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Autore: Malia_    28/11/2008    17 recensioni
Noia.. come ogni lunedì mi ritrovai a braccia conserte sul banco dell’aula di spagnolo. E come ogni giorno, ogni lentissimo giorno, mi sentii trasportare da quei sentimenti di disgusto verso il mondo circostante. Monotonia..Le mie mattinate? Cadenzate da ritmi “normali”, immobili, o forse il termine adatto poteva essere, sì.. “privi di senso”.. la scuola era probabilmente il luogo della mia eterna sopportazione perenne.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Allora.. AVVERTENZE: Questo non pretende di essere l' Edward Cullen della Meyer.. ero già ricca. eheheh.. E poi.. se ci sono delle somiglianze credo sia normalissimo, ho utilizzato Twilight e seguirò quella linea con qualche aggiunta dove la Meyer magari tace o declina.  Speriamo possa essere di vostro gradimento!! :-)))) Malia

Io intanto ringrazio chi ha commentato: GRAZIE!!! Sulla fiducia praticamente..
Stella Del Sud: Grazie tesoro.. sei una delle mie fan più assidue e ora per fortuna anche una mia cara amica! O almeno spero! non voglio deluderti.. non ci tengo. Anzi.. (ANSIA)
saraligorio1993: Saretta.. ma chi si sente.. che novità.. anche tu sempre al mio fianco!! Me commossa.. eheheh :-P
Potterina1993: Ciao aiutante privata!! E se non ci fossi te a leggere.. intanto posto questo poi qualche idea mi verrà speriamo..!!! GRAZIE!!
Black_DownTH: Ciao.. devo dire che ti sei basata molto sulla fiducia. E' molto pesante questa come storia.. spero di non deluderti. Speriamo!!
cassandra 287: Dici che è un' idea stupenda??? Speriamo che tu non cambi idea dopo il primo capitolo. Vediamo dai.. aspetto con ansia.





A prima vista.



Noia.. come ogni lunedì mi ritrovai a braccia conserte sul banco dell’aula di spagnolo. E come ogni giorno, ogni lentissimo giorno, mi sentii trasportare da quei sentimenti di disgusto verso il mondo circostante. Monotonia..Le mie mattinate? Cadenzate da ritmi “normali”, immobili, o forse il termine adatto poteva essere, sì.. “privi di senso”.. la scuola era probabilmente il luogo della mia eterna sopportazione perenne. Sbuffai alla ricerca di qualcosa di minimamente interessante. Fuori dalla finestra l’aria umida di Forks non ammetteva anomalie e le nuvole sembravano voler indicare che di lì a poco sarebbe scoppiato un temporale, sorrisi.. l’atmosfera frizzante della mattina poteva essere profondamente rinfrescante se ad accoglierti durante la tua folle corsa nel sottobosco ci fosse stata la rugiada. Dopo una caccia gratificante però.. Fastidio..era ormai da ore che cercavo di distogliere l’attenzione dalle mille voci che quel giorno rendevano gli umani immensamente insopportabili, chiedendomi cosa ci fosse nell’arrivo di una nuova alunna di così esaltante. “Paese che vai, impiccione che trovi..”. Il destino di quella poveretta forse avrebbe dovuto farmi pena, assaltata da un branco di imbecilli incuriositi, ma.. poco me ne importava di faccende che non riguardassero me, me, me e la mia famiglia. Sospirai scocciato.. odiavo l’affollarsi di quelle menti dentro la mia, soprattutto quando rendevano i miei giorni comuni da studente così irritanti. “ Uff.. sarebbe stato meglio rimanere a casa oggi”. Era più di una settimana che quella marmaglia indistinta non faceva altro che parlare, chiacchierare, pensare e persino sognare ad occhi aperti l’arrivo della figlia dell’ispettore di polizia Swan. Atteggiamento patetico.. tipico degli esseri umani. Aspettative di vita.. a che pro quando non sapevano esattamente cosa aspettarsi da quella ragazza. Di nuovo le loro teste vorticarono nella mia cercando di distogliermi da.. da..già da cosa? Tutto era terribilmente monotono, anche la lezione. Simulai uno sbadiglio..divertito. “Sicuramente so lo spagnolo meglio del professore..”. Sorrisi mentalmente..quel poveretto si azzardava poche volte a lanciarmi occhiate torve a causa della mia disattenzione. Avrebbe mai potuto competere contro un plurilaureato? E poi io ero uno dei fratelli Cullen, accuratamente da evitare agli occhi di tutti. E come avrebbe potuto non essere altrimenti.. gli umani percepivano la nostra pericolosità, non la riconoscevano, ma la sentivano, perciò si tenevano alla larga. Eravamo vampiri. Mi portai una mano tra i capelli spettinati, socchiudendo attento le labbra e inspirai con studiata lentezza cercando di apparire il più possibile normale.. tornai a guardare fuori. “Decisamente più interessante di ciò che c’è dentro, sicuramente più intelligente”. Non disprezzavo gli umani, semplicemente li ignoravo come loro ignoravano me. Sapevo quanto la loro vita potesse sembrare preziosa ai loro occhi, così breve e fragile, e certo non l’avrei disturbata proprio io imponendomi sul loro cammino. Ero capace  resistere al loro sangue.. ero bravo, o meglio ero abituato, tanto da poter sopravvivere ai morsi della sete. Ormai per me non era quasi più un problema, potevo controllare le mie reazioni: la gola secca e bruciante, l’eccessiva salivazione, il veleno aumentare di quantità all’interno della bocca .. tutto sotto stretta sorveglianza. Poiché io avevo scelto. Ero stato io a volere questo della mia vita, forse per sentirmi meno mostro.
Il suono della campana mi riportò bruscamente alla realtà e io mi diressi verso la mensa ricongiungendomi con i miei fratelli.
- Che lezione edificante..- ridacchiò Emmett ironicamente.
Come dargli torto. Una mente limpida la sua, anche troppo per i miei gusti.. ma noi eravamo nettamente superiori a quel livello di istruzione elementare.
Camminai al suo fianco ignorando gli sguardi delle ragazzine che si scostavano da noi mentre imboccavamo il corridoio. “Alla larga arrivano i Cullen..”. Pensava Em divertito, avanzando con passo da divo.
Sorrisi divertito a mia volta.. di fan ne avevamo abbastanza, forse troppe, e fortunatamente la loro adorazione si fermava agli sguardi. Almeno quella esplicita.. odiavo i loro pensieri sfacciati su di me più di ogni altra cosa. Una tortura.. doveva essere un incubo per loro sognare ad occhi aperti di poter poggiare le labbra sulle mie, di potermi toccare e accarezzare, non certo il desiderio più importante della loro breve esistenza. Ovviamente, però, al momento opportuno sapevano scostarsi..quello era l’importante. Di fronte ad un vampiro non si può fare nient’altro che indietreggiare.. anche se eravamo coscienti di sembrare affascinanti e sensuali ai loro occhi. Esercitavamo un certo fascino tre loro e spesso poteva tornare utile, decisamente..
Ci ricongiungemmo a Rosalie che afferrò la mano di Emmett gentilmente e gli sorrise innamorata.
Disgustoso.. poteva essere adeguato alla mia sensazione? Meglio tralasciare. Rose aveva la mente completamente vuota.. ossia vuota di logica, pensieri prettamente femminili privi di spessore, anche se la sua personalità era infinitamente acida.. per nulla sopportabile. Quei due erano perfetti per stare insieme.. senza dubbio. Continuammo ad avanzare verso la mensa quando davanti a noi sbucarono Jasper e Alice, anche loro a lanciarsi sguardi di intesa.
Com’è andata Edward? Chiese Alice.
“ Mpf”. Ridacchiai.. i suoi pensieri erano totalmente concentrati su Jazz, come sempre. Raro che li schiodasse, ogni sua mossa era totalmente concentrata su di lui e sul suo poco autocontrollo. L’ultimo di noi ad aver accettato di non nutrirsi di sangue umano.. era sempre sofferente, insoddisfatto.. ma l’amore profondo che lo legava a lei era in grado di fargli superare qualsiasi cosa. E Alice non era da meno, la sua mente si concentrava nel prevedere qualsiasi cosa potesse riguardarlo, da brava veggente si interessava completamente all’uomo che adorava.
Poverino è spacciato.
Formulò Emmett e io mi lasciai andare ad una risata cinica.
Entrammo in mensa tra gli sguardi diffidenti e adoranti degli studenti. Ma quel giorno non eravamo noi l’attrazione da circo per fortuna, ma Isabella Swan. Sospirai quasi felice.. un’altra mente dallo spessore inesistente. Ultimamente Forks ne faceva ghiotta collezione..
Prendemmo i nostri vassoi del pranzo, ovviamente come copertura, e ci andammo a sedere al nostro solito tavolo.
- Allora che pensano della nuova arrivata?-.
Fece Em mostrandosi interessato.
Alzai gli occhi distrattamente e lo fulminai. “Che discorsi”.
- E’ carina.. ha grandi occhi nocciola, le labbra carnose, guance tonde e viso angelico.. ah è pallida..-.
Avevo parlato con tono concitato, imitando i maschi assatanati che le erano corsi dietro. I miei fratelli risero accasciandosi sulle sedie. Alice mi sorrise calorosamente e tornò a guardare il suo adorato amore. Non ci feci tanto caso e scossi la testa tornando a guardare in basso.
Edward Cullen..
Mi voltai di scatto al suono del mio nome e fissai involontariamente il mio sguardo in quello nocciola di un volto nuovo, mai conosciuto.. dal mento fino e dalle guance leggermente tonde. I capelli castani le scendevano lunghi sulle spalle, la fronte corrugata, il viso dal pallore candido macchiato da un rosso appena accennato a causa del sangue che l’aveva fatta arrossire.
“Mhh..Bella..”.  Perché era così che aveva detto a tutti di voler farsi chiamare.
Ma non era stata lei a pronunciare il mio nome. No.. era stata Jessica Stanley.
“Mamma che compagnia si è scelta..”. Ricordavo ancora quando quella ragazza aveva cercato di avanzare pretese su di me..non era stata una mossa tanto intelligente.
Non abbassai lo sguardo, ma tentai di afferrare qualche suo pensiero, non perché fossi incuriosito, certo che no, probabilmente solo per consuetudine.
Ma da lei.. il nulla.
Mi voltai allora, chinandomi leggermente sul fianco e concentrando la mia mente su Bella.. niente. “Che scherzo è..”. Lasciai che la maschera da umano perfetto lasciasse il posto ad un’immensa frustrazione, corrugai le sopracciglia perfette e mi isolai per poter afferrare meglio qualcosa provenire da quella ragazza. Eppure mi sentivo bene, ero in piena forma anche se non andavo a caccia da due settimane, come era possibile che non riuscissi a sentire nessun pensiero venire da lei? Per la prima volta in vita mia cercai di capire ciò che dicevano con il mio udito. “Quanto è deprimente..”. Contrassi impercettibilmente le mascelle.
Fu allora che Emmett si chinò verso di me.
- Le hanno già raccontato di noi?-. Annuii, i Cullen non potevano certo passare inosservati e la loro storia di figli adottati dal dottore, medico della città, risultava particolarmente altruista agli occhi umani, un gesto molto caritatevole. Gli unici ad essere veramente fratelli secondo ciò che loro sapevano erano Rose e Jazz.
- E cosa ha pensato..-.
“ Già.. avrei voluto saperlo anche io..”.
Feci spallucce soprappensiero. Non avrei mai ammesso di non saper leggere ciò che Bella Swan pensava.
La mente dei ragazzi che le giravano intorno, invece, quella sì che mi infastidiva parecchio. Mike Newton sembrava un avvoltoio pronto a farsi notare in ogni momento, ma non era l’unico anche Eric Yorkie cercava un modo per saltarle addosso appena fosse rimasta sola, immaginava di poterle offrire il suo aiuto. I pensieri dei ragazzi erano particolarmente insistenti, ma anche le ragazze non erano da meno. La invidiavano.. erano gelose da morire perché il “fantastico” Edward Cullen aveva posato gli occhi su di lei e l’aveva fissata.
Chissà che cosa ci ha trovato di tanto particolare in lei.. Lauren Malloy se avesse avuto le unghie più lunghe le avrebbe sicuramente graffiato la faccia.
“Poverina..”. Mi ritrovai a pensare. Sussultai impercettibilmente.. che strano senso di protezione.
Quella creatura così pallida mi dava l’idea di non essere a proprio agio tra il chiacchiericcio coatto di quelle sue “amiche” e aveva scatenato in me la voglia di frappormi tra loro e difenderla. Le lanciai un’occhiata in modo da non farmi notare. Il rossore che le imporporava completamente le guance eteree era impressionante.. potevo notare persino il sangue che scorreva al di sotto. Gli occhi bassi e spaventati denotavano quanto fosse poco incline a stare in mezzo alla gente e quanto non le piacesse essere notata. Le sue mani non erano per nulla ferme, anzi.. tremavano quando si sporse leggermente per guardarmi imbarazzata. “E’ interessata a me?” Provai di nuovo a leggerla.
- Chi è quello coi capelli rossicci..-.
Ancora il nulla. Ispirai ed espirai per diminuire il mio fastidio. Ma non mi aiutò.
- Si chiama Edward. E’ uno schianto ovviamente, ma non sprecare il tuo tempo. Non esce con nessuna. A quanto pare qui non ci sono ragazze abbastanza carine per lui-.
La mente di Jessica formulava insulti verso il mio rifiuto.. non aveva affatto gradito la mia attenzione per la nuova. Non riuscii a trattenere un sorriso, ma puntai lo sguardo lontano apparentemente disinteressato. “Serpe..”. Ecco il termine giusto per definirla, la falsità fatta a persona. Probabilmente si sarebbe finta amica di Bella, solo per attirare l’attenzione su di lei.
Continuai a squadrarla pur non ritenendolo opportuno. Le sue labbra tenere si erano curvate in un sorriso e non potei esserne certo, ma sembrò che lei avesse notato anche il mio. Mi faceva sentire fortemente a disagio quella situazione.. mi mossi sulla sedia per cercare di rimediare a quell’interesse malcelato. Ero bravo solitamente a fingere di fronte agli umani, ma sarebbe stato difficile davanti ai miei fratelli non far trapelare il mio continuo puntare quella ragazzina.
Gli occhi nocciola, notai profondi, tentarono di girarsi completamente e darmi le spalle.
- Non dovremmo fissarlo così non sta bene..-.
Jessica storse la bocca infastidita E mica sono scema..dal canto mio mi dispiacque non poter ancora osservare le sue reazioni. Non era mai stato così difficile per me leggere qualcuno. La osservai ancora preso da una strana ansia. I capelli le coprivano il viso, ma nelle sue spalle curve potei notare agitazione. “Sta veramente male..”. Era buffa... decisi di provare a voltare ancora lo sguardo, giusto per vedere le reazioni del “branco” e quando lo feci, Jess strabuzzò gli occhi con odio scuotendo leggermente la spalla di Bella.
- Eih.. Edward Cullen oggi sembra non avere occhi che per te..-. E ancora invidia, ancora gelosia.. ancora voglia di prenderla a schiaffi.
Bella si riscosse portandosi le mani sulla fronte e poggiando i gomiti sul tavolo, mi fissò di nuovo, intimidita. Il sangue le tornò sul viso facendole accelerare il battito che come un tamburo arrivò alle mie orecchie. Tentazione.. mi accorsi che vederla arrossire mi faceva scorrere l’adrenalina veloce nelle vene. Cercai di non pensarci e l’istinto di protezione tornò prepotente a farmi visita. Che strana ragazza..sembrava un cerbiattino impaurito in una gabbia di lupi pronta a sbranarla. “Battuta infelice.. tu sei più pericoloso di loro..”. 
Era ora di andare.. ripresi ciò che avevo accuratamente fatto finta di sbocconcellare e lo riportai  indietro, percependo gli occhi fissi di quelle oche su di me.
Edward Cullen Edward Cullen Edward Cullen..
“Ora che lezione hai?”.
Pensò Alice prendendomi per un braccio.
- Biologia..-.
Jasper, Emmett e Rosalie erano studenti del quinto anno, mentre io e Alice fingevamo di essere più giovani.
“In bocca al lupo”. Mormorò ancora enigmatica.
Alzai un sopracciglio chiedendomi che intendesse dire, ma la sua mente tornò a concentrarsi unicamente su Jazz e io non le diedi molto retta. Sapeva essere molto distratta quando c’era in gioco la salute mentale del suo uomo. Per quanto mi riguardava la lezione del professore Banner era interessante quanto la mente della Stanley. “Due lauree in medicina e lui vorrebbe stupirmi..?”. Impossibile.
Entrai in aula focalizzando il mio posto e mi misi comodo. Un’ora di lezione assolutamente tediosa. Sparsi le mie cose sul tavolo.. sapendo già che nessuno si sarebbe seduto al mio fianco. E chi poteva essere così pazzo da sedersi vicino a un vampiro? Facevano bene a stare alla larga. Finalmente seduto, poggiai una mano sulla guancia e tornai a guardare fuori.
“Sta diventando il mio passatempo preferito fissare il nulla..”


   
 
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