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Autore: MissDeppDixon    26/01/2015    2 recensioni
Liverpool 1957
John Lennon, un ragazzo di 17 anni e Paul McCartney di 15 si incontrano per caso durante una calda serata, John con il suo fare da "falso galante" ha fatto sorridere per la prima volta dopo tanto tempo Paul, e quel giorno non sarà dimenticato da nessuno dei due
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Nuovo personaggio, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Two of us

capitolo 2

-'Notte John-disse rispondendo al sorriso e stringedogli la mano

-John! John alzati! Per l'amor del cielo, farai tardi-

Qualcuno urlava con forza il suo nome, sapeva che la voce della zia non si sarebbe spenta fino a quando lui non sarebbe sceso. Controvoglia John si alzò dal letto, prese i primi jeans a portata di mano e corse giù prima che la voce di zia Mimi si esaurisse del tutto. Non che gli faccesse dispiacere, ma preferiva sentire qualcuno in quella casa, dove ormai erano rimasti solo in due.

Entrò in cucina e trovò la zia seduta al tavolo, intenta a leggere il giornale e sorseggiare del caffè

-Buongiorno zia-disse John avvicinandosi e schioccandole un bacio sulla guancia

-Oh tutte queste smancerie con me non servono sai? Se non ti ricordi, ieri abbiamo lasciato una conversazione in sospeso-

-Mhh-disse John mettendosi un dito sul mento, imitando uno che sta pensando intensamente-non credo proprio-

-Dove sei stato?-

-In giro-rispose con un sorrisetto beffardo

-Con chi?-a quella domanda, il viso di John divenne cupo: già, con chi era stato?

-Con...un amico-rispose fissando il pane tostato davanti a lui

-Uno dei soliti stupidi?-ma John ormai non sentiva più la zia, la sua mente stava tornando indietro, a ieri sera. Prima che la zia lo svegliasse John aveva sognato soltanto una voce, e aveva visto un sorriso, due grandi occhi nocciola e una mano stringere la sua; “'notte John”Quella voce così calda, dolce e gentile, come se si conoscessero da tanto, ma perchè lo aveva sognato? Avrebbe dovuto sognare Heather, non lui, che aveva conosciuto da un solo stupido giorno, e poi...perchè diamine continuava a pensare alla sua bellezza? Avanti, lo conosceva da un giorno, oppure...era solo la sua immaginazione? Forse ieri è tornato a casa e si è addormentato, ha sognato di incontrare quel magnifico...no ma cosa stava pensando, quel dolce, ma no! John! Cosa ti passa per la testa! Dio...stava impazzendo. Stupido, stupido ragazzino.

-John, la smetti di dormire in piedi? Avanti è tardi, a scuola-

John senza nemmeno rispondere si alzò e si diresse in camera, prese la “cartella”, se cosi si poteva chiamare, con dentro solo un album da disegno e una matita e scese giù

-E non fare tardi nemmeno sta volta!-

Come ieri sera, magari incontrava di nuovo quel Paul, cosi da poter parlarci un'altra volta...DANNAZIONE...doveva smetterla di pensare a lui...

-Non ti fermare con nessuno John!-gridò zia Mimi dalla cucina

...potesse rivederlo ancora...ma cosa pensava??...

-Mi hai sentita?!-continuò la zia

-Basta ti prego!-sbottò John sbattendo la porta di casa

Iniziò a correre verso il suo parco preferito, cercando di non pensare a nulla. Passò davanti casa di Paul

...Paul...

Per un attimo si girò verso le finestre di quella casa, ma poi ritornò a concentrarsi sulla strada; prese la scorciatoia che passava per il molo

...Paul...

ancora quel nome nella mente, ma perchè ne era tanto ossessionato?

Continuò a correre lasciando che il caldo vento di luglio gli accarezzasse il viso, gli scompigliasse i capelli. Un dannato giorno, solo uno, lo conosceva cosi poco...forse gli piaceva il suo nome?

...Paul...

iniziò a correre più veloce, era quasi arrivato, la milza iniziava a fargli male

...Paul...

gli mancava solo un piccolo tratto di strada

..Paul...

stava impazzendo

...Paul...

Uh guarda, lì c'è un fiore, quello invece è un uccellino...adesso sembravano cosi interessanti

...Paul...

-Ciao John!-

-Paul!-si bloccò e si girò di scatto verso la persona che lo aveva chiamato

-Emh no...sono Heather-disse lei sorridendo timidamente, un po' confusa

-Oh, emh, ciao-ma dove erano finite le buone maniere?

-Heather, che magnifica sorpresa-disse riprendendosi e baciandole la mano, lei arrossì e nascose un sorriso

-Come mai da queste parti?-continuò John sorridendo

-Una passeggiata-rispose lei

-Madame, le va di farmi compagnia, vedo che è tutta sola-

-Oh, emh-disse guardandosi intorno-d'accordo-

Iniziarono a camminare verso il parco dove si erano incontrati ieri

-Come sta?-chiese John

-Bene, comunque John, puoi darmi del tu-

-Come desidera, emh volevo dire, come desideri-la ragazza arrossì e lo guardò

Camminarono per un altro tratto di strada, John aveva accanto la persona che amava e questo doveva farlo sentire bene, ma l'unica cosa che riuscì a pensare fu...no, meglio non pensare. Si limitò a guardare davanti a sè

Entrati nel parco, giustamente deserto, si sedettero su una panchina e per un po' stettero in silenzio. Poi lei parlò

-E' un posto molto bello questo-disse guardandosi intorno

-Mai quanto te signorina-la ragazza arrossì pesantemente e abbassò lo sguardo sorridendo

-Oh John, grazie-lui la guardò, ma non riuscì a sorridere cosa gli prendeva? Lei non se ne accorse e continuò a parlare

-Ieri le ragazze che hai visto venire verso di me hanno detto di stare attenta con te, ma io non le ho ascoltate, mi hai colpito davvero molto ieri pomeriggio-

John sorrise guardando davanti a sé, lei si avvicinò di più a lui, sfiorandogli la mano e facendolo sussultare

-Hai fatto bene sai?-disse lui girandosi e guardandola finalmente negli occhi, erano di un azzurro intenso, un colore che John adorava molto, come il cielo, quanto avrebbe voluto disegnarli

-Heather! Heather!-qualcuno stava gridando, lei si girò e sbuffò guardando verso la ragazza che l'aveva chiamata

-Beh John, io devo andare-disse guardandolo amaramente negli occhi,

-Aspetta, non abbiamo per niente parlato!-disse fermandola per un braccio

-Vorrei rimanere, ma ho da fare-

-Ci rivedremo vero?-chiese

-Certo, a presto-rispose lasciandogli un bacio sulla guancia, lui la guardò allontanarsi e rimase seduto su quella panchina per un po' di tempo.


Dieci minuti dopo si ritrovava sotto il suo albero preferito, con l'album aperto e la matita in mano. Alzò lo sguardò e fissò un punto invisibile davanti a sé, poi la matita incominciò a muoversi sul foglio, in quel momento lui non pensava a nulla, era la mano a guidarlo. Quando ebbe finito allontanò il disegno per ammirarlo, ma appena capì cosa aveva disegnato richiuse l'album e lo buttò nella borsa. Una voce lo chiamò da lontano

-John! Finalmente-il ragazzo si avvicinò a lui correndo

-Ciao...da quanto tempo!-disse John sorridendogli

-Se ti facessi vedere un po' più spesso, magari anche a scuola, potremmo parlare di tanto in tanto-

-Scusami, ma non ho voglia, sai che non mi piace stare seduto sei ore su una sedia e non fare nulla-

-Concordo con te-

-Comunque, qual buon vento ti porta qui?-chiese John risiedendosi a terra, ma prima che Ringo potesse rispondere gli si buttò addosso strapazzandolo

-Oggi fai 17 anni!-disse stritolandolo

-John, non vorrei fosse il mio ultimo compleanno, sto soffocando-lui si tirò su e scompigliò i capelli di Ringo

-Adesso sei grande anche tu!-

-In teoria, tu devi ancora compiere 17 anni, quindi sono più grande io-

-Stà zitto-rispose John ridendo-sei venuto fin qui per ricordarmi questo?-

-No, almeno, non proprio. Volevo chiederti se ti andava di venire insieme a me e altri miei amici al Cavern stasera, offro io-

-Ma certo!-rispose John alzandosi e tirando su anche Ringo

-Perfetto, ti passo a prendere io.-disse sorridendo, poi lo salutò e iniziò ad incamminarsi verso l'uscita del parco, John si rimise seduto quando la voce di Ringo chiamò di nuovo il suo nome

-John! Ricordati la chitarra!-prima che lui potesse ribattere Ringo era già scappato via. Era da tanto tempo che non usciva con i suoi amici, sarebbe stata una liberazione per lui

______________

-Non ti azzardare ad uscire John!-la zia glielo aveva ripetuto almeno dieci volte, ma John rimase della sua idea. Mentre lui si preparava zia Mimi aspettava sull'uscio della porta con le braccia incrociate

-John...-cantilenò la zia, vedendo che era ormai pronto e non aveva nessuna intenzione di ascoltarlo

-Zia...-la imitò John. Fece per prendere la sua giacca di pelle, ma la zia la tirò verso di sé

-Dai, adesso si strappa-John non ce la faceva più a tirare, quella donna era incredibile ed aveva una forza incredibile

-Tu non vai da nessuna parte-John con uno strattone prese la giacca e se la infilò, acchiappò la chitarra, sorpassò la zia e corse giù. Le ultime parole che sentì furono:

-Non fare tardi!-

adesso anche il coprifuoco? Non ho mica 15 anni

John aspettò Ringo che dopo mezz'ora si presentò con una scusa come “ho avuto da fare”, ma John non si arrabbiò, nulla avrebbe rovinato quella serata

Arrivati al Cavern Ringo lo trascinò via da due o tre ragazze che John aveva adocchiato appena entrati e lo portò al bancone dove un ragazzo con uno scolapasta al posto dei capelli e due grandi sopracciglia li stava aspettando

-John lui è George Harrison, un grande chitarrista, pensavo ti potesse interessare-

-Piacere, John Lennon-

-Piacere mio-rispose George, aveva una voce nasale che si udiva molto, e lui che pensava che solo Ringo potesse avere una voce grave per colpa del suo nasone a forma di sottomarino.

-Io vi lascio, vado a cercare altra gente-salutarono Ringo e rimasero in silenzio, John iniziava ad essere stufo della gente silenziona, gli faceva salire il nervoso. Così si decise a parlare

-Suoni la chitarra allora?-

-Si, è una grande passione che avevo sin da piccolo-

-Davvero? Ringo scommetto che te l'ha fatta portare-George rise

-Si, anche a te vedo. Sai perchè lo fa?-

-Per stressarci?-rise ancora

-Nono, perchè anche lui vorrebbe imparare a suonare qualcosa, adora la batteria ma i genitori non vogliono comprargliela, gli hanno regalato una chitarra, ma lui ormai si è innamorato delle percussioni. Me lo dice sempre, “vorrei tanto avere una batteria da suonare” finisce la frase sempre con il solito sospiro malinconico. Allora cerca di imparare a suonare la chitarra così da far felici i suoi genitori e poter sperare di trovare una batteria un giorno in camera sua-John rimase sorpreso, quel ragazzo sapeva più di lui

-E nessuno ha provato a regalargliela quest'anno?-

-Beh-fece George grattandosi la testa-io...volevo, ma da solo non ci riesco, la batteria costa troppo-John ci pensò un po' sù

-Beh, siamo in due, ho visto una batteria in vetrina qualche giorno fa, non costava troppo, se magari si aggiunge una persona credo che potremmo farcela-gli occhi di George brillarono

-John, sei un grande amico-lui sorrise. Una ragazza bionda si avvicinò a loro e George la baciò sulle labbra

-Oh, lei è la mia ragazza, ti presento Pattie, lui è John-i due si strinsero la mano

-Ti dispiace se io..?-

-Vai pure, aspetterò Ringo qui-George gli sorrise e se ne andò abbracciato alla ragazza. Che fortunato che era, pensò John, aveva una ragazza e degli amici veri su cui fidarsi. Lui invece era tremendamente solo, l'unica cosa che gli stava vicino era quella stupida ossessione. Ma si accorse che stranamente gli era passata, almeno così credeva.

Mentre aspettava Ringo adocchiò una ragazza mora, “ben vestita” e sopratutto molto carina. Proprio quando era arrivato, con le sue fantasticherie, ad una parte molto importante la voce di Ringo lo chiamò da dietro

-John, guarda chi ho qui!-lui si girò e tutte le sue forze crollarono

-Lui è Paul McCartney-

 

Spazio Autrice_______
Ok, forse non dovrò più scrivere questo misero spazzietto, ma credo mi servirà per i ringraziamenti.Sono sicura che avrete capito cosa è successo a John e a quanto pare l'unico che non ha capito perchè è cosi ossessionato è lui stesso. Passiamo ai ringraziamenti: prima di tutto ringrazio tutti i visitatori e coloro che recensiscono la storia :D anche se fa cagare, un bacio a tutte :)
E poi vorrei ringraziare una mia grande amica che mi ha dato una mano con la storia, mi ha approfondito e allargato le idee che avevo per gli altri capitoli, grazie mille! :D
Dopo di questo posso dirvi addio ahaha
Al prossimo capitolo, grazie ancora
Cristina :)

  
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