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Autore: Meahb    27/11/2008    2 recensioni
Fino a che punto si spinge l’amicizia? Qual è la linea di confine tra amicizia e amore? E cosa succede quando il destino è convinto che due persone sono destinate a stare insieme, costi quel che costi?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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whatawond8

WHAT A WONDERFULL WORLD


“I see friends shakin’ hands

Sayin’ ‘how do you do’

They’re really sayin’

‘I love you’”

Louis Armostrong

 

 

 

Galway, Maggio 1999

 

“Cammina Flow, sei lento come un dannato formichiere!”

Orlando alzò un sopracciglio, “Che razza di paragone è?”

Abaigeal saltello sopra gli scogli, quindi imboccò un sentiero che portava alla spiaggia, “E’ un paragone che calza”, gli urlò dietro per coprire il vento che soffiava forte, portando in giro un gregge di nuvole, “Cazzo, Flow! Vuoi muoverti?”

“Bee dici troppe parolacce”, scherzò lui.

“Si papà, hai ragione, però sbrigati!”.

Orlando puntò meglio la torcia verso il sentiero, quindi avanzò lentamente cercando di mettere a fuoco quello che calpestava con la suola delle scarpe. Si augurò non ci fossero scarafaggi o animali del genere. Gli facevano impressione.

Bee, da basso, ridacchiava come una pazza. Probabilmente era già arrivata alla spiaggia e si era messa a giocare con le onde. E sicuramente, ubriaca com’era, si era bagnata le scarpe.

Con un ultimo salto fu in spiaggia anche lui, e nello stesso momento in cui puntò i piedi a terra, il vento soffiò via tutte le nuvole scoprendo una meravigliosa luna piena.

Bee lo guardò a bocca aperta.

“Wow”, sussurrò, “Sei…sei…una visione, ecco!”

La luna gli aveva illuminato il viso, sembrava l’unica cosa nitida in quella strana notte irlandese.

“E tu sei ubriaca”, scherzò lui per stemperare l’imbarazzo.

Lei rise, quindi aprì la borsa e gli lanciò l’ennesima lattina di Guinnes da tre quarti.

“Ottima presa, Flow!”, si complimentò lei facendo un accentuato ok con le mani, “Se  ti va male con la recitazione ti può dare al football”, inclinò la testa a sinistra, “Si chiama così no? Quel gioco dove uno tira la palla e quegli altri gli corrono dietro”, sorseggiò la birra, “Alla palla non a lui”.

Orlando scoppiò a ridere, “Bee erano mesi che non ti vedevo così”.

Lei gli si avvicinò scrutandolo attentamente, “Ubriaco. Ecco cosa sei. E dai dell’ubriaca a me per distogliere l’attenzione dai tuoi occhi ubriachi!”

“I miei occhi non sono ubriachi”, protestò.

“See come no, e io sono la fatina di Peter Pan!”, si voltò, quindi corse verso la spiaggia fino al confine con l’acqua. Quando il mare si gonfiò e l’onda si avvicinò al bagnasciuga prese a correre per non bagnarsi, ridendo come una pazza.

Orlando scosse la testa ridendo a sua volta.

“Vieni qua Flow. Vieni a provare!”, lo incitò saltellando e battendo le mani.

Lui si avvicinò con cautela, ma Bee gli prese la mano, trainandolo più vicino all’acqua. Quando l’ennesima onda si infranse, lo trascinò al sicuro verso la spiaggia, ridendo forte.

“Non è una figata?”, gli chiese ansimando, “Da piccola passavo le giornate intere a fare questo benedetto gioco!”

Lui appoggiò le mani sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato. Bee gli aveva fatto correre quattrocento metri in dieci secondi.

“Cazzo Bee! Ma sei parente con flash?”

Lei gli diede una pacca bene assestata sulla schiena, “E’ il fisico che ti manca, Bloom. Come pensi di sfuggire alle orde di fan scalmanate se non riesci a fare un metro senza farti venire una crisi polmonare?”

Lui la guardò di traverso, senza smettere di respirare affannosamente.

“Ho capito”, sbuffò lei prendendolo per mano, “Vieni qua nonnetto, ti porto a fare un giro su Mrs. Sunrise”.

“Chi?”, domandò Orlando senza capire.

Bee gli indicò la barchetta rossa attraccata ad uno scoglio, “Mrs. Sunrise, la mia nave!”

Lui alzò un sopracciglio, “Bhè nave mi sembra un po’ pretenzioso…”, scherzò.

“Non offendere la mia barchetta!”, lo rimbrottò lei, colpendolo ad un braccio. Appoggiò entrambe le mani sul bordo, quindi saltò dentro con uno slancio agile, “Salta su, nonnetto!”

Orlando si guardò intorno preoccupato, “Bee ma il mare è mosso”, considerò.

Lei scrollò le spalle, “Macchè mosso e mosso. Siamo in Irlanda”, spiegò, “Qui il mare è quasi sempre così”, lo guardò implorante, con il broncio, “Sali?”

Lui ridacchiò. Impossibile resistere al broncio di Bee.

Appoggiò un piede sul bordo e rotolò letteralmente dentro, facendola scoppiare a ridere.

“Bee non ridere altrimenti ti buttò in mare!”, la minacciò.

Lei cercò di darsi un contegno, quindi si mise seduta.

“Remi in mareeeeee!”, gridò, facendo scivolare la barca in acqua.

 

 

 

“Questa piace anche a te”, sorrise lei, passandogli una cuffia del lettore cd.

Orlando la infilò e si mise ad ascoltare.

“Waiting on an angel”, di Ben Harper.

Sorrise, chiuse gli occhi e si beò di quella meravigliosa sensazione che gli dava il vento leggero, l’odore del mare e la luna che faceva a botte con le nuvole per illuminare la loro barca. Assurdamente pensò che tutte quelle cose erano lì per loro. Per loro e basta. Ed il mattino dopo sarebbero sparite per non far provare a nessun altro quello che provava lui in quel momento.

Bee lo guardò, quindi soffocò una risatina.

Sembrava un bambino in un negozio di caramelle. Tenne a bada l’istinto di sfiorargli una mano…non voleva tirarlo fuori da quella sensazione che anche lei conosceva così bene.

Ma Orlando aprì gli occhi, piantandoli dentro i suoi.

“Come cazzo ci riesci, Bee?”

“A far cosa?”, domandò senza capire.

Lui allargò un braccio ad indicare quello che li circondava. Mare, sabbia, cielo e stelle.

“Come riesci a creare queste situazioni perfette?”

Lei sorrise, “Non le creo mica io. Ci sono da prima che io e te mettessimo piede sulla terra. Ma la cosa che le rende speciali siamo proprio noi, qua sopra, a riempirle di emozioni”.

Lui annuì, senza smettere di sorridere.

“Secondo te chi è l’angelo della canzone?”, domandò indicando la cuffia che teneva nell’orecchio.

Abaigeal fissò l’acqua sotto di loro, guardando la sua immagine riflessa, “Qualcuno da amare, Flow. Qualcuno che si aspetta per tutta la vita…qualcuno che esiste. Deve esistere per forza”.

Lui bevve dell’altra birra, “Dici che esiste anche per noi due?”

“Ovvio che esiste per noi due. Di chi pensi che scriva io? Scrivo di lui…’one day he’ll come along the man I love’” canticchiò.

“Mi tiri fuori addirittura Billie  Holiday?”, scherzò lui.

“Hai mai sentito quella canzone?”, domandò lei seria, “Ascoltata, anzi. Ascoltata davvero”.

Lui scosse la testa sconsolato.

“Parla di un’idea. Una bella idea meravigliosa che lei crede possibile. E’ un po’ come te quando fantastichi sulla donna della tua vita”,bevve la birra ridendo, “Ma tu fantastichi in astratto. Devi essere concreto anche nel fantasticare. Devi ammettere che quel sogno è una cosa che conta davvero tanto per te”, gli mise una mano sul cuore, “Che lo culli proprio qui e che non vedi l’ora di poterlo veramente sentire qui”, gli mise il palmo sullo stomaco, “Anche per sognare ci vuole coraggio, Flow!”

Lui le prese una mano, “E tu,allora? Tu non sogni mai un uomo che ti ami per tutta la vita, quindi saresti una vigliacca?”, fece una smorfia, “Non direi proprio!”

Lei ridacchiò, erano nella fase profonda dell’ebbrezza. Quella in cui avrebbero potuto parlare anche del significato metafisico di un capello che cade.

Erano i momenti che preferiva.

“Tu sei il sognatore”, sorrise lei, “Io sono quella che fabbrica i sogni per gli altri. Io sogno i sogni che scrivo”.

“E scrivi un sogno tuo allora…una volta scrivi un bel sogno d’amore. Anzi una bella storia d’amore con le contro palle. Non una di quelle che si leggono tutti i giorni, ma una storia reale, che possa capitare a tutti”, sorrise, “E mettici dentro i tuoi, di sogni”.

“Chissà…magari un giorno lo farò davvero!”

Le nuvole si erano spostate ancora, scoprendo la luna e istintivamente alzarono tutti e due lo sguardo.

Fu Orlando a spezzare il silenzio.

“Bee mi prometti una cosa?”, le chiese senza distogliere lo sguardo.

Anche lei annuì, con il naso all’insù verso la luna.

“Io non lo so mica se rimarremo per sempre così. Magari le nostre strade un giorno potrebbero separarsi e rimarrà solo l’ombra di quelli che eravamo oggi, però voglio che mi prometti una cosa, Bee. Voglio che mi prometti che combatterai per trovare l’amore vero, senza arrenderti di fronte a niente”, incamerò aria, “Anche se dovessi lottare per anni interi, anche se per arrivare fino a lui dovessi fare il giro del mondo, mi prometti che te lo andrai a prendere?”

Bee abbassò la testa e lo guardò negli occhi, “E tu mi prometti che farai lo stesso? Che non smetterai mai di sognare così come sogni adesso?”.

Lui le fece l’occhiolino, quindi la tirò verso di se per abbracciarla.

La sua migliore amica.

L’unica persona di cui si fidava completamente.

“Promesso Bee”, le sussurrò all’orecchio.

“Promesso Flow”, sussurrò lei di rimando.

Rimasero abbracciati ancora, finché Bee non prese a mormorare una canzone.

Orlando istintivamente sorrise.

I just want to feel you, When the night puts on its cloak…

I just want to catch you if I can, I just want to be there…”, canticchiò lui di rimando.

Bee rise piano, stringendosi ancora di più a lui.

“Ci siamo fatti una grossa promessa uhm?”, gli domandò sorridendo.

Orlando si strinse nelle spalle, “Ci facciamo grosse promesse ogni giorno”, precisò sistemandosela contro il petto.

Lei sospirò senza dire nulla.

Senza fargli notare che, per la prima volta da che si conoscevano, lui aveva considerato l’idea che un giorno avrebbero potuto dividersi. Dividersi definitivamente.

Girò la testa di lato per vederlo meglio mentre guardava assorto la luna. E proprio mentre l’astro gli illuminava gli occhi fece un’altra promessa. A se stessa ma soprattutto a lui.

“Sarai sempre il mio migliore amico, Flow. Costi quel che costi”, pensò.

Orlando la vide sorridere, quindi sorrise a sua volta.

“Sei la migliore amica che abbia mai avuto”, mormorò.

Abaigeal sorrise, “Idem”, rispose.

 

 

 

 

Eccoci qua….

Ragazze sto andando avanti con difficoltà, cercando di tenervi il meglio per la fine e, soprattutto, cercando di non deludere le vostre aspettative.

Spero solo di riuscirci…

E voglio ringraziarvi tutte…davvero.

Strow, se tu sapessi come una frase sola che mi hai detto l’altra sera ha fatto si che nascesse uno dei capitoli di cui vado più fiera, dovresti capire che razza di talento hai!

 

Vi adoro….

Anche a quelle che leggono e non commentano…siete tutte importanti per me!

Grazie ancora.

 

Amaranta

  
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