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Autore: Bluemuse_    27/01/2015    1 recensioni
Aderyn vive da sempre nella sua terra natale, Nasrin, insieme ai suoi genitori e alle due sorelline. Cosa succederà, però, quando un generale della terra nemica la rapirà per sancire un vecchio patto, stipulato dai due sovrani 20 anni prima? Ma soprattutto, come si comporterà alla vista del bellissimo principe Aodh e dell'altrettanto amabile Cadeyrn, cavaliere di corte? Cederà al carattere del primo e alla sfrontatezza del secondo?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP.2
Si guardò intorno spaesata, non capendo per quale ragione si trovasse a Metis, terra da sempre ostile verso il suo paese natale Nasrin. Osservò le varie abitazioni, completamente diverse da quelle a cui era abituata; lì le case non erano di pietra bianca o tinteggiate con colori tenui, ma al contrario avevano un’aria massiccia, con i muri di tonalità abbastanza scure e imponenti porte di mogano. Un’unica strada passava in mezzo a quell’ammasso di pietra nera, creando un forte contrasto con la fitta vegetazione che la contornava. In lontananza, si poteva distinguere quello che doveva essere il castello del sovrano, che differiva in tutto rispetto alle restanti dimore. Era molto simile a quello di Aderyn, con le pareti chiare e la bandiera che svettava da una cima, mossa lievemente dal vento. Guardò con sdegno lo stemma di Metis: una luna porpora con al centro una stella argentata. Sapeva che sotto quella bandiera, il terribile Deimos aveva compiuto indicibili crudeltà e ucciso molti uomini di Nasrin, con una guerra che si era protratta per anni e anni e che aveva portato allo sfinimento gli animi di tutti.
Uther, notando che si era distratta e fermata ad osservare il castello, la prese malamente per un braccio e la costrinse a proseguire, desideroso di terminare l’incarico che gli era stato affidato.
Aderyn prese un respiro profondo, cercando di rilassarsi.
-Perché mi avete portato qui?- chiese con irritazione, osteggiando un finta sicurezza.
-Ve l’ho detto, principessina. Ordini dall’alto-
-E questo cosa significherebbe?-
L’uomo sorrise divertito. Quella ragazzina gli faceva quasi pena.
-Lo scoprirete molto presto-

---

Aodh si stava allenando in solitudine nel grande giardino interno del castello. Tirava con la sua lunga spada fendenti all’aria circostante, tendendo i muscoli nello sforzo. Piccole goccioline di sudore gli scendevano sulla fronte, ma imperterrito continuava a colpire nemici invisibili. Mentre girava su sé stesso per lanciare un attacco dall’alto, si accorse di un ragazzo che lo osservava appoggiato ad una colonna. Il principe rinfoderò la spada, salutando il cavaliere.
-Da quanto sei lì, Cadeyrn?-
-Sono appena arrivato. Tuo padre ti vuole vedere- lo informò l’amico, portandosi una mano nella capigliatura bionda. Aodh sbuffò, voleva continuare il suo allenamento quotidiano; ma sapeva che quando suo padre lo chiamava, doveva per forza andare. Si allontanò dal giardino, diretto alle sue stanze per cambiarsi d’abito e rendersi presentabile.

---

Aderyn e il generale oltrepassarono gli alti cancelli ed entrarono in quello che era il castello vero e proprio. La porta di ingresso era di un legno rossastro finemente intarsiato e decorato, che spiccava sul bianco della facciata. La prima stanza in cui si passava era l’atrio, molto spazioso e con scale e corridoi che portavano in varie direzioni. Presero la scala centrale, che conduceva al piano rialzato del palazzo, uno spiazzo rettangolare avente un’apertura nel centro. La ragazza si sporse dal balconcino di protezione per guardare giù, e scoprì così un grazioso giardinetto verdeggiante, in quel momento deserto.
Continuarono per altri corridoi, tutti molto simili e dalle pareti dipinte con affreschi vari.  Salirono delle altre scale fino ad arrivare a quello che era l’ultimo piano della reggia, dove si trovavano gli appartamenti reali e la sala del trono. La ragazza venne spinta proprio in quest’ultima, dove si trovò sola con il sovrano.
Alzò lentamente lo sguardo, osservando l’uomo seduto sul trono. Aveva un aspetto minaccioso, i capelli brizzolati dimostravano la sua età avanzata così come le varie linee d’espressione. Ma ad incutere più timore erano gli occhi, profondi pozzi neri che sembravano non conoscere la pietà. Quando la sua voce le giunse alle orecchie, sentì come acqua gelata correrle giù per la spina dorsale.
-Inginocchiati-
Aderyn lo guardò un’ultima volta, prima di eseguire l’ordine. Attese qualche istante poi, quando stava per chiedergli il motivo della sua presenza a Metis, il re la precedette.
-Immagino ti stia chiedendo cosa ci fai qua-
La ragazza si alzò, recuperando un comportamento da nobile.
-In effetti ti sarei grata se mi dessi delle spiegazioni, Deimos-
Il sovrano passò sopra la piccola irruenza della giovane e rispose.
-Per farti capire, devo raccontarti una vecchia storia..-
 
“Il cielo era oscurato da nubi di polvere, la terra bruna era accesa da diversi incendi distruttivi. Migliaia di corpi erano riversati su quelle colline, una volta verdi e piene di vita, mutilati e abbandonati. Tra di essi, una figura piangente e disperata vagava, alla ricerca di un’anima viva in quel luogo di morte. Kaveh si lasciò andare ad un sospiro sconfitto, constatando che la violenza del suo antico nemico aveva passato il limite. Tornò alla sua città, o a ciò che rimaneva sotto i resti bruciati delle sue case, e si diresse al suo castello. Trovò subito la cara moglie Andraste nascosta insieme alle sue serve, e le comunicò che sarebbe andato a Metis per porre fine a tutta quella sofferenza.
Non appena arrivò al cospetto di Deimos, mise da parte tutto il suo orgoglio, pregando il terribile sovrano perché terminasse quell’inutile guerra.
Stranamente acconsentì subito, ma Kaveh non fece in tempo ad assumere un’espressione di riconoscenza che l’avversario continuò a parlare.
-Tutto ha un prezzo, caro Re- disse lui
-Tutto ciò che desideri, basta che finisci questa insulsa battaglia!-
-Ebbene, allora facciamo così. Io farò ritirare i miei uomini se prometti che in futuro, io possa prenderti una cosa che desidero o necessito e che tu mi concederai senza obiezioni-
Kaveh ci pensò a lungo. Sapeva che il problema così era solo posticipato, ma non poteva permettere che altri suoi soldati morissero così.
-Accetto-
Deimos si aprì in un sorriso spaventoso e concluse.
-Perfetto-“
 
Aderyn era rimasta a bocca aperta. Non voleva credere che seriamente quell’assassino l’avesse scelta come “bottino di guerra”.
-Sei rimasta così sconvolta, bambolina?- chiese il re prendendosi gioco di lei
-Non riesco a capire. Hai detto che avresti preso qualcosa che necessitavi, ma non mi sembra che io possa esserti di alcun aiuto qui-
Lui rise di nuovo. -Sei anche sveglia eh, bambolina?-
Guardò alle spalle della ragazza, dove le porte si stavano aprendo.
-Non sei qui per me. Ma per lui- allungò un braccio, indicando dietro di lei.
Aderyn si girò, e vide un giovane che si avvicinava lentamente. Quando fu a pochi passi da lei, si fermò osservandola stranito. Poi si rivolse a Deimos.
-Volevate parlarmi, padre?-
-Sì, Aodh. Voglio presentarti Aderyn, la tua nuova compagna-
Tutti e due si voltarono a guardare il sovrano increduli.
-No, aspetta. Tu mi hai fatta venire qui per essere la compagna del principe?!- chiese sempre più sorpresa la ragazza.
-Esatto- rispose lapidario l’uomo.
-Ma padre..-
-Niente ma! E ora andate nelle vostre stanze senza obiezioni!-
I due vennero sbattuti fuori dalla sala. Appena fuori, Aodh si incamminò silenziosamente verso i suoi appartamenti, mentre Aderyn lo seguiva docile.
Quando si richiusero la porta alle spalle, l’imbarazzo era ai massimi livelli. Il principe guardò di sottecchi la ragazza, che si era seduta su una sedia imbottita e decise di presentarsi come si deve. Le andò vicino, studiandola solo in quel momento. Lei, avvertendo la vicinanza di lui, alzò gli occhi, trovandosi una mano tesa.
-Sono Aodh, piacere- ricambiò la stretta forte del ragazzo
-Aderyn- mormorò, per poi osservarlo attentamente. Aveva i capelli rossi come il fuoco da cui prendeva il nome, che gli ricadevano in ciocche disordinate sulla fronte e occhi dorati come il nettare divino più dolce. Il suo fisico era tipico di un guerriero, molto alto e senza una muscolatura esagerata.
In sostanza, si poteva dire che era bellissimo quanto affascinante e Aderyn se ne era accorta.

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ANGOLO AUTRICE:
Ed eccomi con il secondo capitolo! Finalmente si fa vedere il nostro principe e la situazione sembra chiarirsi un po'.
Spero che questa storia piaccia e, nel caso qualcuno avesse dei commenti da farmi, vi invito a farmi sapere che ne pensate:)
A presto!

 
  
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