“È solo che
Che quando non ritorni ed è già tardi
E fuori è buio
Non c’è una soluzione, questa casa sa di te”
Che quando non ritorni ed è già tardi
E fuori è buio
Non c’è una soluzione, questa casa sa di te”
Me ne sto appollaiato al davanzale della finestra per guardare con i miei occhi scarlatti la vita che scorre fuori. Sono le dieci di sera, le luci in città sono accese già da un po’ per contrastare il buio che avvolge tutto e tu non sei ancora rientrato. Questo nuovo lavoro che hai accettato ti tiene impegnato per tutto il giorno e sono più le volte in cui ti sento solo telefonicamente che quelle passate veramente insieme. Avevo pensato che almeno per il giorno del mio compleanno avresti trovato il modo di tornare a casa prima, che avremmo passato la serata ad amarci intensamente, come poche volte accade ultimamente, ma evidentemente mi sbagliavo.
Sospirando distolgo lo sguardo dalla finestra per puntarlo su ciò che si trova all’interno dell’appartamento che condividiamo. Da quando sei entrato a far parte della mia vita tutto è in disordine, anche la tua scrivania. Com’è che lo chiami? Disordine ordinato. Si, perché solo tu sai dove mettere le mani in quel groviglio di cartacce, penne e fogli bianchi. Mi alzo e a passo lento mi avvicino a quel caos, prendo carta e penna, mi siedo sul divano e comincio a scrivere. Lo faccio spesso, soprattutto quando sento particolarmente la tua mancanza. Butto giù i primi pensieri che mi passano per la testa e smetto solo quando il foglio è completamente pieno di tutte quelle parole che non trovo il coraggio di dire a nessuno. Scrivo fino a farmi intorpidire le dita e, quando finisco di mettere le mie parole nero su bianco, piego il foglio dirigendomi in stanza per nasconderlo nella scatola in cui tengo gelosamente nascosti tanti altri di quei pensieri.
Mi distendo stanco sul letto che condividiamo e con le dita sfioro la parte dove dormi tu finché non incontro un altro tipo di stoffa, diversa da quella delle lenzuola. La tiro verso di me e scopro essere una tua camicia. Inspiro il profumo dolce che emana, il tuo profumo, e quasi senza accorgermene sprofondo tra le braccia di Morfeo, avvolto tra la stoffa della tua camicia e cullato dal tuo profumo.
Una lieve pressione umida all’altezza della fronte mi fa riaprire gli occhi dopo quelle che a me sembrano ore, e le mie iridi rosse incontrano le tue color ambra.
«Kyosuke…»
«Scusami, non volevo svegliarti.» Dici sorridendomi e carezzandomi il volto lentamente.
«Tranquillo. Ma, che ore sono? Hai fatto davvero tardi oggi.» Rispondo guardando l’orologio che segna mezzanotte meno un quarto.
«Lo so… scusami, avrei voluto tanto passare questa giornata insieme a te…» Abbassi lo sguardo triste chiedendomi scusa più volte.
«Non fa niente, ci rifaremo il prossimo anno. Ora cambiati e vieni a dormire, devi essere molto stanco.»
Non mi ascolti e ti stendi accanto a me direttamente con i vestiti addosso, mi attiri in un abbraccio quasi soffocante e nascondi il viso tra i miei capelli ispirandone il profumo.
«Non so quanto valga dirlo ora ma… tanti auguri Hakuryuu.» Dici per poi baciarmi intensamente.
Non importa quanto tempo passiamo lontano l’uno dall’altro, l’importante è che tu ora sia con me.
Ed eccoci di nuovo qua genteH!
Si, sono perennemente indecisa sul nome dell'angolo autrice
Dunque, per la vostra gioia
Sicuramente vi starete chiedendo se ne avrò ancora per molto... bene Sgente (?) sappiate che mi dovrete sopportare per almeno 32 capitoli C:
Non è una belliffima notizia?! :3
Okai, direi di aver già impazzuto
Alla prossima ;D
Fanny ♥