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Autore: la luna nera    27/01/2015    2 recensioni
E' trascorso quasi un anno dal ritorno definitivo di Edward Harringhton nella nostra epoca e tutto fra lui e Daisy va per il meglio. Ma all'orizzonte si stanno addensando le nubi minacciose di un temporale. Che non è come tutti gli altri....
Cosa potrebbe accadere se qualcuno nel passato avesse bisogno di lui? Per caso c'è chi lo sta chiamando perché torni indietro nel tempo? E Daisy se ne starà con le mani in mano o farà di tutto per tenerlo accanto a sé?
Genere: Mistero, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo i vari convenevoli e discorsi di circostanza, lord Gilbert si avvicinò alla famiglia Millstone salutandone i membri con cortesia ed eleganza.
Poco più in là notò Daisy, bellissima, ma sola.
Le  fece cenno di avvicinarsi e la ragazza, con le gambe che iniziavano a sostenerla con grande fatica, dovette obbedire.
Andrà tutto bene, tranquilla, te lo hanno detto gli spiriti… Dai Daisy, hai superato ostacoli più grandi di questo…
Già ma una figura di merda colossale nell’ottocento ancora non l’hai mai fatta!
Si inchinò agli Harringhton mentre nella sua testa tentava di trovare la forza per non mandarli tutti a farsi fottere una volta che si fossero resi conto della mancanza dei genitori e che l’avrebbero quasi certamente sbattuta fuori come un sacco dell’immondizia. Edward le andò incontro, leggendo nei suoi occhi il dramma che la stava divorando.
“Mia cara, permettetemi di dirvi che siete una meraviglia stasera.”
“Grazie milord.”
“Vorrei poter omaggiare anche i vostri congiunti, se me lo concedete.”
Daisy guardò Edward preoccupatissima. “I miei congiunti…?”
Il duca si guardò attorno, nessuno si avvicinava e tutti gli altri invitati erano sparsi qua e là per il salone con gli occhi incollati su di loro.
“Non si sono presentati?”
“Ecco…”
“Ah, lo sapevo che nascondevate qualcosa.” Intervenne lady Anne senza nascondere il suo disappunto. “Dalla vostra pessima educazione avevo intuito che la vostra famiglia doveva essere di bassa estrazione sociale o addirittura inesistente.”
“E’ così?” Il duca, che fino a poco tempo prima era propenso a dare la propria benedizione a Daisy, si mostrò improvvisamente contrariato, sentendosi oltre tutto offeso. “Non ritengo proficuo insediare a fianco di mio figlio una giovane donna di dubbie origini. Vi confesso che in un primo momento ero molto compiaciuto della sua scelta, ma questa vostra lacuna non è tollerabile dalla nostra famiglia. Vi rammento che gli Harringhton sono una delle dinastie più nobili ed antiche dell’intera Inghilterra e voi… voi potreste essere benissimo un’arrampicatrice sociale se pretendete ad ogni costo di sposare mio figlio poiché conoscete benissimo i privilegi cui andrete incontro e dei quali avete beneficiato fin troppo! O forse sbaglio?”
“Non sono un’arrampicatrice sociale!” Sbottò Daisy, nonostante Edward tentasse di trattenerla il più possibile. “E ho una famiglia degnissima! Non è qui per ragioni da loro indipendenti e impossibili da comprendere per tutti voi!”
“Basta! L’argomento è chiuso! Il vostro tono irrispettoso non merita risposta!” Moderò il tono di voce dopo un breve silenzio. “Ragion per cui non vedo ostacoli nel concedere la benedizione mia e di tutta la famiglia Harringhton alle nozze di Edward con lady Louise Millstone.”
“Eh no milord!”
Gli occhi dei presenti furono catturati dall’esclamazione della stessa Louise che rifiutava categoricamente il matrimonio.
“Mi duole comunicarvelo in questa circostanza, ma non vedo altra via d’uscita.” La ragazza incrociò le braccia. “Non ho alcuna intenzione di sposare Edward.”
Lo stupore era dipinto nel volto di tutti coloro che avevano udito quella frase: sapevano infatti quanto era stato fatto da lei stessa per persuadere il ragazzo, tutti i tentativi, le preghiere, le moine… Ed ora che stava per coronare gli sforzi, rifiutava!
“Il mio sposo è lui.” Andò a stringere le mani di Lawrence, raggiante e sorridente come non mai.
Piombò il silenzio. Sui volti dei presenti si contavano occhi sbarrati per lo stupore ed erano incapaci di pronunciare qualsiasi suono nonostante le bocche spalancate. Louise e Lawrence sembravano la perfetta incarnazione della coppia rimasta vittima del più classico colpo di fulmine: sguardo sognante, sorriso semi ebete stampato in faccia, incapacità di lasciare l’uno le mani dell’altra.
Il primo a ridestarsi da quella specie di dormiveglia fu Edward, non appena percepì la mano di Daisy sfiorargli l’avambraccio. Mostrò un sorrisetto compiaciuto e divertito: finalmente era libero dalle pericolose mire della ragazza e soprattutto quello svampito di suo cugino aveva alzato bandiera bianca dei confronti della sua fidanzata. “Quindi… fatemi capire bene: tu vorresti sposare lei?” Farfugliò indicando prima Lawrence e poi Louise.
“Naturalmente caro cugino. Lei è la mia ragion di vita, la mia fata, la mia musa ispiratrice….”
“E lui è l’uomo più incredibile e meraviglioso esistente sulla faccia della terra.”
 
Dunque tutto sembra si stia mettendo sulla strada giusta, ma facciamo un piccolo salto indietro nel tempo (a quelli siamo abituati!) e vediamo cos’è accaduto.
 
Il giorno successivo all’annuncio da parte del duca Gilbert riguardante il ricevimento, al calar della notte Lawrence uscì per l’ennesima volta nel parco di Swanlake Palace alla ricerca della sua misteriosa creatura. Gli altri membri della famiglia erano già in procinto di andare a letto e lui approfittava della situazione da un paio di sere per scovare la sua fata misteriosa e dimostrare ai suoi parenti una volta per tutte che non era un visionario, che un’entità misteriosa viveva sul serio nel parco, che era bella, anzi, bellissima e che, se gli fosse stato possibile, l’avrebbe pure sposata o almeno amata, anche solo per un’unica notte. Il suo orecchio sentì in lontananza l’orologio a pendolo del salone annunciare le undici della sera, era l’unico rumore artificiale udibile, nell’aria si propagava solo il canto degli uccelli notturni e lo scricchiolio di piccoli ramoscelli sotto i suoi passi. Portava nella mano destra la solita lanterna accesa che gli faceva compagnia durante la sua ricerca, nell’altra mano teneva una rosa: l’avrebbe offerta alla sua fata una volta presentatosi al suo cospetto. Osservava con circospezione ogni angolo che riusciva ad illuminare nella speranza di vederla sbucare da un momento all’altro. Già molte volte era dovuto rincasare senza successo, ma finalmente quella sera la sua costanza fu premiata. Complice la luna piena che illuminava quasi a giorno il giardino, scorse a poche decine di metri dal luogo che stava perlustrando, una fanciulla dalla veste bianca e i capelli chiari stesa su una panchina, forse addormentata. Senza fare rumore si avvicinò a lei e la illuminò con la lanterna per sincerarsi che non si trattava di un’allucinazione, che finalmente l’aveva trovata. Ed era bella come sognava. Si spostò mettendosi di fronte a lei contemplandola: poggiava la testa sul braccio che penzolava dal bordo della panchina; l’altro braccio era piegato e la mano quasi le sfiorava il mento. Era riversa sul fianco destro, le sue gambe leggermente piegate le permettevano di sfruttare al meglio tutto lo spazio; i piedi si intravedevano dal lembo inferiore dell’abito, molto simile ad una camicia da notte, e sembravano scalzi. Sulla testa non presentava alcuna decorazione né acconciatura particolare, portava i capelli sciolti, biondi e lunghissimi, che ricadevano in parte sulle spalle, in parte si nascondevano dietro la schiena. Lawrence restò lì immobile, fissandola come si fa con qualcosa di meraviglioso che ci conquista all’istante, aveva perso totalmente la cognizione del tempo e riprese il controllo di sé solo quando vide che la sua fata aveva aperto gli occhi. Questa, ancora intorpidita dal sonno, tentò di mettere a fuoco ciò che le stava davanti: i lineamenti di quel tipo che la fissava somigliavano tantissimo al viso di Edward, si stropicciò gli occhi per averne la conferma e tirò su leggermente la testa.
“Mia leggiadra creatura fantastica, non era mia intenzione interrompere il vostro dolce sonno….”
“Creatura…fantastica..?” Forse stava ancora sognando. “Dov’è?”
“Voi. Voi lo siete, o meraviglia del mondo nascosto.”
No, non poteva essere Edward. A meno che non fosse uscito di testa. “Io non sono una creatura del bosco.. o quello che voi dite, signore.” Adesso era ben sveglia e iniziò a guardarsi attorno. “Ma questa non è la mia camera!” Guardò poi il ragazzo davanti a lei e fu colta da paura. “E voi chi diavolo siete?!” Schizzò in piedi allontanandosi di qualche metro.
“Lawrence Harringhton, mia meravigliosa fanciulla.” Si inchinò profondamente a lei offrendole la rosa e scatenando nella ragazza una scarica  di emozioni mai provata prima.
“Lawrence Harringhton?” Rifletté un attimo e le tornò in mente quella conversazione udita per caso fra Edward e Daisy sul fantomatico cugino definito bizzarro e svampito, ricollegando le cose.
“Esatto, mia cara. Posso avere l’immenso onore di conoscere il vostro nome?”
“Io sono Louise Millstone e non sono una fata né una creatura del bosco. Sono una comunissima ragazza venuta qui al seguito del duca Harrighton che, suppongo sia vostro parente.”
Il volto di Lawrence si illuminò. “Credevo di aver visto già l’apice della bellezza in questo mondo e forse è questo il motivo per cui vi ho scambiata per la regina delle fate che vaga per il parco quando cala l’oscurità.”
Louise si mise a ridere. “Nessuno mi aveva mai detto niente di simile! Anzi, ho sempre passato dei brutti momenti per i rischi che corro quando cado vittima del sonnambulismo! Anche stanotte sono sicuramente uscita dalla mia stanza senza rendermene conto e sono finita qui dove voi mi avete trovata.”
Adesso era tutto chiaro: quella creatura che Lawrence aveva visto e scambiato per una fata, non era altro che Louise sonnambula. Era rimasto talmente folgorato dalla bellezza della ragazza che iniziò a farle complimenti, dedicarle poesie e decantarne l’aspetto in modo del tutto spontaneo; per la prima volta in vita sua trovava le parole giuste in fondo al suo cuore senza ricorrere ad assurde rime ed improbabili paragoni. Si sentiva dannatamente bene con lei, le stava aprendo il suo cuore come si fa con una persona che si conosce da tantissimo tempo; le ore  scorrevano veloci e piacevoli in sua compagnia e per la prima volta nella sua vita ebbe paura di essersi innamorato sul serio. Nessuna ragazza lo aveva conquistato come Louise.
E lei? Perdutamente innamorata di Edward? Nel giro di pochi minuti lo aveva gettato fra gli oggetti di scarto, immergendosi appieno nelle iridi color nocciola di Lawrence e annegandoci definitivamente. Era stata corteggiata da altri uomini in passato, alcuni decisamente affascinanti, altri ricchi sfondati e appartenenti a famiglie molto prestigiose, ma in lui c’era qualcosa che mancava a tutti gli altri, Edward incluso. Adorò fin da subito il modo in cui parlava, la sua passione per l’arte e la poesia, la letteratura, la musica; il suo sorriso era qualcosa che le accarezzava il cuore riempiendolo di quel calore unico che può ricondurre solo all’amore vero e che le fece scomparire dalla mente tutte le volte in cui aveva rimediato dei secchi rifiuti dal suo ex oggetto del desiderio.
Rimasero lì, entrambi persi l’uno nell’altra, fino a che il cielo non iniziò a tingersi dei colori dell’alba. Prima del sorgere del sole si giurarono amore eterno sigillando il sentimento sconvolgente che li aveva invasi nel giro di poche ore con il loro primo bacio accarezzato dal primo raggio di sole.
 
 
Ecco dunque cosa portò Lawrence a chiedere ufficialmente la mano di Louise quella sera stessa ai Millstone i quali, dopo la sorpresa iniziale, non si opposero alle nozze vedendo come quell’uomo appartenente comunque alla dinastia Harringhton fosse capace di far felice la ragazza. Tutti i presenti accolsero con gioia l’annuncio ufficiale dell’imminente matrimonio dei due giovani che ebbero l’onore di aprire ufficialmente le danze.
“Edward!” Il duca richiamò il figlio che si stava avviando verso il centro del salone per danzare con Daisy. “Dove credi di andare?”
“A ballare con lei, mi sembra ovvio.”
“Figliolo, il fatto che Louise abbia scelto tuo cugino non equivale al mio consenso perché tu continui a frequentare quella ragazza di dubbie origini.”
“Padre, godetevi la serata. Aggiusteremo tutto rapidamente e non vi creeremo scandali, state tranquillo.” Prese per mano Daisy. “Presto sarà tutto finito, il nostro posto non è qui.”
“Che significa? Cosa vuoi insinuare?”
“Capirete tutto al momento giusto.” Si allontanò dal padre volteggiando nelle danze con Daisy fra le braccia. Strizzò l’occhio a Rosemary che comprese subito il messaggio del fratello. Erano pronti per tornare nel futuro ora che si era aggiustata ogni cosa fra di loro. L’ultimo tassello spettava a lei, sapeva quando avrebbe dovuto procedere con l’apertura dello stargate che troneggiava nell’elegante salone del ricevimento, ma non era ancora il momento. Il suo cuore quella sera era in subbuglio e quindi non nelle condizioni ideali per l’operazione. C’era Nicholas e non chiedeva che di tuffarsi fra le sue braccia per ballare con lui, magari fuori in giardino sotto le stelle. Non poteva farlo davanti a tutti, visto che suo padre ancora era in forte disappunto col fratello, avrebbero rischiato di mettere la parola fine al loro amore che tentava di uscire alla luce del sole con grande rischio e fatica. Sgattaiolò fra gli invitati, prese il ragazzo per mano e fuggirono insieme nel parco, lontani da tutto e da tutti, iniziando a volteggiare sulle note del walzer che si espandeva nell’aria di Swanlake Palace per confondersi con la magia della notte che apparteneva solo a loro due.
 
 




Ciao belli!
Ultimamente non riesco ad essere puntuale come una volta, ma siamo quasi giunti alla fine. Il prossimo sarà infatti l’ultimo capitolo e qui molte cose si sono sistemate: Lawrence ha finalmente trovato la sua “fata” e ben presto convoleranno a nozze. Quindi avrete intuito che ben presto lo stargate si aprirà di nuovo… Vi chiedo quindi un altro pizzico di pazienza, la storia va avanti da tempo e posso capire che qualcuno si sia stancato. Non temete, manca poco al finale, dunque vi aspetto prossimamente!
Voi intanto recensite!
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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