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Autore: Slendyenne    25/01/2015    3 recensioni
Mya è una ragazza fortunata, sì, perché trovare degli amici non è semplice per lei, soprattutto in una piccola cittadina come Forks. Eppure Adam e Douglas l'adoravano così com'era. Anche suo fratello le voleva bene, lei forse lo sapeva in fondo. Ciò che non sapeva era chi dovesse amare lei, poiché non credeva di poterlo fare più di quanto fosse riuscita ad amare il padre, scomparso sei anni prima. Le cose da quel momento si erano completamente sconvolte e nemmeno lei era certa di come il corso della sua vita fosse cambiato ma, ciò di cui lei era completamente all'oscuro, era che tutti effettivamente conoscevano parte della sua infanzia tranne lei stessa. Eppure persino loro non si sarebbero mai aspettati di come le proprie esistenze sarebbero potute esser stravolte da quella ragazza della quale sapevano tutto del passato e niente della sua attuale realtà; ma si concluderà in bene, o in male?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Because everything that happens to you
it's a consequence of your actions
The future will judge you
based on what you will do
to overcome it
You have to lost everything 
before finding yourself

 

Prologue ⁓  How this coming from the start

 



Tutto era buio. Tutto era freddo. Tutto era silenzio.
Forse era notte?
Eppure i suoi occhi erano spalancati quanto la sua bocca. Con le braccia cercò di farsi strada a tentoni fra quell'oscurità travolgente.
Pian piano l'assenza di luce e calore la portò a pensare fosse morta.
Stava sognando? Si toccò le dita ripensando agli infiniti filmati su esperimenti sui sogni e si ripeté come una filastrocca le parole sentite: ''Durante l'atto del sognare, di solito ci sono messaggi subliminali che fungono da connettivi fra finzione e realtà. Uno di questi è contarsi le dita (nei sogni se ne hanno più di 5), anche se in questo caso il risveglio non è assicurato.''
Si chiedeva se avrebbe davvero potuto funzionare.
Sibilò con voce tremante: ''Uno... Due...Tre...Quattro e.. Cinque..!''
Emise un sospiro sollevato poiché quello era troppo reale per essere un sogno, ma era ancora piuttosto confusa.
Dove si trovava allora?
Attorno a sé non sentiva presenza di muri, mobili, suoni né tanto meno di persone. 
L'avevano forse rapita mentre dormiva?
Ormai più spaventata di quanto già non fosse si avviava ad inoltranza verso il buio, finché qualcosa attirò la sua attenzione.
Un bagliore indistinto fluttuava nel bel mezzo del nulla.
Aggrappatasi a quell'unica speranza cominciò a correre verso la luce che via a via si faceva sempre più abbagliante e raggiunto il limite, dovette fermarsi.
Si ritrovò d'innanzi ad un dirupo colmo di luce e le parve di aver addirittura udito qualche suono celestiale provenire dal fondo, infinito, dello strapiombo. Quel suono effimero venne però sovrastato da un rumore decisamente più forte, e terrorizzata si voltò di scatto osservando come il buio profondo che la circondava si stesse trasformando in un rosso carminio più sanguigno, accompagnato da una sirena assordante che si faceva sempre più distruttiva.
Non sapeva più cosa fare, doveva buttarsi o sopportare quell'inferno? Quale poteva essere la soluzione al suo immenso dolore?
Era nel panico più totale e aveva cominciato a piangere, urlando e stringendosi tanto forte da farsi male da sola per riuscire a non crollare. Magari era davvero giunto il momento? Cosa stava succedendo? Pensò che quella fosse definitivamente la prova della sua diversità dal mondo che conosceva e che la inghiottiva ogni giorno di più e capì che era veramente arrivata l'ora di sprofondarci; lei era diversa, e chi è diverso è pericoloso. Chi è pericoloso intraprende un'altra strada della vita, una che solo in pochi, più diversi e pericolosi fra loro, possono terminare. Perciò ricordatevi che anche la morte fa parte della vita stessa e ne è un'alternativa nettamente palbabile se non un'unica strada, ma non per tutti.
Chiuse gli occhi e mordendosi le labbra fino a sanguinare, si avvicinò al confine fra ciò che la sosteneva ed il vuoto. Stava per volare fino a liberarsi delle sue pesantezze.
''Uno.''
Inspirò.
''Due.''
Strinse i pugni.
''Tre.''
Trattenne il fiato. Si buttò.

Sentiva l'aria che la comprimeva sempre più velocemente, stava precipitando sotto il suolo e stava sorridendo.
Sorrideva.
Mancavano pochi istanti prima di arrivare a destinazione e poter spiegare le ali.
Aprì le braccia e si preparò.
Mancava poco.
La percezione di libertà imposta dai limiti dell'essere umano, delle sue emozioni, dei suoi sentimenti e delle sue azioni, stava svanendo lentamente e stava scivolando via dal proprio corpo lasciandola inerme.
La rassegnazione fu l'ultimo briciolo di sensazione che le rimase nell'animo ed il dolore lacerante che le stava spezzando la schiena si sostituì con un piacere sovrannaturale, sentiva le ali spuntarle dagli sterni e non immaginava che la vera liberazione dalla vita potesse essere così inspiegabilmente lontana, almeno un'eternità di galassie, dal senso futile di libertà percepita dall'uomo.

Tutto ad un tratto però scomparve.

Il buio la stava raggiungendo e sotto di sé un'enorme voragine stava per risucchiarla, strappandole le ali dalla pelle, facendole emettere un grido talmente lancinante da squarciarsi le corde vocali.
La rassegnazione tornò e le lacrime inondarono la sua tomba..

.. Ma una ferita di luce tagliò il cielo del buio. Una mano strinse la sua e mentre si abbandonava al ritorno della sua anima nel proprio corpo, l'ultima cosa che vide prima di svenire, fu il suo viso.

 

   
 
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