero più rumorosi.

Micheal torreggiò su di me e mi strinse maggiormente a se. Avvolsi le mie braccia attorno al suo collo e mi strinsi a lui. Lasciando che le lacrime scorressero di nuovo e li bagnassero la maglietta.

Il mio migliore amico mi accarezzava la schiena come per volermi dimostrare che lui c'era per me ed era quello di cui avevo più bisogno in quel momento. Qualcuno che fosse disposto ad ascoltare i miei pianti e tenere insieme tutti quei pezzi di me.

<< Sshh piccola. Andrà bene, starai bene >> Mi sussurrò tra i capelli.

'' Non starò mai bene, Micheal '' pensai mentre mi stringevo sempre di più a lui.

<< Non avrei mai dovuto lasciarlo andare, Mikey, perché sto cadendo a pezzi
Voglio solo fargli sapere che non posso continuare a fingere e non che sarei dovuta andare così lontano. Io non posso vivere senza di lui .Non riesco a respirare senza di lui >> Confessai quelle parole al mio migliore amico che per troppo tempo era state tenute nascoste

Michael sospirò.

<< Tornerà Addison, tornerà >> Mi promise.

<< Sto distruggendo tutto, Micheal. Ho distrutto anche Nathan >>

Micheal mi baciò i capelli.

 

 

 

 

 

Dopo un po' sentii la porta della camera aprirsi, mentre il mio migliore amico mi accarezzava con il pollice il braccio.

<< Mamma >> Disse una voce flebile.

Chiusi gli occhi, mentre una lacrima silenziosa rigò la mia guancia.

<< Hey campione, vieni qui >> Gli disse Michael, sbattendo la mano sul materasso per fargli segno di venire.

Sentii i passi leggeri di Nathan, mi scostai da Micheal per lasciare spazio a mio figlio.

Quando arrivò, si sdraiò tra me e il migliore amico per poi appoggiare la sua testa sul cuscino. Ero sdraita su un fianco, mentre tenevo la mia testa con la mano.

E gli occhi di Nathan era diventati di un azzurro tempestoso come quelli del padre quando c'era qualcosa che lo preoccupava. Portai l'altra mano fasciata verso i suoi capelli e li scostai dalla sua fronte, mentre sentivo lo sguardo di Michael addosso.

<< Mamma >> Sussurrò Nathan.

Gli sorrisi dolcemente.

<< Si, tesoro >> Gli dissi scostando ancora i suoi capelli che li erano ricaduti nuovamente sulla sua fronte. Nathan chiuse gli occhi per poi aprirli nuovamente, rilassandosi.

<< Mi odi? >> Mi chiese innocentemente.

Il mio cuore si fermò, alzai lo sguardo immediatamente verso Michael che lo vidi irrigidirsi. Il mio migliore amico portò la sua mano sul mio braccio che reggeva la testa accarezzandolo per rassicurarmi.

Guardai nuovamente Nathan.

<< Non potrei mai, amore mio. Tu sei l'unica cosa che mi rende e mi porta felicità e luce in tutto questo buio. Tu sei il mio regalo più grande >> Gli dissi sorridendo dolcemente.

Nathan si avvicinò di più a me abbracciandomi.

<< Allora non piangere più perchè io ti voglio bene, mamma >>

Il mio cuore si strinse. Senza rendermene conto stavo facendo soffrire l'ultima persona che avrei voluto far soffrire. Nathan non meritava tutto questo dolore. Anche se aveva cinque anni era cresciuto in fretta per colpa mia.

<< Non ti farò più del male, amore mio. Te lo prometto >> Sussurrai stringendolo a me e lasciandogli un bacio nei capelli.









SPACE AUTHOR 


Hi, my beautiful people!!!
Ed eccomi, come sempre, a postare il nuovo capitolo ad orari improponibili. Sono le 1.15 del mattino e io sono qui a postare il capitolo per voi.
Anche se avrei dovuto farlo oggi pomeriggio, ma dato ve avevo ventordicimila robe da fare mi sono ridotta a quest'oraccia.
Allora cosa ne pensate di questo capitolo?

Qui, in questo capitolo, per la prima volta emerge il lato debole  di Addison. Che fa spaventare sia Michael, Calum e sopratutto Nathan.
Lo so che come capitolo non è un gran che perchè non succede nulla di particolare. E so' anche che aspettate con grandissima ansia il ritorno di Mrs. Hemmings.
Vi dico solo che QUANDO MENO ME LO ASPETTERETE, APPARIRA'.
So don't worry, girls.
Comunque ringrazio, come sempre, chi recensisce, chi mette nei preferito, seguiti e ricordati.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
See ya soon
Baci Lalluby 

 

  
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