Ladies end gentlemen
…ecco a voi l’ultimo capitolo! Lo dedico a voi Martufella87 e Shizue Asahi!Le
mie fedeli consigliere! Mi sono divertita molto a scrivere questa ff e spero chi
vi siete altrettanto divertiti a leggerla!…un grande bacio a chi mi ha seguita
fin qui anche se non ha recensito!^^…ora vi lascio alla lettura!Baci Giò
Camminavano mano nella mano, attraversando le torride
dune del deserto.
Lei bella come sempre, sorrideva
allegra e i suoi capelli sembravano oro colato sotto i raggi del sole cocente.
Era felice di riaverla con se, non l’avrebbe più lasciata sfuggire come una
folata di vento, l’avrebbe sposata.
All’improvviso Tomoko si portò
le mani alla gola ed incominciò ad ansimare e cadde a terra. Fu preso dal
panico, cercò di farla rialzare ma la sabbia la risucchiava avidamente.
-…non mi lasciare, ti prego!
La ragazza non riusciva a
respirare, la sabbia le entrava nell’esofago e gli ansimi non cessavano.
Gaara cercò di tirarla fuori da
quella trappola mortale, ma non faceva che peggiorare la situazione, facendole
entrare sempre più polvere in bocca.
-…mi stai soffocando…mi stai
soffocando!…
Vide lo sguardo terrorizzato
dell’amata sparire fra i granelli. Se n’era andata, per colpa sua!…lui
l’aveva fatta soffocare, lui aveva fatto in modo che svanisse per sempre!
Gridò il suo nome con tutto il
dolore e la potenza che un uomo potesse provare.
-…Tomoko!
-…Tomoko!
Il rosso si mise a sedere sul
letto. Era fradicio di sudore. Ancora quell’incubo, ormai lo tormentava da
mesi. Scese dal letto e si avviò in bagno. Si lavò la faccia e bevve lunghe
sorsate d’acqua fresca, quel sogno lo lasciava sempre con la gola secca e con
la sensazione di aver ingurgitato sabbia. Dovevano essere le tre e mezzo circa,
ancora il sole non era sorto.
Si affacciò alla finestra e
scrutò le strade completamente deserte. Quanto tempo era passato dal quel
giorno?…otto mesi circa, ma ancora era nei suoi pensieri, ancora l’amava
spasmodicamente. Forse lei si era fatta un’altra vita, con un altro uomo. Quel
pensiero provocò un dolore lancinante al suo cuore e cercò di scacciarlo,
aveva la vista annebbiata e le idee confuse. Si sedette sulla poltrona in cui,
tanto tempo fa, lei adorava leggere e mangiare focacce e socchiuse gli occhi,
guardando le braci del fuoco che aveva acceso la sera prima. Le sue prestazioni
di kazecage erano migliorate, dopo la sua partenza si era tuffato a capofitto
nel lavoro, cercando di annegare così i ricordi ed il male. Ma quanto avrebbe
desiderato rivederla, per bearsi ancora una volta della sua immagine radiante?
Sentì il sonno appesantirgli le membra, sapeva che se chiudeva gli occhi
sarebbe rientrato nel girone degl’incubi, ma non poté fare altro che
addormentarsi
Ancora il sole non era sorto, ma
procedeva inesorabile verso la sua meta, nessun ostacolo sarebbe stato in grado
di fermarla, doveva tornare da lui.
Il peso che si portava appresso era quasi insostenibile, ma
era fiera di averlo, era la cosa più importante della sua vita. Si premette una
mano sul ventre prominente e con un sospiro si appoggiò al muro, affaticata.
-…forza Tomoko, sei vicina!
Bevve una sorsata d’acqua dalla
borraccia e riprese il cammino strascicando i passi. Quante notti aveva passato
pensando a lui? A pentirsi si essersene andata?…Però era orgogliosa di se
stessa, in quei mesi nonostante la gravidanza era riuscita a viaggiare a lungo,
imparando molte di nozioni e tecniche, salendo notevolmente di livello. Ora il
suo unico desiderio era di far conoscere e cullare il bimbo dal padre, e di
prendersi un periodo di riposo dopo tutti quegli sforzi. Ma appena rimessa
sarebbe tornata a viaggiare ed allenarsi.
Eccolo, il castello del kazecage
si stagliava imponente davanti a lei.
Bussò al portone, usando tutte
le poche forse rimaste.Nnon riusciva più a reggersi in piedi, il mondo
incominciò a girarle intorno freneticamente. Le gambe cedettero e sentì un
dolore acuto, la sua testa aveva colpito con forza la roccia levigata del
pavimento. Vide un volto offuscato, sentì del vociare e poi il buio.
Si risvegliò in un grande e
morbido letto con le coperte che profumavano di pulito. Si guardò intorno e
riconobbe immediatamente quella stanza, la sua. Lui era lì, le teneva una mano
e le massaggiava la pancia con aria assorta, appena i loro occhi
s’incrociarono sussultò. Le sollevò il mento con due dita in modo che i loro
sguardi si potessero concatenare. Le diede un lungo e passionale bacio, le loro
lingue gioirono appena furono messe a contatto, ritrovando quel dolce sapore a
lungo atteso e bramato.
-…sei tornata…grazie, grazie
davvero…
Tomoko sorrise piangendo.
-…si, ma questa volta non sono
sola…
Insieme posarono i palmi delle
mani sul caldo addome, dimora di una nuova vita.
-…io non mi sarei mai
immaginato…di diventare padre…e renditi conto che sforzandoti così hai
messo a repentaglio la vita di entrambi!
La castana si mise a sedere
stringendo i denti, i muscoli protestavano mandandole atroci fitte.
-…Io non mi sarei mai aspettata
una tale svolta nella mia vita…programmavo il mio futuro immaginandomi ad
allenare qualche chunin in veste di jonin, oppure di scrivere una collana di
libri…speravo di trovare un uomo che mi accompagnasse nel cammino…ma mai ho
pensato d’amare e di essere corrisposta da un kazecage…e sopratutto di
concepire un figlio così inaspettatamente…non ti nascondo la mia confusione,
ma nemmeno la gioia di avervi qui con me entrambi…
Il rosso era
frastornato….Quante emozioni si stavano susseguendo in lui? Non ci credeva,
strabuzzava gli occhi. E se anche quello non era altro che un effimero sogno?
Strano, di solito erano incubi quelli legati a Tomoko…
-…Gaara, tutto bene?
Si riscosse. Non, non poteva
essere un sogno, sentiva la piccola e vellutata mano di lei sopra la sua, che a
sua volta era a contatto con l’enorme pancione.
-…si…
Questa volta fu lei che,
afferrandolo per il colletto, lo avvicinò al suo volto per baciarlo. Gaara ebbe
un attimo d’esitazione, ma poi rispose entusiasta e, mettendole una mano
dietro alla nuca, la attrasse verso se. Scese al collo, respirando il suo dolce
profumo e mandandole una scarica di brividi lungo il dorso. Le massaggiava i
capelli e con l’altra mano le accarezzava la schiena. Cercò di posizionarsi
sopra, ma quel rigonfiamento dava parecchio impiccio.
Tomoko si lasciò sfuggire una risata che spronò ancora di più il rosso, che aveva preso come ambizione personale quella di trovare una comoda collocazione. Una volta trovata accadde tutto in fretta. La possedé in un’esplosione di piacere e d’amore, con una gentilezza e delicatezza inaudita. Si ritrovarono sotto le coperte, abbracciati.
-…come lo chiamiamo?
Azzardò il kazecage bacandole
una tempia. La ragazza iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore con aria
pensosa.
-…vediamo…allora se nasce con
i tuoi occhi lo chiamiamo Soraiiro…se invece nasce con i miei…Midori…
Gaara sorrise e le arruffò i
capelli.
-…e se nascie con gli occhi
diversi da nostri?
La castana incrociò le braccia
al petto e lo guardò con aria di sfida.
-…vuol dire che avrà preso gli
occhi dal quel ninja che ho incontrato lungo la strada…
Il rosso spalancò la bocca,
imitando un’espressione offesa e mettendosi a sedere incominciò a farle il
solletico.
-…Ma davvero? È un affronto
abnorme alla mia persona!…mancare così di rispetto ad un kazecage fedele ed
innamorato!
Tomoko cercava di divincolarsi,
annaspando e ridendo.
-…ok, stavo scherzando!…ah
ah…ti chiedo scusa…ah ah…ma smettila ti prego!
Giocarono fino allo sfinimento,
prima di cedere ad un sonno sereno.
Anni dopo…
Camminava a passo svelto con le
braccia lungo i fianchi. Era in ritardo, ma forse non troppo per subire la
solita predica. Il maestro lo aveva trattenuto per l’ennesima volta dopo la
lezione.
- Sei troppo distratto ed
assente! Devi concentrarti di più sull’allenamento e devi studiare con
maggiore attenzione le tecniche! Non posso permettere che il figlio del nobile
kazecage e della grande Tomoko non riceva un’adatta educazione!…e poi, se
non vedono i tuoi progressi, cosa penseranno di me i tuoi genitori? Che non sono
un insegnate adeguato!…Soraiiro mi stai ascoltando?
No, non lo ascoltava mai. Non lo faceva con intenzione, ma le sue parole erano così noiose!
Ecco era arrivato a palazzo. Si
passò una mano fra i lisci capelli castani.
Entrò e fu subito accolto da un
servitore che, fra mille inchini, gli tolse la giacca.
-…signorino, la vostra famiglia
vi aspetta in sala da pranzo…
Il ragazzo si affrettò e
raggiunta la stanza, aprì la porta facendo meno rumore possibile e sgusciò
dentro cercando di non attirare l’attenzione.
-…Soraiiro…Soraiiro!
La sorellina gli venne in contro.
Vide il padre e la madre seduti a tavola. Tokomo mangiava con le gambe
incrociate sulla sedia e Gaara composto come sempre.
-…sei per l’ennesima volta in
ritardo…
Soraiiro prese in braccio la
sorellina, baciandole i morbidi capelli rossi.
-…il maestro mi ha trattenuto
ancora volta…scusatemi…
Si sedette di fronte alla madre
che alzò gli occhi dal piatto.
-…sempre per il solito motivo?
Il ragazzo annuì con aria
dispiaciuta.
-…tutto sua madre…
Gaara sorrise dicendo tali parole
e prese in braccio la piccola Midori che apriva e chiudeva i pugnetti sfoggiando
i suoi incandescenti occhi smeraldo.
Finirono la cena parlando
allegramente, senza accenni di rimproveri o lamenti da parte della piccola.
-…forza!…oggi è la festa del
fiore del deserto…andiamo sul terrazzo a vedere i fuochi d’artificio.
La famiglia si alzò da tavola e
si diresse al piano superiore.
Si posizionarono sul tetto. Il
kazecage continuava a tenere tra le braccia la bambina, mentre Tomoko posava le
mani sulle spalle del figlio.
La donna sfoggiava sulla maglia
una spilla magnifica che rappresentava il tanto ricercato fiore.
Era serena, soddisfatta della propria vita. Era diventata una grande
jonin, allenava le più forti squadre di ninja e ricorrevano a lei per le
missioni più importanti. Era riuscita a pubblicare tre libri, uno di favole,
uno di tecniche e l’ultimo una specie di biografia ma omettendo il proprio
nome e quelli dei famigliari.
E lui, ogni sera ringraziava il
fato per avergli donato tutto quell’amore dopo tutte le sofferenze patite. Non
avrebbe scambiato la sua vita con quella di nessun altro, cosa a cui da giovane
pensava spesso. Osservava le luci dei fuochi riflettersi sui grandi occhi
meravigliati della figlia. Poi mosse lo sguardo su di lui, lo adorava, ma
preferiva mostrarsi leggermente più scostante della madre, credeva che tante
smancerie non gli fossero di gradimento. Ed infine lei, l’angelo portatrice di
quella gioia. Non avrebbe mai smesso di amarla e di esserle riconoscente,
nemmeno per un attimo.
Si allungò e le diede un leggero
bacio a fior di labbra.
-…bleargh…non fate queste
smancerie in pubblico!
-…mamma e papà si
baciano!…mamma e papà si baciano!
La coppia sorrise e tenendosi per
mano tornarono a guardare i lampi colorati che illuminavo il limpido cielo
notturno.
Tataratatà! Ecco a voi la
fine…Sono estremamente insicura sulla riuscita di questo capitolo U_U… e ho
da fare delle piccole precisazioni: in giapponese Shiiro= azzurro e Midori=
verde…ecco perché Tomoko ha deciso tali nomi…e poi c’è stato un momento
più intimo dopo che Gaara si è “posizionato” sopra la ragazza, che non ho
descritto e ho omesso i particolari…visto che lei era incinta non mi andava di
scrivere tratti “bollenti”…mi sarebbe sembrato una specie di
“oltraggio” poiché con loro, si può dire, che c’era il bimbo e mi sono
concentrata di più sui loro sentimenti!…spero di essermi spiegata
chiaramente, ma quando si tratta di esternare i miei pensieri mi incarto sempre
^^;…Ringrazio ancora le mie due “recensitici” e quelli che hanno seguito
la ff fino a qui…alla prossima! Un bacio…Giò