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Autore: crazyfrog95    26/01/2015    10 recensioni
Naruto è partito con Jiraiya per il suo viaggio di apprendimento, e i due si dirigono alle rovine del Villaggio del Vortice, dove potranno scoprire il segreto dello sterminio del clan Uzumaki. Nel frattempo, Hinata e Sakura hanno continuato ad allenarsi per conto loro: mentre Tsunade addestra Sakura ad essere un ninja medico, Kakashi allena Hinata e la trasforma in una guerriera di prim'ordine. Cosa accadrà alle ragazze durante questo lungo addestramento? Quale straordinaria abilità svilupperà Hinata? E cosa sta succedendo, nel frattempo, a Sasuke, che ha seguito Orochimaru?
Scopritelo con me, nel sequel di "Rikudou Legacy - Fratelli Non di Sangue". Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Il Mondo dei Rospi


 


«Benvenuto sul Monte Myoboku, Naruto!»
L'Uzumaki si guardò intorno, ammaliato dallo spettacolo che si offriva ai suoi occhi. Si trovava in quello che sembrava un'immenso stagno per rospi, con ninfee grosse quanto elefanti e piante talmente alte che la magione dell'Hokage ci sarebbe entrata dentro comodamente. L'aria era più pesante che nella foresta, sentiva caldo, e l'umidità era asfissiante.
Non riusciva a capire bene di che colore fosse il cielo, la luce era distorta dalle esalazioni d'olio dello stagno su cui si trovava, ne sentiva l'odore chiaramente.
Più guardava, più c'era da vedere.
A grande altezza volavano enormi insetti, mosche grandi come cani e libellule tanto grosse da poterle cavalcare. La sua espressione era impagabile: con gli occhi sgranati e la bocca aperta, tanto che Jiraiya, accanto a lui, scoppiò a ridere per quella visione, facendolo tornare alla realtà.
«Bene, vedo che tutto è andato a meraviglia.»
Solo allora Naruto si accorse di colui che aveva parlato. Fukasaku era davanti a loro, e Jiraiya vi si avvicinò.
«Lei non sbaglia mai un colpo, maestro. Non abbiamo lasciato indietro neanche i bagagli.»
«Bene, allora possiamo procedere.»
Fukasaku si voltò, e si "incamminò" saltellando verso la vegetazione. Jiraiya lo seguì e Naruto, benchè ancora un po' sconcertato, andò con loro.


Attraversarono quello che visto dall'alto doveva essere un prato, con la differenza che i fili d'erba di cui era fatto erano alti come gli alberi di una foresta secolare.
A Naruto sembrava sempre più di essersi rimpicciolito fino alle dimensioni di una formica, e ne sarebbe stato certo, se non avesse conosciuto le dimensioni reali di Fukasaku e degli altri rospi che incontravano. Ne riconobbe alcuni che lui e Jiraiya avevano evocato ogni tanto, da grandi come cavalli ad altri relativamente piccoli, grossi quanto dei gatti.
Anzichè essersi rimpicciolito lui, si trovava in un luogo in cui tutto era enorme. Ora capiva com'era possibile che esistessero animali tanto grossi...

Camminarono per circa un'oretta, a fatica nella fitta vegetazione, finchè non giunsero in uno spiazzo di fronte ad un grande palazzo. Guardandosi intorno, si godeva di una vista panoramica di tutto il villaggio costruito in quel luogo magico, abitato completamente dagli anfibi.
L'architettura di quelle abitazioni era stranissima: ogni palazzo era costruito in modo curvilineo, come se fosse stato realizzato di un'unica colata di terracotta, come dei vasetti per il miele. Con la differenza che erano abbastanza grandi da ospitare i signori dei rospi. Non c'erano più che una ventina di case, ma ci sarebbero volute settimane per visitarle in ogni dettaglio.
«Prima di iniziare l'allenamento...»
Fukasaku si voltò verso di loro
«... vorrei far conoscere al piccolo Naruto il vecchio Gamamaru, potrebbe avere qualcosa di interessante da dirgli.»

E il piccolo rospo eremita si diresse, seguito dai due, verso il più grande di quei palazzi, che in fatto di dimensioni poteva quasi competere con la montagna degli Hokage.
Entrarono da un portone scolpito nella pietra, e si ritrovarono in una stanza buia.
«Shima! Abbiamo ospiti!»
Fukasaku parlò ad alta voce, con tono scocciato.
«Cosa diavolo ti urli?! Ci sento benissimo!»
Una voce gracchiate inconfondibilmente femminile rispose con tono altrettanto seccato. Dal buio emerse un'altro rospo, delle stesse dimensioni di Fukasaku, ma di colore viola.
«Oh, ma guarda! Piccolo Jiraiya, da quanto tempo che non ci vediamo!»
Naruto notò con quanta rapidità era cambiato il tono di voce del rospetto viola, da scocciato a decisamente allegro. Il suo maestro era così famoso da quelle parti?
«È un piacere rivederla, Shima-sama. Vorrei presentarle una persona...»
Voltò lo sguardo verso l'Uzumaki, e solo allora Shima si accorse di lui.
«Oh... ma... mi ricorda... aspetta, non sarà...?»
Naruto sorrise, e si piegò sulle ginocchia per avvicinarsi a Shima.
«PIacere di conoscerla, io sono Naruto Uzumaki, figlio dello Yondaime Hokage, Minato Namikaze.»
Shima si aprì in un largo sorriso.
«Ma certo che lo sei, gli somigli tantissimo, anche se si nota molto la somiglianza con tua madre Kushina. Mi è sempre stata simpatica quella donna, era un peperino che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, neanche da Minato...»
«Shima, non gli interessano i tuoi racconti, sono venuti qui per vedere Gamamaru.»

Fukasaku interruppe Shima in modo piuttosto sgarbato, quindi si voltò verso i due umani.
«Proseguite fino alla stanza del vecchio, puoi guidarlo tu Jiraiya?»
«Si, nessun problema.»
I due ripartirono, mentre i due rospi riprendevano a urlarsi contro a vicenda.
«Non farci caso...» disse sottovoce Jiraiya a Naruto.
«... sono sposati da quasi cento anni, e anche se sembra che non si sopportino, in realtà si vogliono molto bene. Fanno sempre così, è il loro modo di dimostrarsi il loro affetto.»
Naruto ridacchiò, pensando a quanto era diverso da così il rapporto che c'era tra lui e Hinata, e nel frattempo entrambi giunsero al cospetto di un enorme rospo.
Era così imponente che in confronto Gamabunta sembrava un cucciolo, e appariva decisamente più vecchio degli altri, tanto che la sua pelle era rugosa come quella di un rinoceronte. Teneva gli occhi socchiusi, come se non vedesse molto bene.
«Grande Gamamaru, si ricorda di me?»
Il vecchio rospo all'udire quella voce aprì gli occhi, e fece roteare le pupille finché queste incontrarono la figura del Sannin.
«Oh, piccolo Jiraiya, sembra passato così poco tempo da quando te ne sei andato. Quanto tempo sarà passato, trent'anni? E chi è il giovane accanto a te? Oh, aspetta, credo di aver capito... Sei il figlio di Minato, vero?»

Naruto annuì, stavolta perplesso. Quel rospo non ci vedeva molto bene, era palese che avesse problemi di vista legati all'età, e allora come poteva averlo riconosciuto così presto, senza neanche notare la somiglianza con suo padre? Che avesse percepito il chakra di Kurama? Eppure in quegli anni era stato molto attento, non aveva mai lasciato che il suo chakra prendesse il sopravvento...
Fu il rospo stesso a dare spiegazioni sui suoi dubbi.
«Ti stavo aspettando, sapevo che prima o poi saresti venuto da me... Ho avuto diverse visioni su di te, nel corso degli anni, ho molte cose da dirti sul tuo futuro...»
Jiraiya sgranò gli occhi a quelle parole. Sapeva che a volte Gamamaru aveva previsioni del futuro, lui stesso ne aveva avuta una dedicata a sè, ma erano un evento molto raro! Se aveva avuto diverse predizioni su Naruto, voleva dire che aveva qualcosa di estremamente importante da rivelargli...
«Ascolta con attenzione, Naruto, Gamamaru ha la capacità di prevedere il futuro, e nessuna delle sue predizioni si è mai rivelata sbagliata.»
Si rivolse al suo allievo, che diede così la massima attenzione al rospo. Questo chiuse un attimo gli occhi, e iniziò a parlare.
«Tu... incontrerai un polipo.»


Per un attimo, tutto si fermò. Sia Jiraiya che Naruto fecero una faccia sconcertata. Ma diceva sul serio o li stava prendendo in giro?
«Hai... hai detto... un polipo?!»
Il vecchio rospo annuì, senza mostrare esitazione.
«Si. Neanche io capisco molto bene questa visione, ma per quanto possa sembrare strano, nella mia premonizione tu sei chiaramente al fianco di un enorme polipo, su questo non c'è dubbio, anche se non so dirti chi sia, cosa abbia a che fare con te o quando lo incontrerai. Ma una cosa è certa, ti troverai di fronte una creatura con otto zampe.
Ascolta, le mie visioni non si fermano qui, ne ho avute parecchie sul tuo futuro.
Il resto della tua vita, o forse anche qualcosa del passato, questo non sono in grado di distinguerlo, sarà segnato dalla presenza al tuo fianco di una donna, una donna molto importante per te.
Non so dirti di preciso di chi si tratta, vedo solo due occhi del colore della luna...»
A quelle parole, Naruto sorrise raggiante. Sapeva benissimo chi era la persona a cui Gamamaru si riferiva.
«Inoltre, e questa è la parte più importante, in futuro affronterai un avversario con un potere immenso negli occhi, e da questo scontro dipenderà il futuro di tutti. Ma nello scontro interverrà un altro guerriero, che si rivelerà un potente alleato o un ulteriore nemico. Questo non è chiaro, starà a te decidere il ruolo che questo terzo personaggio avrà, dipenderà dalle scelte che farai.
Un ultima cosa: nel corso della battaglia con questo nemico, subirai un grande dolore, intenso come non puoi nemmeno immaginare. Ma se colui che interverrà nella battaglia sarà tuo alleato, insieme riuscirete a porre rimedio a questa disgrazia, e potrete riuscire addirittura a cambiare il vostro destino.
Non ho altro da dirti, ragazzo, le mie visioni si fermano qui.»


L'ultima rivelazione aveva dato a Naruto molto da pensare: un avversario con un potere immenso negli occhi. Nella sua mente c'era l'immagine di un solo ninja, che peraltro aveva già affrontato una volta. Sasuke. Ormai il suo migliore amico era diventato un seguace di Orochimaru.
Era lui l'avversario di cui il rospo parlava? Sarebbe stato costretto ad affrontare quello che considerava un fratello? E cos'era quel grande dolore che gli aveva predetto? Come avrebbe potuto evitarlo?
Quel pensiero lo tormentò per i due giorni successivi, durante i quali soggiornò al palazzo di Fukasaku e Shima, soprannominati rispettivamente Pà e Mà da Jiraiya.
Shima cucinava spesso, e stranamente riusciva a rendere delizioni anche piatti all'apparenza disgustosi, come vermi e insetti di ogni tipo. Inizialmente Naruto era sbiancato nel vedere piatti del genere, ma vedendo Jiraiya mangiare con gusto si era deciso ad assaggiare, e aveva potuto apprezzare le abilità culinarie di Shima.
Il terzo giorno fu il momento di iniziare gli allenamenti. Carico ed eccitato come non mai, Naruto si avviò verso il luogo che Fukasaku gli aveva indicato. Era in anticipo, perciò si sedette lì in attesa dell'arrivo del rospo maestro.
Chissà in cosa consisteva l'arte eremitica...
Non aveva idea di cosa aspettarsi, l'unica cosa che aveva potuto notare quella volta che Jiraiya l'aveva usata era stato l'aumento spropositato di tutte le sue capacità fisiche, sia forza che velocità. Forse era per quello che gli aveva fatto imparare come aumentare la propria forza tramite la concentrazione del chakra, per imitare quella condizione. Ma quell'arte così potente non poteva essere solo un semplice aumento delle capacità fisiche, doveva sicuramente esserci qualcos'altro...

«Naruto?! Che cosa ci fai qui?»
Quella voce alle sue spalle lo riscosse dai suoi pensieri. Si voltò, e davanti a lui c'era un rospo arancione grosso quanto una mucca, dall'aria familiare.
Inizialmente non capì chi aveva di fronte, poi notò i suoi vestiti: un kimono blu, con lo stemma dei rospi reali stampato sopra. Quell'abbigliamente e la voce conosciuta fecero capire a Naruto chi era quell'anfibio, e non riuscì a trattenere lo stupore.
«Wow! Certo che sei cresciuto proprio tanto, Gamakichi!»



«Sei sicuro di quello che fai, Jiraiya?»
Fukasaku lo guardava con aria interrogativa, ma seria. Ciò che l'eremita dei rospi stava facendo era un rischio enorme, voleva essere sicuro delle sue ragioni.
«Si, maestro. Naruto ha raggiunto la maturità, e conosce alla perfezione tutte le tecniche del clan Uzumaki e quasi tutte quelle di suo padre, per non parlare poi della sua abilità innata, il Mokuton. Una volta che avrà completato l'addestramento nell'arte eremitica potrà tenere testa a qualsiasi avversario, sarà anche più forte di me, e forse sarà in grado perfino di domare la Volpe a Nove Code. Perciò, io voglio fare in modo che possa sempre contare su di voi, come ho potuto farlo io.»
Così dicendo, estrasse la pergamena che teneva nella tasca interna del suo yukata rosso, e la porse al vecchio rospo.
«Qui... c'è la chiave della gabbia del Kyuubi.»
Fukasaku prese la pergamena con mani tremanti, e la soppesò per un attimo. In quel rotolo era scritta la formula per sciogliere il sigillo posto su Naruto dal Quarto Hokage, e liberare così il potere del più potente dei demoni...
Poi la diede a Shima e le si rivolse, stavolta senza il minimo tono sgarbato.
«Portala al vecchio Gamamaru, è più sicuro che sa lui a conservarla. Gliela daremo quando sarà pronto.»
Shima si avviò verso il vecchio rospo profeta con in mano il prezioso carico.
Nel frattempo i due eremiti si avviarono verso il luogo dove Naruto li aspettava, pronti per iniziare.




 

   
 
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