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Autore: redbullholic    30/01/2015    1 recensioni
-Tornare a Hogwarts, dopo tanti anni...- sospira Remus, riportandomi alla realtà -E come insegnante. Chi lo avrebbe mai detto?-.
Gli sorrido. Neanch'io credevo che avrei mai rimesso piede in quella scuola, quella che era stata la mia casa per sette anni. I sette anni più belli della mia vita, in cui tutto sembrava più bello, più magico. Sette anni in cui la guerra sembrava lontana.
[...]
Sentivo di aver perso tutto, quella stramba famiglia che eravamo era stata distrutta nel giro di una notte, e la colpa era della persona che credevo di amare. Accecata dal dolore ho dimenticato di avere ancora qualcuno, qualcuno che potesse darmi la forza di andare avanti, qualcuno che aveva perso i miei stessi affetti. Ma adesso che siamo di nuovo insieme, di nuovo amici, non farò lo stesso errore, e non permetterò a Remus di scappare.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Premessa:
Il titolo di questa fic è ispirato alla canzone "Home" di Ella Eyre.
E' narrata dal punto di vista della mia OC, Amelia 'Amy' Davies, coetanea dei Malandrini.
E' una storia che sto scrivendo di getto così come mi viene, perciò non so ancora che piega farle prendere. Per i primi capitoli seguirà un po' le vicende del terzo libro.

Home

 
Cammino a passo svelto per le stradine deserte di Hogsmeade, mentre la pioggia battente sferza il mantello che mi avvolge completamente. Nonostante l'estate sia appena iniziata, l'aria è ancora piuttosto frizzante.
Continuo a pensare al biglietto che ho ricevuto ieri da Silente in persona, in cui mi dava appuntamento ai Tre Manici di Scopa per questa sera. Non diceva altro, se non che si trattava di una questione di grande importanza. Inutile dire che la scorsa notte non ho chiuso occhio, pensando a cosa possa volere il Preside di Hogwarts da me.
Finalmente arrivo ai Tre Manici di Scopa. Prendo un respiro profondo, prima di spingere la porta e sgusciare all'interno, con il mantello ancora addosso. Individuo quasi subito la figura di Silente, così diversa dal resto della clientela. E' seduto ad un tavolo piuttosto appartato, e avvicinandomi noto che di fronte a lui è seduta un'altra persona.
-Professor Silente- lo chiamo, togliendomi il mantello -Voleva veder...- le parole mi muoiono in gola quando l'interlocutore di Silente si volta verso di me, un'espressione di totale stupore in volto. Espressione che deve rispecchiare in tutto e per tutto la mia, dato che mi accorgo solo quando riprovo a parlare di avere la bocca spalancata.
-Che mi venga un colpo- balbetto -Remus? Remus Lupin?-.
L'uomo seduto davanti a me annuisce impercettibilmente, prima di alzarsi in piedi, imbarazzato -Amy...- sussurra, allargando appena le braccia. Lo abbraccio, e non posso fare a meno di notare, con una stretta al cuore, quanto sia magro; riesco quasi a sentire il profilo delle sue ossa sotto i vestiti. In ogni caso, quell'abbraccio caldo mi mancava da dodici lunghi anni, così come quel profumo, che mi riporta dritta ai tempi della scuola, rischiando di farmi annegare in un mare di ricordi. Sciolgo l'abbraccio, prima di venire travolta.
Remus mi rivolge un sorriso sincero, prima di tornare a sedersi. Mi accomodo anch'io, tra lui e Silente, mentre Madama Rosmerta posa davanti a noi tre Burrobirre.
-Vi starete chiedendo perché vi ho fatti venire qui con tanta urgenza- esordisce Silente, prendendo un sorso dal suo boccale.
Annuisco, e Remus fa lo stesso.
-Hogwarts ha bisogno di un insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure- continua il Preside -Ed è per questo che ho contattato lei, signor Lupin. Ritengo che lei sia perfetto per questo ruolo-.
Guardo Remus e gli sorrido, sinceramente felice per la proposta che gli ha appena fatto Silente. Lo sguardo del mio vecchio amico però si rabbuia, e si abbassa a fissare intensamente la Burrobirra.
-Professore, ne sarei davvero onorato ma... Ecco... temo che la mia... condizione non me lo permetterebbe- mormora, imbarazzato.
-Oh, è proprio per questo che ho richiesto anche la presenza della signorina Davies- riprende Silente. Mi lancia un'occhiata da dietro le lenti a mezzaluna.
Remus sposta lo sguardo da me al Preside e viceversa, con aria interrogativa. Poi sembra capire e il panico lo assale per un momento.
-Oh, no- afferma, risoluto -No, non posso metterla in pericolo. Non un'altra volta-.
Capisco anch'io cosa vuole Silente da me -Ci sto- dico con sicurezza.
Remus mi guarda sconvolto, gli occhi ambrati carichi di sensi di colpa -Amy...- balbetta, ma io lo interrompo scuotendo il capo. Gli prendo una mano tra le mie, e di colpo è come se quei dodici anni non fossero mai passati, come se fossimo ancora due studenti sedicenni seduti al tavolo della Sala Grande.
-Rem, lo sai che quando sono trasformata non sono in pericolo- dico piano.
-Lo sei invece. E per di più, ora saresti sola...- ribatte Remus.
Quelle parole mi scaraventano addosso una nuova ondata di ricordi. La foresta proibita intorno a Hogwarts, gli ululati giocosi di un licantropo, il latrato di un grosso cane nero che corre di fianco a me, il rumore degli zoccoli di un cervo, la sensazione di essere liberi e padroni del mondo per una notte... Scrollo il capo per evitare di pensarci.
-C’è un piccolo particolare, signorina Davies- Silente riprende a parlare, come se non lo avessimo mai interrotto, e rivolge la tutta la sua attenzione su di me -Non potendo giustificare in alcun modo la presenza di due insegnanti di Difesa Contro le Arti Oscure, lei dovrà mantenere la sua forma animale, in presenza di alunni e insegnanti-.
In altre parole, sarò una specie di cagnolino da compagnia per Remus. Annuisco -Nessun problema-.
-E lei, Lupin, avrà a disposizione una scorta illimitata di Pozione Antilupo- aggiunge il Preside -Deduco che lei sappia come funziona-.
 Quelle parole catturano nuovamente l'attenzione di Remus. Annuisce, e si passa una mano sul volto stanco.
-Bene- il Preside tracanna gli ultimi sorsi di Burrobirra e si alza, sorridendoci -Ci vediamo il primo settembre, allora-. Detto ciò attraversa velocemente il locale ed esce, lasciandoci entrambi basiti.
-Non mi pare di aver detto che accettavo- borbotta Remus, l'espressione tra lo sbalordito e il divertito.
-Sai com'è Silente- ridacchio.
Il mio amico si lascia contagiare per un secondo dalla mia risata, poi si rabbuia un'altra volta -Dicevo davvero prima, Amy... Non dovresti venire, è troppo pericoloso...-.
Roteo gli occhi -Io ci sarò, che ti piaccia o  meno. Sarò il tuo Animagus da compagnia- affermo, decisa.
Remus sospira, e l'ombra di un sorriso compare sul suo volto -Non sei cambiata per niente, eh?-.
Scuoto il capo, orgogliosa, e gli rivolgo un gran sorriso. Mi è mancato, mi è mancato davvero tanto. Dopo quella terribile notte di fine ottobre di dodici anni prima, da inseparabili che eravamo ci siamo divisi, senza sapere realmente il perché. Era evidente che quanto era successo ci aveva profondamente segnato, ma invece di rimanere uniti ognuno era silenziosamente andato per la sua strada, senza voltarsi indietro.
Mi viene voglia di chiedergli dove è stato tutto questo tempo, ma mi trattengo, sicura di conoscere già la risposta. E' evidente che la sua condizione lo ha obbligato a restare nascosto, isolato in qualche luogo in cui può traformarsi senza mettere in pericolo nessuno. Nessuno tranne se stesso, e la moltitudine di graffi e tagli che riesco a scorgere sotto le maniche della sua giacca troppo corta me lo conferma.
Per questo Silente vuole che accompagni Remus a Hogwarts. Perché sa che, anche se la Pozione Antilupo gli permette di mantenere un po' di lucidità unama, restando rinchiuso nella Stamberga Strillante si avventerebbe comunque su se stesso. Correre libero nel parco insieme a me gli impedirebbe di ferirsi. Mi lascio sfuggire un sorriso malandrino quando realizzo che Silente vuole che infrangiamo le regole, questa volta.
-Tornare a Hogwarts, dopo tanti anni...- sospira Remus, riportandomi alla realtà -E come insegnante. Chi lo avrebbe mai detto?-.
Gli sorrido. Neanch'io credevo che avrei mai rimesso piede in quella scuola, quella che era stata la mia casa per sette anni. I sette anni più belli della mia vita, in cui tutto sembrava più bello, più magico. Sette anni in cui la guerra sembrava lontana.
-Inizia a essere tardi- dice Remus poco dopo, alzandosi. Mentre recupera il mantello e se lo getta sulle spalle, non riesce a trattenere una smorfia di dolore. E allora capisco; il volto pallido e tirato, la magrezza eccessiva... la luna piena è vicina. Sento l'impulso di seguirlo, di ritornare ad alleviare le sue sofferenze durante quella notte, ora che l'ho ritrovato, ma so già che non me lo permetterebbe.
Remus sembra leggermi nel pensiero -Sì, è quel periodo del mese- abbozza un sorriso -Starò bene-.
Non molto convinta di quell'affermazione, lo seguo fuori dal locale, tirandomi il mantello sopra la testa. Piove ancora con insistenza. Remus rimane qualche secondo fermo sotto la pioggia, lasciando che gli bagni i capelli. Poi si volta verso di me e mi sorride -E' stato un piacere rivederti, Amy-.
Ricambio il sorriso -Anche per me, Rem-.
Prima che riesca a terminare la frase, si è già smaterializzato.

 
   
 
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