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Autore: Kristah    28/01/2015    1 recensioni
Eccomi qui! A storia finalmente ultimata (finirla si è rivelato più difficile di quanto immaginassi). Come già esplicitamente detto nel titolo, saranno raccontati gli eventi del 1943 (l'anno della nascita ufficiale di Capitan America) dal punto di vista di uno dei personaggi più bad-ass: Peggy Carter. Non voglio dilungarmi troppo nei dettagli degli episodi descritti, ma ci saranno (ovviamente) parti tratte dal film e piccoli missing-moments che mi sono immaginata!
Last, but not the least: se la storia vi piace, lasciate una recensione, anche piccina! Non sapete che immenso piacere provo nel leggerle! :) - Inutile scrive che anche critiche sono ben accette, vero?
Detto questo...
Enjoy!
XX,
Kristah
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Howard Stark, Peggy Carter, Steve Rogers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13 aprile 

Si sa come sono fatti i giovani: vogliono tutto e subito senza rendersi conto che il tempo che hanno a loro disposizione sta già scivolando tra le loro dita come numerosi granelli di sabbia. 
Ero giovane anche io, il mio paese era in guerra e il mio lavoro era quello di addestrare ragazzi miei coetanei e mandare la maggior parte di loro a morire lontana dalle loro famiglie, dai loro affetti. Non biasimarmi, perciò, se la prima volta che posai lo sguardo su di lui, per poco non scoppiai a ridere. 

Campo addestramento di Oakland, 1943 

"Quello lì? Ne è proprio sicuro? È lui quello che sta cercando?" 
Il Colonnello Philips le aveva letto nel pensiero: quando Erskine le aveva rivelato che l'uomo che avrebbe rappresentato il primo di una lunga lista di supersoldati era quel ragazzino fragile che sarebbe stato spazzato via da una folata di vento, Peggy Carter dovette mordersi la guancia per non scoppiare a ridere. 
Iniziava a dubitare della lucidità del dottore; forse dai piani alti gli avevano fatto pressione e l'uomo aveva preso l'unico ragazzo di New York che non sarebbe stato in grado di sopravvivere all'iniezione del siero. 
Il Colonnello e il Dottore avevano terminato la loro fitta conversazione all'interno della quale Peggy Carter aveva distinto almeno un paio di interiezioni in tedesco.
"Tenente Carter" 
"Colonnello?" La donna si avvicinò al suo superiore, in attesa di ordini. 
"Inizi con l'addestramento" 
Non poté fare a meno di strabuzzare gli occhi: sapevano entrambi che uno tra la dozzina di ragazzi che erano arrivati al campo quel giorno non sarebbe riuscito ad arrivare alla fine della giornata. 
"Colonnello, lei è sicuro che..." 
"È un ordine, Tenente Carter. Mi aspetto che tu lo rispetti"
Decise di non discutere oltre: se il futuro supersoldato non ce l'avesse fatta, la colpa sarebbe ricaduta sul Colonnello Philips; se lui era pronto ad assumersi quel rischio, così era anche lei. 

Era l'ultimo a cui avrei dato un soldo bucato; avevano tutti scommesso sul tempo che avrebbe impiegato a ritirarsi dal campo per ritornare in città. 
Dopo pochi giorni di addestramento capivo perché il dottor Erskine ci avesse messo tanto a trovarlo: non gli importava se arrivava per ultimo, ci metteva tutto l'impegno che il suo fisico all'epoca poco adatto gli permetteva. Si spingeva al limite, e spesso anche oltre per stare dietro ai suoi compagni e ai miei ordini urlati sul campo. 
Sono stata la prima, dopo Erskine, a capire il suo potenziale; prima della prova pratica del Colonnello Philips. 

Campo addestramento di Oakland, 1943 

Peggy Carter aveva i piedi appoggiati sulla sua scrivania: quando passi il tempo con solo uomini, non puoi fare a meno che iniziare a comportarti anche solo lontanamente come loro. 
Un leggero bussare alla porta la fece tornare con i piedi per terra: "È aperto" 
La chioma da scienziato del Dottor Erskine fece capolino prima dei suoi occhiali tondi: "Tenente Carter, il Colonnello Philips ha detto che voleva parlarmi..." 
La donna annuì, lasciandosi sfuggire un sorriso gioviale: un avvenimento assai raro da quando era entrata al Campo di Oakland.
"Si, Dottore. Riguardo Il soldato Rogers..." 
Sul viso dell'uomo l'espressione mutò in un istante: "Si fidi, Tenente Carter, le prometto su ciò che vuole che non se ne pentirà"
"Dottor Erskine, volevo complimentarmi con lei, in realtà. So che Rogers non è ancora il supersoldato che sarà dopo il siero, ma ho finalmente capito che cosa cercava; pensavo che il suo fosse un semplice capriccio, inizialmente. Le voci dall'altro giungevano anche qui forti e chiare..." 
"Sapevo che valeva la pena aspettare. Tenente Carter, sia io che lei sappiamo benissimo che ognuno dei ragazzi che ha sottoposto ai miei esami in precedenza avrebbero reagito al siero in modo positivo... A quest'ora se non avessi io tra le mani il siero, avreste potuto avere una dozzina di supersoldato pronti da mandare al fronte e vincere la guerra senza dispendio di uomini. Ma cosa se ne fa l'America di dodici ragazzi fisicamente indistruttibili ma dal cervello come quello di una gallina?" 
Le duoleva ammetterlo, ma il Dottore aveva più che ragione: "Il soldato Rogers è un'ottima scelta, sul campo intellettivo e comportamentale, Dottore..." 
Non erano necessarie parole: lei, Erskine e il Colonnello Philips si domandavano tutti la stessa cosa. 
"La risposta alla sua domanda è non lo so, Tenente Carter. Forse sì o forse no. Sfortunatamente la forza di volontà non sempre è abbastanza" 
Si morse il labbro e annuì; già sapeva che avrebbero ricevuto la risposta solo nel momento della verità. 
"Devo ancora convincere il suo superiore, Tenente" continuò il tedesco, dopo un lungo attimo di silenzio: "Non posso dare inizio al programma se non c'è la firma del Colonnello sui fogli burocratici" 
La donna non staccò gli occhi dalla nervatura della sua scrivania di legno: "Il soldato Rogers è un ragazzo coraggioso, Dottore. Faccia in modo che sfoggi il suo coraggio davanti al Colonello" 
"Lei sa bene quanto me che Steve non darebbe mai spettacolo di sé" 
"Lo costringeremo, se sarà necessario. St... Il soldato Rogers deve essere il primo supersoldato

All'epoca non immaginavo di certo che rendere Steve il primo supersoldato significava che sarebbe stato anche l'unico. Faceva tutto parte di un progetto più grande: i supersoldati non sarebbero dovuti apparire negli show radiofonici né tantomeno nei teatri gremiti di gente accompagnati da ballerine di cancan. 
Ma poiché è rimasto l'unico, il Presidente lo considerava troppo prezioso per essere spedito al fronte. 

Campo addestramento di Oakland, 1943 

"Tenente Carter, ne è proprio sicura?" 
Il tono di voce del Dottore la fece sorridere: "Molto più che sicura, Dottor Erskine. E se questo piano va a buon fine, può anche iniziare a chiamarmi Peggy" 
Guardò l'uomo negli occhi prima di continuare, questa volta completamente seria: "Deve solo circuirlo con le parole, dottore... Dio solo sa quanta voglia ha il Colonnello di dimostrare che sia lei che io abbiamo torto" 
"Mi fido del suo giudizio, Tenente Carter" 
Peggy Carter non dubitava del suo piano: lo aveva ideato nei minimi dettagli nel corso della settimana precedente; e lei era un asso ad organizzare piani. 
Quella volta non fece eccezione; tutto andò come sperato: il Colonnello Philips lanciò la granata e il soldato Steve Rogers ci si buttò addosso per proteggere gli altri che erano corsi a nascondersi. 
Gli occhi chiari della recluta incontrarono per un breve momento i suoi, prima di soffermarsi su quelli del Dottore, che stava accanto al Colonnello. 
Il dottor Erskine si tolse il cappello e fece un breve inchino alla donna, che si stava trattenendo per non gongolare di fronte al suo superiore che si era incamminato a grandi passi verso il suo ufficio borbottando scontento

Molti designano quel momento come la nascita di Capitan America: forse è un'affermazione vera soltanto per metà; quello è stato il momento in cui Steve ha capito che poteva farcela, che poteva riuscirci. 
Capitan America è nato insieme a Steve Rogers. 



 
Angolino autrice: 
Buonasera bellissimi/e! 
Non ho saputo resistere e ho già pubblicato il secondo capito...
Spero vivamente che lasciate anche un commentino piccino picciò, per farmi sapere se la storia vi piace oppure no!

XX,
Kristah
 
  
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