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Autore: Shepard85    26/01/2015    0 recensioni
Come vivreste le ultime ore della vostra vita sapendo che non ci son possibilità di sopravvivere ad un cataclisma in arrivo?
Il rapporto con ciò che ci circonda cambierebbe bruscamente oppure i valori ai quali siamo legati assumono ancora più significato? Amore, amicizia e rispetto continuerebbero ad esistere? L'unica cosa certa è ciò che sta per accadere. Sta arrivando..
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2:45 - A243 Ida
 
Dopo aver fatto il bagno, i ragazzi rimasero distesi sulla spiaggia a guardare le stelle. Ormai avevano perso il conto dei bolidi caduti nell’ultima ora e a mano a mano che il tempo passava, gli oggetti cadenti si fecero sempre più luminosi e frequenti. Ben presto i genitori avrebbero raggiunto i propri figli: ormai l’ora dell’evento tanto atteso era vicina. Eppure si respirava un’atmosfera di serenità e tranquillità come se tutti quanti avessero dimenticato a cosa stavano andando incontro.
<< Dove sono Paolo e Jessica? >> chiese Federico che solo in quel momento si era accorto della loro scomparsa. Francesca sorrise ma non rispose. Marika reagì allo stesso modo mentre Alessio cercò di rispondere ma veniva continuamente bloccato dalle gemelle che ridendo gli tappavano la bocca.
<< Penso siano andati a vivere il loro ultimo momento d’intimità >> disse Antonella. Nessuno rispose facendo battutine ma in un certo senso invidiarono la coppia, l’unica del gruppo ad essere legata dal sentimento dell’amore. Marco avrebbe voluto vivere la stessa situazione con la sua fidanzata ma non fu fortunato e si dovette accontentare di sentirla al telefono. Il cielo cambiò gradualmente colore andando dal nero notturno ad una tonalità di rosso porpora mai visto prima. Gli animali, da sempre più sensibili ai cambiamenti improvvisi della natura, erano irrequieti. I cani abbaiavano continuamente mentre stormi di gabbiani spaventati e disorientati non facevano altro che schiamazzare.
Il vento tiepido proveniente dal mare cominciò a crescere d’intensità. 
L’agitazione iniziò a farsi sentire tra i ragazzi più giovani. Continuavano a guardare l’orologio e a chiamare i genitori per dire che era ora di raggiungerli. I rintocchi del campanile di Torre di Palme segnarono le tre di notte. Di solito quando si aspetta un evento importante, il tempo è assai ingiusto facendo brutti scherzi e dando l’impressione che rallenti apposta portando la pazienza al limite. Ma non fu così in quell’occasione. I ragazzi si accorsero del contrario: i minuti parevano essere secondi quasi come se pure il tempo volesse arrivare al più presto alla fase finale dell’Ultima Notte per chiudere una volta per tutte.
Il cancello della spiaggia si aprì e fecero capolino i genitori di tutti i ragazzi tra cui anche quelli di Paolo e Jessica. I figli andarono ad abbracciare i propri cari e alcuni di loro cominciarono a piangere. << Qualcuno ha notizie di Ida? >> chiese il padre di Alessio. Alcuni ragazzi  dissero che l’esperto in materia era Paolo.
Lui si guardò attorno e senza troppe complicazioni rispose in modo schietto dicendo che Ida era ormai vicino. Il genitore strinse a sé il proprio figlio.
Era davvero una situazione indescrivibile. Le sensazioni provate da ogni presente furono un misto di terrore, confusione e tristezza. Marika tentò di trattenere le lacrime ma non ci riuscì. Poi abbracciò sua sorella Lucia dicendo di volerle bene. Le due ragazze vennero abbracciate allo stesso modo dai genitori. Fu così che prendendo esempio da loro, tutte le famiglie si strinsero in un unico abbraccio scambiandosi parole d’affetto. Fu difficile accettare la realtà ma loro ce la  stavano mettendo tutta. I genitori erano fieri dei propri figli, che dimostrarono un coraggio senza precedenti ora più che mai. Pareva impossibile che proprio gli adulti avessero più paura dei ragazzi ma forse era solo un’impressione. Nell’ultima fase, quella cruciale, ogni cosa poteva essere distorta e resa irriconoscibile. La realtà stava cambiando e la verità si stava facendo sempre più evidente e sconcertante.
Un bolide cadde in quel momento dal cielo. Nessuno se ne accorse, tanto erano impegnati nello scambiarsi sguardi e manifestazioni d’amore. Poi altre due meteore di dimensioni notevoli scesero lentamente illuminando con lampi accecanti il cielo color sangue.  
Paolo guardò i due oggetti celesti per poi voltarsi verso Jessica. I due si guardarono intensamente.
Si abbracciarono e si diedero l’ultimo bacio.
Angelo e Lia seguirono il loro esempio e lo stesso fu per i genitori di Paolo. Poi ci fu un’ultima occhiata all’orologio.
Ore 3:32.
“Ecco, ci siamo”. Si, erano proprio le 3:32. Alzò la testa verso le stelle e  istintivamente tutti seguirono il suo gesto.
Improvvisamente un bagliore illuminò il cielo facendolo diventare di un rosso acceso, quasi fastidioso. Un rumore tremendamente forte fece tremare la terra.
Ida era arrivato.
I loro occhi erano rivolti al cielo. Rimasero spaventati dalle dimensioni di Ida. Paolo prese per mano i suoi genitori; poi chiamò Marika. Il volto della ragazza era segnato dal terrore.
<< Grazie di tutto. Ti voglio bene! >> esclamò il ragazzo.
Lei fece cenno con la testa ma non riuscì a rispondergli con un sorriso.
Ida, A243 Ida, stupiva per la sua velocità o meglio per la sua lentezza. Tutti erano come ipnotizzati. Dactyl e Ida erano stati studiati ed osservati per decenni ma nessuno avrebbe mai immaginato di vederli in quel modo. A243 Ida con i suoi 58 km di lunghezza e 27 di larghezza, era immenso. Bruciava e urlava fino ad illuminare la volta celeste come se fosse giorno. Terrificante, maestoso, impressionante, affascinante. Non fu possibile capire quale aggettivo dare a qualcosa che fino a qualche mese prima era sconosciuto a miliardi di persone. Si credeva fosse impossibile mettere in mano la propria vita ad uno oggetto alieno. Ma forse per l’umanità fu ancora più impossibile accettare il fatto che non vi erano soluzioni. La tecnologia, il progresso, la potenza dell’uomo fu del tutto inutile davanti a un simile evento.
Ida, A243 Ida, avvolto da fulmini apocalittici, continuò la sua folle corsa. Il rumore ancestrale che produceva, pareva fosse una sorta di risata demoniaca: era come se non vedesse l’ora di colpire e spazzare via in colpo solo tutto ciò che aveva davanti a sé. E ben presto quel desiderio di distruzione si esaudì.
Scattarono le ore 3:33.
A243 Ida toccò l’orizzonte marino illuminando cielo e terra di una luce accecante, quasi divina.
Tutto divenne bianco.
Tutto divenne niente.
   
 
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