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Autore: Alissya_Paglieri    31/01/2015    1 recensioni
Sono passati ormai due anni da quando Georgia ha lasciato Londra. Ora ha 23 anni e abita a New York. Un incontro non previsto cambierà la sua vita ancora una volta. Sarà costretta a trasferirsi a Seattle per iniziare un nuovo percorso di vendetta. Questa volta ci sono vite in gioco, innocenti morti ingiustamente e qualcuno da salvare, una guerra da combattere, un clan da distruggere. Per arrivare fino in fondo Georgia avrà bisogno di farsi aiutare da qualcuno che non pensava avrebbe mai rivisto.
E Harry? Georgia non ha mai smesso di amarlo. Basterà l'amore per quel ragazzo che quattro anni prima ha riportato la serenità nel suo cuore con un solo sguardo, a farla arrivare fino in fondo?
- Sequel di Georgia's revenge -
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Georgia's revenge'
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Chapter eleven


"Long ago
Just like the hearse you die to get in again

We are so far from you"
~ My chemical romance, Helena





 
 
Il grande giorno era arrivato. Eddison mi stava pettinando i miei nuovi capelli color fuoco – incredibile come risultassero naturali – legandomeli in uno chignon basso e stretto, tanto da farmi venir male al cuoio capelluto. Mi aveva già truccato pesantemente in modo da rendere la mia pelle bianca e perfetta, coprendo così anche le miei nuove lentiggini, che insieme ai miei occhi nocciola – merito delle lenti a contatto nuove – mi rendevano una perfetta irlandese. Noah era stato obbligato a sistemarmi il naso, da sempre caratterizzato da una bellissima gobbetta che lui aveva avuto la necessità di togliermi in modo da rendermi meno riconoscibile. Guardandomi allo specchio vedevo una ragazza che con me non aveva niente a che fare.
Quando Son finì di pettinare i miei capelli rossi e lucenti, lasciando libera la frangetta mi fece indossare il vestito che avrei dovuto indossare nella tomba (). Dopo di che mi tirò indietro anche la frangetta mettendomi la parrucca fatta apposta per essere uguale ai capelli che fino al giorno prima erano stati i miei.
«Sei agitata?», mi chiese dolcemente la donna appoggiandomi le mani sulle spalle mentre guardavo il mio riflesso allo specchio. Ero tanto bella da sembrare finta.
«No. Solo non voglio vedere i miei amici piangere per me quando io in realtà sono viva. Credo che mi farà male vederli soffrire…»
«Mi dispiace così tanto! Continui a perdere le persone che ami…»
«Voi ci siete ancora, e so che non vi perderò mai!», dissi voltandomi verso Eddison e abbracciandola, ringraziandola per tutto quello che aveva fatto per me da quando l’avevo conosciuta.
«È stato un piacere sorellina!». Sorrisi. Da qualche giorno aveva preso l’abitudine di chiamarmi così, diceva che ero la sorellina che non aveva mai avuto. E Noah sembrava entusiasta della cosa. Non solo perché tempo una settimana ma io e Son avremmo dovuto fingere di essere cugine, quel tipo di cugine che passano insieme la loro infanzia e adolescenza, ma soprattutto perché diceva che era bellissimo vedere la sua sorellina andare così d’accordo con la sua fidanzata e viceversa. Sospirai triste al pensiero che Noah mi considerasse sua sorella. In parte credo che per lui fosse quasi un obbligo perché io ero l’unico legame che gli era rimasto, e in parte perché per me era sempre stato anche il mio di fratellone.
«Ragazze, siete pronte?», chiese Noah entrando in camera e rimanendo a bocca aperta. «Siete bellissime!»
«Anche tu sei molto bello fratellone!», gli risposi abbracciandolo e scendendo le scale lasciandolo un paio di minuti con la sua donna. Quando scesero mi rivolsi a Noah, «Dov’è la mia controfigura?»
«Arriva direttamente al cimitero, così non dobbiamo preoccuparci troppo. Max sta portando qui la macchina con la bara»
«Perfetto! Io vado allora, a dopo». Uscii dal retro dove trovai l’auto con i finestrini neri ad aspettarmi. «Salve»
«Buongiorno, pronta?»
«Sì», risposi a un uomo del K6 che mi avrebbe scortato fino alla chiesa. Quando giungemmo sul retro della chiesa lui e Max mi fecero sistemare nella tomba, che per tutta la funzione sarebbe rimasta aperta. «Mi fate voi un cenno quando posso uscire?», chiesi per la prima volta sentendo l’ansia di quella situazione.
«Certo! Quando senti due botte sulla tomba esci», mi rassicurò Max.
«Perfetto!»
«Si va in scena», esclamò l’uomo di cui non sapevo il nome, tirando su la bara aiutato da Max e portandola dentro.
Dopo una ventina di minuti la chiesa era piena e la funzione ebbe inizio. Quando arrivò il momento dei discorsi dovetti costringermi a rimanere lì ferma immobile. Iniziarono a parlare prima Noah e poi Eddison. Per ultimo prese parola Dami e resistere fu veramente difficile.
«Summer Lion era una ragazza incredibile», cominciò con la voce spazzata dalle lacrime, «Era la mia migliore amica. Non ci conoscevamo da tanto, solo un anno più o meno, ma la velocità con cui è entrata nella mia vita è la stessa con la quale ne è uscita per colpa di un camionista ubriaco alle sette e mezza del mattino», continuò interrompendosi per via di un singhiozzo. «Lei aveva questa stupida fissa di dovere essere sempre perfetta! Se fosse ancora qui avremmo iniziato una discussione, come tutti i giorni, perché non ho mai capito che bisogno avesse di fare tutto quello sport visto il fisico perfetto che aveva. Sento che Summer è qui con noi adesso e mi sta guardando scuotendo la testa per le lacrime che sto versando e per le parole che ho appena detto. Ma proprio non ci riesco a non piangere la tua morte piccola mia. Due giorni fa mi avevi chiesto di prometterti che la nostra amicizia sarebbe durata per sempre. Manterrò quella promessa Sums, anche se tu non sei più qui con me. Ti voglio bene amica mia, ovunque tu sia», si fermò ancora sospirando pesantemente, probabilmente cercando di fermare le lacrime salate che gli bagnavano completamente il viso. «Non ci sono parole per descrivere Summer. Credo che tutti lo dicano ai funerali, ma nel caso di Summer è vero. Era un’anima nobile e sincera, pura. Sorrideva sempre, persino mentre piangeva accoccolata a me. Prima di prometterle che le avrei voluto bene per sempre, mi confessò che aveva paura di perdere. Non mi disse contro cosa o contro chi, disse semplicemente che aveva paura di perdere. Le risposi che se non vinceva lei non avrebbe vinto nessun’altro. Io non so dire se sia riuscita a vincere o meno, nella sua vita, ma sicuramente ha vinto un posto indelebile nel cuore di chi l’ha conosciuta. Perché Summer era così, una ventata d’aria fresca nel caldo torrido dell’estate. E allora adesso vi dico un’ultima cosa. Io amavo veramente quella ragazza. L’amavo come un fratello amerebbe la propria sorella, l’amavo come un bambino ama la sua mamma e come un padre ama la propria figlia. Amavo Summer in un modo che nessuno al di fuori di noi due poteva capire. Non ci amavamo come si amano due fidanzati, noi ci amavamo come solo due vere anime gemelle sano fare. Summer era semplicemente la mia anima gemella, e una persona così non la si può dimenticare. Ti amo Summer, e spero che ovunque tu sia adesso tu possa essere felice, magari in un sogno insieme all’unico uomo che è riuscito ad amarti veramente. Di quell’amore incondizionato di cui tu mi parlavi sempre. E spero che un giorno capirò tutti i tuoi discorsi sull’amore, quell’amore che io ancora non ho conosciuto, quell’amore così diverso dal nostro. Addio piccola mia». Si concluse così il discorso di Damian. Tra le lacrime sue e dei nostri amici, quelle di Eddison e Noah, quelle di due sorelle che grazie a quella ragazza così solare avevano trovato una nuova famiglia e quelle di una ragazzo dagli occhi verdi e i capelli ricci, che nascosto tra la folla aveva assistito a tutta la scena.
La funzione si concluse con le persone a Summer più care che le portavano un ultimo saluto. Noah e Eddison, ancora in lacrime per le parole del ragazzo castano si avvicinarono per primi accarezzandomi il viso. A turno tutti i miei amici vennero a salutarmi e ancora una volta cercai di fare il possibile per non muovermi assolutamente. Fu più difficile quando toccò a Sophie e Paison che mi baciarono la guancia piangendo sulla mia pelle e ringraziandomi di quello che avevo fatto per loro. Il saluto più difficile fu proprio quello di Damian che mi baciò sulle labbra prima di accostarsi al mio orecchio e sussurrare un’ultima parola: “Sempre”.
La bara venne chiusa e appena sentii due colpi sulla cassa uscii da sotto richiudendola e stringendomi le gambe al petto rimasi coperta da tutti sul piano che intuii non ospitare più la mia cassa. Il carrello venne poi spostato e solo quando vidi l’uomo di prima scostare il lenzuolo bianco per farmi uscire cominciai a piangere. Le parole di Dami mi si erano fermate in gola e non potei far altro che lasciarle uscire. L’uomo mi abbracciò insicuro e io mi lasciai cullare per qualche minuto fino a che, seppur ributtante, lui mi ricordò che dovevo trasferirmi al cimitero anche io, per sostituire la mia controfigura e farmi vedere. Io annuii debolmente alle sue parole e tolsi la parrucca, sistemandomi la frangetta. Mi struccai per poi applicare un trucco molto più sobrio e mi cambiai d’abito, indossando l’esatta copia del vestito che l’altra ragazza aveva indosso (). Adagiai anche il cappello sulla testa e raggiunsi il cimitero.
«Come ti chiami?», chiesi all’uomo che quel giorno sembrava essere il mio tassista.
«John, tu?»
«Aislinn», sorrisi pronunciando il mio nuovo nome.
«Siamo arrivati, Aislinn», disse lui dopo una manciata di minuti.
«Grazie John». Abbassai il cappello e mandai un messaggio all’altra ragazza dicendole di venirmi incontro dove nessuno ci avrebbe viste. Appena la vidi lei salii in macchina al mio posto lasciandomi la borsetta che teneva a tracolla e io sorridendole andai dove la bara di Summer Lion sarebbe stata sepolta. Quando arrivai mi avvicinai a Eddison facendo finta di chiederle scusa per la chiamata appena ricevuta. Lei annuì continuando a piangere e stringendomi forte la mano. Cercai di rassicurarla massaggiandole il dorso. Quando tutti ebbero buttato sulla tomba un tulipano rosso, arrivò il momento delle condoglianze e quindi della mia presentazione. Max, Molly e le due sorelle si avvicinarono a Noah e Eddison abbracciandoli e piangendo insieme, per poi stringermi la mano e dirmi che era stato un piacere conoscermi, nonostante la spiacevole situazione. Fu poi il turno dei miei amici e quindi anche di Damian. Appena Eddison lo vide corse letteralmente ad abbracciarlo piangendo sulla sua spalla. Il ragazzo ricambiò la stretta lasciando che altre lacrime scorressero sulle sue guance. Mi avvicinai lentamente e gli porsi la mano appena lui e Son sciolsero l’abbraccio.
«Piacere io sono Aislinn, la cugina di Eddison. Mi dispiace per la tua perdita, si vede che volevi molto bene a Summer»
«L’amavo», disse lui continuando a piangere mentre mi stringeva la mano.
«Era facile amarla. Io l’ho vista solo una volta per un paio di giorni e sto male come se l’avessi sempre conosciuta»
«Summer aveva questo potere. Non importa come l’amavi o come ti amava lei. L’amore con lei era bellissimo, qualsiasi tipo di amore fosse. Era e sarà per sempre la mia migliore amica»
«Sono sicura che lei sarà sempre con te in qualche modo», lo abbracciai sorridendo intenerita dalle sue lacrime. Non riuscii ad impedire a quell’unica lacrima di rigarmi la guancia, perché il dolore che stava provando Damian era così grande da invadere anche il mio cuore.
Salutai Damian e con le guance ormai bagnate mi guardai intorno. Erano rimaste poche persone e tra quelle potei scorgere un ragazzo che nonostante cercasse di rimanere ai margini e avesse cercato di camuffarsi non poteva che essere Harry. Intercettò il mio sguardo e si allontanò tra le lapidi. Mi voltai verso Eddison e Noah che annuirono. Seguii il riccio fino a quando non si fermò in una zona del cimitero nascosta da dove si trovava la tomba di Summer.
«Lo ami?», mi chiese con una nota di dolore nella voce.
«Cosa?»
«Lo ami? Non mentirmi, ho visto il tuo sguardo e ho sentito le sue parole»
«Forse non l’hai ascoltato bene. E sì, lo amo nello stesso modo in cui lui ama me. Lo amo in modo completamente differente da come amo te. Tu sei l’uomo che vorrò accanto per tutta la vita, l’uomo con cui vorrei crescere dei figli, l’uomo con cui farò l’amore fino a che non avrò più forze. Lui era la mia anima gemella. Era la mia metà mancante. Mi completava. E forse non riesci a capire. Io credo che non esista una sola anima gemella. Io ne ho due. Una è Damian e una è Alexandra. Tu non sei la mia anima gemella. Perché noi non siamo destinati a completarci. Tu non sei la mia metà mancante, perché se tu non ci sei a me non manca metà della mia anima e del mio cuore, se tu non ci sei io non sono. È qualcosa di molto più potente, capisci?». E neanche mi accorsi che avevo rincominciato a piangere. Piangevo perché avevo perso entrambe le persone che riuscivano a completarmi, piangevo perché avevo perso tutti gli ottimi amici che ero riuscita a trovare nelle mie due vite, piangevo perché l’amore della mia esistenza non sarebbe stato accanto a me per chissà quanto altro tempo, piangevo per il dolore che provava Damian e piangevo per il dolore che Harry avevo provato sentendo le parole di Dami.
«Ti amo anche io. Anche io non sono senza di te. Per questo sono tornato. Perché non ero», disse baciandomi intensamente.
Quella notte facemmo l’amore, senza pensare a niente, senza preoccupazioni e senza barriere, senza muri da abbattere e sentimenti da nascondere. Ci amammo semplicemente come solo una stessa anima può fare. E quella notte la nostra anima si incontrò, creando l’amore più puro che possa esistere.







*Writer's corner*
Lo so, lo so... sono imperdonabile e non pubblico da una vita! Stto costrizione della mia adorata Claire (che tra poco conoscerete anche voi, e spero possiate amare tanto quanto la amo io) oggi ho deciso di pubblicare. Purtroppo la connessione è lentissima, ma se riesco pubblico anche un secondo capitolo! Un bacione a tutte
  
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