Capitolo XIII
Il canto delle sirene
Entrò nel dormitorio
Serpeverde e lo trovò vuoto, come sempre del resto. Stava per entrare nella
stanza di Miriam, ma la vide addormentata su una poltrona. Si avvicinò alla
ragazza e la svegliò con delicatezza. Lei aprì lentamente gli occhi e dopo
qualche istante sembrò riconoscerlo. Si alzò dalla poltrona e rimase immobile a
fissarlo. – Che ti è successo? – chiese notando il suo sguardo.
- Mi stavo facendo domande
stupide.
- E perchè sei qui?
- Perchè voglio che tu risponda
a queste domande stupide. – tentò di sorridere, ma la sua faccia sembrava come
paralizzata – Prima domanda: perchè sei sempre triste?
- Non ci vuole molto a
capirlo… il motivo è lo stesso di quindici anni fa, anche se in questi ultimi
giorni la motivazione è un’altro e tu dovresti saperlo bene.
In realtà quello era un
rimprovero, ma non vi fece caso, finalmente aveva scoperto la sua tristezza. –
Ti faccio un’altra domanda e me ne vado: perchè mi eviti?
- Ti evito?
- Sì, mi sembra che stai
facendo di tutto per non parlarmi.
- Scusami, non volevo, non
me ne sono accorta.
Tirò un sonoro sospiro di
sollievo e se ne andò lasciando la ragazza a studiare. Si stava preparando per
tutte le verifiche che Piton aveva intenzione di farle recuperare e aveva intenzione
di prendere tutte E, dopotutto quegli argomenti li sapeva perfettamente.
A mezzanotte sentì un
sonoro tonfo provenire dal dormitorio dei maschi. Dopo alcuni istanti tutti i
Serpeverde uscirono dai loro dormitori ridendo.
- Che è successo? – chiese alla
prima persona che le era capitata a tiro.
- Abbiamo rovesciato una
pozione addosso a Ryan.
Entrò nella sua stanza
chiedendosi come facevano i Serpeverde ad essere così stupidi. Dopo qualche
minuto sentì una risata e molte ragazze urlare. Uscì dalla stanza e vide un
dissennatore nella sala comune, in realtà era un fantoccio e lo capì non
avvertendo la gioia abbandonarla. Le ritornarono in mente le parole di Zecks e
capì che quella era opera sua. Notò il fantoccio fare un giro su se stesso diventando
un grosso pesce e riconobbe la voce di Zecks dire: - Pesce d’Aprile!
Probabilmente tutti avevano
riconosciuto la voce del ragazzo, ma nessuno avrebbe osato fargli uno scherzo,
tutta la scuola sapeva quanto fosse vendicativo Zecks.
Divenne invisibile e andò
nel dormitorio dei Tassorosso per parlare con il ragazzo. Davanti all’entrata
lo scorse e ritornò visibile.
- Ehilà, come mai qui?
- Volevo congratularmi con
te, hai fatto un bello scherzo. Comunque…come mai sei qui fuori?
- Sto posizionando vari
scherzi in tutta la scuola, vedrai, sarà divertentissimo… - ghignò divertito e
salutò Miriam. La ragazza tornò nel suo dormitorio e ricominciò a studiare;
smise verso le due di notte addormentandosi sul libro.
Si svegliò alle otto perchè
qualcuno stava bussando insistentemente alla sua porta. Andò ad aprire e si
trovò davanti Piton. – Vieni nel mio ufficio.
Seguì il direttore della
sua casa ed entrarono nel suo ufficio. L’uomo usò il Muffliato sulla porta e la
fissò severo. – Cosa sono tutte quelle scorribande che fai di notte?
- Scorribande?
- Tutte le notti non sei
nel tuo dormitorio, ma in quello dei Tassorosso; sai che è contro il
regolamento, vero?
- Sì, ma non faccio nulla
di male.
- La Umbridge ti sta
spiando e non ho intenzione di continuare a inventarmi scuse a tuo favore.
- Va bene, va bene, da
stasera rimarrò nel mio dormitorio…
- Un’altra cosa: dopo
colazione vieni direttamente nell’aula di Pozioni, ho deciso di darti più tempo
per recuperare le verifiche.
- E le altre materie?
- Ho già avvertito gli
insegnanti. Puoi andare. – uscì dalla stanza e andò a prepararsi. Trovò la Sala
Comune vuota e si disse che gli scherzi di Zecks dovevano aver bloccato quasi
tutti. Guardò verso il tavolo degli insegnanti e notò Dolores Umbridge coprirsi
il volto con una mano. Si sedette al tavolo e iniziò a mangiare lanciando di
tanto in tanto lo sguardo verso la donna per scoprire che cosa stesse
nascondendo. Al decimo tentativo vide dei baffi felini e capì immediatamente
che Zecks aveva usato una delle fatture in cui eccedeva; in breve tempo la
donna sarebbe diventata un gatto, peccato che l’effetto durasse solo qualche
ora…
Appena ebbe finito di
mangiare andò verso i sotterranei e vide Piton davanti alla sua aula in attesa
degli studenti. Andò verso un calderone, poggiò la sua roba a terra, prese il
libro di Pozioni e iniziò a preparare la prima pozione che aveva sbagliato a
fare. Dopo meno di mezz’ora ne incominciò un’altra nell’attesa che la prima
iniziasse a bollire. Per due ore fece solo pozioni; poi consegnò i vari flaconi
a Piton che le diede le verifiche. Prese una sedia e iniziò da Incantesimi, poi
passò a Storia della Magia, a Divinazione, Trasfigurazione e così via. All’ora
di pranzo aveva il cervello fuso e non riusciva più a connettere, così Piton le
fece fare una breve pausa.
- Le pozioni sono state
eseguite perfettamente; se continui così avrai Eccezionale senza problemi.
- Già.
Dopo dieci minuti ricominciò
a lavorare e dopo un’ora riuscì a finire tutto. Consegnò a Piton e tornò nel
suo dormitorio per riposarsi. Si addormentò profondamente e fu svegliata da
Draco un’ora e mezza dopo.
- Che c’è?
- C’è Myne fuori dal
dormitorio, ha detto che vuole parlarti.
Si alzò faticosamente e il
cugino le disse: - Per quello che sono riuscito a vedere, dovresti aver fatto
tutto Incantesimi e Storia della Magia giusti.
- Speriamo, non ho voglia
di rifare quelle verifiche, ho studiato fino alle due di notte…
Uscì dal dormitorio e vide
Nerix. La fissò attentamente e, nonostante ostentasse la sua maschera, le sembrò
di scorgere della preoccupazione nel suo sguardo.
- Ciao, Nerix, come stai?
- Bene, tu?
- Sono un po’ stanca, ma
per il resto sto bene.
- Come sono andate le
verifiche?
- Draco ha detto che dovrei
aver fatto giusto tutto Incantesimi e Storia della Magia, per il resto non saprei.
Ci fu qualche istante di
silenzio, poi Miriam disse: - Nerix, mi spieghi perchè Aliack si sta
deprimendo?
La ragazza sorrise amara. –
Non lo so… non me ne vuole parlare.
- Come va fra voi?
- I primi giorni a
meraviglia, ma poi ha iniziato a farsi delle domande stupide e io non riesco ad
aiutarlo, non so cosa dirgli… Ieri ha avuto una crisi di nervi, se non fosse
stato per Zecks sarebbe ancora in camera sua.
- Se vuoi vado a parlargli.
- È appunto per questo che
sono qui, se lo facessi ne sarei contentissima.
- Allora vado, poi vengo a
riferirti.
- Grazie mille.
Per fortuna il loro
rapporto era rimasto sempre lo stesso…
Rimase fuori dal dormitorio
ricordandosi di ciò che aveva detto a Piton e decise di chiedere alla Signora
Grassa di chiamare l’amico. Dopo qualche istante il ritratto si aprì, ma invece
di Aliack uscirono i gemelli Weasley. – Ci dispiace, ma Aliack non vuole
uscire.
- Gli avete detto che ci
sono io?
- Sì, ma ha detto che vuole
dormire.
- Ditegli che se non viene
non gli parlerò a vita.
George andò a riferire,
Fred, invece, rimase con la ragazza. – Davvero lo farai?
- Certo che no, ma mi
sembrava l’unico modo per farlo uscire.
Dopo qualche istante arrivò
Aliack correndo. – Eccomi, scusa, non avevo capito che eri tu.
- Come no? Ti abbiamo detto
che c’era Miriam.
- Ho capito che c’era
Nerix…
- E non le avresti parlato?
– chiesero con aria di rimprovero i gemelli e Miriam all’unisono.
- Non in questo momento…
dopo sarei andato da lei. Comunque, che devi dirmi?
- Mi spieghi perchè ti stai
deprimendo?
- Mi faccio domande
stupide, tutto qui…
- E perchè non le fai a
qualcun altro queste domande? Magari può darti una risposta.
- Ho provato con Nerix, ma
lei non riesce a rispondere… se le faccio a te o a Zecks vi mettete a ridere.
I gemelli trattennero le
risate e gli diedero dell’idiota per poi andarsene, invece Miriam rimase
immobile a fissarlo superiore.
- E perchè non ci metti
alla prova?
- Va bene. Quand’è che
abbiamo deciso di poterci innamorare fra noi quattro?
- Non credo che sia stata
una decisione così drastica. Con il tempo è successo, tutto qui, non ci siamo
messi di comune accordo e abbiamo detto: da oggi possiamo innamorarci fra noi.
Ma davvero sono queste le tue domande?
- Te l’ho detto che sono
stupide… - rimase in silenzio a pensare a ciò che aveva detto la ragazza. Gli
sembrava così semplice la risposta, eppure lui non l’aveva capita…
- Altre domande stupide?
- No, alle altre hai
risposto ieri sera.
- Solo per questo ti stai
deprimendo?
- No, era anche perchè ci
stavamo allontanando, ma adesso abbiamo chiarito e tutto sta tornando a posto.
– sorrise gioioso e tornò nel suo dormitorio, mentre la ragazza andò davanti a
quello Corvonero. Spiegò la sua chiacchierata con Aliack a Nerix, tornò nel suo dormitorio e andò a
dormire non sapendo cos’altro fare.
Si svegliò a mezzanotte
perchè aveva percepito un’energia a lei troppo nota; si alzò dal letto e corse
verso l’esterno del castello attenta a non farsi scoprire da Gazza.
Corse verso la capanna di
Hagrid e vide Ryan scappare da qualcosa. Un fascio verde squarciò l’aria e
dietro al ragazzo comparve lui, il suo incubo: Voldemort.
Il Signore Oscuro la vide,
sorrise e dei Dissennatori comparvero da dietro di lui. Si avvicinarono facendo
oscillare gli enormi mantelli. La ragazza corse verso Ryan, lo prese e tentò di
portarlo verso un luogo più sicuro, ma Voldemort le comparve davanti
sbarrandole la strada.
“Preferisci essere uccisa
dai Dissennatori o tornare da me?”
“Nessuno dei due.” Rispose
prontamente Miriam. Sfoderò la bacchetta ed evocò il Patronus: dalla bacchetta
comparve un immenso Basilisco che si avvolse intorno a lei per proteggerla e
puntò la testa verso i Dissennatori. Quelli arretrarono irrequieti, ma Miriam
sapeva bene che quel giochino non poteva certo fermare Voldemort. Si voltò verso
di lui e lo vide avvicinarsi.
“Scappa, vai in qualunque
dormitorio e dì cosa sta succedendo, ma non andare dai Serpeverde, chiaro?”
Vide il ragazzo tremante
accennare lievemente col capo. Gli creò una barriera intorno e Ryan iniziò a
scappare.
“Dopo mi occuperò anche di
quel ragazzo.”
“Non ne avrai il tempo.”
Voldemort sfoderò la
bacchetta e le lanciò contro un incantesimo: tutto il terreno intorno a lei fu
attorniato dalle fiamme; il Basilisco scomparve e lei rimase senza difese, ma
quello era il minimo dei mali. Poiché dentro di lei albergava una fenice non
aveva problemi con le fiamme, ma il vero problema era fuori da quelle. Elaborò
velocemente un piano e puntò la bacchetta verso il lago. “Marine!”
L’acqua del lago si alzò a
formare un fontana, da questa si crearono delle bolle che volarono a tutta
velocità verso di lei, ma, a qualche istante dalle fiamme, deviarono e
puntarono Voldemort. L’uomo riuscì a deviarle e quelle spensero le fiamme.
Voldemort guardò in mezzo a quelle, ma non vide niente: della ragazza nessuna
traccia.
“Dove guardi?” un’ascia
comparve nella visuale di Voldemort. Riuscì a scansarsi ed evitò il colpo
letale. Vide Miriam librare l’ascia in aria e capì che quella doveva essere un
cimelio dei Serpeverde. Notò le luci nel castello accendersi e decise di
attuare il piano B. Schioccò le dita e dei mangiamorte circondarono la ragazza.
Miriam si guardò intorno e
riconobbe molti mangiamorte, alcuni le erano sconosciuti, ma quello non era un
problema, presto sarebbero morti tutti. Sentì una sensazione di angoscia
invaderle e una sottile nebbia comparve davanti ai suoi occhi. Si guardò
intorno, ma non vide niente, eppure dovevano per forza esserci dei
Dissennatori, solo loro potevano dare quella sensazione…
La sensazione crebbe e la
felicità iniziò lentamente a defluirle insieme alle forze. S’inginocchiò
stremata e iniziò a prendere fiato, ormai anche l’aria iniziava a mancarle.
Vide delle luci nel castello, qualche istante prima ne sarebbe stata felice, ma
in quel momento capì che era troppo tardi. Le venne in mente Aliack e la
felicità che quel volto le infondeva scomparve, capì chiaramente che c’era un
Dissennatore che in qualche modo stava vincendo contro di lei, avrebbe potuto
evocare il Patronus, ma non le veniva in mente niente di felice, così si
accasciò a terra. Scorse un velo nero ondeggiare vicino a lei e capì:
Dissennatori coperti da mantelli dell’invisibilità. Sentì le energie riprendere
a fluirle in corpo, ma non erano sufficienti per evocare il Basilisco e
scappare. Vide la mano del Dissennatore uscire dal mantello e la sua faccia
avvicinarsi sempre di più… ormai era condannata.
Sentì qualcuno battere
rumorosamente all’entrata del dormitorio. Disse la parola d’ordine ed entrò un
Serpeverde. Dopo qualche istante riconobbe Ryan, molti Grifondoro avevano
iniziato ad avvicinarsi minacciosi, ma notò la paura nei suoi occhi e li fermò.
- Che ti è successo?
- Fuori… Dissennatori…
Pericolo… Miriam …
Quell’ultima parola gli
bastò per capire la gravità della situazione. Si affacciò alla finestra e vide
la ragazza accerchiata dalle fiamme e qualche metro più in là Voldemort. Corse
verso l’uscita del castello seguito da tutti i Grifondoro che avevano visto la
scena.
- Avvertite qualcuno! - un
tempo avrebbe detto di avvertire Silente, ma il preside se n’era andato perchè
accusato dal Ministero.
Alcuni svoltarono, altri
continuarono a seguirlo.
- Aliack, di qua! -
gridarono i gemelli Weasley. Aliack entrò in uno dei passaggi scovati dai
ragazzi e continuò a correre, pregando che Miriam resistesse.
Uscì dal castello e corse a
perdifiato. La vide dopo qualche secondo, ma era ancora troppo lontano per
poterla aiutare. La vide cadere e poi Voldemort si avvicinò, la prese e
scomparve. Arrivò dove doveva esserci la ragazza, ma non trovò niente. Sentì che
anche gli altri si stavano avvicinando, ma non li sentiva, non gli importava,
quel mostro gli aveva portato via Miriam…
Cadde in ginocchio a terra,
delle lacrime iniziarono a solcargli il viso, ma non sentiva niente, era come
se il suo corpo fosse stato un involucro vuoto e la sua anima se ne fosse
andata…
Sentì delle mani posarsi
sulle sue spalle, non volle neanche controllare chi fossero, non gl’importava.
- Allontanatevi. - Capì che
aveva parlato Piton, ma neanche in quel
momento si riprese - Black, spiegami cos’è successo.
Quella voce cosi’ calma,
forse voluta per farlo rilassare, gli diede solo sui nervi. Si alzò di scatto e
guardò il mago infuriato. - Come puoi rimanere così impassibile? Ha preso Miriam!
Voldemort l’ha presa!
- Come osa rivolgersi così
a un suo insegnante? - notò la Umbridge e decise di sfogarsi con lei, ma,
quando stava per aprir bocca, vide Zecks correre verso di lui.
- Che è successo? - chiese
il ragazzo.
- Kyre, perchè è fuori a
quest’ora? - strillò la Umbridge.
- Se non l’ha capito è
fuori tutta la scuola. - Rispose sbrigativo Zecks.
- Voldemort ha preso Miriam.
- Abbassò lo sguardo e se ne andò volendo rimanere solo.
- Dove crede di andare?! -
in quel momento avrebbe voluto uccidere quel rospo, ma Piton riuscì a zittirla.
- Sta tornando nel suo dormitorio come dovrebbero fare tutti gli studenti.
Notò un’onda alzarsi dal
lago, poi fu intonato un malinconico canto: le sirene davano il loro Requiem a Miriam.
Se anche loro reagivano così, significava che non c’era più nulla da fare…
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