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Autore: Faust_Lee_Gahan    28/11/2008    1 recensioni
Scusate se l'altra non va.. ho problemi tecnici ^^'''... spero appreziate! è una AlbusXGellert, spero vi piaccia! metto arancione perchè ... non si sa mai ^^! è la mia prima ff abbiate pietà ^///^ p.s. grazie a rula che me l'ha ripassato col html =***
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avvertimenti Iniziali:

Innanzitutto mi scuso per il ritardo con cui ho aggiornato ^^'.. Inoltre volevo ringraziare mille e mille volte ancora la mia amica Dodo, che mi ha prestato il computer per pubblicare la flash-fic di Harry e Draco x3 Grazie tesoro, ti vogghio bbeine xD

Adesso vi lascio definitivamente alla storia... spero compensi l'attesa^^






Leave Me Into Your Darkness



Capitolo 4

My Mood Swings

<< Ma si può sapere che ti è preso?! >>

Al cercò di controllare la voce per non svegliare Ariana.

<< Perché? >> domandò Aberforth << Non sono stato io a... >>

<< Certo che no! >> lo interruppe il fratello maggiore << "Tu te ne intendi di punizioni,no?" Questo me lo sono sognato, vero? >>

Aberforth distolse lo sguardo e si concentrò sulle sue braccia incrociate

<< Abe, perché non possiamo evitare questo tipo di situazioni? >> implorò Albus << Potremmo finire col litigare con zia Batty... E poi non è meglio stringere nuove amicizie? >>

Abe alzò lo sguardo sul fratello maggiore. Lo vide sorridere speranzoso, con gli occhi azzurrissimi brillare. Aveva ragione, dannazione! Nonostante ciò, però, non riuscì a trattenere un ultimo commento.

<< E' meglio per noi ... o meglio per te? >>

Albus, che si stava dirigendo verso le scale, si fermò di botto.

<< Come? >> disse voltandosi

<< Andiamo, Al... a chi vuoi darla a bere? >> rispose Aberforth guardandolo dritto negli occhi e alzando man mano la voce << E' la tua occasione... Hai finalmente l'opportunità di confrontarti con un cervellone come te... Avrai la tua scusa per mollare tutto e andartene...>>

<< Abe, non puoi dire sul serio... >> disse Al scuotendo la testa con un sorriso nervoso

<< Oh, si che posso! >> continuò suo fratello imperterrito << Tu non hai mai voluto stare qui, con noi.. Io lo so, Albus... Tu avresti voluto essere in Grecia, adesso... con Elphias, vero?... Se non vuoi stare qui, perché non te ne vai, Albus? Che stai aspettando?... >>

SCIAFF!

Il rumore dello schiaffo risuonò forte in tutta la casa Silente. Fortuna che non svegliò Ariana!

Abe capì subito di aver fatto una grandissima stronzata... suo fratello non l'aveva mai colpito in quel modo... non l'aveva mai colpito in generale, a parte magari le botte occasionali per scherzare... Rimase col viso voltato nella direzione dello schiaffo, con gli occhi sgranati.

<< Ma che cosa stai dicendo? >> mormorò Albus con la voce che tremava appena << Credi che per me sia facile questa situazione? Non lo è per niente! Ma io.. ce la sto mettendo tutta, Aberforth... davvero... Farsi carico di una casa e di una famiglia non è mai semplice... ma io l'ho fatto volentieri.. ho scelto da solo, nel pieno delle facoltà mentali, nessuno mi ci ha costretto... non l'ho fatto solo perché dovevo, ma anche perché volevo... e di certo non mi sono mai lamentato con te... perciò adesso non rinfacciarmi le tue stupide congetture... >>

<< Al, io.. >> cominciò Aberforth desolato

<< Adesso andiamo a dormire, Aberforth. Ne parliamo domani. Buonanotte. >>

Detto questo, Albus si voltò e si diresse verso le scale e salì in camera, senza neanche attendere la risposta.

Abe lo guardò finché non sparì dal suo campo visivo. Sospirò e si diede mentalmente dell'idiota... anzi, dello stronzo! Ma perché doveva fare casini uno dietro l'altro? E perché dovevano essere l'uno peggiore dell'altro?! Sospirò di nuovo e si avviò in camera sua; prima di entrare però diede un'occhiata alla porta della stanza del suo fratellone. Si ritrovò a sospirare per la terza volta.

Notte, Al...


Albus si era rintanato nel suo letto subito dopo aver messo il pigiama. Tremava dalla rabbia e dalla delusione. Non si sarebbe mai aspettato che parole simili potessero uscire dalla bocca di suo fratello... Lui aveva scelto da solo di stare a Godric's Hollow e prendersi cura dei fratelli, rinunciando al suo viaggio... Non ci si sentiva costretto... Era la soluzione più ovvia...

Era tuo dovere, Al... L'hai fatto perché era la cosa più giusta da fare.... Tu sei il maggiore... Era logico che saresti rimasto...

Albus continuava a ripetersi quelle cose ormai da giorni, ed era sempre più scettico.

Insomma.. tu avresti preferito che una situazione del genere non si creasse mai... ma ormai era così... questa è la tua famiglia, Al.. e per quanto sembri ingiusto rinunciare a una cosa come il viaggio in Grecia con Phias e prendersi una famiglia sulle spalle a 18 anni, è quello che che andava fatto... Insomma, se non volevi potevi sempre non farlo, no?.. Tu volevi farlo, Al... vero?

No che non volevi!

Albus si sedette sul letto di colpo. Che diavolo era quella vocina perfida nella sua testa?!

E' assurdo che un ragazzino rinunci alla sua adolescenza per prendersi cura della sua famiglia... continuò la vocina Andiamo, Al... Tu sai che Abe ha ragione...

No, no e no! Albus scosse la testa Loro sono la mia famiglia, io li amo, voglio che stiano bene, voglio stare con loro e voglio prendermene cura finché loro vorranno...

Nervo scoperto, Al?...

Albus scosse la testa più vigorosamente, deciso a reprimere quella vocina malefica il più presto possibile... Si ristese sul letto e si girò su un fianco, cercando di non pensare a niente...


Il mattino dopo, Al si svegliò, come al solito abbastanza presto, dopo una nottatina niente male. Aveva infatti dormito poco e male, facendo oltretutto strani sogni, di cui però ricordava molto poco...

Scese in cucina per preparare la colazione, come d'abitudine, ma mentre scendeva le scale sentì dei rumori provenire proprio da dove era diretto. Una volta entrato si accorse che era il fratello minore a trafficare attorno ai fornelli. Rimase un momento a guardarlo, prima che lui si accorgesse della sua presenza.

<< Buongiorno, Al! >> lo salutò con un gran sorriso

<< Buongiorno, Aberforth. >> rispose lui

Abe si accorse che era ancora un po' arrabbiato per la sera prima, visto che aveva usato il suo nome per esteso,e non il diminutivo.

<< Siediti,e rilassati! >> continuò sorridente spostandogli la sedia << Oggi faccio io! >>

Al annuì e sorrise, sedendosi al tavolo.

Abe ne fu felice, così cercò maggiormente di fare del suo meglio per farsi perdonare.

<< Sei sicuro di non volere una mano? >> domandò Albus osservando il fratello trafficare col fuoco

<< Non ti preoccupare, Al! Posso farcela! >> rispose lui

Ed effettivamente una decina di minuti dopo stavano mangiando una colazione decisamente non male, anche se la cucina era sporca un po' dappertutto.

Non parlarono molto, solo qualche commento sulle doti culinarie di Aberforth e sulla fatica che avrebbe comportato il pulire la cucina.

A un certo punto Abe prese un tono serio. << Al, senti... >>

<< Dimmi >> sorrise lui

<< Io ... ecco... volevo chiederti scusa... per tutto... >>

Albus guardò il fratello, che aveva un'aria speranzosa e mortificata insieme. Non disse nulla, anche perché non sapeva cosa dire; allora distolse lo sguardo, riflettendo. Non aveva senso tenere il broncio ad Aberforth... in fondo aveva detto solo quello che gli passava per la testa in quel momento d'ira... aveva detto quelle cose senza pensarci, dopotutto...

<< Pensavi davvero quelle cose? >> chiese infine

Abe lo guardò incerto << Non lo so... probabilmente no... sono cose che la rabbia mi ha portato prima a pensare e poi a dire... mi dispiace... >>

Al annuì e poi sorrise << Sempre a scusarti tu eh? >>

Abe rispose al sorriso e alzò le spalle ironico

Verso metà mattina, la porta di casa Silente bussò inaspettatamente. I due fratelli si guardarono e poi il maggiore andò ad aprire.

Si ritrovò davanti Zia Batty e Gellert, la prima con un sorriso severo e l'altro con l'espressione di chi è stato trascinato a forza, ma sorrise lo stesso.

<< Buongiorno! Ma... perdonate l'insolenza, ma cosa ci fate qui? >> domandò stupito

<< Siamo venuti a dare una mano a mettere a posto la casa! >> rispose la zia

<< Vi ringrazio, ma non abbiamo lavori particolari da fare.. >> disse Al << Non voglio sembrarvi scortese, è solo che non vorrei vi affaticaste inutilmente... >>

<< Ma come non mi avevi detto che oggi volevi cominciare a selezionare le cose da buttare? >> insisté la donna

Al si batté una mano sulla fronte << Giusto! E' vero! Ma prego, accomodatevi! >> aggiunse con un sorriso cordiale, facendosi di lato.

<< Buongiorno Abe! >> salutò la zia

<< Ciao zia! Che sorpresa! >> l'abbracciò lui

Gellert salutò Albus con un sorriso e un semplice << Ciao, Al >>

<< 'Giorno, Gellert >> rispose il ragazzo sorridendo

<< Buongiorno, Aberforth. >>

Abe sciolse l'abbraccio con la zia. << Buongiorno, Gellert >> rispose cortese

L'atmosfera era un po' tesa, ma Al sperò vivamente che si sarebbe attenuata col passare delle ore... se dovevano lavorare nella soffitta con quel clima, stavano freschi! Addio regole del buon vicinato!


<< Abe, ti ho detto di usare lo strofinaccio! Non puoi aspettarti che faccia tutto io con la magia! >>

I presenti in casa Silente avevano passato la mattinata a pulire tavolo e cucina, per poi rilassarsi fino all'ora di pranzo in salotto. Avevano pranzato e chiacchierato tranquillamente per tutto il tempo. Adesso stavano rimettendo a posto la cucina e Abe si stava lamentando del fatto che non poteva usare la magia e che Albus non lo facesse al posto suo.

<< Aaaaal!! Ma io mi scoccioooo!! (ndA sembro io quando devo studiare xDD) >> si lamentava il ragazzo << Non voglio fare le cose tipo i babbaaaniiii!! Perché non usi la magia, tu che puoooiii?? >>

<< Santo Merlino, avevo detto che tu e la zia vi occupavate dei fornelli e io e Gellert dei piatti! Possibile che non ti va mai bene niente?! >> ribatteva il maggiore, sotto lo sguardo divertito dei due ospiti

<< Ma se siamo dei maghi, perché non sfruttare quella bella dote che è il saper usare la bacchetta? >> ribatté allora il minore sbattendo le ciglia per convincere il fratellone

<< Perché non puoi usare la magia per ogni cosa, Abe! Devi imparare a usarla per le cose importanti... per le piccolezze, potresti fare anche da solo! >>

Il ragazzo sbuffò e si arrese prendendo lo strofinaccio e cominciando a pulire con gran foga, seguito dalla zia, che sghignazzava.

Albus e Gellert tornarono a dedicarsi ai piatti. Avevano riempito il lavandino a metà, quando Al si voltò furtivo verso il fratello. Una volta appurato che non li stava guardando, prese la bacchetta e fece alzare l'acqua fino ad un livello plausibile, cosicché sembrasse che il lavandino era pieno. Prese un piatto, lo lavò con l'incantesimo e poi lo passò a Gellert per farli asciugare.

<< Sei furbo tu, eh? >> disse quest'ultimo

<< Ti confesso un segreto >> sussurrò avvicinandosi al ragazzo << Anch'io odio fare i lavori domestici! >>

Gell rise di gusto prendendo il piatto che Al gli porgeva e asciugandolo con un incantesimo. << Hai molte facce, Albus Silente. >> osservò

<< Imparerai a conoscermi >> rispose lui

Lo spero...

Albus si voltò sorpreso verso il ragazzo che stava accanto a lui. << Si, lo spero anch'io >> sorrise poi

Gellert alzò la testa dal piatto di scatto. L'aveva detto ad alta voce? No, l'aveva solo pensato! Che l'avesse letto nel pensiero?

Andiamo Gell, non può averti letto nel pensiero senza averti nemmeno guardato!... oppure si?... oddiooddioodddiiiioooo!!!.. ma .. mi sta sorridendo? E io perché sto arrossendo?? oddio.. Gell, insomma! Datti un contegno! Zia Batty che fa il bagno, zia Batty che fa il bagno, zia Batty che fa il bagno.. Bleah!

<< Bleah! >>

<< Cosa? >>

Al lo guardava con aria interrogativa, e Gellert capì di aver detto l'ultima parola ad alta voce.

<< Niente, mi è solo tornato in mente un ricordo non proprio piacevole... >>

<< Mi dispiace, ma adesso dovrai raccontarlo >> rise Al << Mai stimolare la curiosità di un Silente! >>

<< Lo ricorderò! >> rise il biondo << Alcuni anni fa ero venuto a trovare la zia, e una sera, per caso, entrai in bagno senza bussare. E trovai la zia che si apprestava a fare il bagno.. >>

<< Che visione! >> lo prese in giro l'altro

<< Infatti! Una cosa orribile... >> confermò << Fortuna che non se n'è accorta e che ho chiuso la porta in tempo! >>

<< Ohoh! Ho appena prestato orecchio a un segreto di Gellert Gridelwald? >>

<< Beh, adesso siamo pari... >>

<< Voi due, avete finito? >> li interruppe la zia

I ragazzi si voltarono verso di lei annuendo.

<< Bene! >> continuò << Perché dobbiamo andare di sopra, in soffitta. Ci sono decisamente troppi scatoloni e bauli in quella stanza, quindi prima cominciamo, prima finiamo! >>

Detto ciò si avviò. << Oddio, che cafone! >> Albus si sbatté una mano sulla fronte << Non ti ho nemmeno fatto vedere la casa! >> aggiunse rivolto a Gellert

Gellert rimase un attimo interdetto << Non è il caso adesso, magari più ta... >>

Non aveva nemmeno finito di parlare che Al lo stava già trascinando a fare un tour della casa (ndA come direbbe Massimo Troisi, una casa umile, ma onesta xD)

<< Allooora... questa è la camera di Abe, la più vicina alle scale... >> Al lo teneva per un braccio e apriva le porte delle stanze che indicava << questa è la mia... >> camminava abbastanza veloce per non perdere troppo tempo << quello è uno sgabuzzino polveroso, che in questi giorni trasformeremo in uno sgabuzzino pulito e lindo... >>

e indicò col dito uno stanzino poco lontano << e questo... è il bagno... >> e aprì velocemente la porta, guardandolo << Adesso invece ti presenterò la tanto temuta soffitta! >> rise Al guidandolo verso le scale

Solo allora Gellert si accorse di una stanza che Al non aveva indicato << E quella? >> domandò indicandola << Cosa c'è in quella stanza? >>

Al guardò dove il ragazzo indicava e s'incupì un momento. Gell, che non era abituato a quello sguardo, si preoccupò di aver fatto qualcosa di sbagliato. << Cosa c'è? >>

<< Niente >> sorrise Al guardandolo rassicurante << In quella stanza c'è mia sorella Ariana. Non esce mai dalla sua stanza, da quando è morta la mamma. Non può stare troppo tempo all'aperto perché è di salute cagionevole, però ultimamente non vuole nemmeno uscire da lì... >>

<< Mi dispiace, io non.. >> cominciò Gell desolato

<< Non ti preoccupare, non potevi saperlo. >> lo rassicurò di nuovo con un sorriso

<< Andiamo? >> aggiunse poi

<< Si, andiamo! Sono proprio curioso di conoscere questa figura mitologica che è la soffitta di casa Silente! >>

I ragazzi risero mentre salivano le scale, e mentre Gellert osservava lo sguardo divertito con cui Al apriva la botola che portava alla soffitta.




Soundtrack: (title track) My Mood Swings di Elvis Costello e Her Eyes Are A Blue Million Miles di Capitain Beefheart ( Il Grande Lebowski OST); The Man Who Can't Be Moved dei The Script (solo per te, Mary^^ ti vogghio bbeine xD); Only When I Lose Myself dei Depeche Mode (x3);

Ringraziamenti speciali:

Alle Tizie^^;

Alle mie amiche di classe^^;

A Dodo, mai abbastanza grazie per te^^;

A Freddy, che mi manca un casino;

A Bea^^, per il suo supporto;

Ai bimbi;

A voi autori^^;

A voi che leggete fino in fondo^^ (scusandomi ancora per il ritardo);

A Dave e Martin...

P.S.

Io e Rula ci siamo atte i buchi alle orecchieee ** siiiii xD!!

Comunque, a parte questo...So che magari questo chap fa un po' pena.. ma avevo molta fretta di aggiornare! E poi non preoccupatevi: ho già delle idee in mente, che il solo parlarne, ha fatto spaventare la povera Miki xD! Ti vogghio bbeine x3

E con questo vi saluta^^! A presto!



  
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