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Autore: Rey_    26/01/2015    6 recensioni
«Di cosa hai paura, Eileen?» le sussurrò tra i capelli, aprendo gli occhi e sentendola irrigidirsi tra le sue braccia.

«Ho paura delle persone» soffiò infine, il respiro caldo sul collo di Niall che lo fece tremare.
Solo in quel momento Niall si rese conto di quanto realmente fossero vicini, di come sarebbe bastato chinare il viso per perdersi in quel paio di occhi verdi che lo confondevano, di come avrebbe potuto posare un dito sotto al suo mento per alzarle il viso quel tanto per poterla baciare. Ma ovviamente non fece niente di tutto questo, non aveva abbastanza coraggio per sfidare la sorte in quel modo così sfacciato.
Così si limitò a ripetere «Delle persone?» con tono interrogativo, facendole intendere di doversi spiegare meglio.
«Si»
Niall si sforzò di deglutire, le carezzò delicatamente la guancia ,sfiorando la sua pelle accaldata e morbida, e la fissò dritto negli occhi.
Azzurro contro verde.
Stomaco chiuso e mente vuota.
«Anche io ti faccio paura?».
Quella domanda la spiazzò. Niall la vide deglutire con difficoltà e mordersi il labbro inferiore, indecisa.
«No, tu no» disse infine, abbassando lo sguardo e sorridendo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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31. Questions.
 
 
 


Eileen stava sorridendo mentre Lottie le passava in silenzio i piatti che toglieva da tavola, e lei li poggiava delicatamente nel lavandino.
Sorrideva mentre sentiva le urla di Dylan provenire dall’altra stanza assieme alla risata di Louis e, anche se non poteva vederlo né sentirlo, allo scuotere della testa di Niall.
Sorrideva mentre pensava che negli ultimi giorni non aveva fatto altro e che non aveva mai sorriso per così tanto tempo senza trovare la voglia, né un motivo, né un misero pensiero per smettere di farlo.
Il suo sorriso raggiante e spensierato risaliva all’arrivo di Louis a Mullingar, all’aver conosciuto quell’amico di Niall che aveva avuto l’effetto contrario della conoscenza che aveva avuto con l’altro suo amico, Harry. Ma forse Louis non c’entrava niente, forse era stato solo capace di tirar fuori la felicità che aveva nel cuore. Felicità che era provocata solo e soltanto da Niall.
La sua paura di fargli del male e di rovinare la spensieratezza e l’allegria che lo caratterizzavano non era ancora svanita, ma Eileen era più tranquilla, più serena, perché aveva capito che ormai non c’era più niente che potesse fare per salvarlo.
Ci aveva provato fino all’ultimo, facendosi del male e facendo del male anche a lui, ma alla fine si era dovuta arrendere perché l’amore che c’era tra di loro era stato più forte, e li aveva vinti entrambi.
Ovviamente Eileen non l’aveva vista come una sconfitta, perché quella, Niall, il suo amore  e i suoi sorrisi, erano la cosa più bella che potesse capitarle.
Se non considerava i baci, e i suoi abbracci e come le sue mani si intrufolavano sempre come se fosse un vizio sotto la sua maglietta, per sfiorarle la pelle con quelle dita perennemente fredde e provocandole brividi che non avevano niente a che fare con la temperatura della sua pelle.
Tutto quello era ancora meglio.
A quel pensiero, il piatto che Lottie le aveva appena passato le scivolò dalle mani sbattendo sul bordo del lavandino e finendo dentro, fortunatamente senza frantumarsi.
«Eileen, tutto bene?» le chiese Lottie guardandola preoccupata. Eileen arrossì fino alla punta dei capelli e decise di ignorare i suoi stupidi pensieri e di chiuderli in un cassetto che sarebbe tornata ad aprire in momenti più opportuni.
«S-sì, mi è solo…sfuggito di mano», balbettò abbozzando un sorriso che Lottie ricambiò con uno molto simile a quelli abbaglianti e giganti di Louis.
Lottie la osservò per qualche secondo e il suo sorriso piano piano si fece divertito, e lo sguardo diventava spaventosamente simile a quello di Louis quando aveva in mente qualcosa.
In quei pochi giorni non aveva parlato molto con Lottie, aveva capito che a differenza del fratello fosse una persona un po’ chiusa e restia a dare confidenza a chiunque. Ma per quel poco che ci aveva condiviso, l’aveva trovata una ragazza semplice e simpatica, sensibile e decisamente acuta e sveglia. L’unica cosa che sembrava aver ereditato dal fratello più grande.
Per questo sicuramente aveva capito al volo che Eileen stava pensando a qualcosa e per questo, seppur con un po’ più di tatto rispetto a come avrebbe fatto Louis, puntò gli occhi azzurri nei suoi e con un sorriso che sembrava dire “Ti conviene parlare tanto già ho capito a cosa stai pensando”, mormorò un «Perché improvvisamente sei tutta rossa? A cosa stavi pensando?»
Eileen rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva e il piatto che aveva ripreso dal lavandino le scivolò di nuovo di mano.
Il suo improvviso imbarazzo probabilmente era dovuto al fatto che non aveva ancora parlato a nessuno di Niall e di quello che provava per lui.
Non aveva un’amica con cui confidarsi come tutte le ragazze normali, l’unico amico che aveva lo sentiva tutte le sere al telefono, ma non poteva certo raccontargli cosa le faceva provare Niall e come da qualche giorno non riuscisse a pensare ad altro che a lui, alle sue mani, le sue dita fredde e le sue labbra morbide. Come se tutto il tempo passato a farsi troppi problemi e a cercare di tenerlo lontano le si fosse rigirato contro, costringendola a pensare a lui ogni secondo e facendole venire la voglia di recuperare tutto il tempo perduto.
Solo che non era da lei, non si era mai sentita così e le sembrava terribilmente strano, ma non sbagliato. Avrebbe solo dovuto capire come imparare a gestire quei suoi sentimenti, ma era come se sapesse che non ci sarebbe riuscita da sola, si sentiva satura di lui e provava talmente tante sensazioni che non sapeva da che parte cominciare per tornare almeno ad avvicinarsi alla normalità e mantenere in parte la sua sanità mentale.
Guardò Lottie, e per un secondo pensò che avrebbe potuto confidarsi con lei, ma poi ricordò che era più piccola e che probabilmente non avrebbe capito.
«Ho caldo», rispose semplicemente cercando di sorridere nonostante le tremassero le labbra voltandosi per controllare che quel maledetto piatto fosse ancora integro. Con movimenti meccanici riempì il lavandino di acqua calda, e si voltò verso Lottie per chiederle di passarle il sapone, ma si bloccò quando la trovò a fissarla con uno sguardo talmente scettico e divertito da farla sbiancare.
«Che c’è?» sbottò dopo qualche secondo con la gola secca. Lottie soffocò una risata e scosse la testa.
«Leen, lo so che pensi che io sia ancora una ragazzina che non capisce niente. Ma fidati, capisco perfettamente cosa sta passando per la tua testa», le disse con tranquillità.
Eileen deglutì e si sentì tremendamente in colpa per averla giudicata, abbassò lo sguardo e Lottie con un altro sorriso le passò il sapone senza che lei le chiedesse niente.
«Ti si legge in faccia, comunque», riprese Lottie, «Te l’ha mai detto Niall che basta guardarti un secondo per capire a cosa stai pensando?» le chiese con un sorrisetto.
Questa volta le sfuggì di mano il flacone del sapone e Lottie ridacchiò.
«Okay», si arrese Eileen sbuffando e alzando le mani in segno di resa. Lanciò uno sguardo torvo al lavandino sotto i suoi occhi e poi si voltò insofferente verso la ragazza che la stava guardando divertita.
«Tu lavi e io asciugo?» propose quasi con aria di supplica.
«Okay», accettò Lottie scambiando il posto con lei e cominciando a insaponare i piatti in silenzio.
Eileen sospirò e parlò senza rendersene conto, probabilmente il bisogno che aveva di confessarsi e di provare a capirci qualcosa era diventato troppo opprimente.
«Il fatto è che non so neanche io cosa mi succede», bisbigliò afferrando con attenzione i piatti che le passava Lottie. Quest’ultima annuì ed Eileen sospirò di nuovo.
«Non mi è mai successa una cosa così e non so come gestirla.»
«Sei innamorata», rispose Lottie alzando le spalle. Eileen la guardò e scosse la testa.
«Non è questo. Credo di averci fatto l’abitudine a questo. Il problema è che non so come gestirmi», precisò arrossendo e scuotendo velocemente la testa per bloccare i pensieri che avevano ricominciato a correre verso quella direzione, verso quella parte della sua mente che non sapeva neanche esistesse. La parte dove l’innocenza spariva e si risvegliava la donna che era in lei.
Lottie corrugò leggermente le sopracciglia e storse le labbra riflettendo, poi sbuffò probabilmente non capendo cosa volesse dire Eileen.
«Spiegati meglio.»
«E’ imbarazzante», borbottò Eileen distogliendo lo sguardo e arrossendo ancora di più. Non guardò Lottie in faccia, ma nel silenzio che seguì capì che aveva capito.
La cosa che imbarazzava Eileen, la cosa di cui non poteva parlare a nessuno o almeno non al suo migliore amico, né a Denise che era l’unica figura femminile su cui fare affidamento, non era affatto il sentimento innocente che provava per Niall.
Lo sfarfallio nello stomaco, il cuore che accelerava il battito e le guance che le andavano a fuoco  costantemente al solo pensiero di Niall non erano niente, in confronto a quello che provava e sentiva fisicamente quando lui le si avvicinava.
Era come se il muro che aveva eretto intorno a sé era definitivamente crollato, e il suo corpo ora aveva bisogno di sentire quei contatti, quel calore, quella morbidezza di cui si era privato in tutti quegli anni.
Eileen aveva costantemente bisogno di sentire il contatto con Niall, che non era affatto un contatto innocente. Perché al solo pensiero si sentiva andare completamente a fuoco ed era consapevole del fatto che le sarebbe bastato sfiorarlo per desiderare di più e per non riuscire a fermarsi.
Non si era mai sentita così, e quello la spaventava, perché non aveva metro di giudizio o paragone, non sapeva come gestire quelle nuove sensazioni senza passare per chi non era, e non avere nessuno con cui parlarne e a cui chiedere consiglio la faceva impazzire.
«Oh», mormorò Lottie osservando attentamente la sua espressione, «Oh», ripeté cambiando tono di voce e facendo arrossire ancora di più Eileen. Come le aveva detto appena pochi minuti prima, le si leggeva in faccia a cosa stava pensando, e dalla sua espressione doveva essere proprio chiara la via che avevano preso i pensieri di Eileen.
Arrossì, sperando che per Niall non fosse ugualmente facile intuirlo, anche se sapeva che la sua speranza era certamente inutile.
Sospirando piano le lanciò un’occhiata di sottecchi e la ritrovò a sorridere.
«Non devi sentirti in imbarazzo o come se fosse una cosa…strana», tentò di tirarla su arrossendo leggermente, «E’ normale che lui ti faccia questo effetto», concluse.
Eileen assottigliò gli occhi improvvisamente concentrata sul viso della ragazza, la domanda che voleva farle da quando l’aveva conosciuta a sfiorarle le labbra e Lottie distolse velocemente lo sguardo, come a volerle nascondere prontamente la risposta.
Troppo tardi.
«Lottie, a te piace, vero?» le chiese a bruciapelo. Lottie sfuggì di nuovo al suo sguardo improvvisamente troppo concentrata sul piatto che stava strofinando.
«Parlo in generale. Lui…lui fa questo effetto a milioni di ragazzine, figurati tu che ci stai insieme e in contatto», balbettò frettolosamente a voce acuta, «E’ normale che ti piaccia in quel senso, normalissimo.»
A quel punto Eileen sorrise intenerita dalla scena: era evidente che Lottie cercasse di generalizzare per non dover ammettere che una delle “ragazzine” di cui parlava era proprio lei, ed era carino da parte sua cercare di non farle capire quanto in realtà Niall le piacesse, per non creare disagio tra di loro.
Invece che arrabbiata, e gelosa, e impotente, si sentì un po’ in colpa, e intenerita. E un moto di affetto la costrinse a cercare di bloccare le preoccupazioni della ragazza.
«Lottie», mormorò dolcemente bloccandole le mani che strofinavano frenetiche la spugna sul piatto, quasi a consumarlo. Lottie alzò gli occhi su di lei e arrossì con sguardo abbattuto. Eileen le sorrise cercando di farle capire che non era arrabbiata, che poteva dirglielo, che non se la sarebbe presa.
Lottie sospirò e chiuse gli occhi.
«Scusami, Leen, non avrei dovuto fartelo capire», mormorò abbattuta. Eileen rise e Lottie rialzò lo sguardo timidamente.
«L’avevo capito già un po’ da sola, me l’aveva detto Niall e Louis non è uno che riesce a tenere ben nascoste le cose, quindi…non preoccuparti.»
Lottie a quelle parole strabuzzò gli occhi.
«Te l’ha detto Niall?» chiese in un bisbiglio probabilmente pregando dentro di sé che Eileen negasse. Eileen arricciò il naso e Lottie aprì un occhio per poi sbruffare sconfitta.
«Perfetto, davvero perfetto», borbottò ricominciando a lavare i piatti con le orecchie rosse dalla vergogna.
Eileen sorrise e finì di sciacquare i piatti, mentre Lottie sistemava la cucina.
«Quanto devo essergli sembrata una ragazzina imbecille?» chiese quasi tra sé e sé.
Eileen le sorrise e le diede un buffetto sulla testa.
«Ma no, lui ti vuole bene non…»
«Certo», la interruppe bruscamente Lottie con sguardo sofferente, «Mi vuole bene come una ragazzina imbecille che gli corre dietro e salva le sue foto sul telefono!» sbottò. Eileen lanciò un’occhiata alla porta aperta della cucina con l’intento di ricordarle che Niall era appena nell’altra stanza e che avrebbe potuto sentirla.
Lottie capì e sbruffò di nuovo, ravvivandosi i capelli con un gesto di stizza. Eileen sorrise del suo imbarazzo e della sua rabbia e cercò di rassicurarla anche se la situazione le sembrava a dir poco surreale.
«Non credo che pensi questo di te», le disse Eileen con delicatezza, «Ti conosce, sa che sei una ragazza sensibile e seria, e non si sa come sei cresciuta così bene… guardando tuo fratello», abbozzò una risata cercando di smorzare la tensione. Lottie si lasciò andare ad un sorriso e mezzo sospiro di sollievo, poi la guardò con timore.
«Però non voglio che tu pensi a me come…come una rivale. Cioè», sbuffò e alzò gli occhi al cielo probabilmente non trovando le parole esatte per esprimersi, poi puntò quei fari azzurri e sinceri nei suoi.
«Non che Niall potrebbe mai mettere da parte te per… Voglio dire, non è una cosa così importante, insomma. E’ solo che sono cresciuta con lui in testa, ero una ragazzina stupida quando l’ho conosciuto e ai miei occhi sembrava…sembrava una specie di principe azzurro!» esclamò incredula di se stessa. Eileen scoppiò a ridere davanti alla sua espressione schifata e Lottie scosse la testa rassegnata.
«Capisco cosa intendi. Credo che questo sia l’effetto che faccia a tutte le ragazze», commentò alzando le spalle. Lottie la guardò con un sorrisetto.
«Sicuramente è l’effetto che fa a te», insinuò. Eileen non arrossì, non si sentì in imbarazzo, perché non era affatto così che vedeva Niall.
Non lo vedeva come un principe delle favole corso a salvarla, non era niente di tutto questo per prima cosa perché niente tra di loro era mai stato facile come si legge nelle fiabe, e niente le assicurava che poi a discapito di tutto ci sarebbe stato un lieto fine.
Niall era reale, ed era ancora più bello di qualsiasi favola da sogno.
«No, per niente», negò infatti stringendo le labbra in un sorriso e stringendosi nelle spalle, «Lui per me è tutt’altro.»
Non c’erano parole per spiegare quanto Niall significasse per lei, quanto non potesse essere paragonato neanche minimamente ad uno stupido personaggio fantastico, ma Lottie sembrò capire dal suo sguardo quello che intendeva, perché annuì quasi imbarazzata dall’intensità di quello che vide nei suoi occhi.
«Capisco», mormorò, «L’unica cosa importante è che non pensi che io voglia mettermi tra voi, o fare…provare a fare qualsiasi cosa con lui, insomma. Alla fine è come un fratello maggiore per me», sospirò e abbassò lo sguardo imbarazzata, «Un fratello maggiore per cui avevo una cotta da vergogna», borbottò quasi tra sé e sé. Eileen ridacchiò e le passò un braccio sulle spalle per farle capire che non ce l’aveva affatto con lei e che non la considerava una rivale o quant’altro.
Lottie le sorrise prima sinceramente grata, poi la sua espressione mutò probabilmente ripensando a come era cominciato il discorso, diventando troppo simile a quella del fratello quando stava pensando a qualcosa di poco innocente.
«Allora, prima che venisse fuori il mio passato oscuro…», cominciò con un lampo furbetto negli occhi, «A cosa stavi pensando che ti ha reso improvvisamente accaldata?» le chiese con un ghigno.
Eileen avvampò e si chiese come potesse una ragazza apparentemente così innocente e tranquilla fare determinate domande. Poi si ricordò che era la sorella di Louis -sembro un angelo ma non lo sono proprio per niente- Tomlinson.
Tossicchiò per schiarirsi la gola e sciolse quella sottospecie di abbraccio avviandosi a passo spedito verso la porta della cucina.
«Magari ne riparliamo, eh? Adesso raggiungiamo quei due o chissà cosa combinano», la buttò lì tentando di sviare gli occhi indagatori e divertiti della ragazza. Lottie schioccò la lingua e scosse la testa facendo spallucce.
«Non sono brava quanto mio fratello a mettere in difficoltà le persone», mormorò con aria affranta. Eileen scoppiò a ridere e le fece segno di seguirla.
«Sei sulla buona strada, il maestro sta facendo un gran lavoro.»
«Scommetto che state parlando di me!» esclamò Louis sentendo l’ultima parte della frase e saltando in piedi. Lottie roteò gli occhi al cielo e si buttò sul divano mentre Eileen lo ignorò completamente, troppo rapita dagli occhi di Niall puntati su di lei.
«Non sei il centro del mondo, Tommo», borbottò Lottie guardandolo male. Louis le fece una smorfia mentre Dylan raggiungeva la ragazza arrampicandosi sul divano.
«Gioca con me», le disse passandogli una macchinina.
Ma Eileen non si accorse di niente di tutto questo perché Niall nel frattempo si era alzato, le era andato incontro con un sorriso timido a piegargli le labbra e le aveva circondato i fianchi con un braccio. Eileen si aprì in un sorriso, come faceva fin troppo spesso negli ultimi giorni quando lui le si avvicinava, e arricciò il naso divertita quando Niall ci strofinò sopra il suo.
Senza dire una parola, perché tra loro non servivano quasi, la baciò delicatamente facendo appena toccare le loro labbra ma accendendo una fiamma divampante dentro di lei.
Eileen gli circondò il collo con le braccia e sorrise sulle sue labbra, baciandolo di nuovo dimenticandosi del resto dei presenti nella stanza.
I suoi pensieri stavano di nuovo prendendo una piega poco raccomandabile, ma non fece in tempo a vergognarsene che l’urlo di Dylan la riportò alla realtà.
«Giochiamo a nascondino!» esclamò schizzando in piedi e lasciando perdere una visibilmente annoiata Lottie che sospirò di sollievo senza ritegno. Eileen sbuffò e Niall alzò gli occhi al cielo distanziandosi un pochino e allentando la presa sui suoi fianchi.
Ovviamente Louis non ci pensò mezzo secondo ad assecondarlo e cominciò a saltellare insieme a lui.
«Ottima idea piccoletto!» esclamò porgendogli il cinque. Il bambino lo guardò con quel sorriso smagliante, solo un po’ confuso dal gesto del ragazzo, allora Louis si chinò e gli prese la manina per farla scontrare con la sua. Dylan lanciò un urletto eccitato e gli batté di nuovo il cinque facendolo scoppiare a ridere.
Eileen osservò la scena intenerita ridacchiando e sentendosi gli occhi di Niall puntati addosso. Quest’ultimo la abbracciò e le lasciò un bacio sulla tempia facendola rabbrividire dalla testa ai piedi.
«Zio! Lee! Nascondinooo», li richiamò Dylan saltellandogli intorno e prendendo per mano Eileen tirandola via dall’abbraccio di Niall.
Eileen lo lasciò fare ridendo e sentì Niall borbottare «Non ci lasciano tre secondi in pace», con sicura conseguente occhiataccia verso Louis.
«Zio!» urlò Dylan indignandosi e puntando i piedi con un cipiglio frustrato sul volto. Louis ridacchiò e Niall alzò di nuovo gli occhi al cielo.
«Sunshine, dì al tuo amore di non fare il guastafeste», le bisbigliò Louis facendo qualche saltello come a riscaldarsi. Eileen sorrise arrossendo appena e fece un cenno a Niall.
«Andiamo, facciamolo contento», gli disse stringendosi nelle spalle. Niall assottigliò gli occhi e scrollò le spalle arrendendosi.
«Maledetto Louis», proclamò avvicinandosi a quell’insolito terzetto. Dylan li guardava come per decidere con chi allearsi, pronto a combattere.
«Io non ci penso neanche, cercate di urlare piano», mormorò Lottie non appena lo sguardo eccitato di Louis si posò su di lei. Questo sbuffò e le fece una smorfia.
«Quanto sei noiosa, Lots.»
Lei per tutta risposta lo ignorò e aprì il suo libro immergendosi nella lettura. Louis sbuffò di nuovo e decise di lasciar perdere ritrovando all’istante il sorriso.
 «Vai a nasconderti Dylan», mormorò con aria cospiratoria accucciandosi accanto al bambino che gli sorrise eccitato, «Conta Nialler!» esclamò poi spingendolo contro il muro del salone.
«Oh, Lou andiamo!» si lamentò questo imbronciandosi ma poggiando comunque un braccio al muro per poi poggiarci contro gli occhi.
Eileen lo trovò così tenero che non resistette dall’avvicinarsi mentre Louis e Dylan sparivano nelle altre stanze ridendo e urlando. Gli scoccò un veloce bacio sulla guancia e gli sorrise quando lui alzò di scatto la testa.
«Buona fortuna», canticchiò facendo per allontanarsi. Ma lui non glielo permise, afferrandola velocemente e tirandola vicino a sé con un sorrisetto sulle labbra.
«Tu nasconditi bene, perché se ti trovo finisco quello che avrei voluto iniziare prima», le bisbigliò labbra contro labbra. Eileen sentì una vampata di calore partirle dal petto e diffondersi in tutto il corpo facendola fremere e seccandole la gola. Il sorrisetto che Niall le lanciò prima di lasciarla andare non le fu per niente d’aiuto e le ci volle tutta la concentrazione possibile per costringere i suoi piedi a spostarsi e a riprendere il controllo di sé prima di sciogliersi e crollare a terra.
Sbatté le palpebre più volte e si schiaffeggiò il viso guardando Dylan e Louis correre nell’ingresso probabilmente per nascondersi dietro qualche mobile. Senza sapere dove altro andare e trovando leggermente ridicolo che a quell’età stesse sul serio giocando a nascondino, si infilò nello stanzino del sottoscala, lasciando la porta accostata per far entrare un po’ d’aria e non morire soffocata.
Lì, al buio e da sola, tentò di rilassarsi e di darsi una regolata. Non poteva accendersi in quel modo ogni volta che Niall la sfiorava o le si avvicinava, non poteva permettere che i suoi ormoni prendessero il sopravvento impedendole di ragionare, non era affatto da lei e prima o poi le avrebbe causato qualche situazione imbarazzante, se lo sentiva.
«Lou, un nascondiglio più stupido non potevi trovarlo», sentì borbottare Niall mentre con passi veloci tornava alla tana per eliminare Louis da gioco. Eileen trattenne un sorriso e immaginò l’espressione imbronciata di Louis.
«Oh, tu potevi far finta di non vedermi!» si lamentò. Niall ridacchiò e il cuore di Eileen aumentò il battito.
«Così che gusto c’è?» replicò Niall con tono saccente.
«Non sei capace neanche a giocare a nascondino, vergognati», commentò Lottie con voce divertita, «Io vado a fare una passeggiata al parco», annunciò e dopo qualche secondo Eileen sentì sbattere la porta di casa.
«Va a cercare gli altri due, su, voglio giocare di nuovo», esclamò Louis. Eileen immaginò Niall roteare gli occhi al cielo e immaginò anche il suo sorriso su quelle labbra morbide e sempre umide, quella fossetta piccolissima che gli si formava sulla guancia destra e quella invece più accentuata sul mento.
Si era detta che avrebbe dovuto imparare a gestirsi e a non lasciare libero sfogo ai pensieri e all’immaginazione, ma ovviamente era più facile pensarlo che metterlo in atto, perché non appena sentì i passi felpati di Niall passare davanti alla porta dello stanzino, le si scollegò il cervello e agì d’impulso.
Allungò il braccio proprio nel momento in cui Niall stava passando lì davanti, lo afferrò e lo tirò verso di sé.
Niall non ebbe modo neanche di realizzare che cosa stava succedendo, che si ritrovò le labbra di Eileen incollate alle sue, le braccia allacciate dietro al collo e il suo corpo premuto contro.
Eileen era fuori di sé, incontrollata e decisamente in una situazione imbarazzante, ma Niall era sempre un maschio e nessun ragazzo sano di cervello avrebbe protestato davanti ad un’iniziativa del genere.
Per questo, dopo quel mezzo secondo che ci mise a capire che cosa stava succedendo, si schiacciò ancora di più contro di Eileen facendola quasi diventare un tutt’uno con il muro dietro di sé e ricambiò il bacio con una passione e un bisogno che fecero pensare a Eileen che lui non stava messo tanto meglio di lei, alla fine.
Lo schiocco delle loro labbra che si separavano la fecero rabbrividire, mentre Niall poggiava la fronte sulla sua con il fiato corto, un sorriso compiaciuto sulle labbra e gli occhi quasi…famelici.
«Ti ho trovato», le bisbigliò contro le labbra. Eileen gli sorrise e infilò una mano tra i suoi capelli socchiudendo gli occhi e perdendo ormai il conto dei battiti che il suo cuore faceva al secondo.
«Mi sono fatta trovare», precisò con una voce che non le sembrava neanche la sua. Niall fece appena in tempo a sorridere prima di baciarla di nuovo e di premersi contro di lei, anche lui ormai perdendo ogni ragione.
«Ehi, qui c’è qualcuno che rallenta il gioco!» urlò Louis facendoli sobbalzare. Niall si guardò intorno, ma la voce di Louis proveniva dal salone, segno che doveva averli sentiti fin da lì. Eileen arrossì se possibile ancora di più e si costrinse a sciogliere l’abbraccio premendo le mani sul suo petto che si alzava e abbassava ad un ritmo quasi spaventoso.
 «Corri Dylan, corri a fare tana libera tutti!»
Si sentirono i passi di Dylan correre veloci sul pavimento e Niall sbruffò, prendendo la mano di Eileen e trascinandola con sé. Fecero appena in tempo a vedere Dylan che si buttava quasi addosso al muro urlando «Tana!» con espressione vittoriosa. Louis rise e gli fece segno di continuare. Dylan lo guardò per un secondo confuso, poi si illuminò.
«Libera tutti!» continuò sbattendo di nuovo la mano sul muro. Louis lanciò un urlo entusiasta e batté la mano al bambino che rise cominciando a saltellargli intorno.
Inutile dire che Eileen era concentrata sulla mano di Niall stretta nella sua, il pollice che le disegnava cerchi a casaccio sul palmo. Sorrise e sentì le labbra tremare dalla voglia di sentire di nuovo il sapore di Niall.
«Ha!» urlò di nuovo Louis puntando un dito contro di loro, «Darling ti fai distrarre troppo facilmente, tocca di nuovo a te», lo canzonò andando verso di loro con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
«Bel lavoro, Sunshine», si complimentò ammiccando e battendo il cinque a Eileen che arrossì vistosamente lasciandosi andare ad una risatina nervosa.
«Solo…la prossima volta chiudetevi in camera. Non vorrei che il piccoletto si chiedesse  da dove provengano certi rumori…molesti», le bisbigliò ghignando. Eileen arrossì dalla testa ai piedi e per mezzo secondo pensò seriamente di andare a fuoco.
«Louis», lo rimproverò Niall con voce tremolante. Il ragazzo spostò gli occhi su di lui e Eileen si lasciò andare ad un piccolo sospiro di sollievo.
«Vale anche per te, maschione.»
«Okay!» esclamò Eileen a voce troppo alta sentendosi troppo sotto pressione.
I due si voltarono di scatto verso di lei, Louis sorpreso, Niall intenerito ma anche grato per aver fatto distogliere l’attenzione di Louis da lui.
«Dylan, che ne dici di raggiungere Lottie e andare a fare una passeggiata?» propose nervosamente, lasciando andare la mano di Niall perché la situazione si stava facendo insostenibile.
«Si!» urlò il bambino con un gran sorriso. Eileen sospirò di sollievo.
«Bene, mettiamoci le scarpe allora.»
«Vengo anche io», annunciò Louis con uno sguardo strano e un sorrisetto divertito. Niall gli lanciò un’occhiata dubbiosa, poi guardò Eileen  e trattenne il respiro.
«Io resto a casa. Credo sia…meglio che mi rilassi un pochino», mormorò. Eileen ricambiò la sua occhiata perdendosi per qualche secondo di troppo sulle sue labbra e poi scivolando involontariamente con lo sguardo un po’ più giù. Sbarrò gli occhi e rischiò di strozzarsi con la saliva, voltandosi di scatto per non pensare a cosa avrebbe certamente preferito fare in quel momento…probabilmente avrebbe aiutato Niall a rilassarsi.
Si stupì dei suoi pensieri e si sventolò la faccia sentendosi seriamente andare a fuoco, mentre cercava di concentrarsi nell’infilare le scarpe ai piedini di Dylan, che non riusciva a stare un secondo fermo dall’entusiasmo.
«Sì, Darling, vai a farti una bella doccia gelata», gli consigliò Louis. Eileen  fece appena in tempo ad alzare gli occhi per vedere Louis mollargli una sonora pacca sulla spalla con un sorriso alquanto depravato sulle labbra, e Niall sobbalzò arrossendo dalla testa ai piedi.
Eileen scosse la testa velocemente per dare un taglio ai suoi pensieri, e si concentro ad infilare la felpa a Dylan, per non rischiare che il clima precario di quella giornata di agosto ma pur sempre irlandese avrebbe potuto fargli prendere un raffreddore.
«Okay, andiamo», sussurrò quando riuscì nell’impresa nonostante le mani tremanti. Si voltò e vide Louis e Niall discutere sotto voce, il primo con sguardo malizioso, l’altro imbarazzato. Eileen si schiarì la gola e Dylan saltellò verso la porta impaziente di uscire.
I due interruppero i loro bisbigli e le loro occhiate infuocate e si voltarono verso di lei.
Evitò accuratamente di guardare Niall negli occhi e fece segno a Louis di andare.
«Torniamo presto, Darling, non sentire la nostra mancanza», squittì Louis con un gran sorriso superando Eileen e prendendo per mano Dylan per uscire in fretta di casa. Eileen sospirò e lanciò un’occhiata a Niall.
«Sicuro che non vuoi venire?»
Niall abbozzò un sorriso e dondolò sui talloni, «No, tranquilla», mormorò scuotendo la testa. Poi diventò serio in un secondo e la fissò intensamente.
«Basta che non state fuori a lungo», aggiunse. Eileen deglutì e le tremarono le gambe ma si impose di non raggiungerlo perché sapeva che se l’avesse fatto non sarebbe più uscita di casa.
Così si sforzò di annuire, abbozzò un sorriso e si voltò, praticamente quasi correndo fuori e lasciandosi andare ad un sospiro di sollievo solo una volta che si fu chiusa la porta alle spalle.
Sollievo che durò ben poco, perché Louis la stava aspettando con Dylan dall’altra parte della strada, con un sorrisetto sulle labbra che non prometteva niente di buono. Eileen lo raggiunse, prese l’altra mano di Dylan e capì che Louis sarebbe riuscito in quello che aveva provato a fare solo poco tempo prima sua sorella.
Per questo non si stupì quando Louis si schiarì teatralmente la gola e la guardò alzando entrambe le sopracciglia.
«Allora…» cominciò. Eileen lo guardò e arrossì immediatamente, già immaginando dove le sue domande sarebbero andate a parare. Così lo interruppe subito con sguardo implorante.
«Facciamo che prima arriviamo al parco e lasciamo Dylan giocare lontano da noi e dalle tue domande inopportune, così che non si lasci scappare niente quando torniamo a casa?» propose frettolosamente senza neanche sapere cosa stava dicendo e in cosa si stava andando a impicciare. Il sorrisetto di Louis si accentuò e si strinse nelle spalle.
«Okay», acconsentì ma Eileen non fece neanche in tempo a sospirare che continuò, «Ma non credere di sfuggirmi, signorina.»
E quella, suonava proprio come una minaccia.
 
 
 
Quando rientrarono a casa era ormai buio. Mentre Dylan giocava con gli altri bambini al parco sotto lo sguardo attento di Lottie, Louis aveva tempestato Eileen di domande imbarazzanti e non, prosciugandola di tutte le sue energie, tanto che ad un certo punto smise di fare resistenza e lo accontentò in tutto quello che voleva sapere, senza più innalzare muri o filtri cervello-bocca. Era talmente intenta a concentrarsi su cosa dire a Louis che non si era accorta del sole che tramontava e del venticello sempre più freddo che si alzava, non si era accorta dei bambini che diminuivano sempre di più e si era resa conto che era l’ora di tornare a casa solo quando Dylan mugugnando qualcosa le si era arrampicato in braccio chiudendo gli occhi probabilmente stanco e con il bisogno di riposare. Allora era schizzata in piedi ed era tornata alla realtà, interrompendo Louis nel bel mezzo dell’ennesima domanda, affermando che era necessario che si sbrigassero a tornare a casa.
Per sua fortuna quello scatto sembrò mettere fine a quell’interrogatorio, perché Louis non proferì parola nel ritorno verso casa, del tutto perso tra i suoi pensieri probabilmente intento ad assimilare tutte le informazioni che Eileen gli aveva concesso.
Quando finalmente aprì la porta di casa tirò un sospiro di sollievo, sicura che Louis non l’avrebbe più importunata con alcuna domanda, non in presenza di Niall.
Prima che Louis potesse annunciare il loro ritorno con un urlo squillante come suo solito, Eileen notò che le luci erano spente e che Niall era disteso sul divano a pancia in giù, un braccio che penzolava, gli occhi chiusi e il respiro regolare.
«Dorme», mormorò Lottie dando voce ai suoi pensieri guardando il ragazzo con un sorriso intenerito sulle labbra, specchio di quello di Eileen.
«Oh, allora facciamo piano», scherzò Louis entrando in punta di piedi. Si fermò accanto all’entrata e staccò un post-it giallo attaccato allo specchio. Lo lesse velocemente e poi lo mostrò alle due ragazze.
«Gli sposini sono andati a cena a casa Horan, probabilmente non tornano a dormire e li rivediamo domani mattina», recitò con un gran sorriso.
«Stasera party hard!» esclamò sottovoce alzando un pugno al cielo.
Eileen si lasciò andare ad una piccola risata e lasciò Dylan, completamente addormentato, tra le braccia di Lottie.
«Portalo in camera», le disse con un sorriso, Lottie annuì e sparì al piano di sopra. Eileen osservò di nuovo Niall e lo trovò così dolce e tenero e indifeso che non poté fare a meno di avvicinarsi. Si bloccò solo quando sentì Louis schiarirsi la gola teatralmente.
Si voltò verso di lui e gli lanciò uno sguardo esasperato all’ennesimo suo sorrisetto malizioso.
«Sì Lou, ci penso io a svegliarlo. Tu pensa ad ordinare le pizze per cena», borbottò spingendolo verso la cucina e quasi lanciandogli il telefono.
Louis ridacchiò e per una volta, miracolosamente, non disse niente e sparì nell’altra stanza.
Eileen finalmente si sentì libera di fare quello che voleva fare senza la pressione di quegli occhietti vispi che la osservavano pronti ad analizzare ogni sua singola mossa.
Era decisamente troppo protettivo nei confronti di Niall, e cominciava a diventare snervante. Ormai avrebbe dovuto capire che Eileen non aveva intenzione di fargli del male, non volontariamente almeno.
Con l’ennesimo sospiro si avvicinò a Niall, così vulnerabile nel sonno, e gli si sedette accanto osservando da vicino quel volto disteso, rilassato, con le labbra dischiuse e il respiro pesante che usciva da esse.
Si ritrovò a sorridere e la sua mano si mosse da sola verso i suoi capelli, carezzandoli dolcemente fino a scendere sulla guancia e la pelle morbida. Le palpebre di Niall tremolarono e quando Eileen gli sfiorò le labbra con il pollice si aprirono del tutto.
«Ehi», mormorò con voce rauca quando la mise a fuoco. Eileen gli sorrise e tornò a carezzargli i capelli con dolcezza. Niall socchiuse gli occhi respirando beato e il sorriso di Eileen si allargò mentre il cuore le si riempiva di amore.
Quando Niall riaprì gli occhi, Eileen fece appena in tempo a leggerci una nota fuori posto, come di nostalgia o tristezza, prima che lui la afferrasse e la costringesse a stendersi accanto a lui, la sua schiena contro il suo petto e le sue braccia intrecciate sulla sua pancia.
«Siete stati via tanto», mormorò Niall con le labbra poggiate sul suo collo. Eileen rabbrividì e arrossì quando Niall le carezzò la pancia con le mani.
«Non mi sono resa conto di che ora fosse», spiegò. Niall la strinse di più a sé e soffiò sul suo collo.
«Greg e Denise sono tornati cinque minuti e sono ripartiti» mormorò.
«Lo so, sono a cena dai tuoi. Denise ha lasciato un post-it sullo specchio.»
«Tipico di Denise. Lascia post-it ovunque», ridacchiò Niall sulla sua pelle facendola rabbrividire di nuovo.
Poi sospirò e affondò il viso tra il suo collo e la spalla.
«Mi sei mancata», mormorò con una nota triste nella voce stringendola ancora di più. A Eileen mancò il respiro e si maledì per essere stata fuori così tante ore e aver perso del tempo prezioso che avrebbe potuto passare con Niall. Magari non da soli, magari solo guardandolo, ma sarebbe stato abbastanza.
Improvvisamente, la consapevolezza che il loro tempo era in qualche modo limitato, le chiuse lo stomaco e le diffuse un senso d’ansia in tutto il corpo.
«Anche tu», soffiò di rimando intrecciando le dita a quelle di Niall che le lasciò un bacio sulla tempia.
«Denise mi ha chiesto di aiutarla ad organizzare la festa per Dylan, la prossima settimana», mormorò dopo un po’ per rompere quel silenzio e per cercare di mettere a tacere il vortice dei suoi pensieri. Niall si irrigidì appena.
«Siamo già a metà Agosto?» chiese confuso ed Eileen fu sicura di aver sentito ansia nella sua voce. I loro pensieri viaggiavano sulla stessa lunghezza d’onda, la realtà purtroppo era fin troppo evidente.
«Già.»
«Accidenti, è volata quest’estate», mormorò Niall e a quelle parole fu automatico stringersi ancora di più.
Erano consapevoli entrambi che la fine dell’estate portava la fine di quella tranquillità che si era creata, di quelle giornate tutte loro, del vedersi ogni giorno e tutto il giorno.
La fine dell’estate avrebbe portato la lontananza.
«Potrei far venire i ragazzi, così te li faccio conoscere prima di…» mormorò Niall per poi bloccarsi improvvisamente. Eileen voltò poco la testa ma Niall nascose di nuovo il viso nel suo collo.
«Che?»
«Niente, niente», mormorò Niall frettolosamente, anche se Eileen aveva intuito cosa stesse per dire.
«Devo chiedere a Denise se è possibile, anche se dovranno alloggiare in albergo, perché qui non entriamo più», continuò con una mezza risata. Eileen sorrise appena.
«Dylan sarebbe entusiasta.»
«Oh sì, lui li adora, soprattutto Harry», esclamò Niall ed Eileen gli sorrise di nuovo non riuscendo a dire niente, troppo preoccupata, troppo tesa.
«A proposito di Harry…» mormorò Niall forse pensando che quell’improvvisa tensione di Eileen fosse dovuta a quel nome. Lei scosse la testa e si rilassò, agitandosi tra le sue braccia per voltarsi verso di lui.
«Niall, tranquillo. E’ tutto passato», lo interruppe guardandolo dritto negli occhi. Niall le sorrise e intrecciò le mani dietro la sua schiena avvicinandola ancora di più a sé per non farla cadere dal divano dove entravano appena.
«Bene», mormorò aprendosi in un sorriso abbagliante. Eileen si perse a guardarlo e senza pensarci si allungò per imprimere le sue labbra su quel sorriso.
Gli era mancato fin troppo in quelle poche ore che erano stati lontani, e aveva bisogno di sentire di nuovo il suo sapore buono sulle labbra. Il sorriso di Niall si accentuò, prima che approfondisse il bacio stringendola a sé e togliendole il respiro.
Eileen stava andando a fuoco, la sua pelle bolliva ed era sempre così piacevole il contatto con le dita fredde di Niall che sospirò di sollievo quando queste, come d’abitudine, si intrufolarono sotto la sua maglia per accarezzarle la schiena.
Quando si staccarono, perché entrambi avevano bisogno di respirare, Eileen intrufolò il viso nel suo collo e lo abbracciò a sua volta, sentendosi a casa tra quelle braccia.
«Dovremo chiamare anche i miei, non si perderanno il compleanno del loro nipotino», mormorò Niall lasciando qualche bacio tra i suoi capelli. Eileen si irrigidì a quelle parole.
«Oh.»
«Che c’è?» le chiese subito Niall allarmato.
«Niente», si affrettò a rispondere con voce acuta ma Niall, come sempre, aveva intuito i suoi pensieri.
«Non sarai preoccupata di conoscere i miei genitori, vero?» le chiese allontanandola da sé per guardarla bene in faccia. La sua espressione doveva rispondere per lei, perché Niall alzò gli occhi al cielo e si lasciò andare ad un sorriso divertito. Sospirò e le carezzò i capelli per tranquillizzarla.
«Non dovrai presentarti come…insomma non dovremo per forza dire cosa c’è tra noi. Potrai anche solo essere “la baby sitter di Dylan”, se vuoi», le disse facendo spallucce. Eileen rimase interdetta da quelle parole, ma soprattutto confusa dalla sua espressione quasi delusa e triste. Come se non gli piacesse tanto quella proposta che le aveva appena fatto. Eileen arrossì e si agitò, non sapendo come fare per evitare di offenderlo e farlo rimanere male, e allo stesso tempo per evitare di infilarsi in qualche situazione che sarebbe stata sicuramente troppo imbarazzante.
«Beh, io…non lo so, io…», cominciò a balbettare e a gesticolare animatamente, riuscendo a far ridere Niall e a togliergli quell’espressione corrucciata dal viso. La bloccò con un bacio sul naso e una piccola risata.
«Cookie, non pensarci adesso. Vedremo quello che succederà», la tranquillizzò. Eileen arricciò il naso poco sicura, ma Niall le diede un piccolo bacio sulle labbra e allora riuscì a rilassarsi.
«Okay», mormorò sapendo che il discorso non era chiuso, ma solo rimandato.
«Sentite, ho resistito fin troppo da solo in cucina senza parlare. Potrete fare le vostre cose stanotte, ho bisogno di un po’ di tv», la voce di Louis li fece sobbalzare entrambi mentre questo entrava a tutta furia nella stanza evitando di guardarli e costringendoli a sciogliere l’abbraccio in un istante. Eileen si alzò di scatto e gli lanciò un’occhiataccia più per lo spavento che per averli interrotti, dopo tutto quello che gli aveva detto quel pomeriggio non si sarebbe più imbarazzata facilmente davanti a lui. Niall borbottò dietro di sé qualcosa di incomprensibile e si mise seduto puntando il suo sguardo glaciale su Louis che se ne stava in piedi a braccia incrociate con un sorrisetto angelico sulle labbra.
«Lou, ti prego smettila con questa storia», sbottò Niall.
«Che ho fatto?» si imbronciò subito lui. Niall sbuffò e gli lanciò un’altra occhiataccia facendo automaticamente sorridere Eileen. Era troppo tenero con quel cipiglio frustrato sul volto. Anche quando era arrabbiato faceva venire voglia di abbracciarlo.
«Queste battutine continue, basta ti prego», spiegò esasperato. Louis scoppiò a ridere e si buttò sul divano seduto accanto a lui, abbracciandolo di slancio e sfregandogli una mano sui capelli.
«Lou!» protestò Niall cercando di spingerlo via. Louis rise e si attaccò come un polipo.
«Quanto sei nervosetto, Darling!» esclamò scompigliandogli i capelli. Eileen sorrise a vedere spuntare un sorriso sulle labbra imbronciate di Niall: era impossibile restare arrabbiati con Louis per più di due secondi, quello era evidente e appurato ormai.
«Vado a vedere se Lottie ha bisogno di una mano», mormorò Eileen lasciandoli alla loro lotta e avviandosi verso le scale.
«Lou, basta», sentì borbottare Niall. Louis rise e si arrese.
«Vuoi una sigaretta?»
«No.»
«Bimbetto.»
«Non voglio soffocare.»
«O non vuoi puzzare di fumo quando bacerai la tua bella?»
A quelle parole automaticamente Eileen si bloccò sul terzo scalino. Sapeva che avrebbe dovuto continuare a salire le scale, che non era educato origliare e ricordava bene come era andata a finire l’ultima volta che l’aveva fatto. Ma allo stesso tempo sapeva che Louis aveva un’opinione totalmente diversa da quella che si era fatta Harry senza neanche conoscerla, e sapeva cosa gli aveva detto quel pomeriggio ed era curiosa di sentire se aveva qualcosa da dire a Niall riguardo le sue confessioni.
Si sentì una ladra, una persona deplorevole, ma si rannicchiò sullo scalino stringendosi le gambe al petto, dicendosi che se la conversazione avesse toccato argomenti al di fuori di sé non avrebbe ascoltato una parola di più.
«Idiota», sentì borbottare Niall. Sorrise.
«Ha! Ormai dovresti saperlo che ti leggo nel pensiero.»
«Comunque, non fumare dentro casa», borbottò ancora.
«Sai ci ho parlato un po’», mormorò Louis improvvisamente serio facendole drizzare le orecchie. Sapeva che gliel’avrebbe detto, era normale che fosse più leale verso il suo amico che una sconosciuta, nonostante lei si fosse fidata di lui facendogli intendere quanto erano profondi i sentimenti e la fiducia che riponeva in Niall.
Non era arrabbiata, perché se lo aspettava, era solo preoccupata e impaziente di scoprire la reazione di Niall.
«Cosa?» esclamò Niall ed Eileen poté immaginare i suoi bellissimi occhi sbarrarsi increduli.
Avrebbe voluto essere lì per annuire con enfasi e per fulminare con gli occhi Louis, precisando quanto l’avesse fatta parlare, fino a farle seccare la gola e a prosciugarla di ogni riserva di energia.
«Con Eileen, prima», spiegò Louis con una calma innaturale, «Tu non sei voluto venire, così io mi sono sentito libero e l’ho interrogata», precisò e questa volta Eileen sentì una nota saccente e soddisfatta nella sua voce.
«Louis, accidenti!»
«Che c’è?» chiese fintamente innocente. Eileen si mise una mano davanti alla bocca per bloccare la sua risata. Immaginava perfettamente le espressioni di Louis e non sapeva come facesse Niall a non scoppiare a ridergli in faccia.
«Perché devi mettere in difficoltà ogni povera ragazza che ti viene presentata?» sbottò invece, ed Eileen sentì il cuore accelerare il battito. Era preoccupato per lei, che avesse potuto turbarla o infastidirla.
«Perché voglio sapere con chi hanno a che fare i miei pargoli», replicò Louis quasi offendendosi.
«Mio Dio…», sbottò Niall arrabbiato. Eileen corrugò la fronte e si mordicchiò le unghie.
«Comunque», ricominciò Louis ignorandolo, «Mi piace», affermò con convinzione.
Eileen sentì Niall sospirare, arrendendosi al fatto che Louis fosse Louis, e che non si poteva controllare.
«Lo so», mormorò. Eileen era sicura, sicura al cento per cento che stava sorridendo e avrebbe pagato oro per vederlo.
«Lo sai?»
«Sì, non può esserci qualcuno a cui non piace», replicò Niall convinto. Il cuore di Eileen si fermò e stava per alzarsi e correre da lui, non capì proprio cosa la fermò in quel momento. Louis ridacchiò.
«E’ una brava ragazza, dolce, fin troppo sensibile, chiusa. Sembra fatta apposta per te», aggiunse con voce soddisfatta. Niall rise e automaticamente Eileen sorrise tamburellando nervosamente un piede a terra.
«Ha avuto un sacco di problemi», aggiunse ancora Louis nuovamente serio.
«Te ne ha parlato?» chiese Niall sorpreso.
Aveva dovuto farlo, ma non si era sentita costretta più di tanto. Louis non aveva affatto tatto, ma allo stesso tempo non mostrava mai, mai, di avere pietà di lei. Per questo si era sentita libera di raccontargli quella sua parte della sua vita che non raccontava mai a nessuno, che teneva nascosta nell’ombra. E Louis non l’aveva trattata come una povera ragazza incompresa e sfortunata. Louis aveva sdrammatizzato con una frase delle sue, facendola ridere anche se aveva il cuore stretto in una morsa come ogni volta che ripensava al suo passato.
«Un po’», rispose Louis, «Ma si capisce comunque, insomma…ogni tanto si spenge la luce che ha negli occhi.»
Niall sospirò ed Eileen tremò appena. Era cosi evidente?
«Non sopporto quando succede, odio quando sta male.»
«Ma lei sta bene, Niall. Perché ci sei tu», disse Louis con una delicatezza che sembrava non appartenergli. Niall non disse niente ed Eileen fu seriamente tentata di affacciarsi, farsi scoprire e fare una figuraccia, tutto pur di vedere l’espressione di Niall in quel momento.
Sentiva il cuore correre veloce e le gambe tremarle.
«Dovresti vederla mentre parla di te», continuò Louis ed Eileen si coprì gli occhi con le mani, «Le tremano le gambe, il cuore le batte all’impazzata e i suoi occhi cominciano a brillare», Louis sospirò estasiato.
«Non so ancora cosa ci sia da capire, cosa non vi sia chiaro di quello che c’è tra voi due. Cioè, dovresti vedere il tuo sorriso adesso, mentre sto parlando di lei. E il suo quando parlavo di te. Niall, questo è amore», esclamò con voce decisa. Il cuore le sarebbe scoppiato da un momento all’altro, se lo sentiva.
«Io…lo so, posso salvarla da tutti quei problemi, ci sto provando», sentì mormorare Niall a voce bassissima. Voleva urlargli che l’aveva già fatto, che l’aveva salvata, che le aveva fatto provare la vera felicità e il vero amore.
Ci pensò Louis a farlo, affermando con sicurezza quello che avrebbe voluto urlare lei.
«Lo hai già fatto», gli disse e a quel punto Eileen si costrinse ad alzarsi e a salire le scale. Aveva sentito abbastanza, non voleva approfittarne e in qualche modo avrebbe dovuto ringraziare Louis per essere semplicemente così fuori di testa ma così buono e attento.
Prima di tutto però, avrebbe dimostrato a Niall che quello che il suo amico gli aveva detto era vero, che avrebbe dovuto smettere di preoccuparsi, perché per lei aveva fatto fin troppo.
E quello che c’era tra loro sì che era amore, amore con la “a” maiuscola.
Amore forte, amore sincero, amore indistruttibile.
Eterno.















BUONASERA DOLCEZZEEE!
Allora, prima di tutto, come al solito voglio scusarmi per questo ritardo spropositato.
Mi ero promessa che avrei aggiornato al più presto, ma proprio non mi è stato possibile.
Poooi, sarò breve perchè devo tornare a studiare, ho solo
"un paio" di informazioni da darvi:
- Questo è uno degli ultimi capitoli, non so quanti ne mancano precisamente, ma al massimo 3 compresi l'epilogo
- Non so quando aggiornerò, perchè ancora non ho scritto neanche mezza parola dei prossimi capitoli, ho solo buttato giù una misera scaletta che  tra l'altro mi fa anche cagare
- Prometto che mi impegnerò a dare un finale degno di nota a questa storia, perchè i due poveri cristianucci se lo meritano
- Vi ringrazio infinitamente di cuore per esserci ancora nonostante i miei aggiornamenti rari e improvvisi

Detto questo, mi dileguo perchè ho una marea di cose da studiare...e non ho ancora neanche una minima idea per fare la tesinaaaaaa!
Certe volte mi viene voglia di buttarmi sotto ad un treno, se penso che mancano solo cinque mesi agli esami.
AIUTO.
Ora me ne vado sul serio, scusate per le mie sclerate, spero che il capitolo vi piaccia.
Fatemi sapere, tanto amore.
Sara.


 
  
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