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Autore: sixi    28/11/2008    1 recensioni
un mangiamorte che tenta di scappare dal suo destino e un ragazzo che l'aiuta a conoscere le meraviglie del mondo esterno, una vita basata su un'eterna fuga, cosa succederà? (se vi ho incuriosito leggete la loro storia)
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XIII

Capitolo XIII

 Il canto delle sirene

 

Entrò nel dormitorio Serpeverde e lo trovò vuoto, come sempre del resto. Stava per entrare nella stanza di Miriam, ma la vide addormentata su una poltrona. Si avvicinò alla ragazza e la svegliò con delicatezza. Lei aprì lentamente gli occhi e dopo qualche istante sembrò riconoscerlo. Si alzò dalla poltrona e rimase immobile a fissarlo. – Che ti è successo? – chiese notando il suo sguardo.

- Mi stavo facendo domande stupide.

- E perchè sei qui?

- Perchè voglio che tu risponda a queste domande stupide. – tentò di sorridere, ma la sua faccia sembrava come paralizzata – Prima domanda: perchè sei sempre triste?

- Non ci vuole molto a capirlo… il motivo è lo stesso di quindici anni fa, anche se in questi ultimi giorni la motivazione è un’altro e tu dovresti saperlo bene.

In realtà quello era un rimprovero, ma non vi fece caso, finalmente aveva scoperto la sua tristezza. – Ti faccio un’altra domanda e me ne vado: perchè mi eviti?

- Ti evito?

- Sì, mi sembra che stai facendo di tutto per non parlarmi.

- Scusami, non volevo, non me ne sono accorta.

Tirò un sonoro sospiro di sollievo e se ne andò lasciando la ragazza a studiare. Si stava preparando per tutte le verifiche che Piton aveva intenzione di farle recuperare e aveva intenzione di prendere tutte E, dopotutto quegli argomenti li sapeva perfettamente.

A mezzanotte sentì un sonoro tonfo provenire dal dormitorio dei maschi. Dopo alcuni istanti tutti i Serpeverde uscirono dai loro dormitori ridendo.

- Che è successo? – chiese alla prima persona che le era capitata a tiro.

- Abbiamo rovesciato una pozione addosso a Ryan.

Entrò nella sua stanza chiedendosi come facevano i Serpeverde ad essere così stupidi. Dopo qualche minuto sentì una risata e molte ragazze urlare. Uscì dalla stanza e vide un dissennatore nella sala comune, in realtà era un fantoccio e lo capì non avvertendo la gioia abbandonarla. Le ritornarono in mente le parole di Zecks e capì che quella era opera sua. Notò il fantoccio fare un giro su se stesso diventando un grosso pesce e riconobbe la voce di Zecks dire: - Pesce d’Aprile!

Probabilmente tutti avevano riconosciuto la voce del ragazzo, ma nessuno avrebbe osato fargli uno scherzo, tutta la scuola sapeva quanto fosse vendicativo Zecks.

Divenne invisibile e andò nel dormitorio dei Tassorosso per parlare con il ragazzo. Davanti all’entrata lo scorse e ritornò visibile.

- Ehilà, come mai qui?

- Volevo congratularmi con te, hai fatto un bello scherzo. Comunque…come mai sei qui fuori?

- Sto posizionando vari scherzi in tutta la scuola, vedrai, sarà divertentissimo… - ghignò divertito e salutò Miriam. La ragazza tornò nel suo dormitorio e ricominciò a studiare; smise verso le due di notte addormentandosi sul libro.

Si svegliò alle otto perchè qualcuno stava bussando insistentemente alla sua porta. Andò ad aprire e si trovò davanti Piton. – Vieni nel mio ufficio.

Seguì il direttore della sua casa ed entrarono nel suo ufficio. L’uomo usò il Muffliato sulla porta e la fissò severo. – Cosa sono tutte quelle scorribande che fai di notte?

- Scorribande?

- Tutte le notti non sei nel tuo dormitorio, ma in quello dei Tassorosso; sai che è contro il regolamento, vero?

- Sì, ma non faccio nulla di male.

- La Umbridge ti sta spiando e non ho intenzione di continuare a inventarmi scuse a tuo favore.

- Va bene, va bene, da stasera rimarrò nel mio dormitorio…

- Un’altra cosa: dopo colazione vieni direttamente nell’aula di Pozioni, ho deciso di darti più tempo per recuperare le verifiche.

- E le altre materie?

- Ho già avvertito gli insegnanti. Puoi andare. – uscì dalla stanza e andò a prepararsi. Trovò la Sala Comune vuota e si disse che gli scherzi di Zecks dovevano aver bloccato quasi tutti. Guardò verso il tavolo degli insegnanti e notò Dolores Umbridge coprirsi il volto con una mano. Si sedette al tavolo e iniziò a mangiare lanciando di tanto in tanto lo sguardo verso la donna per scoprire che cosa stesse nascondendo. Al decimo tentativo vide dei baffi felini e capì immediatamente che Zecks aveva usato una delle fatture in cui eccedeva; in breve tempo la donna sarebbe diventata un gatto, peccato che l’effetto durasse solo qualche ora…

Appena ebbe finito di mangiare andò verso i sotterranei e vide Piton davanti alla sua aula in attesa degli studenti. Andò verso un calderone, poggiò la sua roba a terra, prese il libro di Pozioni e iniziò a preparare la prima pozione che aveva sbagliato a fare. Dopo meno di mezz’ora ne incominciò un’altra nell’attesa che la prima iniziasse a bollire. Per due ore fece solo pozioni; poi consegnò i vari flaconi a Piton che le diede le verifiche. Prese una sedia e iniziò da Incantesimi, poi passò a Storia della Magia, a Divinazione, Trasfigurazione e così via. All’ora di pranzo aveva il cervello fuso e non riusciva più a connettere, così Piton le fece fare una breve pausa.

- Le pozioni sono state eseguite perfettamente; se continui così avrai Eccezionale senza problemi.

- Già.

Dopo dieci minuti ricominciò a lavorare e dopo un’ora riuscì a finire tutto. Consegnò a Piton e tornò nel suo dormitorio per riposarsi. Si addormentò profondamente e fu svegliata da Draco un’ora e mezza dopo.

- Che c’è?

- C’è Myne fuori dal dormitorio, ha detto che vuole parlarti.

Si alzò faticosamente e il cugino le disse: - Per quello che sono riuscito a vedere, dovresti aver fatto tutto Incantesimi e Storia della Magia giusti.

- Speriamo, non ho voglia di rifare quelle verifiche, ho studiato fino alle due di notte…

Uscì dal dormitorio e vide Nerix. La fissò attentamente e, nonostante ostentasse la sua maschera, le sembrò di scorgere della preoccupazione nel suo sguardo.

- Ciao, Nerix, come stai?

- Bene, tu?

- Sono un po’ stanca, ma per il resto sto bene.

- Come sono andate le verifiche?

- Draco ha detto che dovrei aver fatto giusto tutto Incantesimi e Storia della Magia, per il resto non saprei.

Ci fu qualche istante di silenzio, poi Miriam disse: - Nerix, mi spieghi perchè Aliack si sta deprimendo?

La ragazza sorrise amara. – Non lo so… non me ne vuole parlare.

- Come va fra voi?

- I primi giorni a meraviglia, ma poi ha iniziato a farsi delle domande stupide e io non riesco ad aiutarlo, non so cosa dirgli… Ieri ha avuto una crisi di nervi, se non fosse stato per Zecks sarebbe ancora in camera sua.

- Se vuoi vado a parlargli.

- È appunto per questo che sono qui, se lo facessi ne sarei contentissima.

- Allora vado, poi vengo a riferirti.

- Grazie mille.

Per fortuna il loro rapporto era rimasto sempre lo stesso…

Rimase fuori dal dormitorio ricordandosi di ciò che aveva detto a Piton e decise di chiedere alla Signora Grassa di chiamare l’amico. Dopo qualche istante il ritratto si aprì, ma invece di Aliack uscirono i gemelli Weasley. – Ci dispiace, ma Aliack non vuole uscire.

- Gli avete detto che ci sono io?

- Sì, ma ha detto che vuole dormire.

- Ditegli che se non viene non gli parlerò a vita.

George andò a riferire, Fred, invece, rimase con la ragazza. – Davvero lo farai?

- Certo che no, ma mi sembrava l’unico modo per farlo uscire.

Dopo qualche istante arrivò Aliack correndo. – Eccomi, scusa, non avevo capito che eri tu.

- Come no? Ti abbiamo detto che c’era Miriam.

- Ho capito che c’era Nerix…

- E non le avresti parlato? – chiesero con aria di rimprovero i gemelli e Miriam all’unisono.

- Non in questo momento… dopo sarei andato da lei. Comunque, che devi dirmi?

- Mi spieghi perchè ti stai deprimendo?

- Mi faccio domande stupide, tutto qui…

- E perchè non le fai a qualcun altro queste domande? Magari può darti una risposta.

- Ho provato con Nerix, ma lei non riesce a rispondere… se le faccio a te o a Zecks vi mettete a ridere.

I gemelli trattennero le risate e gli diedero dell’idiota per poi andarsene, invece Miriam rimase immobile a fissarlo superiore.

- E perchè non ci metti alla prova?

- Va bene. Quand’è che abbiamo deciso di poterci innamorare fra noi quattro?

- Non credo che sia stata una decisione così drastica. Con il tempo è successo, tutto qui, non ci siamo messi di comune accordo e abbiamo detto: da oggi possiamo innamorarci fra noi. Ma davvero sono queste le tue domande?

- Te l’ho detto che sono stupide… - rimase in silenzio a pensare a ciò che aveva detto la ragazza. Gli sembrava così semplice la risposta, eppure lui non l’aveva capita…

- Altre domande stupide?

- No, alle altre hai risposto ieri sera.

- Solo per questo ti stai deprimendo?

- No, era anche perchè ci stavamo allontanando, ma adesso abbiamo chiarito e tutto sta tornando a posto. – sorrise gioioso e tornò nel suo dormitorio, mentre la ragazza andò davanti a quello Corvonero. Spiegò la sua chiacchierata con Aliack  a Nerix, tornò nel suo dormitorio e andò a dormire non sapendo cos’altro fare.

Si svegliò a mezzanotte perchè aveva percepito un’energia a lei troppo nota; si alzò dal letto e corse verso l’esterno del castello attenta a non farsi scoprire da Gazza.

Corse verso la capanna di Hagrid e vide Ryan scappare da qualcosa. Un fascio verde squarciò l’aria e dietro al ragazzo comparve lui, il suo incubo: Voldemort.

Il Signore Oscuro la vide, sorrise e dei Dissennatori comparvero da dietro di lui. Si avvicinarono facendo oscillare gli enormi mantelli. La ragazza corse verso Ryan, lo prese e tentò di portarlo verso un luogo più sicuro, ma Voldemort le comparve davanti sbarrandole la strada.

“Preferisci essere uccisa dai Dissennatori o tornare da me?”

“Nessuno dei due.” Rispose prontamente Miriam. Sfoderò la bacchetta ed evocò il Patronus: dalla bacchetta comparve un immenso Basilisco che si avvolse intorno a lei per proteggerla e puntò la testa verso i Dissennatori. Quelli arretrarono irrequieti, ma Miriam sapeva bene che quel giochino non poteva certo fermare Voldemort. Si voltò verso di lui e lo vide avvicinarsi.

“Scappa, vai in qualunque dormitorio e dì cosa sta succedendo, ma non andare dai Serpeverde, chiaro?”

Vide il ragazzo tremante accennare lievemente col capo. Gli creò una barriera intorno e Ryan iniziò a scappare.

“Dopo mi occuperò anche di quel ragazzo.”

“Non ne avrai il tempo.”

Voldemort sfoderò la bacchetta e le lanciò contro un incantesimo: tutto il terreno intorno a lei fu attorniato dalle fiamme; il Basilisco scomparve e lei rimase senza difese, ma quello era il minimo dei mali. Poiché dentro di lei albergava una fenice non aveva problemi con le fiamme, ma il vero problema era fuori da quelle. Elaborò velocemente un piano e puntò la bacchetta verso il lago. “Marine!”

L’acqua del lago si alzò a formare un fontana, da questa si crearono delle bolle che volarono a tutta velocità verso di lei, ma, a qualche istante dalle fiamme, deviarono e puntarono Voldemort. L’uomo riuscì a deviarle e quelle spensero le fiamme. Voldemort guardò in mezzo a quelle, ma non vide niente: della ragazza nessuna traccia.

“Dove guardi?” un’ascia comparve nella visuale di Voldemort. Riuscì a scansarsi ed evitò il colpo letale. Vide Miriam librare l’ascia in aria e capì che quella doveva essere un cimelio dei Serpeverde. Notò le luci nel castello accendersi e decise di attuare il piano B. Schioccò le dita e dei mangiamorte circondarono la ragazza.

Miriam si guardò intorno e riconobbe molti mangiamorte, alcuni le erano sconosciuti, ma quello non era un problema, presto sarebbero morti tutti. Sentì una sensazione di angoscia invaderle e una sottile nebbia comparve davanti ai suoi occhi. Si guardò intorno, ma non vide niente, eppure dovevano per forza esserci dei Dissennatori, solo loro potevano dare quella sensazione…

La sensazione crebbe e la felicità iniziò lentamente a defluirle insieme alle forze. S’inginocchiò stremata e iniziò a prendere fiato, ormai anche l’aria iniziava a mancarle. Vide delle luci nel castello, qualche istante prima ne sarebbe stata felice, ma in quel momento capì che era troppo tardi. Le venne in mente Aliack e la felicità che quel volto le infondeva scomparve, capì chiaramente che c’era un Dissennatore che in qualche modo stava vincendo contro di lei, avrebbe potuto evocare il Patronus, ma non le veniva in mente niente di felice, così si accasciò a terra. Scorse un velo nero ondeggiare vicino a lei e capì: Dissennatori coperti da mantelli dell’invisibilità. Sentì le energie riprendere a fluirle in corpo, ma non erano sufficienti per evocare il Basilisco e scappare. Vide la mano del Dissennatore uscire dal mantello e la sua faccia avvicinarsi sempre di più… ormai era condannata.

 

Sentì qualcuno battere rumorosamente all’entrata del dormitorio. Disse la parola d’ordine ed entrò un Serpeverde. Dopo qualche istante riconobbe Ryan, molti Grifondoro avevano iniziato ad avvicinarsi minacciosi, ma notò la paura nei suoi occhi e li fermò. - Che ti è successo?

- Fuori… Dissennatori… Pericolo… Miriam …

Quell’ultima parola gli bastò per capire la gravità della situazione. Si affacciò alla finestra e vide la ragazza accerchiata dalle fiamme e qualche metro più in là Voldemort. Corse verso l’uscita del castello seguito da tutti i Grifondoro che avevano visto la scena.

- Avvertite qualcuno! - un tempo avrebbe detto di avvertire Silente, ma il preside se n’era andato perchè accusato dal Ministero.

Alcuni svoltarono, altri continuarono a seguirlo.

- Aliack, di qua! - gridarono i gemelli Weasley. Aliack entrò in uno dei passaggi scovati dai ragazzi e continuò a correre, pregando che Miriam resistesse.

Uscì dal castello e corse a perdifiato. La vide dopo qualche secondo, ma era ancora troppo lontano per poterla aiutare. La vide cadere e poi Voldemort si avvicinò, la prese e scomparve. Arrivò dove doveva esserci la ragazza, ma non trovò niente. Sentì che anche gli altri si stavano avvicinando, ma non li sentiva, non gli importava, quel mostro gli aveva portato via Miriam…

Cadde in ginocchio a terra, delle lacrime iniziarono a solcargli il viso, ma non sentiva niente, era come se il suo corpo fosse stato un involucro vuoto e la sua anima se ne fosse andata…

Sentì delle mani posarsi sulle sue spalle, non volle neanche controllare chi fossero, non gl’importava.

- Allontanatevi. - Capì che aveva parlato Piton, ma  neanche in quel momento si riprese - Black, spiegami cos’è successo.

Quella voce cosi’ calma, forse voluta per farlo rilassare, gli diede solo sui nervi. Si alzò di scatto e guardò il mago infuriato. - Come puoi rimanere così impassibile? Ha preso Miriam! Voldemort l’ha presa!

- Come osa rivolgersi così a un suo insegnante? - notò la Umbridge e decise di sfogarsi con lei, ma, quando stava per aprir bocca, vide Zecks correre verso di lui.

- Che è successo? - chiese il ragazzo.

- Kyre, perchè è fuori a quest’ora? - strillò la Umbridge.

- Se non l’ha capito è fuori tutta la scuola. - Rispose sbrigativo Zecks.

- Voldemort ha preso Miriam. - Abbassò lo sguardo e se ne andò volendo rimanere solo.

- Dove crede di andare?! - in quel momento avrebbe voluto uccidere quel rospo, ma Piton riuscì a zittirla. - Sta tornando nel suo dormitorio come dovrebbero fare tutti gli studenti.

Notò un’onda alzarsi dal lago, poi fu intonato un malinconico canto: le sirene davano il loro Requiem a Miriam. Se anche loro reagivano così, significava che non c’era più nulla da fare…

 

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