Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Lady_Loire    26/01/2015    3 recensioni
Finale alternativo de "L'Amore e l'Ingenuità"
Quello che è successo in quel salotto, nella villa di Tom, lo sappiamo tutti... ma se non fosse andata come ho scritto?
Invito i lettori a leggere questo finale, che nella mia mente, c'era ancora prima dell'originale.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'L'intreccio della vita'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'Amore e l'Ingenuità - finale alternativo L'Amore e l'Ingenuità - finale alternativo

Jack finì il pessimo caffè nel suo bicchierino bianco e lo gettò nel cestino, sospirò sistemandosi appena le maniche della camicia e si voltò pronto a tornare in camera, la numero 302.
varcò la soglia e di nuovo quel ritmico bip tornò a rasserenare un poco le sue pene: se sentiva  quel bip così regolare, allora andava tutto bene.
Si rimise a sedere e prese il libro che aveva poggiato sul piccolo comodino alto, accanto alla piccola pezza di stoffa umida di disinfettante.
Ci mise un po' a trovare la pagina, sistemò gli occhiali da lettura e poggiò la mano libera dal libro sul letto.
Dopo quelli che sembrarono pochi minuti alzò lo sguardo, era buio fuori, una mano gli stava massaggiando una spalla
-Dottore?-
-Sono Giò, papà...-
-ah, ciao boy- sorrise alzando lo sguardo, era cresciuto in quei tre anni il suo ragazzo. Sembrava preoccupato, più del solito. Decise di fargli un sorriso, poggiò il libro e si alzò
-hai finito per oggi di scrivere?-
-papà, devi tornare un po' a casa, vieni a stare un po' da noi, ti va?-
-non posso, boy... Tom ha bisogno di me qui- si voltò a guardare il letto candido al centro di quella stanza altrettante bianca.
Li, steso da più di tre anni, stava Tom.

Aperta la porta trovò il pavimento del salotto completamente coperto di foto, bastò uno sguardo per vedere che l'unico soggetto presente era proprio lui.
-Tom?- chiamò cominciando a percorrere la stanza -Tom, voglio parlare con te! Mi spiace di non aver letto la lettera subito. Sono imperdonabile, ma ti prego, parliamone!- nessuna risposta.
Fece un paio di passi verso la cucina quando sentì un leggero venticello accarezzargli il collo, sentì gelare il sangue. Aveva un brutto presentimento.
Si voltò di scatto e corse alla terrazza, inciampò su una bottiglia di alcool ma non ebbe la forza nemmeno di imprecare, continuò allungando le mani verso la tenda chiara della portafinestra che svolazzava, la gettò di lato ed uscì in quella terrazza chiara: nessuno.
Il battito del suo cuore, ormai, lo stava assordando; voleva trovare Tom.
Lo chiamò ancora, fece per tornare in casa, ma qualcosa lo spinse a restare: il venticello agitò la sua cravatta, quasi a tirarlo verso il parapetto. Che brutti scherzi fa la paura.

Si costrinse, tremante a raggiungere i mattoni bianchi e si affacciò: in una pozza di sangue, a meno di un metro e mezzo da lui, giaceva Tom. Le braccia scomposte la testa sanguinante, accanto a lui la maledetta statua metallica che tanto adorava, quel pezzo di ferro giaceva immobile e rosso del sangue dell'unica persona che avrebbe voluto al suo fianco in quel momento.
Non riuscì ad urlare, nemmeno a disperarsi. Si lasciò andare su quel muretto bianco, chiamò piano il suo nome, un paio di volte.

Di quello che successe dopo non ricordava molto. Si ritrovò in ospedale, steso su un lettino con Giò in lacrime accanto. C'era anche Tania, anche lei piangeva.
Milo invece parlava con un medico.
-dov'è Tom?-
non ascoltò niente di quello che dissero i suoi figli, le solite domande idiote su come stava... non era lui quello caduto.
Quando Milo aprì bocca si svegliò
-è in coma. I medici hanno detto che potrebbe non svegliarsi più-

Da quel giorno, ogni giorno, era sempre stato al suo fianco: dirigeva l'azienda dall'ospedale, mangiava e dormiva li, si occupava di ogni bisogno di Tom, per quanto un uomo in quello stato potesse averne.
Più di tutto amava parlargli: raccontare di quello che accadeva nel mondo, dirgli quanto si sentisse in colpa per tutto e che avrebbe voluto baciarlo.

Ogni sera, prima di addormentarsi sulla bella poltrona reclinabile li al suo fianco, poneva sempre e solo una domanda, l'unica che riuscisse a renderlo felice nella sua fantasia
Tom, come sarebbe stata la nostra vita assieme?


°*°*°*°*°*°*°*°
Tom guardò il panorama nero tempestato di piccoli cristalli bianchi, alcuni fermi, alcuni in movimento. L'alcol rendeva tutto dannatamente meraviglioso, gli sembrava di volare nello spazio.
Si fermò puntandosi sui palmi asciutti serrati alla ringhiera del balcone, non andava bene.

Si voltò e tornò in casa.

°*°*
Tom voltò la testa verso il biondo che lo guardava sconvolto. Aveva pianto, era evidente.
Guardò il labbro chiaro tremare arrossato dai singhiozzi e le ciglia sbattere liberando un paio di lacrime salate e solitarie che cominciarono a rigare il sottile viso pallido.

°*°*
Il bacio fu bollente, umido e molto doloroso.
Portava il peso di venticinque anni d'amore.
Portava il peso di un enorme dubbio.
Portava la leggerezza di una conferma.

°*°*
-Tom...-
le mani accarezzarono i fianchi e lo portarono fino alla poltrona dove Tom si lasciò cadere trascinandosi sulle gambe il biondo che sorrise
-con te... voglio iniziare...-
il rosso allargò il sorriso e si sporse a baciarlo ancora.

°*°*
Tom rise ancora e scese a baciargli il ventre, roteò la lingua attorno all'ombelico strappando un sussurro al compagno che si morse un dito
-sei...così sensibile...- mormorò tra un bacio e l'altro, la mano strinse le dita lunghe e sottili dell'amato e le scostò dall'erezione finalmente libera di mostrarsi, leccò le labbra e scese a baciare la punta rossa
-TOM!!-
-sshh... rilassati, voglio sono darti piacere, voglio renderti felice anche a letto, oltre che nella vita.-

°*°*
-alla luce di questi fatti volevo darle una promozione...- porse la busta candida e sorrise
Jack risa ancora afferrandola e aprendola
-si certo una promozione... sarà un invito a un... o mio dio Tom...- si copri la bocca incredulo, il foglio era bianco e conteneva solo una scritta nell'impeccabile ed elegante calligrafia del Direttore
Vuoi sposarmi?
Alzò lo sguardo verso Tom che stringeva tra le dita una scatolina aperta, su di un cuscinetto nero riposava un anello in oro con un tris di diamanti.
-Tom... io non so cosa...-
-di si...-
-si! Si lo voglio!-

La vita stava trascorrendo così bene, era accanto alla persona che amava, ricambiato e felice. Sembravano ancora ragazzini quando passavano il pomeriggio a baciarsi o a fare l'amore.
Era la vita che aveva sempre sognato, se non fosse per un leggero bip che lo infastidiva risuonando ritmico nella sua testa.




*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^

e così dopo tanto tempo ce l'ho fatta a scriverlo.
potete odiare questo finale, ma sappiate che è il primo che la mia mente ha generato.
ora vi invito a lasciare una recensione anche solo per dirmi che non vi piace, mi fa comunque piacere sapere la vostra opinione

con affetto, Loire
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lady_Loire