Capitolo 1
Era
ormai l'imbrunire, ed
Erza camminava veloce per raggiungere la gilda prima che fosse buio.
Ormai non mancava molto, ma il cielo cominciava a scurirsi mostrando
così le prime stelle. La ragazza respirò a fondo
quell'aria fresca
e frizzante continuando a trascinare il carretto che conteneva i suoi
enormi bagagli e sorrise ripensando alla missione appena conclusa.
Rivide nella sua mente le facce stupite e spaventate dei maghi
sconfitti quando si accorsero di essere stati battuti in
così poco
tempo da una persona sola e non poté fare a meno di ridere,
ma un
lieve rumore alle sue spalle la mise subito in guardia.
Con la coda dell'occhio vide
dei movimenti tra le rocce, e fece appena in tempo a evocare la sua
Armatura Adamantina prima di essere colpita da una serie di raggi
viola che la fecero indietreggiare di qualche metro spingendola verso
il burrone.
Erza imprecò ma non perse
tempo e si riequipaggiò in un attimo con l'Armatura della
Ruota
Ancestrale.
“Circle
Sword!” gridò,
evocando una serie di spade scintillanti che poi scagliò
dove
supponeva si trovassero i suoi nemici.
Le grida e le imprecazioni
che ne seguirono, le dissero che qualche colpo doveva essere andato a
segno, ma evidentemente non era bastato visto che dalle rocce si
levarono altri incantesimi che la ragazza evitò
equipaggiando
l'Armatura del Gatto Volante e zigzagando veloce tra le rocce che in
quel punto circondavano la strada verso Magnolia.
“Non
credere di cavartela
così facilmente, Titania!” gridò nel
buio una voce maschile.
“La
vedremo!” rispose
lei, equipaggiando l'Armatura dell'Ala Nera per riuscire a colpire
l'ultimo nemico rimasto in piedi. Quello però non si
lasciò
prendere di sorpresa e parò con precisione i suoi attacchi
uno dopo
l'altro.
La ragazza cominciava a
essere a corto di potere magico e la sua mente lavorava veloce per
trovare una pecca nelle difese di quell'uomo che sembrava eguagliarla
per forza e abilità nell'uso delle armi. Anch'egli infatti
combatteva con una spada, e questo la incuriosiva molto, visto che
non era una cosa tanto comune tra i maghi, ma Erza non era ancora
riuscita a vedere il suo volto a causa dei mantelli neri che
coprivano quasi completamente i suoi aggressori. Intuiva
però che
doveva essere un avversario potente che probabilmente aveva
già
avuto modo di vederla combattere per riuscire a tenerle testa
così a
lungo con tanta apparente facilità.
“Sei
già stanca, Erza
Scarlet?” chiese beffarda la stessa voce di prima.
“Ti
piacerebbe!” rispose
lei, ansimando però per lo sforzo.
Fu questione di un attimo:
con una mossa fulminea, Erza riuscì a tagliare il mantello
dell'uomo
scoprendogli un braccio su cui spiccava, alla luce della luna, un
tatuaggio nero che raffigurava la sagoma di un grosso animale, ma
prima che capisse di che bestia si trattasse, e quindi la gilda di
appartenenza del suo avversario, un violento colpo allo stomaco la
fece volare parecchi metri più in là e sbattere
la schiena sulle
rocce.
Intontita dal dolore e dalla
sorpresa, la ragazza riuscì a spostarsi appena in tempo per
evitare
di essere trafitta, ma non si accorse dell'arrivo di un altro
avversario, che ripresosi dai colpi precedenti, le stava lanciando
contro un incantesimo.
Erza, che nella speranza di
chiudere velocemente lo scontro aveva equipaggiato l'Armatura della
Samurai, priva di difese, ne fu colpita in pieno, e con un urlo
rotolò giù per il burrone pensando al suo Gerard
e agli amici che
l'attendevano alla gilda.
Intanto,
a Fairy Tail, la
scena era la solita: Natsu e Gray litigavano come sempre sotto gli
sguardi preoccupati di Lucy e Wendy, Levy leggeva un libro attorniata
da Jet e Droy che cercavano inutilmente di attirare la sua
attenzione, Juvia fantasticava in un angolo sull'affascinante mago
del ghiaccio, Gajeel mangiava in disparte dei vecchi bulloni tenendo
d'occhio gli Shadow Gear, Happy faceva la corte a Charle che non lo
degnava di uno sguardo e Cana trangugiava sakè a tutto
spiano.
All'improvviso,
il master Makarov barcollò sul suo sgabello rovesciando il
liquido
che aveva nel boccale.
“Che
succede, master?”
chiese Mira preoccupata, sorreggendo l'anziano signore
improvvisamente impallidito.
“No...
Erza!” ansimò
quello con gli occhi spalancati e lo sguardo carico di
preoccupazione.
“Cosa
le è successo?”
si informò Cana, che era lì vicino.
“Dobbiamo
cercarla subito!
E' nei guai!” continuò Makarov con lo stesso tono
sconvolto e
spaventato di prima.
“Ma
cosa dici, vecchio?
Stiamo parlando di Titania!” intervenne Laxus, mentre tutti
si
radunavano intorno al gruppetto per sentire cosa c'era che non
andava.
L'anziano signore lo guardò
male per un attimo prima di continuare.
“So
quello che ho visto,
Laxus, e ti dico che Erza è nei guai” disse,
insolitamente serio, rivolgendo al nipote un'occhiata penetrante che
faceva chiaramente
intendere il suo disappunto.
“Ha
avuto una visione,
master? Ci dica cosa ha visto, la prego” lo
supplicò Mira
spaventata, continuando a sorreggerlo e lanciando anche lei strane
occhiate al Dragon Slayer dei fulmini.
“Era
quasi arrivata a
Magnolia dalla strada più a nord quando è stata
attaccata da un
gruppo di uomini coperti da mantelli neri che l'hanno fatta cadere
dal burrone. Dovete andare a cercarla” rispose quello a
fatica.
Quasi tutti trattennero
bruscamente il fiato.
Erza sconfitta?
“Non
è possibile!”
dissero Natsu e Gray, per una volta concordi su qualcosa.
“Il
master ha avuto una
visione al riguardo” fece notare giustamente Lucy
rifiutandosi però
di crederci esattamente come gli altri.
“Erza-san
non può
essere...” cominciò Wendy con gli occhi pieni di
lacrime senza
osare finire la frase.
“No!”
la interruppe
Natsu con forza sbattendo il pugno sul tavolo più vicino.
“Andremo
noi a cercarla! Vieni, Lucy!” continuò, guardando
anche Gray che
subito annuì convinto e dirigendosi poi con i due amici
verso la
porta.
“No.
Voi resterete qui”
disse il master con voce insolitamente grave. “Andranno Laxus
e i
Raijinshuu a cercarla”.
“Ma...”
cominciò Lucy.
“Non
se ne parla,
nonnetto! Erza fa parte del nostro team e la riporteremo noi a
casa!”
si ribellò il ragazzo, ma il master, senza scomporsi,
ingrandì un
braccio e lo stese con un pugno per poi bloccare Gray, che aveva
cercato di sgattaiolare fuori approfittando della confusione.
“Ho
detto che voi
resterete qui, e non si discute” concluse l'ometto, facendo
segno
al nipote e alla sua squadra di uscire.
Nello
stesso momento in cui
gli sconvolti maghi di Fairy Tail prendevano coscienza dell'accaduto,
sulla strada per Magnolia due uomini discutevano animatamente vicino
al burrone.
Il primo, di nome Takeshi,
ancora ansimante per la battaglia appena conclusa, dimostrava
all'incirca una trentina d'anni ed era alto e muscoloso con occhi e
capelli neri. Tutto nel suo aspetto, dai pratici e spartani vestiti
scuri alla grossa spada di nuovo al sicuro nel fodero che pendeva dal
fianco sinistro, sembrava confermarne la pericolosità,
accentuata
dalla luce folle che ne illuminava perennemente lo sguardo in quel
momento acceso dall'ira.
Nessuna meraviglia quindi se
il secondo individuo, di poco più giovane, lo teneva
d'occhio
preoccupato sforzandosi di mascherare il disagio con un'espressione
fintamente impassibile.
Questi, di nome Akito, al
contrario del compagno che agiva sempre d'impulso ed era spesso
selvaggio e intrattabile, era di natura più freddo e
calcolatore, e
al vederlo, lo si sarebbe potuto scambiare per un nobile. Alto quasi
quanto Takeshi e con un fisico prestante ma non troppo, aveva occhi
azzurro chiaro sempre attenti a tutto e ondulati capelli biondi
raccolti in una morbida coda. Indossava una lunga giacca rossa con i
bottoni dorati, pantaloni bianchi e stivali neri lucidissimi.
Completava il tutto un elegante cappello sempre rosso con una piuma
gialla che gli nascondeva parzialmente il volto dandogli un'aria
misteriosa.
I due, insieme a pochi altri
al momento assenti, rappresentavano la “squadra
d'èlite” di una
potente gilda oscura, ma in quel frangente sembravano tutto
fuorché
pericolosi criminali. Il pensiero di incorrere nelle ire del loro
capo per aver fallito la missione era infatti sufficiente ad
atterrirli.
“Razza
di idiota! Il
master ci aveva detto di prenderla viva!” gridò
infervorato
Takeshi al compagno che aveva lanciato l'incantesimo subito dopo la
caduta di Erza.
“Non
è detto che sia
morta” ribatté quello con apparente calma
incamminandosi verso il
bordo per vedere dove fosse finita la ragazza, tremando però
impercettibilmente al pensiero di averla uccisa.
“Lascia
perdere. Non la
troverai mai lì in mezzo con questo buio, e quelle rocce
là sotto
non le avranno certo lasciato scampo!” lo fermò
rabbiosamente il
compagno, nervoso e preoccupato quanto lui, andando a dare una bella
scrollata agli altri che li avevano accompagnati, ancora storditi dai
colpi di Erza.
“Forse
hai ragione. E'
inutile cercarla adesso...” ammise l'altro con un sospiro.
“Andiamo
a dare la notizia
al master, e speriamo che la morte di Titania non sia un male per il
suo piano, anche se non oso immaginare cosa ci succederà se
dovremo
ricominciare da capo e catturare qualcun altro”
continuò Takeshi
preoccupato, ma suo malgrado, al pensiero della reazione dei compagni
della ragazza alla notizia della sua morte, gli si allargò
sul volto
un ghigno malefico. Era infatti impaziente di vedere i loro visi
pieni di lacrime. Il dolore dei suoi nemici sarebbe stato un'ottima
vendetta per tutto ciò che aveva passato a causa dell'odiata
Fairy
Tail.
“Se
l'intenzione del
master era quella di servirsene per ricattarli, potrebbe anche
decidere di spaventarli mostrando loro il corpo. Trattandosi di Erza
Scarlet, la donna più forte della gilda, dovrebbe fare un
certo
effetto vederla senza vita per mano nostra” disse l'altro
dopo un
attimo di riflessione pregustando anch'egli la scena prima di
aggiungere pensieroso: “Se le cose stanno così
però, forse
sarebbe meglio cercare subito il corpo per evitare guai. Se le fate
lo scoprissero...”
“Hai
forse paura di loro?”
lo interruppe bruscamente il compagno girandosi di scatto ed
estraendo la spada per puntargliela contro con fare minaccioso.
“N-no.
Figurati...”
balbettò Akito indietreggiando. “Pensavo solo che
avrebbero potuto
portarcelo via... cosa che farebbe davvero infuriare il
master”
continuò poi con voce tremante, spaventato dall'arma sempre
più
vicina.
A queste parole, Takeshi si
fermò un attimo a riflettere. Un'eventualità del
genere avrebbe
significato la loro probabile fine, visto quel che potevano provocare
gli attacchi di rabbia del loro master, ma non era così
facile che
la previsione del compagno si avverasse.
“Preoccupati
di più di
quel che potrebbe fare a te, dal momento che sei responsabile della
morte del nostro ostaggio”gli rispose quindi con un ghigno
che non
prometteva niente di buono. “Dopotutto, come potrebbero le
fate
venire a conoscenza dell'accaduto? La missione di quella donna era
complicata, e avrebbe potuto tranquillamente richiedere qualche
giorno. Inoltre, i suoi compagni conoscono bene la sua forza, e non
sospettando nulla, non la cercheranno subito. Se il master
vorrà
ancora servirsi di lei, verremo a prenderla domattina. Ora
andiamo”
aggiunse con voce sempre più bassa e un ghigno folle su
volto per
poi allontanarsi.
Nonostante il tono
minaccioso, Akito si sentì comunque rassicurato dalle sue
parole, e
quando il compagno ebbe spiegato la cosa al resto del gruppo ormai
ripresosi, si unì anche lui alla loro risata che
risuonò in modo
sinistro tra le rocce.
Accompagnata dall'eco di
quel suono così lugubre e fuori luogo, la squadra fece poi
ritorno
alla propria gilda totalmente incurante del destino della sua
vittima.
Era
appena calato nuovamente
il silenzio quando Erza ricominciò a muoversi.
Non sapeva quanto tempo
fosse passato, ma le faceva male dappertutto ed era molto confusa.
“Cosa
mi è successo?”
si chiese, sbattendo le palpebre per schiarirsi la vista e provando a
puntellarsi sui gomiti per riuscire ad alzarsi.
“Dove
sono?” continuò,
guardandosi intorno e cercando di capire come fosse finita in mezzo
alle rocce.
Il suo sguardo confuso vagò
ancora per un po' fermandosi a un certo punto sul luogo da cui era
caduta senza però che questo risvegliasse in lei alcun
ricordo
dell'accaduto.
“Stavo
tornando a casa!”
disse a un tratto, provando a rimettersi in piedi con l'unico
risultato di ricadere subito giù con un gemito.
“Che
volo devo aver fatto
per conciarmi così?” esclamò con rabbia
stringendosi il braccio
sinistro e accorgendosi solo in quel momento di avere le braccia e le
gambe piene di tagli e lividi e i vestiti laceri.
“Non
posso restare qui.
Devo raggiungere casa mia per medicarmi, e alla svelta!”
disse,
stringendo i denti per impedirsi di gridare mentre faceva qualche
altro tentativo per tirarsi su.
Non fu facile, ma alla fine
la ragazza riuscì a rimettersi in piedi e a muovere qualche
passo
incerto appoggiandosi alle rocce e strisciando a volte contro di
esse. Purtroppo però, non aveva idea di dove si trovasse, e
finì
per incamminarsi nella direzione opposta a quella che avrebbe dovuto
prendere, allontanandosi così dalla gilda e dai suoi
compagni che
aspettavano con ansia il suo ritorno.
Takeshi:
guerriero
Akito: autunno
Angolo
autrice:
Ciao a tutti!
Spero che non mi abbiate
lanciato contro ogni sorta di maledizione e che non stiate
già
affilando le armi, ma comunque vi ringrazio per essere arrivati fin
qui.
Era da molto tempo che
lavoravo saltuariamente a questa fanfiction, e dopo infinite
correzioni, mi sono decisa a pubblicarla. Spero che il risultato
finale vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la storia. Vi
dico subito che ho già pronti un po' di capitoli, quindi,
almeno
all'inizio, gli aggiornamenti saranno piuttosto frequenti (penso due
alla settimana).
Mi auguro di aver
interpretato bene le emozioni dei personaggi e che la scena della
battaglia sia quanto meno decente. Nel caso in cui ve lo steste
chiedendo, dispiace anche a me per Erza ma vi prometto che pian piano
sistemerò tutto. :)
Per quanto riguarda Takeshi
e Akito, per il primo ho preso ispirazione da Gajeel (ma va?) e per
il secondo da Rufus della Sabertooth e, in misura minore, da Freed.
Spero che le traduzioni dei nomi (cercati su internet), siano giuste
e che la parte su di loro, la peggiore da scrivere, vi abbia
incuriositi almeno un po'.
Mi raccomando, lasciate una
piccola recensione se vi va. :)
Ora la smetto di rompere e
tolgo il disturbo. Ci vediamo (spero) giovedì con il secondo
capitolo.
Bacioni e alla prossima!
Ellygattina