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Autore: game over_    25/01/2015    0 recensioni
Tratto dalla storia:
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Mi sentii osservato, e non mi impegnai nemmeno a girare la testa, sapevo che lei aveva visto.
-Perchè non mi odi?- mormorai, continuando a guardare quel corpo ormai morto davanti ai miei occhi.
Lei era immobile, a pochi passi da me.
Aveva la possibilità di scappare eppure non lo faceva.
-Non ci riesco.- la sentii avanzare di qualche passo, incerta.
Aveva provato il mio repentino cambio di umore sulla sua pelle, e non volevo farle ancora del male.
Non di nuovo.
-Devi odiarmi.- mi morsi il labbro, stringendo i pugni lungo i fianchi. -Devi farlo perchè solo così ti salverai!- urlai, sicuro che in quel vicolo buio e desolato non mi avrebbe sentito nessuno.
Anche se, il pensiero di essere sentito da qualcuno non mi importava per niente.
-No!- non urlò, era una supplica. Si avvicinò sfiorandomi il braccio.
Si posizionò davanti a me e fui attratto come una calamita a puntare i miei occhi nei suoi.
-Sei tu la mia salvezza.-
Ed era così ridicola quella frase, che per un momento credetti mi stesse prendendo in giro.
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[Fanfiction,Sovrannaturale,Fantasy,Fluff.*
Zayn troverà la pace proprio quando tutto si farà difficile.]
Genere: Fantasy, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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can you image that love so strong?
Four



Arrivato davanti al letto di Alyse, mi sentivo meglio. Era come se una parte di me fosse tornata in vita, come se lei fosse tornata in vita e come se io la stessi guardando dormire come al solito.
La mia mano fredda a contatto con la sua guancia altrettanto fredda era raccapricciante, ma non la mossi. Ero abituato a sentirla così. Fredda, morta.
Le scostai una ciocca di capelli biondi dal viso e le baciai la fronte. Chiusi gli occhi e per un momento mi sembrò di tornare a due anni prima.

flashback
L'inverno stava avanzando rapidamente ed è inutile dire qanto Alyse fosse felice quel giorno, davanti a un panorama bianco. 
Alberi bianchi, auto bianche, strade, case, lampioni, giardini bianchi. Tutto attorno era ricoperto di neve ad annunciare il freddo dicembre.
Si era alzata dal letto con così tanta foga che quasi cadde per terra per il giramento di testa. L'afferrai rapidamente e risi quando i suoi occhi si spalancarono e cominciò a saltellare di gioia davanti alla finestra.
Aveva cessato di nevicare ma c'era neve spessa almeno 6 centimetri.
-Oh, Zayn! Guarda, guarda!- continuava a urlare e a ripetere il mio nome accompagnato da un 'Guarda!' eccitato.
Non la smettevo di ridere, era così buffa.
I pantaloni larghi del pigiama in pail e la maglia in tinta con quelle ridicole ciabatte che le piacevano così tanto che le scarrozzava ovunque.
La amavo così tanto.
Non persi tempo e mi infilai una maglia e le scarpe. Lei intanto aveva gia giubbotto, sciarpa cappello e guanti ed era davanti alla porta di casa, aspettando che arrivassi a giocare con lei.
Stettimo ore a giocare con la neve, e persino i  bambini che passavano davanti al recinto ci guardavano male.
Non m'importava. Non mi ero mai sentito così vivo, mai così me stesso come con Alyse quella mattina.
Mi colpì con una palla di neve sul petto e si mise a ridere. Feci rapidamente una palla di neve e glie la lanciai in faccia. 
Smise di ridere, all'improvviso era seria, quasi triste perchè l'avevo colpita. Non se l'aspettava.
Mi avvicinai a passo veloce e le afferrai il viso ridacchiando. -Non ridi piu adesso, eh piccola?- Il colore blu dei suoi occhi faceva si che potessi guardare il verde dei miei. 
Le mie dita passarono sulla sua fronte, scostandole la neve e un ciuffo di capelli sfuggito all'elastico del cappello. Le tolsi tutta la neve dal viso -Sei uno stronzo, il patto era che solo io dovevo tirati palle di neve!-, risi.
Le posizionai un bacio sulla fronte. La sua pelle così calda, bollente al freddo di dicembre contro le mie labbra fredde le fecero venire i brividi. Ma non era spaventata, anzi sorrideva.
-D'accordo, d'accordo, ricominciamo.- 


Quel ricordo svanì in fretta quando un infermiere fece il suo ingresso nella stanza. Ero seduto accanto a lei e le tenevo la mano. 
Sembrava come se stessimo aspettando il risultato di qualche analisi pre parto. Quanto le sarebbe piaciuto avere un bambino.
Prima che un altro ricordo si facesse spazio nella mia mente, parlò.
-Zayn, devo parlarti un attimo.-
Alzai un sopracciglio. -Cos'è, Lei non può sentire?-
Sospirò e spostò il peso del corpo da un piede all'altro. Si aggiustò gli occhiali sul naso ed estrasse una penna, me la porse. -Vorrei che firmassi questo, Zayn.-
Non afferrai il foglio e nemmeno la penna, sapevo di che si trattava, mi avevano fatto questa proposta centinaia di volte.
-No.-
-Zayn, non è un piacere nemmeno per noi vederla così, e nemmeno per i suoi genitori.-
Scossi la testa e le strinsi di piu la mano. La guardai -Lei non può morire.-
-Zayn, Alyse è infelice. Non vedi? I suoi capelli stanno perdendo vigore, le sue labbra sono viola.-
Il rumore della macchina che contava i suoi battiti mi dava speranza e allo stesso tempo mi ingannava. 
-Non può abbandonarmi.-
Mi mise una mano sulla spalla e mi fece imbestialire ancora di più. -Hai..conosciuto la ragazza che era qui una settimana fa,vero? Jamila mi pare.-
Mi si illuminò una lampadina nel cervello. Controllai l'ora. 
Erano più di sette ore che mancavo di casa. L'ansia prevalse.
Mi alzai velocemente, afferrai le chiavi dell'auto e il telefono, posai un bacio sulla mano di Alyse e scappai via dalla stanza.
Camminavo a passo veloce spintonando qualche persona ma non m'importava.
Come divolo avevo fatto a dimenticarmi di lei, in casa mia? 
Cristo. E se Niall era andato lì, e se l'aveva vista?
In macchina composi il numero di casa, e feci squillare mentre sfrecciavo per la strada. 
Sei, sette, otto squilli. 
-Maledizione!- gettai i telefono sul sedile del passeggero.
Mille cose mi frullavano nella testa. Perchè cazzo Louis non era qui? 
Avrebbe dovuto dormire a casa mia una notte. Una sola dannatissima notte e la mattina dopo sarebbe dovuta andare via. Via da me e da Alyse.
Per strada il buio mi circondava. Erano le 18 ed ero appena arrivato a casa.
Parcheggiai in fretta e mi catapultai alla porta. Bussai insistentemente. -Apri. Apri Jamila.-
Picchiettavo con i piedi sul tappetino e aspettavo. C'era la luce della tv nel salone, ma lei non apriva la porta.
L'ansia si fece sentire ancora di più, e quando pensai di dover sfondare la porta mi ricordai che avevo un paio di chiavi anche io, dato che la casa era mia.
Aprii in fretta e mi fiondai dentro. Il salone era vuoto ma la tv era accesa. C'era una coperta sul divano e in cucina nel lavello una coppa con dei pop corn e dei piatti sporchi. Salii in fretta le scale, spaventato. 
Sentii un rumore di acqua scorrere, e senza pensarci due volte aprii la porta del bagno.
In una cappa di condensa riuscii a vedere la sua figura minuta afferrare l'asciugamani e coprirsi in fretta.
Restai incantato a vedere come il suo corpo era riempito da goccioline lucenti, e dal profumo che emanava il bagnoschiuma e il sangue che scorreva caldo nelle sue vene.
Sentii improvvisamente il bisogno irrefrenabile di affondare i denti nella sua carne.
Strinsi i pugni e mi voltai sentendo i canini spuntare. Annaspai qualche secondo, con l'affanno, bisognoso di sangue.
La sentivo muoversi dietro di me, coprirsi, e l'adrenalina e l'imbarazzo la facevano muovere più velocemente,facendo si che il cuore pompasse più sangue e più in fretta.
 -...i..io..scusa. Rimetterò tutto apposto. Non credevo saresti arrivto ora e..ho pensato di fare la doccia per poi andare a dormire..-
Cercai di ritrovare me stesso.
Pensai a Louis, a Alyse e a Jamila. Non volevo farle del male. Non volevo uccidere anche lei.
Mi voltai, con quanta più calma avessi nel corpo.
Presi un lungo respiro. 
-Non scusarti. Ma..rimetti in ordine.-
Annuì. Il mio sguardo poi si spostò dal suo viso alle sue gambe, splendidamente nude. 
I suoi piccoli piedi erano vicini l'uno all'altro. Aveva i polpacci e le cosce così piccole ma toniche. Sicuramente era una ballerina, o almeno si teneva in forma facendo palestra.
Era così diversa da Alyse.
Ma in quel momento la mia mente non riuscì a focalizzare Alyse e il suo corpo, ma solo Jamila. 
E la fame, divenne desiderio.
Si copriva i seni con le braccia, nonostante l'asciugamano gia lo facesse.
Mi morsi il labbro inferiore bramando quel corpo. 
Le sue guance erano rosse, non per il caldo della stanza ma per l'imbarazzo e questo mi fece desiderare ancora di più averla.
Mi passai una mano sulla guancia e sulla bocca, stupendomi di me stesso e dei pensieri che si facevano largo nella mia testa.
La suoneria del telefono mi distrasse.
Lo afferrai e uscii dal bagno caldo chiudendomi la porta alle spalle.
Deglutii. La differenza di temperatura tra il bagno e l'ingresso e il suo corpo meravigliosamente quasi nudo mi fecero venire la pelle d'oca.
E un erezione non indifferente.
-Pron..-mi schiarii la voce tossendo. -Pronto.-
-Come procede, Zayn? E' tanto che non ti vedo. Avevo pensato di venire a fati una visita.-
Era Niall. 
Mi spostai nell'altra stanza e chiusi la porta. L'idea di Niall a casa mia, quella sera, a trovare Jamila invece che me mi fece paura. -Procede bene, Niall.. Un po' affamato ma procede bene.- 
Ridacchiò. -Da quanto non ti nutri? Lo sai che qui al Nightmere troverai sangue di tutti i tipi, andiamo!- 
Era un invito esplicito a fargli visita e a cibarmi che non avrei rifiutato. In circostanze normali.
-Lo so Niall, tranquillo. Ma stasera no, resisterò un altro po' e poi...ho delle faccende da sbrigare.-
In quel momento la porta si aprì e Jamila con indosso il pigiama che le avevo prestato e i capelli bagnati sulle spalle mi si presentò davanti. 
Non potei fare a meno di notare che non portava il reggiseno.
-Capisco. Bhe, Zayn, la scadenza per il medaglione sta arrivando.-
Aveva un tono di voce freddo, glaciale. E lo immaginai seduto su una delle sue poltrone a giocare con i capelli di una ragazza bellissima che sarebbe morta di li a poco, misteriosamente.
-Sì, lo so..- le diedi le spalle e infilai una mano nella tasca del jeans.
Spevo di dovergli portare quel medaglione, ma con Alyse, Jamila e Louis avevo quasi scordato la mia missione.
Ripensai a mio nonno.
-Credo di mandarti uno dei miei, in questi giorni, così che la tua missione sia più..facile.-
Se avessi potuto diventare più pallido di così l'avrei fatto.
Il pensiero di uno dei suoi scagnozzi con me, in casa mia, a cercare il medaglione che Jamila, che viveva in casa mia portava al collo mi entrò nella testa così violentemente che..
-No! Non c'è bisogno. Davvero. E' gia qui.-
-Oh..quindi hai il mio medaglione?- La sua voce divenne acuta e schifosamente eccitata. -Ci sentiamo, Zayn Malik.- e attaccò.
-Cazzo!- Gettai il telefono per terra e tirai un pugno al muro. 

Che idiota.



 
zayns corner.


VOI DOVETE PERDONARMI! HAHAHA


Allora.. dovete perdonarmi se non ho aggiornato, se non mi sono più fatta viva e se sono tornata con questo capitolo dimmerda.
Ma...ma...dopo un anno ( :') ricordate che dovete perdonarmi.) sono tornata. E giuro che finirò questa storia.
Mi p mancato tantissimo scrivere, troppo. Ma con la scuola, gli impegni la palestra e cazzate varie non trovavo mai il tempo. Ora diciamo che le cose sono migliorate non ho più così tanti impegni, quindi aggiornerò ogni week end piu o meno.
Mi scuso tantissimo con tutti e spero che questo capitolo possa rincuriosirvi.(?)

Recensite, mettete nei preferiti,seguiti o quello  che volete.

Io vi amo.
Mi siete mancati tantissimo, voi il sito e questi bellissimi personaggi.
Alla prossima <3
   
 
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