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Autore: Old River Chant    25/01/2015    2 recensioni
La chiamavano Sangue di Drago, a casa, nell'enclave. Lei aveva sempre nascosto i suoi poteri: non li poteva controllare, la spaventavano. Le era capitato di fare del male con quei poteri che non aveva mai voluto, e aveva giurato di non risvegliarli mai più.
Ma durante il Flagello, forse, una promessa come quella non aveva più senso.
[Fanfiction su Origins]
***
[Spero non sia troppo OOC... scusatemi, non sono molto brava con le fanfiction]
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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[Capitolo 1]


 

Il mago se ne andò a testa alta di gran carriera, sbuffando.
Come sempre, insomma. Oh, Andraste, ma quanto adorava quelle situazioni!
Si trattenne dal sollevare gli occhi al cielo solo perché notò un’altra presenza con la coda dell’occhio, e l’ultima cosa che voleva in quel momento era l’ennesima complicazione. Gettò un’occhiata rapida alla nuova arrivata, cercando di mascherare l’evidente stupore che il suo aspetto provocava.
Era una ragazzina pallida e minuta, che probabilmente non gli arrivava all’altezza delle spalle, e che sembrava appena uscita da una zuffa con dei cani randagi in un qualche vicolo di Denerim. I lacci dell’armatura di cuoio che indossava erano stati stretti all’inverosimile e ancora la corazza le pendeva da tutte le parti, mentre i calzoni che aveva addosso, evidentemente troppo grandi, sembravano essere arrotolati più volte in fondo per non intralciarle il cammino. Una fascia sporca di sangue stretta attorno a un braccio e scompigliatissimi capelli color ebano ramato completavano il quadro.
«Ehm... con chi ho l’onore di parlare...?» esordì Alistair sforzando un sorriso e tendendo una mano.
La ragazzina lo fissò da sotto la selva di treccine disordinate che le coprivano il viso. Aveva due occhi grigi, taglienti e colmi di qualcosa di indefinibile.
«Sono Ythil» disse infine, tendendogli una minuscola mano affusolata.
«Oh.» Quel nome non gli era per niente nuovo: si diede dello stupido quando si ricordò dove l’aveva sentito. Quindi quello scricciolo di ragazza era la nuova recluta di Duncan? E pensare che riteneva di aver già visto molte delle bizzarrie di cui il Thedas era costellato.
«Voi dovete essere Alistair» disse ancora lei. Teneva una mano sempre su uno dei pugnali che le pendevano dalla cintura, inclinata di traverso perché non le scivolasse oltre i fianchi esili.
«Esattamente.» Il ragazzo scosse la testa e finalmente si riprese dallo stupore. «Siete la recluta che è arrivata con Duncan ieri sera, giusto?»
Ythil si limitò ad annuire. In quel momento lui colse due dettagli che prima gli erano sfuggiti: un tatuaggio nero che partiva dal centro della fronte, serpeggiava intorno all’occhio sinistro e terminava in due spire sulla guancia; e le orecchie inequivocabilmente appuntite.
«Venite dalle tribù Dalish?»
Lei lo fulminò con gli occhi. Evidentemente no. Stava facendo una pessima figura, voleva sprofondare.
«Vengo da Denerim.»
«Dall’enclave? Mi hanno detto che... oh, non importa. Voi siete qui per il rituale, non per parlare con me. Avete già incontrato gli altri candidati?»
La ragazzina annuì con energia. Sembrava una bambina dispersa in un mondo esageratamente grande, e gli ricordava fin troppo com’era lui quand’era piccolo.
«Soltanto uno» rispose, e dal tono con cui parlò Alistair non ebbe dubbi su chi degli altri tre avesse incontrato. Sorrise.
«Non vi sta particolarmente simpatica la figlia del teyrn Cousland?»
Ythil non rispose e lo fulminò di nuovo con gli occhi. Era evidente che quelle due non potessero proprio andare d’accordo: erano troppo diverse. Certo, lui con Elissa aveva parlato poco, ma era il genere di persona che una come la giovane elfa, da quello che aveva capito finora di lei, non poteva proprio sopportare: abituata al comando e a essere obbedita, come è giusto per la figlia di un teyrn.
«Dovremmo andare» disse lei con quella sua voce sottile. Tutto in lei era sottile e dava un’impressione di fragilità. Eppure Alistair intuiva con una certa sicurezza che quella ragazza sapeva essere pericolosa quanto Elissa Cousland.

*
 
«Duncan, chi è quella ragazzina?»
Il suo mentore sollevò gli occhi dalla spada che stava affilando in vista della battaglia per osservare il gruppetto di reclute che presto sarebbero partite. Elissa stava parlando con Daveth e Jory, mentre Ythil fissava il terreno. Sembrava non voler nemmeno provare a prendere parte alla conversazione.
«Non dovresti sottovalutarla, Alistair. Ha ucciso il figlio dell’arle e metà delle guardie del suo palazzo per salvare sua cugina. È molto forte.»
«Non ne dubito» rispose lui, tornando a rivolgere gli occhi al Custode. «Ma è una ragazzina. Anche Elissa non ha avuto un’esperienza facile da sopportare, negli ultimi giorni, e almeno ha un buon addestramento alle spalle e quasi vent’anni. Non a malapena quindici
«Ythil ha diciannove anni» rispose. Prima che il ragazzo potesse replicare, o anche soltanto esprimere il proprio stupore, Duncan continuò. «C’è qualcosa in lei... ammetto che anche per me è difficile capire. Ma la chiamavano Sangue di Drago, nell’enclave. Sono sicuro che se ci sarà qualcuno in grado di essere il Custode che cercavamo, questa persona è lei. Ha dei poteri che non comprende appieno. Sarà molto utile in questa guerra, soprattutto se come penso...»
Alistair sospirò.
«L’arcidemone?»
«Esatto. Non credo più che sia soltanto una supposizione. Ma non è di questo che tu ti devi occupare, ora. Accompagna le reclute nelle selve e osserva come si comportano contro i Prole Oscura.»
Soprattutto l’elfa, pensò Alistair, contemporaneamente curioso e preoccupato. Non aveva capito cosa Duncan intendesse, ma era sempre così. Ormai era abituato ai suoi discorsi criptici.
Rivolse lo sguardo alla ragazza. Ora guardava il cielo coperto dalle nubi grigie di pioggia che facevano apparire le rovine di Ostagar ancora più grigie e desolanti. Si chiedeva cosa sarebbe successo, se quelle quattro reclute avrebbero superato l’Unione, se Ythil ce l’avrebbe fatta.
E si chiedeva cos’avrebbe fatto se i timori di Duncan si fossero rivelati fondati, e presto avessero dovuto affrontare l’arcidemone. Il cielo plumbeo sembrava pesare come un presagio sopra di loro.






 
Note dell'autrice (sempre se così si può chiamare)
Ciao a tutti!
Intanto, complimenti se siete arrivati fino a qui. Siete molto coraggiosi e vi ringrazio!
Questa è la primissima fanfiction che scrivo. In realtà neanche avevo in mente di farlo,
ma avevo quest'idea in mente da un po'... mi chiedevo cosa Alistair avesse pensato
della mia personaggia(?) di Origins la prima volta che l'ha incontrata.
Non so ancora del tutto cosa succederà in questa storia.
La mia idea è di non seguire esattamente la trama di Origins
e scrivere dal punto di vista di vari personaggi, cercando di renderla un minimo originale...
Spero che vi sia piaciuta!
So che forse era un po' corto come capitolo, ma sto cercando di migliorare anche su questo.

- Old River Chant
   
 
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