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Autore: Emy Potter    27/01/2015    3 recensioni
"Rebecca e Noemi sono migliori amiche e partono per un viaggio studi nella città di San Fransokyo.
Hiro, invece, ora va alla SFIT con i suoi amici, vivendo nel ricordo di suo fratello. Un giorno, queste persone tanto diverse si incontreranno, e vivranno un'avventura che non dimenticheranno mai".
Ciao, io sono Crazyemy, e questa è la mia prima Fanfiction. Dedico questa storia alla mia migliore amica, a cui voglio un mondo di bene. Se vi ho incuriosito, leggete e lasciate una recensione (sempre se volete).
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baymax, Hiro Hamada, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New city, new life'
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Capitolo 2: sistemazione

"Io sono Hiro. Hiro Hamada."
"Beh, è stato un piacere Hiro, ma noi dobbiamo andare: dobbiamo trovare un posto dove stare o dormiamo sotto i ponti." si intromise Rebecca.
Le due ragazze stavano per andarsene, ma il giovane le fermò.
"Sentite, mia zia ha un caffè qui a San Fransokyo, e vedendo le valigie intuisco che siete nuove di qui. Inoltre avete uno strano accento che, sicuramente, non è di queste parti. Se volete potete stare da noi.". Hiro non sapeva perché aveva offerto di stare da lui. Non c'era neanche posto: l'unico letto disponibile era quello di suo fratello.
"Sul serio?" Esclamò entusiasta Noemi.
"Non sai che favore ci faresti!" continuò l'amica.
Hiro la guardò meglio e si ricordò che non le aveva chiesto il nome. "Tu invece ti chiami...?"
La giovane dai capelli corti si ricompose. "Rebecca" rispose semplicemente.
"Ok, allora seguitemi". Le nuove arrivate non se lo erano fatte ripetere due volte: presero le valigie e seguirono la loro nuova conoscienza.
Hiro, d'altro canto, continuava a chiedersi se avesse fatto la cosa giusta. Non sembravano due ladre (forse Noemi un pò sì, dato il suo abbigliamento), ma si domandava che cosa ne pensasse la zia riguardo a questa sua decisione improvvisa.
Senza nemmeno accorgersene, arrivò a destinazione.
"Eccoci. Benvenute al Lucky cat café" disse Hiro con finto entusiasmo.
"Oh, it's so cute!" esclamò Noemi.
Il giovane genio la guardò incuriosito.
Così, Rebecca decise di spiegargli: "Noemi ha l'abitudine di parlare in inglese a volte. Ha detto che è carino questo posto."
"Oh, ehm ok" si limitò a dire il giapponese.
Quando entrarono, le ragazze furono immediatamente colpite dal profumo di dolci appena sfornati che riempiva l’aria. Prima che potessero fare altro, una donna di mezz'età con i capelli a caschetto li raggiunse.
"Hiro! Grazie al cielo stai bene!" disse questa abbracciando il ragazzino. "Non sapevo dove fossi finito ed ero così in pensiero per te!"
"Sto bene zia Cass, avevo solo bisogno di una boccata d'aria" rispose lui cercando di tranquillizzarla prima che divorasse l’intero locale.
Fu allora che Cass si accorse delle nuove presenze.
"Oh, non ho mai avuto il piacere di conoscere queste due giovani fanciulle! Piacere solo la zia di Hiro, Cass Hamada. Siete sue amiche o nuove clienti?"
Cercando di non peggiorare le cose, Hiro si intromise provando a spiegare tutto.
"Zia Cass, loro sono Noemi e Rebecca. Sono arrivate da poco a San Fransokyo e non trovano un posto in cui sistemarsi. Le ho proposto di rimanere qui con noi, se per te è ok."
"Possiamo pagarla" si affrettò a specificare la più giovane delle due.
La donna rise. “Pagarmi? Ma scherzate? Su, siete giovani. Magari potreste solamente darmi una mano qui al café. L’unica cosa sono i posti letto: abbiamo solamente un letto da una piazza e mezza e inoltre è nella stessa stanza di Hiro…”
“Stia tranquilla signora: per noi va bene comunque” la rassicurò Noemi.
“Bene, allora Hiro, aiutale con le valige: sono ospiti”
“Sì, zia Cass” fu la risposta leggermente scocciata del ragazzo, che prese la valigia di Rebecca e la portò fino all’ultimo piano del palazzo.
Quando arrivarono, Hiro si rese conto del casino della propria camera.
“Ehm, scusate il disordine, ma stavo lavorando a dei progetti scolastici. La vostra parte di stanza e dietro al separé”. Anche se pensasse fosse scortese, il giovane genio non volle andare a riaprire la seconda parte di stanza.
“Di chi era questo posto?” chiese Noemi.
Per il ragazzo fu come un pugno netto allo stomaco.
Trova una scusa, trova una scusa, trova una scusa; continuava a ripetersi nella mente, finché non gli venne un lampo di genio.
“Hei ragazze, venite a vedere questo”.
Prese un ago e si avvicinò alle due.
“Chi si offre per farsi pungere?” chiese senza mezzi termini.
Le due lo guardarono stranite.
“Sei autolesionista?” domandò Noemi.
Hiro spalancò gli occhi e arrossì. “N-no, è per…ah, faccio io” e si punse il dito.
Fece in tempo a dire “Ahi” che uno strano suono si fece strada nella stanza.
Quando si voltarono, videro una specie di marshmallows gigante con testa, braccia e gambe.
Quest’ultimo si mise a camminare verso di loro, alzò una mano in segno di saluto e iniziò a parlare con voce robotica: “Ciao! Io sono Baymax: il tuo personale assistente sanitario.”
Le due ragazze non dissero nulla, rimasero a fissare Baymax stupefatte.
“In una scala da uno a dieci, come valuti il tuo dolore?” continuò il robot riferito al suo amico umano.
“Sto bene Baymax, volevo solo farti conoscere Noemi e Rebecca” rispose Hiro tranquillizzandolo.
“Wow! Ma questo è…incredibile!” esclamò la quindicenne. “Lo hai fatto tu?!”
Ancora una volta, Hiro ricevette una fitta di dolore. Ma stavolta non poteva scampare alle spiegazioni.
“No…lo ha fatto mio fratello…” rispose semplicemente.
“Tuo fratello...? E ora dov’è?” domandò incerta Rebecca.
Hiro fece un lungo respiro prima di continuare. “è morto”.
In quel momento si sentirono due stupide. Come avevano fatto a non capirlo?! La stanza vuota, lui non c’era…
“C-ci dispiace” cominciò a dire Rebecca poggiando una mano sulla spalla del ragazzo.
“Non volevamo essere invadenti” continuò Noemi.
“Non fa niente” mentì il ragazzo. “è stato un anno fa”.
In quel momento, Baymax abbracciò Hiro.
“Baymax, che diamine…?”
“Andrà tutto bene, su su” disse il robot dando delle tenere pacche sulla testa del quindicenne*.
“Ooooh, che tenero!” esclamò la ragazza castana.
“Sì, fa sempre così quando mi sento un po’ giù pensando a Tadashi”
“Se vuoi piangere puoi farlo: il pianto è una naturale conseguenza del dolore, sia fisico che mentale” continuò Baymax.
Hiro sciolse l’abbraccio. “No, ok, ora esageri” disse provocando le risate delle sue due nuove coinquiline.
“Allora…di dove siete?” chiese timidamente il ragazzo.
“Di Torino, Italia” rispose prontamente Noemi.
“Wow! Europa! Avete fatto un viaggio davvero lungo allora!” esclamò Hiro. “E cosa siete venute a fare qui a San Fransokyo? Se posso chiedere ovviamente”
Questa volta fu Rebecca a rispondere: “Abbiamo vinto una borsa di studio per SFIT. Dicono che è una scuola molto famosa“
“La SFIT?! Ma è la mia scuola!” Hiro era meravigliato. Sembrava come se quelle due ragazze lo seguissero ovunque, il che era un po’ inquietante dal suo punto di vista.
“Sei serio? Dai, ma che cosa figa!” esclamò Noemi con la sua solito allegria.
“Ok, io direi che è il caso di dormire: abbiamo tutto il tempo per parlare.” Concluse Rebecca.
“Giusto. Baymax, sono soddisfatto del trattamento.” Disse il ragazzo al robot facendolo tornare nella propria valigia. Almeno non prima di aver dato un lecca-lecca ad Hiro e una boccetta di spray disinfettante per il dito.
Oramai era abituato alle super-attenzioni della creazione di suo fratello, così non protestò e andò in bagno per lavarsi e mettersi il pigiama.
Quando uscì per dare il cambio alle due coinquiline, vide che si erano addormentate nel letto di Tadashi con ancora i vestiti addosso. E come poteva biasimarle: avevano passato un’intera giornata in aereo!
Si lasciò sfuggire un sorriso e raggiunse la sua parte della stanza.
Troppe emozioni avevano riempito la giornata e i cambiamenti lo avevano stancato ancora di più. Ma sentiva che ancora altro stava per accadere, qualcosa che non faceva da tanto tempo. Non riuscì a pensarci troppo, che cadde tra le braccia di Morfeo, in un lungo sonno ristoratore.
 
*Essendo passato un anno dagli eventi del film, ora Hiro ha quindici anni, per questo ho scritto quindicenne.
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NOTA AUTRICE: Ooook, e rieccomi con un altro capitolo. Stavolta l’ho fatto un po’ più lungo, va bene?
Se vedete errori ditemelo e li correggerò.  Ringrazio Pelelen_moon6 e Rebianime per le recensioni <3
E anche chi legge solo. Fatemi sapere che ne pensate con una recensione qui sotto. Kisses, Emy.
 
   
 
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