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Autore: kanejvibes    31/01/2015    7 recensioni
Non disse niente, nemmeno una parola, e non perse tempo: mi spinse contro gli armadietti e mi baciò, con passione, con forza, con sentimento.
[...]
Il mondo si era spento nell'istante in cui mi aveva guardato e avrei continuato a baciarlo per sempre.
Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di lui e del suo contatto.
Dopo minuti, che mi sembrarono millesimi di secondo, si allontanò, per riprendere fiato, ma di poco, rimase comunque vicinissimo a me.
"Il tuo amichetto potrà anche conoscere tutto di te, ma sa che era questo il tipo di bacio che hai sempre sognato e non uno dolce e smielato da film? Sa che saresti così pazza da abbandonare tutto e andartene, se solo lo volessi? Sa che tieni più ai tuoi stupidi amici che a te stessa, mmh? Lo sa? ", mormorò, con il fiato corto, fissandomi intensamente negli occhi, mentre mi teneva stretto il viso tra le mani.
"Sa che mi hai quasi visto nudo?", fece poi, rompendo quell'atmosfera fin troppo seria che si era creata.
Risi di gusto, portandomi una mano alla bocca, e lui sorrise, lasciandomi andare il viso.
"Sa che mi fai impazzire?", sussurrò, più piano, sfiorandomi dolcemente la guancia.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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 L'amore fa schifo

"Dai, fermati. Che c'è?", chiese Zayn, confuso, seguendomi e bloccandomi per un braccio.
"Lasciami!", gridai, fin troppo esageratamente.
"Va bene, ma calmati", sussurrò, alzando le mani.
"Scusa", aggiunse, sincero. Forse.
"Delle scuse? Chi sei tu e che ne hai fatto di Zayn Malik?", mormorai, sorpresa, tirando su col naso.
Zayn sorrise e si avvicinò al mio orecchio.
"E' stordito, nel bagagliaio della mia auto. Ma che resti tra noi", sussurrò, stando al mio gioco, prima di allontanarsi per guardarmi in viso.
Gli sorrisi appena.
"No, sono seria", ripresi.
"Anch'io. Per stasera, Zayn lo stronzo non si farà vedere", disse, porgendomi una mano.
"Volete ballare, milady?", fece, teatralmente, inchinandosi.
Ridacchiai, scuotendo la testa.
"Ti dico di sì soltanto perché so che stai sperando il contrario", mormorai, furbetta, afferrando la sua mano.
Lui fece una smorfia e scosse la testa.
"Mi conosci già troppo bene".
Sorrisi e lo trascinai in pista per poi portare le mie mani al suo collo.
"Sai almeno come si fa?", gli chiesi, alzando un sopracciglio.
"Pff, hai davanti un ballerino professionista", ribatté, scendendo dolcemente con le mani fino ai miei fianchi.
Mi trattenni per non ridere e iniziammo a muoverci.
Non era male, dopotutto.
"Ah, e sei bellissima stasera", disse, senza guardarmi.
Feci un mezzo sorriso e appoggiai la testa nell'incavo del suo collo.
"Lo pensi davvero?", mormorai, mordendomi il labbro.
"No, ma per stasera niente Zayn stronzo, giusto?", ridacchiò.
Lo guardai male e lui rise.
"Lo penso davvero", ammise, poi, scostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Abbassai il viso, un po' in imbarazzo, ma lui mi mise due dita sotto il mento, sollevandomelo, per poi lasciarmi un leggerissimo bacio sulle labbra.
"E questo per cos'era?", sussurrai, confusa, guardandolo.
Lui non ricambiò lo sguardo, si limitò ad avvicinare il suo viso al mio orecchio, così lentamente da farmi trattenere il fiato.
"Il tuo amichetto ci sta guardando", disse, prima di allontanarsi un po' e sorridere, soddisfatto.
"Ti assicuro che sta morendo di gelosia", continuò.
Gli tirai un colpo sulla spalla.
"Avevi detto che non avresti fatto lo stronzo!", esclamai, scuotendo la testa.
"Beh, allora, perdonami, ma è più forte di me. Ce l'ho nel sangue", rispose, facendomi l'occhiolino.
"Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?".
Scossi la testa e lui se ne andò.
Mi voltai e vidi Harry ed effettivamente stava guardando verso di me.
Appena vide che lo stavo guardando scosse la testa e sorrise appena.
Ricambiai il sorriso e mi avvicinai a lui.
"Dov'è Layla?", chiesi, confusa.
"Oh, ehm, non lo so. Sta continuamente al cellulare a messaggiare con le sue amiche", borbottò, un po' scocciato.
Non potei fare a meno di sorridere.
Forse presto avrebbe capito di essere troppo per lei e...
Scossi la testa. No, era troppo anche per me.
"Amanda, invece? Non l'ho vista. Pensavo venisse con te", riprese lui, confuso.
"Oh", sussurrai, guardandomi intorno.
"No, doveva andare con Louis", mormorai, alzando le spalle.
"Louis? Louis Tomlinson?", fece Harry, aggrottando la fronte.
"Sì, perché?".
"Beh, è strano...l'ho appena visto passare con un'altra ragazza", disse.
Sgranai gli occhi, portandomi le mani alla bocca.
"Scherzi, vero?".
Harry scosse la testa.
"Oddio, no", sussurrai.
Salutai velocemente Harry e cercai Zayn con lo sguardo.
Quando lo trovai, se ne stava tranquillamente fermo al bar, con in una mano un drink e nell'altra una bionda.
Non ci feci neanche caso e mi avvicinai, togliendogli il drink di mano prima che potesse prenderne un sorso.
"Alzati, dobbiamo andare".
"Oh, dai, Greer. Stavo chiacchierando con la mia nuova amica", borbottò lui.
Gli lanciai un'occhiataccia e lui salutò la bionda, per poi seguirmi controvoglia.
"Che c'è? Sei gelosa? Guarda che non stiamo veramente insieme, posso divertirmi con chi mi pare", mi ricordò, trovando quasi gusto nel dire quelle cose.
Mi fermai e lo guardai male.
"Per me puoi anche andare in giro a scoparti mezzo mondo, non mi importa. Ma ora devi accompagnarmi in un posto", sbottai.
"Ok", rispose, roteando gli occhi.
Salimmo sulla sua auto e io sbuffai.
"Ah, e la prossima volta, fai pure lo stronzo, altrimenti questa tua voglia di farlo si accumula e poi esplode", sibilai, voltandomi a guardare fuori dal finestrino.
Sospirò ma non rispose.

*

Sapevo esattamente dove trovare Amanda: quando era triste o arrabbiata andava sempre in questo parco dove avevamo passato molto tempo a giocare da bambine.
Infatti, appena arrivammo, la trovai lì.
Chiesi a Zayn di restare in auto e la raggiunsi. Si stava dondolando leggermente su un altalena, sospirando.
"Ehi, Mandy", mormorai, sedendomi su un'altra altalena lì accanto.
"Ciao, Greer", sussurrò, senza guardarmi.
Mi morsi il labbro e sospirai.
"Sapevi che ti avrei trovato, saresti dovuta andare in un altro posto".
"Beh, magari volevo essere trovata", disse, alzando gli occhi, lucidi, verso di me.
Le sorrisi appena.
"Quindi non sei più arrabbiata con me?".
"Non capisco il perché tu stia con quel bastardo, ma c'è sicuramente sotto qualcosa. Ti ha obbligata? Minacciata?", chiese, guardandomi intensamente.
Scossi la testa.
"Ti piace davvvero? Perché non...non riesco a capacitarmene", mormorò, aggrottando la fronte.
"C-che ci trovi in lui?".
"Beh, forse quel suo incredibile fascino, quel suo viso irresistibile e il suo corpo super sexy bastano, non credi?", intervenne Zayn, facendoci voltare verso di lui.
"Ti avevo detto di restare in auto!", lo rimproverai, mentre Amanda si limitò a ruotare gli occhi.
"Beh, mi stavo annoiando. E comunque perché siamo qui? Mica devo fare da autista a questa fontana con le gambe, vero?", borbottò, sbuffando.
Mandy gli lanciò un'occhiataccia.
"Tu non mi piaci", gli ringhiò contro.
"E non voglio nessun passaggio da te. Sparisci".
"Zayn, per favore, torna in auto. Noi due dobbiamo parlare un attimo da sole, ok?".
"Di cose che non ti riguardano", aggiunse Amanda.
"Beh se parlate di me, credo che mi riguardi la cosa, no?".
"Zayn!", esclamai, facendolo sbuffare.
Poi per fortuna tornò in auto.
"Insomma...non mi chiedi perché sono qui invece che alla festa con...Louis?", mormorò, soffermandosi tristemente sul nome del ragazzo.
Mi morsi il labbro e le accarezzai il braccio.
"Harry mi ha detto che era con un'altra ragazza", sussurrai, dispiaciuta.
Amanda tirò su col naso e si diede una spinta con il piede, facendo dondolare l'altalena, che cigolò appena.
"Lui non c'entra. Louis. Non ne aveva idea. Non ha mai...non ha mai voluto uscire con me, sono stati i suoi amici...loro hanno dato l'invito a me invece che ad una certa Lisa. Oddio, ti giuro, è stato così frustrante vederlo con un'altra", disse, spezzandosi in un pianto tormentato.
Feci una smorfia e mi alzai per abbracciarla.
"Oh, Mandy, mi dispiace tantissimo".
"L'amore fa schifo. I ragazzi fanno schifo, fanno tutti schifo. Ti portano soltanto a farti delle stupide illusioni. Come Harry, adesso magari ti sarà passata la cotta per lui, ma comunque gli sei stata dietro per niente, alla fine non si è nemmeno mai accorto che ti piaceva", esclamò, mentre le lacrime gli rigavano il volto.
"Senti, io...vado a casa", concluse, correndo via.
La richiamai, ma senza risultato.
Sospirai e tornai verso l'auto di Zayn. Lui si stava tranquillamente fumando una sigaretta, con lo sguardo fisso dove Amanda era sparita.
"Si può sapere che le è successo? E' corsa via come una pazza isterica", commentò, buttando a terra la sigaretta per poi schiacciarla con un piede.
Salimmo in auto e gli spiegai tutto.
"Che stronzi", fece, con un'espressione disgustata sul volto.
"Tu non sei meglio di loro", commentai io, guardandolo.
"Senti, io non mi metto a fare scherzi così crudeli alle ragazze", borbottò.
"Oh, no, certo, tu picchi soltanto la gente", sbottai io, sarcastica, scuotendo la testa.
Aprì la bocca per ribattere, ma non trovò le parole e cambiò idea.
"Posso sapere che razza di divertimento insano ci troviate a far soffrire le persone?", sibilai, furiosa.
Mi lanciò un'occhiata, poi accese il motore dell'auto.
"Gradirei una risposta, se possibile".
"Vuoi dirmi dove abiti così posso accompagnarti a casa o hai ancora paura che possa venire ad ucciderti nel sonno?", sbottò, ignorando ancora la mia domanda.
Gli diedi acidamente l'indirizzo e restai in silenzio per tutto il viaggio, amareggiata.
Appena arrivai a casa, sbattei forte la portiera della sua auto e me ne andai verso la porta senza salutarlo o ringraziarlo.
"Non c'è alcun divertimento...", lo sentii dire alle mie spalle e allora mi fermai, senza però voltarmi.
"E' il senso di potere, l'approvazione degli amici, la sensazione di avere la vita di qualcuno o almeno una parte di essa nelle tue mani...ti rende...ti fa sentire invincibile. Ed è come una droga, non puoi smettere, ne hai bisogno".
Ascoltai con attenzione le sue parole e mi voltai verso di lui.
Mi stava fissando ed era bellissimo.
Il vento gli muoveva i capelli e aveva gli occhi assottigliati a due fessure, ma lucenti, le labbra, carnose, leggermente schiuse e un'espressione seria.
"Essere dipendente da qualcosa ti rende forte?", chiesi, con uno sguardo duro.
Zayn abbassò gli occhi, abbandonandosi ad un sorriso rassegnato, poi fece qualche passo verso di me.
"A volte", sussurrò, continuando ad avanzare.
"No, non credo proprio", sbottai io, voltandomi, per entrare in casa, quasi scappando da lui.
"Greer", sussurrò. 
Bastò che lo facesse una volta per fermarmi e impedirmi di entrare.
"Che c'è?", sbottai, chiudendo gli occhi.
Non rispose e lo guardai.
Ormai non ci divideva che qualche passo.
"Che c'è?", ripetei, più forte.
"Mi dispiace per la tua amica".
"Già", mormorai io, facendo per aprire la porta, ma mia madre mi precedette.
"Ma che succede qui? Oh, ciao", mormorò, notando Zayn.
"Salve", rispose Zayn, mettendo le mani in tasca.
"Allora io...vado", continuò, guardandomi.
"No, no, aspetta. Greer non mi aveva detto che...beh, vieni dentro, ti va una tazza di cioccolata calda? Ne ho appena preparata un po'", fece mia madre, curiosa di sapere chi avesse davanti.
"Mamma, non è il caso", dissi io.
"Perché non fai decidere a lui?", riprese lei, facendomi sbuffare.
Guardai male Zayn, affinché rifiutasse, ma appena gli vidi fare un sorrisetto divertito, capii che avrebbe accettato.
"Ma certo, mi piacerebbe".

*

"Questo potevi evitarlo!", esclamai, entrando in camera mia, seguita da Zayn, dopo aver parlato con mia madre per un po'.
"E dai, mi sono comportato bene", disse, ridacchiando.
"Ho dovuto mentire a mia madre, per te, ok?".
"Veramente anche per te. Non è che mi stai facendo un favore, ricordatelo. Noi due abbiamo un patto che porta vantaggi e svantaggi ad entrambi", rispose, smanaccando.
"Oh, sì? E quali svantaggi ha portato a te? Non sei tu quello che ha litigato con tutti e deve mentire ai suoi!".
"Beh, veramente devo mentire anche io", disse con nonchalance.
"Oh, come se ti importasse!", ribattei, scuotendo la testa.
"Oltre a quel fottuto appartamento che desideri così tanto, c'è qualcosa o qualcuno a cui tieni veramente?", sbottai, acida.
Zayn si irrigidì e fece schioccare la lingua.
"Sai perché sei così arrabbiata? Perché la tua amica si è trovata in una situazione spiacevole. Ma indovina un po'? Io non c'entro niente, quindi puoi anche smetterla di prendertela così con me!", commentò, avvicinandosi pericolosamente a me.
Lo fissai un secondo negli occhi, senza muovermi.
Poi realizzai che aveva ragione: non ce l'avevo con lui, almeno in quel momento.
Abbassai il viso, sospirando.
"Mi dispiace", sussurrai, sedendomi sul letto.
"E' che odio vedere tristi le persone a cui voglio bene...", continuai.
Zayn annuì con la testa e si sedette vicino a me.
"Beh, è normale...", disse, guardandomi.
Restammo in silenzio per un po' e io sentii il suo sguardo addosso per tutto il tempo.
"Tua madre...", iniziò poi lui, facendomi voltare.
"Tua madre non si aspetta che noi...", si fermò e io aggrottai la fronte, confusa.
Poi capii cosa intendeva e gli tirai una gomitata.
"No! Ma che vai a pensare?", esclamai, arrossendo appena.
Zayn rise di gusto e si sdraiò sul letto.
"Beh, l'ho vista illuminarsi quando le hai detto che stiamo insieme".
"Non stiamo insieme", gli ricordai a denti stretti.
"Questo lo so, ma non significa che noi...".
Lo fece di nuovo e, di nuovo, lo guardai male.
"Non ci pensare neanche!".
Rise di nuovo, contagiandomi.
Era così bello quando rideva, così spensierato, sembrava quasi un bambino.
Peccato che poi a scuola, davanti a tutti, si trasformasse in quel mostro senza cuore.
Tornai seria, fissandolo, e lui mi imitò.
"Che c'è?".
"Niente, stavo pensando", mormorai, scostando lo sguardo.
"A cosa?", insistette, curioso.
"A niente, ti fai gli affari tuoi?", sbottai, incenerendolo con lo sguardo.
"Mamma mia, rilassati un po'", borbottò, roteando gli occhi.
"Comunque, io andrei...se tua madre non si aspetta che noi...", fece, alzandosi e ridendo.
"La finisci?", lo ripresi.
Zayn sorrise e si avviò verso la porta.
"Beh, ciao", disse, uscendo.
"Sicura che tua madre...?", iniziò di nuovo, affacciandosi dalla porta.
"Vattene!", esclamai, tirandogli un cuscino.
Lui lo evitò e, ridendo, se ne andò, questa volta per davvero.



 
Ehilà
Scusate per il ritardo ma sono stata male e non sono riuscita ad aggiornare prima.
Comunque sono felice che la storia vi piaccia. Grazie per le recensioni. Vi amo!
Baci,
Vale. :)



 

  
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