Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Hydrogen96    31/01/2015    0 recensioni
Buongiorno viandante! Siediti comodo perché sto per raccontare gli orrori di Angmar che non sono mai stati narrati. La suddivisione in capitoli, in cui sono espressi alternativamente i punti di vista di Thranduil e del piccolo Legolas, è data dal fatto che la storia è nata da una role (quindi metà dei crediti vanno alla mia compagna che ha abilmente interpretato il piccolo elfo).
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas, Thranduil
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Angmar Nightmare


 

Thranduil's POV


Thranduil era impegnato nella ricerca da diverse ore, aveva perlustrato gran parte della landa desolata. E così, senza voce, era svantaggiato perché non poteva chiamarlo. Ci provò varie volte ma l'unico risultato fu che il nome del figlio non usciva dalla gola, riusciva solo a pensarlo a volume alto, ma l'unico rumore che produceva era una fastidiosa tosse, e sentiva bruciare la gola, come se avesse ingoiato un tizzone ardente.
Sentiva il peso della stanchezza e del dolore gravare su di sé, mentre la ferita alla gamba pulsava, faceva male e lo rallentava.
Sentiva la testa girare, forse per il troppo sconvolgimento che aveva subito, sì, il grande Re degli Elfi era stato sconvolto. L'unica cosa che dava senso alla sua vita era Legolas, e se fosse morto anche lui? Non ci voleva pensare. Doveva trovarlo prima di eventuali nemici.
Camminava, vagando e uccidendo gli ultimi orchi che attraversavano la sua strada. Nonostante le sue forze stessero venendo meno, un'altra grande forza lo stava alimentando.
La rabbia.
"Voi, maledetta sia la vostra razza! Avete ucciso la mia gemma!" pensò, furente. 
L'odio che provava per gli orchi spingeva la sua mano con una forza che non gli apparteneva.
Le pupille dell'elfo guizzavano a destra e a sinistra, alla ricerca disperata del piccolo.
Poteva essere ovunque, eppure non era da nessuna parte.
Rimpianse la sua stupida idea di averlo portato.
In quel momento era tornato alla tenda, o perlomeno a ciò che ne rimaneva: drappi verdi strappati e legnetti spezzati. Frugò tra i resti, e nulla. Per fortuna non era lì, sotto alle macerie.
Lasciò il posto, sempre più disperato, perché non sapeva più dove cercare.
Se Legolas fosse scappato, allora non lo avrebbe più ritrovato.
Gli era rimasto solo un quinto dei soldati con cui era partito, il resto erano cadaveri sparsi sul campo di battaglia, lucenti nelle loro armature, parevano riposare assopiti.
Non aveva più voce per chiamarli, per mobilitarli alla ricerca del figlio. E si sentì immensamente piccolo, impotente.

Si diresse, poi, arrancando verso un paesaggio roccioso, anche questo ricoperto di corpi di nemici e di elfi. Di amici che prima della battaglia avevano brindato con lui, per lui. Per la vittoria.
La pioggia stava lavando via il sangue sparso su quella terra, e dei tuoni iniziavano ad illuminare il cielo, l'unica luce di quella tetra giornata.
Si fermò per riposare ancora un attimo, ancora una volta obbligato dal suo corpo esausto.
Stava dando tutto per perso, quando poco dopo sentì una vocina chiamare. Dei piccoli passi, ed il rumore di un tuono coprì il suono della caduta del piccolo.
Guardò in quella direzione, e vide un mostro ergersi sopra Legolas.
Un attimo dopo, il bambino era dietro di lui.
Sguainò ancora una volta la spada, che riluceva in quell'ombra di una luce che pareva emanasse di suo.
Anche negli occhi di Thranduil si era accesa una nuova luce. L'amore che nutriva per il figlio, per il frutto dell'unione con la sua consorte, fu uno spruzzo di energia che gli permise di scattare contro l'orco.
Il combattimento non fu breve, poiché il Re degli Elfi non era nelle condizioni adatte.
Tuttavia il nemico era grosso, tozzo e goffo. I movimenti erano abbastanza lenti, tanto che Thranduil lo disarmò con due fendenti e quando esso stava per caricarlo, l'elfo riuscì a scansarsi in tempo e ad infilzarlo.
Un rauco grido spaccò il silenzio, poi non si udì altro che il rumore della caduta della pioggia.
Il Re del Bosco Atro rinfoderò la sua lama, e prese il figlio in braccio. Lo strinse a sé. 
Se avesse avuto altre lacrime le avrebbe piante, per il dolore che attanagliava e serrava violentemente il suo cuore, e per la gioia di aver ritrovato il suo bambino.
«Sono qui...» riuscì a dire, in un sussurro spezzato.

«Va tutto bene...»

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Hydrogen96